Dicembre 13th, 2020 Riccardo Fucile
NON GLI E’ BASTATO AVER SEPPELLITO 250.000 AMERICANI CON IL SUO NEGAZIONISMO
Donald Trump sulla tribuna dello stadio dell’Accademia di West Point che assiste a una partita di football senza indossare quella mascherina che invece indossano le decine di cadetti che lo circondano.
Le immagini parlano chiaro e sui social scatta l’indignazione di molti americani verso il presidente uscente, accusandolo di dare un pessimo esempio.
Soprattutto dopo aver avuto il Covid e considerando come ogni giorno sia circondato da persone che sono state contagiate in quella Casa Bianca divenuta nelle scorse settimane un vero e proprio focolaio.
“Indossa la mascherina e smetti di mettere i nostri giovani militari a rischio. E’ un comportamento orribile da parte di un presidente”, si legge su un tweet postato in diretta mentre giocavano le squadre dell’Esercito contro quella della Marina militare.
Altri hanno invitato i cadetti ad allontanarsi da Trump, descritto in altri tweet come “l’unica persona in tutto lo stadio a non indossare la mascherina”.
(da agenzie)
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Dicembre 13th, 2020 Riccardo Fucile
LA LEADER DI FDI NON APPREZZA LA SVOLTA ISTITUZIONALE DEL LEGHISTA… LITE TRA COMARI SU COSA CONVIENE DI PIU’ AL PROPRIO INTERESSE PARTITICO, NON CERTO AGLI ITALIANI
“Sono abbastanza stupita. È un momento troppo grave per potersi permettere tatticismi esasperati o fughe in avanti. Serve grande responsabilità , da parte di tutti”. Così Giorgia Meloni, leader di FdI, in una intervista al Corriere della Sera che afferma: “se nasce un nuovo governo oggi dura tre anni, altro che ponte” e aggiunge, “Siccome non credo che in questa legislatura si possa immaginare un governo senza Pd, Cinque Stelle o Renzi, penso che non abbia molto senso nemmeno parlarne”.
“Trovo un po’ anomalo – spiega – che – nello stesso giorno in cui noi leader del centrodestra ci sediamo a un tavolo per coordinare le posizioni – senza avvertirci, prima si facciano aperture a un governo nel quale si prende in considerazione l’ipotesi di siglare un nuovo patto con Pd o M5S con l’obiettivo di far fuori Conte per siglare un nuovo patto tra Pd e M5S, e contemporaneamente si annunci un colloquio con lo stesso Conte”. Secondo Meloni, “per la coalizione è stato un passo indietro. Proprio nel momento in cui il centrodestra mostra compattezza sul Mes, supera divisioni interne, si presenta compatta per ottenere ascolto e risultati su proprie proposte nella lotta contro il Coronavirus, perchè aprire a un colloquio in solitaria con Conte, facendo il gioco della maggioranza, che ha come unica intenzione quella di dividerci? È da mesi che tentano di farlo e finora non siamo mai caduti nella trappola”.
“Mi interessa – sottolinea – capire se davvero Salvini considera possibile in questa legislatura tornare con i Cinque Stelle o fare un governo con il Pd o se come me ha un unico orizzonte possibile: andare al voto con il centrodestra. Questa è l’unica cosa che importa e sulla quale conto che spazzeremo via gli equivoci”.
Quindi, “chiederò magari già domani a Matteo, quando ci vedremo per presentare le proposte unitarie del centrodestra sulla legge di Bilancio, cosa intendesse. E confido che ci chiariremo, come sempre”.
(da agenzie)
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Dicembre 13th, 2020 Riccardo Fucile
IL LOCKDOWN LEGGERO NON HA FUNZIONATO, LA MERKEL DISPONE LA SERRATA DAL 16 DICEMBRE AL 10 GENNAIO
La Germania vara la stretta di Natale: tra mercoledì prossimo, 16 dicembre, e il 10 gennaio scatta la serrata di tutti i negozi e i servizi non essenziali, la chiusura delle scuole o comunque l’obbligo di lezioni a distanza.
Restano aperti solo alimentari, farmacie e banche. I viaggi vengono “sconsigliati”, l’home office “consigliato”, le cerimonie religiose e le messe sottoposte a severi limiti.
Lo ha annunciato Angela Merkel al termine della breve riunione con i land, durante una conferenza stampa con il ministro delle Finanze Olaf Scholz, e i governatori di Berlino e della Baviera, Michael Mueller e Markus Soeder. “Abbiamo bisogno di agire con urgenza”, ha sottolineato la cancelliera, aggiungendo che “l’obiettivo è tornare a 50 contagi ogni 100mila abitanti”.
I contatti personali restano limitati a cinque persone e due nuclei di conviventi, ma a Natale il governo consentirà di allargare gli incontri ad altre 4 persone, rigorosamente tra i contatti più stretti. Ed è una regola che non varrà per Capodanno, anzi. Merkel annuncia il divieto della vendita di fuochi d’artificio e il divieto di assembramento.
E per evitare il “Gluehwein-Hopping”, il fatto che molte persone si incontrino davanti ai baracchini di vin brulè, viene introdotto un divieto di vendita di alcolici. Nelle case di riposo e di cura verranno aumentati i tamponi.
Il ministero delle Finanze Scholz ha annunciato nuovi, generosi aiuti per l’economia che possono arrivare al 90% del fatturato. Il suo collega dell’Economia, Peter Altmaier, ha confermato in un comunicato che il tetto agli aiuti alle imprese e agli autonomi “viene notevolmente ampliato da 200mila a 500mila euro al mese”.
Il “frangiflutti” è fallito, il “lockdown leggero” tentato dalla Germania lo scorso 2 novembre non ha funzionato: le misure prese allora “non sono bastate”, ha sottolineato la cancelliera, che aveva sempre insistito per misure più dure, scontrandosi a lungo con il muro di alcuni governatori.
Dal 2 novembre i contagi quotidiani non sono quasi mai scesi sotto quota 20mila e i morti sono lentamente ma inesorabilmente aumentati oltre quota 500 ogni 24 ore.
Merkel ha detto di temere un sovraccarico del sistema sanitario, il governatore della Baviera Markus Soeder ha dichiarato addirittura che “Bergamo non è lontana”. Le immagini dei camion dell’esercito con le bare dei morti hanno profondamente spaventato e commosso la Germania, durante la prima ondata.
Stavolta il dibattito tra Angela Merkel e i governatori è durato appena un’ora ed è stato preceduto dagli annunci di alcuni primi ministri dei land che hanno deciso autonomamente misure più restrittive ancora prima dell’accordo federale. E quando un giornalista ha sottolineato che la cancelliera avesse avuto ragione sin dall’inizio, Merkel si è limitata a dire che “non è il giorno per guardare indietro e chiederci ‘cosa sarebbe successo se’, è il giorno di fare ciò che è necessario”.
(da agenzie)
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Dicembre 13th, 2020 Riccardo Fucile
IL FATTO DI AVERE PIU’ POSTI IN TERAPIA INTENSIVA HA FATTO ABBASSARE LA GUARDIA
Il professor Andrea Crisanti lo aveva previsto e lo scenario si è puntualmente verificato. Il Veneto, da regione virtuosa, è diventata maglia nera nella classifica quotidiana dei contagi: “Oggi in Veneto ci sono 5mila casi su 20mila casi di contagio in tutta Italia.
Il Veneto è responsabile per un quarto di tutte le trasmissioni in Italia. Penso che questo sia un effetto paradosso della zona gialla”.
Poi il professore spiega: “Uno dei parametri che permettono alle regioni di stare in zona gialla è la capacità di risposta del sistema sanitario, che tra le altre cose si misura con i posti in rianimazione. Questo crea un effetto perverso perchè le regioni che hanno più posti in terapia intensiva e in rianimazione permettono al virus di trasmettersi di più perchè non attuano le misure restrittive tipiche delle zone arancioni o rosse. E questo è puntualmente accaduto in Veneto”.
Insomma, si abbassa la guardia avendo a disposizione un numero maggiore di posti: “La zona gialla, abbinata alle misure di prevenzione che vengono adottate oggi in Veneto, non funziona. Questo è dovuto sia all’utilizzo dei test rapidi — che hanno sensibilità bassa — e poi perchè manca la visione della comprensione del contagio e di come si interrompono le catene di trasmissione sul territorio. Penso che sia stata gestita a livello di apprendisti stregoni questa cosa”.
Interrogato sulla necessità di un passaggio del Veneto in zona arancione o rossa, Crisanti non ha dubbi: “Se la Lombardia con meno casi è diventata zona rossa non capisco come mai il Veneto sia ancora zona gialla”.
(da agenzie)
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Dicembre 13th, 2020 Riccardo Fucile
DALLE 548 PAGINE DELLA SENTENZA DEL PROCESSO “GEENNA” EMERGE UN QUADRO DESOLANTE
Sono stati eletti “con il sostegno della ‘ndrangheta” due fra gli ultimi presidenti della Regione autonoma Valle d’Aosta, mentre un altro governatore ha chiesto l’aiuto della locale “ma non lo ha ottenuto”.
A metterlo nero su bianco è il tribunale di Aosta. Lo fa nelle 548 pagine della sentenza del processo ‘Geenna’, con cui tre mesi fa ha emesso le sue prime condanne per associazione mafiosa: 10 anni di carcere per concorso esterno all’ex consigliere regionale Marco Sorbara e all’ex consigliere comunale di Saint-Pierre Monica Carcea, 11 anni all’ex consigliere comunale di Aosta Nicola Prettico e al dipendente del Casinò di Saint-Vincent Alessandro Giachino, 13 anni al ristoratore Antonio Raso, considerato uno dei vertici della locale di Aosta.
L’inchiesta dei carabinieri del Nucleo investigativo-Reparto operativo di Aosta, del Ros e della Dda di Torino è poi sfociata in un’altra indagine, ‘Egomnia’, al momento non ancora chiusa, sul presunto condizionamento delle elezioni regionali valdostane del 2018 da parte della ‘ndrangheta.
E’ “significativo, ai fini della prova dell’importanza che la ‘ndrangheta valdostana aveva assunto nella politica locale, che ben tre presidenti della Regione autonoma Valle d’Aosta, succedutisi nel tempo, si siano rivolti al sodalizio criminale per ricercarne il sostegno elettorale”, scrive il collegio presieduto dal giudice Eugenio Gramola.
“Si ricordi infatti che Laurent Vièrin – rimarcano i giudici – era all’epoca delle elezioni regionali” del 2018 “il presidente della Regione in carica, Pierluigi Marquis lo era stato dal 10 marzo 2017 all’11 ottobre 2017 e Renzo Testolin lo sarebbe stato a breve, ossia dal 16 dicembre 2019” al 21 ottobre scorso.
Secondo il tribunale di Aosta “l’importanza assunta dal sodalizio criminoso è poi attestata dall’interessamento dei vertici della politica valdostana verso i fratelli Di Donato”, entrambi condannati lo scorso luglio dal gup di Torino nel processo parallelo con rito abbreviato, “chiaramente percepiti come soggetti potenzialmente in grado di condizionare le preferenze elettorali degli elettori valdostani di origine calabrese, residenti in Aosta e nelle immediate vicinanze.
Eloquenti al riguardo appaiono le lamentele di Laurent Vièrin per l’assenza di Roberto Di Donato al pranzo elettorale presso il ristorante La Grotta azzurra; l’interessamento di Pierluigi Marquis per lo stesso Di Donato, clamorosamente rifiutato da quest’ultimo, a riprova dell’importanza assunta dallo stesso Di Donato nel condizionamento delle preferenze elettorali; l’atteggiamento affettuoso e riconoscente di Renzo Testolin verso Alessandro Giachino (addirittura proseguito durante la detenzione di quest’ultimo); l’assoluta dipendenza di Marco Sorbara da Antonio Raso; il continuo sostegno elettorale del sodalizio e di Giachino in particolare verso Luca Bianchi”, consigliere regionale della passata legislatura.
Inoltre il tribunale di Aosta ha trasmesso alla Dda di Torino gli atti relativi alla sentenza nei confronti di Renzo Testolin, consigliere regionale dell’Union valdotaine ed ex presidente della Regione, Laurent Vièrin, ex presidente della Regione, e Luca Bianchi, ex consigliere regionale, perchè si indaghi su alcuni indizi che potrebbero far ipotizzare il reato di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso. Inoltre i giudici hanno trasmesso anche gli atti alla procura di Aosta per valutare il reato di falsa testimonianza a carico di alcune persone sentite nel corso del processo (tra le quali il dirigente della Casinò de la Vallèe spa, Valter Romeo).
(da agenzie)
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Dicembre 13th, 2020 Riccardo Fucile
DICHIARAZIONI NEGAZIONISTE E FASULLE, MA I MEDIA ITALIANI L’HANNO OSPITATA PIU’ VOLTE
“Dati controllati male, il covid un’infezione opportunistica. Il coronavirus probabilmente è arrivato in Italia a metà dell’anno scorso”.
Tornano alla ribalta parole di Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di Microbiologia clinica, a margine di un convegno organizzato a luglio a Berlino.
Un articolo di Repubblica ha acceso i riflettori sulle dichiarazioni, rilasciate a margine di un evento organizzato dall’Afd, partito di estrema destra, al Bundestag.
Il video dell’intervista, realizzata dal giornalista Billy Six in inglese e diffuso online dal reporter con sottotitoli in tedesco, è ancora presente su YouTube.
Sulla pagina Facebook di Six è reperibile il post relativo al convegno a cui l’Afd ha invitato “9 specialisti e decine di rappresentanti di politica e società per discutere apertamente della realtà del coronavirus per la prima volta”.
“Qual era la vera situazione in Italia a marzo e ad aprile?”, chiede Six nell’intervista video. “Confusione, con così tanti dati e con dati falsi. Ogni giorno il governo e il ministero della Salute hanno pubblicato dati su positivi e morti, ma non siamo sicuri che siano dati controllati. La confusione principale riguardava persone morte con covid o per covid. Solo al termine di questo periodo il ministero della Salute ha chiarito la situazione, solo 10… o poco più… pazienti sono morti per covid. Altri sono morti infettati dal covid ma con altre gravi patologie. Possiamo definire il covid un’infezione opportunistica, non la primaria”, risponde Gismondo, che nel corso della conversazione fa riferimento anche ai risultati di alcuni test sulle acque reflue che collocherebbero “il coronavirus in Italia probabilmente a metà dello scorso anno”.
Six si sofferma sulle immagini dei camion che trasportavano le salme a Bergamo. “C’erano morti o no nei camion?”, la domanda.
“Non posso dire niente, ero nel mio laboratorio. Ho visto le immagini in tv. Penso che non sia stata una scelta giusta mandare in onda queste immagini che hanno creato un impatto negativo a livello psicologico, la gente è andata nel panico e in confusione. Il governo deve dare sicurezza e tranquillizzare le persone”.
L’intervista dura quasi 14 minuti e Six torna sulle immagini dei camion di Bergamo. “Possiamo fidarci dei numeri del governo italiano, possiamo fidarci delle immagini dagli ospedali di Bergamo?” “Non ho idea, so che i governi a livello internazionale preferiscono alimentare il panico”. Senza giustificazioni scientifiche? “Sì”.
La domanda è: i media italiani, che l’hanno ospitata periodicamente nei talk e sui giornali, sapevano dell’incontro tra Maria Rita Gismondo e l’estrema destra tedesca di AfD nel mese di luglio?
AfD, infatti, ha più volte fatto il paio con i movimenti no mask e no vax tedeschi e internazionali, è intervenuta contro le misure intraprese dal governo di Angela Merkel per contrastare la pandemia, in generale il partito si è reso protagonista della diffusione incontrollata di materiale sui social network che può essere definito negazionista. Per farlo, in molti casi, si è servita anche del giornalista Billy Six che, su YouTube, ha un canale molto seguito dal quale ha provato a fare «controinformazione» (ma sarebbe meglio chiamarla disinformazione) sulle tematiche relative al coronavirus.
L’immagine del nostro Paese in Germania è passato anche attraverso questa intervista della Gismondo. Che, nel frattempo, continua a essere tra gli opinionisti scelti anche dai media italiani per commentare la diffusione della pandemia.
(da agenzie)
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