LE DISCOTECHE PIANGONO MISERIA MA QUALCOSA NON TORNA
PARLANO DI 4 MILIARDI DI FATTURATO A RISCHIO, MA DENUNCIANO SOLO UN MILIARDO QUANDO SI TRATTA DI PAGARE LE TASSE… AL TWIGA PAGANO ALLO STATO SOLO 3 EURO E 3 CENTESIMI L’ANNO A METRO QUADRO
Piangono miseria ma i fatturati non tornano: oggi il sindacato nazionale dei locali da ballo parla di 4 miliardi di fatturato a rischio con almeno il 10% dei locali che da febbraio non ha mai riaperto.
Peccato che lo stesso sindacato, sempre ad agosto, ma dell’anno scorso, parlasse di un miliardo di fatturato.
Quando c’è da chiedere soldi allo Stato, il fatturato perso è di 4 miliardi, quando c’era da versare soldi allo Stato, il fatturato guadagnato era di un solo miliardo.
Intanto è polemica sui giornali, e i soci in affari Briatore e Santanchè accusano il “Governo di incapaci” di avere preso di mira i “discotecari”, ma per il Twiga, il loro lido a Marina di Pietrasanta con lettini a 1.000 euro al giorno e pista da ballo, pagano allo Stato 3 euro e 3 centesimi all’anno per metro quadro di concessioni, di nuovo prorogate, con la scusa del Coronavirus.
È dai ruggenti anni Ottanta, con i suoi Gianni De Michelis al centro pista e Silvio Berlusconi nei party privati, che il mercato italiano dell’intrattenimento vive tra luci e ombre, dichiarato e sommerso, legale e abusivo, il tutto con una certa nonchalance.
Infatti nell’intervista del 4 agosto rilasciata al Messaggero, il Presidente del Silb, Maurizio Pasca, non ha avuto problemi ad ammettere che “in Italia ci sono 2.400 discoteche con un volume di affari di circa un miliardo di euro, parallelamente c’è un mercato abusivo, quasi equivalente”.
E però, anche addizionando il miliardo di fatturato ufficiale al miliardo di fatturato ufficioso, si arriva a 2 miliardi, non quattro. Davvero curiosa la matematica, alle volte.
Tutti i governi hanno prorogato le concessioni, nessun escluso. Lo hanno fatto Berlusconi, Renzi e Gentiloni, lo ha fatto il Governo Conte I, quando l’allora Ministro dell’Agricoltura e del Turismo, il leghista Gian Marco Centinaio, consapevole di violare la direttiva Bolkestein (“al 99,9% andremo in infrazione comunitaria”) non solo regalò ai vecchi concessionari una maxi proroga di 15 anni, fino al 2034, ma con Maurizio Gasparri fece un emendamento che in sostanza mette tra i beni dello Stato sdemanializzabili, cioè vendibili ai privati, circa 52.619 spiagge destinate ad attività turistico ricreative, con un’operazione di cartolarizzazione che permette di incassare subito e poi svolgere con calma le aste.
Chi compra? Dato che la legge prevede l’opzione d’acquisto per i concessionari delle spiagge, il gioco è fatto.
E poichè, nonostante i canoni bassissimi di pochi centesimi al metro quadro, l’evasione fiscale nel settore è altissima, prima che cadesse il Governo, l’allora Ministro del Turismo pensò di aggiungere un condono tombale al 30% sulle concessioni.
Il Twiga di Marina di Pietrasanta di Briatore&Santanchè ha un fatturato dichiarato di 4 milioni e 1 di Editba (cioè di margine operativo lordo) all’anno. In totale occupa una superficie di 4.485 metri quadri, per un canone di poco più di 17.619 euro all’anno, vale a dire 3 euro e 3 centesimi a metro quadro all’anno.
Una cifra così irrisoria da risultare tale anche arrotondata e in lettere: quattro euro all’anno per metro quadro. Detto altrimenti: l’affitto dell’area pesa un 227esimo sul fatturato
La domanda a questo punto nasce spontanea: questo “Governo di incapaci”, come lo ha definito Flavio Briatore, terrà conto della disparità tra le condizioni di locazione di chi fatica a pagare l’affitto mensile a 5 cifre del proprio locale e chi, al mare, paga l’affitto del proprio locale al costo di un caffè?
(da Fanpage)
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