Dicembre 27th, 2019 Riccardo Fucile
SERVIRANNO PER L’ORGANIZZAZIONE DELL’EVENTO DEL 19 GENNAIO A BOLOGNA… PICCOLE OFFERTE DA 2.300 CITTADINI
In appena 4 giorni le sardine hanno raccolto oltre 50mila euro che serviranno per organizzare in piazza VIII agosto a Bologna, il 19 gennaio, un’iniziativa dedicata all’Emilia-Romagna.
L’obiettivo è stato superato grazie a circa 2300 “sardine” che hanno versato un contributo minimo come richiesto dagli organizzatori che volevano una partecipazione diffusa e popolare.
La cifra sarà spesa per:
Allestire il palco;
Garantire un impianto audio e luci professionale che renderà l’evento indimenticabile;
Gestire la sicurezza dell’evento;
Ripulire la piazza;
Documentare tutto l’evento con registrazioni audio e video;
Coprire le spese accessorie.
Qualora il denaro ricevuto superasse in maniera significativa l’obiettivo prefissato, l’eccedenza verrà utilizzata per finanziare progetti futuri dell’associazione o devoluto in beneficenza.
Mancano ancora 20 giorni alla chiusura della sottoscrizione e la raccolta va avanti: nel pomeriggio si è quasi toccata quota 53.000 euro
Intanto, il movimento delle sardine ha una canzone: s’intitola ‘6000 (siamo una voce)’ è stato realizzato dai Malavoglia con il musicista Francesco Tripi e con Marco Mori e prodotto dal Mei, il Meeting delle etichette indipendenti, su un’idea del suo patron Giordano Sangiorgi.
(da agenzie)
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Dicembre 27th, 2019 Riccardo Fucile
UN ASSIST PERFETTO PER LA SINISTRA: “VOGLIONO INTIMIDIRE LA INFORMAZIONE LIBERA”… PAOLO BERIZZI E’ UN GIORNALISTA CHE VIVE SOTTO SCORTA PER AVER DENUNCIATO EPISODI DI RAZZISMO E ORGANIZZAZIONI NEONAZISTE
Il cronista di Repubblica imbavagliato, sullo sfondo di un manifesto rosso con la scritta
“Brigate rosse”.
È l’ultimo attacco che il Secolo d’Italia, con un articolo a firma del suo direttore Francesco Storace, ha fatto al giornalista Paolo Berizzi e alla sua rubrica, “Pietre”, pubblicata su Repubblica da fine novembre.
Un appuntamento quotidiano in cui il giornalista – sotto scorta per il suo lavoro di inchiesta – evidenzia ogni giorno un episodio di antisemitismo, razzismo, xenofobia.
Un appuntamento diventato quotidiano per i lettori di Repubblica. Ma che il Secolo d’Italia vorrebbe ribattezzare Le Iene. Imbavagliandone l’autore.
Un assist perfetto per il il Pd che attacca: “L’idea è che chi non la pensa come loro, debba avere la bocca chiusa. Intollerabile”.
L’immagine è stata pubblicata a fine novembre, in concomitanza con l’avvio della rubrica di Berizzi. Ma è solo negli ultimi giorni che, sui social, è scoppiata la polemica, con molti lettori che hanno voluto testimoniare la loro solidarietà a Repubblica e al suo inviato speciale:
“Hanno sempre lo stesso chiodo, imbavagliare l’informazione libera”, scrive Ruggero su Twitter. “No ai bavagli, la bocca deve essere tenuta bene aperta per denunciare ogni episodio che testimonia che ancora c’è chi vuole farci tornare in mente gli orrori del secolo scorso”, ragiona il dem Fiano.
Solidarietà anche dall’Anpi, attraverso il segretario provinciale di Milano: “È un attacco ignobile a chi ha denunciato il pericolo connesso al risorgere di movimenti neonazisti – scandisce il presidente milanese dell’Associazione nazionale partigiani, Roberto Cenati – Questi attacchi rientrano in quel clima di insopportabile intolleranza dovuto al ritorno di ideologie razziste, antisemite e xenofobe in Italia e in Europa”.
Il comunicato della direzione, della redazione e del cd
Ancora una volta Paolo Berizzi è stato insultato e minacciato. La direzione, il Cdr e la redazione di Repubblica gli sono vicini sapendo che Paolo non si lascerà di certo intimidire da chi non gradisce e anzi ha paura del suo lavoro.
(da “La Repubblica”)
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Dicembre 27th, 2019 Riccardo Fucile
“LE MIE ULTIME RESTITUZIONI SARANNO DONATE SUL CONTO DEL TECNOPOLO MEDITERRANEO PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE DI TARANTO”
“Mi stupisce che tante voci della leadership del M5s mi stiano attaccando. E per che cosa? Per aver fatto solo ciò che ho sempre detto”.
Lo afferma in un lungo post su Facebook l’ex ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti rispondendo alle critiche arrivata dai Cinquestelle dopo la sua decisione di lasciare il governo.
“Non possono mancare le solite polemiche sui rimborsi. In tanti, nel Movimento, abbiamo contestato un sistema farraginoso e poco trasparente di rendicontazione”, aggiunge Fioramonti.
“Dopo aver restituito puntualmente per un anno, come altri colleghi, ho continuato a versare nel conto del Bilancio dello Stato e le mie ultime restituzioni saranno donate sul conto del Tecnopolo Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile, un centro di ricerca pubblico che, da viceministro prima e da ministro poi, ho promosso a Taranto, una città deturpata da un modello di sviluppo sbagliato. Ed invito anche altri parlamentari 5 Stelle a fare lo stesso, non appena il conto sarà attivo”, sottolinea Fioramonti.
“Ho chiesto a tutto il governo di fare di più per finanziare il Tecnopolo – aggiunge Fioramonti – che ad oggi riceve un esiguo finanziamento annuale di 3 milioni, perchè è forse il segno più concreto per una comunità civica che, come tutti noi, ha bisogno di futuro. Sarebbe un piccolo gesto per dimostrare che la ricerca, soprattutto quella che può migliorare la qualità della vita, ci sta davvero a cuore”.
Anche in questa occasione, Fioramonti rinnova dunque le sue critiche alla gestione di vertice M5s e rileva che “in tanti, nel Movimento, abbiamo contestato un sistema farraginoso e poco trasparente di rendicontazione”.
Quanto al suo addio al governo, il ministro dimissionario confida il suo stupore per le critiche dal suo partito solo “aver fatto solo ciò che ho sempre detto”. “Mi sarei in realtà aspettato il contrario: sarebbero dovuti essere loro a chiedermi di onorare la parola data favorendo le dimissioni, invece di chiedermi di fare – sottolinea ancora – quello che i politici italiani hanno sempre fatto: finta di niente”.
(da agenzie)
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Dicembre 27th, 2019 Riccardo Fucile
MOLTI SONO PROFESSIONISTI ELETTI NELL’UNINOMINALE… OBIETTIVO ARRIVARE A 20 PER FORMARE UN GRUPPO
Quindici deputati del MoVimento 5 Stelle sono pronti a lasciare il gruppo alla Camera per
formare un nuovo insieme guidato da Lorenzo Fioramonti.
Il Messaggero fa i nomi dei papabili dell’esodo che colpisce il M5S per l’ennesima volta da quando è in Parlamento.
Racconta oggi Il Messaggero:
La lista di deputati pronti a lasciare Di Maio è composta da Massimiliano De Toma, Rachele Silvestri, Roberto Rossini, Roberto Cataldi, Nadia Aprile, Gianluca Rospi, Nunzio Angiola, Andrea Vallascas e altri parlamentari alla prima legislatura. Molti di questi sono professionisti eletti nei collegi uninominali, molti di questi — secondo il sito www.tirendiconto.it non risultano in regola con le restituzioni dovute al Movimento, come Fioramonti.
E dunque, secondo le regole grilline, se non correranno al bancomat entro il 31 dicembre finiranno sotto le cortesi attenzioni dei probiviri, rischiando nei casi più gravi l’espulsione: «Stiamo facendo riflessioni sul momento politico, il M5S non è più quello che conoscevamo», ripetono un po’ tutti gli scissionisti. Tra di loro ce ne sono «cinque» che, come nelle partite di poker, giocano con le carte coperte.
L’obiettivo infatti è chiaro: arrivare a quota 20. Puntando a formare un nuovo gruppo con l’inserimento degli ex già finiti, per vicissitudini varie, nel gruppo Misto.
Qualche nome: Andrea Cecconi, Sara Cunial, Gloria Vizzini e Veronica Giannone. L’idea potrebbe attrarre anche gli eletti con Centro democratico +Europa come Alessandro Fusacchia. I contatti sono in corso, anche in queste ore di festa.
Se la componente degli scissionisti riuscirà a formare un gruppo autonomo a quel punto non è escluso che cambino gli equilibri all’interno del governo.
«Perchè 20 voti diventerebbero fondamentali come accade adesso per Italia Viva», racconta chi sta lavorando al progetto. E non esclude di chiedere al premier «un riconoscimento».
Chi invece, dopo tante indiscrezioni, non farà parte della compagnia è Giorgio Trizzino, medico palermitano, a capo della corrente dei “competenti”.
«Rimango dove sto — dice a Il Messaggero — ma sarò una spina nel fianco del Movimento per spronarlo a fare meglio. Fioramonti? Trovo la sua mossa non corretta, soprattutto per le sfide che attendono la scuola e l’Università ».
(da “NextQuotidiano”)
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Dicembre 27th, 2019 Riccardo Fucile
PIU’ DI MARINO E ALEMANNO… 30 ADDETTI SOLO ALLA COMUNICAZIONE
«Il M5S in Campidoglio spenderà almeno 300 mila euro in meno ogni anno rispetto all’ultima amministrazione Pd di Marino e un milione di euro in meno rispetto a quella di Alemanno (sostenuta dal centrodestra e da Fratelli d’Italia). Sui 5 anni si traduce in almeno 1,5 milioni di euro in meno rispetto a Marino, ben 5 milioni di euro in meno rispetto ad Alemanno».
Parole di Virginia Raggi all’inizio della consiliatura e che il M5S Roma si è appena rimangiato, come certifica oggi Il Messaggero in un articolo a firma di Lorenzo De Cicco:
In realtà , ora che il mandato dei grillini in Campidoglio ha agganciato la parte calante, le cose sembrano cambiate. Basta spulciare le carte degli allegati all’ultimo bilancio 2020-2022, quelli del Documento unico di programmazione, per accorgersi che le cifre sono diverse da quelle strombazzate dalla propaganda 5S. E sembrano superare largamente sia il monte ingaggi annuale di Marino che di Alemanno.
La spesa prevista «per il personale degli Uffici di diretta collaborazione degli Assessori» ammonta a «â‚¬ 6.555.654,35 per l’anno 2020 e a € 6.557.144,81 per l’anno 2021». Insomma oltre 6 milioni e mezzo l’anno.
Stando alle cifre fatte circolare dal M5S nel 2016, si tratta di 1,2 milioni in più della giunta di centrosinistra e di mezzo milione in più di quella di centrodestra.
Non è proprio una sorpresa. Al di là della girandola di collaboratori, assessori e manager che si sono avvicinati e allontanati da Palazzo Senatorio in questi anni travagliati, tra cacciate e dimissioni, i collaboratori più fedeli della sindaca e dei vari membri della giunta, nell’ultimo periodo, si sono visti rimpolpare gli stipendi.
Ritocchi all’insù per «adeguare» il nuovo salario, si legge nelle varie delibere, a mansioni ampliate rispetto all’inizio. Oppure contratti part-time sono diventati a tempo pieno. E la spesa, nel frattempo, si gonfia. Stavolta senza post su Facebook.
In tutto ciò, è stupefacente quanto si spenda per lo staff comunicazione:
Sul primo fronte ci sono 30 addetti che si occupano soltanto di comunicazione: scrivono i comunicati e curano i rapporti con la stampa per la sindaca e i suoi assessori, seguono i social di tutti i componenti della giunta. Soprattutto danno di fatto forma alla strategia del Campidoglio con le loro uscite multimediali. Non a caso a guidarli c’è il portavoce della Raggi. Una squadra che lavora 24 ore su 24 e che costa alle casse comunali circa 1,6 milioni di euro in stipendi.
(da “NextQuotidiano“)
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Dicembre 27th, 2019 Riccardo Fucile
LA PROTESTA DELLA SQUADRA DI CALCIO FEMMINILE CONTRO LA “PRESENZA TOSSICA” DEL LEGHISTA IN CITTA’
Ancona Respect, una squadra di calcio femminile di Ancona iscritta agli elenchi ufficiali della
Figc ha deciso di chiudere l’anno sportivo disputando una partitella in famiglia.
Prima del fischio d’inizio, i protagonisti della festa si sono schierati a centrocampo esponendo il cartello: “Diamo un calcio a Salvini“.
Lo slogan è stato esposto per protestare contro la “presenza tossica” del leader leghista in quel di Ancona.
Ieri ci siamo salutate per la pausa natalizia con una partita. Si è svolta proprio come piace a noi, squadre miste in cui giocavano Under 12 e prima squadra femminile, dirigenti, allenatori, amici, tifosi. Prima del fischio d’inizio abbiamo realizzato un cartellone con scritto ” Diamo un calcio a Salvini” , vista la presenza tossica del leghista nella giornata di ieri nella nostra città .
Attraverso lo sport ogni giorno contestiamo e ci opponiamo al clima di odio e razzismo propagandato da leghisti. Ogni giorno dimostriamo a tutte e tutti che nuovi modi di vivere il calcio e la città sono possibili. Non permettiamo che si speculi sulla nostra città o che si sparga odio per raccogliere qualche voto. Ancona è la città in cui viviamo, in cui ci alleniamo, in cui costruiamo un quartiere e una comunità differenti. Ancona è la nostra città e sappiamo riconoscere benissimo da soli quali sono i suoi nemici, qua gli unici stranieri siete voi!
(da agenzie)
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Dicembre 27th, 2019 Riccardo Fucile
IMPORTANTE SENTENZA DEL TRIBUNALE REGIONALE SULLA NON RETROATTIVITA’ DELLA NORMA…ENNESIMA SCONFITTA DEI RAZZISTI
I migranti che hanno ottenuto la protezione umanitaria prima dell’entrata in vigore del decreto sicurezza che – come è noto – abolisce questo tipo di permesso di soggiorno, hanno diritto a mantenere l’accoglienza nelle strutture abilitate.
È un’importante sentenza quella emessa alla vigilia di Natale dal TAR del Veneto, che dunque stabilisce la non retroattività del decreto sicurezza non solo per l’abolizione della protezione umanitaria ma anche per il diritto all’accoglienza.
I giudici amministrativi del Veneto hanno infatti accolto il ricorso di un migrante, che aveva ottenuto la protezione umanitaria prima del 5 ottobre 2018 e che si era visto negare l’accesso all’accoglienza in una struttura Sprar (oggi Siproimi).
Il TAR si rifà alla sentenza della Cassazione, che ha sancito l’irretroattività del decreto sicurezza e sottolinea come “nel caso in cui la protezione umanitaria è già stata riconosciuta al richiedente asilo non può essere eliso un beneficio – la prestazione delle misure di accoglienza – collegato a detto riconoscimento“.
La sentenza del TAR arriva proprio nei giorni in cui dovrebbe cessare (al 31 dicembre) l’accoglienza per migliaia di migranti titolari di protezione umanitaria.
Nei giorni scorsi, rispondendo alla richiesta del Tavolo Asilo, il ministero dell’Interno ha annunciato l’avvio di nuovi progetti con i fondi FAMI a cui i Comuni dovrebbero poter accedere per procrastinare l’accoglienza, ma intanto questa sentenza bolla come illegittima qualsiasi esclusione dal sistema di accoglienza di chi ha il titolo di protezione umanitaria.
(da agenzie)
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Dicembre 27th, 2019 Riccardo Fucile
BARE BIANCHE, AMICI E TANTE LACRIME… IL PARROCO: “IL SENSO DELLA VITA NON E’ BERE E FUMARSELA”
Due bare bianche accolte dal silenzio e dalle lacrime di centinaia di persone. Sono iniziati
così, nella parrocchia del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore in via Flaminia Vecchia, a Roma, i funerali di Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli, le due 16enni travolte e uccise la notte del 22 dicembre da un’auto su corso Francia, strada trafficatissima non distante dal luogo delle esequie. Il giovane alla guida di un suv che le ha travolte, il 20enne Pietro Genovese, si trova da ieri agli arresti domiciliari.
All’ingresso della chiesa sono state collocate due fotografie delle ragazze. Sono accorsi tanti amici e parenti e i compagni della Terza C del liceo linguistico De Sanctis, frequentato da Gaia e Camilla. A celebrare i funerali il parroco, don Gian Matteo Botto. I giornalisti sono assiepati all’ingresso del complesso dove si trova la chiesa.
Il parroco: “Il senso della vita non è bere e fumarsela”
“Siamo abituati a vivere tra tecnologie e innovazione eppure brancoliamo nel buio ed è quello su cui dobbiamo riflettere: su questa ora buia”. Così ha esordito il parroco don Gianni Matteo Botto nel corso dell’omelia ai funerali di Gaia e Camilla, sottolineando “da giorni ci chiediamo il perchè. Ci interroghiamo sull’insensatezza di quanto accaduto. Brancoliamo nel buio. Ecco quello di oggi è il grande abbraccio che diamo ai genitori di Gaia e Camilla, in questa ora così buia”.
E ancora parole forti nell’omelia di don Matteo: “Il senso della vita, lo aveva chiesto giorni fa Camilla alla sua famiglia. Ecco, magari quando sei sbronzo o sei fatto ti metti a guidare? Questa è la vita? In fondo ci sentiamo onnipotenti e poi non riusciamo a seguire le regole base della convivenza. Ci riscopriamo tutti un pò palloni gonfiati. Il senso della vita non è bere e fumarsela”.
(da agenzie)
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Dicembre 27th, 2019 Riccardo Fucile
“TUTTI I GOVERNI EUROPEI DOVRANNO CONTRIBUIRE ALLA CONDIVISIONE DEGLI ONERI”
“L’Italia ha fatto un lavoro straordinario e ora dobbiamo essere più solidali”. Così in un’intervista a La Repubblica la nuova presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
“Dobbiamo uscire dallo stallo con un approccio comprensivo basato su misure su cui già c’è consenso tra governi e altre rinnovate per trovare un accordo – spiega -. Porteremo nuove idee sul trattato di Dublino e sull’asilo. Servono confini esterni forti, un approccio comune sull’asilo all’interno del Continente e forti investimenti esterni nei paesi di origine dei Migranti”.
Per von der Leyen “tutti i governi europei dovranno contribuire per avere una vera condivisione degli oneri. Inoltre dovremo lavorare a vie legali per chi vuol venire a lavorare in Europa”.
(da agenzie)
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