Destra di Popolo.net

E SUI SOCIAL A SORPRESA PREVALE CHI DIFENDE MARINO

Ottobre 8th, 2015 Riccardo Fucile

“IL PD SI DIMETTE PER DUE CENE, NON PER MAFIA CAPITALE”

La notizia delle probabili imminenti dimissioni di Ignazio Marino ha scatenato i commenti dei cittadini romani, ormai esasperati e stanchi dopo mesi di una amministrazione coinvolta in scandali come Mafia Capitale, i funerali di Vittorio Casamonica, i disagi Atac e infine persino una polemica con papa Francesco.
Tuttavia nei social network come Facebook e Twitter, numerosi utenti invitano il sindaco a resistere oppure si schierano apertamente al suo fianco, puntando il dito contro il Pd che insieme a Matteo Orfini ha voltato completamente le spalle a Marino e ha deciso di non sostenerlo a causa dell’ultima polemica sulla carta di credito.
“Gli assessori si dimettono pe’ du cene e non per Mafia Capitale. Complimenti al Pd”, cinguetta un commentatore che poi aggiunge ironicamente: “Tutto ‘sto casino per le dimissioni di un vicesindaco”.
Il tono è spesso scherzoso: “Raga serve acqua e viveri mediscinali e coperte pe assiste Marino che s’è baricato ‘n Campidojo fate girà “.
E anche nella pagina Facebook di Marino i fan lo difendono: “Eri troppo una persona perbene”.

(da “Huffingtonpost”)

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IL NUMERO DUE DI UNICREDIT INDAGATO PER FAVOREGGIAMENTO A COSA NOSTRA

Ottobre 8th, 2015 Riccardo Fucile

PALENZONA NEL MIRINO DELLA DIREZIONE ANTIMAFIA PER REATI FINANZIARI

Fabrizio Palenzona, vice presidente di Unicredit con tanti altri incarichi in varie società  pubbliche e private, è indagato nell’ambito di una inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze con l’accusa di reati finanziari aggravati dall’articolo 7, e cioè favoreggiamento a Cosa nostra.
E stamattina gli uffici di Palenzona sono stati perquisiti dai carabinieri del Ros, ai quali la Procura di Firenze ha affidato l’indagine.
Con Palenzona sono indagate altre dieci persone: tra questi l’imprenditore trapanese Andrea Bulgarella, accusato di reimpiego di beni e favoreggiamento a Cosa Nostra e che, sospettano gli investigatori, potrebbe avere collegamenti diretti o indiretti con il superlatitante Matteo Messina Denaro, l’ultimo dei grandi capi di Cosa Nostra che da decenni viene ricercato ma mai trovato.
In tutto gli indagati sono dieci tra imprenditori ed alcuni funzionari di Unicredit ed i loro uffici a Roma, Palermo, Trapani e Firenze sono stati perquisiti dai carabinieri del Ros, che hanno acquisito documentazioni bancarie relative ai rapporti tra l’imprenditore editore trapanese ed Unicredit.
L’inchiesta, coperta dal massimo riserbo, nasce dalle attività  imprenditoriali di Bulgarella, ritenute “sospette” dagli investigatori.
Di origini trapanesi, da anni ha avviato una attività  imprenditoriale in Toscana – soprattutto a Firenze, Lucca e Pisa -, ma anche in altre regioni italiane – comprese Trapani ed il Nord Italia -, realizzando grandi strutture alberghiere ed altre opere.
Tra queste, si possono citare le due torri di Pisa, il cosiddetto Parco delle Torri, i cui lavori sono fermi perchè nel frattempo Bulgarella avrebbe accumulato tali debiti da mettere insieme un “buco” che sfiora i 60 milioni di euro.

Francesco Viviano
(da “la Repubblica”)

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DA SCOUT DIGIUNAVA PER LA PACE, OGGI E’ PRONTO PER LA GUERRA

Ottobre 8th, 2015 Riccardo Fucile

LA METAMORFOSI DI MATTEO

Se davvero gli aerei italiani inizieranno a sganciare bombe in Iraq, Matteo Renzi dovrà  cancellare il ricordo di quando digiunava per la pace seguendo le consegne di papa Giovanni Paolo II.
Era il gennaio 2003 e si avvicinava una giornata che, all’epoca, segnò molto la vita politica italiana e internazionale, la grande manifestazione contro la guerra in Iraq del 15 febbraio.
Quel giorno si dispiegò una partecipazione enorme per le vie di Roma,tanto che il New York Times fu indotto a parlare di una “seconda potenza mondiale” indicando con questo termine il movimento pacifista.
In piazza San Giovanni, quel giorno, accanto ai “no global” e al mondo cattolico si schierarono tutti i dirigenti dell’allora Ulivo: da Massimo D’Alema a Walter Veltroni, da Piero Fassino a Francesco Rutelli.
Le cronache non dicono se in piazza ci fosse anche Matteo Renzi, ma il partito di cui era coordinatore a Firenze, la Margherita, si schierò con quella piazza sapendo che si trattava di una prova generale per andare alla resa dei conti con il governo Berlusconi.
È questo il contesto che spiega le varie iniziative che allora coinvolsero gran parte del mondo cattolico.
Nel gennaio del 2002, fu direttamente il Papa a formulare l’appello per una giornata di preghiera e digiuno per la pace.
Quell’appello fu raccolto immediatamente in Toscana dalla diocesi di Pisa. Ad aderirvi non furono solo i sacerdoti, ma anche esponenti della Margherita tra cui l’attuale direttore dell’Unità  Erasmo D’Angelis, allora coordinatore toscano, e soprattutto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, allora coordinatore fiorentino. L’appello fu rilanciato dall’arcivescovo di Firenze, Ennio Antonelli, che promosse così una giornata “di preghiera, di digiuno e di invocazioni per la pace”.
Giornata dedicata non solo alla guerra in Iraq e al terrorismo, ma anche alle altre guerre, come scriveva ancora Antonelli, “lo scontro interminabile tra ebrei e palestinesi, la dura guerra cecena, vari conflitti dimenticati dai media e dall’opinione pubblica come la guerriglia in Colombia , e la violenza in vari Paesi africani”.
La giornata del 15 febbraio fu diretta emanazione del Forum sociale europeo che si svolse a Firenze nel novembre del 2002 e in cui i cattolici parteciparono in massa (e in cui si potè assistere a un Forum in cui si confrontarono, tra gli altri, anche Rosy Bindi e Fausto Bertinotti).
In preparazione di quell’evento sessanta associazioni cattoliche presentarono un documento per dire “no” al terrorismo e “no” anche alla guerra preventiva voluta dagli Stati Uniti.
Obiettivo politico:rafforzare il ruolo dell’Onu.

Salvatore Cannavo’
(da “il Fatto Quotidiano”)

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TRA ARAGOSTE E BUGIE, ALLA FINE A MARINO QUELLE CENE COSTANO CARE

Ottobre 8th, 2015 Riccardo Fucile

LE TROPPE DICHIARAZIONI INESATTE SU PRANZI E CENE

L’ultima dichiarazione di Ignazio Marino che non corrisponde al vero è quella firmata il 5 maggio del 2015: “Con riferimento al pagamento di euro 125,00 effettuato in data 4 maggio 2015 in favore del ristorante ‘Tre Galli’ di Torino, con la carta di credito per la carica di sindaco, dichiara sotto la propria responsabilità  che detto pagamento è relativo a una cena offerta per motivi istituzionali a don Damiano Modena incontrato ad Alessandria in occasione della presentazione del suo libro. In fede. Prof. Ignazio R. Marino”.
Peccato che la cena fosse a Torino e don Damiano Modena, dopo la presentazione, abbia dormito ad Alessandria.
Marino, ha raccontato il prelato al Corriere della Sera ieri, andò via prima della fine dell’incontro.
Al ristorante di Torino “I tre Galli” raccontano: “Marino quella sera era con 4 persone. Uno di loro prese solo un tè perchè non stava bene. Gli altri hanno mangiato con lui”.
Chi a bevuto il Gattinara Tre vigne da 37 euro?
Chi ha mangiato i due piatti di agnolotti e i due sottofiletti di fassona più una selezione di formaggi per un conto di 125 euro?
Mistero, buffo certo, ma mistero.
Se Ignazio Marino pensava di fermare le polemiche con la pubblicazione on line sul sito del Comune delle sue note spese, ha sbagliato strategia.
Marcello DeVito,già  candidato sindaco del M5S, con altri tre colleghi ieri ha depositato alla Procura di Roma un esposto di sette pagine nel quale segnala ai pm quattro episodi sospetti: la cena del 26 dicembre 2013 al Girarrosto Toscano con un conto da 260 euro pagata dai contribuenti nonostante Marino (come dichiarato dal ristoratore al Corriere della Sera e poi ritrattato e poi riaffermato al Tg4 davanti a una telecamera nascosta) fosse con la famiglia; la cena del 5 ottobre 2013 presso il Ristorante Archimede di Sant’Eustachio (104 euro) al quale avrebbe dovuto partecipare un esponente dell’ospedale San Filippo Neri e quella del 26 ottobre 2013 al Sapore di mare (150 euro) alla quale avrebbero dovuto partecipare rappresentanti della Comunità  di Sant’Egidio che però ai giornali dicono di non saperne nulla.
Ogni giorno spuntano nuove cene sospette.
Oltre ai Tre Galli di Torino c’è da aggiungere la Taverna degli amici , a Roma, il 27 luglio 2013, un mese dopo l’elezione.
Per giustificare la spesa di 120 euro Marino dichiara “sotto la propria responsabilità  che detto pagamento è relativo a unacena offerta per motivi istituzionali a un rappresentante del Who”, cioè l’Organizazione Mondiale della Sanità .
Però il ristoratore ‘Maurizio’ avrebbe detto al Corriere che in realtà  avrebbe bevuto un Jermann Vintage Tunina da 55 euro con la moglie. Altro che Who.
Quando c’e’ a tavola la pregiata cantina Jermann Marino perde i freni inibitori: il 10 agosto 2014 al Sapore di Mare ha innaffiato una cena a base di pesce per tre persone con una bottiglia di Capo Martino da 80 euro.
Il 16 novembre raddoppia pagando 160 euro due bottiglie di Capo Martino.
Il primo novembre del 2014 ordina un Weredreams e il 14 dicembre torna al Vintage Tunina brindando ai miliardi di debito di Roma Capitale con una bottiglia da 80 euro che accompagna 10 spaghetti all’aragosta.
C’è poi una stranezza: Marino il 25 febbraio 2015 cena all’Archimede Sant’Eustachio con quattro persone e paga alle 23 e 42 con la carta del comune ben 304 euro.
Sostiene di ospitare “operatori del settore turistico”. E sia. Però non basta. Un minuto dopo striscia ancora la carta per altri 141 euro per altri tre pasti.
Per ottenere il rimborso di questa seconda ricevuta sostiene si tratti di “una cena del 11 settembre 2014 offerta per motivi istituzionali a due esperti di bandi e finanziamenti europei”.
Marino dichiara che alla cena avrebbe spedito all’ultimo momento l’assessora Alessandra Cattoi perchè lui era impegnato.
Dall’entourage del sindaco spiegano che probabilmente il conto era rimasto aperto per sette mesi.

Marco Lillo e Valeria Pacelli
(da “il Fatto Quotidiano”)

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DAI POUF PIENI DI SOLDI ALL’OSPIZIO: LA PARABOLA DI POGGIOLINI, L’EX RE MIDA DELLA SANITA’

Ottobre 8th, 2015 Riccardo Fucile

E’ STATO TROVATO IN UN OSPIZIO ABUSIVO

Duilio Poggiolini, ex Re Mida della Sanità  italiana corrotto e condannato ai tempi di Tangentopoli, è finito in una casa di cura abusiva alle porte di Roma.
Lo riporta un articolo del quotidiano la Repubblica.
La struttura, gestita da una donna con la figlia poi denunciate, era autorizzata a ospitare otto persone, ma ne accoglieva 14.
Sei dormivano in un’unica stanza, un bagno era senza finestre, e nella struttura sono state trovate parecchie confezioni di sedativi.
La polizia ha ritrovato Poggiolini mercoledì mattina.
All’epoca di Tangentopoli era il Re corrotto della sanità  italiana, con i miliardi nascosti in un pouf nella villa da sogno all’Eur.
Ieri mattina Duilio Poggiolini, classe 1929, era soltanto uno dei 14 ospiti di una casa per riposo chiusa alla Storta, periferia nord della capitale, dai vigili, dalla polizia e dalla Asl tra abusi edilizi e email anonime che segnalavano, specie di notte, urla provenienti da quella villetta di via del Casalino
La parabola di un ex potente della Prima Repubblica.
È la parabola discendente di un potente, che prima di Mani pulite, era presidente della Commissione per i prodotti farmaceutici dell’allora Comunità  economica europea, oltre che numero due della Commissione della Farmacopea italiana.
Secondo quanto accertato dal pool di Milano e dai giudici di Napoli, Poggiolini – che all’apparenza conduceva uno stile di vita monacale, legatissimo alla moglie Pierr di Maria – veniva pagato dalle case farmaceutiche per manipolare i prezzi delle medicine.
Alla fine se la cavò con 4 anni e quattro mesi di reclusione: su quaranta episodi di corruzione ipotizzati dai pm, venti trovarono conferma al processo.
Fu condannata anche la moglie, morta poi nel 2007: era lei a riscuotere i soldi dalle multinazionali del farmaco.
Due anni fa, nei caveau della Banca d’Italia furono ritrovati 26 milioni di euro che facevano parte del tesoro di Poggiolini.
Molti soldi in più degli oltre 15 miliardi di lire che gli erano stati trovati su un conto svizzero intestato alla moglie all’epoca dell’arresto, senza dimenticare i lingotti d’oro, gioielli, dipinti e monete antiche e moderne (fra cui rubli d’oro e krugerrand sudafricani).
La Svizzera era stata anche il luogo della latitanza di Poggiolini, durata poche settimane.

(da “Huffingtonpost”)

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FISCO: SCOPERTE 1,2 MILIONI DI CASE “FANTASMA”

Ottobre 8th, 2015 Riccardo Fucile

IL DIRETTORE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE: “INDIVIDUATI IMMOBILI NASCOSTI AL FISCO E RECUPERATI 825 MILIONI DI EURO”… L’AGGIORNAMENTO DEI VALORI CATASTALI BLOCCATI DAL GOVERNO

In otto mesi, da gennaio ad agosto di quest’anno, le Entrate hanno scoperto “oltre 1,2 milioni di immobili fantasma“, cioè nascosti al fisco, da cui è stata riscossa una “rendita complessiva “aggiuntiva “di 825 milioni di euro”.
Lo ha reso noto la direttrice dell’Agenzia, Rossella Orlandi, in audizione davanti alla commissione Anagrafe tributaria.
Ma Orlandi ha anche colto l’occasione per deplorare la mancata approvazione della riforma del catasto.
Che era prevista dalla delega fiscale ma non è andata in porto perchè dalle simulazioni sugli effetti dell’algoritmo che avrebbe dovuto rivedere i valori degli immobili è emerso che le rendite sarebbero esplose. E con loro l’ammontare delle tasse da pagare.
Così il governo Renzi, che nel frattempo ha promesso di eliminare Imu e Tasi sulla prima casa, ha rinunciato all’intervento atteso da anni.
E’ stata “un’occasione persa“, ha detto Orlandi.
“Abbiamo fatto due anni di lavoratori preparatori per la riforma del catasto ed eravamo pronti. Per ora pare sia stata accantonata. Non sappiamo se il governo o il Parlamento riprenderanno questo tema. È una questione importante, non è detto sia stata definitivamente accantonata, potrebbe essere ripresa in futuro”.
Come del resto chiede da tempo anche la Commissione Ue, che in tutte le raccomandazioni Paese non manca di sollecitare l’esecutivo su questo punto: di per sè le tasse sulla casa sono eque, sostiene Bruxelles, ma non se basate su valori superati in base ai quali per esempio le abitazioni più vecchie del centro pagano meno di quelle nuove in periferia.
Quanto al recupero di gettito consentito dai controlli sui fabbricati ignoti al fisco,   Orlandi ha sottolineato che “sono stati individuati attraverso un processo articolato e complesso. Si è partiti dalla sovrapposizione di immagini aeree, cartografia digitale, verifiche su particelle catastali“.
Grazie a questa attività  di controllo, “769mila immobili hanno trovato una rendita definitiva e a 492mila è stata applicata una rendita presunta”.
Ora l’Agenzia delle entrate, ha anticipato Orlandi, “avvierà  un nuovo ciclo di indagini periodiche da sviluppare nel prossimo triennio”.
Solo dieci giorni fa dalla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza è emerso che la differenza tra il gettito Imu atteso e quello che entra nelle casse dello Stato è di 5,5 miliardi, pari al 28% del gettito teorico.
Si tratta quindi dell’imposta che, in valore assoluto, fa registrare l’evasione più elevata. Orlandi ha sottolineato che “sono stati individuati attraverso un processo articolato e complesso.
Si è partiti dalla sovrapposizione di immagini aeree, cartografia digitale, verifiche su particelle catastali“. Grazie a questa attività  di controllo, “769mila immobili hanno trovato una rendita definitiva e a 492mila è stata applicata una rendita presunta”.
Ora l’Agenzia delle entrate, ha anticipato Orlandi, “avvierà  un nuovo ciclo di indagini periodiche da sviluppare nel prossimo triennio”.

(da “il Fatto Quotidiano”)

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MARINO, ORE CONTATE, IL PD LO SCARICA

Ottobre 8th, 2015 Riccardo Fucile

RENZI FURIOSO: “SE NON SE NE VA, LO CACCIAMO”

A Palazzo Madama il volto del senatore Stefano Esposito, assessore ai Trasporti del Campidoglio, è livido.
A domanda sulle fatture di Marino, ringhia. Irripetibili le frasi.
Il più livido è però il premier: le paginate sui giornali che ricostruiscono le bugie sui rimborsi, la difesa del sindaco (“ridarò i soldi”) che suona come una ammissione di colpa: “io – ha detto a Orfini – te lo avevo detto che si doveva andare a votare, tu lo hai voluto tenere e hai visto che è successo”.
Dopo mafia capitale un elenco di gaffe ed episodi che ne hanno messo in imbarazzo la Capitale: i funerali dei Casamonica, le vacanze americane durante il Consiglio dei ministri su Roma, l’incidente sull’invito del Papa a Philadelphia, ora lo scandalo dei rimborsi spese.
Troppo pure per Orfini che, da questa notte, lo ha scaricato. “O te ne vai o ti cacciamo, così non la reggiamo più” il messaggio recapitato al sindaco all’alba di quello che potrebbe essere il suo ultimo giorno.
Vissuto come una specie di calamità  naturale, ormai il sindaco sta prosciugando il consenso del Pd: “più resta – spiegano al Nazareno – più rischiamo la scomparsa. Se va avanti non vinciamo neanche se candidiamo Bergoglio in persona”.
Per ora Marino ha confermato i suoi impegni in agenda, in un ultimo, disperato tentativo di resistenza.
Ma stavolta non ha più sponde: “indifendibile” dicono pure i consiglieri comunali.
Il premier già  pensa a un’idea, a una trovata, per il voto in primavera che, al momento, si annuncia complicato per il Pd.
Roberto Giachetti, lo stesso Matteo Orfini, sono i primi nomi che circolano.
Chissà , sono ipotesi. La certezza è che entro sera il premier si aspetta le dimissioni di Marino.
Altrimenti lo caccia il Pd. Game over.

(da “Huffingtonpost”)

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