APPLE E GOOGLE CEDONO AL RICATTO DEL CREMLINO E RIMUOVONO L’APP ELETTORALE DI NAVALNY
PER SILENZIARE TUTTI GLI OPPOSITORI IL CREMLINO NE IMPEDISCE ANCHE LA PROPAGANDA: E’ LA DITTATURA SOVRANISTA
Prima le VPN, ora l’app di Navalny. Le elezioni parlamentari sono sempre più vicine e il ruolo delle grandi compagnie tech è incisivo.
La pressione esercitata da Putin sui social abbiamo cominciato a vederla già dall’inizio dell’anno e ora l’azione di Google e Apple diventa ancora più concreta. L’app Navalny è stata rimossa dagli store di entrambe le aziende poco prima del voto in Russia e la mail con la quale Cupertino lo ha annunciato al team di Navalny è stata condivisa.
Il punto focale è che, secondo la legge russa, l’app viola le regole e «noi dobbiamo rispettare le leggi locali», ha fatto sapere Ivan Zhdanov, uno dei collaboratori più vicini a Navalny.
L’azione di rimozione – che è stata bollata come censura dai collaboratori di Navalny – è stata decisa all’inizio di questo mese dal Servizio federale della Russia per la supervisione nella sfera della connessione e comunicazione (Roskomnadzor) che, in sostanza, agisce da censore in internet.
L’app incriminata sarebbe quella di Navalny per lo smart voting – voto intelligente – che veniva utilizzata per fare campagna elettorale dal leader dell’opposizione e il suo team.
«I motivi formali per la rimozione della nostra app sono il fatto che FBK è stata riconosciuta come organizzazione estremista – ha raccontato Ivan Zhdanov – ma il modo in cui la FBK è stata riconosciuta come organizzazione estremista non è stato un processo, è stata una presa in giro del buon senso».
Il risultato, quindi, è che quello che fanno Google e Apple è stato bollato come «un errore enorme».
Dal Cremlino, ovviamente, arriva soddisfazione. Il portavoce di Putin, Dmitry Peskov non ha esitato a esultare definendo quell’applicazione «un tentativo di provocazione dannoso per gli elettori».
Navalny e i suoi sono stati ostacolati in ogni modo sia online – con tutti i siti collegati all’organizzazion bloccati – che offline, considerato che negli ultimi mesi il governo di Putin ha fatto chiudere la Fondazione anticorruzione di Navalny e altre organizzazioni sempre con l’accusa di essere organizzazioni estremiste.
Nonostante l’azione di Navalny dalla prigione, che era riuscito a lanciare questa applicazione per fornire informazioni veritiere agli elettori e aggirare i limiti della stampa, la scure del governo Putin è comunque scesa su Apple e Google.
La mela, dal canto suo, se ne è lavata le mani scrivendo che «Apple deve rispettare tutti i requisiti legali richiesti in ogni luogo in cui si trova a rendere disponibile un prodotto (chiedete a un avvocato a vedrete) – invito diretto ai collaboratori di Navalny – Sappiamo che è una materia complicata, ma è responsabilità vostra capire e assicurarvi che la vostra app rispetti le leggi locali, non solo le linee guida».
Il team di Navalny sta accusando le aziende tech – che «hanno ceduto al ricatto del Cremlino», senza mezzi termini: «Abbiamo l’intero stato russo contro di noi e persino le grandi aziende tecnologiche».
La resistenza, ora, si è spostata su Telegram, che in teoria – visto come gestisce le questione legate a reati – dovrebbe essere uno spazio sicuro.
(da agenzie)
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