Settembre 18th, 2020 Riccardo Fucile
INTERVISTA A SIMONE BALDELLI (FORZA ITALIA): “LA SPINTA DEL NO E’ FORTE ANCHE NEL CENTRODESTRA”
“Diamo una sberla ai professionisti dell’anti-politica”. Intervista al forzista Simone Baldelli
“Diamo una sberla ai professionisti dell’anti-politica che sono il vero spreco di questo Paese”. Simone Baldelli, deputato forzista, è tra i promotori del Comitato trasversale per il No al referendum che da mesi martella contro il ‘”progetto eversivo di Grillo e Casaleggio che vuole sfasciare la democrazia rappresentativa”. Nonostante la partita sia in salita, Baldelli non demorde: un video lo immortala mentre fa kitesurfing sotto il titolo “Il vento è cambiato”
Siamo all’ultimo giorni di campagna referendaria. Il vento è davvero cambiato?
Fino a qualche tempo fa i sondaggi ci davano in crescita ma perdenti. Adesso il “sentiment” è che tutti quelli che sento dicono che tutti quelli che sentono gli dicono che tutti quelli che sentono votano No…
Dipenderà anche dall’affluenza ai seggi. Aspettative?
Chi coglie le ragioni del No è già motivato ad andare a votare. Questo è un Paese in cui l’anti-politica ha una carica virale molto importante, ma gli anticorpi democratici diffusi tra gli elettori di ogni schieramento – Cinquestelle compresi – sono solidi.
A destra, però, i leader politici si sono tenuti alla larga dal “sentiment” che lei citava. Almeno Silvio Berlusconi ha lasciato libertà di coscienza. Matteo Salvini e Giorgia Meloni potevano osare di più?
Nonostante le recenti vicissitudini di salute, Berlusconi ha saputo intuire la presenza di questi anticorpi e la necessità di contrastare l’anti-politica grillina interpretata da Luigi Di Maio, che è dannosa quando governa e ancora di più quando mette le mani sulla Costituzione. Io credo che il No che proverrà dagli elettori e dalla classe dirigente di centrodestra abbia diritto di essere rappresentato, e anche gridato. Contro i pifferai di M5S che pensano di fare cassa elettorale a scapito della Costituzione. Meglio il presidenzialismo domani di questo pasticcio oggi.
Se vincesse il Sì, sarebbe una vittoria solo dei Cinquestelle o anche del governo?
Se vincesse il Sì sarebbe una vittoria dei professionisti dell’anti-politica come Di Maio. Questo è il patto su cui lui ha costruito il governo e si è portato dietro il Pd. Ha dettato lui le condizioni. Il premier Giuseppe Conte non c’entra. Ma se vincesse il No, Di Maio potrebbe rimanere alla Farnesina come se nulla fosse, dopo aver fatto campagna in tv per due mesi, per di più sfuggendo ogni confronto con gli avversari?
Meno di due giorni al voto. Ultimo appello agli elettori?
Lo faccio a quelli di destra, di sinistra e anche Cinquestelle. Non è un referendum sui partiti, ma contro l’anti-politica che sulla carta viene considerata dominante. In Parlamento ha prevalso una assai poco coraggiosa disciplina di partito col 97%. Domenica vedremo se nel Paese il No ha una rappresentanza superiore o, come credo io, è addirittura in maggioranza. Sarebbe una sberla ai professionisti dell’anti-politica che sono il vero sperpero dell’Italia. Non voglio trovarmi la settimana prossima con questi signori che festeggiano l’abolizione della nostra democrazia dal balcone di Palazzo Chigi.
Qual è il rischio peggiore che vede?
E’ il progetto eversivo di Grillo e Casaleggio: vogliono mandare la democrazia rappresentativa a sfasciarsi contro il muro. Pezzetto dopo pezzetto puntano a disarticolare il Parlamento. Non a caso, il taglio dei parlamentari è arrivato in aula in sordina, due settimane dopo il referendum propositivo che avrebbe espropriato il ruolo delle Camere
Voi del Comitato per il No siete stati i pionieri della campagna di stampa sul tema. Qual è la cosa che l’ha colpita di più?
La valanga di hashtag #iovotoNo che dilaga sui social. C’è un certo Roberto che fa cinquanta tweet ogni giorno, ed è disoccupato. Non è certo la casta a preoccuparsi delle conseguenze del taglio dei parlamentari.
La grande maggioranza di simpatizzanti, militanti e dirigenti under 40 del Pd è per il No. A destra ha registrato la stessa tendenza?
Sì, anche nel popolo del centrodestra e in Forza Italia la spinta per il No è fortissima. È una spinta a cui io voglio dare voce. E anche tra i ragazzi c’è molta consapevolezza. Di recente ho incontrato una diciottenne romana che domenica voterà per la prima volta. E voterà No. Perchè, mi ha detto, vuole essere rappresentata meglio e non meno. Ecco, credo che nei giovani gli anticorpi democratici per fortuna siano davvero forti.
(da Huffingtonpost”)
argomento: Referendum | Commenta »
Settembre 18th, 2020 Riccardo Fucile
MARETTA TRA DIBBA E I BIG DEL M5S
C’è maretta tra Alessandro Di Battista e i big M5S? Alessandro Trocino sul Corriere racconta cosa è successo quando Dibba ha endorsato, a spese di Emliano, la candidata dei 5 Stelle Antonella Laricchia:
Per capire l’aria che tira nel Movimento basta dare un’occhiata a quel che accade alla chat interna alle 19.30, quando Alessandro Di Battista pubblica un post che non solo rinnova l’appuntamento di oggi – il suo clamoroso ritorno sul palco per sostenere la candidata pugliese Antonella Laricchia –, ma ne approfitta anche per sottolineare che due su tre dei candidati «impresentabili», secondo la commissione Antimafia, sono nelle liste del dem Michele Emiliano.
È a quel punto che esplode la rabbia non solo di esponenti energici come Paola Taverna, ma anche di un moderato come Vito Crimi, che da mesi prova a gestire da reggente iperscaduto un Movimento incontrollabile. In molti accusano Di Battista di non aver detto una parola contro Raffaele Fitto e puntano il dito contro di lui: «Così fai cadere il governo e metti a rischio tutti noi».
Di Battista si inserisce nella guerriglia interna ai 5 Stelle dove la fronda che mal sopporta l’alleanza con il Pd e non vede l’ora che alle regionali vada tutto male per poter rovesciare il tavolo dove siedono Di Maio, Conte e Grillo.
(da “NextQuotidiano”)
argomento: elezioni | Commenta »
Settembre 18th, 2020 Riccardo Fucile
SANTINI SBAGLIATI, GAFFE, VOTO DISGIUNTO, ROSSETTI E SALUTI ROMANI… BESTIARIO DEI CANDIDATI REGIONALI PIU’ IMPROBABILI
Chi dice “votate me, ma non troppo” e indica il candidato presidente dell’altra coalizione, chi fa il
saluto fascista via social e poi si dichiara anche omofobo, l’aspirante sindaco secondo il quale una donna senza rossetto dovrebbe rimanere chiusa in casa.
Ha regalato un po’ di tutto questa campagna elettorale che tra amministrative e regionali adesso volge al termine. Gaffe, personaggi che talvolta farebbero rabbrividire anche il noto Cetto La Qualunque, interpreto magistralmente da Antonio Albanese. Ma “Qualunquemente” è un film, che strappa risate amare, adesso andiamo alla realtà .
A Fondi, vicino Roma, un candidato alle elezioni amministrative è stato fotografato con il braccio destro teso tra immagini del duce e fasci littori.
L’immagine ha fatto il giro dei social. Christian D’Adamo, 32 anni, di professione pizzaiolo, come riporta La Stampa, proprio sui suoi social, si definisce omofobo, anticomunista e antisemita. Oltre che, fascio-laziale. Adesso corre per diventare consigliere comunale di Fondi con la lista civica “Giulio Mastrobattista sindaco”, una delle tre liste che appoggiano la candidatura dell’avvocato Mastrobattista, di Fratelli d’Italia. Come è ovvio tutto questo che scatenato l’ira della locale sezione dell’Associazione nazionale partigiani.
Andando verso la Puglia, a Corato, in provincia di Bari, il candidato sindaco di centrodestra ed ex senatore Gino Perrone nel corso di un comizio in piazza, parlando del degrado nel cimitero della cittadina, ha esordito così: “Si tratta del biglietto dai visita della città ”. E fin qui tutto bene, salvo poi aggiungere: “Se una donna è bella per sua natura, ma non si mette almeno un po’ di rossetto per addobbarla, dove va?”.
Un po’ ovunque ci deve essere stato uno scambio di persona. Per caso o di proposito. Per esempio, Ciro Attanasio, candidato al consiglio regionale in Campania, con il simbolo +Europa, con De Luca presidente, ha invece stampato in un primo momento i santini con scritto “Con Caldoro presidente”. Errore, forse involontario, ma pur sempre da matita blu.
Certamente c’è strategia dietro al voto disgiunto che propongono i tanti candidati del Pd in Veneto. Prima il caso che ha coinvolto il coordinatore del Pd di Nove Cartigliano in provincia di Vicenza, Gilberto Lorenzin, che in una lettura spedita ai militanti dem ha ricordato la possibilità di fare il voto disgiunto, barrando sia il nome della candidata dem Chiara Luisetto sia quello del governatore Luca Zaia.
Ora spunta un video, che sta girando nelle chat in cui il padovano Stefano Artuso, già coordinatore del circolo del Pd di Rubano e candidato consigliere con i dem, invita anche lui a votare Luca Zaia pur di avere un voto.
In Toscana succede dell’incredibile. Un tweet del leader nazionale di Forza Nuova Roberto Fiore recita così: “Giusta la denuncia del candidato Nicola Sisi e di Forza Nuova Siena: bambini e genitori, obbligati alla mascherina, vengono ammassati all’ingresso della scuola”.
Sisi è candidato nel collegio di Siena di Toscana Civica, la lista civica che sostiene la leghista Susanna Ceccardi governatrice. E quindi ecco il senatore Pd Dario Parrini che parlando proprio del candidato senese di Toscana Civica dice così: “Ho dovuto ricredermi nel momento in cui ho scoperto che tra i candidati delle liste a suo sostegno di Ceccardi c’è un militante di Forza Nuova,
Nicola Sisi, che esibisce slogan fascisti, diffonde odio per chi raccomanda l’uso della mascherina, vuole l’Italia fuori dall’Europa e dall’euro e a pochi giorni dal voto riceve grandi elogi da Roberto Fiore, già terrorista nero condannato in via definitiva per banda armata e leader nazionale di Forza Nuova. Da rabbrividire. C’è un limite a tutto: presenterò entro oggi un’interrogazione parlamentare”.
Ha già fatto abbondantemente discutere l’aggressione subita ad opera di “un uomo di colore, alto circa un metro e ottanta” a un candidato della Lega al consiglio comunale di Valenza. Aggressione che aveva fatto indignare tutti scatenando la solidarietà bipartisan. Ma quella aggressione, hanno scoperto i carabinieri, non è mai avvenuta e Lele Rachiele, 19 anni, candidato leghista a Valenza, è stato denunciato per simulazione di reato.
Poi si arriva a Padova, dove il sindaco Sergio Giordani, che si sta spendendo per il Arturo Lorenzoni, suo ex vice, utilizza quasi un equazione matematica per spiegare come va il mondo: “Senza criminali i poliziotti perderebbero il lavoro”.
(da “Huffingtonpost”)
argomento: denuncia | Commenta »