Luglio 22nd, 2020 Riccardo Fucile
CRITICANO BRUXELLES MA SONO DIVISI DA INTERESSI CONTRASTANTI
A questo punto la domanda è più che lecita: a cosa servono i sovranisti?
Nati per lucrare sulla cattiva reputazione dell’Unione Europea (per alcuni versi giustificata), continuano a muoversi divisi per interessi nazionali.
L’ultradestra olandese che fa paura a Mark Rutte, per dire, rivendica il contrario di quanto dice Matteo Salvini: vuole che l’Olanda controlli l’Italia sulla spesa del recovery fund. E’ solo un esempio. Ma c’è dell’altro.
Ora che l’intesa è fatta, chi aveva scommesso sul fallimento non sa che dire. L’anti-europeismo arranca anche per un altro motivo specifico: stavolta, a differenza che in passato, sono le stesse forze europeiste al Parlamento europeo a intestarsi tutta la critica possibile all’intesa raggiunta ieri all’alba. Per migliorare l’Ue, puntando all’interesse comune.
Prova ne è la risoluzione di maggioranza che domani l’Eurocamera adotterà per piantare i suoi paletti all’intesa europea su ‘Next generation Eu’. Un testo durissimo che non lascia scoperto alcun aspetto di critica democratica all’accordo siglato dai leader. I sovranisti? Non pervenuti.
Non possono certo votare una risoluzione firmata da Popolari, socialisti, Verdi, liberali e sinistra. Ma oltre tutto, tra loro, sono sempre più divisi.
Si prendano Viktor Orban e il suo ‘amico’ polacco Mateusz Morawiecki. Loro due esultano per l’intesa in Consiglio europeo: hanno ottenuto un certo annacquamento della condizionalità che lega i fondi Ue al rispetto dello stato di diritto.
Come voteranno gli eurodeputati ungheresi di Fidesz, che nell’Europarlamento europeo rientrano nella famiglia dei Popolari (pur sospesi, non ancora espulsi)?
E che faranno i polacchi del Pis di Kaczynski che siedono nello stesso gruppo degli eletti di Fratelli d’Italia, i Conservatori e riformisti europei, critici dell’intesa firmata dai leader? Probabilmente dovranno allinearsi ai voleri dei loro leader: così si usa nelle loro democrazie illiberali.
Di fronte all’accordo raggiunto sul ‘Next generation Ue’, l’anti-europeismo sovranista perde la sua ragion d’essere.
Non solo perchè al netto di tutto un’intesa – storica, per la prima volta si piantano semi di debito comune europeo – c’è stata e chi scommetteva sul fallimento è evidentemente all’asciutto.
Ma anche perchè l’accordo dei leader mette a nudo le loro contraddizioni, il motivo per cui non può esistere un’internazionale sovranista e men che meno un gruppo parlamentare unico all’Eurocamera: Salvini ci ha provato e non ci è riuscito, naturalmente.
Però c’è qualcosa di più e di nuovo: stavolta la critica all’accordo se la sono intestata le stesse forze parlamentari europeiste al Parlamento europeo, anche loro con un bel po’ di contraddizioni rispetto ai loro leader nazionali, certo.
E’ la politica europea che tenta di farsi avanti e imporsi sugli interessi nazionali, ancora con scarsi risultati ma nelle democrazie liberali il tentativo potrebbe anche riuscire.
Chi ci perde realmente è chi aveva fondato un impero politico aizzando le masse contro Bruxelles e conducendo un gioco abbastanza facile: questa Europa ne ha fatte tante per distaccarsi dai bisogni reali dei suoi cittadini da diventare per certi versi indifendibile.
Ma è una visione che non può perdersi così perchè non ne guadagnerebbe nessuno. E ora qualcosa di nuovo c’è. C’è un’intesa insoddisfacente nei tagli a ricerca, digitale, sanità ma c’è anche l’antidoto nello stesso campo europeista o almeno un embrione di anticorpo politico.
A che serve dunque il sovranismo anti-europeista?
(da “Huffingtonpost“)
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Luglio 22nd, 2020 Riccardo Fucile
SONDAGGIO WINPOLL: SU 10 GOVERNATORI DELLE REGIONI PROMOSSI ZAIA E DE LUCA, BENE ANCHE BONACCINI, EMILIANO, ZINGARETTI E ROSSI (TUTTI PD), BOCCIATI FONTANA, SANTELLI, CIRIO E MUSUMECI
Un sondaggio di Winpoll sui dieci governatori delle regioni più popolose promuove il governatore del Veneto Luca Zaia, che è apprezzato dal 77% dei suoi concittadini, seguito da Vincenzo De Luca con il 71% e il neorieletto Stefano Bonaccini con il 64%. Subito dopo ci sono Michele Emiliano, Nicola Zingaretti ed Enrico Rossi che arrivano o superano la soglia del 51%.
I bocciati, ovvero quelli che si trovano sotto la soglia del 50%, sono nomi che faranno scalpore.
Intanto si tratta di quattro governatori di centrodestra. E poi stupirà che quella con il minore gradimento è Jole Santelli, presidente della Regione Calabria, che arriva ultima con il 36%, seguita da Alberto Cirio con il 39%, Nello Musumeci con il 40% e Attilio Fontana con il 40%.
Il sondaggio, basato su 3.500 interviste, realizzate dal 5 al 15 luglio, poneva agli intervistati la seguente domanda: «Mi può dire cortesemente quanto è soddisfatto dell’operato del presidente della sua regione?».
(da “NextQuotidiano”)
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Luglio 22nd, 2020 Riccardo Fucile
NON SA NEANCHE CHE LA DETASSAZIONE E’ STATA ABOLITA DAL 1 GENNAIO
Dagli scranni della Lega al Senato, Matteo Salvini ha chiesto al governo di ‘copiare’ ciò che accade in terra lusitana: detassazione completa per i pensionati che arrivano dall’estero, per i primi dieci anni.
Secondo il segretario del Carroccio, anche l’Italia dovrebbe pensare a una misura simile, ma si contraddice nel corso del suo discorso a Palazzo Madama.
Non si capisce, infatti, se il nostro Paese dovrebbe attirare anziani pensionati dall’estero, oppure spingere affinchè gli italiani non vadano all’estero.
Nel primo caso sarebbe un modello portoghese, nel secondo no. Anzi. Quel provvedimento è stato superato all’inizio del 2020.
Leggiamo cosa ha esattamente detto Matteo Salvini al Senato: «Ci sono in questo momento all’estero 373mila pensionati italiani che hanno preso la residenza all’estero. Per esempio in Portogallo, dove per i primi dieci anni non si tassa la pensione di chi si trasferisce lì. Proposta della Lega: usiamo una parte di questi millemila miliardi per copiare il Portogallo e rendere esentasse la vita dei pensionati nelle regioni del Sud del nostro Paese, la Calabria, la Puglia, la Sicilia, la Calabria, la Sardegna. Sono anche più belle con tutto il rispetto del Portogallo».
Un modo che, seguendo questa linea di pensiero, dovrebbe spingere gli italiani a rimanere nel Bel Paese.
Al netto di questa ipotesi di detassazione, occorre sottolineare come in Portogallo quella legge sia stata superata, come spiega Il Sole 24 Ore.
All’inizio dell’anno, infatti, è stato deciso di non mantenere più l’aliquota azzerata per i primi dieci anni, ma di alzarla al 10%.
Inoltre, come stabilito dalla Corte UE, non basta la residenza a Lisbona, Oporto o nelle altre città : per ottenere quel beneficio occorre anche ottenere la cittadinanza portoghese.
Insomma Salvini ha fatto un paragone che non esiste piu’, qualcuno lo avvisi.
(da agenzie)
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Luglio 22nd, 2020 Riccardo Fucile
DALLE OLIMPIADI ALLE IMPRESE DI PULIZIA, E’ GIA’ INIZIATO L’ASSALTO AI MILIARDI EUROPEI: LA CARICA DEI POSTULANTI
I soldi ancora non ci sono e probabilmente passerà almeno un anno prima di vedere un euro, in attesa di definire dettagli tecnici e che tutti i 27 Parlamenti nazionali approvino lo schema venuto fuori da quattro giorni di estenuanti negoziati al Consiglio Europeo.
Ma sui soldi del Recovery Fund destinati all’Italia – 81,4 miliardi in sussidi e 127,4 in prestiti – è già partito l’assalto da parte di associazioni di categoria, enti territoriali, politici locali, tutti reattivi nel prenotarsi una fetta della torta in vista delle spartizioni future.
Un esempio? Il senatore dell’Union Valdotaine Albert Lanièce reclama per “la tutela e lo sviluppo della montagna una voce importante del piano nazionale” che il Governo dovrà stilare per avere accesso ai soldi del piano Next Generation Ue. Richiesta legittima, forse singolare, di certo non isolata.
A chiedere risorse per il proprio territorio è anche chi a livello nazionale sulle stesse risorse ostenta un atteggiamento distaccato se non sprezzante. E’ il caso del presidente leghista della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti: se il suo leader a Roma Matteo Salvini definisce una “fregatura” l’esito del negoziato sul Recovery Fund, lui a Trento si è già portato avanti col lavoro con una lista di idee e progetti da finanziare.
Prima di tutto Fugatti vorrebbe “che vi fosse una ripartizione regionale e un’attenzione per i singoli territori. Se parliamo di investimenti per infrastrutture un esempio potrebbe essere il completamento dell’elettrificazione della Valsugana fino a Primolano, su cui stiamo già lavorando, e il collegamento con Feltre”, ha detto Fugatti.
Non solo: il presidente leghista chiede anche che i soldi siano impiegati per le Olimpiadi Milano-Cortina – sebbene sfugga quale sia il legame tra i piani per la ripresa post-epidemia e i Giochi invernali – visto che una trentina di gare si terranno nella provincia autonoma: “Per noi è un tema importante, il Governo potrebbe aprire a investimenti connessi all’appuntamento del 2026”.
Se il Trentino si adopera, l’Alto Adige non sta a guardare: “Dal Recovery Fund ci aspettiamo alcune centinaia di milioni di euro per l’Alto Adige”, ha detto il governatore altoatesino Arno Kompatscher. “Vogliamo attivarci da subito con progetti, da inserire nel Recovery Plan per ricevere fondi in modo diretto dall’Ue, per far ripartire la nostra economia e salvaguardare i nostri posti di lavoro”.
Il Recovery Fund viene visto come l’occasione per sanare i ritardi accumulati negli anni. Come nel caso della scuola: la ministra all’Istruzione Lucia Azzolina pregusta la “parte di risorse che andrà all’istruzione e alla scuola”, che conta di impiegare per “diminuire il numero di alunni per classe e investire nell’edilizia scolastica”.
Anche le imprese però vogliono la loro parte: il fatto che i finanziamenti del Recovery Fund sembra “possano arrivare a 2021 inoltrato è un grosso problema”, si è lamentato Carlo Robiglio, presidente Piccola Industria e vicepresidente di Viale dell’Astronomia.
“Come Confindustria sappiamo che un’azienda su tre ha fortissimi problemi di liquidità non risolti con i recenti decreti, a partire da quella per la cig”. Per questo, “abbiamo di fronte la sfida di utilizzare questi 209 miliardi che arriveranno , se saremo in grado di passare da una visione più votata all’assistenzialismo ad una visione poi sviluppo potremmo creare opportunità e vantaggio competitivo per il Paese”.
Anche il mondo agricolo non vuole essere messo da parte: “Ora è importante che il governo non temporeggi, ma costruisca fin da subito un concreto progetto di rilancio del Paese, destinando le cospicue risorse comunitarie a misure e investimenti in settori strategici come l’agricoltura e l’agroalimentare”, ha detto Dino Scanavino, presidente di Cia-Agricoltori Italiani. La Coldiretti chiede al Governo di utilizzare 300 milioni del Recovery Fund per incrementare il Fondo Indigenti: “Tra le priorità del Recovery fund, per l’Italia dovrà certamente esserci un piano straordinario di almeno un miliardo di euro per acquistare cibo 100% Made in Italy da destinare alle famiglie più povere per l’emergenza sociale senza precedenti che l’Italia dovrà affrontare”, ha detto il presidente Prandini.
C’è poi il terziario: per Fiapet-Confesercenti le risorse devono servire per “politiche che portino ricchezza, aumentando il pil italiano, e tra queste sicuramente il turismo che nelle città d’arte può, e deve, fare la differenza”, sostiene Fiapet-Confesercenti.
“Riteniamo”, ha detto nel suo appello al Governo Beniamino Maltese, cfo del gruppo crocieristico Costa, “che vi siano i presupposti per creare un tavolo di lavoro pubblico-privato per la definizione di progetti legati al settore delle crociere e del turismo che possano entrare nel perimetro del ‘recovery fund’ europeo”.
A volersi ritagliare un proprio spazio ci sono poi i manager: “L’occasione, irripetibile, di poter disporre di una quantità di risorse mai vista prima, non deve frantumarsi e disperdersi nei mille rivoli dell’inefficienza amministrativa, della lentezza burocratica, dell’assistenzialismo clientelare. Noi mettiamo a disposizione le competenze, le professionalità per poter gestire e allocare queste risorse”, si è proposto Mario Mantovani, presidente di Cida, la confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità .
Anche le imprese di pulizia si sono aggiunte alla già corposa lista di associazioni in fila per i contributi Ue: “I soldi saranno ben spesi se investiti sulla cura e la sicurezza, in questo caso delle scuole, per arginare la pandemia attraverso la sanificazione e non diversamente, come accaduto nel recente passato, per togliere i servizi di pulizia e igiene dalle scuole attraverso le internalizzazioni creando per giunta disoccupati”, ha dichiarato Anip, l’associazione nazionale imprese di pulizia.
(da “Huffingtonpost”)
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Luglio 22nd, 2020 Riccardo Fucile
JULIANE UNTERBERGER: “SOVRANISTI, CHIARITEVI LE IDEE: O IL RECOVERY E’ UNA FREGATURA O E’ UN REGALO PER L’ITALIA E UNA FREGATURA PER L’OLANDA”
Juliane Unterberger, capogruppo della Svp, alludendo al precedente intervento di Matteo Salvini, ha ciriticato la posizione dei partiti sovranisti e in particolare di Lega e Salvini: “la fregatura è arrivata per loro perchè i grandi nemici della loro narrazione, Merkel e Macron, si sono spesi per l’Italia”.
Dopo aver ricordato le critiche dei partiti sovranisti di Germania e Olanda all’accordo, perchè favorevole all’Italia, mentre la Lega l’ha criticato in direzione opposta la capogruppo di Svp ha aggiunto: “I sovranisti si devono chiarire le idee: o il Recovery è una fregatura o è un regalo all’Italia e una fregatura per i Paesi Frugali”.
“Ora capiamo — ha quindi aggiunto — perchè il senatore Salvini pubblica sempre foto in cui fa vedere che sta mangiando, perchè l’uomo è quello che mangia”, frase che aveva pronunciato Salvini nel suo intervento.
“Adesso inizia la fase più difficile”, ha ammonito Unterberger, “riuscirà a fare l’Italia quello che attende da 20 anni?”. La capogruppo della Svp ha invitato il governo ad essere “rapidi e coraggiosi” nelle riforme, coinvolgendo Regioni e Province Autonome, e cercando “il contributo delle opposizioni responsabili”.
(da agenzie)
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Luglio 22nd, 2020 Riccardo Fucile
SOLO IL 62,2% HA UN DIPLOMA CONTRO UNA MEDIA EUROPEA DEL 78,7%…
GERMANIA 86,6%, FRANCIA 80,4%, GRAN BRETAGNA 81,1%
Gli italiani sono fra gli ultimi in Europa per livello di istruzione: il 62,2% delle persone tra i 25 e i 64 anni in Italia ha almeno il diploma, nell’Ue il 78,7% (nell’Ue a 28) dato che in alcuni tra i più grandi paesi dell’Unione sale ancora: 86,6% in Germania, 80,4% in Francia e 81,1% nel Regno Unito.
Solo Spagna, Malta e Portogallo hanno valori inferiori all’Italia. E’ quanto emerge dal Report dell’Istat intitolato “Livelli di istruzione e ritorni occupazionali”.
Non meno ampio è il divario rispetto alla quota di popolazione di 25-64enni con un titolo di studio terziario: in Italia, si tratta del 19,6%, contro un valore medio europeo pari a un terzo (33,2%).
Anche la crescita della popolazione laureata è più lenta rispetto agli altri paesi dell’Unione, con un incremento di soli +0,3 punti nell’ultimo anno (+0,9 punti in media Ue) e di +2,7 punti nell’ultimo quinquennio (+3,9 punti).
I livelli e la velocità di cambiamento di questi indicatori — spiega l’Istituto di statistica — risentono anche della struttura demografica della popolazione e della sua evoluzione. Per questo sono stati identificati più indicatori in grado di dar conto in modo compiuto del posizionamento dei diversi paesi e soprattutto dei sentieri di sviluppo del grado di istruzione della popolazione e delle sue relazioni con il successo sul mercato del lavoro.
Il rapporto dice anche che nel mezzogiorno rimangono decisamente inferiori sia i livelli di istruzione (il 54% possiede almeno un diploma, 65,7% nel Nord) sia i tassi di occupazione anche delle persone più istruite (71,2% tra i laureati, 86,4% nel Nord). Il divario territoriale nei tassi di occupazione dei laureati è più ampio tra i giovani e raggiunge i 24,9 punti
In più, nonostante i livelli di istruzione delle donne siano più elevati, il tasso di occupazione femminile è molto più basso di quello maschile (56,1% contro 76,8%) evidenziando un divario di genere più marcato rispetto alla media Ue e agli altri grandi Paesi europei.
Lo svantaggio delle donne si riduce tuttavia all’aumentare del livello di istruzione: il differenziale, che tra coloro che hanno un titolo secondario inferiore è pari a 31,7 punti, scende a 20,2 punti tra i diplomati e raggiunge gli 8,2 punti tra i laureati. Le donne in possesso di un diploma hanno un tasso di occupazione di 25 punti superiore a quello delle coetanee con basso livello di istruzione (un vantaggio doppio rispetto agli uomini) e la differenza tra laurea e diploma è di 16,6 punti (scarto di oltre tre volte superiore a quello maschile).
Sui “premi” occupazionali incide sia la maggiore spendibilità nel mercato del lavoro dei titoli di studio più alti (tra i 25-64enni, il tasso di disoccupazione per chi ha un basso titolo di studio è più che doppio rispetto a chi ha la laurea), sia il maggiore interesse alla partecipazione al mercato del lavoro (il tasso di inattività è circa tre volte più alto).
(da “NextQuotidiano”)
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Luglio 22nd, 2020 Riccardo Fucile
LA GUARDIA COSTIERA LIBICA INTERVERRA’ SICURAMENTE PER FARGLI PROVARE I RINOMATI CAMPI DI PRIGONIA CHE SALVINI AVEVA DEFINITO ACCOGLIENTI.. PS VOGLIAMO LA DIRETTA FB DELL’EVENTO OVVIAMENTE
L’attivista sovranista Attilio Lucia, in diretta Facebook, trasmessa dal proprio profilo pubblico, ha deciso di tuffarsi in acqua per raggiungere una imbarcazione che stava attraccando al molo dell’isola per far scendere a terra i migranti appena arrivati in Italia nel rispetto delle leggi internazionali che a lui non piacciono.
La traversata a nuoto è stata fatta sventolando una bandiera con su scritto «prima gli italiani», di quelle utilizzate nel corso delle manifestazioni della Lega.
Le riprese sono state effettuate dall’alto, mentre l’attivista era sceso in acqua per dare voce alla sua protesta.
Dal profilo social dell’uomo, si notano diverse iniziative di protesta di questo tipo, rivolte a contestare le politiche migratorie dell’Italia.
Soggetti del genere renderebbero molto più efficace la loro protesta se la attuassero però nelle presunte acque territoriali libiche: suggeriamo pertanto alla Guardia costiera italiana di condurre il soggetto davanti alle coste libiche, ovviamente con la sua bandierina di riconoscimento, e permettere che la sua protesta nautica sia oggetto del notorio rapido intervento della Guardia costiera libica.
Il nostro eroe non avrà certo difficoltà a galleggiare per una decina di ore, temprato dal motto inciso sul vessillo sovranista, in attesa che la Guardia costiera libica lo porti a terra e successivamente in uno dei suoi rinomati campi di prigonia affinchò possa ritemprarsi dopo la rivoluzionaria protesta e testimoniare così in diretta Fb come siano provvisti di tutti i confort.
Non conti su di noi per un rapito rientro in Italia: noi siamo perchè le rivoluzioni siano portate a termine.
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Luglio 22nd, 2020 Riccardo Fucile
“ATTO NELL’UFFICIO DEL COMANDANTE, PRATICHE SPARPAGLIATE A TERRA”
Non solo torture, spaccio, violenza. Dalle carte del gip di Piacenza emerge anche un’orgia in Caserma. In quella caserma che oggi è stata sequestrata n seguito all’arresto di alcuni carabinieri che ci lavoravano. Dall’ordinanza di custodia cautelare dell’operazione ‘Odysseus’, emerge l’orgia si sarebbe svolta nell’ufficio del Comandante, Marco Orlando.
A parlarne sono due tra gli arrestati, Giuseppe Montella e Salvatore Cappellano “che commentano un episodio che aveva visto come protagonista un collega in onore del quale, forse in concomitanza con una ricorrenza, era stata organizzata una serata all’interno della caserma alla presenza di due donne, presumibilmente escort, con le quali erano stati consumati rapporti sessuali”.
“Lo scenario rappresentato da Montella – spiega il gip – è quello di un’orgia tenutasi addirittura all’interno dell’ufficio del Comandante Marco Orlando, dove si era creato un tale scompiglio che le pratiche erano state sparpagliate a terra”.
Il magistrato scrive che “non sono forse ravvisabili reati in simili condotte, ma dalla descrizione traspare ancora una volta il totale disprezzo per i valori della divisa indossata dagli indagati, metaforicamente gettata a terra e calpestata, come quella del loro Comandante durante il festino appena rievocato”.
Dal dialogo tra gli indagati risulta che a un certo punto gli indumenti, giacca e cappello, del Comandante sarebbero stati buttati a terra.
(da agenzie)
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Luglio 22nd, 2020 Riccardo Fucile
SONDAGGIO EUROMEDIA: L’ITALIA E’ PRONTA? GLI ITALIANI NON CI CREDONO
È il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a incassare il primo effetto positivo sul fronte dei consensi, dopo lo storico accordo europeo sui fondi di aiuto dell’Ue per l’emergenza Coronavirus
L’indice di fiducia nei confronti del premier Giuseppe Conte è salito del 2,4% nel giro di pochi giorni.
Secondo il primo sondaggio che ha tastato il polso degli italiani sul premier svolto da Euromedia di Alessandra Ghisleri per la Stampa, Conte è passato dal 41,5% di venerdì 17 luglio al 43,9% di martedì 21.
Il giudizio però si divide in due sul modo in cui Conte abbia portato avanti la trattativa a Bruxelles: secondo il 44,4% il premier si è dimostrato all’altezza, mentre il 42,8% lo giudica in modo negativo.
Meno di un quinto (19,8%) considera quanto accaduto nei quattro giorni di Consiglio europeo come qualcosa di decisivo e ha fiducia nel fatto che da quel vertice possa arrivare una quantità importante di risorse per l’Italia.
C’è anche il 13,8% che considera comunque utile il vertice, considerando l’Europa ancora fondamentale per il Paese. Ai positivi si aggiunge il 10,7% che ha considerato il vertice interessante.
Per il 16,8% invece il Consiglio europeo è stato inutile e inconcludente.
Un altro 16,3% lo considera qualcosa di astratto e irreale, restando dubbioso su quanti soldi realmente riceverà l’Italia e come verrano spesi.
Tra i negativi c’è anche l’11,5% che vede il vertice come qualcosa di distante dalla vita reale.
Il 41.9% degli italiani crede che il nostro Paese non sarà in grado di gestire nel migliore dei modi le risorse che arriveranno dall’Europa. I dubbi risiedono non tanto nell’attuale governo, su cui già emergono perplessità e scetticismo, ma nell’intero sistema “all’italiana” che tutto muove e che è insito nel nostro credo.
Al Sud risultano i più fiduciosi (41.8%), mentre nel Nordest i più diffidenti (48%).
(da agenzie)
argomento: governo | Commenta »