Dicembre 28th, 2012 Riccardo Fucile
LA LETTERA APERTA: LE LORO VITE DIMENTICATE, IL SACRIFICO DEI NOSTRI MARINAI, LO STATO ASSENTE
Sono il nuovo sindaco di Lampedusa e Linosa
Eletta a maggio 2012, al 3 di novembre mi sono stati consegnati già 21 cadaveri di persone annegate mentre tentavano di raggiungere Lampedusa, e questa per me è una cosa insopportabile. Per Lampedusa è un enorme fardello di dolore.
Proprio in questi giorni abbiamo dovuto chiedere aiuto attraverso la Prefettura ai sindaci della Provincia per poter dare una dignitosa sepoltura alle ultime 11 salme, perchè il Comune non aveva più loculi disponibili.
Ne faremo altri, ma rivolgo a tutti una domanda: quanto deve essere grande il cimitero della mia isola
Non riesco a comprendere come una simile tragedia possa essere considerata normale, come si possa rimuovere dalla vita quotidiana l’idea, per esempio, che 11 persone, tra cui 8 giovanissime donne e due ragazzini di 11 e 13 anni, possano morire tutti insieme, come sabato scorso, durante un viaggio che avrebbe dovuto essere per loro l’inizio di una nuova vita.
Ne sono stati salvati 76 ma erano in 115 e il numero dei morti è sempre di gran lunga superiore al numero dei corpi che il mare restituisce.
Sono indignata dall’assuefazione che sembra avere contagiato tutti, sono scandalizzata dal silenzio dell’Europa che ha appena ricevuto il Nobel per la pace e che tace di fronte ad una strage che ha i numeri di una vera e propria guerra.
Sono sempre più convinta che la politica europea sull’immigrazione consideri questo tributo di vite umane un modo per calmierare i flussi, se non un deterrente.
Ma se per queste persone il viaggio sui barconi è tuttora l’unica possibilità di sperare, io credo che la loro morte in mare debba essere per l’Europa motivo di vergogna e disonore.
In tutta questa tristissima pagina di storia che stiamo tutti scrivendo, l’unico motivo di orgoglio ce lo offrono quotidianamente gli uomini dello Stato italiano che salvano vite umane a 140 miglia da Lampedusa, mentre chi era a sole 30 miglia dai naufraghi, come è successo sabato scorso, e avrebbe dovuto accorrere con le velocissime motovedette che il nostro precedente governo ha regalato a Gheddafi, ha invece ignorato la loro richiesta di aiuto.
Quelle motovedette vengono però efficacemente utilizzate per sequestrare i nostri pescherecci, anche quando pescano al di fuori delle acque territoriali libiche.
Tutti devono sapere che è Lampedusa, con i suoi abitanti, con le forze preposte al soccorso e all’accoglienza, che dà dignità di esseri umani a queste persone, che dà dignità al nostro Paese e all’Europa intera.
Allora, se questi morti sono soltanto nostri, allora io voglio ricevere i telegrammi di condoglianze dopo ogni annegato che mi viene consegnato.
Come se avesse la pelle bianca, come se fosse un figlio nostro annegato durante una vacanza.
Giusi Nicolini
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Dicembre 28th, 2012 Riccardo Fucile
DESTRA, SINISTRA E CEMENTO
Su una cosa destra e sinistra sono d’accordo: il cemento. 
La parola “ambiente” ha uno strapuntino nei programmi, ma poi, alla prova dei fatti, amministrazioni e governi di qualsiasi colore — eccetto Verdi, Cinque Stelle e magari quel che resta dei comunisti — votano “sì”.
Costruire.
Che siano colossali operazioni immobiliari, porticcioli, autostrade, piste di aeroporti o perfino rifugi di montagna che ricordano basi spaziali.
Addio alle bandiere rosse o azzurre, sui megaprogetti sventolano quelle grigie del partito del cemento.
Chiarificatrice la definizione del sindaco di Sarzana (Pd), Massimo Caleo, in pista per il Parlamento: “Noi siamo per la conservazione attiva”. Che nel suo caso significa un porticciolo da quasi mille posti piu’ case, negozi, eccetera, proprio alle foci del fiume Magra che ogni anno provoca alluvioni.
Resta la domanda: che cosa spinge chi governa a puntare sull’industria del mattone?
Miopia, talvolta.
In Veneto ci sono interi paesi di case vuote.
In Italia c’è un record di proprietari di abitazioni mentre la popolazione continua a calare (in alcune cittadine delle nostre Alpi il 95% delle case sono vuote) e acquista sempre meno immobili (a causa della crisi e delle tasse).
Difficile pensare che si vogliano dare abitazioni ai bisognosi, perchè in Italia solo il 4% degli appartamenti nuovi sono destinati all’edilizia convenzionata (nel nord Europa si arriva al 25%). Per costruire quattro case popolari bisogna realizzarne sei volte piu’ che altrove.
Il cemento come motore dell’economia e del lavoro? Falso.
Questo settore offre occupazione a breve termine — legata alla realizzazione del progetto — e di solito poco qualificata.
Ma il mattone rischia anche di divorare la principale industria del nostro Paese: il turismo che produce il 15% del Pil.
Insomma, preservare il paesaggio conviene anche economicamente.
Ma allora perche’ l’Italia punta sul cemento? Miopia, appunto.
O peggio: i grandi costruttori hanno santi in paradiso, anzi in Parlamento.
Tra i grandi imprenditori autostradali ecco esponenti del centrodestra.
Al Nord tra i costruttori invece dominano le cooperative dette “rosse”.
Insomma, sostenere il cemento conviene.
Anche politicamente: molti re del mattone hanno le mani nell’editoria, dai giornali locali ai colossi nazionali.
Sostenerli potrebbe voler dire garantirsi l’appoggio dell’informazione.
Cioè voti. Siamo sempre lì.
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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Dicembre 28th, 2012 Riccardo Fucile
CINQUE SEGGI IN PIU’ IN LOMBARDIA, QUATTRO IN LAZIO, TRE IN EMILIA, MENO TRE IN CAMPANIA, MENO DUE IN SARDEGNA E CALABRIA
Il Viminale redistribuisce il numero dei posti in Parlamento sulla base dell’ultimo censimento.
La popolazione è aumentata di oltre due milioni e mezzo, passando da 56.995.744 residenti del 2001 a 59.433.744 secondo l’ultimo conteggio effettuato dall’Istat nel 2011.
E l’effetto più eclatante di questo nuovo conteggio si avrà proprio sulle prossime elezioni, visto che alcune regioni potranno essere più determinanti che in passato per la vittoria finale di uno degli schieramenti.
Ma tanto basta perchè si scateni la polemica, con Francesco Storace de La Destra che attacca ministero dell’Interno e Quirinale «visto che adesso cambierà anche il numero delle firme necessarie alla presentazione delle liste e il numero dei candidati che ogni partito può presentare».
La nuova «tabella» è inserita nel decreto di scioglimento delle Camere firmato il 23 dicembre dal capo dello Stato.
E fissa il numero delle circoscrizioni sulla base della popolazione.
Per quanto riguarda la Camera, tre seggi li guadagnano Lazio e Lombardia; due il Veneto, la Liguria e l’Emilia; uno il Trentino; due seggi li perdono la Campania, la Puglia, la Calabria e la Sicilia; uno in meno per Piemonte e Sardegna.
Numeri diversi rispetto alle precedenti elezioni anche per il Senato con la Lombardia che guadagna due seggi, il Lazio e l’Emilia uno mentre ne perdono uno Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna.
L’aumento dei cittadini modifica la «geografia» del Parlamento, ma ha effetti anche sulla presentazione delle liste e soprattutto sulle firme da raccogliere.
E infatti uno dei tre provvedimenti emanati da Giorgio Napolitano riguarda proprio questo aspetto e fissa le nuove «fasce» in base ai dati forniti dall’Istat.
Solo per fare un esempio, in base alle ultime tabelle nel Lazio potrebbe esserci bisogno di 4.000 «adesioni», mentre si scende a 3.500 nel Piemonte.
Per avere certezze sul numero esatto di firme che ogni partito deve presentare bisognerà comunque attendere domani, quando l’Aula di Palazzo Madama voterà la conversione in legge del decreto che riduce fino al 75 per cento il numero di firme necessarie.
Un via libera tutt’altro che scontato, come ha riconosciuto il presidente del Senato Renato Schifani che il giorno di Natale ha dichiarato: «È un bel problema. Mi auguro che ci sia effettivamente la conversione, altrimenti si creerebbe una situazione di disagio normativo».
Il provvedimento che riduce la portata del «sostegno» da dimostrare per potersi presentare alle elezioni era stato preparato dal ministro Annamaria Cancellieri e approvato in fretta dal governo proprio per fare fronte ai tempi stretti in vista delle consultazioni previste per il 24 e il 25 febbraio.
Più volte la titolare del Viminale aveva sottolineato l’impegno del suo dicastero, evidenziando però la necessità che ci fosse anche una volontà politica di procedere a una rapida conversione in Aula.
L’accordo sembrava raggiunto, ma la Lega ha fatto saltare la votazione finale e adesso tutto è tornato in discussione.
Secondo Storace i problemi sono aggravati da queste novità legate al censimento «che obbligano i partiti a rifare tutto daccapo» e per questo il leader de La Destra parla di «un pasticcio nella migliore delle ipotesi, un vero e proprio sabotaggio nell’altro. Comunque una vergogna».
Secondo i tecnici del Viminale «il decreto del capo dello Stato ben specifica adempimenti e “fasce” che comunque sono ben note a tutte le formazioni politiche visto che è la legge a stabilire gli effetti del censimento – da svolgere in maniera obbligatoria ogni dieci anni – che serve proprio a effettuare una redistribuzione territoriale».
Fiorenza Sarzanini
(da “il Corriere della Sera“)
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Dicembre 28th, 2012 Riccardo Fucile
OGGI CONFERENZA STAMPA CON BERSANI
Il procuratore antimafia Pietro Grasso si candida con il Pd. 
Oggi la decisione del procuratore nazionale antimafia sarà formalizzata nel corso di una conferenza stampa alla quale interverrà anche Pierluigi Bersani alle 11,30 a Roma nella sede del partito.
Ieri mattina aveva presentato al Csm la richiesta di aspettativa elettorale.
Come è già accaduto per l’analoga richiesta dell’ex procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia, l’organo di autogoverno dovrebbe concederla senza intoppi, trattandosi di un diritto non limitato da alcuna norma esistente.
Un’altra candidatura a sorpresa destinata a rinfocolare le polemiche (scatenate dalla destra e da Berlusconi in prima persona) sull’impegno diretto di magistrati in politica, dopo l’annuncio con riserva proprio di Antonio Ingroia, la cui decisione definitiva dovrebbe arrivare entro la fine dell’anno.
La richiesta avanzata da Grasso come tutte le domande di aspettativa per motivi elettorali che giungeranno nel corso delle festività saranno valutate dalla quarta commissione consiliare del Csm, competente in materia, nella mattinata di lunedì 7 gennaio.
Il plenum dell’organo di autogoverno, convocato in sessione straordinaria vista l’urgenza degli adempimenti elettorali connessi, le valuterà nella stessa giornata del 7 gennaio, a partire dalle ore 18.
L’attesa per la decisione di Ingroia è legata fondamentalmente alla possibilità di una sua presenza diretta nella lista Rivolta o Rivoluzione democratica promossa da lui stesso insieme a De Magistris – con l’adesione di Di Pietro, Ferrero, Diliberto, Bonelli.
(da “la Repubblica“)
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Dicembre 28th, 2012 Riccardo Fucile
LO SFOGO DELLA MODELLA MONTENEGRINA KATARINA: “ALLA FINE SPOSERA’ ME”… LA SCENEGGIATA NON HA MAI FINE
«Francesca Pascale ha vinto solo una battaglia, ma alla fine Silvio Berlusconi sposerà me». Parola di Katarina K
La bellissima modella balcanica ha rilasciato una lunga intervista a «Il fatto quotidiano», nella quale si è sfogata riguardo alla liaison tra l’ex premier e la ventisettenne partenopea, cui non ha risparmiato diverse «frecciate».
«Sono ancora innamorata di Berlusconi – ha detto Katarina – come e più del primo giorno. Per un uomo così io ammazzerei e sono anche pronta a morire per lui».
LO SFOGO –
Un amore incondizionato, dunque. Ma come la si mette con Francesca Pascale, con la quale Berlusconi ha ufficializzato in diretta tv il fidanzamento?
Katarina Knezevic ha risposto così: «Mi sento distrutta, ma so che vincerò. Sono ancora io la donna di Silvio. Lui mi chiama sempre, il nostro amore è più grande della Pascale e di tutta Italia. Con Francesca è tutta una montatura: niente è come sembra. È tutto frutto di un contratto: la storia di Berlusconi fidanzato è stata costruita per la campagna elettorale».
A PORTO CERVO –
Di Katarina si è parlato, per la prima volta, nel processo per il Bunga bunga che si celebra a Milano. Il 9 agosto Imane Fadil, una marocchina di 26 anni si presentò dal pm Ilda Boccassini e ha raccontò che Katarina era la vera fidanzata di Silvio.
La montenegrina ha una gemella e una sorella maggiore.
Entrambe erano state fotografate in Sardegna con Guy Ritchie, che aveva appena detto addio alla moglie a Madonna.
Il terzetto fu anche avvistato in piazzetta a Porto Cervo (vedi la gallery di Oggi.it) all’ora dell’aperitivo, a scattarsi reciprocamente foto ricordo…
(da “Il Corriere della Sera“)
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Dicembre 27th, 2012 Riccardo Fucile
SI E’ MESSA A PIANGERE DISPERATA IN UN MARKET DI VIGONZA. “SONO SOLA, DISOCCUPATA, SENZA UN SOLDO E HO DUE BAMBINI”
Ladra per disperazione scoperta in flagranza. 
Disoccupata, senza soldi e con due figli piccoli da sfamare, almeno per il giorno di Natale.
Colta dalla disperazione una donna moldava di 42 anni di Vigonza, il 24 dicembre è entrata al supermercato Ipercoop di via Regia 86.
Mancavano pochi minuti alle 20.
Tentando di agire inosservata si è impossessata di un paio di confezioni di carne, di due scatole di sugo e di due confezioni di pasta.
Ha nascosto tutto sotto il giubbotto.
Poi si è recata alla cassa, sperando che nessuno si accorgesse della sua presenza.
Nulla da fare, durante le festività anche all’Ipercoop sono stati potenziati i servizi antitaccheggio e, puntualmente l’ex badante moldava è stata fermata. La donna non ha opposto alcuna resistenza, si è messa a piangere, ha raccontato di aver lavorato per qualche anno come assistente domiciliare, ma di essere attualmente senza un lavoro e di avere a casa due bambini da accudire. «Ho rubato per sfamare i miei figli», ha detto la donna.
Come da prassi, il personale dell’Ipercoop ha chiamato il 112.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri della locale stazione al comando del luogotenente Massimo Andreozzi.
I militari hanno identificato la donna, che non ha mai avuto problemi con la giustizia.
Piangeva, era disperata, ha più volte riferito che i suoi figli il giorno di Natale non avrebbero avuto nulla da mangiare.
Di aver tentato di rubare colta dallo sconforto.
La refurtiva è stata riconsegnata ai responsabili del centro commerciale. adesso per la quarantaduenne potrebbe scattare la denuncia per tentato furto.
Vista la gravità della situazione in cui versa la donna, disoccupata e con figli a carico, i vertici dell’Ipercoop di Vigonza potrebbero anche ritirare la denuncia, ma quello che in cuor suo spera la donna moldava è che il nuovo anno le porti un lavoro onesto da fare.
Per non ritrovarsi mai più in futuro a ricorrere al furto per mettere qualcosa di caldo nel piatto ai propri figli il giorno di Natale.
Commento del ns. direttore
Una mamma che ruba cibo per i figli, italiana o straniera non ha importanza: nell’Europa ricca e civile rubare per mangiare non deve essere ammissibile.
La politica non si rende conto che le eccezioni rischiano di diventare prassi consolidate e creare gravi scontri sociali.
Le statistiche dicono che oltre il 10% delle famiglie italiane e’ sotto la soglia di povertà , vi sono intere regioni al punto del collasso economico e non basta più la solidarietà tra poveri.
Se il nostro Paese recuperasse i 150 miliardi di evasione fiscale annua e i 60 di corruzione nella Pubblica Amministrazione, diminuendo contestualmente le aliquote fiscali, saremmo il primo Paese d’Europa.
Si creerebbe occupazione e si porrebbe fine al precariato, si potrebbe intervenire sulla prevenzione delle calamità naturale che finiscono per costarci tre volte tanto che se si fosse intervenuti a tempo.
Solo recuperando questi 210 miliardi l’anno (una cifra enorme) il nostro Paese potrà uscirne.
E allora vorremmo sentire, al primo punto dei programmi delle varie coalizioni politiche, un semplice impegno nel primo mese di governo: introdurre la pena detentiva di 10 anni di carcere duro come per i mafiosi a chi evade, a chi corrompe e a chi si fa corrompere.
E poi applicare la norma senza pietà , facendo capire che lo Stato fa sul serio.
State certi che già il primo anno rientrerebbe la metà dell’evasione totale, rispetto alla prospettiva di 10 anni di galera, non un giorno di sconto o di permesso.
Ma siamo in Italia e nessuno avrà mai le palle di proporre una misura del genere, meglio dilettarsi con le alchimie politiche.
Siamo nel Paese dove le Coop fanno spot sul “mercato solidale” ma poi, di fronte a una “mamma vera” che ruba un pezzo di carne per sfamare i propri figli, la coop chiama i carabinieri invece che regalarle mezzo chilo di vitellone.
Il mondo è questo: diviso ideologicamente tra pezzi di carne e pezzi di merda.
I Fiorito a casa, la mamma che ha perso il lavoro costretta a rubare un chilo di pasta.
L’Italia come lo slogan “la coop sei tu, chi puo’ darti di più”.
Ma andate a fanculo.
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Dicembre 27th, 2012 Riccardo Fucile
L’OSTACOLO E’ CASINI CHE PUNTA A OTTENERE LA META’ DEI CANDIDATI
Ora è Mario Monti ad attendere un convincente endorsement da parte dei partiti. Certo, per come si sono messe le cose e anche per quel tweet così impegnativo, è molto difficile che il Professore oramai possa negarsi un impegno personale in una operazione che ha già un logo pronto (”Monti per l’Italia”), ma è pur vero che in certi dettagli potrebbero nascondersi insidie.
A cominciare dalla questione delle liste, che si profila più intricata di quanto appaia in superfice.
Al punto che Mario Monti, confidandosi con uno dei suoi interlocutori politici, ha espresso così il suo pensiero: «Vorrei fare una lista unica, ma non so se ci riuscirò».
Un’istantanea che racconta due cose interessanti.
La prima: Monti sta decisamente dentro all’operazione, al punto da preoccuparsi di questioni pratiche e non solo di massimi sistemi.
Secondo: se neppure Monti, che è una sorta di Papa di questa area, non sa se ce la farà a far passare la sua linea, questo significa che le resistenze sono forti. Resistenze di due tipi: c’è chi preferisce più liste.
Ovvero: pur sposando quella unica, c’è chi punta a garantirsi un ruolo preminente.
E’ il caso di Pier Ferdinando Casini: nelle trattative informali con i maggiorenti delle altre anime (Monti, Riccardi, Montezemolo, ex Pdl), il leader dell’Udc lo ha fatto capire: noi puntiamo ad avere il 50 per cento dei candidati.
Un modo per alludere alla successiva richiesta: anche metà dei posti sicuri nel listino devono andare all’Udc.
Una richiesta che Casini fonda su ragioni politiche ed organizzative che non sembrano aver convinto i suoi interlocutori.
Tra i promotori si agitano molte pulsioni tra loro contrapposte, anche all’interno dei singoli partiti.
Nell’Udc, dove Casini non disdegnerebbe la lista unica ma contro l’opinione di Lorenzo Cesa, che è il “capomacchina” e il referente di tanti notabili del territorio. Stessa dialettica nel piccolo di Fli di Gianfranco Fini: l’Udc non lo vuole nella stessa lista.
I finiani sembrano costretti a contarsi e a fare liste che rischiano qualche sguardo occhiuto da parte dei partner.
Anche alla luce di una considerazione più generale di Andrea Romano, “player” di “Italia Futura”: «L’offerta elettorale dovrà essere molto esigente rispetto alle persone candidate».
In definitiva la scelta dipenderà da Mario Monti, anche per effetto di un superpotere che è lo stesso Casini a definire, quando attribuisce alla presenza del Professore un «valore aggiunto enorme».
Ieri sera la soluzione più accreditata prevedeva la coesistenza di quattro liste: una di società civile Monti-Montezemolo-Riccardi, una Udc, una Fli e una sostenuta dagli ex Pdl in uscita o già usciti.
La decisione finale di Monti in qualche modo sembra legata anche alla natura della sua ambizione, che ancora oggi resta oggetto di domande senza una risposta univoca. Una personalità come la sua può correre, rinunciando in partenza a vincere?
E se invece si contentasse di un “piazzamento”, cosa lo muove?
«Un personaggio come lui – sostiene il capogruppo Fli Benedetto Della Vedova, che col premier ha avuto di recente un incontro – è mosso dall’etica calvinista di chi si mette in gioco e non accetta “regali”, allo scopo di contribuire a salvare l’Italia e di segnare la storia d’Europa: questi obiettivi si possono raggiungere vincendo le elezioni e in via subordinata, anche realizzando una “media-coalizione” col Pd.
Se non altro per una ragione: non si governa un Paese come l’Italia col 35% dei consensi, anche se si hanno i numeri parlamentari».
E dalle prime mosse, la culla del montismo potrebbe rivelarsi la Lombardia.
Non soltanto perchè Monti è lombardo, ma perchè in questa regione insistono diversi personaggi destinati a moltiplicare i consensi: la candidatura di Gabriele Albertini (amico del premier e allievi dello stesso liceo) a presidente della Regione Lombardia “contro” il Pdl sta riscuotendo significativi riscontri nei sondaggi; lombardi sono alcuni dei montiani già in politica: Pietro Ichino, l’ala ciellina che appoggia Mario Mauro, il finiano Della Vedova, alcuni di coloro che sono già usciti dal Pdl (Gaetano Pecorella e Giorgio Stracquadanio), mentre nei prossimi giorni sono destinati a moltiplicarsi gli appelli per il Professore da parte della Milano che conta.
Fabio Martini
(da “La Stampa”)
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Dicembre 27th, 2012 Riccardo Fucile
IL CAVALIERE: “NON CAPISCO PERCHE’ ABBIA LASCIATO IL PDL, DEVONO AVERGLI PROMESSO QUALCOSA”… IL PRESIDENTE DELLA CAMERA: “MI HA CACCIATO PERCHE’ MI SONO RIFIUTATO DI DIFENDERE I SUOI INTERESSI PERSONALI”
Durissimo botta e risposta tra Berlusconi e il presidente della Camera Gianfranco Fini. 
Con Berlusconi che attacca duramente: “Non si capisce perchè Fini abbia lasciato il Pdl per formare un partitino dell’uno per cento. Qualcuno deve avergli promesso un premio importantissimo”.
E il leader di Fli che replica sfidando l’ex presidente del Consiglio a un confronto diretto che sa di ring, ancorchè verbale: “Le menzogne di Berlusconi sono spudorate. Tutti sanno che non ho lasciato il Pdl, bensì che mi ha cacciato perchè non volevo difendere i suoi personali interessi giudiziari. Se Berlusconi si vuole confrontare pubblicamente con me su questi temi, anche sulle reti Mediaset, sono a disposizione”.
Ora spetta al Cavaliere scegliere se fuggire o fissare data e luogo del duello.
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Dicembre 27th, 2012 Riccardo Fucile
“BERSANI INSULTA COME FACEVANO I COMUNISTI”
Ennesima dose di piccolo schermo per Berlusconi.
La strategia di doping televisivo del Cavaliere, che negli ultimi giorni è tornato a imperversare sui media nazionali e che ha portato il Pd a chiedere all’Agcom un intervento di controllo, non si arresta.
Dopo l’intervento al “suo” Tg4 a Santo Stefano, il Cavaliere sceglie la rete ammiraglia della Rai e compare sullo schermo già di buon ora.
Ospite del contenitore Unomattina, Berlusconi torna a parlare di Monti, Bersani e della Lega.
Riguardo a una possibile futura alleanza con il Carroccio, il leader del Pdl conferma di essere in contatto con Bossi: “Siamo amici, ci stimiamo”.
E approfitta dell’argomento per attaccare ancora una volta i giornali: “Non mi fido più di loro e delle agenzie. Quando ho lasciato il governo non sono apparso in tv per un anno, eppure loro continuavano a riportare mie dichiarazioni. I giornali fanno solo disinformazione”.
E tornando alla Lega: “Dobbiamo stare insieme, sono amico di Maroni e dobbiamo fare in modo di continuare la nostra alleanza. Non ho offerto il posto di vicepremier specificamente a lui, ma in una logica di alleanza mi sembra giusto che un partito abbia il presidente del Consiglio e l’altro il vicepresidente. Saranno loro a scegliere l’uomo giusto”.
Interrogato su quale sia il rivale che teme di più alle elezioni Berlusconi ostenta, come sempre, grande sicurezza: “Non temo Monti, se scende in campo diventa uno qualunque. Lui dice che ‘sale’ in politica perchè prima aveva un rango inferiore, quando l’ho fatto io prima avevo un rango superiore e quindi sono ‘sceso’”.
Secondo il Cavaliere la ‘cura’ di Monti contro la crisi è stata “assolutamente sbagliata”: “E’ stato come nel Medioevo, quando i malati si curavano con un salasso dopo l’altro, finchè, alla fine, non morivano. Che la cura, germanocentrica, di Monti sia sbagliata non lo dico io ma alcuni premi Nobel per l’economia. Il percorso verso la recessione si può invertire anche dando fiducia agli italiani, perchè quando hai paura consumi di meno. L’equazione del benessere è sempre la stessa: meno tasse sulle famiglie, sul lavoro, sulle imprese uguale più lavoro, più produzione, più consumi, più fondi nelle casse dello Stato per aiutare chi è rimasto indietro e ha più bisogno”.
Non manca la solita frecciata al Pd, etichettato di veterocomunismo: “Il modo di fare politica di Bersani, con insulti e disinformazione, è vecchio e tipico del comunismo. Io sono l’unico baluardo degli italiani contro le sinistre, oggi come nel ’94. Renzi è stato fatto fuori dal comunismo ortodosso. In Inghilterra e Germania il comunismo è stato cancellato un secolo fa, noi ce l’abbiamo ancora. In Europa, per fortuna, ci sono i socialdemocratici. In Italia, che non è ancora una vera democrazia, tutti i moderati hanno paura se i comunisti raggiungono il governo”.
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