“SIAMO TUTTI PER IL TERZO MANDATO”: PER GLI ELETTI ORA C’E’ LA SCUSA PER PNRR
UNA POLTRONA E’ PER SEMPRE
A nessuno è ancora venuto in mente di evocare l’immancabile adagio del “ce lo chiede l’Europa”, ma insomma il sugo è quello. Si allarga il fronte dei sindaci (e non solo) lesti a metter sul piatto l’altro passe-partout che è di gran moda: “C’è il Pnrr”. Dunque, lasciateci lavorare senza la tagliola del limite del secondo mandato che rischia di mandare a casa chi è già alla fine del secondo giro, l’ora fatale dei 10 anni con la fascia tricolore che, specie senza alternative valide, non s’avrebbe voglia di abbandonare. Ecco allora Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e pure presidente della lega delle autonomie locali (Ali), calare l’asso: “In tempi come questi, in tempi di Pnrr, in tempi in cui la messa a terra delle risorse è fondamentale, sarebbe utile portare a termine il lavoro. Forse gioverebbe un po’ di continuità, se gli elettori lo riterranno” ha detto a Qn. Aggiungendo che sono gli aspiranti alla rielezione a desiderarlo ardentemente: “È una delle poche cose su cui tutti, ma proprio tutti, i sindaci hanno raggiunto l’unanimità”. L’altra, per dire, è l’abolizione dell’abuso d’ufficio che il centrodestra ha già messo sul piatto e sarà forse per questo, che anche la questione del terzo mandato è come quei sogni destinati a non rimanere solo desideri. A Palazzo Madama è già pronto l’emendamento che serve, inzeppato tra le pieghe del disegno di legge che fa rinascere le province com’erano. L’ha presentato il senatore tirolese Meinhard Durnwalder, sponsorizzato dalla Lega. Che vorrebbe portare a casa pure il prolungamento del mandato per i presidenti di regione. E di uno in particolare che risponde al nome di Luca Zaia, che nelle ultime ore è tornato alla carica per lanciare una serie di messaggi: “Sono un europeista incallito” (all’indirizzo di Matteo Salvini), “la storia è di momenti di alto e di basso consenso” (citando i corsi e i ricorsi di Giambattista Vico saranno fischiate le orecchie specie a Giorgia Meloni e Gennaro Sangiuliano). Ma soprattutto, a chi ha alzato la cresta accarezzando l’idea di succedergli in Veneto, suggerisce di stare tranquilli: “Se passa lo sblocco dei mandati…”. Ergo, campa cavallo!
Ma intanto sono i sindaci a stare in trepida attesa per le sorti che avrà, alla riapertura del Senato, lo spariglio in salsa tirolese. Insomma l’emendamento di Durnwalder che serve a garantire il terzo giro di giostra che interessa una valanga di amministratori. Secondo una rilevazione di Openpolis, sono 47 i capoluoghi di provincia in cui il sindaco è al secondo mandato.
Tradotto: al momento la legge vigente non lascia scampo alla ricandidatura di big come Beppe Sala a Milano, Dario Nardella a Firenze, Marco Bucci a Genova, Luigi Brugnaro a Venezia, Antonio Decaro a Bari. Ma anche a Ricci a Pesaro, a Matteo Biffoni a Prato, a Roberto di Piazza a Trieste, a Andrea Romizi a Perugia e a tanti, tanti altri ancora. Chi prima e chi dopo, che si tratti di esponenti di centrosinistra o di centrodestra. Come è ovvio non sono però esattamente tutti sulla stessa barca. Pierluigi Biondi ha guadagnato il secondo mandato a L’Aquila solo nel 2022 e dunque lo spettro della tagliola del terzo mandato per lui non è un problema dell’oggi, ma per la verità neanche del domani, Giorgia Meloni si fida di lui come di pochi altri fuori dal parentado. Diverso il discorso per chi, soprattutto in casa Pd, deve fare i conti con la sabbia che scivola nella clessidra e pure con le insidie dell’alternativa possibile, ossia tentare di staccare un biglietto per Bruxelles il prossimo anno. In queste ambasce si trova Nardella, ma pure Decaro, mentre Giorgio Gori ha fatto sapere che comunque vuole cambiare aria: non si ripresenterà a Bergamo neppure se diventasse possibile il terzo mandato che Biffoni a Prato invoca come “scelta naturale”. La pensa così nel campo del centrodestra anche Brugnaro a Venezia: “Sì, mi ricandiderei. Ma non è che ci perdo il sonno”. Sprezzatura da star in attesa dell’ennesimo red carpet vista Lido.
(da Il Fatto Quotidiano)
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