Luglio 23rd, 2017 Riccardo Fucile
GENOVA, VANDALI ENTRANO A PALAZZO TURSI E DANNEGGIANO I BAGNI, NESSUNO SI ACCORGE DI NULLA… ALTRO CHE SPOT PER I CREDULONI, CERCATE ALMENO DI PROTEGGERE CASA VOSTRA, SE CI RIUSCITE
Atto vandalico questa mattina a Palazzo Tursi.
Delle persone non identificate si sono introdotte nella sede del Comune di Genova danneggiando i bagni e poi si sono date alla fuga.
L’assessore all'(IN)sicurezza del Comune di Genova, Stefano Garassino, leghista, dopo aver suonato la grancassa del “ritorno della sicurezza” in città ha subito in pratica un atto illegale a casa sua.
Poveretto, era più pallido del solido quando ha dovuto ammettere che non è piu’ “padrone neanche a casa sua”.
Non sono serviti i nuovi ordini di servizio ai vigili urbani, evidentemente, per impedire a un semplice teppista di danneggiare cinque rubinetti.
Forse i vigili erano fuori servizio dopo aver dovuto scortare l’assessore nella movida genovese (altrimenti se andava da solo si perdeva) per lo spottone uso media e pirla.
Eh sì, perchè uno deve essere assessore per rendersi conto della movida genovese nel centro storico, si vede che prima andava a dormire al tramonto.
Ma eccolo denunciare il fattaccio dei bagni come se fosse un assalto dell’Isis: “Consideriamo gravissimo quanto è accaduto, non ci faremo intimidire in alcun modo. La Pg della polizia municipale sta già indagando. Chiunque abbia compiuto questo atto deve sapere che non lasceremo correre”
Insomma il messaggio è chiaro: “Non pensino che ce la faremo addosso”.
In effetti, con la chiusura dei bagni per sistemare i danni, sarebbe un problema.
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Luglio 23rd, 2017 Riccardo Fucile
RIPARTITA DA PORT SAID DOVEVA ARRIVARE A CATANIA, MA IL SITO UFFICIALE MARINE TRAFFIC GLOBAL SHIPPING RIVELA IL CAMBIO DI DESTINAZIONE… PREVISTO ARRIVO IN RADA A TUNISI MERCOLEDI SERA
Dopo diversi giorni di sosta forzata a Port Said per regolarizzare la documentazione, la C -Star ha ripreso la navigazione nel Mediterraneo ufficialmente in direzione Catania. Ma dopo le richieste da parte delle istituzioni locali di vietarne l’attracco in quanto indesiderata per motivi di ordine pubblico, la confraternita xenofoba pare abbia ripiegato su Tunisi dove proverà l’attracco giovedi mattina.
La missione anti-migranti sta diventando un tour turistico dopo la partenza della nave dal porto di Gibuti il 7 luglio, siamo già infatti a quasi 20 giorni di navigazione.
La nuova destinazione, di cui nessuno finora ha dato notizia, risulta dal sito specializzato “Ufficial Marine Traffic Global” che monitora le posizioni delle navi in tempo quasi reale, con relativa mappa, velocità di navigazione e destinazione dichiarata dall’armatore.
La necessità di rifornimento impone alla C- Star uno scalo e per evitare di rimanere bloccata in Italia vista la illegittimità della missione dichiarata, ora tenta con la Tunisia.
Strano che, visto lo scopo di fare le guardie bianche del regime di Tripoli, non abbiano chiesto ai loro compagni di merende della Guardia costiera libica, la possibilità di scalare un porto libico.
La missione sta assumendo i contorni di un tour di propaganda degno del peggiore avanspettacolo e già si dichiara che la missione ha solo un’autonomia di dieci giorni.
Restiamo sempre in attesa di conoscere i dettagli dei finanziatori di questa missione, visto che lo si richiede alle Ong.
Siamo certi che Minniti si farà parte diligente perchè gli xenofobi tirino fuori costi della missione e relativi nomi di chi li paga.
In attesa che raggiungano prima o poi il “fronte caldo” della mission, evitando altri giri turistici, così ci divertiamo.
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Luglio 23rd, 2017 Riccardo Fucile
ACQUAFORMOSA NEL POLLINO RISALE NELLE CLASSIFICHE DELLA RICCHEZZA PRODOTTA: “AIUTARLI A CASA NOSTRA CI HA RESO GRAZIE ALL’ECONOMIA SOLIDALE”
L’accoglienza dei migranti può diventare “economia sociale”.
È il caso di Acquaformosa, borgo antico di circa mille abitanti all’interno del Parco Naturale del Pollino, in provincia di Cosenza.
“Grazie al progetto Sprar e ai fondi stanziati dal ministero dell’Interno in questi anni abbiamo dato una casa a un centinaio di migranti e ai minori stranieri non accompagnati”, spiega il vicesindaco Giovanni Manoccio , delegato all’immigrazione per la Presidenza della Regione Calabria.
E se il leader del Partito democratico Matteo Renzi dichiara la necessità di “aiutarli a casa loro”, Manoccio, già critico con le parole del suo segretario che a suo giudizio “insegue la destra xenofoba”, rilancia: “Grazie alla loro presenza e alla ricchezza prodotta da questa economia solidale, Acquaformosa è passata dal 380° al 210° posto nelle classifiche del Censis sulla ricchezza prodotta. Lo diciamo a chi parla di invasione”
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Luglio 23rd, 2017 Riccardo Fucile
LA LEGA VUOLE SPARARE ANCHE A LORO: INVECE CHE ANDARE A ROMPERGLI I COGLIONI, STATE A CASA A SENTIRE SALVINI IN TV
L’orso che nel tardo pomeriggio di sabato ha attaccato un uomo di 69 anni nella zona di Predera, nei pressi del lago di Terlago nella Valle dei Laghi in Trentino verrà “rimosso” (cioè prelevato e poi trasferito in un’area protetta) per effetto di un’ordinanza urgente del presidente della provincia di Trento, Ugo Rossi.
È questa la decisione presa da un vertice tenutosi nel capoluogo trentino.
Durante l’incontro è stato fatto il punto sull’intensificazione delle misure di presidio di prevenzione del rischio nell’area interessata.
Da stamani è attiva una squadra di emergenza composta da quattro persone e da due cani. Viene intensificata l’attività di monitoraggio con fotocamere già avviata in primavera. L’area dove è avvenuto l’attacco presenta un’alta densità di orsi, in particolare sono presenti anche delle femmine riproduttive, alcune con cuccioli.
Il no delle associazioni animaliste
Le associazioni per la tutela degli animali non ci stanno e annunciano battaglia. «Benchè non sia ancora chiara ed accertata la dinamica relativa alla presunta aggressione di un escursionista da parte di un orso, i soliti noti, sfruttando una situazione assolutamente confusa, non hanno perso tempo per sollecitare l’adozione di misure di emergenza, quali la rimozione di un non meglio identificato esemplare. Insomma è ripartita la grancassa della campagna anti-plantigradi, che poi altro non è se non un riflesso della più generale campagna antiselvatici da tempo in atto nel nostro Paese» spiega l’Enpa.
“Solo un pretesto per la guerra agli orsi”
«In realtà – prosegue l’associazione animalista – si vogliono soltanto avere dei pretesti per dichiarare guerra agli orsi, così come agli altri animali cercando di fomentare paure e guadagnare consensi. Lo dimostra il fatto che mentre si cerca di capire cosa sia accaduto nei boschi del Trentino, costoro non abbiano perso neanche un istante a emettere una sentenza di condanna. Contro quale “colpevole” poi non è dato saperlo, visto che le “indagini” sono ancora in corso».
«Diciamo no ad ogni ipotesi di “Daniza bis” – aggiunge l’Enpa – diciamo no ad ogni tentazione di ricorrere alla forza. I problemi nella convivenza con i selvatici, se e quando esistono, si risolvono con la scienza e la ragione, non certo sull’onda di un’emotività fuori controllo, strumentalizzata dalla politica».
L’Enpa, che ricorda come gli orsi siano specie particolarmente protetta, «è pronta a una mobilitazione totale nel caso in cui la situazione dovesse sfuggire di mano».
La Lega Nord della Valle dei Laghi aveva sostenuto in un comunicato umotistico che “è ora che la Provincia liberi i nostri boschi, vogliamo tornare ad essere padroni in casa nostra”.
(da agenzie)
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Luglio 23rd, 2017 Riccardo Fucile
DIMENTICA CHE IL COMUNE E’ L’AZIONISTA DI MAGGIORANZA DI ACEA E CHE IL M5S AVEVA PRESENTATO DENUNCE CONTRO IL PRELIEVO A BRACCIANO
“Sono chiaramente molto preoccupata, mi auguro sia assicurata l’acqua a tutti i cittadini romani, agli ospedali, ai vigili del fuoco, e agli esercizi commerciali e auspico che sia la Regione che Acea trovino quanto prima una soluzione condivisa”.
Lo ha detto la sindaca di Roma, Virginia Raggi, oggi a Trastevere per la festa della Madonna de’noantri. “Dobbiamo tutelare al massimo — ha aggiunto — oltre un milione di cittadini romani”.
L’uscita della sindaca pare curiosa.
Il 14 giugno il M5S ha infatti depositato in Parlamento una risoluzione che chiede al governo di rivedere le concessioni siglate con i gestori degli Ato «al fine di sospendere o ridurre i livelli di captazione dai bacini idrici per evitare danni ambientali». Non solo. Spiega oggi Repubblica:
Fin dall’anno scorso Roma ha dovuto ricorrere alla riserva del lago di Bracciano. Prosciugandolo. Al ritmo di 1.110 litri succhiati al secondo. Scatenando un’autentica guerra. A base di denunce e diffide. Condite pure da qualche cortocircuito. Uno dei sottoscrittori dell’esposto in Procura per disastro ambientale contro Acea, che secondo l’accusa starebbe distruggendo l’ecosistema lacustre, è infatti il “Consorzio Lago di Bracciano”.
La presidente dell’assemblea consortile è Virginia Raggi, nella sua veste di sindaca della Città metropolitana. Ma Raggi è anche principale azionista di Acea, la società che starebbe danneggiando il lago.
Con il curioso esito di riunire in sè il ruolo di accusatrice e accusata.
Per trovare una soluzione entro giovedì sono attesi uno o più incontri tra la Regione Lazio e l’Acea, che — in caso di fumata nera — potrebbe procedere ad un ricorso contro la decisione sullo stop ai prelievi al lago di Bracciano.
Giovedì è prevista al ministero dell’Ambiente una riunione dell’Osservatorio permanente sull’Italia centrale.
Le parole del presidente di Acea Ato 2 Paolo Saccani pesano come macigni: “In sette giorni non troveremo altra soluzione che razionare l’acqua a 1,5 milioni di romani, alle attività produttive, turistiche, ai palazzi delle istituzioni, al Vaticano: questo succederà . Non faremo il bene dell’immagine della Capitale d’Italia”.
Anche il Movimento 5 Stelle va all’attacco: “La Regione si è spinta troppo avanti senza coordinarsi con il Comune — sostiene il capogruppo in Campidoglio Paolo Ferrara -. Avrebbero dovuto sentire prima il Comune visto che è una misura molto impattante sui cittadini”.
(da “NextQuotidiano”)
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Luglio 23rd, 2017 Riccardo Fucile
LA FORNITURA SARA’ INTERROTTA A ROTAZIONE IN DUE QUADRANTI DA ALMENO 1,5 MILIONI DI RESIDENTI
Il piano di emergenza di ACEA che partirà dopo il 28 luglio, quando la multiutility non potrà prelevare acqua dal lago di Bracciano, prevede che per otto ore al giorno in due quadranti da almeno 1,5 milioni di residenti, con turni di stop da otto ore consecutive.
Ogni 24 ore per almeno sedici ore una parte della città rimarrà senza acqua e la regola varrà per tutti: appartamenti, uffici, negozi, imprese.
Spiega oggi Salvatore Giuffrida su Repubblica Roma che il piano draconiano di ACEA prevede che la fornitura venga interrotta a rotazione:
La città sarà divisa in due quadranti da almeno 1,5 milioni di residenti, con turni di stop da otto ore consecutive; in sostanza, ogni 24 ore almeno un quadrante rimarrà senza acqua per almeno sedici ore (due turni da otto non consecutivi). E questo riguarda appartamenti, uffici, negozi, imprese, ospedali, vigili del fuoco, insomma tutti i circa 3 milioni di utenti romani dentro il Raccordo. In media l’acqua sarà disponibile un giorno sì e un giorno no.
Saranno comunque messe a disposizione, nelle aree strategiche della città , un numero ancora imprecisato di autobotti e cisterne, ma servirà a poco.
Tutti i nasoni rimarranno senza acqua: al momento, secondo l’azienda, ne sono stati chiusi quasi 200 su oltre 2mila, ne rimarranno aperti solo 85 per la campionatura prevista per legge. I parchi e le ville, invece, non avranno problemi: l’acqua proviene dal Tevere, dall’impianto di Grottarossa, e non c’è bisogno di renderla potabile.
Già oggi l’erogazione dell’acqua, soprattutto nelle zone limitrofe alla capitale ma anche in molti quartieri dell’urbe, ha subito molti problemi con abbassamenti di pressione e interruzione in alcune aree della città come Roma sud e Cesano.
Ma secondo la mappa di Acea, anche altri quartieri erano a rischio, come Primavalle, Torrevecchia, Prenestino, centocelle, Roma est e anche alcune zone del centro storico. Ora invece lo stop dell’acqua riguarderà tutta la città .
La Regione Lazio ha spiegato ieri che lo stop al prelievo di acqua dal lago di Bracciano è determinato da alcune violazioni di ACEA: “Un decreto del ministero dei Lavori Pubblici (n.1170/1990) ha concesso all’Azienda Comunale Elettricità Acque Acea di prelevare acqua dal lago di Bracciano per usi potabili — spiega la Direzione regionale delle Risorse Idriche Regione Lazio — assicurando comunque il mantenimento delle escursioni del livello del lago nell’ambito di quelle naturali. Per tale ragione, proprio nella relazione generale del Progetto del Nuovo Acquedotto del lago di Bracciano, redatto dalla stessa Acea, alla lettera b di pagina 39 si definiva il livello idrometrico minimo concesso per le captazioni, fissandolo a 161,90 metri sopra il livello del mare”.
Anzi, a tale proposito, rileva ancora la Regione Lazio, “si prescriveva quanto segue: verranno inserite le saracinesche di apertura e chiusura ed un sifone idraulico che provveda a disinnescare automaticamente le condotte, non appena il livello dell acqua scende sotto la quota minima di 161,90 metri”.
Attualmente “il livello del lago di Bracciano e’ al di sotto di questa quota minima prefissata — conclude la nota — e ancor più lontano dallo zero idrometrico che corrisponde a quota 163,04”.
Da dove arriva l’acqua di Roma
Il volume d’acqua immessa in rete a Roma è di circa 500 milioni di metri cubi annui e gli abitanti serviti tra la capitale e altri Comuni del Lazio 3,7 milioni.
L’approvvigionamento idrico, gestito dalla societa’ Acea Ato2 Lazio centrale Roma, e’ assicurato per l’85% da sorgenti, per il 12% da pozzi e per il 3% da fonti superficiali.
Sono sei le grandi sorgenti: Peschiera, Capore, Acqua Marcia, Acquoria, Salone Vergine e Simbrivio. I principali pozzi sono: Finocchio, Torre Angela, Pantano Borghese, Laurentino, a cui si aggiungono altri minori.
E poi c’è il lago di Bracciano.
Ecco nel dettaglio le grandi sorgenti:
ACQUEDOTTO PESCHIERA-CAPORE, FORNISCE IL 70% DELL’ACQUA A ROMA Il 70% circa dell’acqua immessa quotidianamente nelle rete di distribuzione della Capitale, pari a circa 1,4 milioni di metri cubi, proviene dall’acquedotto del Peschiera-Capore, che recapita a Roma le sorgenti del Peschiera e della Capore, miscelate tra loro nel centro idrico di Salisano.
Il sistema di acquedotti Peschiera-Capore, che utilizza l’acqua captata presso due grandi formazioni idrogeologiche, situate nell’alta e media Sabina in provincia di Rieti, nelle quali hanno origine le sorgenti Peschiera e Capore puà addurre quasi due terzi della portata massima complessivamente disponibile per Roma che a ammonta a circa 21 metri cubi al secondo.
ACQUEDOTTI ANIENE, MARCIO, APPIO-ALESSANDRINO, VERGINE
Gli altri acquedotti che alimentano la città di Roma sono l’acquedotto Marcio, proveniente dalla valle dell’Aniene (con portata variabile da 3,5 a 5,8 metri cubi al secondo in relazione all’andamento idrogeologico delle sorgenti), a cui si affiancano due acquedotti minori detti Appio-Alessandrino e Nuovo Acquedotto Vergine, alimentati da sorgenti e pozzi situati nel comune di Roma (portata 2 metri cubi al secondo).
ACQUEDOTTO DI BRACCIANO
Il lago di Bracciano è fonte di risorse strategiche e di compenso stagionale da cui Acea può prelevare 1.100 litri al secondo medi, fino a un massimo di 5.000 litri al secondo in condizioni eccezionali.
(da “NextQuotidiano”)
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Luglio 23rd, 2017 Riccardo Fucile
IL CENTRODESTRA UNITO AL 35,1%, M5S al 27,6%, PD AL 26,9%… FORZA ITALIA E LEGA AL 15,1%, FDI AL 4,9%…. MDP 3,8%
Il centrodestra avanza nei sondaggi e a guadagnare voti è soprattutto Forza Italia.
La rilevazione di IPSOS che oggi pubblica il Corriere della Sera disegna un quadro in cui la somma dei tre partiti – FI, Lega e FdI – fa 35,1%, e già questo dato li farebbe arrivare, se insieme, in testa.
Ma soprattutto tutti e tre oggi guadagnano voti e crescono mentre gli altri sono in calo. Questo li mette in pole position, vista la legge elettorale attualmente vigente, per le prossime elezioni.
Il MoVimento 5 Stelle, che resta il primo partito, è infatti in calo di consensi nei sondaggi da tempo, e le tattiche estemporanee di inseguimento della Lega nella ricerca del consenso della destra non sembrano per nulla sfondare, anche perchè gli elettori continuano a preferire l’originale alla copia.
Il Partito Democratico ha da tempo perso l’appeal elettorale che le nuove primarie avevano riportato incoronando di nuovo Renzi.
In più, spiega il sondaggio, dai dati emerge, per la prima volta, un movimento a sinistra: dopo una serie di rilevazioni deludenti, Mdp-Articolo 1 ha un incremento dello 0,9%,esattamente la percentuale che perdono i dem.
Segno che i cugini separati di D’Alema e Bersani (in attesa che il tentativo di Pisapia prenda una forma) sono in grado di erodere qualche consenso.
I due partiti restano non paragonabili (Pd al 26,9%, Mdp al 3,8%), ma il segnale potrebbe far aumentare la competizione.
(da agenzie)
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Luglio 23rd, 2017 Riccardo Fucile
GRANDI RITORNI: PAOLO BONAIUTI PRONTO A TORNARE ALL’OVILE
Repubblica racconta oggi in un articolo a firma di Monica Rubino che l’esodo centrista verso Forza Italia sta prendendo forma in maniera molto consistente.
Ma il partito di Berlusconi accoglierà , a quanto pare, anche chi proviene da altri schieramenti.
Ad esempio tra i nomi c’è quello dell’ex M5S Adele Gambaro.
Tra i nomi di peso interessati a entrare nel partito satellite di Berlusconi c’è innanzitutto quello del senatore Paolo Bonaiuti, per 18 anni uomo della comunicazione del Cavaliere, praticamente la sua ombra, uscito dolorosamente da Forza Italia nell’aprile 2014 per aderire ad Ap.
Un ritorno con stile, quello di Bonaiuti, personalità che gli azzurri pensano possa «portare valore aggiunto» al progetto di Costa e Niccolò Ghedini, finalizzato a rafforzare la gamba di centro del centrodestra a trazione forzista.
Altri due senatori di Ap sarebbero pronti all’addio. Si tratta del lucano Guido Viceconte e del siciliano Pippo Pagano, attuale vicepresidente del gruppo a Palazzo Madama.
Alla pattuglia di alfaniani transfughi si aggiungerebbe anche una ex cinquestelle: Adele Gambaro, la prima grillina “espulsa” dai militanti in Rete nel giugno 2013 e poi approdata in Ala.
La Gambaro diventò famosa quando in un’intervista a Sky Tg 24 criticò Beppe Grillo dopo le elezioni amministrative 2013 dicendo che il M5S aveva perso per colpa di Grillo. In una votazione lampo sul blog la senatrice venne quindi espulsa per direttissima.
Sempre dal gruppo dei verdiniani proverrebbero altri due potenziali transumanti: Eva Longo, già di Forza Italia, che l’altro giorno su Repubblica ha decretato la fine del suo “amore” per Matteo Renzi, e Lionello Pagnoncelli, non nuovo ai cambi di casacca: eletto con Berlusconi, passato con i Conservatori e riformisti di Raffaele Fitto che abbandona poi per Ala, ora è pronto ad abbracciare il progetto dell’ex ministro degli Affari regionali.
Anche i sei fittiani del Senato, entrati da poco in Gal, sono in cerca di collocazione e guardano al soggetto centrista nascente, che potrebbe chiamarsi “Italia civica”.
Ma Costa non si sbilancia: «Non è male, ma non partecipo al totonomi, tantomeno al le attività di scouting». Quelle sono demandate a Ghedini, il vero regista dell’operazione “nuovo centro”, che tiene costantemente aggiornato Berlusconi, assicurandogli che «c’è la fila per rientrare in Forza Italia».
(da “NextQuotidiano”)
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Luglio 23rd, 2017 Riccardo Fucile
LA POLEMICA ORA E’ SULLA FUGA DI NOTIZIE DOPO LA PUBBLICAZIONE DEI VERBALI DELLA COMMISSIONE D’INDAGINE
Sembra paradossale ma il punto di vista di Osvaldo Napoli, capogruppo di Forza Italia, potrebbe diventare la road map per le prossime mosse della giunta Appendino e della maggioranza a Cinquestelle di Torino dopo la pubblicazione da parte della «Stampa» dei verbali della commissione d’indagine che mettono in evidenza la catena degli errori nella notte di piazza San Carlo.
La sua tesi è che ci sia stata una fuga di notizie e «se c’è un’inchiesta da aprire, allora è necessario farlo per accertare come sia potuto accadere che atti che dovevano essere secretati siano finiti sulle pagine di un giornale».
L’altro giorno, durante la conferenza dei capigruppo, il segretario generale del Comune, Mauro Penasso, aveva spiegato che per ottenere i documenti i consiglieri comunali avrebbero dovuto fare un accesso agli atti. Napoli la vede così: «Se dietro la diffusione di questi atti c’è l’intento di colpire il sindaco, allora chi ha fatto questo calcolo ha preso un abbaglio perchè Appendino si cala agevolmente nei panni della vittima di una macchinazione politica».
Ma i grillini sembrano aver particolarmente apprezzato un altro ragionamento del consigliere azzurro: «Quanto è accaduto costituisce oggettivamente un intralcio al lavoro della Procura».
La posizione ufficiale del M5S è solo più cauta: «Chi ha divulgato i verbali ha manifestato una mancanza di rispetto nei confronti del lavoro della magistratura, lavoro tuttora in corso». I grillini, che di fatto accusano le opposizioni di aver reso pubblici i verbali, non hanno alcuna intenzione di presentare un documento finale e aspettano le conclusioni della Procura.
Lo scontro con i consiglieri di minoranza che hanno partecipato alla Commissione d’indagine è totale. «Non abbiamo alcuna intenzione di cedere nonostante gli espedienti utilizzati dal M5S per evitare, o per lo meno procrastinare il più possibile, l’identificazione della verità dei fatti», fanno sapere Pd (Lo Russo e Lavolta), Moderati (Magliano) e Direzione Italia (Rosso).
Dal loro punto di vista è necessario concentrarsi sul contenuto di quei verbali che mettono in evidenza le criticità nell’organizzazione – dai varchi di accesso messi in ritardo al parking sotterraneo utilizzato dai venditori abusivi – e soprattutto, sull’assenza della politica.
La sera del 3 giugno la sindaca, sino ad allora titolare della delega alla sicurezza, è a Cardiff. Il vicesindaco è in vacanza.
E i due assessori supplenti non sono stati allertati. «Dal punto di vista politico – conferma Appendino ascoltata dalla Commissione – non c’era un assessore delegato ad essere presente».
Dalle carte, poi, viene confermato che per preparare la proiezione di Juventus-Real Madrid vennero fatte soltanto tre riunioni, un terzo di quelle impiegate per l’organizzazione della festa di San Giovanni. In questo caso in piazza Vittorio non è entrato uno spillo, nell’altro la piazza si è trasformata in una distesa di vetri rotti.
Ecco perchè per i commissari di minoranza è «giusto accertare le responsabilità ». In Consiglio Comunale si annunciano momenti di forte tensione. Le minoranze, infatti, malgrado lo scioglimento della Commissione d’indagine vogliono comunque «presentare discutere e votare in Consiglio» le loro osservazioni.
L’obiettivo è di stanare il M5S che a questo punto, così come Forza Italia, farà melina aspettando la magistratura.
(da “La Stampa”)
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