Dicembre 5th, 2014 Riccardo Fucile
OTTO ANNI DI VITA, DI INFORMAZIONE E DI BATTAGLIE: DAL NULLA A UN SUCCESSO IMPENSABILE… ORA PERO’ SERVONO SPONSOR E AMICI VERI
Chi ci conosce sa che diciamo le cose come stanno.
Non è pensabile che “Destra di popolo”, dopo essersi accreditato, contando solo sulle proprie forze e capacità , come uno dei principali blog italiani indipendenti dell’area di destra, dopo otto anni di sacrifici personali, dopo aver pubblicato 19.700 articoli (14 di media al giorno) e aver raggiunto quota 1.846.600 visitatori (800 di media al giorno) possa continuare a sopravvivere in queste condizioni.
Che vuole dire una copertura (e presenza fisica gratuita) giornaliera dell’attualità di 16-18 ore consecutive, sabato, domenica, ferragosto e Natale compresi.
Che vuol dire un esborso tra acquisto giornali, abbonamenti, assistenza tecnica e spese varie che si aggira sui 5.000 euro l’anno di costi puri.
Tutto questo senza aver un sostegno di sponsor che coprano le spese vive.
Spesso nell’indifferenza “concreta” di quel mondo di riferimento cui ci rivolgiamo, se non quando abbiamo addirittura trovato, come interlocutori, opportunisti e parolai.
Per questo motivo non ci resta che rivolgerci a tutti gli amici veri che ci seguono con simpatia e a cui da anni garantiamo un servizio quotidiano professionale e gratuito di informazione libera e indipendente: se volete che “destra di popolo” viva è il momento di darci una mano, non esisterà un’altra occasione.
In due modi: o contattandoci per inserire un vostro banner di sponsorizzazione (sia di genere politico, personale o relativo ad attività commerciali) con relativo documentato ritorno di immagine.
O aderendo a una sottoscrizione a sostegno con un contributo periodico o una tantum.
Con l’obiettivo di coprire almeno le spese vive annuali e poter così programmare la sopravvivenza del servizio per il prossimo anno e permettere nuove iniziative che vorremmo mettere in cantiere.
Decidete voi, noi più di cosi non possiamo umanamente fare.
Perchè, credeteci, anche i miracoli hanno un limite.
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Chi fosse interessato a una sponsorizzazione può contattare il nostro direttore al num. 334-3308075 per avere ulteriori informazioni.
Chi volesse inviarci un contributo può farlo sia a mezzo postpay che attraverso un bonifico su conti aperti per l’occasione.
Versamenti postpay potete farli sia da ufficio postale che da tabaccherie autorizzate indicando semplicemente:
Nome e codice fiscale destinatario e numero postpay
Riccardo Fucile
FCLRCR54R28I657T
postpay n° 5333 1710 0263 8159
Per un bonifico invece questi sono gli estremi:
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Dicembre 5th, 2014 Riccardo Fucile
“FORTE AUMENTO DEBITO E CRESCITA DEBOLE”…”IL JOBS ACT NON CREERA’ OCCUPAZIONE”
L’agenzia di rating Standard&Poor’s ha declassato l’Italia.
Il rating della Penisola scende da BBB a BBB-, un gradino sopra il livello “junk”, cioè spazzatura.
“Il forte aumento del debito, accompagnato da una crescita perennemente debole e bassa competitività , non è compatibile con un rating BBB secondo i nostri criteri”, spiegano gli analisti.
La decisione riflette la revisione al rialzo della stima sul debito pubblico, che a fine 2017 è visto in salita a 2.256 miliardi di euro, 80 in più rispetto al livello attuale e, escludendo il contributo al Fondo europeo di stabilità finanziaria (Efsf), raggiungerà un picco del 133% del Pil nel 2016 per poi stabilizzarsi al 127%.
Al tempo stesso l’agenzia ha limato la previsione sull’andamento del prodotto interno lordo e ritiene che l’inflazione continuerà a mantenersi troppo bassa.
L’outlook resta però stabile, perchè S&P si aspetta che il governo Renzi attui le riforme necessarie a ridare competitività all’economia mantenendo livelli di spesa sufficienti a contrastare l’eccesso di debito.
Una mano arriva anche da Mario Draghi: dopo le sue dichiarazioni di giovedì, gli analisti di S&P sono convinti che la Bce “lavorerà per riportare a livelli normali” l’inflazione italiana e quella dei Paesi europei che ne sono i principali partner commerciali.
Nella nota in cui abbassa il nostro rating, S&P spiega anche come si aspetti un’uscita dalla recessione dell’Italia nella prima parte del 2015.
Ma la crescita del Pil sarà modesta, solo +0,2%, rispetto al +1,1% finora previsto. L’agenzia di rating ricorda come l’esecutivo di Roma si aspetti invece una crescita dello 0,7% nel 2015, per arrivare a un +1,9% nel 2017.
Numeri viziati, secondo l’agenzia, da un eccessivo ottimismo sui consumi, che invece resteranno deboli, e dalla situazione del mercato del lavoro complessa, con la disoccupazione ai massimi storici.
Smentite anche le stime del Tesoro sul rapporto deficit/Pil: nel periodo 2014-2017 secondo Standard&Poor’s si manterrà al 2,7%, ben più alto del 2,1 per cento previsto da via XX Settembre ma anche sopra il 2,5% prefigurato in precedenza dalla stessa S&P.
Il ritocco è legato al calo della previsione del Pil medio tra 2014 e 2017, passato da +1% a +0,5 per cento, all’aumento delle spese primarie compresi gli interessi sul debito fino al 2015 e alla riduzione delle entrate fiscali.
S&P contesta anche i notoriamente insufficienti risultati della spending review, che negli auspici del governo avrebbe dovuto garantire entro il 2016 32 miliardi di euro di tagli, pari al 2% del Pil.
L’agenzia non è convinta di queste cifre, perchè “nel medio termine mancano i dettagli del piano” e il rischio che i risparmi restino sulla carta è reale, soprattutto a causa dell’inflazione bassa.
Giudizio parzialmente positivo sul Jobs Act, “che si propone di affrontare il dualismo del mercato del lavoro italiano”.
Secondo S&P è “un segno della volontà del governo di perseguire politiche adeguate per un Paese membro di un’unione monetaria che comprende alcuni dei Paesi esportatori più competitivi”.
Servirebbe però anche più contrattazione decentrata, perchè oggi il meccanismo di fissazione dei salari ostacola il recupero della competitività . Una maggiore flessibilità del mercato del lavoro potrebbe, per S&P accelerare un adeguamento salariale.
Ma l’agenzia segnala anche come la riforma nel breve periodo non creerà occupazione, e “di conseguenza, la già elevata disoccupazione potrebbe peggiorare fino a quando non ci sarà una ripresa economica sostenibile”.
Nel medio termine, tuttavia, le misure potrebbero essere efficaci, se applicate anche al secondo livello di contrattazione.
Continuano poi a pesare i soliti fattori che scoraggiano gli investitori stranieri a puntare sull’Italia: servizi non riformati, sistema giudiziario lento e costoso, alte spese legali e amministrative, elevati costi di licenziamento per i dipendenti a tempo indeterminato.
Inoltre il costo all’ingrosso dell’energia rimane sostanzialmente superiore, anche a causa dei monopoli presenti nel settore.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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Dicembre 5th, 2014 Riccardo Fucile
BOSSI DIFENDE LA SUA RENDITA CHE SALVINI GLI HA GARANTITO
“Quando il partito va forte va tutto bene, quella copertina della rivista Oggi è soltanto una fotografia che fa sorridere, perchè Matteo Salvini vola nei sondaggi e i media vogliono massacrarlo”.
Parola di Umberto Bossi, ex patron del Carroccio ieri a Roma.
Fatto sta che la La Lega 2.0 sta cambiando i connotati dal movimento storico e il Senatur ne è cosciente: “Oggi il Sud è molto diverso da quando ci andavo io, Salvini ne ha preso atto, ma io sono per federalismo fiscale smontato da Giorgio Napolitano e dal suo discepolo Mario Monti. L’indipendenza oggi spaventa, ma bisognerebbe girare le capitali europee perchè questo è un tema che fatalmente sta unendo l’Europa”.
Peccato che la Lega nord abbia abbracciato il Front National francese e qui l’anziano leader si smarca: “Matteo non è Marine Le Pen e la Lega non è razzista. Io non andrei con i fascisti, vengo da una famiglia partigiana combattente, non mi piace dare spazio a queste formazioni perchè puntano a uno Stato centralista, ma le alleanze non cambiano la sostanza”.
E infine chiude con una battuta: “Cosa consiglio a Salvini? Di mettersi la canottiera”
Irene Buscemi
(da “il Fatto Quotidiano“)
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Dicembre 5th, 2014 Riccardo Fucile
VERSAMENTI PER DECINE DI MIGLIAIA DI EURO A FORMAZIONI DI CENTROSINISTRA… NEL 2001 ELARGITI 10.000 EURO ALLA SENATRICE DI SEL DE PETRIS CHE REPLICA: “ESTEREFATTA, BUZZI LO CONOSCO BENE”
Non solo quelli delle buste meticolosamente compilate dalla segretaria Nadia Cerrito, la tenutaria del segretissimo libro mastro della corruzione politico-mafiosa romana emersa con l’inchiesta “Mondo di mezzo”.
Salvatore Buzzi, braccio sinistro di Massimo Carminati e capo della cooperativa “29 Giugno”, attraverso la società ha elargito a partiti e personaggi politici anche finanziamenti regolarmente dichiarati.
Accanto ai soldi che avrebbe versato in “nero” ai vari Luca Odevaine, Franco Panzironi e agli altri politici e amministratori della capitale elencati nei documenti della Cerrito, la cooperativa “29 Giugno” risulta infatti essere stata protagonista nell’ultimo decennio di altre “donazioni” di natura politica, registrate, come la legge vuole, presso gli uffici della Camera dei deputati.
Si va dai tre finanziamenti da 18 mila, 11 mila e 10 mila euro versati tra l’ottobre 2002 e il maggio 2003 al partito dei Democratici di sinistra di Roma (curiosamente annotati come “Iniziativa sostegno solidale”), ai 10 mila euro elargiti nell’agosto scorso a Domenico De Vincenzi, ex presidente dell’azienda regionale di trasporti Cotral e candidato sindaco nella scorsa primavera al comune di Guidonia dopo aver vinto le primarie del Partito Democratico.
C’è poi il finanziamento di 10mila euro del febbraio 2014 in favore del “Partito Democratico Comitato provvisorio-Città di Roma” e un altro, erogato nell’agosto del 2001 a Loredana De Petris, ex parlamentare e consigliere comunale dei Verdi e attuale capogruppo al Senato di Sinistra Ecologia Libertà (Sel).
Qual è la storia di questi finanziamenti?
Ilfattoquotidiano.it ha interpellato gli interessati. De Vincenzi spiega attraverso una collaboratrice che «si è trattato di un contributo relativo alla campagna elettorale della scorsa primavera per le elezioni a sindaco del comune di Guidonia».
Ci tiene a precisare che «non ha mai incontrato nè Buzzi nè altri esponenti della 29 Giugno».
Quanto alla De Petris, la senatrice di Sel chiarisce: «Sono esterrefatta e sgomenta da quanto sta emergendo dall’inchiesta giudiziaria. Conoscevo e conosco Buzzi e la “29 Giugno” abbastanza bene, loro come altre cooperative impegnate nel sociale.
Nella campagna di sottoscrizione pubblica del 2001 ero candidata alla Camera dei deputati per la federazione dei Verdi e mi arrivò questo finanziamento regolarmente fatturato. Sono senza parole e molto dispiaciuta: solo qualche giorno fa stavo per dare io contributi alla “29 Giugno”: un sms mi informava che avrei potuto sostenere un loro progetto di finanza etica con una donazione da 500 a 10 mila euro».
Antonio Pitoni
(da “il Fatto Quotidiano“)
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Dicembre 5th, 2014 Riccardo Fucile
AL TELEFONO CON LA COMPAGNA: “4 MILIONI DENTRO LE BUSTE PER FINMECCANICA…E SE ME COMPRO LA CAMPANA”… SI RIFERIVA A MICAELA CAMPANA, COMPONENTE LA SEGRETERIA NAZIONALE DEL PD
“Ma lo sai perchè Massimo è intoccabile?” chiede in una telefonata alla compagna Salvatore Buzzi, presidente della cooperativa 29 giugno e ritenuto braccio destro di Massimo Carminati nella banda di Mafia capitale. “Perchè era lui che portava i soldi per Finmeccanica! Bustoni di soldi! A tutti li ha portati Massimo!”.
Alla sua compagna Alessandra Garrone, che come lui è stata arrestata, Buzzi racconta: “Massimo non mi dice i nomi perchè non me li dice… Tutti! Finmeccanica! Ecco perchè ogni tanto adesso… 4 milioni dentro le buste! 4 milioni! Alla fine mi ha detto Massimo ‘è sicuro che l’ho portati a tutti!’ tutti!”.
La Garrone lo interrompe: “A tutto il Parlamento!”. E lui precisa: “Pure a Rifondazione“.
Il “mondo di mezzo” da questa telefonata viene ritratto come il mondo “ovunque”, che penetra la politica e al quale non sembra mai abbastanza.
Tanto che il 5 maggio 2013 dentro un ufficio di Buzzi, non lontano dalla Tiburtina, dice di voler tentare di “comprare” una deputata.
Si tratta di Micaela Campana, eletta due mesi prima, diventata oggi responsabile Welfare nella segreteria del Pd. In ufficio Buzzi ha di fronte Massimo Carminati, Claudio Caldarelli, Carlo Guarany ed Emilio Gammuto (tutti arrestati) e dice: “Allora te sto a di no… Riguardo a Michela… Michela e Bubbico stanno allo stesso partito no? Se glie dicessi… io domani siccome la devo vede’ prima de… de Gasbarra… E siccome dovemo dargli pure 20mila euro per sta cazzo de (inc) la campagna elettorale..(inc) “Ce fai aprì sta cosa te damo 1 euro a persona.. per la campagna elettorale…””.
La conversazione va avanti e dopo circa mezz’ora Buzzi insiste: “… Mo se me compro la Campana.. se me compro la Campana”. Micaela Campana è compagna di Daniele Ozzimo, assessore al Lavoro e alla Casa del Comune di Roma, che risulta indagato e per questo si è dimesso.
Ma perchè Buzzi in quella telefonata parla di Finmeccanica? Il dialogo esplicita ciò che l’ordinanza evidenzia in più punti e cioè che il clan Carminati, oltre ai politici dell’amministrazione locale romana, poteva arrivare anche a personaggi di livello superiore dal punto di vista economico.
“Il gruppo riusciva a toccare quelle realtà che agiscono nell’economia e che dalle istituzioni dipendono”, scrive il gip Flaminia Costantini.
Il giudice fa riferimento ai rapporti che Carminati aveva con Paolo Pozzessere, ex direttore commerciale di Finmeccanica e attualmente imputato di corruzione internazionale per fatti avvenuti all’interno della controllata pubblica assieme all’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola. Nel documento del gip si cita una conversazione tra l’ex Nar e Pozzessere, intercettata il 13 giugno del 2013.
Per il gip si tratta di “un dialogo che dimostra una conoscenza approfondita di Carminati delle dinamiche di potere e di quelle corruttive interne a Finmeccanica”.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Dicembre 5th, 2014 Riccardo Fucile
E IN UN VIDEO: “IL PRIMO STIPENDIO…”
“Il primo stipendio da sindaco di giugno 2013 lo investirò tutto in obbligazioni della ‘cooperativa 29 giugno’. Bisogna ricostruire la comunità nella nostra città partendo dalle persone che sono rimaste indietro”, così nel 2013 l’allora candidato sindaco a Roma, Ignazio Marino, alla fine della campagna elettorale.
Marino scelse la “cooperativa 29 giugno” di cui Salvatore Buzzi è fondatore e presidente.
“Non ho mai avuto conversazioni con Salvatore Buzzi. Dalle intercettazioni leggo che diceva che era necessario togliermi di mezzo, non riuscendo a far cadere la mia giunta. Ma questo l’ho appreso nelle ultime 48 ore”.
È stata la risposta secca del sindaco di Roma, Ignazio Marino, alla trasmissione Otto e Mezzo, andata in onda ieri sera su La7.
Lilli Gruber, conduttrice del programma, intervistandolo, cerca di indagare sulla natura dei rapporti tra Marino e Salvatore Buzzi, il capo della cooperativa “29 giugno”, indicato dai magistrati come uno dei capi della mafia capitale, l’inchiesta della procura di Roma sull’associazione a delinquere che controllava politica e appalti comunali e che ha portato a 37 arresti e un centinaio di indagati.
Eppure le affermazioni del sindaco di Roma sembrerebbero essere false.
Una serie di foto pubblicate dalla cooperativa mostrano Marino mentre chiacchiera con Buzzi e il vicesindaco Luigi Nieri nel quartier generale della “29 giugno”.
Inoltre proprio dalle Coop di Buzzi sono arrivati 30 mila euro di finanziamenti per la campagna elettorale del sindaco prima delle Comunali, 10 mila euro dalla coop “29 giugno” e 20 mila dal Consorzio Eriches 29.
Non solo: in un video, Marino, non ancora eletto sindaco, afferma che investirà il suo primo stipendio in obbligazioni della Cooperativa 29 Giugno, di cui Salvatore Buzzi è presidente.
Chiede conto a Marino dell’incontro con Buzzi, anche Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia: “Tutti devono chiarire – dice -. Le foto non sono una prova di reato, a volte non sappiamo neanche con chi ci stanno fotografando, ma è evidente che anche il sindaco Marino deve fare chiarezza”.
Bindi non esclude la possibilità di scioglimento del Comune di Roma: “Per arrivare a sciogliere un Comune – afferma – ci vogliono molte procedure ma non ci si deve fermare davanti a nulla.Serve innanzitutto una lunga inchiesta” ma se ci sono le condizioni per lo scioglimento, lascia intendere, si proceda.
(da “Huffingonpost”)
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Dicembre 5th, 2014 Riccardo Fucile
ANCHE LA RENZIANA IMMORTALATA IN VISITA ALLA COOPERATIVA DI BUZZI
“In campagna elettorale, tra le tantissime iniziative, ho visitato cooperativa di ex detenuti. Tutto qui. No a strumentalizzazioni”.
Si difende così l’europarlamentare democratica Simona Bonafè dopo che alcuni quotidiani hanno avvicinato il suo nome a quello di Salvatore Buzzi, capo della cooperativa 29 giugno, arrestato nell’ambito dell’inchiesta “Mafia capitale”, per via di alcune foto, scattate durante la campagna elettorale della Bonafè, in cui i due sono ritratti insieme.
L’esponente dem però minimizza, spiegando su Twitter come l’incontro con Buzzi sia solo una “tra le tantissime iniziative” svolte durante la campagna elettorale.
Difesa che fa il pari con quella del sindaco Ignazio Marino.
Nei giorni scorsi il sindaco aveva negato di avere avuto qualsiasi contatto con Marino, salvo poi essere smentito dalle foto che lo ritraggono con il presidente della cooperativa. “Con lui non ho avuto conversazioni di lavoro nè quel giorno nè mai”, ha ribadito il sindaco su Facebook.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 5th, 2014 Riccardo Fucile
ENTRAMBI SONO STATI FOTOGRAFATI CON BUZZI, L’UOMO DELLE MAZZETTE E BRACCIO OPERATIVO DI CARMINATI…BERLUSCONI: “SCIOGLIERE IL COMUNE ED ELEZIONI”
L’inchiesta su Mafia Capitale scuote il Pd. Il presidente dell’Antimafia, Rosy Bindi chiede che il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, e il sindaco di Roma, Ignazio Marino, chiariscano.
Entrambi sono stati fotografati con Salvatore Buzzi, l’uomo delle cooperative e delle mazzette e arrestato nell’inchiesta Mondo di Mezzo e considerato il braccio operativo di Massimo Carminati. C’è poi una polemica tutta interna e scoppiata su Twitter tra Francesco Bonifazi commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia.
“Il ministro Poletti ha avuto una reazione molto indignata ma deve chiarire. Se non fosse in grado di farlo noi siamo garantisti ma se i nostri sbagliano ne traiamo le conseguenze, come ha sempre detto il presidente del Consiglio — dice il presidente dell’Antimafia, Rosy Bindi a proposito della foto della cena della cooperativa sociale di Buzzi, rispondendo ad una domanda a La Telefonata di Belpietro su Canale 5. “Penso che la foto si riferisse a quando il ministro Poletti era presidente della Legacoop — ha proseguito Bindi — e questo è un altro aspetto che in questa inchiesta preoccupa: si fanno i soldi sui disgraziati attraverso la cooperazione sociale che dovrebbe fare economia con qualche principio etico in più. Sono molto indignata in questa circostanza”.
Alla domanda se anche il primo cittadino della Capitale devono chiarire l’ex presidente dei democratici risponde: “Tutti devono chiarire. Le foto non sono una prova di reato, a volte non sappiamo neanche con chi ci stanno fotografando, ma è evidente che anche il sindaco Marino deve fare chiarezza“.
E poi “per arrivare a sciogliere un Comune ci vogliono molte procedure ma non ci si deve fermare davanti a nulla. Serve innanzitutto una lunga inchiesta” ma se ci sono le condizioni per lo scioglimento, lascia intendere, si proceda.
“Ritengo che di fronte alla situazione che sta emergendo nell’inchiesta sulla gestione del Comune di Roma le forze politiche debbano reagire. L’unica soluzione accettabile sia quella di uno scioglimento immediato del consiglio comunale procedendo conseguentemente all’immediata convocazione di nuove elezioni” dice invece Silvio Berlusconi.
“L’inchiesta della procura di Roma presenta elementi di novità rilevanti che potranno essere utili anche per altre inchieste: individua il metodo mafioso per il reato di criminalità organizzata di stampo mafioso, ma non le sigle, non i luoghi e neppure la semplice duplicazione dell’organizzazione mafiosa di altri territori. L’inchiesta applica il reato di associazione mafiosa per il metodo — prosegue — l’uso dell’intimidazione, al di là dell’uso della violenza fisica; per il collegamento associativo criminale che mette insieme vari soggetti con varie funzioni; per il rapporto con la politica, altra caratteristica tipica. Se la politica si voltasse dall’altra parte, non collaborasse, non ne traesse vantaggio, probabilmente i poteri mafiosi non crescerebbero quanto cresce. La mafia fa soldi, non le interessa su cosa: siano campi rom, rifiuti, droga o appalti, la mafia va là dove ci sono i soldi”, prosegue Bindi.
“Come ho già spiegato in altre occasioni, e ripetuto ieri durante la trasmissione Otto e mezzo, ho visitato la cooperativa 29 giugno per il reinserimento sociale, durante la campagna elettorale. Le foto che girano anche con Buzzi sono state scattate in quell’occasione. In quella visita ho incontrato anche tante donne e uomini che lavorano per quella coop e che oggi scoprono la verità , come tutti noi, sul loro responsabile. Con lui non ho avuto conversazioni di lavoro nè quel giorno nè mai” replica sul suo profilo Facebook Ignazio Marino.
L’inchiesta sta creando tensioni all’interno del partito: “Tranquillo Boccia, Buzzi non ha dato un euro al Pd nazionale. Nemmeno tu però nonostante le nostre regole. Ti invio l’Iban via sms” scrive su Twitter, il tesoriere Pd Francesco Bonifazi in polemica con il presidente della commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia che ha chiesto al suo partito di restituire allo Stato i soldi eventualmente pagati da Buzzi per partecipare alla cena di finanziamento del Pd a Roma.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Dicembre 5th, 2014 Riccardo Fucile
L’OMBRA DEI CLAN SULLE PRIMARIE DEMOCRATICHE DEL 2013: SONO STATE TAROCCATE?
Quelle primarie ad alta affluenza di rom e stranieri, ora, fanno nascere il dubbio.
Il sospetto è che le code ai gazebo in periferia nel 2013 fossero sponsorizzate dal clan: «Noi oggi alle cinque lanciamo Marroni (Umberto Marroni, ndr ) alle primarie eh!», annunciava mesi prima a un collaboratore il fondatore della «Eriches 29», Salvatore Buzzi. Il gruppo non può permettersi di restare scoperto sul fronte politico.
Vale anche al contrario, ovviamente: la politica romana ha bisogno dei finanziamenti dei boss. Quello stesso mondo travolto ora da un’inchiesta senza precedenti dalle conseguenze imprevedibili.
Ieri il prefetto Giuseppe Pecoraro ha incontrato il sindaco Ignazio Marino al quale ha prospettato la necessità di avere una scorta più robusta, a parte quella dei vigili urbani. «Va rafforzata e lui deve smetterla di andare in bicicletta», ha tagliato corto.
Qualche ora prima proprio Marino aveva concordato con il commissario Anticorruzione Raffaele Cantone la creazione di un pool dedicato all’esame di tutti gli appalti pubblici affidati e da affidare («Quelli corrotti saranno commissariati»).
E il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha bloccato le gare in corso, aprendo un’indagine interna sull’operato di Asl, Ater e dipartimenti.
A conclusione della giornata è anche arrivata la notizia dell’arresto di Giovanni De Carlo, personaggio di spicco del clan di Mafia Capitale, preso a Fiumicino al ritorno da Doha.
Un altro boss, secondo gli inquirenti, del gruppo che fa affari anche con il centrosinistra.
«Come siete messi per le primarie?», chiede Massimo Carminati a Buzzi.
E l’altro: «Avemo dato 140 voti a Giuntella (ex presidente Pd Roma) e 80 a Cosentino (senatore Pd). Lui è proprio amico nostro».
Proprio il giorno delle primarie, in un clima di scarso entusiasmo – solo 100 mila votanti –, si contano molte zingare in coda, qualcuno dubita sull’autenticità di quella militanza, ma pochi hanno il coraggio di denunciare.
Tranne Cristiana Alicata che dalla direzione Pd rivela: «Sono voti comprati».
Anche su questo indagano i pm Giuseppe Cascini, Paolo Ielo, Luca Tescaroli, che ieri hanno proseguito con gli interrogatori di garanzia. Ascoltato Claudio Turella, che dai vertici dell’assessorato all’Ambiente avrebbe favorito le coop di Buzzi.
Nel suo appartamento il Ros ha trovato 570 mila euro. «Non ne so niente», si è difeso.
Dai contanti di Turella al vasellame di Carminati: in casa del Nero c’erano, oltre ai quadri di Pollock e Warhol, anche vasellame e statue antiche per i quali è già stata disposta una perizia. Non si esclude che Carminati abbia fatto spesa da qualche tombarolo delle campagne laziali. Ma le indagini virano anche su fatti più recenti: ad esempio sull’assegnazione sempre all’«Eriches 29» del compito di trovare alloggi agli ex occupanti di strutture sgomberate nella primavera scorsa, come l’ex scuola «Angelo Mai» a Caracalla.
Rinaldo Frignani e Ilaria Sacchettoni
(da “il Corriere della Sera”)
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