Luglio 4th, 2017 Riccardo Fucile
TRA I 657 IN CORSA C’E’ ANCHE SAMPIERI, INDAGATO PER TRUFFA, CHE CREA NON POCO IMBARAZZO AL M5S
Partenza a rilento con candidati problematici. La votazione per scegliere chi andrà a far parte della lista M5s alle regionali siciliane del 5 novembre si è chiusa, come sempre, in tarda serata ma per i risultati bisognerà aspettare mercoledì.
La questione che imbarazza i 5Stelle riguarda in particolare la candidatura di Giacomo Sampieri, ex manager dell’ospedale Villa Sofia di Palermo coinvolto per truffa nell’inchiesta su Matteo Tutino, il medico accusato di aver fatto interventi di chirurgia estetica facendoli passare per operazioni funzionali di chirurgia plastica.
“Chiunque sia iscritto al M5S può scegliere di partecipare alle Regionarie. Fra i requisiti richiesti c’era la consegna del certificato penale e dei carichi pendenti ma la bellezza di questo metodo è proprio che se dichiari il falso vieni immediatamente sbugiardato. Sampieri è certamente tra i candidati ma non ha i requisiti per esserlo”, spiega all’Adnkronos Giancarlo Cancelleri, deputato regionale pentastellato con buone possibilità di diventare il candidato governatore.
La candidatura di Sampieri ha da subito sollevato polemiche ed è possibile che sia rientrato tra i 62 candidati nella lista regionale.
Così i vertici — secondo quanto trapela — starebbero decidendo se escluderlo subito e se fare invece un passaggio successivo, rimuovendolo perchè non impossesso dei requisiti. Nel pomeriggio Cancelleri ha infatti sottolineato: “I 62 nomi non sono ancora candidati ufficiali”.
Fra i candidati risulta esserci anche Valerio D’Antoni, uno dei collaboratori più stretti del candidato a sindaco di Palermo Ugo Forello. Lui però ha smentito di essere in corsa e, sul suo profilo Facebook, ha scritto di essere “erroneamente” tra i candidati del Movimento per le elezioni regionali.
“Valerio – aggiunge Cancelleri – aveva mandato una mail di ritiro della sua candidatura ma per qualche disguido, probabilmente un indirizzo sbagliato, non è arrivata”.
Per tutte queste ragioni e per il numero enorme di concorrenti, cioè 657, il responso è slittato.
(da “Huffingtonpost”)
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Luglio 4th, 2017 Riccardo Fucile
PIGNORATO DA UN CREDITORE IL CONTO CORRENTE BANCARIO, NON CI SONO I SOLDI PER PAGARE I DIPENDENTI: “VITTIME DEL FALLIMENTO DELL’AZIONE POLITICA-AMMINISTRATIVA”
“È stato notificato a Roma Metropolitane, azienda di proprietà di Roma Capitale, un atto di pignoramento del conto corrente bancario da parte dell’impresa Salini Impregilo, che si aggiunge a un atto di precetto da parte dell’impresa ICM (Maltauro)”.
Lo fanno sapere, in una nota, i lavoratori di Roma Metropolitane. “La situazione di Roma Metropolitane si ripresenta quindi in tutta la sua drammatica criticità : i due atti, come si legge nel verbale di un incontro svolto oggi tra le Rsa e i vertici aziendali, “impegnano l’intero ammontare delle risorse economiche disponibili sul conto della società , impedendo di fatto di procedere con il pagamento degli stipendi di luglio”, nonche’ degli annessi rimborsi Irpef da dichiarazione dei redditi; e, se nulla cambia, non saranno pagati nemmeno gli stipendi dei mesi successivi. Entrambi gli atti sopra citati fanno seguito a contenziosi da tempo in corso, ben noti a tutti i soggetti coinvolti. Si tratta quindi delle ultime manifestazioni di una crisi strutturale che ormai da diversi anni le successive amministrazioni capitoline e la dirigenza aziendale non sono state di fatto capaci di risolvere”.
“Ricordiamo brevemente i termini della situazione: mancata approvazione dei bilanci 2015 e 2016; ritardi dei dovuti trasferimenti finanziari da parte di Roma Capitale a fronte di prestazioni svolte e riconosciute; mancata revisione della convenzione con il socio unico Roma Capitale, che regola i rapporti tra i due soggetti e i corrispettivi per le prestazioni svolte; assenza di un piano industriale e di prospettive certe sulle commesse, in relazione a una mancanza di visione sullo sviluppo delle infrastrutture di trasporto pubblico della Capitale; conseguente situazione di estrema e perdurante precarieta’ finanziaria, da cui i contenziosi con le imprese e il rischio occupazionale- continua la nota-
I lavoratori di Roma Metropolitane sono stanchi di una situazione ormai insostenibile e non dignitosa, e constatano il fallimento dell’azione politico-amministrativa e gestionale a tutti i livelli, che si e’ risolta unicamente in un interminabile balletto attorno alla sorte dell’azienda e dei suoi circa 160 dipendenti, con rischio incombente di blocco delle opere di cui la societa’ e’ stazione appaltante a cominciare dalla Linea C.
Le Rsa hanno richiesto un incontro urgente con la sindaca Raggi e gli assessori Meleo, Colomban e Mazzillo e si riservano di avviare tutte le azioni necessarie per tutelare i diritti dei lavoratori”.
(da agenzie)
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Luglio 4th, 2017 Riccardo Fucile
LE FRONTIERE MILITARIZZATE SONO IL SIMBOLO DI STATI AUTORITARI, NON DI DUE DEMOCRAZIE LIBERALI COME FRANCIA E ITALIA DI FREGIANO DI ESSERE
Frequento la Riviera dei Fiori da molti anni. Ospedaletti, Sanremo, Bordighera, Ventimiglia: in pochi chilometri sono concentrate spiagge e cittadine caratteristiche e bellissime.
Ieri pomeriggio stavo prendendo il sole ai Balzi Rossi, proprio al confine con la Francia, quando si sono avvicinati a me due ragazzi nordafricani che mi hanno chiesto una sigaretta in francese.
Avranno avuto pressapoco la mia età e non era difficile intuire quale fosse la loro direzione. Una brevissima conversazione ed è diventato tutto chiaro: mentre la Riviera si gode la sua estate di turismo e divertimento, al confine in moltissimi cercano, nei modi più disparati, di entrare in Francia.
La cronaca ce lo mostra ormai da mesi: c’è chi prova a passare per l’autostrada, e infatti ecco i cartelli che invitano a prestare attenzione alla loro presenza; c’è chi invece tenta di camminare lungo i binari del treno, e qualcuno ci ha rimesso la vita o è stato ferito in modo grave; i ragazzi di ieri volevano attraversare il confine lungo gli scogli ripidi che danno sul mare. Non so se ce l’abbiano fatta.
Da una parte quindi, abbiamo i politici che discutono invano su come gestire il fenomeno dell’immigrazione, dall’altra la realtà in tutta la sua crudezza, con la Riviera dei Fiori che, forse anestetizzata dall’abitudine, è diventata il teatro di uno spettacolo di miseria e morte.
È notizia di ieri che Spagna e Francia non intendono accogliere nei propri porti i migranti salvati nel Mediterraneo. Inoltre, la cena fra il ministro dell’Interno e i suoi omologhi Thomas De Maizière (Germania) e Gèrard Collomb (Francia) è stata un fallimento.
L’Austria intanto ha promesso di inviare militari sul Brennero. “Bisogna condurre in maniera coordinata un’azione efficace e umana in Europa che ci permetta di accogliere i rifugiati politici che corrono un rischio reale, senza confonderli con i migranti economici e senza abbandonare l’indispensabile mantenimento delle nostre frontiere”, ha detto il presidente francese Emmanuel Macron.
Il fallimento dell’Europa in materia di immigrazione è evidente guardando il confine a pochi passi dai Balzi Rossi dove mi trovavo ieri: forze dell’ordine armate a controllare chiunque passi.
Se questa è l’Europa senza frontiere che ci hanno raccontato, allora abbiamo fallito.
I due ragazzi che, probabilmente fra ieri pomeriggio e stanotte, hanno cercato di entrare in Francia sono il simbolo di un’Unione che ha perso il liberale proposito di assenza di frontiere, di libertà di spostamento.
Certo, aprire i confini significa anche correre il rischio che entri qualcuno di indesiderato, però in nome di un’Europa unita ne vale la pena, non ci può essere alternativa.
Le perquisizioni sui treni, le ronde notturne al confine, gli uomini armati a una frontiera che dovrebbe essere aperta, sono tutti elementi che caratterizzano uno Stato autoritario, non di due democrazie liberali come Francia e Italia si fregiano di essere. E mentre il dramma dei migranti continua ad andare in scena a Ventimiglia, noi privilegiati siamo qui a pochi chilometri a prendere il sole, sperando che le ferie possano anestetizzare la nostra empatia e la nostra umanità .
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Luglio 4th, 2017 Riccardo Fucile
I VOLATILI SONO AL 100% AUSTRIACI … IMPIEGATE ORE PER RECUPERARLI, FORSE SAREBBERO STATI UTILI I 750 SOLDATI SCHIERATI AL BRENNERO
Mentre al Brennero il governo austriaco, con accenni di nostalgia alla grandiosità perduta del periodo “Imperial e Regio” (Kaiserlich und Koenigliche) di Francesco Giuseppe, ha schierato le truppe per bloccare il temuto tsunami di immigrati dall’Italia, l’autostrada Ai che porta a Vienna da Salisburgo è rimasta bloccata per ore tra Asten ed Enns da 7.000 polli.
Volatili al cento per cento austriaci persi da un camion che li stava trasportando. I vigili del fuoco e la polizia hanno impegnato ore nel comico quanto arduo compito di dare la caccia ai pennuti.
All’origine dell’invasione di gallinacei l’urto del camion con un pilastro di un ponte che ha scoperchiato parte del vano di carico del camion, facendo letteralmente volare in aria, i polli sparsi per 160 metri lungo l’A1.
Forse i blindati e i 750 soldati schierati al Brennero sarebbero stati più utili sull’autostrada per dare la caccia ai polli.
(da “il Secolo XIX”)
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Luglio 4th, 2017 Riccardo Fucile
BLINDATI AL CONFINE CON 750 SOLDATI PER BLOCCARE PROFUGHI CHE NON CI SONO…IL SINDACO DEL BRENNERO: “PROFUGHI QUA NON SE NE VEDONO DA TEMPO, IL 15 OTTOBRE IN AUSTRIA SI VOTA, SERVE PER TOGLIERE VOTI AGLI XENOFOBI”
L’Austria potrebbe attivare nelle prossime settimane controlli rafforzati al confine del Brennero con l’ausilio di 750 soldati, “se non rallenta il flusso di migranti dall’Italia”. L’annuncio è stato dato dal ministro della Difesa austriaco, Hans Peter Doskozil.
Ed è arrivata la conferma da parte del giovane ministro degli Esteri e leader del Partito Popolare Sebastian Kurz: “Abbiamo accolto più persone di quanto non abbiano fatto gli altri stati europei”.
Sul fronte italiano, arriva la reazione della Farnesina, che ha deciso di convocare l’ambasciatore austriaco a Roma. Questa la nota pubblicata dal ministero: “A seguito delle dichiarazioni del governo austriaco circa lo schieramento di truppe al Brennero, il segretario generale del ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, amb. Elisabetta Belloni, ha convocato stamane alla Farnesina l’ambasciatore austriaco a Roma, dr. Renè Pollitzer”.
Secondo le indiscrezioni, il contingente militare austriaco sarà composto da 450 militari di stanza in Tirolo e 300 della Carinzia.
Il quotidiano austriaco Kronen Zeitung, riporta che il governo domenica scorsa avrebbe già disposto il trasferimento dei primi armamenti pesanti in Tirolo, tra cui 4 blindati, per la chiusura della frontiera. Favorevole all’avvio dei controlli anche il governatore del Tirolo, Guenther Platter, del Partito popolare (Ovp).
Il 15 ottobre l’Austria dovrà affrontare le elezioni anticipate per eleggere nuovamente il parlamento, dopo che la grande coalizione tra socialdemocratici e popolari è naufragata.
Secondo molti osservatori, il rafforzamento dei controlli al confine col Brennero rientra nella strategia elettorale del nuovo leader del centro destra Kurz di adottare una linea dura contro i migranti nella speranza di togliere voti all’estrema destra del partito della Libertà (Fpoe).
La scelta di Vienna non è piaciuta a tutti.
Il sindaco di Brennero Franz Kompatscher sostiene che la decisione dei ministero non è giustificata dalle circostanze: “Non vedo, al momento nessuna emergenza. Ci sono pochissimi profughi, abbiamo vissuto altri tempi emergenziali, al momento quello che dicono mi sembra esagerato”.
E aggiunge: “La situazione è tranquilla e non è possibile passare il confine facilmente: i migranti sanno che ci sono controlli sia sulla parte italiana che su quella austriaca e quindi neppure cercano la strada per il Brennero”.
Per il primo cittadino quella dell’Austria è una mossa elettorale: “In Austria sono a pochi mesi dalle elezioni. Ora chiaramente qualcuno mostra i muscoli”.
(da “Huffingtonpost“)
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Luglio 4th, 2017 Riccardo Fucile
L’EREDE DESIGNATO E’ CANCELLIERI, MA LA POLEMICA SUI CANDIDATI SCORRE SU FB, CAPITANATA DAI SANZIONATI PER LE FIRME FALSE DI PALERMO
Da stamattina sono aperte le votazioni per scegliere i candidati che formeranno la lista e rappresenteranno il MoVimento 5 Stelle alle elezioni regionali in Sicilia nel 2017. Come sappiamo, nell’isola il M5S è molto forte e parte favorito: i sondaggi gli attribuiscono una percentuale doppia rispetto al Partito Democratico che ha appena visto sfumare la candidatura di Pietro Grasso.
La situazione sembrerebbe dunque idilliaca, ma la Sicilia è la regione in cui il MoVimento ha dovuto vivere una spaccatura epocale in seguito alla vicenda delle firme false e al rinvio a giudizio di 14 attivisti tra cui i tre deputati Riccardo Nuti, Giulia Di Vita e Claudia Mannino.
E ovviamente la ferita ancora aperta, che la sconfitta di Ugo Forello nella corsa al Comune di Palermo non ha certo contribuito a sanare, si riflette sulle primarie appena indette.
Beppe Grillo e Davide Casaleggio hanno infatti garantito la loro presenza all’incoronazione del candidato governatore — che con tutta probabilità sarà Giancarlo Cancelleri — per il 9 luglio a Palermo: non è un caso visto che il deputato regionale è una delle personalità più importanti del M5S a livello nazionale ed è sempre stato ascoltatissimo da parte dei vertici grillini.
E così, mentre lui chiede elegantemente il voto degli iscritti certificati — sostenendo, anche se non è vero, che il M5S è l’unica forza politica che fa scegliere i propri candidati ai propri iscritti — tra gli iscritti siciliani va molto in voga un post di Gianluca Zandini, che lavora nella comunicazione del M5S in Parlamento ed è stato candidato grillino in Lombardia, in cui si parla di “Cordate, truppe cammellate, poltronisti” e si tracciano vari tipi psicologici del candidato furbetto a 5 Stelle:
IL CANDIDATO ORGANIZZATO ti fa telefonare da un loro amico o fa mandare messaggi su whatsapp per dirti di votare solo uno specifico candidato e di non dare altre preferenze. Di solito fa parte di un gruppo esistente ma fa riunioni separate per conto suo e manda avanti gli altri a sparlare degli altri candidati. Sono i primi a richiedere insistentemente nuove regole e paletti per le candidature, attenzione, non filtri, regole.
— Il CANDIDATO SCONOSCIUTO spunta fuori immancabilmente due mesi prima delle elezioni, fa quattro banchetti, posta due foto con Di Maio o Di Battista, condivide post di Beppe a raffica e Napolitano diventa il suo peggior nemenico. Fino a due mesi prima sui social solo gattini, calcio e post di Commenti Memorabili, nei mesi successivi idem
— Il CANDIDATO TATTICO si candida alle comunarie ma, una volta passatto, si sfila per lasciare il posto ad un altro così da potersi candidare alle nazionali o regionali alla prima tornata utile
Ma non c’è solo questo, anche se il post ha riscosso il prestigioso like di Samantha Busalacchi, accusata di aver materialmente falsificato insieme ad altri le firme per la candidatura di Riccardo Nuti a sindaco di Palermo nel 2012.
Anche lo stesso ex candidato nel frattempo diventato onorevole sente il bisogno, su Facebook, di compilare liste sulle furberie dei candidati.
Ovviamente sempre senza nomi e cognomi, in omaggio alla trasparenzaquannocepare che è tipica del 5 Stelle anche se sospeso:
Con questi post sulle regionarie #m5s in Sicilia forse si sta esagerando. Ci sono dei post-perla in giro che regalano tante risate:
— “istruzioni per il voto” tradotto “votate quelli che voglio io o chiedete a me chi votare quelli della mia cordata”
— “votate chi ci crede” tradotto “votate chi sta scrivendo questo post che state leggendo
— “votate chi è attivo” tradotto “io sono attivo votate me e chi vi dico io
— “votate chi si candida per l’amore per la Sicilia” tradotto “io mi sono candidato e se non mi votate avrete 7 anni di maledizione”
— “vota il progetto non le persone” tradotto “lo so, detto così non dovresti votare nessuno ma intanto chiedimi chi votare e appena mi candido vota me”
— “domani si vota, è un momento importante” tradotto “ho fatto il post gg fa per dirti che mi candido, oggi ti ricordo di votarmi maledetto”
— “vota chi è presente nel territorio” tradotto “vota me che faccio tanti post su fb”
— “è l’ultima speranza per la Sicilia” tradotto “se non mi voti sono nella m…. e devo lavorare o cercarmi un lavoro”
«Un amore così grandeee!», cantava Beppe Grillo dal palco di Palermo. E in effetti tracce di amore nel M5S siciliano si scorgono un po’ ovunque.
Mauro Giulivi, compagno dell’onorevole Chiara Di Benedetto — quella che pubblicò su Facebook e poi cancellò l’email che accusava Ugo Forello di un non meglio precisato (ma comunque archiviato) complotto dietro le firme false a 5 Stelle — linka un articolo di LiveSicilia che racconta della corsa dell’ex manager Giacomo Sampieri, sotto processo per lo scandalo di Villa Sofia e accusato di concorso in peculato per omesso controllo e abuso d’ufficio.
L’articolo però racconta anche altro di interessante:
In provincia di Palermo, oltre ai deputati uscenti Giampiero Trizzino e Salvatore Siragusa, concorre anche Valerio D’Antoni, avvocato e uno dei più stretti collaboratori dell’ex candidato sindaco Ugo Forello, con cui ha condiviso l’esperienza in Addiopizzo. […] Confermata le candidature di Rossella Vilardi, collaboratrice della deputata Giulia Di Vita, sospesa dal movimento dopo la vicenda firme false, anticipata da Livesicilia. Prova a centrare un posto all’Ars anche Luigi Sunseri, collaboratore dell’eurodeputato M5s Ignazio Corrao.
A prenderla non benissimo c’è anche Riccardo Ricciardi, marito della senatrice Loredana Lupo e rinviato a giudizio per le firme false.
Lui su Facebook decide, come da costume M5S, di prendersela con una «piacente donzella (qualcuno la chiamerebbe, forse più appropriatamente “sgallettata”) la quale, dopo avere in tempi passati denigrato il MoVimento medesimo, si è già candidata alle Comunarie, raccattando voti con melliflui messaggini privati denotanti la sua scarsa profondità culturale e morale. In vista di ‘sti cazzo di voti on line, parte diretta con “Ma si vede il video della mia presentazione? No, perchè forse a me da qualche problema. Guardalo tu e poi mi dici”, a ” C’è qualche mio contatto sul pianeta terra iscritto al blog?” per terminare con una scritta a caratteri cubitali sul proprio profilo ” votate chi vi pare, però se votate me è meglio che io più di tutti ho capito cos’è il movimento e c’ho pure il selfie con Diba”».
Anche lui, in omaggio alla trasparenzaquannocepare, non fa nomi ma è pregevole il gioco di parole con semicitazione di Alberto Sordi ad inizio post.
Nel meetup di Palermo c’è invece un po’ di maretta nei confronti di chi «ha sparato merda per mesi sul Movimento e ora lo trovo candidato alle Regionarie. Personaggetti in cerca di autore» (anche qui non si fanno nomi, non si sa mai…) e di «quelle persone che vengono in questo gruppo e, senza aver mai interagito in sei mesi con nessuno della community, decidono improvvisamente di spammare un loro post per avere un po’ di visibilità . Beh, non è questo il modo migliore per farvi conoscere».
Silenzio, invece, da parte delle altre due deputate sospese (nei cui confronti la sospensione è stata prolungata, come per Nuti), ovvero Giulia Di Vita — la cui assistente Rossella Vilardi concorre — e Claudia Mannino.
D’altro canto Cancelleri è stato ripetutamente accusato, insieme a Forello, di essere l’autore del complotto che ha messo fuorigioco Il Grillo di Palermo e i suoi candidati dalla corsa per il Comune.
L’amore è sempre più grande in Sicilia.
(da “NextQuotidiano”)
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Luglio 4th, 2017 Riccardo Fucile
MA I GRILLINI NON ERANO PER L’ACQUA PUBBLICA?… E C’E’ PURE UNA MOZIONE M5S PER TRASFORMARLE A PAGAMENTO
I primi 30 sono già rimasti a secco: da lunedì è cominciato il piano di chiusura dei “nasoni” romani. Trenta al giorno per tutta l’estate, fino ad arrivare all’interruzione dell’erogazione della quasi totalità delle 2.172 fontanelle sparse per la Capitale.
Una decisione presa da Acea, che si somma alla mozione presentata dal Movimento 5 stelle per prevedere una forma di pagamento nelle “Case dell’acqua” pubbliche. Un altro motivo di proteste.
Continuano, infatti, gli appelli per mantenere aperte le fontane, per svariate ragioni: la Croce Rossa denuncia i rischi per i senza dimora, EcoItaliasolidale quelli di inquinamento, le opposizioni sottolineano il danno d’immagine ed i disagi per i turisti, oltre che per anziani e bambini.
Ma dall’azienda considerano la scelta inevitabile, vista l’emergenza siccità che ha colpito tutto il Paese e il Lazio in particolare . E, in attesa che gli interventi strutturali in cantiere portino a qualche risultato, non resta che confidare nella pioggia.
SALVE MENO DI 200 FONTANE SU 2MILA
Il piano prevede la chiusura ogni giorno di 30 nasoni, “da lunedì 3 luglio fino a quanto necessario”. Il piano procederà “a tentoni”, valutando giorno per giorno i risultati e possibili rimodulazioni. Ma di sicuro ne rimarranno aperti soltanto 85 su oltre 2mila, per i prelievi delle Asl. E in più — questa è una decisione dell’ultima ora — anche un altro centinaio, nei punti più strategici, per allentare la morsa della sete (e forse anche per placare un po’ le polemiche).
“NASONI HI-TECH” A PAGAMENTO?
Sono state molte le proteste per la chiusura, considerata una misura pericolosa per le fasce più deboli della popolazione oltre che inefficace, visto che i veri motivi di spreco risiedono nei problemi strutturali della rete idrica, mentre le fontane consumano appena l’1% di tutta l’acqua immessa giornalmente.
Ora le critiche arrivano dall’opposizione, e si allargano a un’altra misura proposta dal M5s: la maggioranza ha appena depositato in Comune una mozione per rendere a pagamento l’erogazione nelle 57 “Case dell’acqua” installate sul territorio comunale. “Sul blog di Grillo si parla di acqua pubblica, ma ora che si trova a gestire le risorse idriche il M5S torna alle logiche di profitto più che a quelle di servizio”, attacca il consigliere del Partito Democratico, Marco Palumbo. Anche il problema dei “nasoni hi-tech”, dopo quelli tradizionali.
Per vedere i “nasoni” di nuovo in funzione prima di allora non resta che sperare nel meteo. “Prima o poi dovrà ricominciare a piovere”, si augurano da Acea. E incrociano le dita.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Luglio 4th, 2017 Riccardo Fucile
IL FRATELLO DELL’EX DIRIGENTE A PROCESSO TORNA A CHIEDERE IL POSTO CHE E’ COSTATO ALLA RAGGI L’ACCUSA DI FALSO
Renato Marra, fratello di Raffaele, ha presentato domanda, tramite interpello, per andare a dirigere il dipartimento Turismo del Campidoglio.
Lo scrive oggi Simone Canettieri sul Messaggero ricordando che è lo stesso posto che alla fine è costato alla sindaca l’accusa di falso da parte della procura di Roma:
Sono passati i mesi, non la bufera politica sulla grillina, ma nel frattempo il fratello di RaffaeleMarra (l’ex braccio destro della sindaca arrestato per corruzione e ora ai domiciliari) continua a non demordere. Vuole quel posto da dirigente — «ne ho i titoli» come disse al Messaggero — e quindi si è fatto avanti. Adesso, l’ultima decisione spetterà proprio a Raggi. L’esito, ammettono nei corridoi di Palazzo Senatorio, è scontato. Difficilmente la pentastellata asseconderà i desideri del dirigente dei vigili urbani che, dopo l’annullamento della nomina in autotutela, è stato mandato a capo del XV gruppo.
La sua domanda per quel posto che scotta tecnicamente sarà vagliata come tutte le altre.
Una sfida alla grillina o una scelta di principio? Se lo domandano un po’ tutti.
Lui non parla, è in ferie, bastano gli atti. La notizia circolata in queste ore in Comune è stata presa tra il sarcasmo e lo stupore. Ma tant’è.
Di fatto la Marreide continua, a suon di colpi di scena.
Anche perchè i tempi di adesione all’interpello e quelli dell’inchiesta sulla sua precedente nomina per uno strano destino, o forse è tutto calibrato al millimetro, si incrociano di nuovo.
A gennaio, dopo l’inchiesta su Raffaele, il Campidoglio aveva annullato tutto. Marra senior è stato spostato dal Turismo a un gruppo della polizia locale.
Intanto la casella in Comune rimane libera per mesi. Al punto che rientra nel nuovo interpello: i dirigenti interessati se vogliono possono farsi avanti. E Renato non si è fatto pregare due volte.
(da “NextQuotidiano”)
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Luglio 4th, 2017 Riccardo Fucile
IL LEADER DI FORZA ITALIA NON ANDRA’ A PIACENZA PER LA PASSERELLA DI SALVINI
Silvio Berlusconi osserva compiaciuto la «stella cadente» di Matteo Renzi, le convulsioni del Pd alle prese con i compagni della sinistra, la rottura con Giuliano Pisapia e conclude che il centrodestra già ai blocchi di partenza è vincente.
Se in più ci mette il suo ritrovato dinamismo e il «programma rivoluzionario» che sta scrivendo, è convinto che sarà quasi un gioco da ragazzi impedire ai 5 Stelle di andare al governo.
Una visione ottimista che presuppone una coalizione unita dietro di lui.
Salvini? «Alla fine dovrà venire a Canossa». Giorgia Meloni? «Da sola con il suo 4% non va da nessuna parte». Il programma comune? «Un accordo minimo si troverà , tranquilli».
Insomma, il Cavaliere sparge miele, dice che la sua età non conta e di essere pronto a vedere gli alleati.
Intanto non intenderebbe accettare l’invito di Salvini all’assemblea programmatica della Lega che si svolgerà a Piacenza il 16 luglio.
Un appuntamento nel quale i leghisti esporranno le loro proposte di riforma su fisco, pensioni, infrastrutture, giustizia, ambiente ed energia.
«Basta perdere tempo su chi è il leader e il delfino: parliamo di contenuti e vediamo se siamo d’accordo sulle cose da fare», è il mantra del capo leghista, che chiede a Silvio di venire a Piacenza.
Ma in effetti non c’è ancora una richiesta formale recapitata ad Arcore. Anzi, il silenzio più assoluto. «Al momento non risulta alcun invito», dicono i più stretti collaboratori del leader di Forza Italia.
Solo dichiarazioni pubbliche, interviste nelle quali il leader del Carroccio annuncia l’iniziativa del suo partito. Un invito generico. Nient’altro.
Gli sherpa però sono al lavoro per tentare un incontro, un colloquio tra la prossima settimana. Berlusconi però non sembra intenzionato ad andare a Piacenza.
Non vuole replicare quello che è successo nel novembre del 2015 quando salì sul palco della Lega a Bologna, accolto con freddezza e da qualche fischio arrivato dalla piazza.
Diversa invece era stata l’accoglienza riservata alla Meloni. Anche a lei ancora non è arrivato alcun invito, ma Giorgia non ha dubbi sulla sua presenza a Piacenza se Matteo la chiamerà .
(da “La Stampa”)
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