Luglio 4th, 2020 Riccardo Fucile
I TANTI SPAZI VUOTI IN PIAZZA DEL POPOLO DOVREBBERO FAR MEDITARE… MAI IL CENTRODESTRA NON ERA RIUSCITO A METTERE IN PIAZZA A ROMA 4.000 PERSONE PER UNA MANIFESTAZIONE NAZIONALE
La manifestazione del centrodestra ‘Insieme per l’Italia del lavoro’ in piazza del Popolo a Roma, riempita con 4280 sedie — come da condizioni imposte dalla prefettura — ha visto ampi settori vuoti, soprattutto quelli più lontani dal palco.
Alcuni settori del quadrante in cui è stata divisa la piazza hanno presentato spazi vuoti, al di là del distanziamento previsto.
Nessuna sbavatura oggi, con termoscanner e copri bocca e naso per tutti i manifestanti, fatti accomodare in poltrona, nel cuore della piazza simbolo della destra e ora del sovranismo nazionale.
Matteo Salvini si affretta a chiedere compostezza e rispetto delle distanze “per evitare inutili critiche”. E così è, anche perchè non tutte le oltre 4mila sedie disposte nella piazza, sono occupate, con diversi settori rimasti sguarniti.
Vuoti che Meloni cerca di spiegherà così: “Era quella che mi aspettavo nelle condizioni in cui stiamo operando”.
Una tesi che fa acqua da tutte le parti: questa manifestazione era stata programmata con un mese di anticipo, ha mobilitato tre partiti con relativi apparati.
Anche limitando le presenze al solo Lazio, possibile che una coalizione che rappresenta almeno il 45% degli Italiani non riesca a mettere in piazza 4.280 persone, fermandosi a 2.500-2800?
Segno evidente che qualcosa sta mutando, in primis la stanchezza di molti elettori nel sentire ripetere dai leader sempre gli stessi slogan triti e ritriti, nonchè teorie campate in aria.
E i sondaggi della Ghisleri, non certo vicina al centrosinistra, che danno il centrodestra perdente in Campania e Puglia (con Lega in caduta libera e Fdi sotto la percentuale delle Europee in Puglia) dovrebbero far meditare.
(da agenzie)
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Luglio 4th, 2020 Riccardo Fucile
SI PARTE DALL’IRPEF, MA LA REVISIONE DELLE ALIQUOTE POTREBBE COSTARE 20 MILIARDI
Lunedì o martedì l’approvazione del decreto Semplificazioni, in settimana la riapertura del tavolo della riforma fiscale.
Giuseppe Conte interviene nella kermesse per l’elezione del nuovo segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, e lancia messaggi alla sua maggioranza.
Al Pd, che denuncia da tempo l’immobilismo del governo, ai 5 stelle, che con Luigi Di Maio è almeno da un mese che spinge per l’abbassamento delle tasse.
E lo fa nella giornata in cui Carlo Bonomi ha attaccato nuovamente il governo, questa volta sui soldi del Mes, che sarebbero una boccata d’ossigeno ma che il governo non vuole usare “per ragioni ideologiche”.
Il premier non ci sta alle critiche, risponde con durezza non consueta per i suoi solitamente miti toni: “C’è un chiacchiericcio quotidiano, un bla bla costante e continuo che spesso affiora sulle pagine dei giornali, soprattutto nei titoli, che ci descrive come un governo attendista, incapace di prendere decisioni risolute. La realtà dei fatti dice il contrario”. Fonti di governo spiegano come il Semplificazioni, “la madre di tutte le riforme” a detta del capo del Governo, verrà sì approvato a inizio settimana, ma salvo intese, una formulazione non definitiva che solitamente si usa per approvare un testo con dei punti ancora da perfezionare.
E in realtà il nodo dei cantieri e dei commissari per le opere non è ancora stato sciolto, ma il motivo è un altro.
Il calendario delle Camere è intasato, e approvare un altro decreto significherebbe dover lavorare ad agosto. Ecco lo stratagemma: approvarlo salvo intese all’inizio della settimana, per poi rimandarne la formulazione definitiva poco prima della metà del mese, per avere una finestra di tempo a settembre per il passaggio parlamentare.
Con la manovrina da 20 miliardi che incombe, il tavolo sulla riforma del fisco inizierà un lavoro che lascia prevedere tempi lunghi
“Qualunque tipo di misura non vedrà la luce prima della prossima legge di bilancio”, spiega una fonte del ministero dell’Economia. Nulla ha anticipato il premier ai leader di Cgil, Cisl e Uil che ha incontrato brevemente a margine dell’elezione di bombardieri, rimandandoli a un faccia a faccia a Palazzo Chigi probabilmente nella seconda metà della prossima settimana.
L’ipotesi di partenza è quella dell’accorpamento delle due aliquote più basse dell’Irpef. L’ultima simulazione fatta prevedeva un unico scaglione al 20% al posto degli attuali due al 23% e 27%, ipotesi che lascia perplesso Roberto Gualtieri.
L’impatto sui conti pubblici sarebbe quantificato intorno ai 20 miliardi.
Sulle coperture è già battaglia, con parte della maggioranza che puntano a una revisione del sistema di detrazioni e deduzioni, e Italia viva che chiede di partire dall’abolizione di quota 100 e del reddito di cittadinanza.
I 5 stelle ovviamente si oppongono, ribattendo con un piano ambizioso che parte dal taglio dell’Irap, e prosegue con una flat tax per artigiani e commercianti e l’introduzione dell’assegno unico familiare.
Unanime dai partiti di maggioranza sul non considerare la proposta di abbassamento dell’Iva nel pacchetto.
E del resto anche a Palazzo Chigi sul tema si registra una certa prudenza. L’unica apertura arriva dal Pd: “Se si farà – spiega un uomo del Nazareno – sarà per pochi mesi e nel quadro della risposta all’emergenza”. Freddi i 5 stelle, freddo, raccontano, anche Gualtieri. Il tavolo partirà , la meta non è stata definita.
(da “Huffingtonpost”)
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Luglio 4th, 2020 Riccardo Fucile
PER ATTACCARE LA GIUNTA RAGGI ACCOMUNA RATTI ED ESSERI UMANI
Matteo Salvini dal palco di piazza del Popolo ha attaccato a modo suo la giunta Raggi. “La Capitale non può essere ricordata per i rom, per i topi, per gli autobus bruciati, e le buche per strada”, ha tuonato il leader della Lega.
Ecco, passi per gli autobus bruciati e le buche per strada, varianti infrastrutturali del degrado di una metropoli. Salvini probabilmente ha dimenticato anche altre magagne romane. Probabilmente pensando di esagerare non ha citato la proverbiale monnezza, ma ha rimediato a par suo citando i ratti, e i rom.
Ma accomunare nella stessa frase topi e esseri umani può essere fatto forse in letteratura, non in politica, non in un discorso pubblico pur davanti a ‘quattro gatti’ del centrodestra.
E non lo salva il fatto che cinque anni fa, Beppe Grillo per attaccare il sindaco Marino parlò di “città sommersa da topi, spazzatura e clandestini”.
Anche perchè allora, subissato dalle polemiche, il comico-fondatore ritirò il tweet e provò a salvarsi in corner parlando genericamente di “clandestini gestiti dalla mafia”. Ma il danno era fatto.
Ora Matteo Salvini potrà mandare bacioni rassicuranti, assumere un profilo più moderato ma non potrà cancellare le sue parole.
Al limite potrà ritrattare, spiegare, scusarsi, l’importante è che non si offenda, che non faccia la vittima se lo si accusa di maneggiare con troppa disinvoltura il linguaggio dell’odio, perchè molto semplicemente, unire rom e topi sa tanto di razzismo.
(da “Huffingronpost”)
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Luglio 4th, 2020 Riccardo Fucile
“L’ITALIA PUO’ CHIEDERE 35 MILIARDI RISPARMIANDO PARECCHIO SUGLI INTERESSI”
“Il Mes è disponibile per tutti nell’area euro, ma tocca ai governi decidere. In ogni caso il punto che l’Italia sollevava con grande forza sul Mes riguardava la condizionalità . E questo programma è stato disegnato in modo che non ce ne sia; il solo requisito è che i soldi siano spesi in spesa sanitaria diretta e indiretta”.
Il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis, intervistato dal Corriere della Sera, osserva che “nel caso dell’Italia ora sono disponibili oltre 35 miliardi, con risparmi importanti sugli interessi: centinaia di milioni di euro di risparmi ogni anno per un decennio”.
bbiamo solo attivato la ‘General Escape Clause’, la clausola generale di fuga, che certo ha conseguenze importanti e infatti non stiamo indicando ai governi obiettivi di debito e di deficit. Ma questa clausola – spiega Dombrovskis – ha anche chiare condizioni di scadenza e si applica in caso di una severa contrazione dell’economia. Quando poi non saremo più in una fase di severa caduta dell’economia, abbiamo detto che l’avremmo disattivata. Non possiamo dire quando, data l’incertezza. Torneremo sul tema in autunno”.
In merito alla revisione delle regole del Patto, “c’è una tendenza a spostare l’attenzione su regole più semplici: i criteri di spesa pubblica e l’ancoraggio al debito”, e cioè “l’idea che i criteri di spesa siano aggiustati in base al rapporto debito pubblico-Pil dei vari Paesi”, dichiara Dombrovskis. “Stiamo anche guardando a come migliorare le politiche anticicliche, in modo che gli Stati costituiscano dei margini di bilancio e abbassino i deficit nelle fasi positive.
Lo vediamo in questa crisi: gli Stati che lo hanno fatto adesso sono in situazione molto migliore nel rispondere alla crisi”.
Sul Recovery Fund, “la Commissione dovrà approvare i piani, ma in cabina di pilotaggio ci saranno i governi stessi”, rileva Dombrovskis, che sui negoziati sottolinea “il senso di urgenza.
Parte del denaro sarebbe disponibile già quest’anno, ma abbiamo bisogno di un accordo già questo mese”.
(da “Huffingtonpost”)
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Luglio 4th, 2020 Riccardo Fucile
L’ESERCENTE PROTAGONISTA DEL SIPARIETTO CON IL MINISTRO DURANTE L’EMERGENZA… SOLO I SOVRANISTI CONTINUANO A RACCONTARE LA BALLA CHE NESSUNO HA RICEVUTO UN EURO
“Il ministro Gualtieri è stato di parola: come promesso gli aiuti sono arrivati e sono stati indispensabili per ripartire”. Così all’agenzia di stampa Adnkronos il titolare del bar di via XX settembre protagonista in piena emergenza Covid di un siparietto con il titolare dell’Economia.
Era il 13 maggio, a pochi giorni dalla fine del lockdown, quando Gualtieri- di mascherina munito – si concede un caffè d’asporto al bar davanti al Tesoro in attesa dell’inizio del Cdm sul decreto Rilancio, il Dl da 55 miliardi di euro chiamato a rafforzare ulteriormente le misure a sostegno di famiglie e imprese.
Una pausa-caffè che per il ministro è un’occasione per testare la percezione degli aiuti da parte dei potenziali beneficiari e approntare una stima dei fondi in arrivò: circa 7.800 assicurò in quel frangente Gualtieri facendo i primi conti.
E così è stato. “Le previsioni che ha fatto il ministro si sono rivelate esatte. Da quando è stato qui ho ricevuto quanto aveva promesso”, dice il signor Valeri
Dal bonus autonomi, al taglio delle bollette, ma anche il ristoro a fondo perduto, la Cig per il dipendenti, la cancellazione dell’Irap e la detrazione sull’affitto: “Gualtieri ha mantenuto le promesse fatte – insiste – grazie a questi aiuti molti di noi hanno scongiurato lo scenario peggiore, sono stati un sollievo. Adesso – dice sorridendo – lo aspetto qui per offrirgli quel famoso caffè che gli avevo promesso”.
(da agenzie)
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Luglio 4th, 2020 Riccardo Fucile
“NESSUNO SI SALVA DA SOLO, CHI PUO’, DONI”
“Pochi giorni fa ho ricevuto il messaggio di una signora. Mi raccontava di aver dovuto dire al figlio che, a causa della crisi portata dal Covid, avrebbero dovuto rinunciare ad alcune cose, alle spese superflue. Il piccolo le ha detto ‘mamma, ma siamo diventati poveri? Ma almeno un gelato possiamo permettercelo?’. Lei non ha pianto solo perchè era davanti al bambino”.
La lettera cui Padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi, fa riferimento parlando con HuffPost è solo una delle “migliaia e migliaia” di messaggi che arrivano ai frati di Assisi in queste ultime settimane.
Sono gli appelli di persone in difficoltà , che chiedono aiuto e conforto.
A loro, i frati rispondono con un sostegno economico quando possono, o indirizzandoli verso le istituzioni che possono dare loro una mano.
Ed è proprio a chi sta avendo problemi a causa della crisi portata dal Coronavirus che saranno destinati i fondi raccolti con la maratona di solidarietà “Con il cuore, nel nome di Francesco 2020″, iniziata il 9 giugno con un evento televisivo che sarà trasmesso in replica il 5 luglio su Rai 1, che finirà il 15 luglio.
Il presente fa paura, se si pensa a quanto sono aumentate le persone in difficoltà . Ma è anche al futuro che bisogna pensare per ricostruire. E anche di questo si è parlato ieri in un incontro tra il presidente del Consiglio, i Frati di Assisi e la fondazione Symbola di Ermete Realacci.
Padre Enzo, ieri anche lei era presenta all’incontro con Giuseppe Conte. Cosa è emerso?
La necessità di un processo coraggioso di semplificazione e sburocratizzazione. Alla luce delle iniziative fatte sul Manifesto di Assisi – che hanno visto come partner soggetti che vanno da Confindustria a Francesco Starace (l’ad di Enel, ndr), dalle realtà religiose a quelle dei coltivatori, fino alle tante persone di buona volontà che hanno deciso di aderire – abbiamo sottolineato come l’Italia abbia bisogno di recuperare due cose: fiducia e speranza. Ma non solo: se non si procede sulla strada dello sfoltimento della burocrazia, il paese ne pagherà conseguenze amarissime.
Il coronavirus ha avuto effetti devastanti per l’economia. I dati Istat di oggi ci dicono che la crisi sanitaria ha inasprito le diseguaglianze sociali. Cosa ne pensa?
Il divario profondo che si sta creando tra le persone ci preoccupa molto, pur senza scoraggiarci. Siamo di fronte a una povertà crescente, che riguarda le famiglie e che va combattuta. Anche per questo stiamo conducendo, e lo faremo fino al 15 luglio, una maratona di solidarietà , “Con il cuore, nel nome di Francesco”. Abbiamo sempre in mente una frase di San Giuseppe Moscati. Da medico, lavorava nei quartieri poveri di Napoli, aveva sempre un berretto sulla scrivania, con accanto un cartello e la scritta: “Chi ha metta, chi non ha prenda”. Questo è il messaggio che vogliamo lanciare: le persone che hanno disponibilità sono chiamate a donare, quelle che hanno bisogno non devono avere paura di chiedere.
Voi ricevete richieste di aiuto?
Ci arrivano migliaia e migliaia di lettere e messaggi, al punto che abbiamo dovuto creare una squadra che se ne occupi. Ho appena letto l’ultimo: è di una signora che ci ha mandato le bollette della luce e del gas. Non ha soldi per pagarle.
Cosa altro vi chiedono le persone?
L’altro giorno ho ricevuto una lettera di una mamma disperata: non riusciva più a pagare il mutuo perchè i suoi figli non lavoravano più e le stavano pignorando la casa. In questi casi, laddove non possiamo intervenire direttamente noi, cerchiamo di suggerire le istituzioni a cui rivolgersi. E sono contento di aver parlato, non molti giorni fa, con il presidente della Federazione Autonoma Bancari Italiani. Ci ha detto di segnalargli i casi di persone in difficoltà con il mutuo, in modo che loro possano vedere nel giro di pochi giorni se riescono a intervenire per aiutarli.
Il mutuo, le bollette, spese che forse questi nuclei familiari prima del coronavirus riuscivano ad affrontare senza particolari difficoltà . Sono loro i nuovi poveri?
Si tratta di persone che prima, sostanzialmente, stavano bene. Alcune fette del mondo degli autonomi, per esempio. Loro stanno pagando un pezzo altissimo. Sempre per fare riferimento alle lettere che ricevo, l’altro giorno una mamma mi raccontava di aver dovuto dire al figlio alle spese superflue. Il piccolo le ha detto ‘mamma, ma siamo diventati poveri? Ma almeno un gelato possiamo permettercelo?’. Lei non ha pianto solo perchè era davanti al bambino. Ho ricevuto poi un messaggio di due ragazzi, che avevano programmato di sposarsi a ottobre, perchè essendo entrambi lavoratori stagionali contavano sui guadagni estivi. Ma questi ultimi sono saltati. O, ancora, una signora mi raccontava dell’inquietudine per la cassa integrazione che ancora non le arrivava: “Non mi spaventa la povertà , mi spaventa la precarietà ”, mi ha detto. Insomma, come vede, a scriverci è la carne viva del Paese.
Voi distribuite anche cibo a chi ne ha bisogno. Sono aumentati gli accessi alle mense francescane?
In maniera vertiginosa, del 90%. Ci sono persone che arrivano a testa bassa, per non farsi riconoscere. Entrano e prendono il pacco spesa, che riusciamo a fornire anche grazie ad alcune aziende che ci stanno aiutando.
Il rischio è che, in assenza di liquidità , le persone si rivolgano alla criminalità , agli usurai.
Già , e proprio per questo noi stiamo chiedendo – quasi gridando – alle persone di non andare dagli usurai. Di avere il coraggio di bussare alle nostre porte e a quelle delle istituzioni. E gli usurai sappiano che chi approfitta della fragilità delle persone, dovrà poi fare i conti con la legge e con la propria coscienza. Anche Papa Francesco ha lanciato loro un appello, ad aprile, per invitarli alla conversione.
La fase più difficile dell’epidemia sembra essere passata, ma adesso c’è una società da ricostruire. Da dove partire?
Io credo che ci sia una frase che debba guidarci in questa strada: “Nessuno si salva da solo”. La crisi deve essere poi un momento per ripensarci e per ripensare un’economia che non uccida l’uomo. Un’economia che non vada verso il pauperismo, ma verso la solidarietà . Stiamo imparando, credo, ad andare verso l’essenziale, a non essere affogati nelle cose superflue. Quanto agli altri elementi, mi vengono in mente le parole che Papa Francesco ha pronunciato in piazza San Pietro, nel pieno della pandemia: “Pensavamo di essere sani in un mondo malato”. Ecco, ci pensavamo onnipotenti e ci siamo scoperti fragili. Non sani, ma feriti. E un po’ ammalati. Penso, quindi, che per ripartire bisogna denunciare le ingiustizie sociali, riscoprire il rispetto del creato. Della bellezza, della fraternità , della solidarietà .
Concetti, questi, che in qualche modo dovrebbero essere tradotti in provvedimenti delle istituzioni?
Certo. Io credo che il legislatore e il governante dovrebbero fare riferimento proprio a quella prospettiva cui facevamo riferimento prima. Perchè, altrimenti, il rischio è di fare tante cose, ma senza una visione del mondo.
(da “Huffingtonpost”)
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Luglio 4th, 2020 Riccardo Fucile
“I NUOVI FOCOLAI UN CAMPANELLO D’ALLARME IMPORTANTE”… “IL VIRUS E’ CATTIVO COME PRIMA”
I nuovi focolai sono “un campanello d’allarme importante”, è necessario “che restino contenuti a livello locale”. Se non rimanessero così, circoscritti sui territori, allora dovremmo preoccuparci”, spiega il professore Franco Locatelli.
Per il presidente del Consiglio superiore di Sanità , esponente autorevole del Comitato tecnico scientifico, quello che sta succedendo in Veneto mette in evidenza che il virus “circola eccome, che è cattivo come prima” e che “ognuno di noi ha una responsabilità morale enorme nei confronti degli altri”.
Per questo bisogna “continuare a rispettare le regole e a osservare comportamenti improntati alla prudenza e alla cautela”. Il rischio è altissimo. “Non rimettiamoci nelle condizioni di un nuovo lockdown, rischieremmo di ricreare una situazione economicamente difficile e di perdere altre vite”, avverte Locatelli.
Professore, ha visto che sta succedendo in Veneto? Sta ripartendo la seconda ondata del virus nel Paese?
A mio avviso gli episodi – e uso questo termine non certo per minimizzare quanto accaduto – che si sono verificati in Veneto, a partire dalla storia dell’imprenditore vicentino ora in terapia intensiva, sottolineano tre concetti fondamentali della questione, evidenziando in maniera lampante che il virus circola eccome, che non è affatto vero che è scomparso o che è cambiato perchè è cattivo come prima e che ognuno di noi ha una responsabilità morale enorme nei confronti degli altri.
In che senso?
Nel senso che chi decide di non proteggersi adeguatamente espone gli altri a rischi molto rilevanti. Dobbiamo continuare a comportarci con cautela e prudenza, anche per non vanificare gli sforzi e i sacrifici sostenuti nei mesi dell’emergenza e fino a questo momento. Siamo usciti dalla situazione critica, ma non dal problema.
Sono stati localizzati nuovi focolai in Veneto, in Emilia-Romagna, in Lazio, registrati tre nuovi cluster familiari in Toscana e i dati evidenziano una risalita della curva epidemica. Dobbiamo preoccuparci?
Questi nuovi focolai sono un campanello d’allarme importante. Se restano contenuti a livello territoriale, come si sta verificando, direi di no. Ma se non dovesse più essere così, allora dovremmo preoccuparci eccome. Credo sia il caso di ribadire un concetto fondamentale.
Prego.
Tutti noi abbiamo voglia di riprendere uno stile di vita come quello del periodo precedente l’arrivo del Covid, specie ora che siamo in estate, ma ancora non possiamo farlo. È altrettanto vero, però, che si può andare in vacanza o in gita fuori porta, al mare o in montagna, continuando a rispettare le regole che abbiamo imparato in questi mesi e quindi evitare gli assembramenti, osservare il distanziamento fisico, continuare a indossare la mascherina e a lavare frequentemente le mani. Poi quando arriverà il vaccino, sperando anche nell’immunità di gregge, potremo tornare alla nostra vita normale. Ora non è possibile, non possiamo farlo per il rispetto che dobbiamo a noi stessi, alle persone con cui entriamo in contatto e a tutti i morti causati dalla pandemia.
Questi nuovi focolai sono riconducibili all’allentamento delle restrizioni post lockdown?
Quando si è deciso di allentare le misure restrittive, avevamo messo nel conto l’insorgere di focolai territoriali. Ecco, l’importante è che la loro dimensione resti circoscritta, contenuta a livello locale e che si evitino contestualmente comportamenti a rischio. Non possiamo rischiare nuove misure di lockdown come è successo in altri Paesi. Penso, ad esempio, a quanto accaduto in Catalogna o al caso mattatoi in Germania, che ha riproposto l’ipotesi di nuove chiusure. Non rimettiamoci nelle condizioni di un nuovo lockdown, rischieremmo di ricreare una situazione economicamente difficile e di perdere altre vite.
A suo avviso, la situazione di oggi è frutto anche dei messaggi rassicuranti arrivati da esperti e politici?
Ognuno di noi ha piacere a dare messaggi rassicuranti perchè attirano simpatia e consensi, però chi ha responsabilità mediche e politiche deve avere l’onestà intellettuale e la propensione a dare, quando necessario, messaggi di allerta e attenzione, anche rischiando di risultare impopolare. Bisogna essere consapevoli che dichiarazioni incaute possono ingenerare comportamenti sbagliati. È un rischio che non possiamo permetterci di correre.
(da “Huffingtonpost”)
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Luglio 4th, 2020 Riccardo Fucile
CHIUSI 38 PICCOLI COMUNI, RESIDENTI COSTRETTI A STARE A CASA
La Generalitat catalana ha deciso di mettere in quarantena nelle loro case gli abitanti di 38 piccoli comuni della provincia di Segrià , che contano circa 209.000 persone, a partire da mezzogiorno, a fronte dell’aumento dei casi di coronavirus registrati nelle ultime ore.
Sono nove i focolai attivi. Lo rende noto La Vanguardia. Fino alle 16 ai residenti sarà permesso di entrare, ma da quel momento in poi sarà vietata la circolazione, ad eccezione dei lavoratori che devono spostarsi.
La decisione di confinare la provincia di Segrià e i suoi 200 mila abitanti arriva mentre la Spagna ha cominciato a riaprire i confini ai viaggiatori extra-Ue, con il via libera ai primi 12 Paesi, dopo aver accolto nuovamente dal 21 giugno i vicini europei.
Oltre alle restrizioni alla mobilità in entrata e in uscita dalla provincia (ammessi invece gli spostamenti interni), sono vietati gli assembramenti di oltre 10 persone e le visite nelle case di riposo, ha riferito il ministro della Salute catalano, Alba Verges, esortando a “ridurre l’attività sociale”.
Le autorità hanno sottolineato di limitare le uscite di casa alle necessità “assolutamente essenziali”. Per assicurare che le dispisizioni vengano rispettate nei 38 comuni indicati, sono stati dispiegati circa 200 agenti in 25 posti di controllo mentre saranno mobilitati vigili del fuoco per eventuali sanificazioni.
La Spagna è stata tra i Paesi più colpiti dalla pandemia di Covid-19 con oltre 250 mila casi e 28.385 morti, al quarto posto per decessi in Europa dopo Regno Unito, Italia e Francia. Ieri sono stati registrati 17 morti in 24 ore, il numero più alto dal 19 giugno.
(da agenzie)
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Luglio 4th, 2020 Riccardo Fucile
I MEDICI HANNO RIFERITO CHE LE PERSONE A BORDO SONO TERRORIZZATE DAL POSSIBILE RITORNO IN LIBIA
Tamponi a bordo della Ocean Viking alla ricerca di eventuali positivi e lunedì il trasferimento a bordo della Moby Zaza per la quarantena.
Ecco la decisione adottata dal Viminale dopo l’esito dell’ispezione medica a bordo della nave di Sos Mediterranèe da ieri ferma a 16 miglia dalla costa sud orientale della Sicilia dopo che il comandante della nave ha dichiarato lo stato di emergenza in seguito a ben sei tentativi di suicidio tra le 180 persone soccorse dieci giorni fa nel Mediterraneo.
Nella giornata di domani a bordo della Ocean Viking saranno avviate le operazioni per il prelievo dei tamponi. la situazione è attentamente monitorata in vista del trasbordo dei migramti, programmato per lunedi, sulla nave Moby zaza”.
L’ispezione medica a bordo ha confermato: le condizioni fisiche sono buona ma quelle psicologiche dei migranti a bordo ormai da dieci giorni della Ocean Viking sono tali da non garantire la sicurezza a bordo. Dunque la dichiarazione dello stato di emergenza da parte del comandante della nave di Sos Mediterranèe è giustificata.
La nave Moby Zaza, messa a disposizione per la quarantena degli immigrati, è ancora piena ma potrebbe svuotarsi in parte nelle prossime ore e il Viminale in queste ore sta esaminando le alternative: o la nave o un porto, con annesso hotspot, dove far sbarcare le 180 persone da dieci giorni a bordo della nave Ocean Viking di Sos Mediterranèe che ieri pomeriggio ha dichiarato lo stato di emergenza chiedendo un intervento di aiuto immediato dopo sei tentativi di suicidio e scontri a bordo tra migranti ed equipaggio e tra gli stessi migranti.
Dietro il ritardo con cui le autorità italiane hanno gestito la risposta alla richiesta di un porto per la Ocean Viking c’è la difficoltà di gestire in sicurezza lo sbarco di un numero così elevato di persone tra le quali potrebbero esserci dei positivi al Covid, come verificatosi nei due ultimi sbarchi dalla Sea Watch e dalla Mare Jonio e anche in alcuni sbarchi autonomi in Sardegna.
E adesso altre 52 persone sono a bordo di un mercantile, il Talia, che ieri pomeriggio ha risposto alla richiesta di soccorso rilanciata dal centralino Alarm Phone per una barca in difficoltà da diverse ore in zona Sar maltese e che nessuno soccorreva. Il mercantile ieri sera ha fatto sapere di aver preso a bordo i migranti e adesso naturalmente chiede indicazioni per un porto di sbarco
(da agenzie)
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