TRA VELINE E VERONICHE MANCA CHI FA L’ASSIST E SI RISCHIA L’AUTOGOL
A CHI NEL PDL SE LA PRENDE CON LA VERONICA INGRATA CHIEDIAMO: PERCHE’ A DESTRA NON CANDIDIAMO MAI DONNE DI SPESSORE, AFFERMATE NELLA VITA CIVILE, PROFESSIONALE, CULTURALE O SCIENTIFICA? FORSE FANNO PAURA?… SOLO TETTE E CULI O ESISTE ANCHE IL CERVELLO? …POLITICA E’ ANCHE ETICA: A PALAZZO CHIGI SI RICEVANO LE DONNE VIOLENTATE E NON LE COSCELUNGHE DEI REALITY
Non sappiamo cosa dicano i sondaggi (ormai si fa politica sulla base delle loro indicazioni) dopo l’ultima esternazione di Veronica Lario in Berlusconi circa il “ciarpame”, ovvero riguardo “all’uso spudorato e indecente” delle donne che il marito era prossimo ad inserire nelle liste del Pdl per le elezioni europee.
Certamente le accuse avanzate pubblicamente hanno diviso l’opinione pubblica: scontate le reazioni a sinistra, abbiamo analizzato quanto si è sostenuto nel centrodestra.
Fatti salvi pochi ( quelli che hanno taciuto, ritenendolo un affare privato tra marito e moglie), la maggior parte ha accusato Veronica, a dispetto del suo nome che calcisticamente rappresenta una finta di classe per poi andare dritti verso la porta avversaria, di un’entrata a gamba tesa.
In effetti, si potrebbe facilmente liquidare la polemica ritenendo la querelle più materia per tribunali civili in pratiche di separazione, che argomenti da quotidiani, ma sono indubbi i risvolti politici che non possono essere liquidati per il fatto che “Veronica sapeva bene chi ha sposato e quindi non si lamenti, vista l’agiatezza che il matrimonio le ha garantito”.
Ottima analisi per la società di fine Ottocento, con un ruolo previsto per la donna di livello, comprensivo della partita a canasta, la serata all’opera e la gestione della servitù.
Non esisteva il diritto di voto per le donne, figuriamoci la libertà di esternare.
Qualche elettore ed elettrice del Pdl probabilmente sente nostalgia per quelle giornate ovattate dell’alta società ( i nostalgici si annidano anche tra gli ultraliberisti, vedete?).
E’ anche vero che, se la politica deve rappresentare la società (in)civile in cui viviamo, chi meglio di una squadretta di veline sgallettate potrebbe rappresentare l’Italia al Parlamento europeo?
Visto che se diventano famose, chiacchierate, seguite e spaparazzate, vuol dire che esiste un popolo di guardoni che, ritenendo troppo rischioso aprire l’impermeabile ai giardini pubblici, si accontenta di aprire e sfogliare avidamente le pagine di un rotocalco che li aggiorna su tette rifatte, culi perizomati, frequentazioni, flirt, litigi, traslochi e accasamenti.
Ma la società italiana del 2009 è davvero questa?
O non è formata, nell’altra metà del cielo, da manager, operaie, professioniste, commesse, studentesse, precarie, donne di cultura e docenti che mai si sognerebbero di fare la fila a Cologno Monzese per sostenere un provino di “banalità generale” per essere ammesse a un reality?
E perchè non si vuole capire che questa Italia al femminile può dare un grosso contributo alla crescita del centrodestra nel nostro Paese?
Possibile che non esistano nelle arti, nella cultura e nella professione donne di livello a Destra? Dato che esistono, almeno in pari misura che a sinistra, ci chiediamo perchè la politica le escluda.
Ci interroghiamo sul senso delle selezioni preolimpiche di veline, prima di nominare le candidate alla corsa finale per Strasburgo.
Ci chiediamo che senso ha ricevere due partecipanti a un reality a Palazzo Chigi…
Che senso diverso e che esempio di serietà si darebbe ricevendo invece una donna vittima di violenza sessuale, una disoccupata, una precaria, una manager, una scienziata, un cervello che insegna magari in qualche università americana.
E pazienza se sono di coscia corta e non ostentano tacchi a spillo… magari hanno la testa sul collo, invece che una protesi.
Scegliere chi ci dovrà amministrare è come fare un assist in una partita di calcio, spesso dà più soddisfazione di un gol, vuol dire avere un’idea importante di gioco, un’intuizione, un colpo di classe che mette l’amico-partito davanti alla rete avversaria. Un piccolo appoggio ed è gol.
Ma se si gioca solo per stessi, per guardarsi allo specchio come Narciso, per bearsi della piccola corte di supporter sugli spalti delle tribune, non si rende un servizio alla propria squadra, si rischia al primo contropiede di subire il classico gol di rapina.
La politica è etica, anche nel comportamento. E’ esempio di serietà , disinteresse e non ricattabilità . Non è un obbligo per nessuno, è una scelta.
E se anche i propri rappresentati sono pieni di difetti, essi in fondo scelgono a governarli chi ritengono ne abbia di meno, riconoscendone un ruolo “superiore”, sia di capacità politica che di condotta etica.
Ora che le candidate veline si sono di molto ridotte, diamo merito di questo soprattutto a Veronica che ha preso tasti e polpastrelli, inviando la sua mail a Farefuturo.
Ora ci aspettiamo di veder ricevere a Palazzo Chigi gente normale, anche con le ballerine o scarpe sportive, non pretendiamo “malvestite”, ma almeno sobrie e senza le cosce di fuori.
Tenendo presente, caro Silvio, che pur nella loro dignità , ci sono uomini e donne nel popolo di centrodestra che sono “malvestiti” per necessità e non per scelta.
C’è un popolo stupendo che non si può permettere gli abiti di Armani, magari si veste all’Oviesse o nei banchi dei mercatini rionali, ma è quel popolo, per capirci, che ha permesso a te di salire le scale di Palazzo Chigi e a Bocchino, Cicchitto & Compagnia stonando, di fare da ripetitori del “verbo” altrui.
La prossima portavoce scegliamola tra una militante precaria, magari si vestirà male, ma almeno le cose le dirà con il cuore e la passione, l’orgoglio e la fede.
Argomenti che nella vita contano più delle labbra siliconate e delle tette rifatte.
La vignetta è di Alfio Krancic che ringraziamo.
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