Destra di Popolo.net

IL CONGRESSO BLINDATO CON CUI SALVINI ROTTAMA LA LEGA NORD PER LA LEGA PER SALVINI PREMIER

Dicembre 15th, 2019 Riccardo Fucile

DELEGATI CON BRACCIALETTO INAMOVIBILE DA TENERE IN VISTA, NECESSARI ALMENO 150 DELEGATI PER PROPORRE MODIFICHE A UNO STATUTO CHE NESSUNO HA ANCORA VISTO, CONTI CORRENTI REGIONALI… COSI’ SALVINI CERCA DI FUGGIRE SALLE RESPONSABILITA’ DIRETTE PER LA TRUFFA DEI 49 MILIONI

Sabato 21 alle 8 al centro congressi Leonardo Da Vinci di Milano nascerà  la «Lega per Salvini Premier», nella quale confluiranno le sezioni regionali autonome create davanti ai notai nei mesi scorsi senza clamore. Un congresso fantasma.
Spiega oggi Repubblica che la nuova Lega di Salvini sarà  una federazione di partiti regionali, autonomi da un punto di vista finanziario, che si chiameranno “Lega Lombardia Salvini premier”, “Lega Sicilia Salvini premier” e così via.
Ognuna di queste leghe avrà  un proprio statuto e un proprio conto corrente.
Un modo, quest’ultimo, per evitare che eventuali “problemi” sul finanziamento al partito arrivino al cuore della Lega, cioè nella stanza del segretario nazionale.
Un passaggio molto delicato, quello di sabato, che potrebbe creare non pochi malumori tra i deputati, i senatori e i dirigenti leghisti della prima ora.
Non a caso nel riservatissimo regolamento del congresso diffuso ieri solo ai delegati si fa riferimento a regole a dir poco “sovietiche” sul voto del nuovo statuto.
Innanzitutto i delegati saranno dotati di «un braccialetto inamovibile da tenere sempre in vista», una sorta di controllo per evitare che non addetti ai lavori possano accedere alle aree riservate.
Ma soprattutto, all’articolo dieci, vengono fissate delle procedure paradossali per proporre modifiche allo statuto scritto in questi mesi da Roberto Calderoli: le proposte di modifica dovranno essere firmate da «almeno 150 delegati» e consegnate alla commissione per il congresso «entro e non oltre giovedì 19».
«Ancora non abbiamo nemmeno la bozza del nuovo statuto, figuriamoci se possiamo pensare a modifiche condivise da 150 persone in poche ore», sussurra un deputato di lungo corso che fino a ieri non aveva ricevuto nemmeno la comunicazione ufficiale della convocazione del congresso.
La vecchia Lega non può sparire, non tanto per questioni nostalgiche o perchè il partito ormai non è più radicato solo al Nord ma perchè deve restituire allo Stato (in comode rate) i famosi 49 milioni.
Salvini però non sarà  il Segretario di quella Lega per la quale verrà  nominato un commissario. Il leader della Lega avrà  quindi finalmente   l’alibi politico per non dover rispondere alle domande di chi gli chiede dove siano finiti quei soldi.
Anche se parte di quelli sono “scomparsi” ben dopo la fine della gestione di Umberto Bossi, prima con Maroni (quello delle scope padane) e poi proprio con Salvini.
Perchè la vicenda è sì quella della truffa ai danni dello Stato, sui rimborsi elettorali non dovuti dal 2008 al 2010, ma l’Espresso ha documentato che non si tratta unicamente di “presunti errori” di dieci anni fa perchè i soldi in questione sono entrati nelle casse del partito anche tra il 2011 e il 2014, quindi durante la gestione di Roberto Maroni e Matteo Salvini.

(da “NextQuotidiano”)

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SALVINI ORA HA PAURA: SE IL GOVERNO REGGE FINO AL 2023 CI ARRIVA SPOMPATO E CON MOLTI PROCESSI IN CORSO

Dicembre 15th, 2019 Riccardo Fucile

IL TENTATIVO DISPERATO DI TORNARE AL GOVERNO MENTRE LE PIAZZE ORA LE RIEMPIONO CHI LO CONTESTA, L’ELETTORATO LEGHISTA NON GRADISCE IL MERCATO DELLE VACCHE DEI PARLAMENTARI E AZIENDE E PARTITA IVA HANNO ALTRI PROBLEMI CHE PENSARE ASCOLTARE CAZZATE CONTRO GLI IMMIGRATI

Lui invoca un comitato di salvezza nazionale mentre il suo braccio destro Giancarlo Giorgetti propone Mario Draghi premier dell’esecutivo con tutti dentro che dovrebbe portare velocemente il paese alle urne.
Ma perchè Matteo Salvini vuole tornare al governo?
Per Marco Travaglio la mossa di Salvini nasconde un sintomo di disperazione dinanzi alla “prospettiva terrificante (per lui) che il governo Conte duri tre anni e lo costringa a 36 mesi di urla e strepiti fino a perdere il fiato e ad arrivare spompato alle elezioni del 2023. Intanto le inchieste che lo terrorizzano, dalle mazzette russe ai voli di Stato, dai 49 milioni scomparsi alla nuova Tangentopoli lombarda, saranno giunte in porto. Tutto questo Salvini l’ha capito benissimo e cerca di modulare le sue mosse di conseguenza”. E in effetti anche le dichiarazioni di ieri sembrano andare in questa direzione: . «La Lega va oltre l’interesse di parte e si mette in gioco. Noi chiamiamo tutti attorno al tavolo da Leu a Forza Italia e vediamo».
Ed eccolo entrare nel merito. «Diamoci cinque priorità : risparmio, infrastrutture, burocrazia, politiche di crescita e tutela della salute. Ci mettiamo attorno a un tavolo, riscriviamo le regole del gioco. In un mese condividiamo le cose su cui siamo d’accordo».
È indubbio che Salvini si sia accorto dei pericoli che nasconde la lunga traversata all’opposizione che rischia se M5S, PD e Italia Viva riescono a tenere in piedi un governo fino al 2023. Così come è vero che da settimane Salvini cala nei sondaggi e prova a cambiare immagine, facendo tattica per mettere in crisi i 5 Stelle.
Ma c’è anche un altro punto importante: la legge elettorale.
Il Messaggero segnala che il Capitano punta ad incunearsi nella maggioranza in stallo sulla legge elettorale con l’obiettivo di proporsi come interlocutore di quella fetta di Pd che resta ancora ferma su un sistema maggioritario e che ha accettato il proporzionale ma solo se lo sbarramento resta al 5%. Dal canto suo Giorgetti continua a mostrarsi scettico sulla possibilità  che la Lega possa ottenere elezioni a breve, e molto più preoccupato che alla fine si faccia una legge elettorale «contro Salvini» che «non fa bene all’Italia» che avrebbe bisogno di «un sistema che permetta di governare per cinque anni».
Ovvero proprio la legge proposta da Salvini con Calderoli. Che però i DEM e i grillini non vogliono, visto che puntano sul sistema spagnolo incentrato sul proporzionale.
Ma c’è di più, rivela Marco Conti:
Un invito al dialogo, quello dei due maggiori esponenti della Lega che, pur non coincidendo nella prospettiva temporale e negli obiettivi, rivela crescenti difficoltà . Il timore che il consenso possa svanire, o ridimensionarsi nei tempi lunghi, è comune. La campagna acquisti, oltre a non piacere molto all’elettorato leghista, non è in grado di destabilizzare più di tanto la maggioranza. Senza contare che dentro FI, esclusi i trenta parlamentari che si ritengono garantiti dalla Lega, l’atmosfera è incandescente e in tanti sono pronti a trasformarsi in novelli responsabili.
«L’idea di Salvini, se non è tattica, è importante». Si chiede l’azzurro Osvaldo Napoli. Una domanda destinata ad avere una prima risposta dal risultato in Emilia Romagna dove i sondaggi danno, seppur di poco, ancora avanti il presidente uscente. A turbare i sonni di Salvini ci sono anche le Sardine e il successo che ottengono le piazze anche al Nord dove non basta più parlare di migranti per nascondere i problemi di aziende e partite iva.

(da “NextQuotidiano”)

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TRAVAGLIO: “LA LAMORGESE E LE SARDINE HANNO ZITTITO SALVINI, MA NESSUNO SA APPROFITTARNE”

Dicembre 15th, 2019 Riccardo Fucile

“SENZA MIGRANTI, POPOLO E PIAZZE, IL CAZZARO VERDE E’ UN SACCO VUOTO E PERDE CONSENSI”… “IL GOVERNO M5S-PD NON METTE UNA TASSA CHE SIA UNA E NEANCHE RIESCE A DIRLO AGLI ITALIANI, PASSANO IL LORO TEMPO A LITIGARE SU CAZZATE”

Marco Travaglio sul Fatto oggi spiega che   l’unica buona notizia dell’ultimo paio di mesi sono le piazze piene di sardine. Che saranno pure debolucce sui contenuti, ma una cosa chiara e semplice la dicono: no alla Lega di Salvini:
Grazie a loro, il Cazzaro Verde non si atteggia più a padrone delle piazze e del popolo, perchè l’altro popolo e le altre piazze si vedono ogni giorno a occhio nudo, anzi a perdita d’occhio. E ha dovuto rinfoderare anche l’altro suo mantra, quello dell’invasione dei migranti fatti venire appositamente dalla “sinistra ”, perchè la ministra Lamorgese sta facendo in silenzio molto meglio di lui (del resto, ci voleva poco). Senza migranti, popolo e piazze, Salvini è un sacco vuoto. Infatti scende nei sondaggi e non è più affatto certo di conquistare l’Emilia Romagna, mentre a destra cresce la Meloni, che diversamente da lui lavora molto, studia il giusto e ha molti più argomenti di “narrazione”.
Pensate che accadrebbe se negli ultimi tre mesi i rimpatri fossero aumentati e le distribuzioni in altri paesi Ue si fossero rallentate con crisi internazionali come quelle di un anno fa: il Cazzaro parlerebbe solo di quello, tutti gli risponderebbero e gl’italiani penserebbero solo a quel tema.
Invece, sotto il Conte 2, il trend s’è invertito rispetto alla presunta età  dell’oro salviniana. E, comprensibilmente, Salvini diserta l’argomento. Ciò che è incomprensibile è che lo disertino i suoi presunti avversari, anzichè bombardare i media di dati (che fra l’altro, diversamente da quelli spacciati dalla Lega, hanno il pregio di essere veri).
“I 5 Stelle sono troppi intenti a guardarsi l’ombelico e il Pd a farfugliare scemenze sullo Ius culturae e l’abolizione dei decreti Sicurezza. Idem per la legge di Bilancio: quando si cominciò a discuterne, Salvini e i suoi trombettieri annunciarono che era “tutta tasse”; e Di Maio e Renzi facevano a gara a dar loro ragione, spacciando le multe ai commercianti senza Pos e le sacrosante microtasse di scopo sulle bevande gassate, i cibi pieni di zuccheri e la plastica per una stangata insopportabile per i cittadini. Idem Repubblica, che titolava “Plastica, quella tassa no”a pagina 1 e nelle altre inneggiava a Greta. Ora che, purtroppo, quei balzellini utili e impercettibili per le nostre tasche sono quasi scomparsi, Conte si ritrova solo a difendere una manovra che di nuove tasse non ne ha più neppure l’ombra. E di cui tutta la maggioranza dovrebbe vantarsi, non vergognarsi: se l’avesse fatta Salvini, si sarebbe già  eretto un monumento equestre da solo. Invece i nostri eroi sono troppo occupati a litigare sul salvataggio della Popolare di Bari, senza neppure aver capito che stavolta non salverà  i banchieri-bancarottieri, ma i risparmiatori fregati. Ecco perchè Salvini sembra vincere anche quando perde e i giallo-rosa sembrano perdere anche quando vincono: l’uno riuscirebbe a vendere il ghiaccio pure agli eschimesi, gli altri sono gli eschimesi.

(da “NextQuotidiano”)

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SONDAGGIO NOTO: UN PARTITO DELLE SARDINE VALE TRA L’11% E IL 20%

Dicembre 15th, 2019 Riccardo Fucile

LA COMPOSIZIONE: IL 42% PROVIENE DA CHI HA VOTATO   SINISTRA, IL 22% DAL M5S, IL 36% DA ASTENUTI E CENTRODESTRA

Il Fatto Quotidiano oggi ospita un articolo di Sandra Cuocolo, responsabile Team Analisi Politiche dell’Istituto Noto Sondaggi, che spiega come le Sardine siano un fenomeno ad alta velocità  di propagazione: un sondaggio dell’11 dicembre mostra che oggi un partito delle sardine, qualora si presentasse alle elezioni, potrebbe contare su un 11% di consensi e la forza di attrazione che esercita è ben più alta se è vero che un 20% di italiani potrebbe prendere in considerazione l’idea di votarlo.
Coloro che si dicono interessati a un partito delle sardine nell’assoluta maggioranza dei casi in passato avevano votato per il Pd (42%) o il M5S (22%) astentuti e centrodestra (36%)
L’attacco a Salvini da parte delle sardine però non entra nel merito: non sono i contenuti politici sovranisti che esprime a essere nel mirino quanto piuttosto la forma che dà  alla comunicazione del suo “discorso politico”.

(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

LA MELONI NON SA COME REPLICARE ALLA SARDINA MUSULMANA CHE HA PARLATO DAL PALCO DI SAN GIOVANNI

Dicembre 15th, 2019 Riccardo Fucile

“SE TU SEI FIERA DI ESSERE ISLAMICA, NON POSSO ESSERLO IO DI DIRMI CRISTIANA?” : MA LA RAGAZZA MUSULMANA INVOCA IL DIRITTO ALLA LIBERTA’ RELIGIOSA PER TUTTI, NON ROMPE I COGLIONI A CHI NON LA PENSA COME LEI

“Quello che non mi è chiaro della simpatica ragazza nel video è: perchè se tu sei fiera di essere islamica,io non posso esserlo di dirmi cristiana?”.
La leader di Fratelli d’Italia replica con un tweet alle parole di una ragazza musulmana che, con il capo avvolto dall’hijab, ha parlato dal palco di San Giovanni nel corso della manifestazione delle Sardine ieri Roma.
“A Salvini e Meloni non piacerà  la mia presenza…” aveva detto la giovane, facendo il verso al video tormentone della leader di Fdi, “perchè sono una donna, sono musulmana e sono figlia di palestinesi. Non vi permetteremo di aprire le pagine nere del passato, questo è uno Stato di diritto”.
La differenza sta qui: la giovane islamica rivendica semplicemente il diritto a praticare la sua fede senza essere criminalizzata, così come non si permette di criticare i cristiani che praticano la loro e richiama in tal senso la Costituzione e lo stato di diritto.
Sono i sovranisti che rompono i coglioni a chi non la pensa come loro.

(da agenzie)

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LA CITAZIONE BUFALA ATTRIBUITA A MATTIA SANTORI: “SALVINI NON HA DIRITTO DI ASCOLTO”

Dicembre 15th, 2019 Riccardo Fucile

LA SOLITA ASSOCIAZIONE A DELINQUERE FA GIRARE UNA FRASE MAI PRONUNCIATA, ECCO LE PROVE E IL TESTO ESATTO DELLE PAROLE DI MATTIA

Sui social network circola una falsa citazione attribuita a Mattia Santori, volto delle Sardine. Nell’immagine si vede il suo volto accanto a una scritta bianca su sfondo rosso:
“Matteo Salvini e tutto il Centrodestra non hanno alcun diritto d’ascolto. Le persone non devono ascoltare i loro comizi e infatti glielo impediremo (…). Noi dobbiamo essere ascoltati, non loro!”
A condividere l’immagine è stato anche Andrea Dara, deputato della Lega e membro della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre organizzazioni criminali, anche straniere: “Possono fare i Girotondi, sventolare bandiere Viola o usare metafore ittiche, ma sono sempre gli stessi. Quelli che “io posso, tu no”, “io ragiono, tu non capisci”, “io sono democratico, tu sei un barbaro”, “io ho diritto, tu no”. La storia ci insegna che i totalitarismi hanno tanti colori, tante facce ma un’unico scopo: sopraffare e cancellare chi non la pensa allo stesso modo. Anche quando si presentano facendo i simpatici e gli spiritosi, i totalitari sono sempre tali. Io preferisco la la libertà  e la democrazia e non mi farò zittire, nè ora nè mai! Viva la libertà ! #libertà¡ #democrazia #lega”
Cosa ha detto davvero Mattia Santori a Otto e mezzo
Santori ha partecipato davvero alla trasmissione condotta da Lilli Gruber. Era ospite, in collegamento con lo studio, nella puntata andata in onda il 5 dicembre. E ha davvero parlato di libertà  di espressione, dialogando con il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti. Ma le parole usate erano bene diverse da quelle riportate nella finta citazione.
Il dialogo fra Santori e Sallusti comincia attorno al minuto 3:30. Qui sotto, la trascrizione:
Alessandro Sallusti: «Rimprovero due cose, una in particolare. La prima è che con il primo documento con cui si sono presentati ufficialmente, Salvini e il centrodestra, vado a memoria, hanno diritto di parola ma non hanno diritto di ascolto. […] Non c’è il dovere di ascolto ma negare il diritto di ascolto significa mettere il bavaglio e a casa mia il bavaglio lo mettono i fasciocomunisti, non lo mettono certo i democratici, liberali, progressisti di qualsiasi ordine e grado. Per cui credo che sia un movimento che nasce da una profonda illeberalità : gli altri non devono esistere, non devono essere ascoltati»
Mattia Santori: «C’è una differenza tra diritto e dovere. Noi abbiamo detto che chi si assurgeva l’unica verità  e l’unico consenso, l’unico pensiero dominante, abbiamo dimostrato che non è così. Non siamo obbligati ad ascoltare chi usa certi linguaggi, chi usa certi trucchetti retorici per dividere»
Alessandro Sallusti: «Non obbligati no»
Mattia Santori: «Abbiamo il diritto di non ascoltare»
Alessandro Sallusti: «No, obbligati no.»
Mattia Santori: «Possiamo avere il diritto di non ascoltare o siamo obbligati a dover ascoltare? Siamo obbligati ad ascoltare Salvini e Meloni?»
Alessandro Sallusti: «Ma c’è il diritto ad essere ascoltati»
Mattia Santori: «Certo, c’è il diritto di essere ascoltati e noi esercitiamo il diritto a non ascoltare»
Lilli Gruber: «Possiamo dire che ognuno ascolta chi gli pare»
Mattia Santori: «Esatto!»
Nemmeno la foto è quella giusta
Chi ha creato questa immagine non ha avuto l’accortezza di scegliere una foto che ritraesse il leader delle Sardine in collegamento con gli studi di Otto e Mezzo. Come si può scoprire con una ricerca per immagini su Google infatti, l’imagine utilizzata è un fotogramma di un servizio di Rsi, Radiotelevisione svizzera.
Le false citazioni
Le false citazioni sono una delle categorie di bufale più gettonate del web. Sono facili da assemblare e, a volte, complesse da verificare. Wikiquote Italia dedica una pagina intera a tutte le frasi attribuite erroneamente a qualcuno, a volte per distrazione, a volte intenzionalmente.
Non sono immuni i protagonisti della cronaca. Più volte nel web è circolata una frase attribuita a Roberto Saviano contro i terremotati: «Sinceramente preferisco salvare i rifugiati e i miei fratelli clandestini, che aiutare qualche terremotato italiano piagnucolone e viziato». Parole, come dimostrato da diversi fact checking, mai pronunciate dallo scrittore.

(da Open)

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SARDINE, ECCO COM’E’ ANDATO IL PRIMO “CONGRESSINO” STAMANE A ROMA

Dicembre 15th, 2019 Riccardo Fucile

“DOBBIAMO TORNARE NELLE PIAZZE, NON FAREMO UN PARTITO”…”IL NOSTRO OBIETTIVO NON E’ COMANDARE MA COINVOLGERE”

“Abbiamo fatto quello che avevamo detto, tutti quelli che hanno organizzato sul territorio si sono ritrovati qui oggi. Primo obbiettivo è tornare nelle piazze il prima possibile”. L
o ha detto Mattia Santori, leader del movimento delle Sardine, al termine della riunione di questa mattina che si è svolta nel palazzo occupato da un centinaio di famiglie in via di Santa Croce in Gerusalemme 55 a Roma.
Gli antisovranisti che sabato hanno pacificamente invaso piazza San Giovanni, si sono riuniti nel palazzo dell’Inpdap occupato dall’ottobre 2013 da Action. È lo stesso stabile in cui lo scorso maggio, per riallacciare la corrente, intervenne l’elemosiniere del Papa, il cardinale Konrad Krajevski.
Alcuni ragazzi alla porta riferiscono che si tratta sostanzialmente di un primo contatto fisico tra chi in questo mese ha comunicato solo su Facebook. Una riunione, quindi, prettamente organizzativa, durante la quale si discuterà  insieme per fare un primo bilancio sulle manifestazioni, su cosa ha funzionato di più e cosa di meno.
Sempre le stesse fonti sostengono che non sia all’ordine del giorno nè la decisione nè il dibattito sull’eventuale presentazione di liste alle prossime regionali.
“Non faremo un partito, non ci sarà  una candidatura. Continueremo a riempire le piazze e a lanciare i nostri messaggi di antirazzismo, contro l’odio verbale e per arginare Salvini”. Lo ha detto Grazia De Sario, attivista delle Sardine, al termine della riunione con i 150 attivisti del movimento che questa mattina si sono riuniti nel centro culturale romano Spintime Labs, alle telecamere di RaiNews24. “Tutte le decisioni le prenderemo insieme”, aggiunge. “Non ci saranno partiti e non ci saranno liste civiche in Emilia Romagna” ha poi concluso.
“Dialogo. Per riassumere in una parola cosa è successo nel primo ‘congresso’ delle Sardine basta una parola. Che passa dall’ascolto, dall’empatia, dalla non violenza, dall’accettazione delle diversità . E da un obiettivo comune: tornare sui territori subito. Continuare a presentare un’alternativa alla bestia del sovranismo e alle facili promesse del pensiero semplice. Continueremo a difendere la complessità . E lo faremo in maniera semplice, gratuita, creativa”. È quanto scrivono sul profilo Facebook le Sardine a proposito del “congresso” svolto a Roma.
“L’obiettivo delle persone che vedete in questa foto non è decidere o comandare. Ma coinvolgere. Se lo vorrete ci rivedremo presto. Basterà  accettare ancora una volta l’invito. Basterà  uscire dal mondo digitale. Basterà  decidere chi volete ascoltare. Noi siamo qui. Ci saremo sempre. Non ci lasciate soli. Non ci lasciamo soli”, conclude il post.

(da agenzie)

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