Gennaio 31st, 2016 Riccardo Fucile
NEL 1953 I RAPPORTI TRA PRETE E SINDACO COMUNISTA ERANO GIUDICATI “TROPPO AMICHEVOLI”… E PER FERNANDEL E GINO CERVI SFUMO’ LA STATUETTA
Che i comunisti italiani detestassero Giovanni Guareschi è cosa arcinota, molto meno conosciuta invece è l’ostilità che suscitò negli Usa l’uscita e il successo del film Il piccolo mondo di Don Camillo, e per motivi diametralmente opposti: se nell’Italia dei primi Anni ’50 lo scrittore era considerato un reazionario, nell’America del maccartismo la strana storia di un sindaco del Pci in rapporti tutto sommato bonari col parroco di Brescello suscitava il sospetto di quanti vedevano ovunque il pericolo rosso
E così contro il film, che era ben avviato a vincere l’Oscar come miglior opera straniera nel ’53, si mobilitò la Cia, riuscendo a scongiurare l’assegnazione della statuetta alle avventure di Don Camillo e Peppone.
L’Oscar andò a Giochi Proibiti di Renè Clèment e la pellicola tratta da Guareschi, che nella versione americana era doppiata da Orson Welles per le parti della voce narrante e del Cristo parlante, se ne tornò alla base a mani vuote.
Documenti americani desecretati rivelano che un ruolo determinante lo ebbe tal Luigi Luraschi, contatto dell’intelligence Usa all’interno dell’Ufficio censura della Paramount, come racconta Egidio Bandini, studioso di Guareschi e presidente del Club dei Ventitrè, l’associazione fondata dai figli dello scrittore: «Siccome si era accorto che la componente “leftist” (di sinistra, ndr) dell’Academy Awards era intenzionata ad assegnare l’Oscar per il miglior film straniero a The little world of Don Camillo, si adoperò per impedirlo e ci riuscì, come dimostra la lettera scritta a Owen, il suo corrispondente all’interno della Cia: gli disse che pensava di essere riuscito a lasciare fuori la pellicola di Duvivier (il regista, ndr), spiegando di aver lavorato contro il film».
Non tanto perchè lo ritenesse troppo pericoloso politicamente, quanto per mettere i bastoni fra le ruote ai giurati progressisti che invece spingevano per la nomination.
Per Guareschi e la sua opera del resto non si tratta dell’unico episodio di incomprensione ideologica negli Stati Uniti: «Nell’edizione americana del primo volume vennero tagliati interi racconti in cui Peppone ci faceva una bella figura – aggiunge Bandini -. Solo l’anno scorso è uscita negli Usa la versione integrale».
Franco Giubilei
(da “La Stampa”)
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Gennaio 31st, 2016 Riccardo Fucile
LA DENUNCIA DELL’ALTO COMMISSARIO ONU: “TROPPI DI QUESTI CRIMINI RESTANO IMPUNITI”… COINVOLTI SOLDATI FRANCESI E GEORGIANI
È un j’accuse auto-referenziale quello dell’Onu contro i caschi blu dell’Unione Europea in missione nella Repubblica Centrafricana accusati di sfruttamento e abusi sessuali sui minori.
A denunciare i fatti – avvenuti tra dicembre 2013 e giugno 2014 in un centro per sfollati nei pressi dell’aeroporto di M’Poko nella capitale Bangui – sono state le stesse vittime durante le interviste condotte da due team dell’Onu nel corso delle ultime settimane.
Quattro ragazze di età compresa tra i 14 e i 16 anni hanno raccontano di essere state stuprate e costrette ad avere rapporti sessuali con peacekeepers del contingente georgiano, mentre un ragazzo e una ragazza di 7 e 9 anni avrebbero fatto sesso orale con i soldati francesi dell’operazione Sangaris in cambio di una bottiglia d’acqua e un sacchetto di biscotti.
Raccontano le violenze subite e testimoniano quelle a cui sono stati costretti altri bambini in ripetute occasioni dai soldati francesi.
L’alto commissario Onu per i diritti umani Zeid Ra’ad Al Hussei si è detto estremamente allarmato per le continue accuse di violenze sui minori contro le forze di pace dispiegate in Centrafrica: «Si tratta di accuse estremamente serie ed è cruciale che siano immediatamente e accuratamente investigate. Troppi di questi crimini continuano a restare impuniti».
La scorsa settimana Zeid aveva sollevato casi analoghi con le autorità europee, georgiane e francesi che hanno garantito di aver avviato indagini o demandato i casi alle autorità giudiziarie competenti nei loro rispettivi Paesi.
«Sono confortata dalle risposte iniziali che abbiamo ricevuto dai Paesi interessati, così come da parte dell’Unione europea» ha detto l’alto Commissario sottolineando che «troppi di questi crimini continuano a rimanere impuniti. Come sempre più casi emergono, implicando sempre più contingenti nazionali, è anche chiaro che tutte le forze militari straniere, sia dell’Onu sia non, devono svolgere azioni molto più efficaci per prevenire ulteriori abusi e sfruttamenti e non solo nella Repubblica Centrafricana».
In realtà , a essere sotto auto-accusa – per responsabilità indirette — sono le stesse Nazioni Unite o almeno alcuni suoi funzionari additati dagli stessi colleghi di complicità del tutto inaccettabili nei fatti denunciati più volte nel corso degli ultimi mesi.
A scoperchiare il pentolone delle malsanità era stato ad aprile scorso Anders Kompass, direttore delle operazioni sul campo per l’Ufficio dell’alto Commissario per i Diritti Umani (Ohchr).
Per aver lanciato l’allarme sugli abusi sessuali su minori da parte dei soldati francesi nella Repubblica Centrafricana e trasmesso documenti riservati alle autorità d’oltralpe, Kompass è stato sospeso per un breve periodo.
Nelle prime interviste rilasciate dopo essere stato scagionato, l’alto funzionario ha rivelato come il personale Onu taccia anche se a conoscenza delle violenze ai danni di minori per timore di perdere il posto di lavoro.
Lo sfruttamento sessuale è vietato da protocollo, ricorda Kompass, aggiungendo che di fatto però gli abusi sessuali sono «sostanzialmente tollerati» in Paesi come la Repubblica Centrafricana, dove gli operatori dell’Onu si sentono protetti da una certa cultura dell’impunità .
In questo senso alcuni funzionari dell’Onu sarebbero colpevoli di coprire decine di casi di abusi sessuali contro donne e bambini da parte dei suoi operatori laddove invece dovrebbe attivarsi per porre fine a una cultura del silenzio tacito.
Per il portavoce per i diritti umani delle Nazioni Unite Rupert Colville «Quello che è evidente nella Repubblica Centrafricana è che quanto sta avvenendo è dilagante. Stiamo parlando di qualcosa come 10 contingenti, sia Onu e non, che è veramente scioccante».
«Si tratta di un problema con gli eserciti, con le forze militari, e che per qualsiasi ragione non si sta facendo abbastanza per fermare quanto accade».
Le condanne sono state «troppo, troppo poche», sostiene Colville.
Il mese scorso, una commissione d’inchiesta indipendente ha accusato gli alti funzionari dell’Onu di aver abusato della loro autorità omettendo di prendere provvedimenti contro soldati di Francia, Guinea Equatoriale e Ciad accusati di abusi sessuali su minori nel 2013 e nel 2014 nella Repubblica Centrafricana.
(da agenzie)
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