Luglio 19th, 2020 Riccardo Fucile
PESSIMISTA SULL’ACCORDO, MERKEL MEDIA SU TUTTI I TAVOLI CON CRESCENTE INSOFFERENZA VERSO I FRUGALI
E’ possibile che finisca con un “no deal”, senza accordo, dice Angela Merkel arrivando in mattinata all’Europa building dove per il terzo giorno consecutivo sono riuniti i 27 leader europei alla ricerca di intesa sul Recovery fund.
Vale la pena puntare i riflettori sulla cancelliera tedesca, la ‘regina’ di ogni negoziato europeo da quando è al potere in Germania, 15 anni, la portatrice d’acqua all’idea del pacchetto ‘Next generation Eu’ affidato all’elaborazione della Commissione europea, la prima a volere un accordo comunitario, lei che prima del summit aveva promesso di adoperarsi per la mediazione e il compromesso.
Anche Merkel è sotto lo scacco dei frugali, quei 4-5 paesi che stanno bloccando l’Europa a 27 e che stasera sono stati oggetto della reprimenda di Charles Michel.
A cena è il presidente del Consiglio europeo, evidentemente d’accordo con la cancelliera, a fare un elenco, anche in toni aspri, di tutto quello che i paesi del nord hanno ottenuto nelle trattative.
In particolare, Michel presenta una nuova bozza che prevede un ammontare totale del recovery fund di 750 miliardi di euro, ripartiti in 400 miliardi di sussidi e 350 miliardi di prestiti.
“Uno strappo mostrerebbe il volto di un’Europa debole”, precisa il presidente del Consiglio europeo, a poche ore dalla scadenza che preoccupa tutti all’Europa building: la riapertura delle borse del lunedì, dopo il weekend.
I leader continuano a trattare a oltranza, per scongiurare un fallimento che probabilmente verrebbe punito dai mercati. Puntano almeno ad un rinvio ad un altro summit, che verrebbe forse compreso, a patto però che si raggiunga uno straccio di qualcosa prossima ad un accordo.
“Durante i negoziati, ho ascoltato tutti, mostrato il massimo rispetto. Continuerò a lottare per un accordo, con lo stesso rispetto. Il mio auspicio è che giungiamo a un accordo e che FT e i nostri altri giornali domani titolino che l’Ue è riuscita in una missione impossibile”, continua Michel.
E’ anche per lo strapotere rosicchiato dai frugali, che, specificano fonti diplomatiche, la cancelliera è al fianco di Emmanuel Macron, Giuseppe Conte, Pedro Sanchez nella battaglia per mantenere le dimensioni totali delle risorse riservate ai sussidi nei termini di 400 miliardi, che è già una grossa concessione rispetto ai 500 miliardi della proposta iniziale.
Sono questi i termini delle trattativa in corso nelle ultime ore serali di questa terza giornata di un summit che pare infinito, costretto nelle divisioni tra Nord e Sud Europa, tragico per quanto significa sui destini delle economie degli Stati membri e sul futuro dell’Unione.
L’Olanda in testa, e i frugali Danimarca, Svezia, Austria e ora anche la Finlandia al seguito del falco Mark Rutte, hanno un po’ ceduto nelle ultime ore sulla querelle riguardo alle dimensioni totali del Recovery fund.
Erano partiti chiedendo che i sussidi non superassero la soglia dei 299 miliardi di euro. Nel pomeriggio sono arrivati a proporre 350 miliardi di sovvenzioni, non di più, più altri 350 miliardi di prestiti per un ammontare totale del fondo di 700 miliardi di euro, 50mld in meno rispetto alla proposta originaria di Ursula von der Leyen.
Ma si sono trovati di fronte il muro del Sud: Italia, Spagna, Portogallo, Francia, spalleggiati dal resto dei paesi Ue anche a est e soprattutto dalla Germania e poi anche dallo stesso Michel. Merkel in prima persona non è disposta a ridurre ulteriormente la quota delle sovvenzioni a fondo perduto per recuperare le economie piegate dalla crisi del Covid.
Insieme con Macron, Merkel aveva proposto 500 miliardi di sussidi, che nel piano della Commissione sono stati affiancati da 250 miliardi di prestiti.
Per la cancelliera è già una grossa concessione scendere di 100 miliardi di euro, tagli che verrebbero applicati alla quota di 190 miliardi riservata alla ricerca (Horizon 2020), allo sviluppo rurale, alla decarbonizzazione. Tagliare di altri 50 non è solo un’ipoteca sull’efficacia del Recovery fund come strumento di ripresa. Sarebbe anche una resa politica per la leader tedesca.
Per lei significherebbe tornare a casa con l’onta di essersi fatta massacrare dai piccoli Stati del nord, che già si sono imposti molto nella trattativa, riuscendo a piegare persino il potente asse franco-tedesco, da sempre motore decisionale dell’Ue.
Sarebbe una sconfitta politica per Merkel, presidente di turno dell’Ue fino a dicembre, cancelliera alla fine del suo ciclo politico (finora ha sempre detto che non si ricandiderà alle elezioni 2021 in Germania) che ha legato la sua eredità di leader al successo del ‘Next generation Eu’.
Uscirne senza intesa, come ha messo nel conto in mattinata in un misto di pessimismo e rassegnazione, sarebbe un fallimento. Ma anche uscirne con un accordo che premia i piccoli Stati frugali non sarebbe una soluzione senza problemi per lei, oltre che per l’Europa.
Intorno alle 19.30, dopo una serie di incontri ristretti tra cui anche quello tra i paesi del sud e i frugali, i 27 leader si ritrovano a cena: piatti freddi, catering su ordinazione, come ieri.
Prima di cena, Conte si riunisce anche con i leader frugali. “Vi state illudendo che la partita non vi riguardi o vi riguarda solo in parte — dice rivolgendosi all’olandese Mark Rutte – In realtà se lasciamo che il mercato unico venga distrutto, tu forse sarai eroe in patria per qualche giorno, ma dopo qualche settimana sarai chiamato a rispondere pubblicamente davanti a tutti i cittadini europei per avere compromesso una adeguata ed efficace reazione europea. Voi avete dubbi perchè le risorse finanziarie di cui ragioniamo oggi vi sembrano tante. In realtà è il minimo indispensabile per una reazione minimamente adeguata; se tardiamo la reazione, dovremo calcolare il doppio o forse anche di più”.
Il premier italiano, però, non ricava nulla dall’arringa e da questo ennesimo incontro. Proprio lì a cena i frugali attaccano di nuovo anche sui rebates (i meccanismi di rimborso sul Bilancio Ue), per non parlare della governance delle risorse, rebus dei rebus tra la richiesta di Rutte di poter esercitare il veto in Consiglio europeo di fronte a piani di investimento che non lo convincono e il meccanismo di maggioranza rafforzata opposto da Conte, con Macron, Merkel, Sanchez e gli Stati più colpiti dalla pandemia. Ad ogni modo, a cena i frugali riaprono la questione rebates.
Chiedono che i loro sconti sui contributi al bilancio pluriennale europeo vengano aumentati di 7 miliardi in sette anni. Olanda, Svezia, Danimarca e Austria ne beneficiano in quanto sono contributori netti al bilancio ma usano meno i fondi europei.
Trattasi di un privilegio pensato negli anni ’80 per la Gran Bretagna di Margaret Thatcher. Anche la Germania ne beneficia, ma Merkel ha già detto che non vuole un ulteriore aumento dello sconto, differenza sostanziale con i frugali.
Questo summit ha aumentato le distanze tra Berlino e le capitali del nord, finora in collegamento diretto con la cancelleria tedesca. In queste notti, dopo i lavori del summit, Merkel si intrattiene sovente in hotel a parlare ancora con Macron e con Conte davanti a un drink, piuttosto che con gli interlocutori del nord.
Segnali sintomatici di un approccio politico a favore delle ragioni del sud, disponibile al compromesso a patto che non sia una sottomissione ai frugali. Nella sua battaglia europea e anche personale, Merkel sta cercando di non permetterlo.
(da “Huffingtonpost”)
argomento: Europa | Commenta »
Luglio 19th, 2020 Riccardo Fucile
I SINDACATI LO QUERELANO… MA IL GOVERNATORE DELLA SICILIA E’ LUI, SE FOSSE VERO SI DIMETTA VISTO CHE SI DA’ DELL’INCAPACE DA SOLO… E COME MAI HA PREMIATO I DIRIGENTI CON IL MASSIMO DEI QUATTRINI “PER AVER RAGGIUNTO GLI OBIETTIVI DI PRODUZIONE DEGLI UFFICI”?
«Abbiamo già dato mandato ai nostri legali di valutare ogni possibile aspetto per denunciare e querelare Musumeci» fanno sapere i sindacati
Durissimo affondo del governatore Nello Musumeci che, nel corso dell’evento “Giornate dell’energia”, che si è tenuto ieri a Catania, ha tuonato contro i dipendenti della Regione Siciliana dicendo: «Abbiamo 13mila dipendenti dei quali l’80% è improduttivo, ma non ditelo ai sindacati. Sono improduttivi — ha ripetuto — si grattano la pancia dalla mattina alla sera, e ora vogliono pure stare a casa con il lavoro agile. Ma se non lavorate in ufficio, come pensate di poter essere controllati a casa?».
Immediata la replica dei sindacati. «Ancora una volta, assistiamo, stupiti, a dichiarazioni offensive e gratuite del presidente della Regione Siciliana contro i lavoratori regionali. Abbiamo già dato mandato ai nostri legali di valutare ogni possibile aspetto per denunciare e querelare Musumeci» fa sapere Cobas/Codir che conta diversi iscritti tra i dipendenti della Regione Siciliana.
«Musumeci dovrebbe spiegare ai siciliani come mai, se l’80% dei regionali “si gratta la pancia” come rivela lui, i suoi fidati dirigenti generali, generati dalla sua politica, a fine anno raggiungono tutti i risultati e vengono premiati con il massimo possibile di indennità » aggiungono.
«Insomma, non avendo argomenti validi per contrastare la decisione del governo nazionale di prorogare e mantenere una quota consistente di smart working e non avendo portato avanti l’ammodernamento dell’amministrazione, si accanisce contro i lavoratori».
Dello stesso avviso anche Cgil, Cisl e Uil che, in un comunicato congiunto, si dicono «sbigottiti per un attacco generico e sconsiderato».
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Luglio 19th, 2020 Riccardo Fucile
LA GENTE SI STA ORMAI RIBELLANDO CONTRO DEI VIGLIACCHI CHE NON HANNO NEANCHE LE PALLE DI FIRMARSI
Carola Rackete è da giorni vittima di insulti “made in Italy” ed è ricoperta di cinguettii non proprio gentili. Stanca dell’ennesima provocazione, la comandante coraggiosa sbotta via social con un suo tweet: “A volte mi chiedo quale sia lo scopo delle persone di insultarmi su Twitter in una lingua che io non conosco. Aiuta in qualche modo a risolvere i problemi che pensano di avere? Li fa sentire meglio sfogare la loro rabbia? Intanto per questi casi esiste la funzione ‘blocca’”.
Apriti cielo. Tutti quelli che la Rackete la hanno amata e sostenuta sin da subito, si scatenano in una battaglia in suo sostegno, naturalmente a colpi di tweet e il leoni da tastiera sovranisti vengono soverchiati da centinaia messaggi di stima e solidarieta’ per la patriota europea.
Un tal Giovbod la conforta in italiano: “Coraggio, hai anche tanti sostenitori”. Mentre una donna di nome Beth le scrive: “You are a beautiful creation of God”. Per difenderla c’è anche chi scomoda Dante: “”Non ragionià m di loro, ma guarda e passa (Dante, Inferno III, 51)”. E Girin18 (che si definisce antifascista) punta il dito: “Passa oltre. Probabilmente ti riferisci a qualche Italiano fan di Salvini. Non meritano nemmeno quei secondi del tuo tempo. Si stanno ancora mangiando le mani. È una vergogna. Noi li chiamiamo “bandierini”. Sono solo un branco di capre dietro ad un piccolo uomo”.
C’è poi chi posta un video di Wonder Woman e chi uno di Obama che lancia un bacio. Chi manda alla capitana un cuore e una frase: “Many many people are with you”. Chi propone “Carola for president”. E ancora c’è chi si dichiara “proud”. Una lunga serie di messaggi che si allunga con il passare delle ore.
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Luglio 19th, 2020 Riccardo Fucile
UNA DENUNCIA CIRCOSTANZIATA DI ILLEGALITA’ SENZA CHE IL VIMINALE INTERVENGA
Durante il lockdown siamo riusciti a raggiungere telefonicamente di nascosto i reclusi del Cpr di Palazzo San Gervasio (Potenza).
Riportare allora le conversazioni avrebbe potuto rendere riconoscibili i reclusi ed esporli a ritorsioni. Lo facciamo ora che molti di loro sono stati trasferiti o rimpatriati, per far luce sui Cpr, luoghi dove strani business, prezzi gonfiati, botte, soldi che spariscono, e avvocati a dir poco remissivi con l’ufficio immigrazione, sono all’ordine del giorno.
“Meglio il carcere che qua. Vent’anni in Italia, non ho mai visto un posto così.” Chi è recluso dentro un Cpr non può comunicare con l’esterno. Prassi vuole che agli stranieri che entrano (non per reati penali commessi ma per irregolarità o scadenza dei documenti) le guardie rompano le telecamere dei cellulari con un piccolo martello, o con un avvitatore, di quelli da bricolage, così che nulla di ciò che accade lì dentro possa essere registrato.
Per praticità , una volta rotta la telecamera, sequestrano direttamente i cellulari. Capita che qualcuno però riesca a nasconderlo, e una volta dentro, il cellulare diventa un bene collettivo a beneficio di tutti i reclusi, che lo usano a turno, di nascosto, per telefonare ai propri cari.
Niente assistenza, niente protezioni, niente igiene
Chi, entrato malato di ernia, non è stato curato perchè il medico si rifiutava di operarlo; chi, con febbre e sintomi influenzali, riceveva antibiotici senza essere visitato. “I poliziotti entrano ed escono ogni giorno senza protezione, siamo già una quarantina ma continuano ad esserci nuovi ingressi, ieri hanno portato un extracomunitario. È tutto sporco, non vengono a pulire da giorni, ti danno una coperta sporca e quella ti rimane per tutto il tempo qui. Non c’è riscaldamento, non c’è acqua calda, neanche in inverno. Se ti lamenti, botte”.
Botte
Un giovane mentalmente instabile originario del Marocco è stato picchiato perchè colpevole di essersi sottratto a una perquisizione e di avere spinto un agente. “È un malato di testa — spiega un suo compagno al telefono — loro lo sanno che sta male e che dovrebbe stare nel centro dei matti, non qui, ma l’hanno picchiato lo stesso. Fanno la ‘perquisa’ di continuo per vedere se abbiamo accendini, non possiamo usare accenditi. Per fumare chiediamo a loro”.
Dove vanno a finire i soldi?
“Non ci danno gli spicci nemmeno per caffè e schede telefoniche”. Per legge ogni Cpr è dotato di un telefono pubblico che funziona a schede telefoniche che il recluso dovrebbe potere acquistare tramite la quota, la ‘paghetta’ garantitagli dallo Stato italiano. A loro però non arriva niente, dove vanno a finire i soldi? “Per me rubano, tengono loro i soldi”. Per riceverli, il più delle volte, si ricorre a proteste, sollevazioni, che non fanno che generare ulteriore violenza.
Caffè e sigarette a prezzi gonfiati
6 euro un barattolo di caffè solubile da 350 grammi, 7,50 un pacchetto di sigarette, 3 euro una bottiglietta d’acqua da mezzo litro e 2 euro una lattina di Coca da 25 cl. Questo offrono le macchinette di società esterne spesso soppalcate senza bandi. Prendere o lasciare. Già , ma con quali soldi? Gli stessi per cui bisogna fare le proteste per ottenerli. Ma soprattutto, essendo la vendita dei tabacchi Monopolio di Stato regolamentata da un tariffario aggiornato sul sito dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, la ‘sovrattassa’ su ogni pacchetto di sigarette e di tabacco venduto in quali tasche finisce?
6 mesi recluso con un corridoio sporco per “prendere aria”
Come scritto in un altro articolo, l’Italia di oggi è uguale a quella di Salvini. Tutt’ora, con Luciana Lamorgese a Ministro dell’Interno del Governo Conte II, i Cpr seguono le disposizioni della legge Minniti-Orlando (decreto n. 13 del 17 febbraio 2017) aggiornate al 5 ottobre del 2018, quando con il Decreto su immigrazione e Sicurezza l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini incrementò da 90 a 180 i giorni di trattenimento.
C’è però chi nei Cpr ci rimane 6 mesi, anche un anno, come il tunisino da 20 anni in Italia che sentiamo al telefono: “Sono in Italia da vent’anni, mi hanno preso e fatto volare dalla Sicilia con due aerei per portarmi qui. Spendono anche soldi, per una fesseria. Mia moglie è rumena ed è in difficoltà , perchè sono ancora qua? Ogni mese mi dicono che prorogano un altro mese, sono qui da oltre 5 mesi ancora mi hanno prorogato un altro mese”. E l’avvocato? “l’avvocato è con loro, non fa niente, rubano tra di loro i soldi destinati a noi e alla struttura li dividono”.
Sei mesi con come unica distrazione “un corridoio di cemento largo 3 metri e lungo 100 tutto sporco di rifiuti” dove prendere ‘aria’.
(da Fanpage)
argomento: denuncia | Commenta »
Luglio 19th, 2020 Riccardo Fucile
E IL PRESTANOME SOSTEGNI RESTA IN CARCERE
Emergono nuovi dettagli sulla vicenda dell’acquisizione del capannone di Cormano da parte della Lombardia Film Commission e dei commercialisti ritenuti vicini alla Lega, accusati di vari reati di natura economica.
Ed è per l’evolversi rapido della situazione che Luca Sostegni, il presunto prestanome di Michele Scillieri, commercialista vicino al partito di Matteo Salvini, deve restare in carcere. Il gip di Milano, Giulio Fanales, ha convalidato il fermo e disposto la misura cautelare: Sostegni stava per lasciare l’Italia alla volta del Brasile quando è stato fermato. Adesso è accusato di peculato ed estorsione.
I tre commercialisti indagati sono Alberto Di Rubba, ex presidente del cda della Lombardia Film Commission, Andrea Manzoni e Michele Scillieri. I primi due sono revisori contabili del Carroccio alla Camera e al Senato.
Stando alle indagini, i commercialisti avrebbero preso soldi pubblici: l’operazione che portò la Lombardia Film Commission a comprare a prezzo gonfiato un immobile ha «natura sostanzialmente appropriativa, concretizzando di fatto l’impossessamento» da parte dell’allora presidente Alberto Di Rubba «e dei suoi sodali, del capitale giacente sul conto della fondazione, vincolato alla destinazione pubblicistica e versato alla società Immobiliare Andromeda», gestita da Michele Scillieri. Sono le parole che il gip Fanales ha scritto nell’ordinanza di custodia a carico del presunto prestanome Sostegni.
Sempre dall’ordinanza emessa oggi, si apprendono stralci di conversazioni tra Sostegni e Scillieri, in cui il primo chiedeva al commercialista soldi per restare in silenzio. «Spiegava telefonicamente come non comprendesse la ragione per la quale — Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, ndr. — preferissero, per risparmiare “pochi soldi”, fare “scoperchiare il pentolone, che può fargli danni assurdi”». Questo uno dei motivi per cui si configurerebbe il reato di estorsione: da ieri, Sostegni ha iniziato a collaborare con i magistrati.
L’uomo, fermato il 16 luglio dalla Guardia di finanza mentre stava per partire, è stato trovato in possesso di materiale utile agli inquirenti. «All’interno dei bagagli custoditi — in un hotel a Milano, i finanzieri hanno trovato oltre ai biglietti per un bus e un aereo con destinazione in Brasile — un appunto manoscritto». Su quel foglio, i conti del denaro ottenuto in cambio del silenzio su presunte pratiche poco chiare relative a fondi leghisti. «25.000 (5.000) — mercoledì 15 Euro 7.000 — rimanenza 18.000 — a partire dal 20 settembre ogni 20 gg circa», si legge nell’ordinanda di Fanales.
(da agenzie)
argomento: Giustizia | Commenta »
Luglio 19th, 2020 Riccardo Fucile
SI FINGEVA FUNZIONARIO DELLA PREFETTURA E CHIEDEVA SOLDI PER ACCELERARE LE PRATICHE PER IL RIOLASCIO DELLA CITTADINANZA
Conosce bene la storia della burocrazia in Italia e la sfruttava per truffare i cittadini stranieri che aspettavano i documenti ufficiali per ottenere la cittadinanza italiana.
La Polizia di Milano ha fermato e denunciato — lasciandola a piede libero — una 72enne che si fingeva funzionario della Prefettura meneghina circuendo i migranti in attesa dell’esito sulla loro domanda di asilo nel nostro Paese.
Si fa chiamare Nonna Angelica e ha diversi precedenti per truffa. Il tutto è partito dopo una segnalazione effettuata da un cittadino senegalese, raggirato dalla donna che lo aveva convinto a versarle duemila euro per accelerare la pratica.
Dopo la segnalazione, partita dagli evidenti documenti contraffatti presentati dal 36enne del Senrgal — impiegato a tempo indeterminato in un’officina milanese -, gli agenti della Polizia meneghina hanno verificato sul campo la ricostruzione fatta dall’uomo che aveva denunciato la truffa subita. E questa mattina, come riporta il quotidiano La Stampa, Nonna Angelica è stata bloccata in strada mentre cercava di circuire altri cittadini stranieri.
Gli agenti le hanno trovato addosso tre telefoni cellulari intestati ad altrettanti prestanome e una serie di documentazioni che comprovavano i pagamenti ricevuti. Il gioco era sempre lo stesso: Nonna Angelica si presentava come funzionaria della Prefettura di Milano e chiedeva soldi — si parla di 2mila euro — per accelerare le pratiche per il rilascio della cittadinanza ottenuta, per diritto, dai cittadini stranieri.
Poi, dopo qualche giorno, tornava da loro e consegnava la documentazione. Ma si trattava di falsi e neanche fatti tanto bene. Ma solamente gli occhi di chi lavora quotidianamente con quei documenti poteva accorgersene. Come accaduto qualche giorno fa, facendo partire la denuncia e la ricerca. Ora la 72enne — con precedenti penali, sempre per truffa — è stata denunciata a piede libero.
(da agenzie)
argomento: Giustizia | Commenta »
Luglio 19th, 2020 Riccardo Fucile
MARINA BERLUSCONI DIETRO LE QUINTE NEL CAMBIO DI NIPOTINA
Gianluca Roselli sul Fatto Quotidiano oggi decide di spargere un po’ di pepe nelle relazioni di Silvio Berlusconi, raccontando una presunta differenza tra Francesca Pascale e l’attuale fiamma Marta Fascina.
Lo spunto è il ritorno di Berlusconi a Villa Certosa nelle foto del settimanale Gente e le ancora presunte antipatie tra Pascale e Marina Berlusconi:
Lei con Veronica non si è mai incrociata. La Fascina, molto silenziosa e sempre al suo posto, è tutto il contrario e per questo è apprezzata dalla famiglia, soprattutto da Marina, che è stata la vera artefice della defenestrazione di Francesca.
Berlusconi e Pascale non si vedono da tempo. Pare che Marina abbia posto il divieto assoluto. Forse perchè, come racconta qualcuno, magari teme un ritorno di fiamma.
La 35enne napoletana, nel frattempo, è stata da poco paparazzata a Sabaudia con una sua grande amica: la cantante Paola Turci. “Si frequentano dall ‘autunno scorso… ”, sussurra una fonte.
Pascale continua a godere di tutti i benefit: la villa, le auto, la scorta, un fisso mensile. Ma tra settembre e ottobre potrebbe arrivarle il benservito, ovvero lo sfratto da Villa Maria. “Finchè lei è nei paraggi, Marina teme che il padre possa ricascarci”, si sussurra dalle parti di Arcore.
Perchè proprio per il suo carattere esuberante, Silvio con Francesca si divertiva. Adesso un po’ meno.
(da agenzie)
argomento: Costume | Commenta »
Luglio 19th, 2020 Riccardo Fucile
TRUMP DELIRA: “NON MI PIACE PERDERE, NON SO SE LO ACCETTEREI”… POI INSULTA L’AVVERSARIO: “NON SA DI ESSERE VIVO, E’ UN UOMO MENTALMENTE DISTRUTTO”
“Non mi piace perdere”: così Donald Trump ha risposto a Chris Wallace che in un’intervista su Fox News gli chiede se accetterebbe o meno una eventuale sconfitta contro Joe Biden: “Non dico nè no, nè sì. Vedremo…”, ha affermato il tycoon. Ribadendo però il suo secco no all’ipotesi del voto per posta per fare fronte all’emergenza pandemia: “Sarebbero elezioni truccate”.
Cresce il vantaggio di Joe Biden nei sondaggi. A meno di quattro mesi dalle elezioni presidenziali del 3 novembre, secondo l’ultima rilevazione di Washington Post/Abc l’ex vicepresidente è avanti di 15 punti con il 55% delle preferenze contro il 40% del presidente in carica.
A maggio i punti di distacco erano dieci, a marzo il vantaggio era di una sola cifra. Segno, si spiega, di quanto Trump stia pagando soprattutto l’effetto pandemia.
Nel corso dell’intervista Trump attacca pesantemente Joe Biden, definendolo sostanzialmente una persona anziana e instabile completamente in mano alla sinistra radicale e socialista che vuole distruggere il Paese e ridurlo come il Venezuela. “Joe non riesce a mettere due frasi insieme”, afferma il tycoon, “ogni tanto lo trascinano fuori dal seminterrato, gli fanno delle domande, lui legge il teleprompter e poi lo riportano giù”. “Joe non sa di essere vivo”, insiste Trump, sottolineando come il Paese “non può avere come presidente un uomo che è distrutto, mentalmente distrutto”
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Luglio 19th, 2020 Riccardo Fucile
SERPEGGIA IL TERRORE DI FALLIRE, SUI SUSSIDI LA DISTANZA E’ DI ALMENO 100 MILIARDI
A tre giorni dall’inizio del Consiglio europeo sul recovery fund, la speranza è appesa alla possibilità che si continui a trattare. L’intesa non è ancora all’orizzonte, anche se circolano varie ipotesi. Ma da ieri la possibilità di interrompere i lavori senza accordo è diventata così reale da seminare il terrore tra i 27 leader europei riuniti all’Europa building di Bruxelles.
Terrore di affrontare la riapertura delle borse lunedì mattina, terrore di dover ammettere il fallimento, terrore di assumersi la responsabilità di danneggiare la reputazione dell’Unione, esponendola agli attacchi dei movimenti anti-europeisti.
A sentire molte fonti a Bruxelles, si intende il loro sospiro di sollievo di fronte al fatto che ancora non si è deciso di chiudere il summit, annunciando la mancata intesa, malgrado gli scontri e l’incapacità di raggiungere un punto di compromesso dopo svariati bilaterali e meeting ristretti.
Confronti che hanno fatto slittare più volte la plenaria, originariamente convocata per le 12. Eppure in mattinata era stata Angela Merkel ad ammettere con pessimismo la possibilità di uscire “senza intesa” dal tunnel di questo vertice decisivo per la storia europea.
Nonostante i fondati timori, questo non è ancora avvenuto. Giuseppe Conte e la delegazione italiana tentano di raggiungere un punto di incontro con l’olandese Mark Rutte sulla questione della governance delle risorse del Recovery fund, sedendo a un tavolo alla presenza di esperti della Commissione europea. Ma nemmeno da qui arriva la svolta.
Il premier de L’Aja chiede l’unanimità in Consiglio Ue per poter ‘controllare’ le riforme dell’Italia e bloccare i fondi se non convinto dei piani di investimento.
Conte insiste sulla maggioranza rafforzata. Prima che con Rutte, ne ha discusso a lungo con i tutti i paesi frugali in un meeting ristretto insieme agli altri leader del sud, tutti nel mirino dei paesi del nord.
Un incontro a cui era arrivato dopo un tweet in cui Conte aveva affermato che c’è una “stragrande maggioranza di Paesi che difendono le istituzioni europee e il progetto europeo e dall’altra pochi Paesi, detti frugali”.
“Mai spaccatura è stata più forte in Europa”, si allarma il premier lussemburghese Xavier Bettel. All’incontro hanno partecipato anche lo spagnolo Sanchez, il portoghese Costa, il francese Macron. È stato uno dei mini-vertici più importanti della giornata, anche se non decisivo.
Perchè a valle di tutti questi meeting, restano solo delle vaghe ipotesi di accordo. Quella che va per la maggiore per la parte che riguarda lo scontro Nord-Sud sulla ripartizione sussidi/prestiti è questa: i 310 miliardi di sovvenzioni della ‘Recovery and resilience facility’ rimarrebbero invariati. Invece si taglierebbe – e di molto – sui 190 miliardi dedicati alla ricerca (programma Horizon 2020), decarbonizzazione, fondi per lo sviluppo rurale. Il che è tutto dire.
Ma, secondo alcune fonti, i Frugali non sono disposti a concedere più di 299 miliardi di sussidi in totale, cui andrebbe aggiunta la quota dei prestiti (250 miliardi). Macron invece, che è partito come l’Italia dai 500 miliardi di sovvenzioni della proposta von der Leyen e di quella franco-tedesca, potrebbe scendere a 400 miliardi: non di più.
A metà pomeriggio, l’ungherese Viktor Orban dice che “serviranno altri giorni di summit”. Sta diventando il vertice più lungo della storia europea, dopo quello sul bilancio del febbraio scorso, interrotto dopo due giorni senza intesa, e quello dello scorso anno sulle nomine dopo le elezioni europee.
Ma è realistica la previsione di Orban, che — con la Polonia – sta conducendo la sua battaglia per eliminare la condizionalità sul rispetto dello stato di diritto e cerca di fare proseliti anche in Italia, schierandosi apertamente con Roma contro l’olandese Rutte. Perchè se anche stasera si arrivasse ad un accordo di massima su dimensioni del fondo, governance, rebates (gli sconti sui contributi al bilancio che i frugali vorrebbero vedersi aumentare) e stato di diritto, poi ci sarà da discutere i dettagli di un pacchetto, ‘Next generation Eu’, preparato per affrontare la crisi da Covid, ambizioso e rivoluzionario: forse troppo per questa Europa divisa?
(da “Huffingtonpost”)
argomento: Europa | Commenta »