TAJANI IMPARI A LEGGERE LE NORME VIGENTI PRIMA DI DIRE CHE “LE ONG PORTINO I MIGRANTI IN GERMANIA”
UN MINISTRO DEGLI ESTERI DOVREBBE CONOSCERE LA CONVENZIONE DI AMBURGO, SOTTOSCRITTA DALL’ITALIA, IL REGOLAMENTO DI DUBLINO E LA SENTENZA DELLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO DEL 2O12 CHE IN PASSATO HA GIA’ CONDANNATO L’ITALIA… OPPURE FACCIAMO COSI’: LA GERMANIA SI PRENDE I 130.000 MIGRANTI SBARCATI IN ITALIA E L’ITALIA SI PRENDE 1.100.000 MIGRANTI ACCOLTI QUEST’ANNO DALLA GERMANIA, COSI’ FINITE DI ROMPERE I COGLIONI A TUTTO IL MONDO
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani insiste sull’attacco alleOng e al governo tedesco: “Con la Germania ci sono interessi comuni”, “poi ci sono governi, come quello attuale, che possono avere una visione diversa dalla nostra per esempio sui migranti. Il Parlamento tedesco ha finanziato delle Ong perché salvino immigrati in mare ma poi dove li portano? In Italia. Non sarebbe più logico che chi finanzia, poi le porti nel proprio Paese? Se le Ong tedesche salvano migranti allora è giusto che li portino in Germania”, ha detto il ministro degli Esteri, e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, dal palco tre giorni di festa nazionale del partito in corso a Paestum, in Campania.
Ma quello che chiede il governo italiano, cioè che una nave battente bandiera tedesca come nel caso di alcune Ong, si occupi dei salvataggi e poi porti i migranti in Germania, in realtà non si può, per almeno due ragioni.
La prima è che secondo la Convenzione di Amburgo del 1979, i migranti salvati in mare in realtà devono essere condotti al più presto nel primo “porto sicuro” disponibile, quindi quello più vicino geograficamente.
È evidente che un salvataggio effettuato nei pressi Lampedusa non possa chiudersi con uno sbarco in Germania, perché questo metterebbe a rischio la vita dei migranti.
Inoltre il regolamento di Dublino, ancora in vigore, stabilisce che la domanda di protezione internazionale da parte di un migrante debba essere esaminata dal Paese di primo approdo.
Secondo Tajani, e secondo la premier Meloni, quindi il regolamento di Dublino andrebbe applicato anche a bordo delle navi: in pratica se un salvataggio viene effettuato da Sea Watch allora in teoria quell’imbarcazione, battente bandiera tedesca, andrebbe già considerato territorio tedesco.
Ma le cose non stanno affatto così, e lo conferma anche una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, che nel 2012 si espresse sul caso Hirsi, condannando l’Italia per la politica dei respingimenti in mare voluta dal governo Berlusconi. In pratica solo a sbarco ultimato, e quindi una volta a terra, scattano le norme dell’accordo di Dublino, che non vale quindi a bordo delle navi.
(da Fanpage)
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