DAL 4 MAGGIO TORNANO AL LAVORO 2,8 MILIONI DI ITALIANI, COSI’ I FANATICI DELLA FASE 2 SONO CONTENTI
RIPARTENZE GIA’ DAL 27 APRILE PER LE AZIENDE IN REGOLA CON I PROTOCOLLI DI SICUREZZA… RESTA IL PROBLEMA DEI TRASPORTI PUBBLICI
“Il prossimo step mobiliterà tra i 2,7 e i 2,8 milioni di italiani”. È la decisione presa in queste ore dal governo, impegnato in videoconferenza con la task force guidata da Vittorio Colao.
Sono lavoratori che si aggiungono a quelli che stanno lavorando durante il lockdown nelle fliere e nelle attività considerate essenziali per affrontare l’emergenza.
La cifra di chi ritorna al lavoro in realtà è molto più ampia perchè altri continueranno a svolgere smart working, con gli over 65 e altre fasce di lavoratori più in difficoltà che che resteranno protetti.
Nel corso del confronto la task force ha espresso l’opportunità di far ripartire già dal 27 aprile quelle aziende in grado di rispettare i protocolli di sicurezza nella considerazione che ogni settimana persa pesa in termini di miliardi e punti di Pil.
Il manager ha presentato al presidente del Consiglio un documento (cinque pagine corredato di slide) che mette in evidenza i requisiti necessari alla ripartenza del Paese.
Tra i primi, la necessità immediata di un protocollo per i mezzi pubblici, considerato che il 15 per cento dei lavoratori di manifattura e costruzioni li usano per andare al lavoro.
C’è poi la necessità di aggiornare il protocollo di sicurezza firmato con i sindacati il 14 marzo. E c’è sopratutto la necessità di avere a disposizione i dispositivi di protezione individuale, che in questo momento valgono ben più di una app.
Il commissario Domenico Arcuri ha comunicato che attualmente vengono consegnate 4 milioni di mascherine al giorno. Ne servono però 7 milioni.
“Chi ha tutto può partire subito, già dal 27 aprile”, è questa la proposta di Colao. Ma nella discussione tra i ministri si sta cercando di definire cosa significhi tutto: spazi, mascherine, turni adeguati al distanziamento, trasporti che evitano l’affollamento.
La discussione si è poi incagliata sul prezzo delle mascherine: deve essere calmierato? Serve un prezzo politico? Alcuni ministri ritengono sia necessario, ma questa sarebbe un’ulteriore complicazione
(da agenzie)
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