Giugno 4th, 2019 Riccardo Fucile
LA TRAGEDIA SFIORATA A VENEZIA METTE IN RIDICOLO SALVINI E TONINELLI… DUE ANNI FA IL 99% DEI VENEZIANI IN UN REFERENDUM AVEVA CHIESTO IL BLOCCO DELLE GRANDI NAVI, IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO E DELLA DEMOCRAZIA DIRETTA NON HA FATTO UNA MAZZA
Poteva essere una tragedia. Lo schianto. Il panico tra i passeggeri. La collisione avvenuta domenica 2 giugno nel canale della Giudecca a Venezia tra una nave da crociera e un battello turistico con a bordo 130 persone poteva finire molto peggio.
Fortunatamente l’incidente si è concluso con qualche danno e quattro feriti. Ma l’annoso problema dietro tutto questo rimane: l’ingresso delle grandi navi nella fragilissima Venezia.
E mentre lo slogan del vice premier leghista Matteo Salvini è “porti chiusi per i migranti”, per i giganti del mare i porti sono sempre aperti.
Nei giorni scorsi abbiamo visto aprire i porti di Genova e Cagliari per le navi saudite pronte a caricare armi di manifattura italiana utilizzate nella guerra in Yemen, nella Serenissima avviene invece l’ennesimo caso di una nave da crociera che invade il cuore storico di Venezia, a 150 metri dal Palazzo Ducale, senza neanche chiedere il permesso.
Un grattacielo galleggiante di 66mila tonnellate, 275 metri di lunghezza e 3mila persone in pancia. Di navi come questa, solo nell’ultimo anno, ne sono entrate due al giorno, portando un milione e mezzo di turisti a Venezia.
Nonostante i turisti significhino soldi, anche il sindaco della città dei leoni, Luigi Brugnaro, dopo lo schianto si è subito affrettato a fare una dichiarazione contro le grandi navi.
Qual è lo snodo fondamentale? Le navi, invece di fermarsi a Porto Marghera, entrano nel canale della Giudecca per attraccare in Marittima -ossia in città – passando dalla bocca di porto del Lido per ben due volte tra Bacino di San Marco e il Canale della Giudecca stesso, provocando così un moto ondoso. Non è una novità , succede da anni.
Doveva proprio arrivare una tragedia sfiorata per riuscire a vedere la minaccia? Non bastava alzare il naso e guardare?
Queste navi non sono proprio trasparenti. Immaginate un palazzo sul mare, le cui dimensioni sovrastano le case e le persone. Alcuni “no” all’entrata delle navi di grossa taglia gridavano vendetta da tempo, ma sono rimasti inascoltati.
Il “no” dei cittadini. Il comitato No Grandi Navi ha lanciato l’allarme anni fa: “Il traffico croceristico e dei traghetti a Venezia è andato crescendo in maniera esponenziale, così come le dimensioni delle navi impiegate, che non solo creano importanti danni ambientali soprattutto in ecosistemi e città delicate come Venezia, ma sono estremamente nocive per la salute dei cittadini delle città portuali a causa dei loro gas di scarico: un vero pericolo per la città ”.
Insomma, gli abitanti hanno le idee chiare: nel giugno 2017 il rifiuto delle navi-mostro si è delineato addirittura attraverso un referendum.
Sebbene il referendum non avesse alcun valore legale, in più di 25mila persone erano andate a votare sulla questione. La città ha risposto in massa al quesito: “Vuoi che le navi da crociera restino fuori dalla Laguna di Venezia e che non vengano effettuati nuovi scavi all’interno della Laguna stessa?”. Un risultato eclatante: il 98,72 per cento delle persone barrando sul sì, aveva in realtà detto “no”.
Una grande prova della volontà dei veneziani di lasciare fuori dalla laguna questi enormi hotel galleggianti.
(da agenzie)
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Giugno 4th, 2019 Riccardo Fucile
MA NON ERANO LE ONG LA CAUSA “ATTRATTIVA”? ORA ARRIVANO PIU’ DI PRIMA E MOLTI AFFOGANO PER LA GIOIA DEI CLANDESTINI DELL’UMANITA’
Nuovo sbarco ieri sera a Lampedusa: 19 persone erano a bordo di una piccola imbarcazione al largo dell’isola.
Sono state raggiunte da una motovedetta della Guardia di finanza che li ha fatti salire a bordo e accompagnati a Lampedusa.
All’alba, invece, erano approdati in 5 sempre con un barchino di piccole dimensioni.
Ogni giorno in vari punti della penisola arrivano migranti, smentendo la narravita farlocca che “senza Ong meno arrivi e meno morti in mare” tanto cara a Salvini.
I migranti arrivano più di prima anche se le notizie vengono tenute nascoste ma è sufficiente monitare i giornali locali per averne la prova.
E senza Ong si sono solo moltiplicati i morti nel Mediterraneo, con sommo guadio della fogna razzista che infesta l’Italia.
(da agenzie)
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Giugno 4th, 2019 Riccardo Fucile
RIVENDICATA L’AZIONE COME SEGNO DI PROTESTA NEI CONFRONTI DELLE POLITICHE MIGRATORIE: “NOI NON PERDONIAMO, NOI NON DIMENTICHIAMO, ASPETTATECI”
Digitando nei moto di ricerca la parola chiave Lega Cremona, il primo risultato è il sito ufficiale del Carroccio nel comune lombardo.
Provando a entrare nel portale, però, adesso appare questo messaggio: «Forbidden. You don’t have permission to access / on this server». Il motivo è semplice: il portale è finito sotto l’attacco del team di hacker di Anonymous Italia e, al momento, non è più accessibile.
L’operazione di protesta è partita mentre il ministro dell’Interno era in visita in città per l’ennesimo comizio elettorale in vista dei ballottaggi di domenica 9 giugno, dove sarà impegnato anche il candidato leghista (e del Centrodestra unito) Carlo Malvezzi.
L’hackeraggio di Anonymous non ha mandato fuori giri il sito — ora irraggiungibile nel tentativo di farlo tornare alla normalità — ma è stato un modo per esprimere il loro messaggio di protesta nei confronti di Matteo Salvini.
Sul portale della Lega Cremona, infatti, è comparsa l’immagine del leader del Carroccio nelle vesti di Nettuno, il Dio del mare della religione romana.
Al centro dell’immagine che compariva sulla home del sito della Lega Cremona fino a qualche ora fa, infatti, c’era il volto di Matteo Salvini ‘montato’ sullo spaventoso corpo di Nettuno che, con un tridente in mano, affonda una nave in balia delle onde e dei suoi poteri sovraumani.
Il chiaro riferimento alle politiche migratorie del ministro dell’Interno è sottolineato anche dal messaggio che accompagna quella fotografia, con tanto di firma da parte di Anonymous Italia.
«Nettuno li salverebbe — si legge nel messaggio scritto sotto la fotografia del segretario del Carroccio nelle vesti del Dio Nettuno — tu li stai affondando tutti, dimenticando che sono persone anche loro. Evviva Salvini».
Il sito della Lega Cremona è ancora irraggiungibile, ma negli screenshoot diffusi da diversi portali di informazione locale si può leggere anche la firma degli hacker: «Noi siamo Anonymous. Noi siamo legione. Noi non perdoniamo. Noi non dimentichiamo. Aspettateci».
(da agenzie)
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Giugno 4th, 2019 Riccardo Fucile
SI ERA SCONTRATO QUATTRO ANNI FA CON I NEONAZISTI DI PEGIDA
Il politico della Cdu Walter Luebcke è stato ucciso nella notte tra domenica e lunedì nella sua casa a Wolfhagen, in Assia: il suo corpo è stato trovato dai familiari in terrazzo circa 30 minuti dopo la mezzanotte.
La procura indaga per omicidio: il pm Horst Streiff ha riferito alla Bild che “è stato colpito a distanza ravvicinata” da un’arma di piccolo calibro. Un altro funzionario ha spiegato al tabloid tedesco che “si esclude il suicidio“.
Luebcke, durante la crisi dei migranti del 2015, si battè per l’accoglienza dei rifugiati scontrandosi con il movimento di destra di Pegida. “Non c’è ancora nessuna prova di un colpevole o di un movente“, ha dichiarato la presidente dell’ufficio criminale dell’Assia, Sabine Thurau.
Leubcke aveva 65 anni e il 21 maggio scorso aveva celebrato un decennio di servizio come presidente del distretto governativo di Kassel, uno dei tre distretti del Land dell’Assia.
Prima, dal 1999 al 2009, aveva seduto nel parlamento dell’Assia sempre per il partito cristiano-democratico di Angela Merkel. Il Land è governato oggi dalla Cdu in alleanza con i Verdi, dopo che alle ultime elezioni l’ultradestra di Alternative fuer Deutschland aveva ottenuto 19 seggi su 137.
“Era un costruttore di ponti“, ha dichiarato il presidente dell’Assia, Volker Bouffier, ricordando l’impegno cristiano a favore dei più bisognosi di Luebcke.
Durante la crisi dei migranti, nel 2015, il politico della Cdu si era fatto molti nemici tra le fila del movimento Pegida in particolare quando, in occasione di una manifestazione cittadina in cui si discuteva dei centri di prima accoglienza per migranti in Assia, aveva detto a proposito del valore dell’aiuto nel momento del bisogno: “Chi non condivide questi valori può lasciare questo paese in ogni momento, se non è d’accordo. Questa è la libertà di ogni tedesco”.
(da agenzie)
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Giugno 4th, 2019 Riccardo Fucile
VIETATO CONTESTARE IL SOVRANISTA AL SERVIZIO DI PUTIN, NON DEGLI ITALIANI
Tutti molto solerti per evitare contestazioni a Salvini, dai vigili del fuoco che rimuovono gli striscioni, alla polizia che bussa alla porta delle persone intimando di ritiorare i cartelli contro Capitan Nutella.
L’ultimo episodio è stato denunciato dagli attivisti di Libera (l’associazione antimafia) nel mantovano: gli agenti della Questura hanno infatti impedito a una ragazza di entrare nella Piazza dove Salvini stava tenendo un comizio con un manifesto con scritto “Nessun migrante ci ha rubato 49 milioni”.
Nessun insulto, nessuna offesa.
Eppure, il diktat di Salvini continua ad avere effetto e ormai viviamo in un paese dove persino la contestazione civile non trova più posto.
Come nella Russia di Putin.
(da agenzie)
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Giugno 4th, 2019 Riccardo Fucile
UN VIGLIACCO LE STRAPPA I CARTELLI DI DISSENSO DALLA CARROZZINA, LA POLIZIA NEANCHE LO IDENTIFICA… POI NON LAMENTATEVI SE CRESCE L’ODIO NEL PAESE
Valentina Tomirotti è una cittadina di Porto Mantovano, un comune di 18mila abitanti in provincia di Mantova dove domenica prossima si svolgeranno i ballottaggi per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale.
Matteo Salvini era lì a dare il suo appoggio alla candidata del centrodestra locale, Monica Buoli. Valentina Tomirotti voleva semplicemente manifestare il suo dissenso nei confronti del leader della Lega.
Per questo, con la sua carrozzina, si è avvicinata a un gruppo di persone che esponevano dei cartelli.
Valentina Tomirotti aveva posto le ruote della sua carrozzina su quattro cartelli, quasi a volerli brandire idealmente, per esprimere il proprio pensiero che, evidentemente, nulla ha a che vedere con gli ideali proposti dallo stesso Salvini.
E mentre dagli altoparlanti risuonava la canzone Gli Anni degli 883 e il ministro dell’Interno si dedicava ai selfie di rito dopo il comizio, un uomo si è avvicinato a Valentina Tomirotti e le ha strappato letteralmente i cartelli da sotto le ruote, come si può vedere dal video che la stessa ragazza ha pubblicato sui suoi account social.
«Si è avvicinato, ha strappato i cartelli e mi ha offeso ripetutamente — ha raccontato Valentina Tomirotti a Giornalettismo -: il tutto con le forze dell’ordine a poca distanza. La polizia si è limitata a rimuovere i cartelli, senza nemmeno chiedermi se stessi bene. La reputo comunque una grave mancanza: l’uomo che mi ha aggredito è stato fatto allontanare, ma la polizia non ha preso altri provvedimenti nei suoi confronti».
Valentina Tomirotti è una giornalista freelance, ha scritto libri e cura un blog. Da sempre si occupa di tematiche legate alla disabilità , ma soprattutto si definisce una ‘fanatica della libertà di espressione’: «Alla fine — racconta -alcuni ragazzi che la pensavano come me mi hanno aiutato e hanno rimesso insieme i cartelli. Si sono accertati delle mie condizioni. «Per me la libertà sarà sempre partecipazione — ha ribadito ai microfoni di Giornalettismo -, anche quando mi strapperanno le parole da sotto le ruote. Nessuno potrà cancellarle dalla mia bocca».
(da “Giornalettismo”)
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