Aprile 13th, 2015 Riccardo Fucile
DUE ANNI E OTTO MESI ALLA PIREDDA, DUE ANNI E QUATTRO MESI A QUAINI… E SIAMO SOLO ALL’INIZIO
Mano pesante del Tribunale di Genova nei primi due processi per le “spese pazze” dei gruppi consiliari nella Regione Liguria.
Subito dopo le condanne nei confronti di Maruska Piredda e Stefano Quaini ci si è chiesto quanto e come la sentenza potrà incidere sulle sorti degli altri consiglieri ed ex consiglieri indagati e soprattutto sulle elezioni del prossimo maggio, nelle quali saranno candidati sicuramente alcuni consiglieri uscenti sotto inchiesta.
Già da adesso si può tentare qualche risposta a queste domande, con la premessa – d’obbligo – che stiamo parlando di una sentenza ancora non definitiva in quanto appellabile e che la responsabilità penale è individuale, vale a dire che ciascuno degli imputati ha una storia processuale, magari simile, ma non coincidente con le altre.
Che cosa fa tremare gli altri indagati?
La severità dei giudici
La condanna a carico di Piredda e Quaini è stata superiore alle richieste del pm. Escluse la truffa e il falso, è stato invece riconosciuto – e pesantemente – il peculato; vale a dire: quei soldi erano di tutti e dovevano essere spesi unicamente per fini connessi con l’attività dei gruppi consiliari della Regione, mentre gli imputati li hanno utilizzati per acquisti del tutto personali.
In questo senso gli scontrini con mutande e giocattoli non sono stati ritenuti frutto del caso, di distrazione, o (sono giustificazioni ascoltate nel corso dell’inchiesta) “perchè il capogruppo (o il tesoriere) mi diceva di portare scontrini” o ancora “così mi aveva detto di fare il capogruppo precedente”.
Il giudizio abbreviato
Piredda e Quaini hanno ottenuto uno sconto di pena del 30 per cento, previsto dai processi con rito abbreviato.
A questo punto più di loro rischiano gli altri imputati rinviati a giudizio nello stesso ramo dell’inchiesta di quello che era l’Idv: Nicolò Scialfa, ex vicepresidente del consiglio regionale ligure, Marylin Fusco, ex consigliere regionale, l’ex deputato Giovanni Paladini e l’ex tesoriere del gruppo Giorgio De Lucchi. Nel processo ordinario rischiano condanne anche superiori.
Il ruolo dei capigruppo
Maruska Piredda ha subito una condanna più pesante di qualche mese rispetto a quella di Quaini. Una delle ipotesi, in attesa del motivazioni della sentenza, è che la maggiore severità sia dovuta al suo ruolo di capogruppo dell’Idv, sia pure per pochi mesi.
Di conseguenza, se torniamo al discorso di “chi trema adesso”, la posizione dei capigruppo indagati potrebbe essere più scomoda rispetto a quella di altri colleghi.
La “qualità ” e la “quantità ” delle spese pazze.
Stabilito anche in base alla sentenza di oggi che le spese non istituzionali sono peculato, va detto che la posizione complessiva dell’Idv era sembrata dall’inizio la più scomoda tra quelle di tutti i gruppi consiliari, sia per la quantità sia per la qualità delle spese.
Gli altri gruppi hanno in prevalenza ricevute di ristoranti e alberghi o scontrini di prodotti che sembrerebbero più facili da ricondurre tra le spese istituzionali.
Molto importante sarà capire come i giudici considerano i regali per festività o ricorrenze: sono spese istituzionali o peculato?
L’anomalia Pd.
Il Pd, come gruppo di maggioranza, è quello che ha in valori assoluti (ma non relativi) la quota più alta di scontrini sotto inchiesta. Scontrini, tuttavia, finiti spesso in un calderone all’interno del quale riesce difficile accertare le singole responsabilità .
I candidati alle regionali.
Come si può vedere dalla lista degli indagati, una buona parte dovrebbe essere candidata alle prossime regionali.
E’ il caso, solo per citare due esempi, dei consiglieri uscenti Nino Miceli (Pd) ed Edoardo Rixi (Lega Nord) che dovrebbero avere un ruolo di primissimo piano qualora la coalizione di cui fanno parte risultasse vincente.
Gli esponenti del Pd sono Michele Boffa, Antonino Miceli, Renzo Guccinelli, Massimo Donzella (ex Udc), Mario Amelotti, tesoriere del gruppo.
Gli indagati tra Forza Italia sono Marco Melgrati, Marco Scajola, Luigi Morgillo (ora in Liguria Libera), Matteo Rosso (ha lasciato il partito per sostenere Edoardo Rixi, ex candidato alla presidenza della Regione per la Lega).
I rappresentanti di Ncd indagati sono: Gino Garibaldi, Franco Rocca, Alessio Saso. Per la Lega: Francesco Bruzzone, Edoardo Rixi, Maurizio Torterolo.
Gli esponenti dell’Udc indagati sono Rosario Monteleone e Marco Limoncini.
Poi ci sono i due consiglieri Ezio Chiesa e Armando Ezio Capurro, che sostenevano la lista del presidente Burlando, ora in Liguria Cambia.
Gli altri indagati sono Aldo Siri della Lista per Biasotti, gli ex Sel Matteo Rossi e Alessandro Benzi (quest’ultimo oggi nel Gruppo misto), l’ex Idv ed ex Sel, poi dimessosi, Stefano Quaini, le ex Forza Italia Raffaella Della Bianca (oggi Gruppo Misto) e Roberta Gasco, la ex Idv Marilyn Fusco, e Giacomo Conti della Federazione della sinistra.
Nicola Stella
(da “il Secolo XIX“)
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Aprile 13th, 2015 Riccardo Fucile
TOTI STIZZITO: “FDI SIA COERENTE, C’E’ CHI SI DIVERTE A DIVIDERE L’ATOMO”
Al termine dell’ufficio di presidenza di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni in una nota spariglia le carte non solo in Puglia, ma anche in Liguria.
Se fino a ieri era scontato l’appoggio a Giovanni Toti, candidato da Forza Italia, Lega e Fdi, oggi le cose paiono diverse.
La principale ragione del mutamento, sia in Puglia che in Liguria, sta nella rivolta della base locale che non vuole sentir parlare nè della Poli Bortone, nè di Toti, rivendicando l’esigenza di volti nuovi, non appiattiti sui diktat di Berlusconi e Salvini.
E la notizia della telefonata imperiosa di Silvio in cui “ordina” alla Meloni di mollare Schittulli in Puglia, non ha certo contribuito a rasserenare gli animi all’interno di Fdi, così come le insistenze della Poli Bortone che ha accettato una candidatura senza chiedere prima il consenso del suo partito.
Il rischio per la Meloni è di perdere la faccia con la sua base elettorale e a questo punto La Russa ha consigliato una virata.
Nel comunicato si legge che “in Liguria siamo disponibili a convergere su candidature diverse da quella di Giovanni Toti, ci sono esponenti di centrodestra come Enrico Musso sulla quale saremmo disposti a convergere”.
A cui segue la precisazione di La Russa: “Fdi non chiude al sostegno di Toti ma vorremmo discuterne e Toti ha la controindicazione di essere visto come candidato paracadutato”.
In pratica è l’apertura di un nuovo fronte o per motivi tattici (far digerire a Berlusconi l’appoggio a Schittulli in Puglia con la minaccia di creare problemi su Toti) o sostanziali (rimettere in discussione anche la stessa alleanza in Liguria).
Sullo sfondo anche la necessità di smarcarsi un minimo da Salvini per evitare la critica di esserne la ruota di scorta.
Un cambio di strategia che in Liguria, in caso di appoggio a Musso, farebbe precipitare la candidatura di Toti al 20% e quella di Forza Italia al 10%, praticamente ininfluente e potrebbe allontanare Fdi dall’imbarazzante 2,6% attualmente attribuitogli dai sondaggi.
Non a caso la reazione di Toti è stizzita: “Fdi sia coerente, c’è chi lavora per rimettere insieme la coalizione e c’è chi si diverte a dividere atomo..”.
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Aprile 13th, 2015 Riccardo Fucile
CHI DEVE SISTEMARE LA FIGLIA, CHI LA COMPAGNA
A Nusco un mese fa alla sinistra di Ciriaco De Mita era seduto Stefano Caldoro e alla sua destra Sergio Chiamparino, a discutere di regioni e programmazione.
Una lezione di politica, nell’ambito del corso di perfezionamento della scuola di Alti studi politici di Nusco, di cui De Mita è direttore scientifico.
Direttore, sindaco, semplicemente: il “re dell’Irpinia”, come lo chiamavano ai bei tempi.
E come ai bei tempi è lui uno dei grandi registi degli accordi politici, a partire da quello che ha portato Area Popolare al sostegno di Caldoro.
Qualche giorno dopo l’incontro a Nusco, sul bollettino ufficiale della regione Campania, l’11 marzo, viene pubblicata una delibera che stabilisce un finanziamento da parte della Regione al Comune irpino per un importo complessivo di 5 milioni e 300 mila euro per la “riqualificazione del borgo antico”, “dei parchi comunali” e per la “messa in sicurezza e ri-funzionalizzazione dell’edificio storico dell’ex convento delle Suore Stigmatine”.
A Nusco, sempre nelle ultime settimane si è fatto vedere pure il coordinatore di Ncd Gaetano Quagliariello, per discutere della manovra che avrebbe portato il sostegno di Area Popolare a Caldoro.
È una ritualità antica quella che avvolge la politica del centro del centrodestra campano.
I big vanno dal Re, in processione. Il quale, come facevano i democristiani di una volta, si adopera per lo sviluppo del feudo.
L’ottantenne De Mita è stato nominato pure presidente del coordinamento dei 24 sindaci della Città dell’Alta Irpinia.
Sarà lui a guidare il progetto pilota per la valorizzazione e lo sviluppo delle aree interne. Le formalità lontano dal feudo, invece, sono affidate ai giovani quando l’accordo è già fatto da vecchio Ciriaco, il quale avrebbe ottenuto da Caldoro – secondo i ben informati – un assessorato per la figlia Antonia.
Ecco che per le formalità , a Napoli, all’incontro della stretta di mano finale con Caldoro, vanno Giacchino Alfano e De Mita Giuseppe, nipote di Ciriaco.
I quali chiudono un accordo sgradito a un altro democristiano di Area Popolare, Lorenzo Cesa e al suo luogotenente, l’assessore regionale Pasquale Sommese.
È il motivo per cui, a sostegno di Caldoro ci saranno due liste di centro.
Non una di Area Popolare, ma una di Ncd e una dell’Udc, almeno per ora.
Due, o forse tre. Perchè un altro pezzo della trama passa da Nusco a Ceppaloni, da De Mita al suo ex portavoce, Clemente Mastella.
Nelle ultime settimane l’ex guardasigilli ha trattato su più tavoli il suo sostegno a Caldoro, attraverso la candidatura della signora Sandra (sua moglie di Mastella e consigliere).
Dentro Forza Italia, dove Mastella è transitato, l’ipotesi non è risultata percorribile perchè Forza Italia ha optato per un “rinnovamento delle liste”.
Ora Mastella tratta su due opzioni: una candidatura di Sandra Leonardo nelle liste di Area Popolare, dove però Mastella si scontra con il veto della sua avversaria storica, Nunzia De Girolamo.
L’altra, che al momento pare più percorribile, è la nascita di una lista di sostegno a Caldoro assieme all’europarlamentare di Forza Italia Enzo Rivellini.
Che, nei desiderata degli ispiratori (Mastella e Rivellini), porterebbe all’elezione di Sandra Mastella nel Sannio e nel napoletano della compagna di Rivellini, Bianca D’Angelo, assessore uscente alle politiche sociali nella giunta di Caldoro.
Se così fosse, il centro andrebbe alle urne divise, ma ogni democristiano riuscirebbe a tutelare il suo spicchio di potere.
Chi invece, pur essendo molto attivo ancora nel centrodestra campano, non vuole candidarsi è Paolo Cirino Pomicino.
Che all’HuffPost dice: “La tessera non l’ho presa, ma sono in Area Popolare, diciamo così, per antica presenza perchè dovrebbero essere democristiani…”.
E su una eventuale candidatura aggiunge: “Ma le pare che uno della prima Repubblica si candida nella seconda? Noblesse oblige”.
‘O ministro resta nell’ombra. Ma c’è anche lui.
A volte ritornano.
(da “Huffingtonpost”)
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Aprile 13th, 2015 Riccardo Fucile
BERLUSCONI E SALVINI ISOLATI, LA POLI BORTONE LASCERA’ FDI… E IN LIGURIA SI STA LAVORANDO ALLA STESSA OPERAZIONE PUGLIESE, CON LA CANDIDATURA DI ENRICO MUSSO
Giorgia Meloni non accetta il diktat di Berlusconi.
Fratelli d’Italia non sosterrà la candidatura a presidente della Regione Puglia, della sua iscritta, Adriana Poli Bortone.
A meno che tutta Forza Italia, quindi anche la componente che si richiama a Raffaele Fitto, che invece sponsorizza la candidatura di Francesco Schittulli, cambi candidato, scelga cioè la candidata di Berlusconi.
Un’ipotesi dell’irrealtà , dato che le elezioni della Puglia sembrano solo l’occasione per un regolamento dei conti tra i due.
E Poli Bortone, che alla candidatura mostra di tenere eccome, minaccia di lasciare il suo partito che le volta le spalle. Insomma, la guerra tra Fitto e Berlusconi spacca anche Fratelli d’Italia.
Meloni: «Poli Bortone solo se siamo tutti uniti»
Meloni quindi fa sua la posizione che era già emersa dalla riunione del coordinamento regionale pugliese di FdI.
«Quella di Adriana Poli Bortone – dichiara la giovane leader – è un’ottima candidatura se funzionale alla vittoria. Se Berlusconi ci garantisce che c’è il sostegno di tutta FI siamo disponibili, altrimenti entro 24 ore confermeremo il sostegno a Francesco Schittulli».
Poli Bortone: «Se non accolgono la mia candidatura non mi vogliono»
A questo punto Poli Bortone sarebbe pronta a lasciare il partito.
«Se Fratelli d’Italia dovesse rinunciare alla mia candidatura, alla candidatura di una persona che fa parte del suo ufficio di presidenza, io ci resterei male e penserei di andarmene», aveva infatti comunicato l’ex senatrice leccese, intervistata dal programma «Un giorno da pecora» su Radio due.
«Se il partito rinuncia al mio nome con motivazioni che io non posso condividere, si vede che non vogliono che io resti in Fratelli d’Italia.”
«Peccato Adriana ci informi delle sue intenzioni via stampa»
Meloni non nasconde l’irritazione per le modalità con cui Berlusconi è entrato nel suo partito, interpellando direttamente Poli Bortone e quindi scavalcando i vertici di FdI: «Quella di Adriana Poli Bortone è una candidatura messa in campo con tempi e metodi francamente discutibili. Sarebbe un errore per Poli Bortone farsi utilizzare in una regione dove per regolare i conti interni» a FI «si impedisce di fatto al centrodestra di essere competitivo».
Così la presidente di Fdi Giorgia Meloni al termine di un ufficio di presidenza al quale, sottolinea, «ci avrebbe fatto piacere se avesse partecipato, ma ci ha fatto conoscere le sue intenzioni tramite mezzo stampa».
Il caso Liguria
Mentre a riunione di Fratelli d’Italia era ancora in corso, nella sede del partito è arrivato Enrico Musso. Musso, ex Pdl, e candidato governatore della Liguria con la lista civica «Liguria libera», alternativa e concorrente a quella di Forza Italia e della Lega che sostiene la candidatura di Giovanni Toti.
Dunque, si potrebbe prospettare uno strappo ulteriore nel centrodestra: a dividere l’area di centrodestra non solo potrebbe essere la questione Puglia, ma si creerebbe così un nuovo caso, quello della Liguria.
Adriana Logroscino
(da “il Corriere della Sera”)
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Aprile 13th, 2015 Riccardo Fucile
I LEGALI DI FITTO: “TUTTO LO STATUTO E’ ILLEGITTIMO, PREVEDEVA L’APPROVAZIONE DI UN CONGRESSO CHE NON C’E’ MAI STATO”… E FITTO ANNUNCIA: “LI FARO’ IMPAZZIRE”
La rissa è destinata a finire in tribunale: “Qua — dice Fitto ai suoi — è tutto illegittimo, illegittimi gli organi, illegittimi i dirigenti di Forza Italia. Se ci tengono fuori dalle liste, il 1° maggio faccio ricorso e ci vediamo in tribunale”.
Le fiamme dell’odio bruciano quel che resta di Forza Italia.
Silvio Berlusconi, rientrato a Milano dopo la remise en forme a Villa Certosa, pare un fiume in piena: “Ingrati, traditori, gente che mi deve tutto e gioca allo sfascio”.
Tira dritto l’ex premier che è riuscito a incassare sul suo candidato, Adriana Poli Bortone, il sostegno della Lega, ma non quello della Meloni che è in contatto diretto col capo dei ribelli: “La Russa e Giorgia — spiegano ad Arcore — si giocano con Fitto la partita del ‘dopo’, aspettano il big bang per poi marciare sulle macerie”.
Tira dritto pure Raffaele Fitto, che ha già consultato i legali per mettere nero su bianco una valanga di ricorsi: “Qua — ripete il capo dei ribelli — siamo solo all’inizio. Li farò impazzire”.
Il commissario Vitali ha già detto che Fitto è fuori da Forza Italia e non può usare il simbolo. Pronta la contromossa: appena saranno presentate le liste di Forza Italia che sanciranno l’esclusione dei fittiani, la rissa si sposta nei tribunali.
Fitto è pronto a contestare tutto, compreso l’utilizzo del simbolo di Forza Italia.
La questione è già sul tavolo dei legali dell’ex governatore: “Il punto — spiega uno di loro all’HuffPost – è che non è illegittima solo questa o questa norma, ma è illegittimo lo statuto. Perchè, sciolto il Pdl e riesumata Forza Italia, non è stato mai votato da un congresso. Mai”.
Fa notare il legale che è illegittimo pure il presidente Silvio Berlusconi.
Carta canta, all’articolo 19: “Il presidente del Movimento Politico Forza Italia è eletto dal Congresso Nazionale secondo le modalità previste dal regolamento”.
Ma il congresso non si è fatto: “L’Epurator è abusivo” mormorano i ribelli.
Ecco è questo il clima che si respira nella campagna elettorale che rischia di passare alla storia come quella del disastro totale.
Perchè la verità è che il big bang pare essere l’obiettivo di tutte le parti in causa.
Fitto in Veneto convergerà sul polo di Flavio Tosi, assieme ad Alfano. E presenterà liste anche in Campania.
Pure Silvio Berlusconi pensa alla prima mossa dopo il disastro: l’ex premier lascia trapelare dagli spifferatori ufficiali che è pronto a un ennesimo ritorno in campo e a una campagna elettorale senza risparmiarsi, ma in verità ha spiegato, nei vertici che contano — quelli con la famiglia — che non ha alcuna intenzione di metterci la faccia.
E non c’entra nulla la prudenza legata alla questione giudiziaria, si chiami Ruby ter o attesa per il certificato che attesta la fine dei servizi sociali a Cesano Boscone.
L’inabissamento è legato a una strategia precisa: “Berlusconi — sussurra una fonte livello – dice che le regionali andranno male. Sarà una catastrofe, si aspetta un 6 a 1 per Renzi. Quindi prova a starsene fuori per poi scaricare le responsabilità sulla vecchia guardia e dire il minuto dopo: colpa vostra, ora facciamo come dico io, rinnoviamo tutto”.
L’ultima suggestione è la creazione dei un nuovo contenitore, sul modello dei “Repubblicani”: “Va dicendo — prosegue la fonte — che bisogna fare come in America, da una parte i democratici, dall’altro il Repubblicani anche se è alla ricerca di un nome che non sia questo. E il 1° giugno l’idea è dire: sciogliamoci tutti in un contenitore più ampio”.
Il problema è che, nell’ora del cupio dissolvi, è già chiaro che non si scioglierà nessuno: nè Salvini, nè la Meloni, nè Alfano.
L’unico partito che rischia di arrivare sciolto dagli elettori è Forza Italia.
Gli ultimi report della Ghisleri sono da brivido: Caldoro in Campania è sotto e Giovanni Toti in Liguria pare fuori partita.
Perchè sui giornali il candidato ha fatto trapelare solo una parte del sondaggio, quello sul “nome”, omettendo che le liste della sua coalizione sono sotto di dieci punti rispetto al Pd e omettendo il sondaggio sulla credibilità del candidato, da cui non esce affatto bene.
Nemmeno la Ghisleri, che è una che ci prende sempre, ha gradito che Toti uscisse sui giornali come uno che se la gioca mentre appare avviato verso una sconfitta sicura.
Perchè la brava Alessandra sono dieci anni che non ne sbaglia una, non può mica sbagliare i dati della fine di un’epoca.
(da “Huffingtonpost“)
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Aprile 13th, 2015 Riccardo Fucile
LA CANDIDATA “NUOVA” MINACCIA IL PARTITO IN CASO MANTENESSE L’IMPEGNO PRESO CON SCHITTULLI
Lo psicodramma delle elezioni regionali in Puglia si arricchisce di un nuovo capitolo. Adriana Poli Bortone, che oggi avrebbe dovuto annunciare ufficialmente la sua candidatura alle elezioni sotto le insegne di Forza Italia, minaccia di lasciare il partito: “Se Fratelli d’Italia dovesse rinunciare alla mia candidatura, alla candidatura di una persona che fa parte del suo ufficio di presidenza, io ci resterei male e penserei di andarmene”.
La candidata in pectore di Berlusconi e Salvini, da Un Giorno da Pecora su Radio 2 Rai, conferma così che “se il partito rinuncia al mio nome con motivazioni che io non posso condividere, si vede che non vogliono che io resti in Fratelli d’Italia”.
A chi le fa osservare che le incertezze del centrodestra rischiano di far vincere Emiliano, l’ex ministro osserva: “Si vede che qualcuno vuole farlo vincere”.
Ha mai pensato che questa persona potrebbe essere lei?
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Aprile 13th, 2015 Riccardo Fucile
“E’ COME TAFAZZI: PRIMA MANDA LA SARDONE IN TV PER DIRE CHE MANDA AVANTI I GIOVANI E POI CANDIDA LA POLI BORTONE, IL NUOVO CHE AVANZA”
“Berlusconi ha mandato in Puglia un proconsole per tagliare le teste ed è finita che hanno tagliato a lui le palle. E’ andata così”.
Sono le parole pronunciate dal deputato di Forza Italia, Maurizio Bianconi, ai microfoni di 24 Mattino, su Radio 24.
“Berlusconi candida la Poli Bortone alle regionali in Puglia?” — continua — “E’ il nuovo che avanza. Prima manda la Sardone in tv per dire che manda avanti i giovani e poi candida la Poli Bortone che ha più di 70 anni. Berlusconi sembra un neo Tafazzi: prende il martello e se lo dà sulle palle. Se avesse capito che con il patto del Nazareno si sarebbe rovinato, come gli dicevamo noi, a quest’ora non farebbe tutto questo. Invece prima si e’ rovinato con il patto del Nazareno e ora si rovina buttando fuori chi dovrebbe tenere dentro per fare un buon centrodestra”.
E chiosa: “Ma purtroppo il Signore quando decide di perdere uno, gli fa perdere anche il cervello“
(da “il Fatto Quotidiano“)
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Aprile 13th, 2015 Riccardo Fucile
“MIO MARITO AMMAZZATO IN TRIBUNALE E IGNORATO DA RENZI E DAI GIUDICI”: L’AMAREZZA DELLA VEDOVA DELL’IMPRENDITORE UCCISO DA GIARDIELLO
Saranno funerali di Stato a metà .
Non ci sarà il feretro della terza vittima, Giorgio Erba, l’ex socio di Claudio Giardiello ammazzato anche lui in Tribunale.
Lo ha deciso sua moglie Rosanna Mollicone: «Ci sono stati vari annunci ma nessuno ha parlato con me. I funerali di mio marito avverranno mercoledì alle 10 e 45 nel Duomo di Monza con tutti i suoi amici».
Signora Rosanna Mollicone, perchè questa scelta?
«L’unica persona con cui ho parlato in tutti questi giorni è un tal signor Ferraro o Ferrari del Tribunale… Questo incaricato mi ha contattato venerdì pomeriggio per dirmi che al mattino c’era stata in Tribunale a Milano la commemorazione delle vittime. Ma io non c’ero. Perchè nessuno mi aveva avvertito. Nessuno mi ha chiesto di partecipare. Ho visto la cerimonia al telegiornale della sera. L’unico telegiornale che ho guardato in questi giorni».
E allora lei ha deciso che la bara di suo marito non sarà ai funerali di Stato…
«Sono lusingata se i famigliari delle altre vittime che stimo – un bravo giudice e un bravo avvocato – hanno pensato che si potessero fare i funerali tutti insieme…».
Ma?
«A me non importa la vetrina delle autorità . Io non sono mai stata contattata da nessuno, tantomeno da Matteo Renzi o da altre persone dello Stato come ho letto. E non ho ricevuto alcuna telefonata dal cardinale Angelo Scola come qualcuno aveva preannunciato. Allora preferisco che mio marito sia ricordato dai suoi amici. Sono stati i primi a pensare che ci fosse un momento di preghiera tutto loro per Giorgio».
In che senso?
«Mio marito era un grande appassionato di volo a vela. I suoi compagni avrebbero voluto che i funerali fossero celebrati nel campo che frequentava da tanti anni. La curia di Como ci ha fatto però sapere che non era possibile perchè i funerali devono avvenire solo ed esclusivamente in una chiesa. Allora mi sono informata e ho deciso che i funerali di Giorgio saranno mercoledì ma nel Duomo di Monza. Dove sono sicura verranno tutti i suoi amici».
E magari zero autorità …
«A me non interessa. Anche se nessuna delle cariche dello Stato mi ha chiamato io non mi sono mai sentita sola un minuto. Ci sono 300 o 400 persone che mi stanno vicine. Sono persone che volevano partecipare a un momento di preghiera per mio marito. Se io avessi accettato di far celebrare i funerali di mio marito con quel giudice e quell’avvocato solo 4 o 5 degli amici di Giorgio sarebbero entrati in chiesa».
Quindi lei tra le autorità e gli amici di suo marito sceglie questi ultimi?
«Io credo molto in Dio. Credo che davanti a lui siamo tutti uguali senza distinzioni. Preferisco che in chiesa ci siano tutte le persone che lo amavano e lo rispettavano, non una parata di autorità . Per mio marito sarebbero stati più importanti i suoi amici con cui divideva la passione del volo a vela».
Dopo le polemiche di questi ultimi giorni sui morti di serie A e di serie B, lei crede che ci siano anche partecipanti ai funerali di serie A e B?
«Se non avessero ucciso anche un giudice – una persona degnissima, un bravo magistrato – quello che è accaduto sarebbe finita come tutte le cose che avvengono in Italia. Io so che quelle 300 o 400 persone che mi stanno vicino in questi momenti tra qualche giorno diventeranno molto meno e alcune le perderò di vista per sempre. Ma adesso le sento vicinissime a me. L’altro giorno una famiglia musulmana che conosco ha detto che avrebbe pregato per me. È una cosa che mi ha fatto molto piacere anche se non siamo della stessa religione. Davanti a Dio siamo tutti uguali, siamo 7 miliardi di anime».
Lei non aveva mai parlato con un giornalista…
«E non intendo farlo più».
Va bene. Ma in questi giorni si è parlato molto di suo marito. Del fatto che era il coimputato di chi lo ha ucciso, delle liti che avevano… Vuole raccontarci lei chi era Giorgio Erba?
«Non mi interessa. Non è un problema mio quello che viene scritto sui giornali o detto alla televisione. Io so molto bene che Giorgio era una persona onesta. E lo sanno tutti i suoi amici che vorranno essergli vicino al funerale, mercoledì in Duomo a Monza».
Fabio Poletti
(da “La Stampa“)
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Aprile 13th, 2015 Riccardo Fucile
OSTUNI: CROLLA L’INTONACO IN UNA SCUOLA RISTRUTTURATA 4 MESI FA, FERITI UN’INSEGNANTE E DUE BAMBINI
“Queste cose non devono succedere. Ora basta, non possiamo temere per la vita dei nostri figli. La scuola va chiusa e vanno effettuati controlli a tutti i solai. Non può succedere una cosa simile in una scuola appena ristrutturata. Ma che lavori hanno fatto?”.
Se lo chiede il papà di uno degli alunni della scuola elementare “Enrico Pessina” di Ostuni, dove due bambini sono rimasti feriti in seguito al crollo di 5 metri quadrati di intonaco.
Il paradosso è che la scuola era stata di recente sottoposta a interventi di ristrutturazione, solo 4 mesi fa.
La domanda dunque appare più che lecita: ma che lavori hanno fatto in quella scuola?
Le ferite riportate dai due bambini di sette anni sono “serie ma non gravi”.
Lo rende noto il comandante dei vigili del fuoco di Brindisi, Michele Angiuli.
Nella scuola – sottolinea Angiuli – “si è verificato il distacco di 5 metri quadrati di intonaco, per uno spessore di 3 cm collassato all’improvviso, un peso significativo, venuto giù in maniera uniforme. Un bel blocco, che ha investito i bambini”.
Oltre ai due bambini, anche una maestra è rimasta ferita: è scivolata mentre cercava di dare soccorso ai bambini.
La scuola, che aveva riaperto i cancelli il 7 gennaio scorso dopo un periodo di chiusura per lavori di ristrutturazione, è stata evacuata.
I vigili del fuoco hanno dato indicazioni al sindaco affinchè l’intera struttura sia dichiarata inagibile.
“Questo – sottolinea Angiuli – anche in considerazione del fatto che erano di recente finiti lavori di ristrutturazione che avevano coinvolto anche la parte dell’intonaco. Si devono fare tutte le verifiche e i controlli del caso”.
“Della vicenda – rende noto ancora Angiuli – è stata informata dal commissariato di Ostuni l’attività giudiziaria che deciderà se effettuare il sequestro della parte interessata, o dell’intero stabile. I Vigili del fuoco stanno procedendo al prelievo di campioni di intonaco per indagini su quanto accaduto”.
(da “Huffingtonpost“)
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