Destra di Popolo.net

NOTO IMPRENDITORE AGRICOLO ITALIANO FATTURAVA 6 MILIONI PAGANDO I BRACCIANTI 3 EURO L’ORA: ARRESTATO PER SFRUTTAMENTO

Luglio 1st, 2020 Riccardo Fucile

COME MAI SALVINI E MELONI NON FANNO UN BEL POST PER CONDANNARE QUESTA “PERSONA PERBBBBENE”? HANNO PAURA DI PERDERE I VOTI DI CHI SFRUTTA I LAVORATORI?

Un imprenditore agricolo di Apricena, nel Foggiano, Settimio Passalacqua, di 78 anni, è stato arrestato e posto ai domiciliari con l’accusa di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Si tratta di uno dei più noti imprenditori agricoli del Foggiano.
I carabinieri hanno notificato la misura cautelare anche ad un suo collaboratore. Sono state inoltre sottoposte a controllo giudiziario 5 aziende dove lavorano 222 dipendenti e che si estendono per quasi 2.000 ettari.
Si tratta di imprese che hanno prodotto un volume di affari nel solo 2019 calcolato in oltre 5 milioni e 800 mila euro.
L’imprenditore avrebbe sfruttato braccianti agricoli sia italiani che stranieri, questi ultimi per lo più di nazionalità  africana   e albanese, quasi tutti reclutati nei ghetti.
I carabinieri hanno accertato che i lavoratori venivano pagati con un compenso che variava tra i 3,33 euro e i 5,71 euro l’ora, in totale violazione dei contratti collettivi nazionali e territoriali stipulati dalle organizzazioni sindacali di settore.
I braccianti erano costretti a lavorare tra le 7 e le 9 ore al giorno, senza concessione   di alcun giorno di riposo e con una pausa giornaliera di circa 30 minuti.

(da agenzie))

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HANNO “ROTTO” PER TRE MESI CHE ERANO IN ROVINA, ORA SOLO IL 4% DEGLI ALBERGHI ACCETTA IL BONUS VACANZE: E’ L’IMPRENDITORIA ALL’ITALIANA

Luglio 1st, 2020 Riccardo Fucile

IL BONUS VACANZE FINO A 500 EURO A RISCHIO FLOP PERCHE’ GLI HOTEL (CHE “ERANO ALLA FAME” FINO A IERI) NON LI ACCETTANO… IL MOTIVO E’ SEMPLICE: HANNO LE PRENOTAZIONI QUASI PIENE PER LUGLIO E AGOSTO DI TURISTI CHE PAGANO CASH

Dal primo luglio i cittadini potranno usufruire del bonus vacanze nelle strutture ricettive italiane. Una riduzione dell’importo da pagare per il soggiorno in alberghi, agriturismi, b&b dal primo luglio al 31 dicembre 2020 che può arrivare fino a 500 euro per i nuclei familiari con almeno tre componenti.
Una misura nuova, introdotta con il decreto Rilancio, che ha però bisogno di tempo prima di ingranare. Tanto da pensare che il rischio di un flop sia concreto.
Il dato, finora, è però poco confortante: molti alberghi non hanno aderito e non sembrano intenzionati a farlo.
C’è chi ritiene che il bonus non sia “conveniente”, chi sostiene che in un momento in cui manca la liquidità  non sia una soluzione valida per far ripartire il turismo e chi, invece, pensa che lo applicherà  ma solamente per soggiorni prolungati o per spese superiori a determinate cifre (tendenzialmente molto alte).
Finora i dati delle adesioni sono quasi impossibili da reperire. Non è ancora chiaro in che modo i turisti potranno sapere quali strutture aderiranno, se non chiamandole a una a una. Non esistendo un database unico delle strutture turistiche italiane, una delle ipotesi è quella di creare un portale a cui accedere e vedere tutti gli alberghi e le altre strutture aderenti.
Una pagina che potrebbe, secondo quanto anticipato negli scorsi giorni, anche essere predisposta sul sito del Mibact.
Ad oggi, però, l’unico riscontro in tal senso viene dal portale Italyhotels.it, che raccoglie le strutture aderenti a Federalberghi. Un dato che non riguarda, quindi, neanche tutti gli alberghi di Italia e che è sicuramente parziale sia per questo (inoltre vengono escluse tutte le strutture non alberghiere) sia perchè rischia di scontare la mancata comunicazione degli albergatori della loro adesione alla federazione nazionale (comunicazione non obbligatoria). Ma da qui è possibile farsi un’idea di quale sia stata finora l’adesione al bonus vacanze.
Dalle sezioni regionali di Federalberghi viene sottolineato a Fanpage.it come il bonus vacanze sia certamente una buona iniziativa, che si scontra però con una tempistica immediata e con la difficoltà  che possono avere turisti e fornitori di servizi per attuarla
I dati di Roma, dove, secondo il sito di Federalberghi, finora hanno aderito al bonus solo 35 strutture su quasi mille, sono simili a quelli di altre grandi città . A Napoli le adesioni sono solo 11 su 135, a Milano addirittura due soltanto su quasi 400 strutture. Anche a Torino e in Piemonte la situazione è simile.
Ma per ora la situazione è tutt’altro che incoraggiante. Il rischio flop è concreto e lo dimostrano i dati riguardanti le Regioni italiane che si possono trovare sul portale Italyhotels. In totale le strutture risultanti sono 27.371. Ma di queste solamente 1.145 hanno già  indicato la loro disponibilità  ad aderire al bonus vacanze.
Si tratta di poco meno del 4,2% del totale delle strutture rientranti in Federalberghi. Le Regioni in cui aderiscono almeno cento alberghi si contano sulle dita di una mano: Veneto, Toscana ed Emilia-Romagna. All’opposto, in ben tre Regioni — Calabria, Basilicata e Molise — non c’è neanche una struttura che aderisce al bonus vacanze. Vediamo quante sono le strutture (ricordiamo, solo quelle affiliate a Federalberghi) che ad oggi aderiscono Regione per Regione
Emilia Romagna 235 su 4.275
Veneto 119 su 2.514
Toscana 109 su 2.397
Trentino Alto Adige 96 su 3.579
Lombardia 87 su 2.531
Campania 61 su 1.425
Sicilia 56 su 1.065
Liguria 55 su 1.284
Lazio 49 su 1.667
Marche 42 su 737
Piemonte 37 su 1.176
Umbria 36 su 39
Abruzzo 35 su 759
Valle d’Aosta 35 su 444
Sardegna 33 su 740
Puglia 31 su 784
Friuli Venezia Giulia 29 su 616
Molise 0 su 71
Basilicata 0 su 214
Calabria 0 su 701.

(da “Fanpage)

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TARIFFE SPIAGGIA AUMENTATE FINO AL 35%: L’EFFETTO COVID LO PAGANO I CONSUMATORI, COME SEMPRE

Luglio 1st, 2020 Riccardo Fucile

IL RISCHIO D’IMPRESA SCARICATO SUI CITTADINI: QUALCHE OMBRELLONE IN MENO? BASTA AUMENTARE LA TARIFFA DEGLI ALTRI

Andare al mare non sarà  più lo stesso tra distanziamento sociale e incrementi tariffari. I gestori degli stabilimenti balneari, infatti, hanno pensato bene di aumentare il costo dei servizi per compensare le spese   aumentate a seguito delle disposizioni anti-Coronavirus.
Nuovi costi, mancati guadagni, più attenzione all’igiene (quindi disponibilità  di gel igienizzante per le mani, segnaletiche ad hoc per i bagnanti) comporteranno un aumento delle tariffe. A rimetterci, come sempre, saranno i consumatori.
A certificarlo è Altroconsumo — associazione a difesa dei consumatori — secondo cui l’incremento tariffario medio per un ombrellone e due lettini, rispetto allo scorso anno, nel mese di agosto, sarà  del 15% per l’abbonamento settimanale, del 12% per quello giornaliero e del 5% per quello mensile.
Per quanto riguarda la tariffa giornaliera, l’incremento maggiore, allo stato attuale, si registra a Finale Ligure dove i bagnanti dovranno sborsare il 35% in più. Un salasso.
Sempre a Finale Ligure, però, si segnala anche l’unico caso di riduzione della tariffa mensile (-13%) che servirà  a favorire la clientela più fidelizzata rispetto a quella “mordi e fuggi”.
Facendo la media della variazione annuale dei costi di ogni località  balneare, al primo posto si piazza la Penisola Sorrentina con un aumento medio del 32%, seguita da Finale Ligure con il +16%, Anzio +14%, Castiglione della Pescaia +9%, Cervia +8%, Porto Recanati +7% e il litorale palermitano con appena l’1% in più.
Nessuno degli intervistati, però, ha installato all’interno delle proprie strutture i divisori in plexiglas. Sotto l’ombrellone, infine, non è obbligatorio tenere la mascherina mentre diventa necessaria — per tutelare la propria salute e quella degli altri — se si va al bar o se si parla con altri bagnanti. Chiusa, in alcuni stabilimenti, l’area giochi per bambini.

(da agenzie)

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GENOVA, I VIGILI DEL FUOCO: “ABBIAMO ALTRO DA FARE CHE RIMUOVERE STRISCIONI CHE NON ARRECANO PERICOLO ALLA PUBBLICA INCOLUMITA'”

Luglio 1st, 2020 Riccardo Fucile

E AL SINDACO LEGHISTA RICORDANO: “BASTA L’UTILIZZO IMPROPRIO DEL CORPO PER RICHIEDERE INTERVENTI CHE NON CI COMPETONO”

Nella notte la polizia locale di Genova ha chiamato i vigili del fuoco: “Ci sarebbe uno striscione da rimuovere dal palazzo dell’Inps in piazza della Vittoria”.
La squadra dei pompieri arriva sul posto, ma rilevato che lo striscione non arreca nessun pericolo alla pubblica incolumità , ha deciso di non intervenire. “Denunciamo l’utilizzo improprio del corpo per interventi che non riguardano la pubblica incolumita’- scrive il sindacato dei Vigili del fuoco in una nota- noi svolgiamo interventi tecnici di soccorso e vorremmo che il sindaco di Genova avesse ben chiaro questo concetto. Lo striscione non danneggiava l’edificio e non era pericolante”
Poi, l’appello all’amministrazione: “Abbiamo un grande lavoro da svolgere nella nostra citta’, non distoglieteci in azioni che non riguardano la protezione dei nostri amati genovesi. Abbiamo altro da fare che togliere striscioni”. Lo striscione e’ stato successivamente rimosso dalla stessa polizia locale.

(da agenzie)

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GOVERNO (E OPPOSIZIONE) TREMEBONDI SU HONG KONG: MA ABBIAMO UN MINISTRO DEGLI ESTERI?

Luglio 1st, 2020 Riccardo Fucile

L’OCCIDENTE CONDANNA LA NUOVA LEGGE SULLA SICUREZZA DI PECHINO CONTRO HONG KONG, DA CONTE E DI MAIO NESSUNA PAROLA… E L’OPPOSIZIONE NON E’ DA MENO

Non che le dichiarazioni delle cancellerie servano spesso a qualcosa in più che a scaricarsi la coscienza, ma nella condanna dell’Occidente alla nuova legge sulla Sicurezza con cui Pechino liquida l’opposizione di Hong Kong, spicca il silenzio del governo italiano, e in particolare del suo ministro degli Esteri.
Non una parola in oltre 24 ore, nemmeno di prammatica, da Chigi e Farnesina. Che parte dell’esecutivo giallorosso sia vicino alla Cina, è cosa nota, che tra via della Seta, 5G e aiuti durante la pandemia, le relazioni economiche e commerciali con Pechino siano importanti, che business is business, è altrettanto noto.
Ma con migliaia di cittadini di Hong Kong in piazza nel giorno dell’anniversario della fine della sovranità  dell’ex colonia britannica, con centinaia di arresti, e con il grido di resistenza dell’attivista simbolo Josha Wong (“Non ci arrenderemo mai”), il vuoto di parole di Conte e Di Maio è come si dice in questi casi, assordante.
E non può bastare una timida dichiarazione di rito del parlamentare 5s e sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano (“La Cina sta sbagliando, soprattutto i modi”)
Non che l’opposizione sia da meno, il massimo è “Perchè Conte e Di Maio tacciono?” da parte della Lega, una forza politica di cui, solo un anno fa al governo, non si ricordano battaglie per i diritti umani sull’asse Pechino-Hong Kong.
Il tema lo solleva anche l’esponente dem Filippo Sensi che twitta: “Sbaglio o siamo l’unico governo che non ha detto una parola una su quanto sta accadendo a Hong Kong? Non mi stupisce, purtroppo, ma no, non va bene”.
Aspettando la formulazione del pensiero del nostro governo, arriva quello dell’Unione europea tramite l’Alto rappresentante Josep Borrell che “ritiene essenziale che i diritti e le libertà  esistenti dei residenti di Hong Kong siano pienamente tutelati” e ribadisce le sue “gravi preoccupazioni”. Mentre dalle parole ai fatti sembrerebbe voler passare Boris Johnson che ha confermato alla Camera dei Comuni l’intenzione del governo britannico di facilitare il regime dei visti verso gli abitanti di Hong Kong.
Ieri il premier britannico (“niente sinofobia, ma valutiamo reazione”) e il presidente del Consiglio Ue Charles Michel (“questa legge rischia di minare seriamente l’alto livello di autonomia di Hong Kong e l’indipendenza del potere giudiziario. La Ue deplora questa decisione”) avevano ribadito la loro condanna. E oltreoceano, la speaker della Camera Usa Nancy Pelosi si era appellata al presidente Donald Trump perchè sanzionasse i funzionari cinesi responsabili   per il “brutale proposito” della sicurezza nazionale.

(da agenzie)

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LETAME SOVRANISTA: “IO, 22 ANNI, E MIA SORELLA DI 18, MESSE ALLA GOGNA SUI SOCIAL DA UNA SENATRICE DELLA LEGA”

Luglio 1st, 2020 Riccardo Fucile

ESIBIRE PACIFICAMENTE DUE CARTELLI CONTRO LA VISITA DI SALVINI A CODOGNO DA’ LUOGO PER ISTIGAZIONE A DELINQUERE E INSULTI SESSISTI DA PARTE DEI SOLITI RIFIUTI UMANI CHE ORA DOVRANNO MOSTRARE LA FACCIA IN TRIBUNALE

“Leggere i commenti sui social è stato psicologicamente devastante, ma ci hanno minacciate di prendere il lanciafiamme anche in piazza a Codogno”.
Alessandra commenta così il fiume di insulti che è piombato addosso a lei e a sua sorella Arianna, colpevoli di una protesta pacifica.
Hanno 22 e 18 anni e la loro colpa è stata quella di esibire due cartelli quando sabato 27 giugno Matteo Salvini si è presentato per il suo “tour” a Codogno. Cartelli legittimi, con su scritto: “Non ci rappresenti” e “Non si specula sui morti”.
Le due sono state fotografate e la foto è stata ripresa dall’Ansa. La senatrice leghista Roberta Ferrero, una che ha reso la sua pagina un concentrato di becerume vario, tra slogan leghisti e campagne anti-immigrati, ha postato la foto delle ragazze ben consapevole di quello che avrebbe scatenato e da quel momento è partita la valanga di insulti ad Alessandra e Arianna.
La madre delle due, Antonia Rizzi, insegnante di lettere e ora preside, ha scritto un lungo messaggio su Facebook in cui le difende: “Le mie figlie, essendo donne, sono state invitate a prostituirsi, a mettersi a disposizione dei migranti sui barconi per prestazioni varie. Molte persone che non conosciamo ci hanno minacciato di morte, ci hanno esortate al suicidio. Padri di famiglia, nonni che sui loro profili postano le foto dei nipotini, si sono offerti di ‘sbatterle come tappeti’. E moltissime donne le hanno insultate per il loro aspetto, per i loro vestiti. Qualcuno ha scritto che sicuramente la loro madre (io) si prostituisce sulla Binasca e che il loro padre (mio marito Alberto) si sfonda di canne nei centri sociali. Vi allego il link al post dalla pagina Facebook di una senatrice della Repubblica italiana, se avete la voglia e lo stomaco di leggere quello che oltre 1.300 persone hanno avuto il coraggio di scrivere contro due ragazze giovanissime, che non hanno fatto nulla di male. Io non mi rassegno. Siamo state dai Carabinieri e ora presenteremo una denuncia”.
Parlo con Alessandra, la figlia ventiduenne che era in piazza con uno dei due cartelli: “Abbiamo saputo che Matteo Salvini sarebbe venuto a Codogno e volevamo far passare il messaggio ‘Codogno non è solo Lega’. Non ci aspettavamo assolutamente di essere fotografate, non volevamo visibilità , come qualcuno ha scritto. Mia sorella ha appena finito il liceo, io studio all’università ”.
Qual è stato il post che ha scatenato più insulti?
Quello della senatrice Roberta Ferrero, sicuramente. Quando abbiamo visto la nostra foto postata sulla sua pagina Facebook e Instagram eravamo sconcertate.
Come è stato leggere i commenti? Ce ne sono migliaia sotto quel post.
Leggere i commenti è stato psicologicamente devastante. I peggiori sono stati quelli a sfondo sessuale perchè hanno dimostrato ancora una volta quanto il nostro paese sia ancora retrogrado e misogino. Pensiamo che ognuno sia libero di manifestare la propria opinione, uomo o donna che sia.
A Codogno c’è stata solidarietà ?
Non è mancata ieri sui social. Vorrei far notare però che anche durante la manifestazione stessa, mentre io, mia sorella e altre ragazze e ragazzi eravamo in silenzio, siamo stati attaccati duramente. Alcune persone presenti ci hanno insultate, criticate e detto “vi lanciamo un lanciafiamme” (testuali parole). Tutto questo ci fa capire comunque che, come è facile per le persone che ci hanno insultate con epiteti orribili farlo nascoste dietro una tastiera, così è facile per chi ci ha criticate domenica esprimere solidarietà  con un messaggio.
Vostra madre vi ha difeso pubblicamente e ha annunciato denunce, ammirevole.
Penso che nostra madre avesse tutti i diritti di arrabbiarsi. Non sappiamo ancora come procederemo, sicuramente tutti i messaggi offensivi che abbiamo letto sono stati stampati e consegnati alla polizia postale. Vorremmo in questo modo lanciare un messaggio: non si può scrivere sotto una foto tutto quello che si vuole. Una persona ha il diritto di esprimere la sua opinione, deve esprimerla, sempre in modo pacifico e non offensivo, come noi abbiamo fatto. In più vorremmo dire a chi ci ha oggettivate in quanto donne che l’era della sottomissione delle donne in teoria dovrebbe essere finita da un po’. Siamo nel 2020. Noi donne vogliamo studiare, vogliamo essere libere di indossare una gonna quando vogliamo. Vogliamo essere trattate come esseri umani, non vogliamo più essere solo una macchina riproduttiva. Abbiamo delle idee e delle opinioni, le esprimiamo e dobbiamo essere rispettate.
Cosa vorresti dire alla senatrice Ferrero, che ha postato la vostra foto, la foto di una ragazza di 22 e di una di 18 anni e il commento sarcastico “Foltissimo gruppo di contestatori a Salvini a Codogno”?
Che la propaganda che fomenta l’odio, come quella che lei ha fatto, è di una pochezza allucinante. La invito quindi a trovare delle argomentazioni un po’ più serie di una foto di due ragazze con due cartelli in mano. Vorrei che si ricordasse poi che il numero dei contestatori è relativo. Anche una persona sola è contestazione.
Tua sorella ha solo 18 anni, come la sta vivendo?
Sì, infatti era la sua prima “manifestazione politica”. Ed è andata così. Per me era la seconda, ero andata anche l’anno scorso a Pavia con altri ragazzi. Ma comunque mia sorella è molto intelligente e ha la capacità  di capire. Certo, vedere scritte quelle cose è stato pesante.
Mi sembra di capire che siate state educate nel migliore dei modi.
È merito di mia mamma e di mio padre se io e mia sorella ci siamo sentite libere di esprimere la nostra opinione. Credo che qui non si tratti più di politica, comunque, infatti noi rispettiamo chi non ha le stesse nostre idee. Quegli insulti sono sessismo e odio represso. E scatenati grazie al classico modus operandi della Lega: prendere una foto di due ragazze (che potrebbero anche essere minorenni), sbatterla sui social senza insulti ma con una leggera dose di ironia e poi lasciar fare tutto alla massa.

(da TPI)

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IL VICESINDACO DELLA LEGA A FORLI’ E L’AIUTINO PER IL MEGASTORE DI ESSELUNGA CON LA VARIANTE URBANISTICA CHE RADDOPPIA LA METRATURA

Luglio 1st, 2020 Riccardo Fucile

CAMBIANO LE GIUNTE E I BENEFICIARI, MA IL SISTEMA RESTA LO STESSO

Stefano Vergine oggi sul Fatto racconta di un audio in cui il vicesindaco della Lega a Forlì Daniele Mezzacapo benedice con i suoi consiglieri di maggioranza l’entrata di Esselunga con un megastore a Forlì annunciando una variante urbanistica che porta da 1500 a 2500 metri quadri per un megastore in città :
“Noi ingenuamente abbiamo pensato, “1.500 o 2.500 cosa cambia?”. Non ci sembrava una rivoluzione. Invece, 2.500 metri quadri non è tanto collegato alla dimensione, ma al soggetto che arriva a Forlì”.
A pronunciare queste parole è proprio Mezzacapo, che ha anche la delega all’Urbanistica. Il vicesindaco non ha mai detto pubblicamente che quella modifica è necessaria per accontentare il colosso dei supermercati guidato oggi da Marina Caprotti. E nemmeno che la Lega sta facendo di tutto per mettere i bastoni fra le ruote a Conad. Tesi che invece il politico salviniano ha esposto senza remore nella riunione a porte chiuse. “Il soggetto che arriverebbe a Forlì fa 36 milioni di euro di opere, vuol dire 36 milioni di euro di lavori in città , arrivano 500 nuovi posti di lavoro. Ve lo dico perchè di voi mi fido: si parla di Esselunga , dice il vicesindaco ai consiglieri comunali leghisti che dovranno votare la variante urbanistica.
Il 19 maggio in commissione consiliare a Forli viene presentato il progetto del nuovo centro commerciale. In concreto, l’obiettivo è modificare il piano varato nel 2017 dalla giunta di centrosinistra, introducendo la possibilità  di realizzare un’area destinata al commercio alimentare da 2.500 metri quadri. Proprio quello che serve ad Esselunga per aprire uno dei suoi supermercati.
Questo è quello che sostiene Mezzacapo davanti ai suoi consiglieri. Conad, dice nella riunione a porte chiuse il vicesindaco di Forli, “è la cassaforte del Partito democratico. Alla prima volta che ci siamo messi contro Conad — perchè noi qui ci siamo messi contro Conad — ci ha rovesciato addosso, per nostra ingenuità  amministrativa, un mare di merda che non ce l’aspettavamo. Perchè prima hanno coinvolto tutti i sindacati dalla loro parte, qualunque cosa potesse essere coinvolta l’hanno coinvolta contro di noi, anche le associazioni”.
Conclusa l’analisi del nemico, Mezzacapo spiega ai suoi perchè l’interesse di Esselunga su Forlì è arrivato proprio ora. “Come è cambiata l’aria a Forlì, Esselunga si è riattivata, perchè era già  stato bocciato il progetto una volta”.
Subito dopo il vicesindaco si fa interprete del pensiero della società  dei Caprotti: “Be; cazzo, ora c’è un giunta di centrodestra, vuoi che non mi facciano entrare? Questo è un mio pensiero”, tiene a precisare subito dopo, “io in realtà  non li ho mai incontrati”.

(da “NextQuotidiano”)

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MANIFESTAZIONE DEL 4 LUGLIO A ROMA: MELONI E BERLUSCONI IMPONGONO REGOLE PER IMBRIGLIARE SALVINI

Luglio 1st, 2020 Riccardo Fucile

CONTA-PERSONE ALL’UNICO INGRESSO, MAX 4.500 ENTRATE (1500 A TESTA PER I TRE PARTITI), MASCHERINE, MISURAZIONE TEMPERATURA DISTANZIAMENTO

La manifestazione del 4 luglio che il centrodestra sta preparando a Roma non sarà  come quella del 2 giugno. O almeno questo è ciò che auspicano Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, che vorrebbero imbrigliare Matteo Salvini.
Spiega oggi Il Fatto Quotidiano:
Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni hanno chiesto garanzie precise. Regole ferree. Per imbrigliare, per quanto è possibile, Matteo Salvini. Ed evitare in tutti i modi che si ripeta ciò che è andato in scena il 2 Giugno scorso, con il leader della Lega a far da mattatore, una Meloni assai innervosita e un Tajani che, appena è stato possibile, si è defilato, quasi senza salutare. Con un collage di assembramenti tipo movida del sabato sera e mascherine abbassate come le tengono i ragazzi: immagini che hanno fatto il giro del mondo e non hanno fatto bene, quel giorno, alla politica italiana. Si era, infatti, da poco usciti dal lockdown e Salvini aveva una voglia irrefrenabile di riabbracciare la piazza, la sua piazza, dopo le settimane di astinenza imposte dall ‘emergenza coronavirus. Con i sondaggi sempre più in discesa che il Capitano imputa proprio al distanziamento sociale. “Vedrete quando si potrà  tornare in piazza e incontrare le persone…”, il suo mantra in tutto questo periodo.
Così, per questa nuova occasione, la manifestazione di sabato prossimo 4 luglio, FI e FdI hanno preteso delle regole d’ingaggio strettissime, altrimenti tutto poteva andare anche a monte e forse Berlusconi non si sarebbe nemmeno troppo dispiaciuto.
Quindi, per “Insieme per l’Italia del Lavoro”, questo il nome scelto per la kermesse, la location è sempre la stessa, piazza del Popolo, ma con direttive stringenti: 4.500 persone al massimo (4.200 è il numero chiesto dalla Prefettura), con un unico ingresso da via del Corso e uscita da piazzale Flaminio.
Ingressi contingentati con conta-persone e misurazione della temperatura, tutti con la mascherina e, inoltre, nessun simbolo di partito.
“Vogliamo attenerci alle regole, perchè il tema è serio e non vogliamo che vi siano polemiche. Devono essere i contenuti a emergere”, spiega Roberto Calderoli, che ieri ha partecipato a un vertice per stabilire i termini dell’organizzazione
Non ci saranno nemmeno pullman della Lega in discesa dal Nord, ma Salvini si affiderà  alle forze del movimento di Roma e Lazio. I tre partiti, in teoria, dovranno dividersi le presenze: circa 1.500 persone a testa.
Sarà  così? Chissà …

(da “NextQuotidiano”)

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IL NUOVO SINDACO DI LIONE BOCCIA IL PROGETTO TAV

Luglio 1st, 2020 Riccardo Fucile

GREGORY DOUCET: “PIANO INUTILE E COSTOSO, BASTA RAFFORZARE LE INFRASTRUTTURE GIA’ PRESENTI”

I mesi di silenzio mediatici (perchè le proteste in Val di Susa sono andate avanti quotidianamente) sono stati squarciati dalle parole del nuovo sindaco di Lione sul progetto Tav.
Grègory Doucet, non appena eletto, ha parlato dell’alta velocità  che collegherebbe la terza città  (in termini di cittadini) della Francia e Torino, definendola un’idea assurda, inutile e sbagliata.
Insomma, le mozioni contro quel collegamento — che da anni divide l’Italia — trovano una nuova e feconda sponda anche nei vicini transalpini.
«Fra le nostre città  esiste già  un’infrastruttura ferroviaria, che è sufficiente, ed è su quella che dovremmo investire — ha detto Grègory Doucet nella sua intervista a La Stampa -. La Francia ha iniettato troppi pochi fondi sul trasporto merci su rotaia a livello nazionale. E ora vogliono farci credere che con la Tav rilanceremo l’attività . Ma è assurdo».
Insomma, quel progetto, anche secondo il nuovo sindaco di Lione, è totalmente inutile. Lui destinerebbe quei fondi (già  stanziati, anche dall’Unione Europea) per il rafforzamento dell’alta velocità  interna e di molte altre infrastrutture in territorio francese.
Occorre sottolineare, però, che il suo è solamente un parere tecnico e che tutte le decisioni finali in merito le prenderà  il governo centrale da Parigi (confrontandosi, come già  accaduto in passato, con Roma).
Sta di fatto che l’ondata verde che ha conquistato la Francia nelle ultime elezioni, muove i primi passi per ribadire il proprio no al progetto Tav. Parole che non possono essere sottovalutate visto che, adesso, i rappresentanti di un modello ecologico si trovano ai vertici del potere locale.
«Se valorizzata, la linea già  esistente è sufficiente per i treni che vi devono circolare. Ecco, investiamo prima lì e nel resto della Francia — ha proseguito Grègory Doucet -. Non bisogna insistere su un progetto sbagliato. È la scelta peggiore. Bisogna fermare la Tav».

(da agenzie)

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