Maggio 24th, 2019 Riccardo Fucile
DOMANDA: MA QUESTI LEONI DA TASTIERA PERCHE’ NON SONO ANDATI A DIFENDERE IL COMIZIO DI CASAPOUND DI PERSONA INVECE DI CHIUDERSI NEI CESSI DI CASA COME FANNO DA UNA VITA?
Sotto il video caricato su Youtube da “local Team”, in cui si vedono le immagini di Genova del pestaggio dei manifestanti del corteo, dove è rimasto gravemente ferito anche il giornalista Stefano Origone, il web ha dato il peggio di sè.
Il tenore dei commenti infatti è terrificante: persone che inneggiano alla violenza, che lodano l’azione repressiva della polizia, e che addirittura gioiscono facendo la conta «uno in meno»
Ciò che è accaduto a Genova è da condannare senza se e senza ma. E non solo perchè tra le vittime manganellate c’è anche un giornalista. Se da un lato il ferimento di Stefano Origone ha amplificato la polemica, dall’altro ha dato attenzione anche a chi la violenza la considera una forma corretta di repressione.
È quello che sembra emergere dal tenore dei commenti che sono apparsi sotto al video. «W la polizia, una merda in meno» dice uno, «grande polizia!» gli fa eco un altro.
C’è anche chi allora decide di tirare in ballo Stefano Origone, condannandolo proprio per il suo mestiere: «Quello di Repubblica si merita anche più botte di quante ne meritino i coglioni dei cessi sociali».
E poi c’è ‘esaltazione della violenza fine a se stessa: «Che bello sentire il rumore dei manganelli su queste teste di cazzo, una vera sinfonia», «fa bene la polizia a manganellare sta gente di merda», «Saziateli di Manganellate a sta fogna».
Leoni da tastiera forse, ma incoraggiati da quei tanti pollici all’insù.
(da agenzie)
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Maggio 24th, 2019 Riccardo Fucile
LABURISTI DAL 9,4% AL 18,4%, LIBERALI DAL 12% AL 14,6%, POPOLARI DAL 15,2% AL 12,5%
Il partito laburista olandese (PvdA) sconvolge i pronostici sulle elezioni europee e nell’exit poll si piazza davanti a liberali (VVD) e populisti (FVD). Ma chi ha vinto le elezioni? Qual è il partito vincitore? Vediamo insieme i dati:
Secondo prime stime degli exit poll, i laburisti guidati da Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione europea, con il 18,1 per cento dei voti, dovrebbero aggiudicarsi cinque dei 26 seggi assegnati ai Paesi Bassi.
Quattro posti per il Partito popolare per la libertà e la democrazia (VVD) con il 15 per cento dei voti, tre per il Forum per la Democrazia (FVD) populista di Thierry Baudet con l’11 per cento dei voti.
Tre seggi andrebbero anche ai Verdi, uno al partito anti-immigrazione di Geert Wilders.
L’Olanda già nelle elezioni europee del 2014 aveva rotto il silenzio elettorale, pubblicando gli exit poll senza aspettare la fine del voto di tutti i paesi dell’Ue.
Le stime uscite finora sono di Ipsos per la televisione pubblica olandese Nos. Anche se secondo un nuovo exit poll, quello del GeenPeil, che utilizza il risultato ufficiale di 732 seggi su 9000, i laburisti avrebbero ottenuto sei seggi, mentre il partito di Wilders ed il Partito socialista (Sp) potrebbero non ottenere neppure un seggio.
L’inatteso primo posto che l’exit poll olandese assegna al Partito del Lavoro in Olanda invita alla prudenza su come andrà a finire la partita europea.
Il partito laburista olandese, Partij van de Arbeid, abbreviato in PvdA, è un partito politico social-democratico dei Paesi Bassi , fondato nel 1946 come fusione del Partito socialdemocratico dei lavoratori, della Lega democratica libera e dell’Unione democristiana.
Dal 2012 al 2017, il PvdA ha formato la seconda più grande fazione parlamentare ed è stato l’alleato minore nel secondo governo di Rutte. Dal 2016, il vice primo ministro Lodewijk Asscher è leader del partito laburista.
Gli antieuropei di estrema destra, con posizioni radicali su razza, immigrazione, difesa dei valori “bianchi”, di Thierry Baudet, entreranno sì a Strasburgo, ma —se i risultati definitivi confermeranno questi exit poll- con una forza di fuoco meno potente del previsto.
I dati provvisori (raccolti da un campione di 56 mila elettori in 35 seggi) attribuiscono tre seggi a Baudet, comunque sotto ai Cristiano-democratici del CDA e soprattutto dietro ai liberali del PVV del premier Mark Rutte, grande alleato di Macron.
A perdere sono i populisti di Wilders, esponente politico vicino alla Lega di Matteo Slavini, considerati ormai troppo contagiati dall’establishment
(da agenzie)
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Maggio 24th, 2019 Riccardo Fucile
SALVINI ANNASPA E SPARA UNA SERIE DI BUFALE E DATI TAROCCATI PER GIUSTIFICARE I SUOI INSUCCESSI
Niente rose o mazzi di fiori per Lilli Gruber. Matteo Salvini torna ad Otto e Mezzo, quella trasmissione dove qualche settimana fa aveva detto di non averci alcuna voglia di andare. Lo fa in collegamento, motivo per cui non ha portato i famosi fiori promessi la volta scorsa. «Glieli voglio omaggiare di persona» spiega il ministro dell’Interno.
Ma anche senza rose Salvini ci ha regalato parecchie perle. Nel senso di bufale, fregnacce e misinformazione che ha elargito agli spettatori.
Si inizia subito dal tema del giorno (e per “tema del giorno” intendiamo degli ultimi quattro mesi): il continuo battibecco con il M5S e Luigi Di Maio che ieri ha detto alla Lega: «più lavoro e meno Stronzate».
Salvini taglia corto: «io passo il mio tempo lavorando e rispondo lavorando». Per la verità non si capisce esattamente quando il titolare del Viminale lavori. Perchè è sempre in giro per l’Italia a fare comizi; perchè in un anno di governo ha prodotto un solo decreto, quello “sicurezza” — che non è completamente operativo visto che mancano le norme attuative — e perchè a quanto pare il Ministro al Viminale non ci mette spesso piede.
Ma quali sono quindi i successi di Salvini? Lui è modesto e ce ne dice due.
Il primo sono i tremila poliziotti assunti. Ma in verità non sono ancora stati assunti visto che il via libera (da parte della ministra Bongiorno) è arrivato solo due giorni fa.
«Oggi ho dato il via libera all’assunzione di 1.851 unità di allievi agenti della Polizia di Stato: le nuove risorse, richieste dal ministro dell’Interno Salvini, inizieranno il corso entro il prossimo agosto» dichiarava la ministra della PA il 22 maggio.
A margine Salvini dimentica dei vincitori del concorso 1148 per la Polizia di Stato esclusi dalle graduatorie a scorrimento proprio da un decreto emanato dal suo Ministero.
Qual è il secondo successo? Il decreto sicurezza-bis «che è pronto» dice Salvini, «ma intanto lo avete dovuto rimandare» risponde la Gruber ricordando che l’ultimo Consiglio dei Ministri non ha affrontato l’argomento «eh ma intanto è pronto» ribatte il ministro.
Che forse pensa che un decreto diventi operativo nel momento in cui si asciuga l’inchiostro dove lo scrive e non quando viene firmato dal Presidente della Repubblica.
Ma in fondo questo è il governo degli annunci pubblicitari, e va bene così.
Ad esempio Salvini dice che grazie alla Flat Tax sulle partite Iva «nei primi tre mesi hanno aperto 200mila nuove partite Iva». In realtà sono centomila e gran parte — spiegava La Voce.info qualche giorno fa — sono false partite Iva.
Ma Salvini almeno una cosa giusta la dice quando spiega che il debito è aumentato in questi dieci anni anche «perchè meno gente lavora meno gente paga le tasse e il debito cresce». Sarebbe interessante lo andasse a spiegare al sottosegretario — leghista — Michele Geraci che due giorni fa non sembrava in grado di riuscire a cogliere il rapporto tra deficit e PIL.
Salvini però non è solo uno che “fa” (come tutti quelli del Nord, ovviamente!) ma è anche uno che pensa. Ad esempio ci fa sapere che «io adoro la democrazia e oggi ho incontrato la professoressa di Palermo dicendo che la sospensione è stata sbagliata e dandole appuntamento a scuola per confrontarmi sull’Italia che verrà ».
Non dice che ieri a Palermo gli studenti del Vittorio Emanuele III lo aspettavano ma non si è fatto vivo.
Non dice che una sottosegretaria del suo governo (e del suo partito) aveva chiesto di “cacciare con ignominia” e interdire “a vita” dall’insegnamento la docente.
Ma non siamo certo qui per parlare di quello.
Parliamo di Quota 100: «300mila italiani quest’anno andranno in pensione, e almeno 150mila giovani quest’anno inizieranno a lavorare, grazie a Quota 100», fa sapere il ministro che fino a qualche tempo fa parlava di rapporto uno a uno tra pensionati e nuovi assunti.
I dati però ancora non ci sono e non si sa quanti saranno effettivamente. Il DEF ad esempio ridimensiona notevolmente la portata di Quota 100 sull’occupazione.
Ed è curioso che quello che faceva la battaglia a favore degli esodati della Fornero non abbia risolto il problema degli esodati.
Ma Salvini è convinto che le cose andranno come dice lui e così — lo diceva già a febbraio — cita il caso dei 100 nuovi assunti a Portovesme a fronte di 150 pensionamenti.
Il che significa che sono stati persi cinquanta posti di lavoro. Ma le assunzioni non ci sono ancora, e non è curioso che l’unico esempio che Salvini sia in grado di citare sia sempre e solo quello di Portovesme?
Parliamo di Europa? Sì grazie, in fondo si vota fra due giorni e magari è utile sapere che Salvini sull’Unione Europea racconta un sacco di balle. Eppure qualcosa dovrebbe saperne, visto che ha fatto due mandati all’Europarlamento «sì ma all’opposizione» dice lui. Facendosi vedere pochissimo, diciamo noi e dicono i dati.
Perchè Salvini vuole andare in Europa? Per convincere la UE a lavorare meglio sul tema immigrazione. In Italia da quando c’è lui al governo le cose stanno andando benissimo.
Chissà cosa ha pensato quando dopo un paio d’ore a Piazza Pulita hanno mostrato a Roberto Maroni queste due schede. La prima è quella che mostra un calo dei rimpatri del 5% rispetto al governo Gentiloni.
La seconda è quella che mostra invece un aumento del numero di stranieri irregolari presenti in Italia. Perchè sono irregolari? Perchè grazie al Decreto Sicurezza molti cittadini stranieri hanno perso la protezione umanitaria e sono finiti in un limbo senza diritti. °
Ma da ministro e papà Salvini è convinto di una cosa: chi scappa dalla guerra non arriva sui barconi perchè lui i bambini li fa arrivare in aereo. Evidentemente chi ha più di otto o dieci anni non scappa dalla guerra.
Ma l’Europa non ci deve aiutare solo con i migranti (cominciasse a chiederlo ai suoi amici del gruppo di Visegrad). Ci deve dare più soldi: «l’Italia è un contributore netto, versa 6 miliardi in più di quanto riceve». Vero solo in parte.
Perchè è vero che l’Italia è un contributore netto del bilancio UE (come lo sono del resto Germania, Francia, Gran Bretagna, Olanda, Svezia, Austria, Danimarca e Finlandia) ma lo scarto è di due miliardi non di sei (la Germania invece paga 9 miliardi in più di quanti ne riceve indietro).
Indovinate quali sono i paesi che invece prendono di più di quanto danno: i sovranisti del gruppo di Visegrad. Salvini dice che queste cose le vuole cambiare, ma qualche mese fa il ministro degli Esteri del suo governo diceva che l’Italia sarebbe rimasta un contributore netto del bilancio europeo.
Altro problema che Salvini vuole risolvere appena “vincerà ” le elezioni europee è la tutela obbligatoria del Made in Italy. «La Lega al governo mette un tricolore grosso come un quadro così in consumatori sanno quello che comprano. L’Europa questo ce l’ha sempre impedito perchè arriva l’olio tunisino, il grano canadese, i pomodori marocchini» perchè «il finto made in italy ci costa sessanta miliardi di euro, occorre la protezione obbligatoria dei prodotti italiani. Ci sono alcune norme europee che permettono il cosiddetto italian sounding, come il finto parmigiano».
Ora è evidente che non solo Salvini in Europa non ci è mai andato ma non ha mai fatto nemmeno la spesa.
Perchè nessuno vieta ai produttori di mettere tricolori sui prodotti, anzi sarebbero stupidi a non farlo visto che il consumatore tende a preferirli. E non è nemmeno vero che la UE non difende i prodotti italiani, visto che riconosce DOC e IGP.
Anzi è la Lega che opponendosi al CETA consente ai produttori stranieri di continuare a truffare i consumatori stranieri.
Il grano canadese difficilmente i consumatori lo troveranno sugli scaffali. Troveranno invece la pasta prodotta con quel grano, ma per il semplice motivo che — così come per l’olio — la produzione italiana di materia prima non è sufficiente per coprire il fabbisogno interno.
Certo, ci sono anche i furbetti che spacciano per Made in Italy prodotti che non lo sono. Ma indovinate un po’: sono italiani. Colpa dell’Europa anche quello?
(da “NextQuotidiano”)
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Maggio 24th, 2019 Riccardo Fucile
CADUTE LE ACCUSE DI MINACCE, VIOLENZA PRIVATA, RESISTENZA A PUBBLICO UFFICIALE E FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA
Sono stati assolti i due migranti che Salvini voleva fare “scendere in manette” dalla Diciotti ferma al porto di Trapani nel luglio dello scorso anno.
Lo racconta Marco Bova su Repubblica Palermo: si tratta di Bichara Ibrahim Tuani, di 32 anni originario del Senegal e Ibrahim Amid, ghanese di 27 anni.
I due furono arrestati nel luglio dello scorso anno con l’accusa di minacce, violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Secondo le indagini i due si erano scagliati contro alcuni componenti dell’equipaggio del rimorchiatore battente bandiera italiana Vos Thalassa che li aveva soccorsi vicino a una piattaforma petrolifera a largo delle coste libiche.
In totale vennero tratte in salvo 67 persone che poi vennero trasbordati sulla nave Diciotti della Guardia costiera che sbarcò a Trapani dopo una lunga trattativa in cui intervenne il ministro Matteo Salvini.
Lo sbarco, dopo una lunga attesa, avvenne in tarda serata con l’intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Nonostante Salvini avesse detto che “prima di concedere qualsiasi autorizzazione attendo di sapere nomi, cognomi e nazionalità dei violenti dirottatori che dovranno scendere dalla Diciotti in manette”. Vennero individuati Amid e Tuani che però alla fine non scesero dalla nave in manette.
Ora il riconoscimento che i due migranti avevano paura di finire uccisi se fossero stati consegnati ai militari libici. I due migranti hanno chiesto già dinanzi al giudice Grillo di essere riconosciuti come rifugiati.
(da Globalist)
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Maggio 24th, 2019 Riccardo Fucile
A DIMOSTRAZIONE CHE I PORTI SONO APERTI, SALVO QUALNDO QUALCUNO ILLEGALMENTE MINACCIA DI CHIUDERLI SOLO ALLE ONG
Nuovo sbarco di migranti a Lampedusa: sull’isola sono arrivati 57 stranieri, precisamente 56 uomini e una donna.
I migranti tutti partiti dalla Libia e provengono precisamente da Marocco, Algeria, Siria, Libia, Gambia e Bangladesh.
I migranti sono arrivati a Lampedusa alle 4 del mattino.
L’imbarcazione è stata avvistata davanti alle coste dell’isola dalla Guardia di finanza e dalla Capitaneria di porto. Due motovedette hanno scortato gli stranieri fino alla banchina.
A dimostrazione che i porti sono aperti come prevede il diritto italiano e internazionale.
(da agenzie)
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Maggio 24th, 2019 Riccardo Fucile
NON HA PROBLEMI A ESPRIMERE IL SUO GIUDIZIO SUL LEGHISTA
Francesca Pascale non ha problemi nel condividere su Whatsapp con i numerosi contatti telefonici (che possono leggere i suoi status pubblici) quale sia la sua opinione su Matteo Salvini.
Che poi, fino a prova contraria, sarebbe ancora alleato del suo Silvio — che oggi ha scritto una lettera al Corriere — in una miriade di città e regioni.
Tommaso Rodano sul Fatto racconta cosa scrive l’attuale compagna di Berlusconi:
Ecco alcune perle del Pascale-pensiero: “Lercio e buffone”, scritto a caratteri cubitali sulla foto del ministro dell’Interno; “Omofobi” e “Pagliacci senza gloria” sull’immagine del leghista con Marine Le Pen.
Poi anche una vignetta di Vauro che raffigura il “Capitano”, e la didascalia di Lady B. vagamente allusiva: “È contro i diritti civili e le droghe… ma vuoi vedere che…”.
E ancora: foto di striscioni contro il leghista e della famosa copertina di Rolling Stone anti Salvini (pure qui con il gioviale commento: “Buffone!”).
Gli screenshot delle sparate WhatsApp di Francesca Pascale ovviamente stanno facendo il giro delle chat dei parlamentari di Forza Italia.
A pochi giorni dal voto europeo, il partito attraversa uno dei momenti più delicati della sua storia.
La compagna dell’ex Cavaliere è da tempo una delle protagoniste della faida che dilania gli azzurri.
Da una parte c’è lei, insieme all’ex nemica Mara Carfagna, a sostenere la fazione “moderata”, antileghista e antisovranista.
Dall’altra i realisti —alcuni nomi: Gianni Letta, Niccolò Ghedini, Licia Ronzulli — fautori di una linea filo-leghista
(da “NextQuotidiano”)
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Maggio 24th, 2019 Riccardo Fucile
SALVINI NON LO HA RIPRESENTATO AL PARLAMENTO EUROPEO… BORGHEZIO: “IO AL SUO CONFRONTO SONO UN MODERATO”
Matteo Salvini quando ha scelto i candidati per le elezioni europee: ha fatto fuori Mario Borghezio, e si stenta ancora oggi a capirne il perchè
Ancora arrabbiato per l’esclusione?
«Non è stata un’arrabbiatura. Ma stupore. Consideravo Salvini un uomo che non commette errori. Con me ne ha fatto uno grave. Danneggiando la Lega. Perchè i voti della destra pura, la destra più a destra, li ho sempre portati io».
E sul più bello l’han fatta fuori.
«Sì. Questo ha del grottesco. Un harakiri. Buttar via voti sicuri è inspiegabile. Razionalmente. Non credo ci sia del dolo. Superficialità ».
Rappresentava il passato…
«Eheh, ma ci sono i residui bellici. In Europa le forze politiche di spessore contano sull’esperienza. Io ci ho messo dieci anni a capire come funzionava. Comunque ho elaborato la mia teoria: il Padreterno nella sua immensa saggezza ha pensato: è così buona l’idea della Lega che ogni tanto le infiliamo un bel bastone fra le ruote così se la guadagnano, la pagnotta. E ogni tanto facciamo qualche enorme cazzata».
Non sarà che lei è troppo a destra perfino per Salvini?
«Ma va! Ripeto: rispetto a Salvini io sembro Rumor!»
Questa poi!
«È così! Soprattutto dopo gli esborsi ai quali mi ha costretto la magistratura italiana…In un anno ho dovuto tirar fuori poco meno di 100.000 euro».
Per le querele?
«Ne ho dovuti pagare 40.000 a dei nomadi e 58.500 alla signora Cècile Kyenge…».
Ci credo: l’aveva chiamata «Bonga Bonga» dicendo che voleva «imporre le sue tradizioni tribali in Italia»
«Ora capisce che su argomenti così, che abbiano una vaghissima attinenza con razzismo o xenofobia, quando parlo sono la controfigura moderata di un doroteo».
Insomma, Borghezio confessa tranquillamente che ora non dice più cose razziste perchè sennò finisce nei guai.
E poi dite che la tattica del bastone e della carota non funziona
Chissà se la regola vale anche per Salvini…
(da “NextQuotidiano”)
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Maggio 24th, 2019 Riccardo Fucile
LA DERIVA DI UN PAESE DOVE INFORMARE E’ UN RISCHIO
Il Capo della Polizia, Franco Gabrielli ha disposto nel giro di un’ora un’indagine interna, ha identificato gli agenti che hanno condotto la carica, il funzionario che l’ha ordinata e consegnerà alla magistratura che procede per lesioni i risultati dell’inchiesta perchè valuti se vi sia stato, e da parte di chi, un uso illegittimo o sproporzionato della forza, come il racconto di Stefano accredita («Ero a terra, urlavo, ma loro non si fermavano» ). Perchè se così dovesse essere – garantisce il capo della Polizia – «non ci saranno sconti»
Un Paese che comincia a pensare che i giornalisti ma, meglio sarebbe dire, il giornalismo non è un bene di tutti, che la faccenda è materia di una corporazione inutile e spazzata via dal tempo, che, anzi, è venuto il tempo di togliersi i guanti e lasciare che qualche rompicoglioni abbia ciò che merita – in un vicolo, in una piazza, in rete – con una robusta dose di minacce (se necessario di morte) o di legnate, è un Paese che ha cominciato a perdere se stesso.
Che comincia a danzare pericolosamente su un abisso dove la logica del “redde rationem” deve progressivamente consegnare ogni presidio di libertà e chi la garantisce a una spaventosa conta.
O con me o contro di me. Dove ogni mediazione salta.
Dove l’informazione non ha più diritto di cittadinanza perchè ormai etichettata come «serva» o «bugiarda».
Dove a ogni poliziotto viene imposto di decidere in solitudine se essere moschettiere del Re o cittadino.
Il pomeriggio di Genova è un modesto avviso. Per tutti.
E che un giorno, speriamo non arrivi mai, nessuno dica di non essersene accorto.
(da La Repubblica”)
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Maggio 24th, 2019 Riccardo Fucile
APERTI DUE FASCICOLI SIA SUGLI AUTORI DEL PESTAGGIO AL GIORNALISTA (LESIONI AGGRAVATE CON L’ AGGRAVANTE DELL’USO DELLE ARMI) CHE SUGLI ANTAGONISTI
La Procura di Genova aprirà due fascicoli su quanto accaduto ieri pomeriggio durante il comizio di CasaPound e la manifestazione di antifascisti e antagonisti.
Un’indagine riguarda il pestaggio del cronista di Repubblica Stefano Origone e ha come ipotesi di reato le lesioni aggravate, con l’aggravante dell’uso dell’arma, e senza escludere che i magistrati vogliano fare luce su casi analoghi avvenuti.
L’indagine è affidata alla Squadra Mobile, che in primis procederà all’identificazione degli agenti. Un’altra inchiesta riguarda invece gli antagonisti accusati di resistenza, affidata alla Digos.
Entrambe le indagini, al momento, sono a carico di ignoti.
“L’importante sarà ricostruire i fatti e la verita storica, senza sconti per nessuno”, ha spiegato il procuratore aggiunto Francesco Pinto.
“Il clima del G8 è totalmente passato e fin dal primo mattino di oggi abbiamo raccolto massima collaborazione da parte delle forze dell’ordine, non abbiamo alcun motivo di dubitare sulla professionalità e onestà dei dirigenti di polizia”.
Gli inquirenti analizzeranno video e immagini e sentiranno testimonianze utili.
(da agenzie)
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