PATTO DEL NAZARENO BIS: SILVIO CI METTE IL COLLE
VERDINI SPINGE PER ENTRARE AL GOVERNO, MA BERLUSCONI: “NON LO REGGIAMO”
“Calma, calma”. Perchè “i nostri non reggerebbero”.
E perchè “c’è l’eventualità di una manovra pesante a settembre”, che l’ex premier stima in 20 miliardi. “Incollarsela” è un rischio.
È il Quirinale, più che il governo, il perno attorno a cui girano le riflessioni di Berlusconi alla vigilia del “patto del Nazareno bis”.
Che porterà a siglare l’accordo sulle modifiche all’Italicum, quando i due si incontreranno martedì a palazzo Chigi, nel corso di un pranzo che, al momento, è in agenda.
E che prevede il sigillo a quella modifica delle soglie già negoziata: 40 per accedere al premio di maggioranza, quorum al cinque per i non coalizzati, preferenze ma non per i capilista.
“Calma” va ripetendo Berlusconi da giorni a chi freme e vorrebbe tanto un avvicinamento all’area di maggioranza.
E magari, se ci fossero le condizioni, al governo con Renzi.
È soprattutto Verdini il teorico del soccorso azzurro nel settembre nero di Renzi. Nero perchè “Matteo” è messo male. E c’è qualcosa di profondo che preoccupa il premier oltre all’insofferenza politica del suo gruppo.
Ed è la certezza che con questi conti non solo non saranno estesi gli 80 euro, ma per confermarli si rischia una manovra lacrime e sangue.
Insomma, Renzi avrà bisogno di aiuto. “Offriamoglielo” dice Verdini. E non è il solo. “Un conto è l’aiuto, un conto è il governo” risponde il Cavaliere.
Anche quando gli vengono prospettati scenari che possono eccitare la brama di vendetta: un governo a due, Berlusconi e Renzi, senza Alfano di cui Matteo non ne può più, nel quale entrare occupando Interni, Sanità e la Giustizia con un tecnico.
Di “legislatura”.
Parole usate come il drappo rosso con un toro. Ma accolte da Berlusconi senza tanto entusiasmo: “In maggioranza se Renzi entra in difficoltà ? Non la vedo praticabile”.
E anche dalle parti del Pd un governo Renzi-Berlusconi viene visto come “impossibile”, così come “fantascienza” l’ha definito Maria Rosaria Rossi nella sua intervista all’HuffPost.
Proprio le parole della Rossi sul nome da scegliere assieme per il Quirinale e sul “Berlusconi in campo” suggeriscono che l’ex premier ha in mente un altro schema “praticabile”.
Che passa per le riforme e arriva al voto. Il quest’ottica il passaggio più delicato riguarda il prossimo inquilino del Colle, la successione di Napolitano.
È una scadenza che già orienta le mosse dei vari player.
Berlusconi, ad esempio, ha avuto la sensazione che Pier Ferdinando Casini si sia proposto, quando “Pier” è andato a trovarlo a palazzo Grazioli, con lo spirito del figliol prodigo che vuole chiudere la fase delle incomprensioni: “Tu sei stato come un padre” è stata una delle frasi che ha illuminato le antenne del Cavaliere in relazione all’obiettivo del furbo Casini.
E proprio l’intervista di Romano Prodi al Fatto suona come una conferma dell’esistenza di una sorta di clausola sul Quirinale del “Patto del Nazareno” che contempli una scelta condivisa tra Berlusconi e Renzi, che del Great Game sono i player principali.
Perchè, si sa, il Quirinale dura sette anni e i governi, in questo paese, hanno la media di sette mesi. E perchè è quello lo snodo della pacificazione, che sia la grazia o una pressione per modificare quella legge Severino su cui ci sono sempre stati dubbi di giuristi anche non di centrodestra.
Aiutare Renzi, dunque, non governarci assieme, per agevolare la trattativa vera dei prossimi mesi, quella sul Quirinale.
Epperò l’ex premier ha sempre siglato le paci preparando la guerra. Per questo, molto più dei governisti del suo partito, ha ricominciato a tessere la tela per ricucire una coalizione di centrodestra, pronta ad andare al voto già nel 2015.
È soprattutto attorno a questo programma che occuperà il tempo dell’agosto che lo vedrà costretto ad Arcore.
L’intenzione è di fare una serie di incontri con tutti i partiti di centrodestra, a partire da Ncd, per cercare di rimettere assieme uno schieramento comune. Ovviamente, mettendo anche a posto Forza Italia. Politicamente e non solo.
Proprio in relazione alle casse del partito Maria Rosaria Rossi ha diramato una nota per rassicurare i dipendenti sugli stipendi: “Verranno corrisposti la prossima settimana. Ne approfitto per ribadire, spero una volta per tutte, che non c’è nessuna intenzione da parte dell’amministrazione del partito di procedere ad alcuna richiesta di fideiussione bancaria ai partiti nè tantomeno di impegnare le liquidazioni dei deputati e dei senatori di Forza Italia”.
(da “Huffingtonpost“)
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