Luglio 18th, 2012 Riccardo Fucile
L’ACCUSA SI BASA SUL GIRO DI DENARO PASSATO DAI CONTI DELL’EX PREMIER A QUELLI DEL SENATORE AZZURRO, COMPRESA LA VILLA PAGATA 20 MILIONI DI EURO E CON UN VALORE DI MERCATO DI 9 MILIONI… BERLUSCONI IN VESTE DI TESTIMONE
Marcello Dell’Utri è indagato con l’accusa di estorsione nei confronti dell’ex premier Silvio Berlusconi.
La notizia, rilanciata dall’Ansa, si lega alla convocazione da parte dei pm di Palermo che indagano sulla trattativa Stato-mafia a carico del cavaliere di Arcore e riguarda, in particolare, una “estorsione politica” , portata nel 1994 dallo stesso senatore al capo della Fininvest.
L’ex premier doveva presentarsi lunedì 16 luglio ma ha opposto un legittimo impedimento.
Nel frattempo, oggi riparte il processo bis in Appello contro il senatore, dopo che in marzo la Cassazione ha annullato la sentenza di Appello e disposto un nuovo dibattimento.
Il procuratore generale che rappresenta l’accusa, Luigi Patronaggio chiederà che venga sentito come testimone proprio l’ex presidente del Consiglio.
Sul piatto della futura audizione i rapporti con il senatore di Forza Italia e il ruolo svolto dallo stesso Dell’Utri con gli uomini di Cosa nostra.
Per chiarire ulteriormente il quadro tra le varie richieste istruttorie il pg dovrebbe chiedere di sentire diversi pentiti. Tra questi Stefano Lo verso. In questo procedimento il Cavaliere viene chiamato con la formula di “testimone assistito”.
Significa che potrà presentarsi con l’avvocato e potrà avvalersi della facoltà di non rispondere.
Nell’ambito dell’inchiesta palermitana sulla presunta trattativa tra Stato e mafia, invece, Berlusconi sarà ascoltato come semplice testimone con l’obbligo, in questo caso, di rispondere.
Questa la comunicazione arrivata ai suoi avvocati. Prima data fissata: due giorni fa, lunedì 16 luglio.
L’ex premier però ha opposto una questione di legittimo impedimento per “impegni già presi in precedenza”.
E proprio in queste ore sono in corso contatti tra la procura e i suoi legali per fissare al più presto una seconda data.
Alla base del colloquio programmato dalla procura di Palermo alcune spese effettuate dal Cavaliere a favore dei Circoli della Libertà , Marcello Dell’Utri. Nel mirino anche diversi prestiti infruttiferi fatti sempre a favore del senatore di Forza Italia.
Il filone per il quale è stato chiamato il Cavaliere resta il più riservato di tutta l’indagine sulla trattativa.
In particolare i pm vorranno chiedere conto a Berlusconi di quei venti milioni di euro pagati all’amico Marcello per l’acquisto di una villa che, conti alla mano, ne valeva la metà . Denaro, questa è l’ipotesi dell’accusa, che potrebbero essere il conto di un’estorsione. Vittima il Cavaliere.
C’è di più: da quanto si apprende lo stesso Berlusconi potrebbe essere stato vittima di un ‘altra estorsione, questa volta politica, all’epoca in cui, nel 1994, era presidente del Consiglio.
Al centro sempre la trattativa Stato-mafia.
In questa indagine, lo stesso Dell’Utri è già indagato insieme a Nicola Mancino, al senatore Calogero Mannino e ai generali dei carabinieri Mario Mori e Antonio Subranni.
Secondo le ipotesi investigative della procura, Dell’Utri sarebbe subentrato a Salvo Lima come mediatore nei confronti dei padrini siciliani.
A portare la citazione della procura ad Arcore è stata la Guardia di Finanza di Palermo.
La stessa che nel marzo scorso si è presentata nello studio milanese del notaio Arrigo Roveda per sequestrare l’atto di compravendita della villa sul lago di Como. Atto firmato, guarda le coincidenze, alla vigilia della sentenza di Cassazione nei confronti di Dell’Utri.
Sentenza, che, bocciando la condanna in Appello ha riaperto i giochi del processo. Perchè tali coincidenze?
Una di queste, ipotizzano i pm, è che in caso di condanna al senatore di Forza italia sarebbero stati sequestrati tutti i beni.
Appresa la notizia dai banchi del tribunale di palermo, Dell’Utri ha voluto precisare cifre e valore della casa sul lago di Como.
“La villa? — ha detto ai giornalisti — . Io l’avevo messa in vendita due anni fa per 30 milioni e il valore è questo”.
E ancora: “L’occasione di concretizzare c’è stata solo in quel periodo”.
Dopodichè “ci ho perso perchè l’ho venduta 20 e vale 30″.
Mentre a chi gli ricorda che una perizia del ’94 aveva valutato la villa attorno ai 9 milioni di euro, Dell’Utri ha ribattuto: “In quel periodo, 8 anni fa, la casa era ancora in costruzione e quindi il valore era sulla carta. Vale molto di piu’, lo ripeto”.
Ma sul tavolo del futuro colloquio ci sono tanti passaggi di denaro, circa dieci milioni di euro, che tra il 2008 e il 2011, sono transitati dai conti del Cavaliere a quelli di Dell’Utri.
Lo scorso novembre lo stesso pm Ingroia ha acquisito diverse scoperte agli atti dell’indagine P3. Queste vengono messe alla voce “prestiti infruttiferi”.
Dal canto suo Berlusconi, attraverso una nota rilasciata da palazzo Grazioli smentisce su ogni fronte: “Tutte le dichiarazioni — si legge — attribuite stamani dal quotidiano ‘La Repubblica al Presidente Berlusconi, in merito alla vicenda di Palermo, sono destituite di ogni fondamento”.
E sul caso pesa anche un’intercettazione.
E’ quella di Ezio Cartotto, uno dei fondatori di Forza Italia. Anche Cartotto è stato convocato. Lui, però, prima pensa di chiamare Silvio.
Lo fa attraverso la segretaria che lo chiama al telefono: “Sono Claudia — si ascolta — da palazzo Grazioli. L’appuntamento è per domani”. Cartotto così va ad Arcore.
Con lui alcuni convitati di pietra: gli investigatori della Dia.
“Questa procura di Palermo è un colabrodo”. Cosi’ l’avvocato e senatore del Pdl, Piero Longo, risponde a chi gli chiede un’opinione sulle polemiche legate alla convocazione di Berlusconi.
“Nulla di quello che si fa in maniera fisiologicamente naturale e riservata resta tale, ma tutto viene fuori”.
Anche la questione che ha riguardato il Capo dello Stato “non sarebbe nota se le vicende non fossero state esposte alla conoscenza del pubblico, ma solo a quella dei pubblici ministeri della difesa e del gip”.
Alla domanda sul perchè l’ex premier potrebbe essere convocato lo storico difensore del Cavaliere replica in punto di diritto: “Non conosciamo l’oggetto della testimonianza perchè così prevede il nostro ordinamento e questo, a mio giudizio, è un errore perchè il testimone potrebbe diversamente essere messo nelle condizioni di presentarsi con memoria rinfrescata sull’oggetto della richiesta.
“Leggo ora sulle agenzie che ci sarebbe un’inchiesta in cui Marcello Dell’Utri sarebbe indagato per estorsione nei confronti del presidente Berlusconi”, chiosa il senatore per fare comprendere che il motivo per cui la procura di Palermo ha convocato Berlusconi come teste non si conosce.
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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Luglio 18th, 2012 Riccardo Fucile
BLITZ DELLA FORESTALE: DOPO LE DENUNCE ANIMALISTE CONTRO L’ALLEVAMENTO DI BEAGLE, SEQUESTRATI TUTTI I CANI E L’INTERA STRUTTURA SU UNA SUPERFICIE DI 5 ETTARI… TRA I REATI CONTESTATI ANCHE IL MALTRATTAMENTO DI ANIMALI
Il Corpo forestale dello Stato sta eseguendo il sequestro di Green Hill, l’azienda situata a Montichiari, in provincia di Brescia, che alleva cani beagle per i laboratori di vivisezione.
Alle operazioni di ispezione e sequestro della struttura, disposte dalla Procura della Repubblica presso il tribunale ordinario di Brescia, partecipano 30 forestali appartenenti ai comandi provinciali di Brescia, Bergamo e al nucleo investigativo per i reati in danno agli animali.
E’ presente anche personale della Questura di Brescia.
L’operazione sta portando al sequestro di cani di razza beagle, sia cuccioli sia adulti, e dell’intera struttura costituita da quattro capannoni, uffici e relative pertinenze per un totale di circa 5 ettari.
Fra i reati contestati c’è anche quello quello di maltrattamento di animali.
Sulla vicenda intervengono Lega antivivisezione e Legambiente auspicando che gli accertamenti facciano luce sulle reali condizioni cui versano gli animali e chiedendo che il Senato approvi la legge che vieta l’allevamento di animali per la sperimentazione.
“Grazie agli atti presentati dalle due associazioni è stata finalmente riaperta l’inchiesta giudiziaria sulle modalità di detenzione degli animali nella megastruttura. – ha dichiarato Gianluca Felicetti, presidente della Lav – Ci auguriamo che gli accertamenti in corso, disposti dalla Procura, possano fare luce definitivamente sulle reali condizioni di vita degli animali rinchiusi nei padiglioni della struttura, in attesa della spedizione verso gli acquirenti, e sull’impossibilità di Green Hill di garantire il rispetto delle necessità fisiche e comportamentali dei cani, visti i numeri enormi di cui si parla”.
“In questi mesi – spiegano le due associazioni – è all’esame del Senato la norma, già approvata dalla Camera dei deputati, che vieterebbe l’allevamento di cani, gatti e primati non umani per la sperimentazione, imporrebbe l’obbligo di anestesia e analgesia per i test e, vietando le esercitazioni belliche e didattiche con animali, sosterrebbe concretamente il ricorso ai metodi sostituivi della vivisezione. Alla luce di questi sviluppi giudiziari rivolgiamo un nuovo appello ai senatori affinchè l’articolo 14 della legge comunitaria sia finalmente approvato e possa essere di incentivo per la ricerca pulita, scientifica ed eticamente accettabile”.
Una grande vittoria oggi di tutto il mondo animalista.
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Luglio 18th, 2012 Riccardo Fucile
LE CONDIZIONI DI NICOLE: UN CONTRATTO VITALIZIO CON MEDIASET E LA BUONUSCITA… SOLO SU QUESTE BASI DISPOSTA A TRATTARE
“Per il bene di tutti non parlo”. Nicole Minetti arriva puntuale al Pirellone per la seduta del Consiglio regionale.
Delle sue dimissioni, anche ieri, neanche l’ombra . Decine di giornalisti, fotografi, cameramen si presentano solo per chiedere alla consigliera cosa intende fare.
Dopo un assedio durato circa un’ora lei cede, esce da una stanza dove era stata costretta a nascondersi e scandisce poche parole: “Per il bene di tutti non ho intenzione di rilasciare dichiarazioni, per favore finiamola qua”.
Un messaggio fin troppo chiaro.
Che la consigliera stia trattando la sua buonuscita con Silvio Berlusconi è ormai un fatto acclarato.
Sul piatto, stando a quanto riferito da persone molto vicine al Cavaliere in questi giorni, c’è la richiesta di un contratto vitalizio con Mediaset e un milione di euro da incassare subito, una sorta di trattamento di fine rapporto con Arcore calcolato sui mancati introiti che l’igienista perderebbe dimettendosi quasi tre anni prima dalla scadenza naturale del mandato regionale.
Chiudere in cassaforte i segreti della Minetti, del resto, può valere molto di più per Berlusconi.
“Sei brava, mi parlano tutti bene di te: continua così e la prossima volta ti porto in Parlamento”, le disse nell’agosto 2010 in una telefonata intercettata e finita negli atti del processo Ruby.
Promessa che di certo non potrà mantenere.
Minetti vuole quindi quantificare le perdite. E temporeggia.
Ieri verso sera è stata convocata ad Arcore.
Dei deputati del Pdl, ieri a Roma, si sono lasciati sfuggire un sospiro di sollievo: “Stasera si chiude l’accordo”.
Dopo le 21 la consigliera ha varcato i cancelli della residenza dell’ex premier, questa volta sì per una cena elegante. Prima di andare però, rintracciata telefonicamente, ha tentato di smentire la notizia, già rimbalzata sul sito Dagospia e sulle agenzie di stampa. Inutilmente.
Perchè anche dal quartier generale milanese del partito, l’incontro è stato confermato. Per il Pdl, allontanare Minetti dalla Regione è la priorità . Anche per mostrare che quando Berlusconi parla tutti eseguono.
Invece la 27enne valletta di Rimini, eletta ad appena 25 anni per volere del Cavaliere, in appena due giorni ha già sbugiardato e messo in difficoltà i vertici: da Angelino Alfano a Mario Mantovani.
Il coordinatore regionale, che lunedì annunciava le dimissioni come certe e imminenti, ieri ha dovuto fare marcia indietro.
“C’è stato qualche ripensamento, aveva manifestato lei l’intenzione di lasciare”, ha detto Mantovani aprendo addirittura all’eventualità che Minetti non se ne vada: “L’importante è che faccia bene il consigliere regionale”.
Quindi, ha aggiunto, non solo le sue dimissioni “sono una cosa su cui si sta riflettendo, ma non c’è urgenza” e ha anche garantito che il partito “assolutamente non sta pensando” di espellerla dal gruppo.
Anche perchè tra le altre possibilità lasciate trapelare in queste ore da Minetti c’era l’ipotesi di lasciare il Pdl e iscriversi però al Gruppo Misto, oggi composto da un unico componente: Filippo Penati.
La partita dunque è tutta ancora da giocare e Minetti sembra sedere al tavolo con estrema disinvoltura. E non ha alcuna voglia di perdere.
Anche ieri ha sfruttato al massimo il momento.
Fuori dall’aula del consiglio regionale, sin dalle nove del mattino ad attenderla c’erano decine di fotografi, operatori, giornalisti. Il timore era che la consigliera non si facesse vedere. Poi, all’improvviso, appagliono i tacchi altissimi in cima alle scale della buvette.
Le voci si tacciono e partono i flash. Eccola. Abbronzata, dopo un fine settimana trascorso a Porto Cervo.
In pantaloni e camicia beige, straccia in pochi istanti gli annunci dei vertici del Pdl, che fino all’ultimo avevano scommesso sull’opportunità di un suo passo indietro. E ci avevano sperato. Niente da fare.
Nicole incede sicura, concedendo un indifferente sorriso ai giornalisti stretti dietro un cordone. Poi tira dritto, senza confermare nè smentire alcunchè. In aula trova il tempo e la voglia di scherzare, leggere i giornali, consultare l’iPad. Si parla di Expo, c’è anche Roberto Formigoni. Ma gli obiettivi sono solo su di lei.
Toccherà alla presidenza interrompere la seduta per redarguire i fotografi.
Quando Formigoni sta ancora parlando, Nicole esce dall’aula. Ed è subito bagarre.
La buvette è presa d’assedio: non si passa. A fatica, il personale presente tenta di aprire un varco tra flash e telecamere.
Nicole, nel mezzo, procede a testa bassa, senza farsi provocare, senza dire nulla. Come ha sempre fatto da quando è scoppiato il caso Ruby.
Fredda e controllata come è difficile a quell’età , raggiunge la toilette delle donne, per poi riparare in una sala conferenze.
La stampa tratta per una “dichiarazione spontanea”. Niente domande, promesso.
Lei accetta, bontà sua. “Non rispondo a nessuna domanda, non ho niente da dire ”, afferma.
Anche alla richiesta di un commento alle parole di Daniela Santanchè che l’ha definita inadatta alla politica ribadisce: “Non raccolgo nessuna provocazione”.
Poi quella frase, forse studiata. Punto.
Con qualche difficoltà torna in aula, seguita fino all’ingresso dal suo responsabile per la comunicazione, il coetaneo riminese Luca Pedrini, amico fin dai tempi della scuola. Quando esce dall’aula, verso mezzogiorno, a rincorrerla sono solo i fotografi.
Uno la raggiunge e l’avvicina con lo scooter verso le tre del pomeriggio.
Lei, gentile come sempre, lo invita a non insistere. Poi chiama la polizia che lo identifica.
Va via da sola, Nicole. In serata, dopo un aperitivo in corso Como, la visita ad Arcore. Forse l’ultima.
Franz Baraggino e Davide Vecchi
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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Luglio 18th, 2012 Riccardo Fucile
IN CORSO CONTATTI CON GLI EX DI FUTURO E LIBERTA’ PER VERIFICARE LA POSSIBILITA’ DI UN RITORNO A UNA DESTRA SENZA CAVALIERE
Che si chiami Forza Italia o meno, il nuovo partito prospettato da Silvio Berlusconi piace davvero poco alla componente proveniente da An.
E se l’”indietro non si torna” di finiana memoria, non è pronunciato esplicitamente, di certo è il pensiero che accomuna gli ex aennini.
L’unico che ha messo in chiaro che resterà al fianco del Cavaliere sempre e comunque, è l’ex ministro Altero Matteoli.
E con lui, ovviamente, Maurizio Bianconi, uno dei tesorieri che tiene la cassa del Pdl.
Per il resto dell’area destra del partito, l’annuncio dell’amarcord forzitaliota, che segna chiaramente l’intenzione di Berlusconi di tornare allo spirito del ’94, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso del dissenso serpeggiato abbastanza apertamente in questi mesi tra le file degli ex An, soprattutto in riferimento all’appoggio al governo Monti.
Ad aggravare questo disagio, adesso, c’è anche l’evidenza che nel nuovo progetto berlusconiano non ci sarà spazio per tutti.
Così, tra mille distinguo, ognuno prova a giocarsi la propria partita.
A cominciare dal sindaco di Roma Gianni Alemanno, che sembra più preoccupato della propria ricandidatura alla prima poltrona del Campidoglio che al futuro del proprio partito. “Rifare Forza Italia sarebbe un errore madornale.
Sarebbe come riavvolgere il nastro della storia del centrodestra, rimandandolo indietro di 20 anni”, twittava in mattinata, preparando l’incontro previsto per domani pomeriggio con il Cavaliere.
Sul suo tavolo porrà la questione dei congressi e delle primarie, che vorrebbe già a ottobre per la scelta del candidato, convinto di essere l’unico in pista.
E, nel frattempo, organizza le sue truppe, visto che la prossima settimana sarà lanciata una lista civica che, di fatto, è una sua creazione.
Si chiama rete Attiva, e dovrebbe essere composta da professionisti e non da politici, nomi di spicco scelti dall’Ordine degli Ingegneri come dalla Confcommercio capitolina, che sostengano Alemanno nel primo turno, contro il candidato di centrosinistra, ma anche quello del Movimento 5 stelle e forse anche un quarto del Terzo polo.
La partita di Alemanno, dunque, è tutta locale e mira a gestire in qualche modo il sostegno del Pdl che, in queste condizioni, alle amministrative potrebbe pure penalizzare la sua corsa. E le primarie dovrebbero essere al centro della manifestazione che dovrebbe svolgersi sempre la prossima settimana.
Andrea Augello, senatore pidiellino e uomo di peso in termini di tessere nella capitale, nega che sia una reazione degli ex An all’annuncio di Berlusconi:
“L’appuntamento nasce su iniziativa di parlamentari che invece condividono l’impossibilità di proporre riedizioni tanto di An quanto di Fi e ritengono ancora attuale lo strumento delle primarie per individuare a tutti i livelli le candidature che il centrodestra dovrà esprimere alle prossime elezioni”.
Di diverso avviso le figure di vertice come Maurizio Gasparri: “Le primarie del Pdl? Erano state indette, la candidatura di Berlusconi ne ridimensiona la rilevanza. C’è qualcuno che ancora le invoca ma ha poco senso, a questo punto. Piuttosto si potrebbe fare una consultazione popolare su alcuni elementi di programma”.
Ma se gli si parla di un ritorno a Forza Italia, la musica cambia: “Ritornare al passato non è accettabile, non sarebbe una scelta condivisa. Berlusconi rischierebbe solo di disperdere forze. Se poi vuole fare Forza Italia, auguri!”.
Come lui, Ignazio La Russa, Massimo Corsaro e Giorgia Meloni finora hanno mantenuto un atteggiamento attendista, per verificare a settembre l’esito della possibile riforma elettorale in base alla quale elaborare una strategia per il futuro, e non solamente per le politiche.
Tramontato il Pdl, non avrebbe più ragione d’essere nemmeno quella prudenza che, in un modo o nell’altro, ha contenuto l’irritazione verso il segretario Angelino Alfano per non aver mai picchiato i pugni sul tavolo del Cavaliere, a sostegno del partito.
Non a caso, da tempo sono in corso contatti con i vecchi compagni di strada di Futuro e libertà , per verificare l’ipotesi di un ritorno alle origine, in una veste rivisitata, però, che possa essere appetibile anche per ex forzisti come Renato Brunetta, Guido Crosetto o Maurizio Sacconi, che non digeriranno mai l’appoggio al governo di Mario Monti e tanto meno una santa alleanza in nome del bene nazionale che unisca l’attuale maggioranza di Pd, Pdl e Udc. Non a caso, oggi sulla pagina twitter del Fli Carmelo Briguglio si legge: “Rinasce Forza Italia ? E se per l’Italia rifacessimo tutti con Gianfranco Fini una nuova An, una grande destra politica senza Berlusconi?”. Il problema, però, sembra essere proprio Fini. Difficile che gli ex An possano convivere con lui, come è impensabile un ritorno all’ovile dei futuristi.
Sempre che, a facilitare la scelta di una reunion, non siano i soldi che dovrebbero ritornare nelle casse della vecchia An.
E che potrebbero garantire una fantastica campagna elettorale.
Sonia Oranges
( da “Il Fatto Quotidiano”)
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Luglio 18th, 2012 Riccardo Fucile
LA CONSIGLIERA STA GIOCANDO SECONDO LE REGOLE DEL CIRCO DEL CAVALIERE: DO UT DES…”E’ MEGLIO PER TUTTI SE STO ZITTA”
Altro che capretta espiatoria.
La Minetti è una iena per niente incline a farsi sacrificare sull’altare del Berlusconi Redivivo.
Ieri in Consiglio regionale li ha stesi: “Non parlo per il bene di tutti”.
Non solo non si è dimessa, ma ha alzato la posta.
In quella semplice frasetta c’è la sintesi ultima e suprema di 20 anni di berlusconismo. “Non parlo per il bene di tutti” non è una novità .
È la regola della casa e la ragazza non fa altro che stare al gioco.
Bisogna riconoscere alla Minetti di aver capito il meccanismo alla perfezione e di condurre la sua partita in modo strategicamente perfetto.
L’insieme di intricate vicende personali e di affari e di amicizie che ha tenuto insieme il sistema di potere alla corte di Arcore è basato su un implicito ricatto: io ti sfrutto, tu paghi.
C’era sempre uno che vendeva e Lui che comprava.
Le olgettine sono state una parentesi finale, se volete la più dissennata ma anche la più ludica. Ma dai tempi dello stalliere di Marcello Dell’Ultri c’è sempre stato qualcuno che non parlava per il bene di tutti.
Ognuno degli attori di questo racconto aveva qualcosa da vendere in cambio di un pezzettino di potere, di un privilegio, di una poltrona.
Se li guardiamo a ritroso, questi anni, vediamo una serie di grandi profittatori scaltri e avventurieri, ma anche tanti più ingenui peones che si sono venduti per un tozzo di pane, squallidi comprimari che si sono accontentati di pranzare con le briciole del banchetto.
La Minetti non vuole fare questa fine.
Bisogna riconoscerle una grandiosità nell’uscita di scena.
Ha qualcosa di disperato e al tempo stesso di grandioso, come una eroina di un romanzo ottocentesco.
Con le sue magliette attillate, le sue scritte provocatrici, le sue labbra gonfiate e tutto il silicone che si porta addosso, agisce da grande sciantosa ed è fredda come una giocatrice di carte professionista.
Alza la posta e si capisce che ha in mano un poker d’assi, per tirare così la corda.
La situazione, per uno spettatore esterno, è uno spasso.
È il tormentone più divertente dell’estate e sarebbe ancora più spassoso conoscere in diretta le reazioni del cerchio magico del Cavaliere di fronte alla sfrontatezza della ragazza.
Ma chi si crede di essere? Non è altro che una miracolata, una ex igienista dentale, una soubrettina di Colorado Cafè, una tettona siliconata.
Come osa sfidarci? Pensate la faccia di Angelino Alfano quando ha capito che le dimissioni se le poteva scordare.
E la Santanchè? La mascella freme, ma dovrà aspettare per vedere rotolare la testa della odiata Nicole.
“Il tempo delle Minetti è fi-ni-to” aveva detto. Per il momento è solo so-spe-so.
Adesso si stupiscono che non obbedisce.
Eppure la Minetti ha sempre giocato secondo le regole della casa.
Do ut des, una cosa a te e una a me. Non c’era incantamento, infatuazione o altro nei suoi comportamenti.
Pensate che facesse beneficenza quando si vestiva da suorina o infermiera alle feste di Arcore? Era una boy scout quella sera in Questura a Milano per tirare fuori dai guai quella sciagurata di Ruby?
Nelle intercettazioni dimostra di avere già le idee chiarissime su tutto quando diceva di Berlusconi: “Si sta comportando come un pezzo di merda per salvare il suo culo flaccido”.
Se qualcosa salverà il culo sodo della Minetti sarà solo il suo cinismo.
Caterina Soffici
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Luglio 18th, 2012 Riccardo Fucile
ORA I FARISEI PARLANO DI MERITOCRAZIA E SPAZIO AI GIOVANI, MA DUE ANNI FA CACCIARONO CHI AVEVA TALENTO E FACEVA REALE MILITANZA SOLO PERCHE’ SI ERA OPPOSTA ALLA MINETTI IN REGIONE
Adesso, parlando della Minetti, i farisei del Pdl, da Alfano alla Santanchè, si riempiono la bocca sulla necessità di dare spazio ai giovani meritevoli, ai talenti del vivaio, “ai ragazzi della militanza”, come ha detto ieri Maria Stella Gelmini.
Beh, ce l’avevano in casa, il talento, e l’hanno cacciata via a calci nel sedere: Sara Giudice, 25 anni, consigliere circoscrizionale del Pdl a Milano.
Fu lei la prima a dire che Nicole Minetti non poteva stare in Consiglio regionale.
Si sgolò inascoltata già nel 2010.
Raccolse 12 mila firme online e quando, a febbraio 2011, Giuliano Ferrara organizzò al Teatro del Verme la sua convention di smutandati “contro il moralismo bacchettone della sinistra”: il direttore del Foglio si rifiutò di riceverla, la Santanchè la liquidò sprezzante “ma pensi ai milanesi”, il presidente della Provincia Podestà disse “i processi non si fanno sulla stampa”.
Eppure Sara educatamente ripeteva: “Vogliamo che vadano avanti i giovani in gamba con percorsi puliti e meritocratici”, lei lo aveva capito subito (non ci voleva poi molto) e quei ciniconi del Pdl ci sono arrivati con qualche anno di ritardo, e solo perchè ora Silvio deve scendere in campo e ha bisogno di presentarsi purificato, come se il passato si cancellasse con un decreto di espulsione.
La Gelmini arrivò a supplicarla di non andare da Santoro, Sara raccontò che le offrirono persino un posto in Mondadori per farla tacere, alla fine fu messa alla porta, trasmigrando in Futuro e Libertà .
Con amarezza aveva inutilmente cercato un contatto con Berlusconi, per spiegarsi, per confrontarsi, anche telefonicamente, ma lui si negò sempre, mentre al telefono diceva “Nicole, amore mio, ti porto in Parlamento!”.
Il delfino spiaggiato Alfano, se vuole essere credibile, dovrebbe chiedere pubblicamente scusa a una così.
Concetto Vecchio
(da “Ritagli“)
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