Destra di Popolo.net

SENZA VERGOGNA: LEGA E FRATELLI D’ITALIA VOGLIONO UN CONDANNATO AL VERTICE DI UNA ISTITUZIONE EUROPEA

Dicembre 25th, 2019 Riccardo Fucile

AL RUOLO DI “MEDIATORE EUROPEO” HANNO PROPOSTO UN CONDANNATO PER RIVELAZIONE DI SEGRETO D’UFFICIO…GIUSEPPE FORTUNATO E’ UN EX POLITICO DELLA PRIMA REPUBBLICA CONDANNATO CON SENTENZA DEFINITIVA

Matteo Salvini e Giorgia Meloni al Parlamento europeo hanno proposto per la nomina di Mediatore europeo Giuseppe Fortunato, un ex politico della Prima Repubblica, condannato con sentenza definitiva per rivelazione del segreto d’ufficio.
Come può un politico difendere davvero i cittadini se ha infranto la legge?
L’attacco contro Lega e Fratelli d’Italia arriva dall’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Eleonora Evi, secondo cui “il ruolo del Mediatore europeo è fondamentale per il buon funzionamento della macchina europea”, in quanto “indaga sulle denunce relative a casi di cattiva amministrazione da parte delle Istituzioni e sui casi di discriminazione, abuso di potere, ritardi ingiustificati o irregolarità  amministrative”.
Per questo, secondo l’europarlamentare, Fortunato non potrebbe essere l’uomo giusto a ricoprire quel ruolo.
“Nel 2005 il Movimento 5 Stelle aveva già  denunciato sul blog il fatto che Giuseppe Fortunato era stato nominato membro dell’Autorità  garante per la privacy. Dopo quella nomina calata dall’alto, Salvini e Meloni ci riprovano e dimostrano ancora una volta di voler cambiare l’Europa in peggio”, continua Evi.
L’eurodeputata ha anche ricordato che è stato “anche grazie al lavoro del Mediatore europeo che il tedesco Martin Selmayr”, potente funzionario Ue ed ex braccio destro di Jean-Claude Juncker, “non spadroneggia più in Commissione europea e che è stato scoperchiato il caso Barroso, l’ex presidente della Commissione europea che oggi lavora per la grande banca d’affari Goldman Sachs, un caso enorme di porte girevoli”.
Le votazioni per il nuovo Mediatore si sono tenute nella prima giornata della Plenaria a Strasburgo. Il risultato del primo scrutinio ha visto l’attuale Mediatore Ue, Emily O’Reilly, in netto vantaggio sugli altri candidati, con 240 voti.
Non abbastanza, però, per raggiungere i 295 voti necessari per ottenere la maggioranza assoluta dei voti espressi.
A seguire, Julia Laffranque (162 preferenze), Cecilia Wikstroem (73), l’italiano Giuseppe Fortunato (67) e Nils Muiznieks (47).
Se neanche nella prossima tornata non si riuscirà  a raggiungere la maggioranza dei voti espressi, si passerà  a un terzo scrutinio con i due candidati che hanno preso più preferenze.

(da “Il Fatto Quotidiano”)

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POCHI FONDI PER L’ISTRUZIONE: IL MINISTRO FIORAMONTI VERSO LE DIMISSIONI

Dicembre 25th, 2019 Riccardo Fucile

IL GRILLINO ANDREBBE A COSTITUIRE UN GRUPPO AUTONOMO ALLA CAMERA A SOSTEGNO DEL PREMIER CONTE… AL SUO POSTO ANDREBBE MORRA

Neppure il giorno di Natale si fermano le fibrillazioni nel governo. Stavolta addirittura con le voci di possibili dimissioni di un ministro, quello dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti.
Rumor che in realtà  durano da giorni e sono legati all’approvazione della manovra, con il mancato stanziamento dei fondi attesi per l’Istruzione.
D’altra parte il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, intervistato da Repubblica, ha ammesso: “Abbiamo inserito circa due miliardi aggiuntivi per scuola, università  e ricerca. Avrei voluto destinare ancora più risorse a questi settori fondamentali. L’impegno è per la prossima manovra”.
Lo stesso Fioramonti era stato esplicito sulla volontà  di un passo indietro in caso di fondi insufficienti per scuola, università  e ricerca.
Oggi a parlarne è l’agenzia Agi: l’esponente 5Stelle avrebbe addirittura già  consegnato al premier le dimissioni e attenderebbe le prossime ore per ufficializzarle.
Le dimissioni però non avrebbero un sapore antigovernativo. Fioramonti andrebbe a costituire un gruppo alla Camera a sostegno del premier come embrione di un nuovo soggetto politico.
Nei giorni scorsi si sono fatti i nomi di alcuni deputati che potrebbero seguirlo, tra cui Nunzio Angiola e Gianluca Rospi, ma anche l’ex M5s Andrea Cecconi.
Insomma, si moltiplicano le voci su possibili gruppi contiani nei due rami del Parlamento. Per la successione al ministero dell’Istruzione il nome in pole è quello di Nicola Morra, attuale presidente della commissione parlamentare antimafia.

(da “La Repubblica”)

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IL TEST SEGRETO DEL MOSE, IL PROVVEDITORE AMMETTE: “ANNULLATO PERCHE’ INUTILE E RISCHIOSO”

Dicembre 25th, 2019 Riccardo Fucile

LUNEDI IL MOSE SAREBBE DOVUTO ENTRARE IN FUNZIONE, MA SI E’ DECISO DI NON PROCEDERE, TROPPI RISCHI E POCHI BENEFICI

“I rischi sarebbero stati più dei benefici, per questo alla fine abbiamo deciso di non alzare le paratoie del Mose”. Cinzia Zincone, provveditore alle Opere pubbliche del Triveneto (che ha assorbito le funzioni del Magistrato alle Acque), rompe l’imbarazzante silenzio che si era creato ieri, vigilia di Natale, dopo un misterioso test del Mose al Lido durante l’emergenza acqua alta di 150 cm di lunedì notte. Innanzitutto il test — segreto, visto che nessuna comunicazione in merito era stata data — c’è stato, o meglio, era in programma, ma poi è stato annullato.
In extremis, visto che la Capitaneria di Porto era stata avvisata soltanto alle 20.30 di un possibile innalzamento lunedì 23 notte.
Fino a ieri però non si avevano comunicazioni ufficiali su questo test, nè sul perchè alla fine fosse stato annullato, ma ecco che il provveditore — che subentra a Roberto Linetti, travolto nel 2014 dallo scandalo delle tangenti Mose — spiega al Fatto Quotidiano:
“Nella serata di lunedì è arrivata un’ultima relazione in cui i benefici erano indicati come piuttosto modesti. Potendo innalzare solo la barriera di Treporti, era stato calcolato un beneficio limitato all’abbassamento del livello d’acqua di circa 5 centimetri. Ma considerando altri fattori si poteva arrivare solo a uno-due centimetri. Anche perchè con una marea prolungata l’acqua avrebbe avuto il tempo di entrare in laguna dalle altre bocche”.
Insomma, alzare le paratoie del Mose parzialmente, non serve a nulla. Troppi rischi. “La marea sarebbe durata molto tempo e mancando i compressori si sarebbe impiegato molto tempo a sollevare le paratie. Inoltre, mancando pure i generatori di emergenza, l’opera sarebbe diventata ingovernabile in caso di calo di corrente elettrica”.
Insomma, il Mose, non essendo pronto al 94% come era stato detto, semplicemente non è pronto per entrare in funzione. Ed è bene che non si rischi nulla.
Quello che preoccupa è l’assenza di trasparenza nella comunicazione delle operazioni relative a questa gigantesca opera costata già  sei miliardi e che attualmente non è stata mai messa in condizioni di funzionare, nemmeno parzialmente.
E intanto Venezia è sommersa, anche a Natale.

(da Fanpage)

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SARDINE, LA STRUTTURA PRENDE FORMA: COME FUNZIONERA’ LA PIATTAFORMA ONLINE PER “PARLARSI E DECIDERE INSIEME”

Dicembre 25th, 2019 Riccardo Fucile

“NON E’ UN NUOVO ROUSSEAU, ABBIAMO ALTRI OBIETTIVI”: ECCO QUALI

Era inevitabile il silenzio, un momento di tranquillità  mediatica dopo che le Sardine, dal 14 novembre al 23 dicembre, sono state al centro della politica e del dibattito pubblico anche oltreoceano.
Torneranno in piazza presto — ad Agrigento e Matera i flash mob più vicini — ma il punto è questo: cosa stanno combinando le 6.000 Sardine in questa fase di penombra?
«Una delle nostre urgenze primarie — dice a Open una persona del nocciolo bolognese -, è imparare a gestire la comunicazione tra di noi ed è esternamente importante. Ancora, dobbiamo avere una linea comune negli incontri con la stampa. Dobbiamo tutelarci il più possibile da ogni sorta di strumentalizzazione: ci sentiamo sotto attacco da una parte dei media e della politica».
Il team comunicazione
Un ordine ai referenti locali, per continuare a muoversi nel banco comune delle sardine, è arrivato: coordinare i movimenti con l’organizzazione centrale.
Sia dal punto di vista della programmazione di flash mob ed eventi, sia per quanto riguarda le apparizioni sulla stampa e sui social network.
«La libertà  viene prima di tutto, non si sta imponendo una linea per ottenere un tornaconto personale. Facciamo un esempio: se in Sicilia una sardina parla a nome di tutti noi dicendo che vuole impegnarsi per ottenere un diritto “x”, è giusto che lo si decida tra di noi, prima che qualcuno faccia una dichiarazione a favore del diritto “y” smentendo “x”?», spiega uno di loro a Open.
Anche per queste dinamiche è stato costituito un “team comunicazione”.
Ci dicono che sono in tre persone a gestirlo. Questo gruppo dovrebbe, tra l’altro, raccogliere tutte le segnalazioni che le Sardine locali vogliono portare all’attenzione dell’organizzazione centrale.
«Da quanto ho capito io — ci dice una sardina locale — dobbiamo mandare a una mail specifica le richieste di tv, giornali e radio che ci contattano: ci penserà  il team a smistarle ai portavoce nazionali».
Una nuova piattaforma online
La vera novità  — dovrebbe essere resa pubblica prima di Capodanno -, riguarda un sito internet ufficiale delle Sardine. In realtà , è molto di più di una semplice pagina web: la piattaforma è stata sviluppata «quasi ultimata, manca poco» con due forti obiettivi.
Primo, «servirà  a coordinarci tra di noi — ci spiega Roberto Morotti -. Adesso il nostro unico canale comunicativo per parlare con i referenti e organizzare le piazze è Whatsapp. Ma una chat con 150 persone non è facile da utilizzare».
Dunque uno scopo è quello di creare un ambiente di lavoro e di confronto online costruito appositamente per le 6.000 Sardine.
Secondo, «servirà  a diffondere i contenuti su una piattaforma nostra, ufficiale», conclude Morotti.
Diventerà  la principale fonte di informazione dalla quale apprendere gli spostamenti delle Sardine e tutte le iniziative in corso. Organizzazione interna e comunicazione esterna, sullo stesso sito.
Che non c’entra nulla con Rousseau — tendono a precisarlo in molti — nessuno sarà  chiamato a votare qualcosa sulla piattaforma delle Sardine, «per votare ci sono le urne. È lì che dobbiamo vincere».

(da Open)

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GENOVA CITTA’ SOLIDALE: IN 400 NELLA CHIESA DELL’ANNUNZIATA CON LA COMUNITA’ DI SANT’EGIDIO PER IL PRANZO DI NATALE

Dicembre 25th, 2019 Riccardo Fucile

MILLE VOLONTARI, 50 PRANZI IN DIVERSE ZONE DELLA CITTA’, 8000 LE PERSONE INDIGENTI ASSISTITE

25 pranzi in città  e 400 persone nella basilica dell’Annunziata per il tradizionale pranzo diNatale che tutti gli anni la comunità  di Sant’Egidio offre ai poveri e agli homeless.
Al pranzo di oggi ha portato un saluto il card.Angelo Bagnasco.
Grazie anche da parte del cardinale per “la vicinanza che vedo in questa basilica e che si svolge in tanti altri luoghi di Genova. Oggi, che è Natale, la vedo in modo particolare ma so che continua lungo tutto l’anno”.
“In un mondo difficile come il nostro – ha ricordato Andrea Chiappori, responsabile della Comunità  in Liguria – i pranzi di Natale di Sant’Egidio sono segno di contraddizione, speranza e al tempo stesso possibilità  per tutti quelli che non vogliono rassegnarsi a un mondo pieno di solitudine e tristezza. Mettere i più deboli e fragili al centro è un bene per tutti”.
Un impegno che dura tutto l’anno non solo a Natale. “Sono tutte situazioni che noi conosciamo persone che frequentiamo e con cui ci accompagniamo tutto l’anno. Indirizziamo ognuno al suo pranzo, dove troverà  persone che conosce, un tavolo con un posto con il suo nome, invitiamo uno per uno. Così come il regalo che facciamo, che è personalizzato, come in ogni famiglia succede”

(da agenzie)

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LA VERGOGNOSA MULTA (GRAZIE AL DECRETO SICUREZZA DI SALVINI) DI 4.000 EURO AGLI OPERAI PER AVER SCIOPERATO

Dicembre 25th, 2019 Riccardo Fucile

DA SETTE MESI NON RICEVEVANO LO STIPENDIO, VITTIME DEL LAVORO NERO, CON TURNI DI LAVORO DI 12 ORE PER 7 GIORNI LA SETTIMANA, SENZA FERIE E DIRITTO ALLA MALATTIA

“Abrogate il decreto sicurezza». Lo scrivono con un post su Facebook gli amministratori della pagina ufficiale delle Sardine, ricordando che a Prato alcuni lavoratori si sono trovati in pochi giorni a dover pagare una multa di 4.000 euro a testa per aver scioperato lo scorso settembre contro l’azienda che da sette mesi non erogava il loro stipendio. Partecipando allo sciopero indetto da Si Cobas gli operai avrebbero bloccato una strada pubblica.
«Sono gli effetti di quei “decreti sicurezza” che tra le tante virtù hanno quella di aver reintrodotto il reato di blocco stradale (depenalizzato nel 1999)», spiegano nel post le sardine.
In effetti si tratta di una delle prime applicazioni della norma contenuta nel decreto sicurezza emblema di Matteo Salvini. Anche i pastori sardi che protestavano contro il prezzo del latte, che sanziona chi «limita la libera accessibilità  e fruizione» di «aree destinate allo svolgimento di fiere, mercati e pubblici spettacoli», ma anche zone di interesse turistico.
«Insomma, uno dei tanti regali che la politica della demagogia e dell’odio è riuscita a farci spacciandolo sotto il nobile termine “sicurezza” che con quelle leggi non c’entra affatto. Ecco che allora il nostro Natale lo vogliamo passare con quei lavoratori e con le tante vittime, passate e future, di quei decreti vergognosi», scrivono le Sardine. §
I ventuno lavoratori della tintoria Superlativa hanno scioperato anche contro «il lavoro nero, i turni di 12 ore per 7 giorni la settimana, la negazione delle ferie e delle malattie e di tutti i diritti minimi previsti dalle leggi italiane».
La multa, notificata pochi giorni fa, sarebbe scattata perchè nel protestare gli scioperanti avrebbero bloccato una strada. «Ma quella dove è avvenuta la manifestazione non è un’arteria di grande scorrimento e non è possibile pensare che quegli operai rappresentino una minaccia alla sicurezza» conclude Si Cobas.

(da Open)

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PADOVA, L’AZIENDA CHE RILEGA LIBRI RINASCE GRAZIE AGLI OPERAI CHE L’HANNO RILEVATA

Dicembre 25th, 2019 Riccardo Fucile

“UNITI SI PUO’ FARE, OGGI SAREMMO TUTTI DISOCCUPATI”

“Insieme si può”. Una frase che non è solo uno slogan per i ventuno soci fondatori della Cooperativa Lavoratori Zanardi di Padova.
Nel 2014 la loro azienda, una storica società  di rilegatura di libri, era sull’orlo del fallimento. Sommersa dai debiti e con uno dei proprietari che si suicida a causa della crisi.
“Non vedevamo la luce in fondo al tunnel” racconta Lorena, una dei soci fondatori. Ma durante una riunione infuocata, la consulente del lavoro incaricata di chiudere l’azienda chiede agli operai: “Chi produce i libri, voi? E allora perchè non continuate a produrli?”. Si fa strada così l’idea di avviare un percorso di “worker buyout”.
Una cooperativa di lavoratori in grado di rilevare l’azienda. Ventuno operai su cento rispondono all’appello e si mettono in gioco. “Era una cosa talmente grande per noi diventare da operai a imprenditori che eravamo spaventati” ricorda Stefania, che all’epoca aveva 53 anni. “Ma del resto non avevamo alternative, chi avrebbe preso un’ultra cinquantenne nel mondo del lavoro di oggi?”. Nel maggio 2014 nasce così la Cooperativa.
Ma il primo problema è quello della liquidità  per l’acquisto della merce: “I fornitori volevano essere pagati in anticipo, ma noi non avevamo soldi”.
I soci fondatori decidono di investire interamente l’anticipo della mobilità  per avviare l’attività . Oltre mezzo milione di euro che ai aggiunge al sostegno di Coopfond spa e di Cooperazione Finanza e Impresa.
“Era una scommessa al buio, ma non avevamo alternative per partire” racconta Rosito mentre effettua la manutenzione a uno degli impianti per la rilegatura. “All’inizio si lavorava poco, anche solo due o tre ore al giorno in base alle commesse che c’erano”. Ma la svolta arriva con un ordine da un milione di copie che permette alla cooperativa di guardare con più serenità  al futuro.
A cinque anni di distanza dalla sua fondazione, il fatturato dell’azienda è passato da 2.5 a oltre 4 milioni di euro e i soci fondatori sono quasi raddoppiati.
Durante il brindisi natalizio si festeggia l’ultimo arrivato, Christian, il trentanovesimo socio della cooperativa. “Un ingresso che è segno che continuiamo a costruire un futuro — ricorda il presidente della Cooperativa, Mario Grillo, durante il brindisi natalizio — e non solo un passato”.

(da “Il Fatto Quotidiano”)

argomento: Lavoro | Commenta »

NOTRE-DAME, DOPO 216 ANNI NIENTE MESSA DI NATALE NELLA CATTEDRALE

Dicembre 25th, 2019 Riccardo Fucile

DONAZIONI A QUOTA 320 MILIONI

Nemmeno l’invasione nazista, che gettò Parigi in un clima di terrore, riuscì a impedire il celebrarsi della funzione natalizia in uno dei luoghi più simbolici della Francia
Una notizia buona e una cattiva arriva dal cuore di Parigi questo 25 dicembre.
La cifra delle donazioni per la ricostruzione di Notre-Dame ha raggiunto i 320 milioni di euro, grazie alla generosità  tanto delle multinazionali quanto dei comuni cittadini.
La notizia triste per i parigini, invece, è che quest’anno non si è potuta celebrare la messa di Natale nella cattedrale più famosa della Francia: non accadeva da 216 anni.
L’ultima volta che la nascita di Gesù non si è onorata nella chiesa in Francia governava Napoleone, nel lontano 1803.
L’annuncio che anche nel 2019 sarebbe stata interrotta la consuetudine di molti parigini di vivere il rito, a mezzanotte, nel Patrimonio mondiale dell’umanità , è arrivata dall’ufficio stampa della cattedrale del XII secolo. «La messa di Natale sarà  celebrata dal presbitero Patrick Chauvet nella vicina chiesa di Saint-Germain l’Auxerrois».
Persino durante i tumultuosi anni dell’invasione nazista, dal 1940 al 1944, Notre-Dame è stata l’emblema del Natale parigino.
I lavori di restauro saranno lunghi e complicati. Il presidente Emmanuel Macron ha promesso che la ricostruzione sarebbe finita entro cinque anni, ma le fiamme, il crollo del tetto e della guglia, lo scorso 15 aprile, hanno reso molto precaria l’intera struttura che domina la parte orientale dell’àŽle de la Citè parigina.

(da agenzie)

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BLITZ CONTRO LA CAMORRA, ARRESTATO PRIMA DEL PRANZO DI NATALE IL LATITANTE DEL NARCOTRAFFICO

Dicembre 25th, 2019 Riccardo Fucile

GENNARO ANNUNZIATA A CAPO DEI TRAFFICI TRA ITALIA, OLANDA E MAROCCO

Era riuscito a sfuggire a un maxi-blitz nel luglio 2017 ma il richiamo del pranzo di Natale in famiglia l’ha tradito.
Gennaro Annunziata, ritenuto uno dei promotori di un’associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico internazionale tra Italia, Olanda e Marocco, è stato arrestato in un appartamento a Castel Volturno, in provincia di Napoli.
L’uomo si trovava assieme ai parenti, pronto a sedersi a tavola per il pranzo di Natale, quando i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli e del nucleo operativo di Bagnoli, col supporto dei militari del X reggimento Campania, l’hanno intercettato e arrestato, conducendolo poi in carcere.
Secondo gli inquirenti, Gennaro Annunziata riforniva le piazze dello spaccio nel Napoletano e così, con il coordinamento della direzione distrettuale Antimafia, gli investigatori hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Napoli.

(da agenzie)

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