Aprile 22nd, 2009 Riccardo Fucile
I GIOVANI DI CASA POUND PORTANO AIUTI E SI PRODIGANO CON IL LORO CAMPO BASE PER I TERREMOTATI… LA SINISTRA CHIC E BORGHESE SI INDIGNA PER LA LORO PRESENZA “INQUINANTE”, MA RESTA A SORSEGGIARE IL THE NEI SUOI SALOTTI MILIONARI… IL SINDACO “SIAMO FIERI DI QUESTI RAGAZZI, DAREMO LORO LA CITTADINANZA ONORARIA”
La “Stampa” di Torino due giorni fa titolava: “No ai volontari in camicia nera”, facendo sussultare le contesse decadute che vivono in centro, i capitalisti che hanno la villa in collina, la buona borghesia torinese che si ritrova nei caffè alla moda, il figlio di papà che gira in Mercedes a 20 anni e ogni tanto si schianta contro un provvidenziale muro: in pratica tutti i progressisti che a Torino votano a sinistra e frequentano i salotti che contano.
Ma chi saranno mai questi volontari?
Qualche reduce della guerra d’Etiopia o qualche sopravissuto della guerra civile spagnola? No, nulla di tutto questo.
Quello che ha fatto riempire d’indignazione la “sinistra colta” dalle scarpe firmate ben pulite e non certo con schizzate di fango è la presenza di decine di militanti del centro sociale di destra “Casa Pound”, impegnati in Abruzzo nella loro opera di solidarietà .
Dopo aver raccolto, nelle varie sedi sparse nella penisola, 18.000 litri d’acqua, 2 tonnellate di pasta, 1.000 litri di latte, 1.600 kg di scatolame vario, 500 pacchi di pannolini, 300 kg di piatti, tovaglioli e bicchieri di plastica, 1.500 kg di materiale per l’igiene personale e in attesa di ulteriore materiale in arrivo, i ragazzi di Casa Pound hanno provveduto alla sua distribuzione, in coordinamento con la Protezione civile, installando un loro campo base a Poggio Picenze. Continua »
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Aprile 22nd, 2009 Riccardo Fucile
SEI ANNI FA ABBIAMO EDIFICATO A NOSTRE SPESE IL CARCERE DI PEQUIN: AVREBBE DOVUTO ACCOGLIERE I MILLE DETENUTI ALBANESI OSPITI DEI NOSTRI ISTITUTI DI PENA… NE HANNO PRESI TRENTA IN SEI ANNI E CI HANNO MESSO I LORO DELINQUENTI LOCALI… CENTO MILIONI L’ANNO IL COSTO CHE L’ITALIA SOSTIENE PER GLI ALBANESI NELLE NOSTRE CARCERI
E’ uno dei tanti scandali italiani, in questo caso italo-albanese, e non solo, un discorso simile riguarda anche la Romania.
Partiamo da un dato: sono circa mille i detenuti albanesi con condanne definitive nelle carceri italiane. Altrettanti sono quelli di origine romena.
Con l’Albania stipuliamo un accordo nel 2002 che prevede il rimpatrio dei detenuti albanesi con condanne definitive, anche senza il loro consenso. Ma l’accordo fatto resta inapplicato: tra lungaggini, ritardi, sfiancanti controlli dei detenuti da rimpatriare da parte delle autorità locali, sapete quanti albanesi abbiamo rispedito nelle carceri di Tirana in quasi sette anni? Trenta.
Stesso discorso viene impostato nel 2003 con il governo di Bucarest: rimpatrio dei detenuti con sentenza definitiva.
Bucarest prima firma l’accordo, poi nei fatti lo ostacola con controlli interminabili da parte della loro magistratura, la macchina burocratica si inceppa anche in Italia.
Conclusione: sei anni, due detenuti rimpatriati.
Questi sono dati ufficiali del Ministero, non ci inventiamo nulla. Questi duemila e passa detenuti, albanesi e romeni, congestionano ulteriormente i nostri già asfittici penitenziari e costano al contribuente cifre altissime.
Dati ufficiali: un detenuto costa 100mila euro l’anno. Breve calcolo: sono cento milioni l’anno che ci costano i mille detenuti albanesi e altri cento milioni quelli romeni.
Totale duecento milioni: pensate che per rinnovare il contratto alle forze dell’ordine ( una miseria peraltro) sono stati spesi 100 milioni, la metà di quanto spendiamo per ospitare nelle nostre carceri questi 2.000 detenuti.
Eppure il governo precedente e attuale parlano sempre di contatti con i governi di Tirana e Bucarest, di collaborazione, di intesa, di programmi comuni: tutte palle.
Non riusciamo neanche a far rispettare gli impegni assunti, ma state tranquilli che non blocchiamo certo per questo gli accordi economici con quei Paesi.
L’importante è fari affari, il resto non conta, tanto paga il contribuente.
Ma lo scandalo più vergognoso è un altro ancora. Continua »
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Aprile 22nd, 2009 Riccardo Fucile
COME PREVISTO LA VENDITA DI ALITALIA HA CREATO UN DANNO AI POSSESSORI DI OBBLIGAZIONI ALITALIA… I CREDITORI NON SONO STATI TUTELATI COME INVECE ERA STATO PROMESSO… OFFERTO SOLO IL 32% DEL VALORE NOMINALE NEL 2012 E PERDITA DI TUTTI I DIRITTI…COME VOLEVASI DIMOSTRARE
Non è che ci faccia piacere avere spesso ragione, se questa coincide con previsioni negative. Certe volte vorremmo essere smentiti quando lanciamo un allarme su certe operazioni condotte solo per favorire una parte, ma nel caso Alitalia, che abbiamo trattato a lungo nel momento della vendita a Cai, tra gli altri problemi avevamo posto anche la posizione infelice degli obbligazionisti Alitalia che rischiavano di restare con un pugno di mosche in mano.
In tal senso avevamo auspicato che Cai prendesse in carico i debiti pregressi di Alitalia e non venissero semplicemente posti a carico dello Stato e quindi dei contribuenti.
Invece chi aveva sottoscritto obbligazioni Alitalia è rimasto, come temevamo, senza un riscontro alla fiducia che avevano posto nella compagnia di bandiera italiana, investendo qualche quattrino nell’acquisto dei titoli suddetti.
Ora sono arrivati ad accusare il Ministero del Tesoro di responsabilità civile per il danno procurato agli obbligazionisti.
E’ questa la strategia che stanno studiando i legali per difendere i possessori dei “Mengozzi bond”. All’assemblea convocata appositamente a Roma, non si sono presentati nè il Tesoro ( titolare del 62% delle obbligazioni), nè il commissario Augusto Fantozzi, che pure avrebbe dovuto tutelare i creditori.
Questo non ha permesso di raggiungere il quorum necessario per rendere valida la riunione e deliberare ufficialmente.
Ma ha convinto i possessori dei titoli che senza maniere forti dovranno accontentarsi del rimborsino deciso per legge dal Tesoro, ovvero il 32% del valore nominale nel 2012, perdita di tutti i diritti e tetto di 100.000 euro per ciascun titolare. Continua »
argomento: Alitalia, economia, Politica | Commenta »