Febbraio 21st, 2017 Riccardo Fucile
IL DIETROFRONT DOVUTO A MANCATE GARANZIE SULLA SUA LEADERSHIP E SUL RUOLO INVASIVO DEL LIDER MAXIMO
La scissione nella scissione si consuma a via Barberini, sede della regione Puglia.
Alla terza ora di colloquio, a tratti teso, Michele Emiliano dice a Roberto Speranza: “Proviamo così. Io combatto da dentro il Pd, tu da fuori, e poi ci ritroviamo dopo il congresso”.
Una riedizione del famoso marciare divisi, per colpire uniti. Risposta, lapidaria: “Non ci sono più le condizioni, arrivederci”.
Nel frattempo era arrivato anche il terzo candidato Enrico Rossi.
La micro-scissione di via Barberini, di Emiliano dalla sinistra: “Resto nel Pd e mi candido”. Qualche ora più tardi il governatore della Puglia dirà a qualche amico: “Ma io con D’Alema che ci stavo a fare…”.
Perchè è il lìder maximo il gigantesco non detto di questa storia.
Il timore di Emiliano, raccontano i suoi, il principale, è sempre stato quello di andare a fare il front-man di un’operazione la cui regia rimaneva nella sapienti mani dei “comunisti”, Bersani ma soprattutto D’Alema, con cui il governatore della Puglia ha un rapporto conflittuale dal minuto dopo che l’allora presidente dei ds lo impose come sindaco di Bari.
Qualche ora dopo, Roberto Speranza è in riunione con i suoi parlamentari.
È uno sfogatorio: “Questo è un inaffidabile”, “è davvero la settimana di carnevale”, “in una settimana prima ha incontrato Berlusconi, poi ha cantato Bandiera Rossa, ora torna con Renzi”.
Gelido, l’ex capogruppo del Pd: “Sembra un danno, ma in prospettiva vedrete, non sarà un danno”. Per la serie: meglio perderlo che trovarlo.
Dunque, avanti nella formazione di gruppi parlamentari, tra giovedì e venerdì. Poche ore dopo la fine della direzione, arriva anche un comunicato, durissimo, di Speranza: “Dalla direzione del Pd nessuna novità . Prendiamo atto della scelta assunta da Michele Emiliano di candidarsi nel Pdr, Partito di Renzi. Noi andiamo avanti sulla strada della costruzione di un nuovo soggetto del centrosinistra”.
Una dichiarazione che lascia intendere la vera analisi della mossa.
Al netto del carattere, esondante, un po’ umorale, caratterizzato da una teatralità che confonde eccessi di furbizia e principi di tradimento.
E l’analisi è quella un patto (di fatto) con Renzi. In questo senso: Emiliano sceglie di candidarsi quando trapela che Renzi ha bisogno di rivitalizzare le primarie, con gente vera che vada ai gazebo, e proprio quando inizia una trama attorno ad Orlando, con l’interesse di Cuperlo, Bettini, Zingaretti.
Insomma, la mossa di Emiliano rianima la consultazione e mette in difficoltà la sinistra: “Renzi — sussurrano — dovrebbe ringraziarlo ed essere felice”.
Veleni forse, malizie, dietrologie. “Hai visto che intervento ha fatto Michele?”, “hai visto quando è stato duro con Renzi” dicono i Transatlantico i suoi amici pugliesi. Nella sostanza nessuna delle sue richieste è stata accolta: nè sulla durata del governo, nè sui tempi del congresso.
Però la scena se l’è presa, eccome. Nelle ultime 24 ore, racconta chi è entrato e uscito dalla sua stanza, lo ha chiamato Fassino.
Addirittura parlano di telefonate di Veltroni. Ora Michele promette una campagna durissima, tutta proiettata sulle primarie. Chissà .
Perchè le piroette lasciano un segno. La sua pagina facebook è piena di gente che lo considerava un traditore quando lasciava il Pd. Ora è piena di quelli che lo considerato un traditore perchè non l’ha lasciato.
Raccontano di un travaglio sincero, di telefonate di gente comune, consiglieri regionali, di poche ore di sonno.
Nel confine tra emotività e razionalità c’è però un punto, un dettaglio da aggiungere. E cioè che mai nessuno gli ha detto “sarai tu il leader della nuova cosa”. Anzi, Enrico Rossi in tv ieri ha dichiarato “io mi occupo del centro, Michele del Sud”.
Speranza è andato al nord per agganciare Pisapia. Emiliano, come sa chi lo conosce, non è un secondo, ama la “comunità ” ma ama essere il numero 1 che la guida. Moderato quando nelle liste in Puglia imbarcò parecchi di destra, Testaccio, ora anti-Renzi. Il trait d’union è il centro della scena.
“Non gli hanno mai offerto la leadership del nuovo partito” dice un parlamentare. Il leader, il federatore, in prospettiva è Pisapia che in questi giorni ha avuto contatti con Bersani e non solo. Almeno questo è l’auspicio della Ditta.
L’idea del nuovo soggetto è questa: gruppi entro venerdì, poi la creazione di una costituente, la più larga possibile, col Movimento di Pisapia, gli ex ds, quelli di Sinistra Italia, Civati e chi ci sta a sinistra.
E c’è già chi immagina che il leader sarà incoronato con primarie, aperte, di qui a qualche mese.
(da ““Huffingtonpost”)
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Febbraio 21st, 2017 Riccardo Fucile
LEI: “AMAREGGIATA E DELUSA”… A QUESTA FOGNA UMANA C’E’ UN SOLO RIMEDIO: FAR LORO RIMPIANGERE DI ESSERE VENUTI AL MONDO
Bebe Vio minacciata di violenza sessuale da una pagina Facebook.
Lo fa presente il Codacons in una denuncia presentata contro il social network.
Gli amministratori del sito avrebbero risposto che la pagina rispetta gli standard e per tale motivo sarebbe rimasta visibile per molto tempo sul web. Attualmente però la pagina non risulta disponibile.
Il Codacons, secondo una nota, avrebbe denunciato il social network all’Autorità giudiziaria.
Il tutto avviene, segnala il Codacons, dopo le ripetute segnalazioni inviate da parte degli utenti di Fb, agli amministratori.
Il Codacons ha chiesto alle Procure della Repubblica di Roma e Venezia, alla polizia postale e all’Autorità per le comunicazioni, di “utilizzare ogni strumento investigativo consentito dalla legge e dal rito allo scopo di predisporre tutti i controlli necessari per accertare e verificare se i fatti esposti possano integrare fattispecie di illecito civile, amministrativo e penale, nella forma tentata e consumata, nonchè individuare tutti i soggetti da ritenersi responsabili e di conseguenza adottare i dovuti ed eventuali provvedimenti sanzionatori”.
La pagina, corredata dalle immagini di Bebe Vio, non è più raggiungibile tramite Facebook ma se ne può ancora trovare traccia su Google.
Bebe Vio: “ci vuole una risposta decisa”.
“Ho appena denunciato gli autori della pagina Facebook che mi prendeva di mira, ci vuole una risposta decisa a questi comportamenti”. Bebe Vio racconta all’Ansa la sua “amarezza e delusione” per l’ennesima vicenda ignobile alimentata dalla rete. “Sono amareggiata – spiega tra l’altro l’atleta paralimpica – perchè sono anni che do tutta me stessa e lotto per gli altri. Sono delusa perchè mi fanno tristezza le persone che usano internet per insultare”.
“Apprendo con sgomento la notizia delle minacce che, secondo il Codacons, sarebbero state rivolte all’atleta paralimpica Bebe Vio attraverso il social network Facebook. Si tratta di un fatto gravissimo e preoccupante” dichiara Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico.
(da agenzie)
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Febbraio 21st, 2017 Riccardo Fucile
CRITICHE FEROCI DALLA BASE M5S: “ORA PER RACCATTARE DUE VOTI CI METTIAMO A DIFENDERE PURE LA CASTA DEI TASSISTI, A QUANDO I NOTAI E I FARMACISTI?”
Dopo The Donald arriva The Virginia. Il grillin-trumpismo della Raggi sceglie la giornata giusta per mettersi in piazza.
Per risalire nel gradimento e pescare voti a destra Beppe Grillo consiglia al sindaco di Roma la mossa populista, in perfetto stile neo presidente americano.
E così il primo cittadino della Capitale abbraccia la causa dei tassisti e degli ambulanti arrivati a Roma a protestare contro il decreto Milleproroghe scegliendo la strada più che l’Istituzione: “Basta riforme calate dall’alto. Stop all’emendamento Lanzillotta. Noi al fianco dei tassisti. Tra poco in piazza con loro”, scrive il primo cittadino.
Un post di Beppe Grillo anticipa la decisione e Virginia Raggi esce dal Campidoglio a sostegno della protesta. “Siamo con voi – dice ai tassisti – per noi il servizio di trasporto pubblico non di linea è fondamentale”.
Intanto però il sindaco di Roma si attira le critiche non solo dell’opposizione, ma anche degli iscritti al blog del leader pentastellato.
“Da quando il M5S è retrogrado? Oggi difendete i tassisti da Uber… e domani che fate?”, chiede Sandro S., e Francesco Romagnolo aggiunge: “Ora ci mettiamo pure a difendere le caste dei tassisti, ambulanti, stabilimenti balneari, poi ci saranno pure i notai, i farmacisti e chissà quanti altri, non andiamo a raccattare voti nelle cloache perchè puzzano….!!”.
Poi è il turno di Paolo Marabelli: “I tassisti sono sempre stati una lobby, mantenendo con ogni mezzo il loro monopolio. Ogni volta che vengono toccati i loro privilegi, scoppia il pandemonio. Manifestazioni pesanti, gravi minacce ai ‘crumiri’. Paralisi delle città ”. I toni sul blog sono questi .
Ma in strada il clima è sempre più infuocato ed è proprio a Roma, dove sono arrivati migliaia di tassisti da tutta Italia, che si consumano gli scontri più violenti, soprattutto davanti Montecitorio e alla sede del Pd, tra manifestanti e polizia, con un paio di partecipanti al corteo che sono finti in ospedale per trauma cranico. Altri sono stati medicati sul posto. Diverse le bombe carta esplose davanti a Montecitorio. Lanci di bottiglie, finestre in frantumi e tavolini dei bar rovesciati. Traffico in tilt e il centro città nel caos.
Così in serata la sindaca è costretta a tornare sulla scelta di aver abbracciato la protesta di questo mondo della destra romana e twitta: “Manifestare è un diritto, usare la forza è inaccettabile. Al fianco di chi protesta civilmente. Ferma condanna verso chi ricorre alla violenza”.
Non è un caso se la polizia ha appena fermato quattro persone: due appartenenti a Forza Nuova tra cui il leader romano Giuliano Castellino. Fermato anche il responsabile del lancio della bomba carta nei pressi di Montecitorio che ha danneggiato alcuni vetri. Al vaglio inoltre la posizione dell’uomo immortalato con il tirapugni davanti alla sede romana del Pd.
Tuttavia non è la prima volta che il Movimento 5 Stelle si avvicina a questo mondo. Già Luigi DI Maio aveva manifestato insieme agli ambulanti dicendo: “Lo Stato vi è nemico”.
La nuova immagine che viene fuori adesso – secondo molti iscritti al blog – è quella di un sindaco accanto alla lobby dei tassisti.
(da “Huffingtonpost”)
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Febbraio 21st, 2017 Riccardo Fucile
E’ BASTATO UN VAGO IMPEGNO DEL GOVERNO CHE NON DICE NULLA SE NON CHE SI FARA’ UN DECRETO ENTRO UN MESE “PER CONTRASTARE L’ABUSIVISMO E REGOLARE IL SETTORE DEL NOLEGGIO”
E alla fine un’intesa teorica si è trovata: da un lato l’impegno del governo a regolare entro un mese il settore del noleggio con conducente, dall’altro quello delle 21 sigle sindacali di sospendere da subito la protesta e riprendere il servizio pubblico. L’annuncio finale è stato dato dal viceministro dei Trasporti, Riccardo Nencini, al termine del tavolo con le associazioni di categoria. “E’ stato firmato da tutte le sigle presenti al tavolo l’appello del governo a concludere immediatamente le proteste e a riprendere il servizio pubblico”.
Il vertice serale al ministero si è concluso dopo cinque ore, quando già il governo aveva annunciato la fiducia sul Milleproroghe alla Camera e che dunque non avrebbe ritirato, come richiesto dai tassisti, l’emendamento Lanzillotta.
La mediazione è stata trovata ed è stata così riassunta agli autisti di taxi radunati ancora a decine sotto il dicastero da un rappresentante del tavolo sindacale presente all’incontro: “Entro 30 giorni il governo si impegna ad emanare un decreto ministeriale che regoli gli Ncc e scavalchi l’emendamento Lanzillotta”. “Il documento consegnatoci dal governo ci sembra buono e abbiamo deciso di illustrarvelo prima di firmare”, ha detto il sindacalista ai manifestanti in piazza, che poco più tardi hanno dato il via libera alla firma dell’intesa.
A parte l’annuncio dell’accordo, “il secondo punto – ha spiegato poi il viceministro Nencini – dice che la legge 21 del ’92 è perfettamente in vigore; il terzo indica che da domani inizia il lavoro, da concludersi entro un mese, sia con i rappresentanti dei taxi che con gli Ncc per un decreto interministeriale per la lotta all’abusivismo; il quarto riguarda un decreto legislativo di riordino della materia”.
Alla domanda, se da domani ripartirà il servizio in tutta le città Nencini ha risposto: “L’appello a terminare la protesta arriva da tutte e 21 le sigle e mi aspetto, anzi non ho dubbi, che verrà rispettato”.
Da domani si aprirà dunque un nuovo tavolo al ministero per mettere a punto lo schema di decreto per il riordino del settore.
Al tavolo riunito al ministero dei Trasporti erano presenti il ministro Delrio e il viceministro alle Infrastutture, Riccardo Nencini. Tra le principali categorie presenti, Unica Taxi Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Taxi, Federtaxi Fisal, Fast Taxi Italia, Usb Taxi, Unimpresa, Satam, Tam-Acai, Uri Taxi, Uri, Legacoop, Claai, Confartigianato Trasporti, Casartigiani, Cna-Fita, Confcommercio, Confcooperative, Mit Movimento Italiano Tassisti.
(da “La Repubblica”)
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Febbraio 21st, 2017 Riccardo Fucile
QUEI VOTI ALLA RAGGI DA PARTE DEL LEADER DEI TAXISTI PASQUALE MERLO… UNA MARCHETTA CHE VA RICOMPENSATA
Da sei giorni consecutivi i tassisti italiani scioperano contro l’emendamento inserito nel decreto Milleproroghe che secondo i sindacati andrebbe a tutto vantaggio dei fornitori di servizio NCC (noleggio con conducente) e degli autisti che operano per conto della app Uber.
Numerosi sono stati gli episodi di intimidazione e minacce a Milano così come a Napoli e a Roma nei confronti di autisti NCC e Uber ma anche di tassisti che avevano deciso di non scioperare e riprendere il servizio.
Ieri 800 tassisti hanno manifestato a Milano davanti alla sede del Comune a Palazzo Marino, ad accoglierli Patrizia Bedori del M5S e Silvia Sardone di Forza Italia.
Nel frattempo sempre più utenti sono costretti — proprio dallo sciopero — a rivolgersi ai noleggi con concudente o a scaricare Uber sul proprio smartphone per potersi spostare nelle città paralizzate dallo sciopero dei taxi.
Loreno Bittarelli Presidente URI — Unione Radiotaxi Italiani e della cooperativa romana 3570 (una delle tassiste della cooperativa è stata aggredita a Roma da alcuni colleghi) ha criticato l’atteggiamento dei tassisti che danneggia un’intera categoria e che ha come effetto collaterale quello di incentivare il ricorso a servizi di trasporto privato alternativi: “I 6 giorni consecutivi di fermo del servizio taxi sulle città di Roma e Milano producono danni enormi alla nostra categoria, che saranno difficilmente reparabili in breve tempo. I nostri utenti stanno subendo profondi disagi e non si possono difendere i nostri diritti, calpestando quelli di chi ci da il mangiare tutti i giorni. Moltissimi di loro sono stati costretti ad utilizzare gli ncc ed hanno scaricato Uber, che noi diciamo di voler combattere e ai quali invece stiamo girando tutti i nostri incassi. Su Roma e Milano ci sono complessivamente circa 13.000 taxi. Incassando 100 euro lordi al giorno per ogni tassista, in 6 giorni ogni tassista ha perso 600 euro e complessivamente abbiamo regalato ai nostri concorrenti quasi 8 milioni di euro.
Ma per cosa stanno protestando i tassisti? L’oggetto del contendere è l’inserimento nel decreto Milleproroghe di un emendamento a prima firma di Linda Lanzillotta e Roberto Cociancich (PD), che rimanda a fine 2017 il termine entro il quale il Ministero dovrà emanare un nuovo regolamento contro l’esercizio abusivo della professione (sia per i taxi che per il NCC).
Una proroga che secondo i tassisti non farà altro che favorire servizi come Uber a discapito dei legittimi interessi della categoria.
C’è però da rilevare che anche le società di Noleggio con Conducente hanno dei diritti e che ci vuole del tempo per trovare un accordo che non penalizzi eccessivamente una delle categorie.
Inoltre ci sono fondati timori che una legge troppo restrittiva in materia di trasporto privato possa in qualche modo limitare la libera concorrenza.
La Stampa oggi ha pubblicato un articolo dove viene fatto il calcolo del numero di licenze di taxi a Roma in confronto ad altre città europee. Dai dati emerge che nella Capitale ci sono 7700 tassisti 2,7 ogni mille residenti e che in proporzione “a Berlino, Bruxelles e New York se ne contano molti di meno, mentre sono molti di più a Parigi e Madrid. Mentre Londra come media eguaglia Roma, ma conta 8,6 milioni di abitanti anzichè 2,8”.
Insomma forse i tassisti sono troppi e — stando a quanto rilevato dall’Autorità di regolazione dei trasporti (Art) — forse sono anche troppo cari perchè a fronte di un aumento generale dei prezzi al consumo del 15% le tariffe di una corsa in taxi sono aumentate a Roma del 37%
Il MoVimento 5 Stelle ha deciso di schierarsi a fianco dei tassisti: il deputato Danilo Toninelli è arrivato a dire che la colpa tutta del PD che difende NCC che lavorano senza licenza, il che è errato visto che per per poter condurre un servizio NCC è necessaria una licenza.
Naturalmente esistono NCC che operano senza licenza e quindi sono abusivi così come esistono taxi abusivi (e così via) ma questo non ha nulla a che fare con i conducenti NCC che invece operano regolarmente (così come i tassisti)
Comune e soprattutto Questore e Prefetto avrebbero dovuto intervenire prima per difendere i tassisti che vogliono lavorare dalle vessazioni dei loro colleghi.
Che il MoVimento 5 Stelle sia da sempre contrario a qualsiasi forma di liberalizzazione lo dimostrano le numerose proteste contro la Direttiva Bolkestein (dalla quale sono in ogni caso esclusi i taxi).
In realtà ci sono pochi dubbi che al di là della lotta contro le multinazionali cattive (gli autisti di Uber sono italiani) dietro il sostegno a questa protesta dei tassisti ci sia soprattutto la convenienza elettorale e la volontà di tenere buona una fetta importante dell’elettorato della Raggi a Roma (ad esempio quella rappresentata da Pasquale Merlo, uno dei tassisti della protesta).
Oppure quando il MoVimento — durante la sindacatura di Marino — si fece promotore di una mozione contro i NCC per limitare l’accesso ai noleggi con conducente da fuori Roma. Mozione che venne fatta propria dalla maggioranza che emanò una delibera (votata anche dal Cinque Stelle) che però venne successivamente annullata dal TAR.
A dettare la linea sull’argomento è però sempre questo vecchio post — datato 2012 — pubblicato sul Blog di Beppe Grillo. A riprova del fatto che il MoVimento non ha la flessibilità mentale necessaria per intepretare il presente e che deve sempre farlo entro i limiti stabiliti dai sacri testi.
Certo, il fatto che la Raggi e la Meleo difendano gli stessi tassisti che con uno sciopero selvaggio che dura da una settimana bloccano le città e aggrediscono i colleghi non è una buona pubblicità per il partito dell’onestà e della legalità .
(da “NextQuotidiano”)
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Febbraio 21st, 2017 Riccardo Fucile
COME TUTTE LE PERSONE CIVILI HANNO DIFESO LEI DAL TERMINE “PATATA BOLLENTE”, FORSE CHE NON MERITAVANO UNA CONDANNA GLI SLOGAN “LANZILLOTTA E’ UNA MIGNOTTA, LE FAREMO…” ?… O VALGONO SOLO I VOTI CON CUI I TAXISTI ROMANI TI HANNO PORTATA IN CAMPIDOGLIO?
Virginia Raggi ha costruito parte del suo consenso elettorale sulla filiera romana dei taxi. E oggi è scesa in campo al fianco della categoria.
“Noi siamo con voi, per noi il servizio di trasporto pubblico non di linea è fondamentale. È il biglietto da visita della città , deve essere regolamentato in maniera chiara, può essere sicuramente migliorato però le riforme dall’alto sicuramente non ci piacciono e sicuramente complicano tutto il sistema”.
A parte il piccolo dettaglio che da una settimana un servizio pubblico viene interrotto discrezionalmente, che una città come Roma (ma non solo quella) venga bloccata in molti suoi snodi vitali, che il tenore delle proteste comprenda bombe carta, insulti, e faccia a faccia poco amichevoli con le forze dell’ordine, che quella difesa sia la stessa categoria che sostenne la conquista del Campidoglio da parte di Gianni Alemanno; a parte tutto questo è una decisione politicamente legittima e più o meno condivisibile.
Cercando dunque di tenere al di fuori di queste considerazioni una cornice complessiva assai discutibile per come la protesta si estrinseca, c’è un aspetto sul quale quel “Noi al fianco dei tassisti” twittato dalla prima cittadina è inaccettabile.
Ed è la fogna sessista riversata sull’autrice dell’emendamento contestato, la senatrice Linda Lanzillotta, dal presidio dei tassinari di Porta Pia.
Un profluvio di “Lanzillotta è una m….tta, le faremo …” – con una lunga serie di variazioni sul tema che per decenza omettiamo – intonate con ferocia e sorprendente violenza verbale da centinaia di appartenenti alla categoria, riuniti sotto il ministero dove Graziano Delrio stava incontrando una loro delegazione.
Giustamente il sindaco di Roma è stato sommerso da un fiume di solidarietà per il titolo di Libero di qualche giorno fa, il famoso “Patata bollente”.
In quanto donna, anzitutto, e in quanto donna che fa politica.
Al pari di ciò, l’assenza di una presa di distanza su un così volgare, feroce, ripetuto e reiterato attacco sessista a una collega (in quanto donna, e in quanto donna che fa politica), è grave in modo preoccupante.
E svilisce, da qualunque punto di vista lo si voglia prendere, l’attestato di solidarietà alla categoria, anche se bene a fatto a prendere le distanze dalla violenza.
Dando cittadinanza e copertura politica a forme e modi di protesta che comprendono l’insulto gratuito e sessista come elemento centrale e qualificante del dissenso.
Guarentigie inaccettabili in un maturo stato democratico.
Francamente sovviene qualche dubbio che lo saranno anche nel visionario futuro a 5 stelle.
Pietro Salvatori
(da “Huffingtonpost”)
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Febbraio 21st, 2017 Riccardo Fucile
M5S E DESTRA DIFENDONO LOBBISTI CHE HANNO AUMENTATO LE TARIFFE DEL 37% ALLA FACCIA DELLA POVERA GENTE… COMPLIMENTI AI SOVRANISTI DEI PRIVILEGIATI, SEMPRE DALLA PARTE SBAGLIATA
Caos in centro a Roma, con scontri e quattro fermi di polizia, per la protesta degli ambulanti schierati contro la direttiva Bolkestein e dei tassisti, che per il settimo giorno consecutivo hanno incrociato le braccia contro l’emendamento Lanzillotta al decreto Milleproroghe.
Da questa mattina centinaia di persone sono arrivate da tutta Italia per protestare in piazza Montecitorio, dove sono state fatte esplodere varie bombe carta: in frantumi le finestre di alcuni palazzi all’angolo di via Aquino e una delle vetrate circolari del palazzo settecentesco Macchi di Cellere.
Dopo lo scoppio, i commercianti hanno abbassato le saracinesche dei negozi. Parte dei manifestanti, però, si è dissociata da chi ha provocato incidenti.
Tensione anche a Largo del Nazareno, dove le vie di accesso sono state chiuse e dove i manifestanti hanno cercato di avvicinarsi alla sede del Pd. Dopo un lancio di oggetti contro le forze dell’ordine, gli ambulanti e i tassisti sono stati caricati e si sono dispersi nelle vie limitrofe.
I manifestanti hanno rovesciato vasi, tavolini e sedie di alcuni locali sotto lo sguardo impaurito dei turisti.
La Questura rende noto che sono stati effettuati i primi fermi: si tratta di due appartenenti al movimento romano di Forza Nuova, già responsabili in passato di atti di violenza, tra cui il leader Giuliano Castellino.
Un ambulante, ex militante di estrema destra, è stato fermato per atti di violenza con l’utilizzo di un tirapugni, mentre una quarta persona è stata fermata per il lancio delle bombe carta
Ai tassisti, infatti, si sono mescolati esponenti dell’estrema destra romana tra saluti romani e bandiere nere con il simbolo dei pirati. Dopo i disordini, due
manifestanti sono stati trasportati al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni in codice giallo per trauma cranico.
Un paio di persone sono state invece medicate sul posto. Si registrano poi quattro agenti della polizia feriti.
Intanto, alla Camera, le commissioni Affari costituzionali e Bilancio hanno esaminato gli emendamenti al decreto Milleproroghe, bocciandoli tutti.
Il decreto, dunque, è rimasto nella versione approvata dal Senato, comprese le norme su cui è scoppiata la protesta di tassisti e ambulanti. Il testo è quindi passato all’esame dell’Aula, dov’è terminata la discussione generale e dove sono state respinte le pregiudiziali di costituzionalità presentate da M5S, Lega e Fratelli d’Italia.
Per il voto finale è stata posta la questione di fiducia. Il governo, infatti, non ha intenzione di fare passi indietro sull’emendamento Lanzillotta.
(da agenzie)
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Febbraio 21st, 2017 Riccardo Fucile
MILO YIANNOPOULOS E’ CAPOREDATTORE DEL SITO DELL’ULTRADESTRA TRUMPIANA BREITBARTH: “RELAZIONI TRA RAGAZZI MINORENNI E ADULTI MATURI SONO ESPERIENZE POSITIVE”… L’EDITORE CANCELLA LA PUBBLICAZIONE DEL SUO LIBRO
Quando è troppo è troppo, persino per personaggi che hanno fatto della provocazione il proprio stile di vita.
È questo il caso di Milo Yiannopoulos, caporedattore del sito di destra Breitbart e fan scatenato di Donald Trump, che è finito nella bufera per aver difeso la pedofilia in un video pubblicato in rete.
Dopo aver scatenato una rivolta all’Università di Berkeley, dove doveva tenere una conferenza, Yiannopoulos è finito di nuovo nell’occhio del ciclone: l’editore Simon & Schuster ha cancellato la pubblicazione della sua autobiografia e anche il sito di destra Breitbart sembra pronto a scaricarlo.
“Dopo un attento esame, Simon & Schuster e la sua divisione Threshold Editions hanno cancellato la pubblicazione di Dangerous di Milo Yiannopoulos”, spiega in una nota l’editore, che avrebbe già versato 250 mila dollari per il libro. Yiannopoulos, polemista di Breitbart e ideologo dell’alt-right, ha commentato su Facebook: “Ne ho passate di peggio, questo non mi sconfiggerà “.
La decisione dell’editore segue la polemica scoppiata dopo la pubblicazione in rete di un video, ricavato tra l’altro da un’intervista in diretta internet del gennaio 2016, in cui Yiannopoulos si dice favorevole al sesso tra “ragazzi giovani” e uomini adulti. Yiannopoulos aggiunge che l’età del consenso “non è una cosa in bianco e nero” e che le relazioni “tra ragazzi giovani e uomini adulti possono essere esperienze estremamente positive”.
E prosegue: “sono grato a padre Michael, se non fosse per lui non sarei così bravo nel sesso orale”.
Yiannopoulos spiega poi la sua concezione di pedofilia. “La pedofilia non è un’attrazione per un tredicenne, sessualmente maturo. La pedofilia è un’attrazione per bambini che non hanno raggiunto la pubertà “.
Parole giudicate inaccettabili anche dall’Unione conservatrice americana, che gli ha revocato l’invito a intervenire sul podio della sua conferenza annuale, a causa del “video offensivo, che sdogana la pedofilia”.
Il presidente dell’Acu Matt Schlapp ha detto che la risposta di Yiannopoulos è “insufficiente”. Secondo il sito The Washingtonian, i dipendenti di Breitbart – sito diretto fino a poco tempo fa da Steve Bannon, oggi capo di gabinetto del presidente Trump – hanno minacciato di dimettersi se Yiannopoulos non verrà licenziato.
(da “Huffingtonpost”)
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Febbraio 21st, 2017 Riccardo Fucile
DAI SALUTI ROMANI PRO-ALEMANNO, LA LOBBY DEI TAXI ROMANI PASSA A QUELLO PRO-RAGGI CHE NON ASPETTAVA ALTRO CHE FAR DIMENTICARE LA SUA INETTITUDINE… OGNI VOLTA CHE SI CERCA DI PORTARE ORDINE AL SETTORE SCATTANO GLI SCIOPERI SELVAGGI
La protesta dei tassisti contro l’emendamento Lanzillotta diventa un caso politico.
Da un lato il blog di Grillo si schiera con la categoria e la sindaca di Roma Virginia Raggi scende in piazza tra gli autisti di taxi, dall’altro una parte della manifestazione di tassisti che si sta svolgendo a Roma si è fermata davanti al Nazareno, sede del Partito Democratico, facendo registrare anche momenti di tensione con le forze dell’ordine in tenuta antisommossa.
Dopo le cariche ora è arrivata l’autoambulanza per portare via un ferito. Si tratta di una persona anziana colpita alla testa durante gli scontri con la polizia. I manifestanti dicono si tratti di un tassista, ma altri testimoni dicono si tratti di un passante. Oltre a lui, ci sarebbero altre due persone contuse.
Per il sesto giorno consecutivo il servizio taxi è fermo a Roma e nella Capitale stanno arrivando da tutta Italia i tassisti: piazza Montecitorio è già piena.
Uno striscione recita “Il servizio pubblico taxi non è in vendita”. Comincia infatti oggi alla Camera la discussione del Milleproroghe contenente un emendamento che, secondo la categoria, deregolamenta il settore. Alle 15 è previsto l’incontro tra i sindacati dei tassisti e il ministro Delrio. Intanto Beppe Grillo prende le parti degli autisti di taxi in un tweet: “Blocchiamo la porcata del Pd contro i tassisti”.
Intanto la sindaca di Roma, Virginia Raggi, è uscita dal Campidoglio e si è recata a Piazza Venezia per incontrare i tassisti in protesta. La prima cittadina, parlando con alcune tassiste che manifestano le loro istanze e chiedono attenzione sul fatto che “molti utenti che trasportiamo spesso non sono rispettabili e tranquilli”, ha detto: “Fate un lavoro pericoloso”. Originale.
Il viceministro Nencini: “Ok alle tutele, ma più concorrenza”.
“Il tavolo di confronto serve proprio per discutere delle questioni di merito e cercare un punto di equilibrio, premesso che una regolamentazione risoluta del settore è indispensabile”. Lo dice il viceministro ai Trasporti Riccardo Nencini in un’intervista al Corriere della Sera, sull’ incontro di questo pomeriggio con le associazioni dei tassisti che manifestano, in vista del quale rinnova l’appello a interrompere la protesta.
“Le norme che regolano il sistema – osserva – risalgono a una ventina di anni fa mentre nel frattempo è cambiato il mondo della mobilità . Adesso è indispensabile la riforma, senza penalizzare i tassisti che hanno fatto un investimento sulla loro professione e mettendo un argine forte all’abusivismo. Come ha detto il ministro Delrio, è una buona occasione per una riforma complessiva”.
Nencini spiega che “il mercato in parte si è già aperto, ma in maniera distonica rispetto alle norme in vigore e questo dimostra che c’è bisogno di una nuova regolamentazione, che possa sì favorire la creazione di posti di lavoro, ma regolari e non abusivi”.
Parlando del servizio auto Uber, sottolinea che “consentire al cittadino la migliore mobilità possibile al costo più basso è una opportunità , a patto che avvenga dentro un sistema regolamentato che offra garanzie sia agli utenti sia alle imprese”.
Nessun rappresentante dei taxisti però ricorda che a Roma le tariffe sono aumentate del 35% negli ultimi due anni mentre in altre capitali europee si pagano tariffe decisamente minori.
I consumatori hanno diritto a veder praticare tariffe eque, da qui il successo di altre forme di trasporto che rompono il monopolio.
(da agenzie)
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