Gennaio 9th, 2020 Riccardo Fucile
L’IRA DEL LEGHISTA CHE VOLEVA FARE IL TOUR DELLA VITTIMA NELL’ULTIMA SETTIMANA
Il caffè di primo mattino glielo manda di traverso la notizia che gli comunicano i suoi da Roma. 
Piazza Prampolini, cuore di Reggio Emilia, inizia l’ennesima giornata di campagna emiliana per Matteo Salvini. Ma dalla giunta per le immunità del Senato gli comunicano che io via libera al suo processo per il caso Gregoretti potrebbe slittare. La maggioranza non vuole quel voto il 20 gennaio, a sei giorni dalle elezioni regionali. Il M5S ha già chiesto il rinvio. Pd, Iv, Leu seguono a ruota.
Il leader leghista sognava di immolarsi e costruirci il rush finale della campagna: da vittima della giustizia sacrificato sull’altare della difesa dei confini.
Perfetto supplizio per il paladino del sovranismo nazionale. Operazione smaccata. E per ora sventata.
L’ex ministro che ama ripetere ogni giorno come rischi processo e galera per aver difeso gli italiani, dovrà attendere.
La tesi è sempre quella: “Io non ho paura, sono pronto a farmi processare” (infatti scappa dai processi) e con me milioni di italiani” (a cui del suo futuro in galera non frega una mazza)
(da agenzie)
argomento: Giustizia | Commenta »
Gennaio 9th, 2020 Riccardo Fucile
IN ITALIA LA POLITICA E’ TUTTA DA RIDERE E LA COERENZA DEI POLITICI UN’UTOPIA … SE NON SI TROVANO ALTRI 4 FIRMATARI SALTA IL REFERENDUM
Dietrofront. Aspettarsi la coerenza dai politici è utopia.
Ed ecco che il grande giorno della consegna delle 64 firme alla corte di Cassazione per chiedere il referendum sul taglio parlamentari si trasforma in un buco nell’acqua.
Oggi, giovedì 9 gennaio 2020, alle 11 era previsto l’appuntamento a Roma per inoltrare la richiesta ufficiale della consultazione, ma all’ultimo minuto c’è stato un passo indietro. Anzi, quattro. Questo è il numero di senatori che hanno deciso di cancellare il loro nome dalla lista dei 64 firmatari. Ora il nuovo termine è stato fissato per domenica 12 gennaio.
Ad annunciare il dietrofont che ora mette a rischio la richiesta di referendum è stato il senatore di Forza Italia Andrea Cangini, uno dei parlamentari che ha avviato la raccolta firme: «In 4 hanno ritirato le firme ma altri si stanno aggiungendo per cui per correttezza abbiamo chiesto alla Cassazione uno slittamento».
Dopo la sicurezza ostentata nel corso delle ultime settimane, dunque, ecco lo stop inatteso per ‘colpa’ di quattro colleghi di Palazzo Madama che hanno deciso di fare un passo indietro.
Ora il termine ultimo per inoltrare la richiesta alla corte di Cassazione è slittato al 12 gennaio prossimo. Tre giorni per andare a caccia delle ultime quattro firme per chiedere il referendum sul taglio parlamentari che dovrebbe tenersi durante la prossima primavera. Servono 64 firme e ora, dopo lo stop inatteso e il ripensamento, si è fermi a 60. Per Costituzione, infatti, occorre raggiungere quel numero legale (64) per inoltrare la richiesta.
Secondo le indiscrezioni che arrivano da Palazzo Madama, i quattro senatori che hanno avuto questo ripensamento appartengono a Forza Italia e Partito Democratico. Due per parte. Quattro nomi che, dopo una battaglia iniziato al termine dell’iter approvato dal Parlamento, hanno prima sedotto e poi abbandonato i promotori di questa iniziativa che, al momento, rischia di saltare. I prossimi tre giorni saranno ricchi di telefonate e contatti.
(da agenzie)
argomento: Referendum | Commenta »