Luglio 12th, 2012 Riccardo Fucile
SECONDO IL QUOTIDIANO FRANCESE LA SCELTA SAREBBE LEGATA A QUESTIONE ECONOMICHE MA SOPRATTUTTO AL CALO NEL TRASPORTO MERCI… IN PRATICA QUELLO CHE SOSTENGONO DA ANNI I NO TAV
«Riesaminare ed eventualmente rinunciare a dieci progetti di linee ferroviarie ad alta velocità , tra cui la Torino-Lione».
È quanto penserebbe il governo francese stando a riporta il Le Figaro.
«Lo Stato ha previsto una serie di progetti senza averne fissato i finanziamenti.
Il governo non avrà altra scelta che rinunciare ad alcune opzioni», ha dichiarato il ministro del bilancio, Jerome Cahuzac.
Secondo il quotidiano, sotto esame anche la Torino Lione, a causa del costo elevato (12 miliardi) e del calo del traffico merci.
Nella hit-parade delle linee ad alta velocità minacciate dai tagli della crisi, ci sono – tra l’altro – la Nizza-Marsiglia e la Torino-Lione, scrive ancora Le Figaro , che sottolinea come dopo il tempo delle promesse è arrivato quella della realtà . In particolare, aggiunge il quotidiano, quest’ultima sarebbe «squalificata per il suo costo (12 miliardi di euro)».
Ma anche dal calo registrato nel «trasporto merci, sceso a quattro milioni di tonnellate su quella tratta, contro gli undici milioni di tonnellate vent’anni fa, non gioca a favore di quel progetto».
(da “Il Corriere della Sera“)
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Luglio 12th, 2012 Riccardo Fucile
IL BLOG DI CENTRODESTRA “LA RETROVIA” ROMPE CON IL TABU’ DEL CAPO E CHIEDE A SILVIO DI ANDARE IN PENSIONE
«Caro Silvio, grazie di tutto ma non è più il momento dell’ennesima discesa in campo. Il tuo nome ormai è inflazionato e, diciamolo, non più credibile. A quasi 20 anni dalla famosa “rivoluzione liberale” gli elettori di centrodestra vedono in te, a torto o a ragione, l’immagine simbolo di un cambiamento del Paese che non si è concretizzato…».
A scriverlo sul web sono i principali blog di centrodestra: Daw blog, Il Fazioso, Maglia Nera, Edoardo Petiziol, Nicola Prochilo insieme all’ultimo nato in area centrodestra, La Retrovia.com, una nuova piattaforma digitale che punta a raccogliere idee e stimoli per superare il vecchio e usurato contenitore Pdl, parlando ambiziosamente a tutto il popolo giovane di area, deluso dall’attuale agonia politica.
E’ stata proprio La Retrovia, tra una proposta anti casta, una sugli esodati e un dossier sulle promesse non mantenute del governo Berlusconi 2008, a rompere il tabù del Capo, chiedendo al fondatore deciso a ripresentarsi nel 2013, di andare in pensione.
I ragazzi terribili del web targato centrodestra è da mesi che sferzano la classe dirigente del partito, evidenziando limiti e fallimenti di una lunga stagione.
Il mese scorso a Pavia, durante la manifestazione di #formattiamoilpdl, avevano già chiesto in diretta le dimissioni da segretario di Angelino Alfano: «doveva ribaltare il partito come un calzino eliminando burocrati e cortigiani e non l’ha fatto. E poi ha perso le elezioni amministrative», scrissero i blogger.
Mettendo alla berlina il finto riformismo degli stessi giovani formattatori, partiti “incendiari” contro la casta di partito e finiti “pompieri” ad applaudire Alfano, dopo averlo criticato tre ore prima.
Ieri sono tornati alla carica, chiedendo stavolta al Cavaliere di non provarci più.
«Colpa dei giudici, colpa di una sinistra da terzo mondo, colpa di alleati che han bloccato le riforme, colpa di un sistema dove innovare è difficile se non addirittura impossibile. Presidente, permettici, però, una critica oggettiva: non è giusto attribuire colpe solo agli altri. Soprattutto l’ultimo tuo Governo ha disatteso le promesse elettorali e deluso chi sperava in un’ Italia diversa», si legge sempre nella lettera digitale.
L’obbiettivo de La Retrovia e dei blogger non è però distruggere per distruggere.
Bensì cambiare per costruire un nuovo centrodestra.
«Ci riconosciamo nei programmi elettorali che dal 1994 sono stati più o meno sempre gli stessi», è la loro filosofia.
«Caro Cavaliere ci hai salvato dalla macchina da guerra della sinistra comunista tante volte, hai svelato a tutti i cancri della magistratura, dei sindacati, della pubblica amministrazione. Nonostante maggioranze bulgare, non sei mai riuscito a cambiare questo Paese, anche per colpa degli uomini di cui ti sei attorniato».
Morale: «Non è più il tempo di minestre riscaldate…».
Un pensiero condiviso da molti dentro al centrodestra ma che in pochi, per ora, hanno il coraggio di esplicitare…
Marco Alfieri
(da “La Stampa“)
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Luglio 12th, 2012 Riccardo Fucile
DA UNA PARTE IL RIFIUTO A USCIRE DI SCENA SENZA UN “COLPO DI TEATRO” E DALL’ALTRA LA CONSAPEVOLEZZA CHE ANCHE IL SUO IMPERO RISCHIA DI CADERE
La voglia di tornare al centro del ring è incontenibile, nè qualcuno ha la forza di sbarrargli la via. Sembra dunque scontato che alle prossime elezioni Berlusconi ci sarà .
Aveva detto e ripetuto il contrario? Si cambia idea nella vita, e Silvio la aggiorna di continuo. Per cui magari potrebbe addirittura accadere che tra una settimana, o un mese, lui annunci: «Ci ho ripensato, non mi candido più…».
Bonaiuti, che col Capo ha trascorso l’intera giornata di ieri, prudentemente evita di sbilanciarsi, «al momento di tratta solo di ipotesi, la decisione finale dev’essere ancora presa».
C’è tempo fino alla fine di agosto.
Comunque è un fatto che a una festa di compleanno ieri sera Berlusconi abbia detto: «Tutti gli imprenditori desiderano il mio ritorno», e un altro fatto è che l’altra sera così si sia rivolto ai suoi discepoli riuniti intorno al desco di via del Plebiscito: «Sono disponibile a farmi carico del partito alle prossime elezioni, io mi batterò per recuperare gli incerti, Angelino sarà al mio fianco per parlare ai giovani, insieme saremmo un ticket fortissimo».
In verità pare che nella testa del Cavaliere frulli tuttora l’idea di mettersi al fianco una donna, la Santanchè si sente quella predestinata.
Nè sembra sicuro al cento per cento che Alfano sia disponibile a un ruolo di comprimario, dopo avere quasi toccato con mano l’incoronazione nelle primarie. Consiglierà diplomaticamente di fare a meno del ticket perchè un grande condottiero come Berlusconi non ne ha bisogno.
Se vuole tornare a comandare, guidi l’esercito fino alla battaglia finale…
Nel partito adesso tutti dicono: «Ci avrei scommesso…».
Il ruolo del «padre nobile» a Silvio va stretto per definizione. Uscire di scena senza nemmeno un colpo di coda, senza avere ricordato al mondo chi è, di che cosa è ancora capace a quasi 76 anni, non sarebbe all’altezza della sua fama.
Osvaldo Napoli è stupito dello stupore, «chi immaginava Berlusconi a scrivere le sue memorie dimostra di non conoscerlo».
Tra l’altro «si stanno rivalutando tante cose che lui ha fatto nel corso degli anni», assicura Gasparri, e voi che l’ex-premier non coltivi il sogno umanissimo di venire richiamato a furor di popolo?
Però poi circolano spiegazioni ulteriori del ritorno in campo, che con la vanità c’entrano molto poco.
Semmai riguardano le fortune private di Berlusconi, gli interessi economici, le sue aziende, ma anche la famiglia, i figli in nome dei quali si è rivisto recentemente a Macherio con la quasi ex-moglie Veronica (falsa la chiacchiera di un riavvicinamento, pare che lunedì si chiuda la separazione consensuale tra i due sebbene l’avvocato Ghedini rifiuti di confermare o smentire: «Mi è inibito qualunque commento»). Insomma, c’è tutto un universo le cui sorti sono legate a doppio filo con quelle del Cavaliere.
Al quale la politica è sempre servita da scudo, secondo alcuni pure da ariete, in un intreccio ben noto come «conflitto d’interessi».
Certi numeri parlano da sè.
La cassaforte Fininvest ha registrato nel 2011 un utile di 7 milioni e mezzo.
Erano ben 160 nel 2010, oltre 600 nel 2009: un crollo verticale.
Hanno pesato, è vero, la crisi economica e gli oltre 500 milioni versati per risarcimento all’arci-nemico De Benedetti, ma non è solo quello.
Le azioni Mediaset valevano quasi 20 euro ciascuna tre anni fa, adesso un euro e qualcosa; il patrimonio si è assottigliato al punto da rendere importante l’esposizione del Cavaliere con il mondo bancario, stimata in oltre due miliardi di euro.
Certi maligni sostengono che Berlusconi non potrebbe, nemmeno volendo, permettersi di staccare la spina al governo senza temere contraccolpi nocivi (di qui il convinto appoggio a Monti, che non tutti nel Pdl hanno ben compreso).
Il partito dunque gli serve per continuare a contare, l’ex-premier non può permettere che si sciolga davanti ai suoi occhi.
E d’altra parte, il gruppo dirigente nel suo complesso non ha finora dato una fantastica prova di sè, in un anno mai un’idea capace di forare il muro dell’indifferenza, nemmeno il semi-presidenzialismo è riuscito a «bucare» nei sondaggi…
Molti solidarizzano con Alfano, ma altri (per esempio la Gelmini) non sottovalutano le ragioni di Berlusconi.
Il quale, raccontano i suoi, ha capito da tempo che, se non torna personalmente sul ring, sarà un match senza storia.
Tre volte ha vinto in passato per ko, altre due ha perso ai punti.
Stavolta rischia di uscire in barella.
Ugo Magri
(da “La Stampa“)
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