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LE CARCERI ITALIANE? SONO UN MERCATO: ENTRA (ED ESCE) DI TUTTO, MA NORDIO DEVE PENSARE A CRITICARE IL PADRE DELLA SALIS

Febbraio 15th, 2024 Riccardo Fucile

A CATANZARO 26 PERSONE, TRA CUI L’EX DIRETTRICE DEL PENITENZIARIO ANGELA PARAVATI, SONO STATE ARRESTATE PER AVER FATTO ENTRARE DROGA E CELLULARI NEL CARCERE DEL CAPOLUOGO – IN TOTALE GLI INDAGATI SONO 38, SETTE AGENTI SONO STATI SOSPESI – PARAVATI È ACCUSATA DI AVER FAVORITO L’EVASIONE DAL CARCERE DI UN DETENUTO

C’é anche l’ex direttrice del carcere di Catanzaro, Angela Paravati, 59 anni, tra le 26 persone arrestate dai carabinieri e dalla polizia penitenziaria nell’ambito dell’inchiesta sui presunti illeciti nella gestione della struttura detentiva. Insieme all’ex direttrice sono stati arrestati Simona Poli, di 46 anni, e Franco Cerminara, di 57, rispettivamente, comandante ed assistente capo della polizia penitenziaria. L’ex direttrice é accusata, tra l’altro, di avere favorito, nel marzo del 2022, in concorso con Simona Poli e Cerminara, l’evasione di un detenuto. Per Angela Paravati è stata disposta la custodia cautelare in carcere.
All’ex direttrice Paravati, in particolare, vengono contestati i reati di concorso esterno in associazione per delinquere, falso, evasione, falsità ideologica e corruzione. In particolare, secondo l’accusa, Tra l’altro, Angela Paravati, su richiesta della comandante della polizia penitenziaria Simona Poli, avrebbe autorizzato l’assistente capo Cerminara ad accompagnare un detenuto, Vincenzo Trimarchi, ammesso al lavoro esterno, a visionare un appartamento di suo interesse senza alcuna autorizzazione da parte del giudice di sorveglianza. Trimarchi, comunque, dopo avere visionato l’appartamento in questione, rientrò nel carcere ed é tuttora detenuto.
Paravati e Poli, inoltre, avrebbero omesso di segnalare sul portale del Dap una protesta messa in atto da alcuni detenuti e, in un’altra occasione, avrebbero tardato ad inserire nello stesso portale il rifiuto da parte di alcuni detenuti di rientrare nelle loro celle.
L’accusa di corruzione a Paravati è contestata in concorso con Emanuela Elia, di 48 anni, assistente capo del corpo di polizia penitenziaria in servizio nel Nucleo investigativo regionale della Calabria, che nell’inchiesta é solo indagata. Angela Paravati, sempre secondo l’accusa, avrebbe agevolato il trasferimento di Emanuela Elia al Tribunale di sorveglianza di Catanzaro in cambio di un soggiorno per sé e la sua famiglia in un albergo di Pizzo. Complessivamente, le persone indagate nell’inchiesta sono 76.
(da agenzie)

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UN DEPUTATO PD A BIGNAMI (FDI): “MEGLIO SE TI VESTI DA NAZISTA CHE DA COGLIONE QUALE SEI”

Febbraio 15th, 2024 Riccardo Fucile

LA FULMINANTE BATTUTA IN SEGUITO ALLE FALSE ACCUSE DI UNA DEPUTATA FDI A CONTE E SPERANZA SULLA GESTIONE DEL COVID

Accade tutto all’improvviso durante una pausa dei lavori. Il parlamentare si alza, scende le scale dell’emiciclo, si avvicina ai banchi del governo e ‘punta’ il sottosegretario alle Infrastrutture Galeazzo Bignami, passato alle cronache per essersi vestito da nazista in un Carnevale di diversi anni fa. Lo guarda e gli urla: “Meglio che ti vesti da nazista che da coglione come sei…”.
L’episodio, raccontato dall’Ansa, è avvenuto martedì sera alla Camera durante l’infuriata discussione sulla discussione della commissione d’inchiesta sul Covid.
Nel mezzo di un dibattito accalorato, arriva il momento del discorso conclusivo di Alice Buonguerrieri e la polemica diventa scontri, quasi fisico.
La parlamentare, l’ultima ad intervenire prima del voto finale del provvedimento, che passa con 132 sì, 86 no e un astenuto diventando legge, attacca direttamente Giuseppe Conte e Roberto Speranza definendoli “il peggior presidente del Consiglio e il peggior ministro della Salute della storia”.
Quindi dichiara, tra i cori di “vergogna-vergogna” che si alzano dai banchi del centrosinistra, che i due sono stati “condannati”. Ed è a questa affermazione che alcuni deputati, urlando, si scagliano nell’emiciclo scatenando una tale confusione che alla fine il presidente di turno Fabio Rampelli è costretto a sospendere la seduta per diversi minuti.
In questo frangente avviene l’episodio che vede protagonista il deputato dem e il sottosegretario Bignami. Durante lo stop, fonti Pd raccontano anche che lo stesso Rampelli sia sceso dallo scranno della presidenza per affrontare faccia a faccia Speranza e Conte, che cercavano di difendersi dalle accuse false di Buonguerrieri.
(da agenzie)

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AVVISATE LA MELONA DI TENERE SOTTO OSSERVAZIONE LO STATO NEUROLOGICO DI SALVINI: SE ALLE EUROPEE DEL 9 GIUGNO LA LEGA, COME RILEVANO I SONDAGGI, CROLLASSE AL 7% IL “CAPITONE” POTREBBE TENTARE UN PAPEETE-BIS: UN SALVATAGGIO DISPERATO DELLA SUA LEADERSHIP TOGLIENDO LA FIDUCIA AL GOVERNO DUCIONI

Febbraio 15th, 2024 Riccardo Fucile

UN FILM GIÀ VISTO QUANDO SALVINI, ANGOSCIATO DAL SORPASSO DI FDI, IN DUPLEX CON BERLUSCONI-RONZULLI, FECE SALTARE IL GOVERNO DRAGHI E TRASCINÒ IL PAESE ALLE URNE…LE TRAME DEL “CAPITONE” CON RENZI

Visto che il tempo è denaro e la vita è breve, non staremo a tediarvi con l’ennesima lista di questioni su cui Giorgia Meloni e Matteo Salvini litigano e si sfanculano, ogni giorno che Dio manda in terra.
L’ultimo pretesto per scazzottare è la possibilità di concedere il terzo mandato agli amministratori locali. Il tema sta particolarmente a cuore a Salvini, che ha come obiettivo quello di tenerlo lontano dalla leadership del Carroccio, blindando Luca Zaia alla guida del Veneto per altri cinque anni.
Fratelli d’Italia, che invece il Veneto vuole papparselo assecondando i nuovi rapporti di forza all’interno della coalizione con la canditatura del bellunese Luca De Carlo, attuale coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, non ha nessuna voglia di accontentare le richieste del Carroccio. E dopo aver perduto la doviziosa Lombardia, per la Lega la conquista meloniana del Veneto sarebbe la fine.
Tra un no e un vaffa, si è arrivati all’ultima minaccia di Salvini. Alza l’asticella il suo braccio destro al ministero dei Trasporti, Edoardo Rixi: “Noi portiamo avanti questa istanza del terzo mandato, ma il ragionamento è sempre complessivo e vale anche sul premierato. Altrimenti anche noi decideremo come comportarci su quel tema”. Come a dire: attenta Giorgia, che facciamo saltare “la madre di tutte le riforme”.
Di qui al 9 giugno, quando gli italiani saranno chiamati a votare per le elezioni europee, bene farebbe Giorgia Meloni a tenere sotto osservazione lo stato neurologico del suo alleato Salvini, soprattutto ora che la voglia di stravincere ha inebriato le sinapsi dei Fratelli d’Italia.
I sondaggi rilevano dati crudeli per Salvini: danno la Lega al 7%, vicina ad essere sorpassata persino da ciò che resta di Forza Italia, senza Silvio Berlusconi e con la guida inerte di Antonio Tajani.
Se le più funeste previsioni sul Carroccio fossero confermate dagli elettori, Salvini, un attimo prima di essere defenestrato dal consiglio federale della Lega, potrebbe terremotare il governo.
Un papeete-bis che gli permetterebbe di tentare un salvataggio disperato della sua leadership per non finire arrosto. Un film già visto con il governo Draghi, quando Salvini, d’accordo con Licia Ronzulli, fece saltare il banco grazie alla miccia innescata da Conte (l’inceneritore a Roma) e trascinò il Paese alle urne, preoccupato del sorpasso di Fratelli d’Italia sulla Lega. Finì come temeva, con la sora Giorgia a Palazzo Chigi e lui a fare da junior partner.
Poiché Salvini non intende né fare il vassallo ddi “Io so’ Giorgia e tu non sei cazzo”, né essere silurato dalla guida della Lega (la dirigenza del Nord, come scrive oggi Carmelo Caruso sul “Foglio”, già prepara il golpe per sostituirlo con Fedriga), sta muovendo le sue pedine.
Da un lato, pare che la disperazione stia nascendo sbocciare un asse tra i due Matteo (Salvini e Renzi), che si confrontano e si consultano per interposta persona.
Oggi Salvini sarà al Senato per il question time e saranno più chiare le dinamiche di questa presunta alleanza. L’obiettivo del ministro dei Trasporti è trovare appoggi per uscire dall’angolo dove la Ducetta l’ha relegato e lo sta suonando come un pugile.
Il senatore semplice di Riad non se l’è fatto ripetere due volte, e chiaramente nemmeno l’ex infermiera Licia Ronzulli, che da sempre ha ottimi rapporti con Salvini (ai bei tempi, lavorava per una “leghizzazione” di Forza Italia). Le correnti sotterranee ai partiti, dicono, si stanno muovendo incessantemente.
A proposito di sponde per contare di più, Salvini ha riscoperto nelle ultime ore un vecchio amore mai sopito: quello per Giuseppe Conte, l’Avvocato del popolo inventato da Rocco Casalino con cui ballò nell’anno e mezzo più pazzo della Terza Repubblica con il governo gialloverde
I due disperati, in chiave anti Rossi, hanno entrambi difeso a spada tratta l’ad della Rai, Roberto Sergio, e ieri la Lega avrebbe votato il componente del M5s, Gianmauro Dell’Olio, alla Commissione di vigilanza Cdp.
Che l’operazione di Salvini riesca, è tutto da vedere. Ma non è detto che, prima che il “Capitone” faccia saltare il tavolo, ci pensi direttamente la Melona. Come ha saggiamente preconizzato l’ex senatore Pd, Luigi Zanda, in un’intervista a “Repubblica”: “Penso che Salvini alle europee prenderà uno schiaffone. Non romperà. L’unica che può farlo è Meloni, quando si stuferà di Salvini e chiederà il voto”. E poi, caro Zanda, potgrebbe replicare Salvini, senza i voti della Lega con chi lo fa la premier coatta del Colle Oppio un nuovo governo? Finora, l’esecutivo si regge su tre gambe…
In ogni caso, dopo le elezioni europee, indipendentemente dalle sorti del governo, nulla sarà come prima. A parte Fratelli d’Italia, tutti gli altri partiti, dal Pd alla Lega, da Forza Italia al M5s fino ad arrivare ai centristi del Terzo Po(l)lo, subiranno smottamenti, rivoluzioni o cambi di leadership. Cambierà anche la disponibilità finora concessa, per motivi elettorali, dagli euro-poteri a Giorgia Meloni.
Come ha rilevato anche un politologo fiancheggiatore della Melona, il professor Giovanni Orsina sulla “Stampa”: “Nel momento in cui la partita delle europee si sarà conclusa, Meloni potrebbe perdere le risorse politiche di cui ha goduto finora perché il prossimo Parlamento dovrebbe restare nelle mani dell’establishment europeista. Demonizzare un partito che prende intorno al 30% dei voti e che governa in Italia non è agevole. Ma ci sono tanti modi per intralciarlo o anche solo per non aiutarlo”.
(da Dagoreport)

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TAURIANOVA MIRACOLATA, DIVENTA CAPITALE DEL LIBRO LA CITTADINA CHE NON AVEVA NEANCHE UNA BIBLIOTECA, MA COME SPONSOR LA LEGA

Febbraio 15th, 2024 Riccardo Fucile

I COMUNI ESCLUSI PRONTI A DARE BATTAGLIA, FANNO RICORSO

Sarà Taurianova la Capitale Italiana del Libro 2024: l’annuncio arriva dal Ministero della Cultura dopo un’anticipazione del sottosegretario leghista Claudio Durigon.
Queste le motivazioni: “il progetto di Taurianova è stato premiato perché rappresenta, per una realtà piccola, la strada di una crescita o addirittura una rinascita attraverso la realizzazione di infrastrutture culturali, materiali, immateriali e valoriali, capaci di irradiare i propri effetti virtuosi anche sul territorio circostante”.
Ma i comuni tagliati fuori annunciano battaglia. Questo il comunicato pubblicato sul sito di Tito, città ugualmente candidata:
“In seguito alle recenti indiscrezioni sull’esito dell’istruttoria della Commissione ministeriale di valutazione che attribuiscono il titolo di “Capitale Italiana del Libro 2024” alla città di Taurianova, i Sindaci delle città finaliste desiderano esprimere congiuntamente la loro preoccupazione. È stato inviato oggi, 13 febbraio 2024, un comunicato ufficiale al Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, richiedendo un urgente incontro per approfondire gli eventi e discutere la possibile sospensione, in autotutela, della procedura di selezione e proclamazione. La richiesta è motivata dalla necessità di garantire la riservatezza degli atti istruttori, inclusi i verbali della Commissione di valutazione, fino alla pubblicazione ufficiale del Decreto Ministeriale e della Delibera del Consiglio dei Ministri.L’obiettivo è preservare la trasparenza, l’imparzialità e l’integrità del concorso, nel rispetto delle normative previste dalla Legge 13 febbraio 2020, n. 15, e dal D.M. n. 398 del 10 agosto 2020.
Si confida che il Ministro Sangiuliano recepirà la richiesta, assicurando il rispetto delle regole e dei principi che regolamentano il concorso per il titolo di “Capitale Italiana del Libro”.
(da agenzie)

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ALVISE E LUDOVICA, I DUE FIGLI DELLA MINISTRA DELLE RIFORME ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, HANNO EVASO IL FISCO

Febbraio 15th, 2024 Riccardo Fucile

IL PM CHIEDE L’ARCHIVIAZIONE PERCHÉ LA “CONDOTTA ILLECITA E’ RICONDUCIBILE ALLA CATEGORIA DELLA PARTICOLARE TENUITÀ”… I CASELLATI AVEVANO DETRARRE L’IVA SU 12.300 E 10.000 EURO DI IMPONIBILE

Evasione fiscale sì, ma di «particolare tenuità». Alvise e Ludovica Casellati, i due figli della ministra delle Riforme (Elisabetta), si giovano a Milano dell’istituto della «tenuità del fatto» (articolo 131 bis della riforma Cartabia del 2022), cioè della «causa di non punibilità» della condotta quando, per le modalità o per l’esiguità del danno, «sia di particolare tenuità e non risulti abituale».
Il pm Giovanni Polizzi chiede il rinvio a giudizio per «esercizio abusivo dell’intermediazione finanziaria» di un promotore (Domenico Angiolella) al quale una sessantina di risparmiatori (tra i quali la famiglia Casellati) avevano affidato in tutto oltre 9 milioni da investire. Sui suoi telefoni la Finanza ha trovato molte chat (strumento investigativo che il ministro Nordio dichiara di voler riformare), comprovanti che su proposta di Angiolella i figli Casellati avevano fatto intestare le sue fatture non alle loro persone fisiche, ma, falsamente, a due loro società senza rapporti professionali con lui, in modo che potessero indebitamente detrarre l’Iva su 12.300 e 10.000 euro di imponibile.
«Non ci sono dubbi sulla commissione dell’evasione fiscale» da parte dei Casellati jr. (la giornalista e il direttore d’orchestra), ma la Procura chiede l’archiviazione in quanto «si deve convenire» con i difensori Nadia Alecci e Ernesto De Toni «che l’evasione di poche migliaia di euro per l’annotazione nelle dichiarazioni di due sole fatture per ciascuno dei fratelli, una per ogni anno, appare condotta illecita obiettivamente riconducibile alla categoria della particolare tenuità».
I due hanno infatti «eliso le conseguenze» correndo a sanare le dichiarazioni dei redditi e pagare le tasse evase al Fisco, e nel loro reato (punito fino a 6 anni sotto i 100.000 euro) hanno avuto due fortune: la riforma Cartabia ha alzato da 5 a appunto 6 anni la pena dei reati ai quali si può applicare la tenuità; e la Cassazione a Sezioni Unite ha stabilito che la continuazione tra due condotte (come qui i due anni di fatture) non integra di per sé quell’«abitualità» che impedirebbe di applicare la tenuità.
(da agenzie)

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LA MARCIA DEI TRATTORI SU ROMA È FINITA A TARALLUCCI E VINO, DOVEVANO ESSERE IN 20MILA AL CIRCO MASSIMO, E INVECE ERANO A ESAGERARE UN MIGLIAIO, CON DIECI TRATTORI E STRISCIONI CONTRO IL MINISTRO LOLLOBRIGIDA

Febbraio 15th, 2024 Riccardo Fucile

“SOVRANITÀ E MADE IN ITALY CHI LI HA VISTI”… I MOVIMENTI DI PROTESTA SI SONO SPACCATI: OGGI A ROMA C’ERA L’ASSOCIAZIONE CRA, AGRICOLTORI TRADITI, GUIDATA DA DANILO CALVANI

“No ai terreni incolti” e poi “No sindacati! Vogliamo essere autonomi”. E ancora: “L’agricoltura un treno che non si deve fermare”, “Insieme per i nostri diritti”.
Sono questi alcuni degli striscioni al Circo Massimo, a Roma, per la manifestazione di coltivatori e pescatori, dove è presente circa un migliaio di persone.
Tanti sono i campanacci fatti risuonare nell’area archeologica. “No alla carne sintetica”, grida un manifestante. In piazza sventolano le bandiere tricolori, ma anche quelle della Sicilia. “Il nostro lavoro non è un hobby”, “Sovranità e made in Italy chi li ha visti” e “Il grano è l’oro italiano” sono alcuni dei cartelli esposti.
La protesta di Cra, “accolti tra gli applausi” Al Circo Massimo si sono radunati i trattori di Cra Agricoltori traditi per dar vita alla manifestazione indetta dal movimento. E i romani “ci hanno accolto con gli applausi e segni di incoraggiamento”, ha detto il leader Danilo Calvani aggiungendo: “E’ una cosa che non immaginavo, è stato bellissimo”. E ancora, parlando dal palco allestito sul rimorchio di un trattore: “Non si deve mollare, bisogna andare avanti”.
Un gruppo di dimostranti vicino a Palazzo Chigi Durante la manifestazione, un folto gruppo di agricoltori si è avvicinato a Palazzo Chigi, inscenando un presidio spontaneo. Lo schieramento delle forze dell’ordine tiene la situazione sotto controllo.
(da agenzie)

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“ANCHE I PIÙ DURI ISOLAZIONISTI DEVONO RENDERSI CONTO CHE OGNI PAESE IN EUROPA È TROPPO PICCOLO DA SOLO” : MARIO DRAGHI A WASHINGTON FA UN DISCORSO DA LEADER EUROPEO, LANCIANDO IL SUO PROGRAMMA POLITICO PER L’UE DEL FUTURO

Febbraio 15th, 2024 Riccardo Fucile

“SERVE DEBITO COMUNE PER FINANZIARE GLI INVESTIMENTI, COSÌ AMPLIEREBBE LO SPAZIO FISCALE COLLETTIVO A NOSTRA DISPOSIZIONE”… “DEVE ESSERCI UN PERCORSO FISCALE CHIARO E CREDIBILE. STA AI LEADER E AI RESPONSABILI DELLE DECISIONI POLITICHE ASCOLTARE” (CHI HA ORECCHIE PER INTENDERE, INTENDA. CAPITO, GIORGIA?)

L’emissione di «debito comune per finanziare gli investimenti” in Europa “amplierebbe lo spazio fiscale collettivo a nostra disposizione, allentando cosi’ almeno in parte la pressione sui bilanci nazionali”.
Lo ha detto l’ex presidente del Consiglio, Mario Draghi, intervenendo alla quarantesima Nabe Economic Policy Conference annuale. Secondo Draghi, “deve esserci un percorso fiscale chiaro e credibile che si concentri sugli investimenti e al contempo […] preservi i valori sociali europei.
Questo darebbe alle banche centrali maggiore fiducia nel fatto che la spesa pubblica oggi, aumentando la capacita’ di offerta, portera’ a un’inflazione piu’ bassa domani. In Europa, dove le politiche fiscali sono decentralizzate, possiamo anche fare un ulteriore passo avanti finanziando una quota maggiore di investimenti in modo collettivo, a livello di Unione. Anche i più duri isolazionisti in Europa devono rendersi conto che ogni Paese in Europa è troppo piccolo da solo».
L’emissione di “debito comune per finanziare gli investimenti” in Europa “amplierebbe lo spazio fiscale collettivo a nostra disposizione, allentando cosi’ almeno in parte la pressione sui bilanci nazionali”. Lo ha detto l’ex presidente del Consiglio, Mario Draghi, intervenendo alla quarantesima Nabe Economic Policy Conference annuale.
Secondo Draghi, “deve esserci un percorso fiscale chiaro e credibile che si concentri sugli investimenti e al contempo, nel nostro caso, preservi i valori sociali europei. Questo darebbe alle banche centrali maggiore fiducia nel fatto che la spesa pubblica oggi, aumentando la capacita’ di offerta, portera’ a un’inflazione piu’ bassa domani. In Europa, dove le politiche fiscali sono decentralizzate, possiamo anche fare un ulteriore passo avanti finanziando una quota maggiore di investimenti in modo collettivo, a livello di Unione”. “Le transizioni che le nostre societa’ stanno affrontando […]sono profonde. E le differenze tra gli esiti possibili non sono mai state cosi’ nette”.
L’avvertimento e’ dell’ex presidente del Consiglio, Mario Draghi, secondo cui, tuttavia, “le persone conoscono nel profondo il valore della nostra democrazia e quel che essa ci ha dato negli ultimi ottant’anni. Vogliono preservarlo. Vogliono essere incluse e valorizzate al suo interno. Sta ai leader e ai responsabili delle decisioni politiche”, dice intervenendo alla Nabe economic policy conference annnuale, “ascoltare, capire e agire insieme per progettare quello che e’ il nostro futuro comune”.
(da agenzie)

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DURO ATTACCO DEI VESCOVI AL GOVERNO PER IL PATTO CON L’ALBANIA: “INCAPACI DI ACCOGLIERE, SOLDI IN FUMO”

Febbraio 15th, 2024 Riccardo Fucile

MONS PEREGO HA IL CORAGGIO DI DIRE LA VERITA’: “SIAMO AL 16° POSTO IN EUROPA PER L’ACCOGLIENZA RISPETTO AL NUMERO DEGLI ABITANTI, ALTRI 673 MILIONI BUTTATI PER FINGERE DI BLOCCARE UN FENOMENO CHE NON SANNO GOVERNARE”

«Oggi il Senato ha approvato l’accordo Albania-Italia per il trattenimento di migranti che la Guardia costiera salverà in mare. 673 milioni di euro in dieci anni in fumo per l’incapacità di costruire un sistema di accoglienza diffusa del nostro Paese, al 16° posto in Europa nell’accoglienza dei richiedenti asilo rispetto al numero degli abitanti, 673 milioni di euro veramente ‘buttati in mare’ per l’incapacità di governare un fenomeno, quello delle migrazioni forzate, che si finge di bloccare, ma che cresce di anno in anno».
E’ il duro commento di mons. Gian Carlo Perego, presidente della Commissione per le migrazioni della Cei e di Migrantes.
(da agenzie)

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BOLOGNA, PROTESTE ALLA SEDE RAI, MANGANELLATE SUI GIOVANI PRO-PALESTINA

Febbraio 15th, 2024 Riccardo Fucile

I 1.000 MANIFESTANTI CHIEDEVANO DI LEGGERE UN COMUNICATO CONTRO LA PROPAGANDA FILO-ISRAELIANA DELLA TV PUBBLICA, ALLA FINE PER EVITARE IL PEGGIO LA RAI HA CEDUTO ED E’ PREVALSO IL BUON SENSO

Tensione, manganellate di polizia e carabinieri e lancio di oggetti da parte dei manifestanti in via della Fiera a Bologna, nei pressi della sede Rai regionale dove era in corso la manifestazione dei Giovani palestinesi. La prima fila del presidio si è avvicinata agli agenti schierati, sono partite manganellate e colpi di scudo, e lancio di oggetti e petardi dalle retrovie del gruppo. La tensione si è alzata dopo che i manifestanti, circa un migliaio, hanno detto che la Rai non aveva dato garanzia di non leggere tutto il documento proposto: i manifestanti si sono avvicinati e sono stati respinti con manganelli e scudi
I manifestanti avevano chiesto di poter leggere in televisione un documento dal titolo: “Comunicato contro il negazionismo del genocidio in corso, la censura e la narrazione filoisraeliana della Rai”
I contestatori, che chiedono le dimissioni dell’ad Roberto Sergio e una informazione senza censura sulla Palestina e non “filo sionista”, sono poi partiti in corteo verso piazza dell’Unità.
Alla fine, dopo due ore circa di presidio, la ‘vittoria’ dei manifestanti: “Abbiamo ottenuto di poter leggere integralmente il nostro comunicato. È dovuto servire tutto questo per poter parlare in Rai”, ha urlato dal microfono uno dei contestatori. La richiesta? “Le dimissioni dell’ad Roberto Sergio e una informazione senza censura sulla Palestina e non “filo sionista””.
(da agenze)

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