Ottobre 22nd, 2015 Riccardo Fucile
ANDREBBE A CASA ANCHE SENZA LEGGE SEVERINO
C’è un altro ricorso che potrebbe incidere sul destino del governatore Pd della Campania Vincenzo De Luca più di quello pendente alla Consulta sulla legge Severino.
Da Salerno rimbalzano cattive notizie.
Arriva la conferma del sequestro del Crescent, il “mostro di cemento” del lungomare, e sbucano i ricorsi in appello delle difese e della Procura, che insiste: De Luca va condannato per peculato, con una riforma in“pejus”della sentenza di primo grado che lo vede colpevole solo di abuso d’ufficio.
La posta in gioco è alta. Se il ricorso del pm fosse accolto, la decisione della Corte costituzionale diverrebbe ininfluente: De Luca sarebbe sospeso dalla carica perchè il peculato è tra i reati ricompresi nelle cause di sospensione da un’altra legge, la 267/2000. In vigore al momento del reato (2008) e della candidatura (2015).
Renzi talvolta vede e talvolta chiude gli occhi.
Proprio ieri la sottosegretaria Francesca Barracciu si è dimessa per il rinvio a giudizio per peculato. Invece l’imputato DeLuca,candidato dal premier nonostante una condanna, resta al suo posto.
Anche ieri il premier non ha mancato di ribadire la sua vicinanza a De Luca: “Se c’è uno che è in grado di eliminare le ecoballe in Terra dei Fuochi è Enzo de Luca. E io sarò con lui”, ha detto Renzi
La prima udienza di secondo grado è l’11 dicembre. Ne sono previste tre, sentenza prima di Natale.
Sulle scrivanie dei giudici ci sono le 17 pagine del ricorso del pm Roberto Penna, col visto del procuratore capo Corrado Lembo, insieme alle 50 pagine del ricorso dei legali di De Luca, Paolo Carbone e Antonio Brancaccio, e alle 17 pagine del ricorso del difensore di Albert oDi Lorenzo, Arnaldo Franco, con annesse richieste di assoluzione. È una guerra in punta di diritto tra una Procura determinata e avvocati di grande valore.
Di Lorenzo è la figura chiave della storia: è il capo staff nominato da De Luca “project manager” del termovalorizzatore di Cupa Siglia, un atto ritenuto illegittimo sul quale si fonda la condanna di entrambi.
Secondo il ricorso del pm, la nomina di Di Lorenzo, geometra con laurea breve, e la retribuzione di 20.000 euro lordi, furono “una graziosa elargizione di danaro del tutto scollegata da ragioni d’ufficio o dal rapporto d’impiego del beneficiario”, dunque configurano il peculato.
Questo perchè la nomina, compiuta da De Luca in qualità di commissario straordinario, era da ritenersi “nulla” in quanto “priva di qualsiasi motivazione” sulla scelta di Di Lorenzo“soggetto privo di particolari competenze”.
Inoltre nei quattro mesi tra l’incarico (18 febbraio 2008) e il progetto preliminare (19 giugno 2008) per il quale fu pagato “riscontriamo come questi (Di Lorenzo, ndr) abbia avuto pacificamente un ruolo del tutto marginale od insignificante, se non del tutto assente”nel gruppo di lavoro.È un punto fondamentale.
Il Tribunale ha derubricato in abuso d’ufficio sul presupposto che Di Lorenzo aveva comunque svolto un lavoro.
Vincenzo Iurillo
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Ottobre 22nd, 2015 Riccardo Fucile
IL MARITO DELLA MUSSOLINI PAGHERA’ ANCHE UNA MULTA DI 1.200 EURO
Il cliente simbolo delle baby escort dei Parioli, Mauro Floriani, marito dell’europarlamentare
Alessandra Mussolini, è stato condannato a un anno di reclusione.
Una pena patteggiata, che il dirigente di Trenitalia aveva proposto e sulla quale aveva ottenuto il parere favorevole del pm Cristiana Macchiusi.
D’accordo anche il gup, che in più ha inflitto all’imputato una multa di 1.200 euro.
Gli appuntamenti
A inchiodare l’ex finanziere un’intercettazione telefonica.
«A che ora ci vediamo domani?», aveva chiesto Floriani a una delle due ragazzine che si prostituivano nell’appartamento situato in uno dei quartieri più esclusivi di Roma. La frase era stata riportata in una delle ordinanze di custodia cautelare per Mirko Ieni, dominus del giro di prostituzione costruito intorno alle due 15enni.
In un’altra conversazione il coniuge dell’europarlamentare aveva preso un appuntamento con una delle due ragazzine, accordandosi sull’orario e sul luogo dell’incontro.
In altri dialoghi sembrava parlare con gli sfruttatori delle studentesse.
Floriani, interrogato, aveva confermato gli incontri ma aveva negato di conoscere l’età delle ragazze. «Ero convinto che fossero maggiorenni», aveva sostenuto con il pm aggiungendo di essere «arrivato alla ragazza attraverso l’annuncio che aveva messo sul sito “Bakecaincontri”. Lì specificava di avere 19 anni e io credevo fosse la verità ».
Le lacrime di Alessandra
Appena, nel marzo del 2014, era emerso il coinvolgimento di Floriani nell’inchiesta, la reazione della moglie era stata di disperazione. «Sono distrutta» aveva ammesso l’allora senatrice in lacrime.
Ma – almeno in apparenza – non aveva abbandonato il marito: anzi, pochi giorni dopo lo scoppio dello scandalo la coppia era andata a messa nella parrocchia di Sant’Ippolito.
Mauro e Alessandra del resto si erano fidanzati ai tempi della scuola e da quel momento la vita l’hanno trascorsa insieme a braccetto. Le nozze sono state celebrate il 28 ottobre del 1989 a Predappio.
Nel 1996 i due erano stati al centro di un’infuocata polemica quando l’allora capitano delle Fiamme gialle aveva scelto di cambiare lavoro per entrare come dirigente in Trenitalia. Una decisione che aveva sollevato numerosi dubbi su un potenziale conflitto d’interesse.
Il figlio del senatore
La vicenda giudiziaria di Floriani è in linea con il destino processuale di altri undici clienti che hanno patteggiato la pena a un anno di reclusione. Restano tutt’ora al vaglio del procuratore aggiunto Maria Monteleone e del sostituto procuratore Cristiana Macchiusi le posizioni di una trentina di indagati fra cui anche quella di Nicola Bruno (figlio del senatore di FI, Donato Bruno).
Lo scorso settembre invece è stata confermata in appello – con qualche piccolo sconto di pena – la sentenza di primo grado in merito al giro illecito ai Parioli.
(da Agenzie)
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Ottobre 22nd, 2015 Riccardo Fucile
ALFONSA MICCICHE’ AVREBBE FAVORITO ASSOCIAZIONI A LEI VICINE… IN MANETTE ANCHE LA FIGLIA E IL SUO FIDANZATO
Le accuse sono di concussione e corruzione in concorso per avere favorito associazioni a lei gradite a cui affidare progetti finanziati con fondi pubblici che coinvolgevano i ragazzi detenuti nella comunità penale.
In cambio, però, le stesse associazioni dovevano essere disponibili ad assumere o conferire incarichi ai suoi familiari, nonostante fossero sprovvisti di titoli, qualifiche ed esperienza necessari.
Per questo l’ex direttrice dell’Istituto penale minorile di Caltanissetta Alfonsa Miccichè, attualmente direttrice del Beccaria di Milano, è stata arrestata dai carabinieri di Caltanissetta in collaborazione col personale delle province di Agrigento, Catanzaro e Milano.
Destinatari con lei dei provvedimenti di custodia altre quattro persone — tra cui la figlia Federica Fiorenza e il fidanzato Emiliano Maria Longo — ritenute, a vario titolo, responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti contro la pubblica amministrazione e di corruzione e concussione per induzione.
Tra loro anche Giuseppe Focaccio e Gaetana Rosaria Migali, presidente e dipendente della Onlus “Araba Fenice” di Catanzaro.
Dalle indagini, durate circa un anno e condotte attraverso attività di acquisizione documentale e di testimonianze oltre a operazioni di intercettazione, è emersa, secondo gli investigatori, “l’esistenza di un sistema illecito nell’affidamento a soggetti privati di attività formative e culturali da rivolgere ai minori detenuti, caratterizzato da una commistione di interessi imprenditoriali, economici e personali, ai quali è stata asservita la funzione pubblica di rieducazione dei giovani ristretti negli Istituti“.
L’indagine ha riguardato le attività svolte da associazioni ed enti esterni a favore dei minori ristretti presso l’I.P.M. di Caltanissetta, dal 2013 al 2015.
La pubblica amministrazione stanzia ogni anno per questi progetti finalizzati al recupero ed alla formazione dei minori diverse centinaia di migliaia di euro che vengono suddivisi tra i vari Istituti dislocati sul territorio.
Nel corso dell’operazione sono stati anche notificati tre avvisi di garanzia ad altrettanti soggetti ritenuti coinvolti in singoli episodi.
Perquisite inoltre le sedi di tre associazioni nissene coinvolte nell’indagine, il Centro Studi Sociali e Culturali “Essere Liberi”, la Soc. Coop. Sociale “Iopervoiperio” a r.l. onlus ed il Centro Servizi Formativi EnAip.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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Ottobre 22nd, 2015 Riccardo Fucile
“FA FUORI UN COMUNISTA AL GIORNO, DOVE NON E’ RIUSCITO SILVIO CI PENSA LUI”
Esponenti politici di ogni parte dicono quotidianamente la loro relativamente all’azione del
premier Matteo Renzi: ieri Daniela Santanchè, non nuova a dichiarazioni nette e forti, si è espressa senza mezzi termini.
L’esponente di Forza Italia, sempre pronta ad agitare gli animi, è intervenuta in un programma di Radio Rai e ha parlato a ruota libera di Renzi e del suo Governo che le piace in quanto capace di emarginare la sinistra italiana, ma anche di donne e di femminilità in generale usando parole pesanti e commettendo anche una gaffe.
Infatti, la Santanchè all’inizio afferma di amare i tacchi e che per lei sono come delle protesi, questo perchè le “femmine” sono tali se hanno i tacchi, poi la gaffe quando dice: “con le paperine non so se sono tali”, con il conduttore che la corregge affermando: “si riferisce alle ballerine”.
L’intervista radiofonica di Daniela Santanchè, ospite alla trasmissione radio “Un giorno da pecora”, procede alla grande, con il politico che si lascia andare a dichiarazioni perentorie sul presidente del Consiglio: “Renzi? Mi piace il fatto che fa fuori un comunista al giorno, fa fuori i compagni, è un godere totale e assoluto. Ne fa fuori più lui di noi”.
Poi, gasata dall’atmosfera che si crea in studio, continua: “vedere questo casino all’interno del Partito Democratico è meraviglioso, dove non è riuscito Berlusconi, è riuscito Renzi, questo perchè l’attuale premier ha tutto dalla sua parte, ha il vento in poppa in tutti i sensi”.
La Santanchè parla anche del ministro Maria Elena Boschi, definendola “non comunista”, mentre fa rientrare in questa categoria i vari Massimo D’Alema e Pierluigi Bersani.
(da agenzie)
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Ottobre 22nd, 2015 Riccardo Fucile
ARRESTATA LA MARCIA DI SALVINI… PD 32,6%, M5S 26,3%, LEGA 14,1%, FORZA ITALIA 11,2%, FDI 4%, AP 2,7%
Finito l’effetto Matteo Salvini: la Lega Nord non cresce più. Il Carroccio scende di uno 0,4% passando dal 14,5% al 14,1%.
Per l’ultimo sondaggio realizzato da Datamedia Ricerche, per “Il Tempo”, resta invece stabile al 31% la fiducia nel premier Matteo Renzi: il dato si mantiene costante da 3 settimane.
Nelle intenzioni di voto il partito che continua a registrare l’aumento più considerevole è il Movimento 5 Stelle che, in questa ultima rilevazione guadagna un altro +0,4% arrivando al 26,3%.
Il movimento politico di Beppe Grillo è in costante aumento da 3 settimane, con il dato di oggi, supera di oltre 1 punto percentuale il dato ottenuto alle Politiche 2013 dove aveva registrato il 25,5%.
Crolla invece, come già detto, di quasi mezzo punto percentuale la Lega Nord. Il partito di Salvini scende di uno 0,4% passando dal 14,5% al 14,1%.
Leggeri aumenti, compresi fra il +0,1% e il +0,2%, li registrano rispettivamente Fratelli d’Italia – An (dal 3,9% al 4%), Area Popolare (dal 2,6% al 2,7%) e Forza Italia che dall’11%, registrato nella scorsa rilevazione, raggiunge 11,2%.
Un leggero calo invece, pari allo 0,2%, lo registra il Partito Democratico che dal 32,8% passa al 32,6%. Stabile al 3,4% Sinistra Ecologia e Libertà .
Continua il leggero calo del dato sull’astensionismo che, con il -0,2% registrato in questa settimana, passa dal 34,6% al 34,4%.
Un piccolo aumento, dello 0,1%, lo registra invece il dato sulle schede bianche/nulle che dal 2,2% passa al 2,3%.
Cala di uno 0,1% il dato sugli indecisi che dal 17,4% passa al 17,3%.
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 22nd, 2015 Riccardo Fucile
BLITZ CONTRO I FURBETTI DEL CARTELLINO, CONVOLTI 200 DIPENDENTI
La guardia di Finanza di Sanremo ha dato esecuzione dall’alba a 43 misure di custodia
cautelare (35 arresti domiciliari e 8 deferimenti all’autorità ) nei confronti di altrettanti dipendenti del Comune di Sanremo per le ipotesi di reato di falso e truffa ai danni dello Stato legate all’uso indebito del cartellino e alle assenze dal lavoro: si tratta di impiegati che insieme con il loro cartellino ne timbravano altri quattro o cinque, mentre altri lasciavano il lavoro senza timbrare delegando ai colleghi di “provvedere”, in modo da incassare anche lo straordinario.
A un’altra ottantina di dipendenti è stato notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari per le stesse accuse: complessivamente, le persone coinvolte sono quasi duecento.
L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Imperia, Maria Paola Marrali, era stata avviata circa due anni fa, dopo le segnalazioni dell’allora sindaco, Maurizio Zoccarato.
Il blitz ha visto all’opera decine di militari delle Fiamme Gialle, che hanno eseguito perquisizioni nelle abitazioni degli indagati, mentre in Comune i finanzieri sono arrivati poco dopo le 9 (foto) : sarebbero coinvolti dipendenti di numerosi settori, anche funzionari.
(da “il Secolo XIX”)
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Ottobre 22nd, 2015 Riccardo Fucile
BLITZ DELLA FINANZA, 100 PERQUISIZIONI IN 11 REGIONI, COINVOLTI DIRIGENTI E IMPRENDITORI
Funzionari dell’Anas, imprenditori, anche un ex sottosegretario alle Infrastrutture.
La Guardia di Finanza sta eseguendo 10 ordinanze di custodia cautelare su ordine del tribunale di Roma.
A chiedere gli arresti la Procura dopo l’inchiesta “Dama nera” che riguarda appalti di opere pubbliche. I finanzieri hanno anche effettuato circa 90 perquisizioni in 11 Regioni, dal Friuli alla Sicilia.
Le ipotesi di reato, secondo quanto emerso finora, vanno dalla corruzione al voto di scambio.
I destinatari sono delle ordinanze di custodia sono Antonella Accroianò, Oreste De Grossi, Sergio Lagrotteria, Giovanni Parlato, Antonino Ferrante, Eugenio Battaglia, Concetto Bosco Logiudice, Francesco Costanzo, Giuliano Vidoni e l’ex sottosegretario Luigi Meduri.
I reati contestati vanno dall’associazione per delinquere alla corruzione, dall’induzione indebita a dare o promettere utilità al voto di scambio.
Il gip ha disposto anche un sequestro nei confronti di tutti i dipendenti pubblici per 200mila euro.
L’Autorità nazionale anticorruzione ha già chiesto gli atti dell’inchiesta alla Procura. Il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone ha parlato di “deprimente quotidianità della corruzione”.
L’esponente politico coinvolto è Luigi Meduri, 73 anni, che fu sottosegretario per due anni, nel secondo governo Prodi, dal 2006 al 2008, in quota Margherita, con ministro Antonio Di Pietro.
Dal gennaio 1999 all’aprile 2000 Meduri, reggino, aveva ricoperto anche la carica di presidente della Regione Calabria.
Meduri è stato deputato dal 2001 al 2006. Ma anche dopo la sua uscita dal Parlamento continuava a frequentare a distanza di anni praticamente ogni giorno il Transatlantico di Montecitorio.
Fu tra gli ex popolari che alle primarie del 2009 sostennero la candidatura a segretario del Pd di Pierluigi Bersani e a quelle del 2013 appoggiarono Gianni Cuperlo.
Meno di un mese fa in Toscana erano finiti ai domiciliari i vertici di tutta l’Anas in un’altra inchiesta per corruzione, con 24 indagati: la magistratura in quel caso aveva parlato di un “collaudato sistema di corruzione“.
Il presidente di Anas Gianni Vittorio Armani ha espresso “piena fiducia nel lavoro della Procura di Roma, con l’auspicio che possa arrivare velocemente a fare chiarezza sui fatti ed aiutare il vertice dell’azienda a voltare pagina”.
Anas sta “attivamente collaborando alle indagini della Guardia di Finanza, dando il massimo supporto anche in qualità di parte offesa dai fatti oggetto di indagine, accaduti negli anni passati”.
L’Anas, annuncia la società , si costituirà in giudizio quale parte offesa.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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