Giugno 5th, 2019 Riccardo Fucile
ARCELORMITTAL PARLA DI “CRISI GRAVE”
La crisi dell’acciaio colpisce Taranto e l’ex Ilva.
ArcelorMittal Italia, la società che ha rilevato le attività del siderurgico, ha annunciato che farà ricorso alla cassa integrazione per 1400 persone.
A causa della grave crisi di mercato, ha spiegato con una nota, la società “si trova oggi nella necessità di ricorrere temporaneamente alla Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (Cigo). Il provvedimento interesserà lo stabilimento di Taranto per un numero massimo al giorno di circa 1.400 dipendenti per 13 settimane. L’azienda ha già contattato le Organizzazioni sindacali e le rappresentanze sindacali unitarie di Taranto per informarle di questa operazione”.
Dettagli saranno forniti domani in un incontro. Nonostante lo scenario sia “molto critico, ArcelorMittal Italia conferma il proprio impegno su tutti gli interventi previsti per rispettare il piano industriale e ambientale, al termine dei quali, con un investimento da più di 2,4 miliardi di euro, Taranto diventerà il polo siderurgico integrato più avanzato e sostenibile d’Europa”.
Sulle difficoltà produttive in Europa del colosso dell’acciaio, che hanno portato il gruppo ad annunciare una riduzione della produzione in alcuni dei suoi principali stabilimenti siderurgici, ha ragionato di recente Moody’s.
Secondo l’agenzia di rating, tagliare la produzione è “negativo dal punto di vista del credito in quanto mette in evidenza il rapido deterioramento del contesto operativo nell’industria siderurgica europea, che sta affrontando un rallentamento della domanda dai principali mercati dell’acciaio (soprattutto automotive) dalla fine del 2018”.
Pur mantenendo il giudizio sul merito di credito al livello Baa3, così come l’outlook stabile, Moody’s ha rimarcato come la debolezza della domanda possa avere “un impatto negativo sulle consegne europee di Arcelor e sugli utili del 2019”.
(da agenzie)
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Giugno 5th, 2019 Riccardo Fucile
LA MULTINAZIONALE DELOCALIZZA LA PRODUZIONE NEL PAESE IBERICO, IL GOVERNO “SOVRANISTA” DIFENDE GLI INTERESSI ITALIANI SOLO A CHIACCHIERE
Dopo Whirlpool, un’altra grande impresa assesta un duro colpo ai lavoratori italiani. La multinazionale olandese Unilever ha annunciato lo spostamento dalla produzione del dado Knorr in Portogallo con l’apertura della procedura di licenziamento collettivo di 76 dipendenti dello stabilimento di Sanguinetto, in provincia di Verona.
Dalle 6.00 di oggi e per l’intera giornata è stato organizzato uno sciopero con un presidio davanti all’impianto, dove vengono prodotti anche confettura e risotteria, e che occupa 161 persone.
Un anno fa Unilever Manifacturing Italia aveva chiuso una vertenza per 28 esuberi. I sindacati Cisl, Cgil e Uil puntano il dito contro la politica industriale della multinazionale che “nonostante la riorganizzazione dello scorso anno e il forte aumento dei carichi di lavoro, ha deciso senza alcun preavviso la delocalizzazione in Portogallo della produzione del dado Knorr e il licenziamento di 76 persone. Lo stabilimento di Sanguinetto lavora da 60 anni e deve essere mantenuto” hanno concluso i sindacati.
(da agenzie)
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Giugno 5th, 2019 Riccardo Fucile
IL SUO MINISTERO NON HA VIGILATO NE’ SU WHIRLPOOL NE’ SU MERCATONE UNO… ORA CHE E’ SCOPPIATO IL CASINO IL BELL’ADDORMENTATO NEL BOSCO MINACCIA RITORSIONI IMPOSSIBILI
«Avete preso 27 milioni di fondi pubblici. Non si prende per il c… lo Stato italiano. Vi tolgo i soldi e vi faccio restituire quanto avete già avuto». Luigi Di Maio ieri è stato categorico nel dare a Whirlpool sette giorni di tempo per revocare i licenziamenti annunciati nei giorni scorsi.
Ora, andrebbe segnalato che l’attività di Di Maio al ministero dello Sviluppo non ferve di certo visto che dai 138 tavoli di gennaio siamo già passati a 150, tanti quanti ne mettono in fila i sindacati. S
ignifica 210 mila lavoratori coinvolti, il 35% in aziende sull’orlo della chiusura, a un passo dalla disoccupazione.
In aprile la cassa integrazione straordinaria è esplosa del 78% sull’anno prima e del 79% su marzo. Nei primi quattro mesi del 26%. Ma del 57% per gli operai, del 429% in edilizia, del 45% nell’industria, del 282% in Liguria, del 102% in Lazio, 115% in Campania, 82% in Puglia.
Da sabato 25 maggio, i 55 supermercati di Mercatone Uno non hanno alzato più la saracinesca: 90 milioni di debiti in 9 mesi, su 180 di fatturato per la proprietaria Shernon Holding. Fallimento dichiarato dal tribunale di Milano, 1.800 dipendenti appesi agli ammortizzatori sociali, 10 mila lavoratori dell’indotto coinvolti.
L’autorizzazione a vendere a Shernon l’ha data Di Maio. Un’offerta farlocca, se in pochi mesi l’azienda è vicina alla bancarotta. Anche qui, nessuno ha monitorato. Ai tavoli, raccontano i sindacati, il ministro non si vede. Delega tutto al vicecapo di gabinetto Giorgio Sorial, ex deputato M5S non rieletto.
In attesa di saper cosa farà la Lega con i soldi che Di Maio si farà restituire da Whirpool, va ricordato che il ministero dice che sono 35 i milioni da restituire mentre i sindacati dicono che sono 25. Ma soprattutto, quelli che riguardano il sito di via Argine sono 8 ma il ministero vuole congelare anche quelli destinati a Comunanza nelle Marche. Ma se li congela, quelli chiudono anche lì.
Intanto ieri la Whirpool, racconta il Mattino, si è fatta sentire.
Dietro le quinte, hanno fatto sapere al Mise che Napoli — che registra un calo del 25 per cento nelle vendite non è più sostenibile. Anche perchè la linea di alta gamma che si produce a Napoli è destinata in futuro a essere trasferita in Polonia.
L’unica vera garanzia che danno è quella di voler fare ogni sforzo per trovare un compratore — che al momento non ci sarebbe- e per salvare i posti di lavoro.
Soprattutto avrebbero tranquillizzato il ministero dello Sviluppo che i 17 milioni destinati per gli investimenti in Campania, qualora via Argine uscisse dal loro perimetro, sarebbero dirottati su altri siti in Italia.
Posizioni irricevibili per Di Maio quanto per i sindacati.
Qualche giorno fa il Mattino aveva anche ricordato quali armi ha davvero in mano Di Maio:
Ma di certo, appare già da adesso impercorribile la strada del ricorso al decreto dignità . La legge, in vigore da novembre, è successiva all’accordo stretto con Whirlpool a fine ottobre. Imporre dunque all’azienda la restituzione con gli interessi degli aiuti di Stato previsti sotto forma di ammortizzatori sociali fino a fine 2020, in aggiunta a sanzioni che possono arrivare per legge a quattro volte gli importi erogati, non è possibile.
Più plausibile è semmai l’impugnazione dell’accordo sottoscritto dall’azienda. In queste ore i tecnici del Mise valutano anche una possibile azione di risarcimento da intentare contro Whirlpool in caso di mancata risoluzione della crisi.
Ma in subordine, c’è nell’aria la minaccia di chiudere il rubinetto di Stato. Se riavere indietro le somme stanziate finora per gli ammortizzatori è pressochè impossibile, Whirlpool potrebbe vedersi tagliati i fondi previsti per la cig fino alla fine del 2020. L’azienda finirebbe spalle al muro, è vero. E avrebbe l’alibi per emigrare altrove. Ma tutto questo avverrebbe a spese dei lavoratori.
Ma come si è arrivati a questa situazione? Chi sa come funzionano i tavoli di crisi sa bene che gli ispettori del MISE avevano tutti gli strumenti per monitorare la situazione.
Eppure il Ministero non ha fatto nulla, anzi solo quando la notizia è diventata di dominio pubblico Di Maio ha convocato un incontro a Roma per il 4 giugno.
Forse sarebbe stato meglio «procedere a monitorare costantemente le fasi di attuazione del piano industriale» come si leggeva nel comunicato del Ministero di ottobre.
Eppure da quel giorno non risultano verbali di riunioni sul tavolo di crisi Whirlpool. La storia si ripete: come per MercatoneUno Di Maio non ha vigilato sul piano di sviluppo e il MISE si trova di nuovo spiazzato dagli eventi.
Ma Di Maio dovrà spiegare agli italiani e ai lavoratori come mai Whirlpool EMEA ha deciso di procedere con la riconversione del sito di Napoli e la cessione del ramo d’azienda a una società terza ” in grado di garantire la continuità industriale allo stabilimento e massimi livelli occupazionali, al fine di creare le condizioni per un futuro sostenibile del sito napoletano” quando nell’accordo firmato da Di Maio è scritto che «il sito conferma la sua missione produttiva di Lavatrici a carica frontale di alta gamma» e che «il totale degli investimenti previsti per il sito nel triennio 2019 -2021 sarà di circa 17 milioni di euro, tra prodotto, processo, ricerca e sviluppo».
Come mai il Ministero non si è accorto di nulla?
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 5th, 2019 Riccardo Fucile
CHI NON E’ D’ACCORDO CON LUI DEVE ASTENERSI: SALVINI ORDINA AGLI UFFICI DI SCHEDARE FREQUENTAZIONI E USCITE PUBBLICHE DEI MAGISTRATI
Dopo la sentenza del Tar di Firenze che ieri ha bocciato l’ordinanza sulle zone rosse, Matteo Salvini va allo scontro diretto con i magistrati che esprimono valutazioni negative sui suoi provvedimenti.
Ricorso al Consiglio di Stato contro il provvedimento del tar di Firenze, ricorso anche sulle altre sentenze che, a Firenze come a Bologna, hanno ordinato l’iscrizione all’anagrafe di alcuni richiedenti asilo, ma soprattutto ricorso all’Avvocatura dello Stato per “valutare se i magistrati che hanno emesso le sentenze avrebbero dovuto astenersi, lasciando il fascicolo ad altri, per l’assunzione di posizioni in contrasto con le politiche del governo in materia di sicurezza, accoglienza e difesa dei confini”,si legge in una nota del Viminale.
Salvini ha dato mandato ai suoi uffici di “tracciare” le uscite pubbliche dei magistrati firmatari delle sentenze, i loro rapporti di “vicinanza e collaborazione con chi difende gli immigrati contro il Viminale”.
Veri e propri dossier a carico di Luciana Breggia, giudice del tribunale di Firenze, ma anche di Matilde Betti, presidente della prima sezione del tribunale civile di Bologna. Partecipazioni a presentazioni di libri, collaborazioni a riviste, persino la posizione in platea accanto a esponenti delle Ong in occasione di manifestazioni pubbliche.
Un attacco senza precedenti quello di Salvini ai giudici che hanno osato esprimersi a sfavore dei suoi provvedimenti.
A Luciana Breggia il Viminale rimprovera persino il discorso in un dibattito pubblico in cui ha censurato l’uso della parola “clandestini” e la partecipazione alla presentazione di un libro sulla Libia di un avvocato dell’Associazione studi giuridici, presentazione del libro alla quale la giudice – nota il Viminale – “era accanto alla portavoce di Mediterranea ( quella di Luca Casarini) e al professore Emilio Santoro”, diocente di filosofia del diritto e diritto degli stranieri a Firenze.
Per redigere il dossier sulla giudice di Bologna Matilde Betti gli uffici del Viminale sono risaliti fino al 2016 anno in cui il magistrato fu relatrice ad un seminario sul diritti d’asilo organizzato da Asgi, Libera e Magistratura democratica.
A tutela delle colleghe arriva la presa di posizione dell’Anm.
“Le modalità adottate da autorevoli rappresentanti delle istituzioni gettano discredito sull’intera funzione giudiziaria e perdita di serenità da parte di chi la esercita. Per questo chiediamo che il Csm effettui tutti i passi necessari a tutela della collega Luciana Breggia e a tutela dell’autonomia e dell’indipendenza della giurisdizione”.
Così l’Anm che in un documento esprime “sconcerto” per gli attacchi a Breggia, che dopo aver dichiarato inammissibile il reclamo del Viminale contro la decisione di un giudice che aveva autorizzato un somalo richiedente asilo a presentare domanda di iscrizione all’anagrafe al Comune di Scandicci, è stata invitata da Salvini a candidarsi alle elezioni.
“E’ inaccettabile che la critica non sia rivolta al merito del provvedimento ma alle supposte opinioni del giudice, afferma l’Anm, che evidenzia come un post pubblicato dal ministro sulla vicenda “è stato seguito da commenti contenenti insulti e minacce, che non risultano essere stati rimossi”.
(da agenzie)
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Giugno 5th, 2019 Riccardo Fucile
I DUE SENEGALESI LAVORANO NEI CAMPI: “DA NOI TUTTI AVREBBERO FATTO COSI'”
«Perchè l’abbiamo fatto? Perchè in Senegal si fa così: se trovi dei soldi per terra sai che non sono tuoi e non sono per te. Così cerchi il proprietario. Devi metterti nei panni di chi li ha persi».
Si chiamano Mohamed tutti e due, cognome Sek e Fal Bah, hanno 19 e 21 anni e vivono a Centallo: lavorano in agricoltura, permesso di soggiorno in regola e contratti saltuari nella campagna cuneese. Spiegano: «Veniamo dal Sengal, due villaggi non lontano dalla capitale Dakar. In questi giorni lavoriamo nei campi di fagiolini e piselli».
L’altro pomeriggio a bordo strada, in frazione Bombonina di Cuneo, hanno trovato un portafoglio scuro con dei segni gialli: stavano andando al centro commerciale di Madonna dell’Olmo per fare la spesa. Lo hanno raccolto: dentro c’erano tutti i documenti di un cuneese, 60 euro in contanti e gli spiccioli in monete, ma anche tessera dell’autobus e abbonamento del treno, tesserino aziendale e sanitario, il bancomat.
Così lunedì, sempre in bici, sono partiti da Centallo e sono andati fino a Cuneo suonando all’indirizzo del proprietario riportato sulla carta d’identità . Nessuna risposta.
Allora hanno fatto la cosa più logica: sono andati in questura e l’hanno consegnato alla polizia denunciando il ritrovamento. Spiega il Mohamed più giovane: «Sono andato io da solo in questura perchè il mio amico è stato chiamato a lavorare mentre eravamo a Cuneo cercando l’indirizzo. I poliziotti mi hanno chiesto i dati, mi hanno detto bravo e che era tutto a posto, augurandomi buona giornata».
Ieri così Mohamed è stato contattato dai cronisti e anche dal proprietario: ha voluto ringraziarlo. Spiegano i due: «E’ la prima volta che troviamo un portafoglio in Italia, ma era successo anche in Senegal. Si cerca sempre il proprietario in questi casi».
(da “La Stampa”)
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Giugno 5th, 2019 Riccardo Fucile
“PRIMA LE MANATE ITALIANE” SUL CULO IL NUOVO MOTTO SOVRANISTA
In coda per un selfie con Matteo Salvini, ha approfittato della calca per palpeggiare una 16enne.
Luca Todde, cinquantenne residente da anni nel Bergamasco, è stato arrestato dalla squadra mobile.
L’episodio è avvenuto lunedì sera subito dopo il comizio elettorale di Matteo Salvini a Cremona. La minore era in coda per fare un selfie con il vicepremier quando l’uomo, in fila dietro di lei, ne ha approfittato per starle addosso in modo pesante.
Il palpeggiamento è durato circa dieci minuti, senza che la ragazza riuscisse a divincolarsi.
Solo una volta giunta sotto il palco è riuscita a scappare allertando le forze dell’ordine a cui ha indicato il responsabile delle molestie, che si trovava ancora sul posto.
L’uomo è stato subito fermato da agenti della squadra mobile in borghese.
Il pm, Milda Milli, ha disposto la custodia cautelare in carcere, dove, domani alle 9, si terrà l’interrogatorio di garanzia davanti al gip.
(da agenzie)
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Giugno 5th, 2019 Riccardo Fucile
SUL SITO DEL SINDACATO INSTALLATO UN CONTATORE SUI GIORNI DI “INERZIA DEL GOVERNO”… “SOLO A PAROLE DICE DI STARE CON NOI, POI CI MORTIFICA”
Un contatore per ricordare da quanti giorni i poliziotti sono senza contratto di lavoro e ricevono solo “promesse, a parole, di maggiore dignità e tutele” .
Lo ha lanciato la Silp sul proprio sito. E, ad oggi, sono 155 i giorni di ”inerzia del governo nei confronti dei lavoratori in divisa”.
Il contatore è un monito del sindacato di polizia nei confronti del Governo, Matteo Salvini in primis.
“Poliziotti, penitenziari, carabinieri, finanzieri e militari sono da 155 giorni senza contratto di lavoro. Abbiamo deciso di ricordare ogni giorno al governo questa situazione inaccettabile con un contatore pubblicato nella home page del nostro sito internet che ogni giorno si aggiornerà e accompagnerà il nostro percorso mobilitazione”, ha affermato Daniele Tissone, segretario generale del sindacato
“Chi oggi ha la responsabilità politica di governare questo Paese – dice Tissone – promette, a parole, maggiore dignità e tutele per i poliziotti ‘dimenticandosi’ di convocare i tavoli per il rinnovo del contratto di lavoro scaduto a dicembre e, soprattutto, non apposta risorse adeguate nella legge di stabilita nè, tantomeno, nuove indispensabili risorse per i correttivi del riordino delle carriere”.
Tissone ricorda che “ad aprile siamo scesi in piazza per protestare contro questa inerzia del governo al quale non sembrano interessare neppure la coda contrattuale e la parte normativa relative al vecchio accordo di lavoro, risalenti a più di un anno fa e mai chiuse. Un’inerzia – continua il segretario di Silp – che diventa un paradosso inaccettabile per un esecutivo che dice di stare dalla parte dei poliziotti e poi mortifica ogni giorno, come da oggi ricorda pure il nostro contatore, le lavoratrici e i lavoratori del comparto sicurezza i quali svolgono un’opera preziosa a tutela della comunità e delle istituzioni”.
(da “Huffingtonpost”)
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Giugno 5th, 2019 Riccardo Fucile
TRA DISUMANITA’ E CAMPAGNE D’ODIO, CAPITAN NUTELLA SI TRAVESTE DA DEVOTO DI MARIA VERGINE… MA I VERI CRISTIANI SANNO DOVE MANDARLO
Reazionario, xenofobo. Spacciatore abusivo di vangeli, rosari e crocifissi, ora tra una parolaccia e un atto di disumanità si presenta come un devoto d’altri tempi, pronto a fare pellegrinaggi in onore della Madonna.
“Sì, sono molto devoto alla Vergine Maria, ma vorrei esserlo di più. Vorrei fare il cammino di Santiago di Compostela e ho chiesto di andare a Pietrelcina. Un posto incredibile, dovrebbero andarci tutti. Ringrazio la Madonna perchè sono fortunato. Ho 46 anni, due figli che adoro e una compagna con cui mi trovo benissimo”.
Lo ha detto Matteo Salvini in una intervista rilasciata al settimanale ‘Chi’.
“Lo ribadisco -sottolinea- sono un uomo fortunato. Faccio un lavoro che mi piace moltissimo, godo di buona salute, ho due figli fantastici e una compagna con cui sto molto bene. Auguro a tutti di poter fare il lavoro che sognano, ma devo dire che ero soddisfatto anche da ragazzo. L’importante è riuscire nel lavoro che si ama”, ribadisce il vicepremier.
Detto da uno che non ha mai lavorato in vita sua…
(da Globalist)
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Giugno 5th, 2019 Riccardo Fucile
LOTTIZZAZIONE PEGGIO DELLA PRIMA REPUBBLICA, CI MANCAVA PURE ASSICURARE UN LAUTO STIPENDIO AL SUO BIOGRAFO
Scoppia un nuovo caso nella Rai sempre più a trazione leghista.
Quello di Roberto Poletti, ex direttore di Radio Padania e biografo di Matteo Salvini, assunto per la conduzione di UnoMattina, il contenitore di informazione di Rai Uno. Il debutto sarà a UnoMattina Estate.
Un caso che scatena subito una polemica politica.
Il primo a intervenire è il dem Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai. Attacando i 5 Stelle.
“Nel silenzio del presidente della Camera Fico, del vicepresidente della commissione di Vigilanza Primo Di Nicola, dei senatori M5s Alberto Airola e Gianluigi Paragone, la Rai avrebbe proceduto ad assumere il biografo di Salvini ed ex direttore di Radio Padania, Roberto Poletti, per consegnargli la conduzione di un contenitore di informazione come ‘Uno Mattina’, trasformata in ‘Uno Salvini’ a spese di tutti i contribuenti”.
“Un’assunzione che rientra – prosegue Anzaldi – in una imbarazzante infornata di esterni, tra autori e conduttori, che vengono assunti per condurre e gestire le principali trasmissioni estive di Rai1. Come fa la Corte dei Conti, che ha un proprio rappresentante che partecipa alle riunioni del Cda Rai, a non intervenire? Come fa la magistratura contabile a non dire nulla?”.
Per Anzaldi non c’è soltanto “la vergogna di occupare l’informazione del servizio pubblico con giornalisti palesemente di parte, ma l’evidente danno erariale di ricorrere a costosi contratti esterni”. La Rai ha 1.700 giornalisti dipendenti, oltre ai collaboratori.
(da agenzie)
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