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SONDAGGIO IXE’: IL PD A MENO DI UN PUNTO DALLA LEGA IN CADUTA LIBERA

Luglio 30th, 2020 Riccardo Fucile

LEGA 22,7%, PD 21,9%, M5S 16,7%, FDI 14,5%, FORZA ITALIA 7,9%, SINISTRA 3,6%, + EUROPA 2.5%, AZIONE 2,2%, ITALIA VIVA 2,2%, VERDI 1,5%

Si riduce ancora, a meno di un punto percentuale, il distacco tra Lega e Pd nel sondaggio settimanale dell’Istituto Ixè per Carta Bianca.
Il Carroccio arretra dell′1% e scende al 22,7% mentre i Dem guadagnano lo 0,1% e salgono al 21,9%. La differenza è quindi ora dello 0,8%.
La maggiore crescita della settimana è del M5s, +0,9% dal 15,8% al 16,7%.
Mentre FdI aumenta dello 0,6%, dal 13,9% al 14,5%.
Stabile Forza Italia al 7,9%.
Differenze minime per gli altri: La Sinistra 3,6% (+0,2%), +Europa 2,5% (-0,1%), Italia Viva 2,2% (-0,1%), Azione 2,2% (+0,1%), Europa Verde stabile all′1,5%.
Il dato degli altri scende al 4,3% dal 4,9%.

(da agenzie)

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LEGGE SEVERINO: SE CONDANNATO, SALVINI DECADE E NON SARA’ CANDIDABILE SE LA PENA SUPERA I DUE ANNI

Luglio 30th, 2020 Riccardo Fucile

SARANNO NECESSARI TRE GRADI DI GIUDIZIO, TRATTANDOSI DI UN PARLAMENTARE

Non ci sono solo i processi e le relative autorizzazioni del Senato – quella per il sequestro dei migranti sulla nave Gregoretti, già  concessa il 12 febbraio, e quella eventuale per il caso Open Arms in discussione oggi al Senato – a turbare i sonni di Matteo Salvini.
Perchè il vero rischio, per lui, sta nella sua futura agibilità  politica.
Quella di essere costretto ad affrontare la decadenza da senatore, oppure l’impossibilità  di ricandidarsi, qualora incappi in una condanna che superi i due anni. Ipotesi realisticamente possibile visto che il reato di sequestro di persona, con minori coinvolti, è punito fino a 15 anni.
La legge Severino del 2012, da questo punto di vista, non è in alcun modo aggirabile. Poichè, già  all’articolo 1, prevede appunto che condizione imprescindibile per correre alle elezioni di deputato, senatore o parlamentare europeo, nonchè per essere e restare membro del governo, sia quella di avere una fedina penale pulita, priva di una condanna che superi i due anni di pena.
Qualora la condanna intervenga nel pieno di una carica, essa comporta subito la decadenza dalla medesima. Proprio com’è avvenuto nel 2013 per Berlusconi condannato per frode fiscale nel caso Mediaset. Poi decaduto da senatore.
Solo per le cariche locali (Regioni e Comuni) la clausola di ineleggibilità  e in questi casi di sospensione – per condanne che raggiungano i 18 mesi – scatta subito dopo la sentenza di primo grado.
Salvini quindi già  rischia per il caso Gregoretti, la nave che il 26 luglio 2019 si vide negare lo sbarco degli oltre 130 migranti, tra cui dei minori. Per la quale il Senato, a differenza del caso Diciotti, ha già  dato l’autorizzazione al processo. A Catania l’udienza preliminare, dopo tre rinvii dovuti al Covid, è stata fissata per il 3 ottobre. Lì si dovrà  decidere se il processo va avanti.
Ovviamente è impossibile prevedere quali potranno essere i tempi del dibattimento, dal primo grado alla Cassazione, con una prescrizione lunga vista l’entità  del reato.
Ma è certo che, con elezioni politiche fissate al 2023, per Salvini si verificherà  un intreccio di situazioni processuali e sua agibilità  politica. Che potrebbe anche mettere in discussione la sua leadership nella Lega.

(da agenzie)

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PER LA LEGHISTA GIULIA BONGIORNO LASCIARE DONNE E BAMBINI IN MARE E’ IL MODO MIGLIORE PER TUTELARLI

Luglio 30th, 2020 Riccardo Fucile

SENZA VERGOGNA

Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto ci vuole un avvocato. E Giulia Bongiorno, ex finiana eletta con la Lega, oggi rilascia un’intervista a Repubblica nella quale ci spiega qualcosa che all’apparenza sembra paradossale, ma guardando bene lo è. Bongiorno parla della richiesta di autorizzazione a procedere che oggi il Senato voterà  nei confronti del leader del suo partito Matteo Salvini e ci spiega che lasciare i bambini in mare è il modo migliore per tutelarli:
Lei ha sempre difeso le donne e i deboli. Non vanno difese quelle donne e i loro figli in balia del mare? E i migranti che hanno subito violenze? Non esiste una questione umanitaria che prevale su tutto?
«Proprio per questo serve il rispetto della legge e il massimo ordine. Spalancare i porti vuol dire creare caos e mettere in pericolo proprio i soggetti più fragili».
Il tribunale dei ministri vuole processare Salvini per aver sequestrato 150 migranti per 20 giorni sulla Open Arms ad agosto di un anno fa. La Stampa racconta che nel primo salvataggio a bordo c’erano “32 donne, fra cui 2 incinte di otto mesi, e 4 bambini di cui 2 molto piccoli”.
Oggi, grazie a Giulia Bongiorno, scopriamo che se i porti fossero rimasti chiusi (e quei bambini fossero rimasti in mare) sarebbe stato meglio per tutti, mentre farli sbarcare li avrebbe messi in pericolo.
In effetti, visti certi soggetti che giravano all’epoca nei dintorni del Viminale, forse ha ragione lei.

(da agenzie)

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COME SI VOTA E QUALE MAGGIORANZA SERVE PER L’AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE CONTRO SALVINI

Luglio 30th, 2020 Riccardo Fucile

STAVOLTA E’ SALVINI CHE DEVE ARRIVARE A 160 VOTI PER SALVARSI, SULLA CARTA NE HA 142

Alle 9.30 è iniziata la discussione a Palazzo Madama per decidere sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini per il caso Open Arms. Il voto finale sulla risoluzione, che si basa su quanto deciso lo scorso 26 maggio dalla Giunta per le elezioni e per le immunità  del Senato (presieduta da Maurizio Gasparri).
Ed è qui che, a differenza di quanto accaduto con il caso Gregoretti, arriva una netta differenza.
All’epoca, infatti, erano i parlamentari che volevano un processo nei confronti dell’allora ministro dell’Interno a dover avere la maggioranza (assoluta) a Palazzo Madama. Oggi, visto il diniego espresso e approvato in giunta, deve essere il leader della Lega a cercare di ottenere quei 160 voti a favore per evitare di finire davanti ai giudici.
La questione è molto delicata anche a causa della ricostruzione di alcuni quotidiani che hanno dato una versione errata del regolamento.
Ricostruiamo in breve la vicenda: la Giunta per le immunità  ha presentato una risoluzione che parla di diniego e non di conferma della proposta base. Cosa vuol dire? In pratica, usando termini semplicistici e poco burocratici, si è deciso che oggi i senatori dovranno votare un testo che parla di ‘non’ autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini. Una differenza sostanziale rispetto al caso Gregoretti, quando la giunta approvò una risoluzione che parlava di autorizzazione a procedere.
Ed è qui che le carte si mischiano e si invertono anche i ruoli degli attori protagonisti oggi a Palazzo Madama.
Nel caso Gregoretti, infatti, serviva una maggioranza affinchè arrivasse un parere positivo nei confronti dell’autorizzazione a procedere contro Salvini.
Oggi, invece, serve una maggioranza assoluta per evitare il processo nei confronti del leader della Lega. Lo si evince dal testo del regolamento presente sul sito del Senato:
“Se la Giunta abbia proposto la concessione dell’autorizzazione e non siano state formulate proposte intese a negarla, l’Assemblea non procede a votazioni intendendosi senz’altro approvate le conclusioni della Giunta. In caso diverso sono poste in votazione le proposte di diniego dell’autorizzazione che si intendono respinte qualora non conseguano il voto favorevole dalla maggioranza assoluta dei componenti dell’Assemblea.
Ora, dopo una spiegazione teorica in base a quel che recita il regolamento, andiamo a sciorinare i numeri.
Come spiegato, infatti, Salvini avrebbe bisogno della maggioranza assoluta dei voti in Senato (quindi 160). Per il momento, mentre è in corso il dibattito, il leader della Lega ha in tasta quelli del suo partito (63), di Fratelli d’Italia (17) e e di Forza Italia (56): un totale di 136 parlamentari che voteranno a favore della risoluzione e, quindi, contro l’autorizzazione a procedere, a cui vanno aggiunti circa 6 del gruppo misto.
Dall’altra parte troviamo i 95 del Movimento 5 Stelle, i 35 del partito Democratico e i 5 di Leu: per un totale di 135 voti contrari al diniego, quindi a favore dell’autorizzazione a procedere contro Salvini.
A questi numeri si dovrebbero aggiungere i 18 di Italia Viva. Ma cambierebbe poco, perchè, in base al regolamento, la maggioranza di voti ‘sì’ la dovrà  ottenere il leader della Lega.

(da agenzie)

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RENZI: “SI’ AL PROCESSO A SALVINI, NON AGI’ PER INTERESSE PUBBLICO”

Luglio 30th, 2020 Riccardo Fucile

IL VOTO NEL POMERIGGIO

“Salvini non agì per interesse pubblico”. E’ la motivazione con cui il leader di Italia Viva Matteo Renzi annuncia, nell’aula del Senato, il voto del suo partito a favore dell’autorizzazione a procedere per il processo Open Arms, la nave della Ong bloccata in mare per 19 giorni nell’agosto 2019, quando era ministro dell’Interno.
I renziani sciolgono così la riserva sulle loro intenzioni di voto e, smentendo alcune indiscrezioni che li dipingevano orientati per il no, mettono il leader leghista in serio pericolo di essere processato. “Noi dobbiamo rispondere alla domanda non se Salvini ha commesso reati o no, o se fosse accompagnato da altri membri del governo. A questo risponde la magistratura. Ma se ci fu interesse pubblico. E per me l’interesse pubblico non c’è nel tenere un barcone lontano dalle coste”, afferma Renzi.
“Il voto del Parlamento italiano è importantissimo. Mandare a processo Matteo Salvini significa ristabilire una verità  storica e l’inviolabilità  delle convenzioni internazionali che regolano il soccorso in mare nonchè i principi delle nostre costituzioni democratiche”.
A parlare è il fondatore di Open Arms, Oscar Camps, secondo il quale “il processo a Salvini stabilirebbe un principio che vale per tutti i governi: i diritti umani devono essere rispettati e la legge è uguale per tutti”.
Camps si dice infine “deluso” dall’operato dell’attuale Governo perchè anche senza Salvini ””è cambiato poco, si sono smorzati i toni, ma la linea politica è rimasta la stessa”.
In gioco c’è oltre al futuro giudiziario del leader leghista anche quello politico: il sì al processo da parte del Senato e un’eventuale condanna potrebbe indebolirlo ancora di più e spianare la strada per la sua successione.
Emma Bonino, senatrice di +Europa, parla a nome del gruppo Misto dichiarando il voto favorevole al processo: “Salvini potrà  difendersi in tribunale”. Sulla stessa linea anche il senatore del Misto, l’ex M5s Gregorio De Falco: “Non c’è alcuna possibilità  di rinvenire la corresponsabilità  del presidente del consiglio, Giuseppe Conte, che operò una moral suasion nei confronti di Salvini e gli scrisse una lettera invitandolo a far venire meno il reato che si stava compiendo”

(da agenzie)

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LA LOTTA INTESTINA M5S FA NAUFRAGARE L’INTESA CON IL PD SULLE COMMISSIONI

Luglio 29th, 2020 Riccardo Fucile

FARE ACCORDI CON UN PARTITO DOVE OGNUNO FA I CAZZI CHE VUOLE E’ TEMPO PERSO… HANNO PRESO I VOTI CONTRO LA CASTA E SI SCANNANO PER UNA POLTRONA

È scattata l’ora dei sospetti. L’accordo di maggioranza sulle presidenze di commissione, che in fondo accordo non è stato mai, è naufragato al primo impatto con la realtà  delle decisioni.
Dopo un mese di riunioni tra i capigruppo, oltre 70 ore di colloqui, contatti tra i capi partito Pd, M5s, Italia Viva e Leu, alla prova dei fatti la maggioranza è andata in ordine sparso tra ripicche e veleni. Due commissioni del Senato, Agricoltura e Giustizia, sono rimaste in mano alla Lega.
Gli occhi sono puntati sui 5Stelle che per tutto il giorno si sono ribellati all’intesa di massima raggiunta dai capigruppo e lo avrebbero certificato votando in maniera difforme rispetto alle indicazioni.
Votando quindi con gli ex colleghi di governo leghisti e ribellandosi all’accordo raggiunto con il Pd: “Stiamo cedendo tutto a loro”. Per evitare che lo stesso schema si ripetesse alla Camera i vertici grillini hanno cacciato in extremis dieci deputati dalla commissione Finanze, tutti coloro che nel segreto dell’urna si sarebbero potuti ribellati alla scelta di eleggere il renziano Luigi Marattin.
Nel Movimento scoppia il caos contro il direttivo: “L’unico trasferimento forzoso dei deputati da una commissione all’altra per ragioni di voti era stato quello ignominioso del governo Renzi nel 2015 per l’Italicum”, strillano i pentastellati contro i vertici che ora minacciano di sfiduciare.
Tutto inizia a Palazzo Madama. In commissione Agricoltura del Senato è stato riconfermato il leghista Gianpaolo Vallardi, che ha affondato il pentastellato designato Pietro Lorefice. La votazione è finita 12 a 10 ma sulla carta il centrodestra aveva a disposizione solo dieci voti. Ciò significa che due voti della maggioranza sono andati al candidato leghista. Fonti di maggioranza parlano di “agguato autoprocurato dal Movimento”, ma nel segreto dell’urna non è dato saperlo. Altre fonti sostengono che abbiano giocato un ruolo determinante i tre senatori del gruppo Misto.
Di certo per tutto il giorno i parlamentari grillini con tanto di mail hanno lanciato segnali di scontento nei riguardi dei vertici e di chi ha gestito la trattativa.
Per esempio i deputati della commissione Finanze della Camera si sono rifiutano di votare il renziano Luigi Marattin al grido di “vogliamo almeno una commissione economica di Montecitorio”. A stretto giro sono stati rimossi.
Nella commissione Esteri i deputati grillini hanno espresso il loro “unanime dissenso” sull’accordo che prevede la cessione della presidenza. In commissione Giustizia alla Camera è stato eletto Cateno Vitiello di Italia Viva, ma la presidenza era destinata ai 5Stelle. Ecco il tranello. I grillini dando la presidenza della Giustizia a Italia Viva sono convinti di poter eleggere uno loro alle Finanze al posto di Marattin. Ma il partito renziano fiuta l’aria, Vitiello si dimette e dice ‘no’ ai giochetti.
Non va meglio nella commissione Giustizia del Senato. Qui doveva essere eletto Pietro Grasso di Leu e invece è stato confermato il leghista uscente Andrea Ostellari. Per questa ragione il ministro della Salute Roberto Speranza ha lasciato il Consiglio dei ministri in segno di protesta.
Anche in questo caso gli occhi della maggioranza sono puntati sui 5Stelle in preda ai mal di pancia. Sotto accusa sono finiti i vertici e c’è chi invoca le dimissioni di Vito Crimi e dei capigruppo: “Almeno con Di Maio queste cose non succedevano”.

(da “Huffingtonpost”)

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PROCESSO OPEN ARMS, OGGI VEDIAMO CHI VOTA PER L’IMPUNITA’ DI UN SEQUESTRATORE DI PERSONA RECIDIVO CHE NON HA NEANCHE LE PALLE DI AFFRONTARE UN PROCESSO

Luglio 29th, 2020 Riccardo Fucile

I 18 SENATORI RENZIANI DETERMINANTI, LE PROVE SONO SCHIACCIANTI

Una partita a poker. E’ quella che, raccontano fonti Dem con un pizzico di irritazione, stanno giocando i renziani in vista del voto al Senato che potrebbe mandare Matteo Salvini sotto processo per la vicenda Open Arms.
Bocche cucite tra i 18 senatori di Italia Viva, il sipario lo svelerà  direttamente Matteo Renzi parlando nell’emiciclo.
La posta in gioco però non è solo il destino giudiziario del leader leghista. Intorno si agitano altri e più ampi scenari che vanno dal risiko delle commissioni parlamentari (che, guarda caso, dopo tanti rinvii ha avuto una brusca accelerazione) alla corsa molto aperta per le Regionali di settembre.
In mezzo, il dossier scottante dell’immigrazione tra sbarchi in aumento, i decreti sicurezza che non si riescono a toccare, la maggioranza che sembra preda di un incantesimo paralizzante.
“Processare Salvini in un’estate come questa rischia di farne un martire — ammette più d’uno tra i giallorossi — Ma non andare in quella direzione tradirebbe troppi dei nostri princìpi”.
La partita, insomma, non è esattamente garantisti versus giustizialisti. Dentro c’è tattica politica purissima.
Lo dice con chiarezza anche Giuseppe Cucca, avvocato sardo con fama di leggere a fondo le carte, vicepresidente renziano della giunta Elezioni e Immunità  Parlamentari: “E’ una vicenda che va approfondita, diversa dalle altre. Non basta la mera enunciazione delle norme applicabili: se badiamo solo a quelle non ci sono dubbi, indurrebbero verso la concessione dell’autorizzazione a procedere. Ma qui c’è una valutazione politica diversa da quella sull’atto amministrativo. Sono sfumature, ma bisogna ragionarci”.
Per la cronaca, le “carte” che i senatori reziani stanno (ancora) valutando inchioderebbero Salvini. Le foto scattate a bordo e allegate al dossier mostrano lo stato in cui vivevano i naufraghi durante quelle lunghe e torbide giornate: in una si vede il capitano dell’imbarcazione allestire un tendone per proteggerli dal forte caldo. Sulla Open Arms c’erano solo due bagni per i passeggeri e l’equipaggio, e i minori furono fatti sbarcare solo dopo giorni, su ordine del Tribunale.
Assai debole anche la solita difesa avanzata dall’ex ministro, ovvero il mantra “agivo per conto e su indicazione del Governo”: la maggioranza giallo-verde di fatto già  non c’era più e Giuseppe Conte aveva scritto una mail in cui prendeva le distanze dall’operato del Viminale.
Inoltre, era già  in vigore il secondo “decreto sicurezza”, che sulla materia in questione dava “pieni poteri” al titolare dell’Interno.
E dunque, si deciderà  nella riunione di gruppo: stasera o più probabilmente domani mattina. Perchè, spiega Cucca “oggi si farà  tardi con le commissioni”.
Già : Italia Viva spinge forte per Luigi Marattin, alla guida della commissione Finanze o ancora meglio della Bilancio, oggi in quota Lega. Sul piatto ci sono anche Trasporti e Giustizia, ma il mosaico è complicato da comporre.
Ecco perchè soltanto all’alba dell’ennesima “notte dei lunghi coltelli” le posizioni in campo saranno più chiare. Anche se, mugugnano nel Pd ricordando sia il precedente strappo di Italia Viva in giunta sia il no di Patrizia Baffi sulla mozione congiunta del centrosinistra contro il governatore lombardo Attilio Fontana, bisognerà  fare attenzione ai bluff fino all’ultimo minuto
Quello che è certo è che i 18 renziani sono l’ago della bilancia. Senza di loro, raggiungere quota 160 – ovvero la maggioranza qualificata necessaria per l’autorizzazione a procedere contro un ministro – resterebbe una chimera.
E difatti l’opposizione è di umore teso, mentre Salvini ostenta rassegnazione di fronte all’appuntamento.
Il centrodestra ha serrato i ranghi e diffidato dall’assentarsi. Lega, Forza Italia e FdI sono 135. Con la mini-componente “Idea e Cambiamo” appena uscita dal gruppo azzurro — Gaetano Quagliariello, Paolo Romani e Massimo Berutti — salgono a 138. Nel Misto, oltre a Gialuigi Paragone, anche Saverio De Bonis è orientato a votare contro l’autorizzazione: “Non si può processare Salvini”.
Quindi, 140 a cui dovrebbero aggiungersi almeno due esponenti delle Autonomie Locali – gli altoastesini Meinhard Durnwalder e Dieter Steger — che più i 18 di Italia Viva raggiungerebbero il fatidico numero di 160 senatori.
Al netto di altri voti “salviniani”, nel Misto, da parte di chi oggi appare ancora indeciso.
Mentre Julia Unterberger, anche lei della SVP, il valdostano Albert Laniece e Gianclaudio Bressa voteranno sì. “E’una vicenda molto grave — spiega Bressa — Esistono convenzioni internazionali e trattati che in situazioni di emergenza impongono di salvare vite umane e raggiungere un porto sicuro. L’ipotesi di sequestro di persona a carico di Salvini è plausibile”.
E l’ex sottosegretario a Palazzo Chigi ha ben presenti i rischi che la Lega possa crescere nei sondaggi, visto il malumore di fronte all’attuale gestione degli sbarchi, ma non cambia posizione: “Sarebbe sbagliato conettere le azioni politiche di un governo con le regole e le norme della Costituzione. Non si può lasciare passare un atto contra legem”.
A decidere, poi saranno comunque i giudici. “Il nostro comportamento è sempre ispirato a un approccio garantista — dichiara Andrea Marcucci, capogruppo del Pd a Palazzo Madama — Studiamo le carte e decidiamo in base a quelle. L’aula non vota per mandare in carcere Salvini ma per garantirgli o meno un processo. Il Pd voterà  affinchè il leader della Lega possa dimostrare la sua innocenza nell’aula di un tribunale”.

(da “Huffingtonpost”)

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FRANCIA E SPAGNA, OLTRE MILLE NUOVI CONTAGI IN UN GIORNO, 700 ANCHE IN GERMANIA, NEGLI USA 1600 MORTI IN 24 ORE, QUASI MILLE MORTI IN BRASILE

Luglio 29th, 2020 Riccardo Fucile

ORA PORTATE DI PESO I NEGAZIONISTI NELLE CORSIE DI OSPEDALE E SIGILLATE LE PORTE

Sono 16.7 milioni i casi di contagio nel mondo, i morti, 660mila, Gli Stati Uniti e Brasile si confermano i più colpiti. Gli Usa hanno ormai superato i 150mila decessi, a causa di una brusca impennata nelle ultime 24 ore.
La Johns Hopkins University segnala almeno 4,3 milioni di casi, in aumento di circa 60 mila unità  nell’ultima giornata.
Anche in Brasile l’epidemia non dà  segni di rallentamento, ci casi sono quasi 2.5 milioni. Il ministero della Sanità  di Brasilia ha inoltre comunicato altri 921 decessi che portano il bilancio a 88.539.
Francia, quasi 1400 casi, 15 decessi
Impennata di casi in Francia che registra 1392 nuovi contagi, il bilancio più alto in oltre un mese. Secondo i dati diffusi dalle autorità  sanitarie francesi, nelle ultime 24 ore ci sono stati 15 decessi portando il totale a 30.238. L’aumento dei casi ha fatto salire l’indice Rt a 1,3. Nel Paese si sono registrati nelle ultime 24 ore 22 nuovi focolai. cifra che probabilmente alimenterà  i timori di una seconda ondata della malattia, nonostante i funzionari minimizzino questo scenario.
L’aumento ha portato il numero totale di casi confermati in Francia a 185.196. Le autorità  sanitarie hanno affermato che, sebbene diminuiscano i ricoverati nelle unità  di terapia intensiva, tutti gli indicatori del Covid 19 hanno mostrato “un aumento della circolazione virale”.
Il ministro della sanità  francese Olivier Veran ha esortato a non abbassare la guardia, ma ha affermato che “non si sta affrontando una seconda ondata”. La Francia, per numero di decessi nel mondo,   è al settimo posto.
Preoccupa la Spagna. Positivi anche 3 calciatori
Record di contagi dal 2 maggio. La Spagna torna a registrare più di 1.000 casi di coronavirus giornalieri: sono 1.153 in più rispetto al giorno precedente. Il totale delle infezioni sale così a 282.641, tra cui si contano 28.441 vittime. Tra i postivi, tre calciatori in altrettante squadre.
“A Hong Kong ospedali quasi al collasso”
Hong Kong è alle prese con un focolaio di coronavirus che potrebbe portare a un sovraccarico delle strutture ospedaliere e costare molto in termini di vite umane. Lo ha sottolineato la leader dell’ex colonia britannica, Carrie Lam, in un video in cui ha affermato che c’è stata una “ripresa” delle infezioni a livello locale, dopo il record di 145 contagi in un giorno registrato la scorsa settimana. L’ondata di nuovi casi “potrebbe portare a un collasso del nostro sistema ospedaliero e costare molto in termini di vite, soprattutto tra i più anziani”, ha dichiarato Lam.
Cina, casi di nuovo in aumento: 101 in 24 ore
Le autorità  sanitarie locali sono preoccupate per la situazione nello Xinjang, la regione più colpita al momento, che ha visto un aumento di 89 contagi su 101 generali. A inizio mese gli esperti della Commissione Nazionale per la Salute della Cina avevano assicurato che l’epidemia dello Xinjang avrebbe “rallentato nei giorni successivi”. Allora nella regione si registravano 17 nuovi contagi al giorno. Nella regione di Liaoning, nel nord-est della Cina, dove è scoppiato un focolaio legato a un impianto ittico nella città  di Dalian, si contano otto nuovi contagi, due in più rispetto a ieri. Altri tre casi ‘importati’ si registrano a Shanghai e Guangdong.
Oms, giovani potrebbero provocare nuovi picchi in Europa
L’aumento dei casi di coronavirus tra i giovani potrebbe provocare i nuovi picchi in Europa. Lo ha detto il direttore dell’ufficio regionale dell’Oms, Hans Kluge, in un’intervista a Bbc Radio 4 sottolineando la necessità  che le autorità  comunichino meglio con i ragazzi e li coinvolgano di più nella prevenzione. “Da padre di due figlie capisco che i giovani non vogliano perdersi l’estate”, ha detto il capo di Oms Europa “ma hanno una responsabilità  verso loro stessi, i loro genitori, i loro nonni e le loro comunità “.
Germania, oltre 680 casi in un giorno
In Germania sono stati registrati 684 nuovi casi di coronavirus nelle ultime 24 ore. Lo rende noto il Robert Koch Institute, l’agenzia incaricata dal governo di Berlino di monitorare l’andamento della pandemia nel Paese. Viene così aggiornato a 206.926 il totale dei contagi, mentre sale a 9.128 il numero delle persone che hanno perso la vita per complicanze legate all’infezione, sei in più rispetto a ieri.
Giappone, superati mille casi in 24 ore: è la prima volta
In Giappone, per la prima volta dallo scoppio della pandemia, sono stati confermati più di mille nuovi contagi di coronavirus in 24 ore. Gli ultimi dati forniti dal ministero della Sanità  giapponese parlando di 1.002 casi, 250 solo a Tokyo, come riferisce l’emittente televisiva Nhk. Record anche nelle prefetture di Aichi e Osaka, dove in un solo giorno sono stati confermati rispettivamente 159 e 221 nuovi casi. Sono quasi 34mila i casi totali confermati oltre mille le persone che hanno perso la vita per complicanze, riporta la Nhk.

(da agenzie)

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QUANTO GUADAGNA IL NORD CON I PAZIENTI CHE ARRIVANO DAL SUD

Luglio 29th, 2020 Riccardo Fucile

LA MOBILITA’ SANITARIA PORTA 1,4 MILIARDI DI EURO ALLE REGIONI DEL NORD… CHI CI GUADAGNA E CHI CI PERDE

Una delle argomentazioni che sono state usate da Giulio Gallera durante l’emergenza coronavirus per rispondere alle accuse sulla gestione dell’epidemia in Lombardia è stata “I cittadini della Campania stanno prenotando nei nostri ospedali per venire a farsi curare nonostante la campagna d’odio”.
Quello che non ha aggiunto Gallera è che non si tratta di generosità  lombarda che apre gli ospedali ai meridionali ma di un giro d’affari che grazie ai pazienti che arrivano dal Sud ogni anno porta alle regioni del Nord un incasso di 1,4 miliardi di euro, come spiegato oggi dal Messaggero:
Si chiama “mobilità  sanitaria interregionale”, ma al di là  della definizione burocratica racconta la storia dei viaggi della speranza, l’angoscia di tante persone che per curarsi sono costrette a viaggiare, anche per molte ore, per raggiungere alcune regioni del Nord, l’ospedale di Milano dove c’è il professionista affermato, quello di Bologna dove c’è il miglior reparto del Paese. Dove magari incontreranno specialisti di fama internazionale proveniente, come loro dal meridione di Italia, che hanno dovuto lasciare la loro terra per lavorare. Nel sistema sanitario, la Regione Y paga la Regione X se un cittadino della prima va a curarsi in un ospedale della seconda.
Ecco, l’altra faccia della medaglia: vi sono alcuni servizi sanitari regionali che guadagnano in questa storia, a partire dalla Lombardia, con un effetto perverso. Negli ultimi due decenni la spesa per investimenti sanitari è stata concentrata soprattutto in Settentrione. In particolare alle regioni del Sud è andato un terzo di quello finito nel Nord. Secondo una ricerca pubblicata sul sito di Eticaeconomia, dei 47 miliardi totali stanziati, 27,4 sono stati investiti nelle regioni del Nord, 11,5 in quelle del Centro e 10,5 nel Mezzogiorno
Cinque regioni del Centro-Sud perdono in questa partita 1,4 miliardi. Il saldo è negativo per 210 milioni di euro per la Puglia, 236,9 per la Sicilia, 281,1 per la Calabria, 318 per la Campania e 239,4 per il Lazio. Va detto che la Regione Lazio, su questi dati, precisa sempre che comunque nel saldo mancano alcune strutture religiose convenzionate come il Bambino Gesù e dunque il conto finale è differente e più favorevole. Ciò che resta è la sproporzione tra Nord e Sud.

(da agenzie)

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