ORA LO STATO TAGLIA ANCHE I DIFENSORI D’UFFICIO PER I POVERI
INTRODOTTO DAL REGIME FASCISTA COL CODICE ROCCO, L’AVVOCATO DEI POVERI ORA “COSTA TROPPO” ALLO STATO….RIDOTTA D’UFFICIO LA SOGLIA PER IL PATROCINIO GRATUITO E PURE CON EFFETTO RETROATTIVO… LO STATO CHIEDE ANCHE I SOLDI INDIETRO MA DEVE ANCORA SALDARE 800.000 EURO AGLI AVVOCATI LIGURI CHE FARANNO CAUSA AD ALFANO
Sono trascorsi 80 anni dalla promulgazione del Codice Rocco, con cui il regime fascista stabiliva che “la difesa gratuita dei poveri è ufficio onorifico dell’avvocatura dello Stato”.
Il fascismo aveva voluto così tutelare il diritto alla difesa del cittadino indigente che non aveva la possibilità di pagarsi un legale.
Ora che siamo nella democratica e progredita “Seconda Repubblica”, assistiamo alla revoca di una moltitudine di assistenze legali pagati coi soldi pubblici a chi ha un reddito molto basso.
A Genova e in molte altre città italiane, l’Agenzia delle Entrate sta pure chiedendo indietro i soldi a molte persone che ne avevano beneficiato negli anni 2004-2007, in quanto non risulterebbero rientranti nella fascia protetta.
Si badi bene, non perchè avessero dichiarato il falso in merito al loro reddito, ma semplicemente perchè si è alzato il limite della soglia protetta, rimodulandola con una circolare di poche settimane fa.
E pretendendo di interpretarla pure in modo retroattivo per gli anni passati.
Una cosa allucinante che scatenerà polemiche a non finire e che getta una pesante luce di discredito sulle nostre istituzioni.
In questo campo premettiamo che le autocertificazioni fasulle sono pochissime, quindi le assistenze tagliate passano a Genova da 300 a 600, su un totale di 3.000 richieste, in seguito semplicemente ad un’anonima circolare della Agenzia delle Entrate.
Vi spieghiamo come funziona il tutto.
Per avere un legale pagato dallo Stato occorre oggi presentare una domanda al giudice del procedimento in cui si è coinvolti e compilare una sommaria dichiarazione dei redditi: il tetto imponibile è di 9.296 euro, al netto delle deduzioni.
Il giudice quasi sempre accorda il patrocinio gratuito richiesto.
Nel frattempo il tribunale gira le pratiche all’Agenzia delle Entrate per il vaglio della legittimità della richiesta. In pratica si accerta il reddito reale del richiedente.
Ma nel periodo 2004-2007 con l’introduzione della “No tax area” ( una sorta di franchigia fiscale inversamente proporzionale al reddito) la base dei beneficiari si è allargata, in quanto l’imponibile saliva un poco, facendo rientrare più persone tra i beneficiari del patrocinio gratuito.
A questo punto ecco la bella pensata dell’Agenzia nazionale: il “confine” viene rivisto al ribasso, includendo nel’imponibile anche la franchigia.
A questo punto molti beneficiari sono finiti fuorilegge senza neanche saperlo e ora si sono visti chiedere i soldi indietro.
Molti giuristi si stano chiedendo: “Perchè ci deve rimettere chi ha perso il beneficio con un parere redatto dopo che aveva ottenuto l’assistenza gratuita?”.
L’Agenzia delle Entrate ha il coraggio di parlare di “sfasamento dei tempi fisiologico”, visto il ritardo con cui esaminano le pratiche.
Siamo davvero nel grottesco, alla fine ci saranno pure ricorsi in Cassazione contro questo abuso interpretativo.
E lo stesso Stato, nella persona del Ministro Alfano, tra poco sarà citato in giudizio dagli stessi “avvocati dei poveri”.
Sapete perchè? Perchè è più di un anno che le loro parcelle non vengono saldate dallo Stato: sono 800.000 gli euro che il Ministero deve ai patrocinatori gratuiti genovesi.
Lo Stato li chiama a difendere i poveri e poi non ha i soldi per pagarli. Così lo Stato diventa più accattone degli stessi imputati indigenti.
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