Gennaio 30th, 2020 Riccardo Fucile
SONO LE STORIE DI TRE DEGLI 80.000 MIGRANTI RESI INVISIBILI: DOPO AVER COMINCIATO UN PERCORSO DI INSERIMENTO ORA SI RITROVANO PER STRADA… LA DENUNCIA DI AMNESTY INTERNATIONAL
Hamed. Hamed, 39enne nato in Ghana, vive a Castel Volturno, è non vedente e ha bisogno di un’assistenza quotidiana. Finora è stato aiutato dagli operatori del centro Sprar locale. La richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno per motivi umanitari è stata però rigettata a causa del decreto sicurezza.
Per questo, entro giugno 2020 Hamed dovrà lasciare lo Sprar e fare a meno dell’assistenza. Si ritroverà privo del reddito necessario al suo sostentamento, dell’assistenza sanitaria e senza un’abitazione in cui poter vivere.
“Mi sento impotente e sperduto. Finirò presto in mezzo a una strada e non vedendo nulla sono finito, se non trovo qualcuno che mi aiuti. Ho paura di non farcela. Non capisco perchè l’Italia mi tratti così. Sono non vedente, mi tolgono la protezione umanitaria, mi sbattono in mezzo a una strada. Come faccio a vivere? Come faccio a dormire, mangiare? Chi si prende cura di me, considerando che io non posso farlo?”
Karim. Ventidue anni, originario della Nigeria, residente in provincia di Rieti, Karim racconta ad Amnesty International come appena arrivato in Italia gli è stato concesso il permesso di soggiorno per motivi umanitari. “Mi sembrava la fine di un incubo. Ero scappato dalla miseria e dai terroristi nel mio Paese, avevo vissuto le torture libiche, ma finalmente mi trovavo in un Paese che mi vedeva, riconosceva e mi credeva. Nasceva la speranza di vivere una vita felice”.
Nel frattempo gli viene diagnosticato un glaucoma in fase terminale. “È stato l’ospedale della mia città a rendersene conto. Così è iniziato un altro calvario. Prima nessuno aveva immaginato quello che potessi avere. Avevo sì un permesso di soggiorno, ma i medici mi dissero che stavo perdendo la vista. Ora non ci vedo quasi più e non vedo futuro per me. Sembro nato male. Sono arrivato in Italia senza documenti. Poi ho avuto l’umanitaria e ho iniziato a perdere la vista. Ora lo Stato italiano mi ha tolto l’umanitaria e sono diventato cieco, senza casa e senza lavoro. Come faccio a vivere così?”.
Da novembre 2019 viene preso in carico da alcuni volontari e dalla stessa comunità nigeriana locale, che tenta di sostenerlo nelle sue necessità sanitarie. “Senza di loro penso che sarei già morto. I miei connazionali e alcuni ragazzi italiani mi aiutano a sopravvivere. Altrimenti per me non ci sarebbe speranza”.
Jibril. In Camerun Jibril ha lasciato la figlia di 8 anni. Per arrivare in Italia affronta un viaggio lungo sei mesi e attraversa nove Stati, tra i quali la Libia, dove viene costretto a prigionia e lavori forzati. Nel 2016 riesce ad arrivare in Italia. “Nel 2017 ottengo il diploma presso il Centro provinciale per l’istruzione degli adulti. Iniziavo finalmente a sentirmi a casa e a vivere l’Italia come mio nuovo Paese in cui mettere radici. Avevo anche intenzione di diventare cittadino italiano”.
Verso la fine dello stesso anno gli vengono riconosciuti i motivi umanitari e termina il percorso di accoglienza. Jibril risulta regolare sul territorio nazionale, ma privo di sistemazione abitativa. Così si reca a Bologna dove accede ai dormitori del territorio e si orienta tra i servizi sociali. “Ero in difficoltà perchè non avevo una casa, ma mi sentivo non più trasparente e non più in pericolo”. Lavora come collaboratore domestico, operatore ecologico, operaio e parcheggiatore. Nel 2019 riesce a ottenere un contratto a tempo indeterminato in qualità di collaboratore domestico. “Era il coronamento di un sogno. Appena firmato quel contratto mi sembrava di vivere un’altra vita”. A metà 2019 a Jibril scade il permesso di soggiorno e, puntuale, si reca agli uffici per chiedere istruzioni sul rinnovo. “Mi sentivo sicuro. Avevo tutto: lavoratore regolare, una busta paga, un contratto d’affitto, abitavo in una delle città che mi dicevano più accoglienti d’Italia, non avevo mai commesso reati. Pensavo che il rinnovo fosse una formalità . Invece non avevo fatto i conti con il Decreto sicurezza. Quando mi hanno detto che per legge l’umanitario non esisteva più ho capito che per me iniziavano altri guai e che il mio sogno faticosamente conquistato stava per crollare”.
(da “La Repubblica”)
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Gennaio 30th, 2020 Riccardo Fucile
A PIAZZA PULITA, HA PARLATO YASSIN: “NON SONO UNO SPACCIATORE, NON HO PRECEDENTI, GIOCO A CALCIO, SONO STATO ANCHE NELLA NAZIONALE ITALIANA: PERCHE’ PROPRIO A ME?”
Una smargiassata che avrà per Capitan Nutella conseguenza legali (l’avvocato Cathy La Torre che
difensa la famiglia del ragazzo, è intenzionata a fare una causa civile, ndr) e che a quanto paese non gli è servita molto elettoralmente se non a spingere a votare molti più emiliano-romagnoli che non volevano essere liberati da un spvranista
“Ho 17 anni, studio e gioco a calcio. A Imola. Sono stato convocato in nazionale, è stata una grandissima esperienza”.
A parlare è Yassin il ragazzo del citofono a cui ha suonato il leader della Lega Matteo Salvini durante la campagna elettorale per le Regionali dell’Emilia Romagna, in un’intervista che andrà in onda questa sera a Piazza Pulita su La7
“Non ho mai avuto precedenti, non sono uno spacciatore”, dice il 17enne, che, riferendosi a Salvini, aggiunge: “Ogni giorno mi chiedo: perchè proprio me? A un 17enne gli hai rovinato la vita in cinque minuti da un giorno all’altro. Un politico che è venuto in periferia così… Cioè da pizzaiolo, postino, a suonare e dire ‘tu spacci’. Ma cos’è?”.
(da agenzie)
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Gennaio 30th, 2020 Riccardo Fucile
“NON HAI NESSUN SENSO DELLO STATO, NESSUNA COMPETENZA SCIENTIFICA, NESSUNA VERGOGNA”… “SEI PERICOLOSO, INGOZZATI CHE E’ L’UNICA COSA CHE TI RIESCE MEGLIO”
La sconfitta in Emilia Romagna, invece di indurlo a qualche ripensamento sul fatto che a fare troppo il bullo alla fine si stancano anche i suoi elettori (e si mobilitano gli altri e gli indecisi) lo sta spingendo ad alzare ancora di più il tiro sulle sue sceneggiate
E da qualche giorno Capitan Nutella ha arruolato il coronavirus come testimonial della sua politica razzista
C’è un rischio di epidemia? Quindi vanno chiusi i porti ai migranti. Come se ci fosse un nesso tra i migranti e la diffusione del virus, cosa che è molto più probabile con i turisti e i commerci da e per la Cina o in altri luoghi già infettati.
E che ha scritto su twitter? “A Civitavecchia 6.000 crocieristi bloccati a bordo, mentre a Taranto, per 400 presunti profughi da chissà dove, porti spalancati…”.
Una stupidaggine ampiamente criticata e smontata da molti utenti del web:
“Sei stato pure ministro dell’interno è incredibile….Dovresti sapere che queste persone vengono visitata prima e dopo lo sbarco da medici qualificati. Sei davvero ridicolo!”
“Stai diventando pericoloso. Evidentemente o sei davvero ignorante, cioè ignori completamente di qualsiasi argomento parli, o sei così alla frutta che ti consiglio vivamente un periodo di ferie. Far aumentare la fobia, già galoppante, non è certo un comportamento da statista.”
” 6000 bloccati per fare gli opportuni controlli sul coronavirus, poichè un paio di persone arrivavano dalla cina da pochi giorni e si sono sentiti male – i 400 fatti sbarcare hanno già fatto tutti i controlli del caso e nessuno di loro arriva dalla cina, basta cazzate”
“Sapevo che avresti usato il pretesto del virus per fare del razzismo becero e disinformazione al solito.
“Quando sono sbarcati i 403 migranti con la ONG il personale del 118 ha fatto tutti i controlli medici, lo fanno a tutti. E lo sai benissimo.”
“Balla colossale, c’è un presidio medico rafforzato ogni volta che c’è uno sbarco, senti a me, ingozzati, l’unica cosa che ti riesce meglio.”
“Mattè sembrava l’account parodia. anche uno studente delle elementari capisce che i profughi non sono venuti in barca dalla Cina. Ma quindi dovrebbero mettere in quarantena anche tutti i passeggeri arrivati a Fiumicino. Appena qualche milione ogni mese.”
“Nessun senso civico, nessun senso dello Stato, nessuna competenza scientifica, nessuna vergogna.”
“Campagna elettorale continua per non far pensare gli aderenti alla setta”
(da “Globalist”)
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Gennaio 30th, 2020 Riccardo Fucile
“CROCERISTI BLOCCATI A BORDO MENTRE PER 400 PRESUNTI PROFUGHI PORTI SPALANCATI, SBARCATI A TARANTO SENZA ALCUN CONTROLLO”: PECCATO CHE SIA STATO PROPRIO UN SINDACO LEGHISTA A BLOCCARE I CROCERISTI E CHE TUTTI I PROFUGHI AL MOMENTO DELLO SBARCO VENGONO SOTTOPOSTI A CONTROLLI SANITARI
«6.000 crocieristi bloccati a bordo ma per 400 presunti profughi da chissà dove porti spalancati»,
in un’inedita ma prevedibile versione del mantra “i terremotati nelle tende e gli immigrati negli hotel” il social megafono della propaganda di Matteo Salvini, Luca Morisi, si scaglia contro il governo (e i matusa) che impediscono a seimila croceristi della Costa Smeralda di scendere dalla nave per un sospetto caso di coronavirus.
Era del resto solo questione di tempo. Da giorni infatti i più pregevoli account sovranisti lanciano allarmi sul rischio che l’infezione da coronavirus arrivi in Italia a bordo dei barconi dei migranti e chiedono di “chiudere i porti” o di istituire un improbabile blocco navale.
Morisi ha solo fiutato da che parte soffia il vento, quello che alimenta la Bestia e ha agito di conseguenza. Certe cose prima le dice il social megafono e e poi eventualmente un leader come Matteo Salvini.
Ed infatti Salvini, che invece ieri si lamentava che il Governo italiano non stesse facendo abbastanza per chiudere le frontiere, bloccare i voli e mettere in quarantena chi arriva dalla Cina, dopo un’oretta posta la stessa cosa.
Aggiungendo un’altra menzogna delle sue: ovvero che i 400 sbarcati a Taranto sono arrivati senza alcun controllo. Ma a bordo della Ocean Viking c’è un equipe medica di Medici Senza Frontiere, e una volta sbarcati i migranti vengono sottoposti agli esami del caso
E mentre non si ha ancora notizia di presunti casi di infezione tra i migranti che sbarcano ecco che i turisti, quelli che vengono in Italia per farsi spennare e non per rubarci il lavoro, diventano la grande paura del giorno. Ma a quanto pare il coronavirus non c’è nemmeno sulla nave di Costa Crociere.
A differenza di quando Salvini teneva i migranti a bordo delle navi della Guardia Costiera e delle ONG giusto per guadagnare consensi la situazione qui è seria
E pensare che a bloccare lo sbarco di circa un migliaio di passeggeri, autorizzato dalla Capitaneria di Porto, è stato il sindaco leghista di Civitavecchia Ernesto Tedesco
(da “NextQuotidiano”)
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Gennaio 30th, 2020 Riccardo Fucile
ECCELLENZA ITALIANA, LO SPALLANZANI IN MEZZA GIORNATA HA DATO LA RISPOSTA UFFICIALE… DOMANI LA NAVE RIPRENDERA’ LA CROCIERA
La Costa Smeralda è stato un grattacielo sigillato per l’intera giornata, da quando ha attraccato con una coppia di cittadini cinesi con i sintomi del coronavirus che sta allarmando il mondo.
A bordo è salito solo il personale sanitario dell’Asl locale, che “ha svolto tutti gli esami del caso”, ha spiegato il comandante del porto di Civitavecchia, Vincenzo Leone. I campioni sono stati mandati all’ospedale Spallanzani di Roma per le analisi urgenti.
La coppia su cui sono stati effettuati i test era arrivata da Hong Kong all’aeroporto Malpensa di Milano lo scorso 25 gennaio per poi dirigersi a Savona, dove è salita sulla nave per la crociera.
La donna la notte scorsa aveva lamentato tosse e febbre alta, per questo in mattinata a bordo era salito un medico dello Spallanzani che aveva prelevato i campioni ed era tornato al nosocomio, dove sono stati effettuati i testi di urgenza che hanno accertato che non si tratta di coronavirus
Intanto gli oltre seimila passeggeri della nave, tra cui 1.140 che sarebbero dovuti sbarcare in mattinata, sono rimasti bloccati a bordo in attesa dell’esito degli esami. Bloccati a terra, invece, sono rimasti i circa mille passeggeri che si sarebbero dovuti imbarcare oggi per una vacanza “pagata duemila euro per otto giorni, dovremmo fare il giro del Mediterraneo”, raccontano Andrea e Isabella, bancari romani pronti a partire con le due figlie di 13 e 17 anni.
Alle 14,30 sembrava tutto finito: il comandante Leone aveva dichiarato: “Abbiamo appena avuto il via libera allo sbarco delle 1.140 persone sulla Costa Smeralda che hanno concluso la loro crociera” su un totale di seimila passeggeri.
Dieci minuti più tardi, però, il sindaco di Civitavecchia Ernesto Tedesco, era sceso urlando da una Fiat 500 guidata dal suo addetto stampa e aveva bloccato lo sbarco anche se gli esiti dei primi test davano già risultati rassicuranti: “Ma siete pazzi? Chi ha dato l’ordine di sbarco? Vi porto tutti in procura – grida rivolto al comandante Leone – se fate scendere qualuno lo fate a vostro rischio”.
Dato l’esito negativo dei test, arrivato in serata, la compagnia gestirà l’uscita dei 1.140 passeggeri che sarebbero dovuti sbarcare a partire dalle 7 del mattino. Molti di loro nel frattempo hanno perso voli o coincidenze con altri mezzi di trasporto e potrebbero quindi essere ospitate a bordo o in albergo.
Nel tardo pomeriggio si era appreso da Costa Crociere che i circa 1000 passeggeri che si sarebbero dovuti imbarcare oggi passeranno la notte negli alberghi della zona e domani mattina verranno riaccompagnati al terminal. Fonti della compagnia confermano che la nave non partirà stasera e la Costa Smeralda salterà la tappa di La Spezia per andare direttamente a Savona.
(da agenzie)
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Gennaio 30th, 2020 Riccardo Fucile
BOCCIATA DA TUTTI, MA IL SEQUESTRATORE DI PERSONE CONTINUA A DIRE CHE “RIFAREI TUTTO”
Lo show del leader leghista del 21 gennaio nel quartiere Pilastro, a Bologna, si è rivelato un
boomerang per l’elettorato del centrodestra
È netta la condanna degli elettori del centrodestra, tranne quelli della Lega, alla citofonata di Matteo Salvini al quartiere Pilastro di Bologna, pochi giorni prima del voto delle Regionali.
Secondo l’ultimo sondaggio Emg-Acqua diffuso da Agorà su Raitre, quella mossa è considerata un errore dal 68% degli elettori di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega.
Nello specifico, sono gli elettori di Forza Italia a considerare sbagliata la mossa di Salvini, con il 93%. Seguono quelli di Fratelli d’Italia all’88%. A difendere il segretario del Carroccio restano gli elettori leghisti, che per il 56% non considerano un errore quel gesto. Ma c’è un 39% che invece lo boccia.
Il campione è diviso sulla scelta di Luigi Di Maio di dimettersi dal ruolo di capo politico del M5s quattro giorni prima delle elezioni regionali.
Per il 38% il ministro degli Esteri avrebbe fatto bene, per il 32% no.
Sono soprattutto gli elettori del Pd (55%) e dei 5 Stelle (54%) ad affermare che le dimissioni siano state un errore. Il 48% degli elettori della Lega sostiene, invece, che sia stata una scelta giusta.
Per quanto riguarda l’eventualità di una scissione del Movimento in due entità , una a sostegno dell’alleanza con il Pd e l’altra di un’alleanza con la Lega, il 54% del campione totale non è d’accordo. Sorprende che se l’elettorato più favorevole, seppure al 33% del campione intervistato, sia proprio quello dei 5 stelle.
(da Open)
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Gennaio 30th, 2020 Riccardo Fucile
PRIMA HA VOTATO A FAVORE DEL TAGLIO, POI HA APPOGGIATO IL REFERENDUM CONTRO
Quando erano al governo Matteo Salvini e la Lega hanno votato a favore per ben tre volte alla riforma che ha tagliato il numero dei parlamentari.
Qualcuno potrà dire che era perchè faceva parte del famoso contratto di Governo con il MoVimento 5 Stelle, ma a settembre, dopo il ritiro della mozione di sfiducia nei confronti di Conte, proprio Matteo Salvini in Aula al Senato aveva proposto al MoVimento 5 Stelle di votare in quarta lettura il taglio dei parlamentari per poi andare alle elezioni.
Ed anche dopo essere passata all’opposizione la Lega ha poi votato anche in quarta lettura (assieme a M5S e Partito Democratico) a favore della legge per la riduzione del numero di parlamentari. Insomma la Lega è nettamente a favore della riforma.
O forse no. Perchè al tempo stesso sei senatori della Lega hanno sottoscritto la raccolta firme per chiedere di indire un referendum confermativo (quindi senza quorum) sulla riforma costituzionale che riduce il numero dei deputati da da 630 a 400 e quello dei i senatori da 315 a 200.
Erano necessarie 64 firme, in base all’articolo 138 della Costituzione che sancisce che le leggi di revisione costituzionale possano essere sottoposte a referendum qualora «entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali».
Con le firme dei sei senatori leghisti si è arrivati a quota 71, sette oltre la soglia necessaria. Non un appoggio decisivo visto che senza l’aiuto della Lega la sottoscrizione era ferma a quota 65, ma un chiaro segnale che Salvini ha intenzione di utilizzare la battaglia referendaria per fare quello che sa fare meglio: campagna elettorale.
Anche perchè le firme dei leghisti sono arrivate dopo il ritiro di quelle di 4 senatori di Forza Italia vicini a Mara Carfagna, quella del pentastellato Michele Giarrusso e di due senatori PD: Verducci e D’Arienzo. Il dubbio però è per cosa farà campagna la Lega, per il sì o per il no
La Cassazione ha infatti dato il via libera al referendum fissando la data al 29 marzo. Una data a cavallo tra le ultime regionali (quelle in Emilia-Romagna e Calabria) e quelle del 31 maggio, quando andranno al voto Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana e Veneto. E soprattutto in Toscana la Lega spera di fare il colpaccio.
Dal punto di vista della consultazione referendaria i sondaggi danno il sì in netto vantaggio con quasi il 90% degli elettori (l’86% secondo una rilevazione di Demos per Repubblica) a favore della riforma.
L’esito quindi appare del tutto scontato anche perchè è assai improbabile che i partiti vogliano impegnarsi in una campagna contro una legge che al momento i cittadini considerano estremamente positiva e popolare.
Due giorni fa ad Agorà l’ex ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ha dichiarato che Salvini (Toninelli ha parlato di 9 firme della Lega) appoggiando il referendum sul taglio dei parlamentari ha fatto spendere 300 milioni di euro agli italiani e ieri su Facebook ha scritto che «il sistema, la Lega in primis, sta cercando di fermarci con un referendum tanto inutile quanto dispendioso».
La posizione della Lega era dettata da una strategia in vista dell’eventuale vittoria in Emilia-Romagna. «Sostenere il referendum sul taglio dei parlamentari, legge che abbiamo promosso e votato in Parlamento, rappresenta anche il tentativo politico e democratico per mandare a casa questo governo pericoloso e incapace. La nostra priorità è restituire la parola agli italiani al più presto», disse Salvini commentando le firme dei leghisti alla richiesta di referendum.
Se la Borgonzoni avesse vinto si sarebbe aperta una crisi nella maggioranza che avrebbe potuto far cadere il Conte 2 e quindi portare al voto anticipato. In tal caso i parlamentari avrebbero avuto una “motivazione” in più per chiedere di tornare al voto in modo da bloccare il referendum e andare alle urne con l’attuale plenum di 945 onorevoli e quindi avere più possibilità di essere rieletti.
Parte di quella strategia era anche il referendum sulla legge elettorale (chiesto dai consigli regionali guidati dal centrodestra), che però è stato bocciato dalla Consulta.
Ora però le condizioni sono cambiate, quella strategia non ha più ragione di esistere, e con Fratelli d’Italia già schierata sul fronte del Sì in nome della coerenza con i propri voti in Aula (come la Lega anche FdI ha votato a favore della riforma) alla Lega non resterebbe altro che appoggiare il Sì al referendum per non lasciare che gli altri (M5S ma soprattutto la Meloni, che è in forte crescita) si prendano il merito di una riforma così popolare.
E così dopo aver dato la spinta al referendum confermativo promosso da chi è contrario al taglio dei parlamentari il partito di Salvini tornerà sui suoi passi. Tanto pagano gli italiani.
(da “NextQuotidiano”)
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Gennaio 30th, 2020 Riccardo Fucile
ANNULLATI I TAGLI IN VIGORE DAL 2018: IL RICALCOLO E’ STATO FATTO SU PRESUPPOSTI ERRATI
Oggi il Fatto scrive in un articolo a firma di Ilaria Proietti che l’organo di giustizia del Senato ha già
pronta una delibera — che dovrebbe uscire il 20 febbraio — che restituisce i vitalizi a 700 politici.
Vengono annullati i tagli in vigore dal 2018: in fumo 22 milioni all’anno.
Nell’ottobre 2018 il consiglio di presidenza aveva messo in votazione il documento con un testo identico a quello di Montecitorio per la cancellazione dei vitalizi: 10 i voti a favore e un astenuto.
Il 5 gennaio Il Tempo aveva scritto che l’orientamento dei parlamentari-giudici era chiaro: la delibera dell’ufficio di presidenza, guidato dalla numero uno del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, che ha imposto il ricalcolo con il metodo contributivo degli assegni degli ex parlamentari, andava annullata e quindi veniva cancellata la riduzione dei compensi mensili che è arrivata, in alcuni casi, anche all’80%, benchè in media la nuova normativa abbia previsto una decurtazione dei vitalizi del 45%.
Oggi il quotidiano di Travaglio dice che la delibera è stata addirittura già scritta:
Eccolo qui: la delibera del 2018 con cui il Senato si è adeguato ai tagli imposti messi prima dalla Camera sarà cancellata perchè “si sostanzia in una totale rimozione di provvedimenti di liquidazione, Si impone una nuova liquidazione sulla base di una diversa disciplina che introduce criteri totalmente diversi, con assoluta negazione del legittimo affidamento”.
E ancora. La delibera del 2018 è un intervento “non in linea con gli insegnamenti della Corte Costituzionale” perchè, per la commissione Caliendo, il vitalizio sarebbe equiparabile alla pensione. Il vitalizio ha una connotazione previdenziale, quanto meno prevalente che lo rende soggetto alle regole e ai principi affermati dalla Corte Costituzionale… che ammette che tali trattamenti possano essere modificati solo a certe condizioni e ponendo limiti a mutamenti peggiorativi”.
In soldoni vuol dire che il Senato, se proprio lo vorrà , potrà al massimo pretendere dai suoi ex inquilini un contributo più “ragionevole” del taglio oggi in vigore e che sia soprattutto limitato nel tempo.
La delibera del 2018 che ha invece imposto per sempre il ricalcolo su base contributiva facendo dimagrire sensibilmente gli assegni va dunque cestinata.
Il presidente della Commissione è Giacomo Caliendo. Di questa fanno parte oltre ai due membri laici Martellino e Alessandro Mattoni anche i senatori Simone Pillon della Lega e Alessandra Riccardi del M5S.
(da “NextQuotidiano“)
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Gennaio 30th, 2020 Riccardo Fucile
75.000 OCCUPATI IN MENO, APPENA 17.000 CONTRATTI A TERMINE IN PIU’… IL FALLIMENTO DELLE MISURE LEGA-M5S
Quando si parla di disoccupazione, da un anno a questa parte, non si può che fare i conti con il decreto dignità siglato dal governo Conte-1 e su cui il Movimento 5 Stelle ci ha messo timbro (insieme alla Lega) e faccia (attraverso proclami social).
Dopo un periodo in cui la situazione occupazionale sembrava puntare verso un miglioramento, ecco arrivare la mannaia del dicembre nero che svilisce tutte le aspettative e quei post Facebook in cui si annunciava il cambio di marcia: aumenta il lavoro precario e diminuiscono i posti fissi.
L’anno bellissimo, quello che doveva essere il 2019 — così come annunciato da Giuseppe Conte all’epoca della sua prima esperienza a Palazzo Chigi — si è chiuso, quindi, non benissimo.
I dati Istat, infatti, mostrano un calo degli occupati che si sintetizzano in un numero negativo: -75mila unità .
Questo dato viene leggermente addolcito da quei 17mila cittadini che hanno ottenuto un contratto a termine. Cifre che, sommate al mare magnum generale, indica 3 milioni e 123mila dipendendi con contratto a tempo determinato. Numeri da record in Italia.
Calano i lavoratori indipendenti — liberi professionisti e autonomi -, toccando il punto più basso dal 1977 (anno in cui sono iniziate le rilevazioni da parte dell’Istituto di Statistica.
Ma il dato che porta la situazione a non essere affatto positiva è quello del lavoro precario. I numeri, parlano chiaro e mostrano come i posti fissi in Italia, almeno nel mese di dicembre, siano in calo rispetto alle precedenti rilevazioni.
Il tasso di occupazione è in leggero calo, ma sostanzialmente stabile, così come quello che riguarda la disoccupazione giovanile. A preoccupare, però, è la scelta dei contratti che vengono offerti ai lavoratori: sempre più precari, sempre meno con la possibilità di guardare al futuro con sicurezza.
(da agenzie)
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