Destra di Popolo.net

DIMISSIONI A CATENA NELL’AMMINISTRAZIONE TRUMP DOPO LE VIOLENZE AL CONGRESSO, FACEBOOK LO BLOCCA FINO A FINE MANDATO

Gennaio 7th, 2021 Riccardo Fucile

INCHIESTA SUL COMPORTAMENTO DELLE FORZE DELL’ORDINE… MOLTI CHIEDONO A PENCE DI ESTROMETTERE IL CRIMINALE, LA LEGGE LO PERMETTEREBBE

L’America si è svegliata sotto choc dopo la drammatica giornata di ieri: è di quattro morti il bilancio delle ore di scontri al Campidoglio di Washington, iniziati mentre era appena iniziata la seduta di conferma dei risultati elettorali di novembre che hanno dato a Joe Biden la vittoria nella corsa alla Casa Bianca.
Nella notte la seduta è ripresa e la vittoria di Biden è stata ufficialmente certificata dal Congresso: ma le ferite provocate dall’assalto dei manifestanti pro-Trump contro il tempio della democrazia Usa sono destinate a durare nel tempo
Trump tenta di riprendere il controllo dell’account Twitter sospeso
Donald Trump ha rimosso i tre tweet dal suo profilo che hanno causato il blocco temporaneo del suo account. Lo afferma un portavoce di Twitter alla Cnn, sottolineando che la rimozione fa sì che il presidente possa riguadagnare il controllo del suo account già  giovedì. Il presidente Usa utilizza il social network per comunicare direttamente con i suoi sostenitori e con il Paese: ma le ripetute affermazioni sul presunto furto elettorale e la mancanza di condanna degli scontri di ieri hanno provocato il blocco del suo account.
Facebook blocca Trump fino a fine mandato
Facebook impedirà  a Trump di postare sulla sua pagina personale fino alla fine del suo mandato. Lo fa sapere il fondatore e amministratore delegato del social media, Mark Zuckerberg, in un post sulla sua pagina ufficiale: “Riteniamo che i rischi di permettere al Presidente di continuare a utilizzare il nostro servizio durante questo periodo siano troppo grandi. Pertanto, stiamo estendendo il blocco che abbiamo messo sul suo account Facebook e Instagram a tempo indeterminato e per almeno le prossime due settimane fino al completamento della transizione pacifica del potere”, ha scritto Zuckerberg nel pos
Dimissioni a catena nell’Amministrazione
Il vice consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Matt Pottinger, ha rassegnato le dimissioni come risposta alla reazione del presidente all’assalto a Capitol Hill ieri da parte di un gruppo di suo sostenitori. Lo riporta la Cnn, citando una fonte “vicina a Pottinger”. Sempre Cnn ha riferito che diversi altri alti funzionari, tra cui il consigliere per la Sicurezza nazionale, Robert O’Brien, e il vice capo di gabinetto, Chris Lidddel, stanno valutando di dimettersi. Anche Mick Mulvaney, ex chief of staff del presidente ha annunciato le sue dimissioni dal posto di inviato speciale per l’Irlanda del Nord: lo stesso hanno fatto diversi funzionari del dipartimento del Commercio e Ryan Tully, direttore senior per gli Affari europei e russi, che si è dimesso dal Consiglio di sicurezza nazionale. L’ex ministro della Giustizia William Barr, che si era dimesso in polemica con Trump, ha parlato di “tradimento” della presidenza.
Verso l’inchiesta sull’assalto
Diversi parlamentari americani hanno promesso di aprire un’indagine su come le forze dell’ordine hanno gestito il violento assalto al Campidoglio, avanzando l’ipotesi che la mancanza di preparazione abbia permesso alla folla di occupare e vandalizzare l’edificio. All’interno del palazzo si sono vissuti momenti drammatici, polizia con le armi spianate per fare da scudo ai politici, mentre i dimostranti invadevano il Campidoglio e uno di loro si faceva fotografare seduto alla scrivania di Nancy Pelosi, acerrima nemica del presidente uscente, con i piedi sul tavolo. “Un’insurrezione”, l’ha definita Biden in un discorso alla nazione. La polizia di Washington ha riferito che finora sono state 52 le persone arrestate, di cui 26 al Campidoglio.
Lo spettro del 25simo emendamento
Il 25/mo emendamento della Costituzione americana, che a Washington diversi rappresentanti politici chiedono di invocare per estromettere Trump dopo l’assalto al Congresso di un gruppo di suoi sostenitori estremisti in seguito al comizio di ieri, prevede che il vice presidente possa assumere i poteri in caso di incapacità  del presidente in carica. Prevede quattro scenari: in quello che dovrebbe essere usato in questo caso la maggioranza del governo, in una riunione convocata e presieduta dal vicepresidente, dovrebbe stabilre l’incapacità  del presidente e sospenderlo dai suoi poteri

(da agenzie)

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TRE GIORNI PRIMA DELL’ASSALTO: L’INCITAMENTO DELL’EX NUNZIO VIGANO’ ALLA RIBELLIONE CONTRO BIDEN

Gennaio 7th, 2021 Riccardo Fucile

AVEVA ESORTATO “I FIGLI DELLA LUCE AD AGIRE A FAVORE DI TRUMP” IN UNA INTERVISTA A BANNON…. L’INTERNAZIONALE CRIMINALE SOVRANISTA HA MOSSO LE SUE PEDINE

Tre giorni prima dell’assalto al Congresso degli Stati Uniti per “bloccare” la proclamazione della vittoria di Joe Biden, l’ex Nunzio Carlo Maria Viganò ha rilasciato (1 gennaio, festa di Maria Madre di Gesù) un’intervista a Steve Bannon resa pubblica il 3 gennaio su Lifesite (in Italia Stilum Curiae) in cui ha incitato i “figli della luce” ad agire “adesso”.
Con questa motivazione: “Se gli Stati Uniti perdono questa occasione, adesso ( in corsivo nel testo,ndr) saranno cancellati dalla Storia. Se consentiranno che si insinui nelle masse l’idea che il verdetto elettorale dei cittadini, prima espressione della democrazia, possa esser manipolato e vanificato, essi saranno complici della frode e meriteranno l’esecrazione del mondo intero, che all’America guarda come ad una nazione che ha conquistato e difeso la propria libertà .”
Visto quanto è successo ieri si può ben dire che i complottisti hanno avuto una benedizione “cattolica” da parte parte del controverso arcivescovo il cui pupillo è almeno dal 2018 Donald Trump e il cui nemico numero uno è Papa Francesco.
Al grido di “Dio lo vuole”, grido di battaglia medievale per arruolare i crociati da inviare in Terra Santa a liberare il Santo sepolcro.
Alla domanda di Bannon – “Lei è stato molto fiducioso che Dio desidera (da notare il verbo al presente, ndr) una vittoria di Trump per sconfiggere le forze del male insite nel Grande Reset dei globalisti. Cosa direbbe per convincere i contrari che sono ambivalenti all’idea che questa è una battaglia epocale tra i figli della luce e i figli delle tenebre?” – l’arcivesco Viganò ha infatti risposto: “Mi limito a considerare chi è il suo avversario, e quali siano i suoi legami con la Cina, con il deep state e con i fautori dell’ideologia globalista. Penso alla sua intenzione di condannarci a portare la mascherina, come ha candidamente ammesso. Penso al fatto che, incontestabilmente, egli sia soltanto un fantoccio nelle mani dell’èlite, pronto a dimettersi non appena essa avrà  deciso di sostituirlo con la vice Kamala Harris. Al di là  dello schieramento politico, dobbiamo inoltre capire che — soprattutto in una situazione complessa come quella attuale — è indispensabile che la vittoria del futuro Presidente sia garantita nella sua assoluta regolarità , fugando ogni sospetto di brogli e prendendo atto delle prove schiaccianti, emerse in alcuni stati. Un Presidente proclamato tale dai media mainstream affiliati al deep state lo priva di ogni legittimità  ed espone la Nazione a pericolose interferenze straniere, peraltro già  provate nelle presenti elezioni” (ieri Trump ha affermato che il vero problema degli Usa è la stampa).
Il bersaglio ultimo di Viganò appare Bergoglio e spera che “eventuali prove in possesso dei servizi segreti venissero alla luce, specialmente in relazione ai veri motivi che hanno portato alle dimissioni di Papa Benedetto XVI e alle cospirazioni soggiacenti all’elezione di Bergoglio, permettendo così di cacciare i mercenari che hanno occupato la Chiesa”. Infine sostiene che “per porre fine alla deep church e restaurare la Chiesa Cattolica, si dovrà  rivelare quale sia stato il coinvolgimento degli ecclesiastici con il progetto massonico-mondialista, quali i casi di corruzione e i reati che possano aver compiuto rendendosi così ricattabili, proprio come in campo politico avviene per i membri del deep state”.
Alla domanda – “Lei sembra suggerire che l’amministrazione Trump potrebbe essere strumentale per aiutare a riportare la Chiesa a un cattolicesimo pre-Francesco. Come fa l’amministrazione Trump a fare questo, e come possono i cattolici americani lavorare per salvare il mondo da questo “reset” globalista?”- Viganò ha risposto: “L’asservimento di Bergoglio all’agenda mondialista è palese, e il suo contributo all’elezione di Joe Biden è altrettanto evidente. Così come evidente sono l’ostilità  e i ripetuti attacchi di Bergoglio contro il Presidente Trump, che egli considera il principale avversario, l’ostacolo da rimuovere, in vista della attuazione del Great Reset. Da un lato abbiamo quindi l’amministrazione Trump e quei valori tradizionali che essa ha in comune con quelli dei Cattolici; dall’altra il deep state del sedicente cattolico Biden, asservito all’ideologia globalista e alla sua agenda perversa, antiumana, anticristica, infernale”.
A proposito di inferno, per qualche momento durante la rivolta di ieri sul seggio del presidente del Senato americano si è seduto lo sciamano dei complottisti di QAnon, Jack Angeli, vestito da bisonte. Ma assomigliava tanto a Sauron, il demone del Signore degli Anelli scritto dal cattolico Tolkien.

(da “Huffingtonpost”)

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COSA NE PENSA SALVINI DEL POST DELLA LEGA DI PONTE SAN NICOLO’ CHE GIUSTIFICA L’ASSALTO AL CAMPIDOGLIO E NEGA CHE BIDEN SIA STATO ELETTO DAGLI AMERICANI?

Gennaio 7th, 2021 Riccardo Fucile

IL POST ORA E’ STATO RIMOSSO E LA GIUSTIFICAZIONE E’ ANCORA PEGGIORE DI QUANTO SCRITTO

Accusano i segnalatori di non avere la minima capacità  di comprensione del testo, il tutto sostenuto con accuse alla stampa che — secondo i leghisti del piccolo Comune veneto in Provincia di Padova — non avrebbe coperto le notizie delle proteste per i brogli (inesistenti).
Forse i rappresentanti della Lega Ponte San NicoloÌ€ hanno vissuto gli ultimi mesi all’interno di una bolla, per due motivi: delle sparate senza prove di Trump ne hanno parlato tutti, così come delle sentenze e delle mozioni respinte perchè non ci sono evidenze. Chissà  cosa ne pensa il segretario del partito, Matteo Salvini.
Ecco il testo: «Ops, ora anche i gatekeeper più potenti del mondo si accorgono che ce’è qualche problemino quando cerchi di prendere per i fondelli un centinaio di milioncini di cittadini (per di più armati)».
Il tutto condito da emoticon con popcorn, occhiolino e bandiera americana.
Ora il post non esiste più dato che, come confermato dagli stessi gestori della pagina Facebook della Lega Ponte San Nicolò, è stato rimosso dallo stesso social network.
Poi arriva questa giustificazione (che fa acqua da tutte le parti).
«Sembrava filasse tutto liscio come l’olio e si aspettasse solo la formalità  dell’insediamento del “presidente eletto dai media” e venivano liquidate le migliaia di segnalazioni di brogli elettorali come “pazzie” di Trump. Salvo ora accorgersi che invece centinaia di migliaia di americani si sentono defraudati», scrivono in un post successivo gli amministratori della pagina Lega Salvini Premier — Sezione Ponte San Nicolò (in provincia di Padova). E poi proseguono dicendo che loro, attraverso i social, avevano parlato delle tensioni statunitensi
Il Presidente eletto dai media?
E lo fanno citando ‘il Presidente eletto dai media’. Peccato che Joe Biden sia stato eletto dagli americani, come certificato dai voti.
Solo i complottisti — e a questo punto anche i gestori della pagina Facebook della Lega a Ponte San Nicolò — seguono le folli teorie di Trump, tutte senza prove dicendo che i media hanno preso per i fondelli gli americani.
Insomma, la smentita fa acqua da tutte le parti.

(da Giornalettismo)

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LA MORTE DELLA DEMOCRAZIA AMERICANA IN UNA FELPA CON LA SCRITTA “CAMP AUSCHWITZ”

Gennaio 7th, 2021 Riccardo Fucile

LA INDOSSAVA UNO DEI CRIMINALI NEONAZISTI CHE HA ASSALTATO CAPITOL HILL

Le immagini parlano e danno risposte ai tanti interrogativi che, di per sè, non avevano motivo di esistere.
Il caso più evidente è racchiuso in una felpa, quella utilizzata da un uomo che — insieme agli altri — ha fatto irruzione all’interno del Campidoglio nel tentativo di interrompere la certificazione della vittoria di Joe Biden.
«Camp Auschwitz», campeggia su quel capo di abbigliamento in una delle immagini diventate il simbolo di questa follia anti-democratica.
L’uomo è stato immortalato dalle telecamere delle varie televisioni e testate, mentre festeggiava per non si sa cosa.
E dal gruppetto di persone che erano con lui, ecco spuntare la sua lunga barba e quella felpa nera con la scritta: «Camp Auschwitz». E sotto al riferimento al campo di concentramento, simbolo della follia nazista degli anni Trenta e Quaranta, anche la traduzione di quella scritta posta sul cancello del lager polacco: «Arbeit macht frei».
«Il lavoro rende liberi». Ecco la mentalità  di chi nelle ultime ore ha attentato alla democrazia americana. Il tutto fagocitato da un Presidente uscente che ha aizzato il suo popolo sui social parlando di teorie della cospirazione contro di lui. Invece di accettare la sconfitta ha armato le menti di tantissimi cittadini che, presi dall’ebbrezza e dal suo sostegno, hanno creato il pandemonio.
E le ideologie che hanno mosso quanto accaduto a Capito Hill sono racchiuse in quella felpa nera.

(da agenzie)

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IL CRIMINALE CHE CACCIA IL GIORNALISTA E LANCIA UN MESSAGGIO D’ODIO AL TG3

Gennaio 7th, 2021 Riccardo Fucile

SUCCEDE IN DIRETTA, MENTRE DI BELLA CERCAVA DI RACCONTARE QUELLO CHE STAVA ACCADENDO A WASHINGTON

La storia dei disordini di Washington, dell’assalto al Campidoglio, della morte di quattro persone, del tentativo dei manifestanti pro Trump di impedire la transizione democratica tra il precedente presidente degli Stati Uniti e Joe Biden è stata anche una storia fatta di incredibili risvolti per il giornalismo italiano, che ha dovuto fare i conti con edizioni straordinarie e con collegamenti messi in piedi all’ultimo da Washington.
Quello che è successo ad Antonio Di Bella — ex direttore di Rai News 24, uno dei giornalisti di più lungo corso del servizio pubblico — è emblematico.
Il giornalista si trovava in diretta con l’edizione speciale del Tg3, che stava cercando di documentare quanto stava accadendo, in quelle ore, a Washington, dopo le fasi più concitate dell’assalto a Capitol Hill. Mentre era in collegamento, alle sue spalle è spuntato un manifestante pro Trump in tenuta mimetica. Il suo tono è sembrato subito molto minaccioso.
«Fake news, fake news» — grida il ragazzo alle spalle del giornalista della Rai, che si trova in un momento di evidente imbarazzo. Cerca di rispondere e di proseguire il suo racconto, ma l’insistenza del giovane lo porta a desistere.
«Dobbiamo allontanarci — dice Di Bella — prima che venga il peggio». Il giornalista si sposta dalla sua inquadratura, permettendo al ragazzo in tenuta mimetica di affondare il colpo e di lanciare un messaggio d’odio: «Everybody hate you».
Situazioni di questo tipo si sono verificate sin dall’inizio delle proteste: i media statunitensi, radunati davanti a Capitol Hill a Washington per dar conto dell’esito del dibattito congressuale durante il quale Mike Pence avrebbe dovuto riconoscere la legittimità  dell’elezione di Joe Biden (cosa che è avvenuta soltanto successivamente, con molto ritardo a causa dell’ingresso in Campidoglio dei manifestanti), sono stati aggrediti da supporter di Donald Trump e le loro attrezzature sono state danneggiate. Antonio Di Bella ha voluto evitare il peggio.

(da agenzie)

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SERGIO ROMANO: “ASSALTO AL CONGRESSO SINTOMO DEL DECLINO AMERICANO”

Gennaio 7th, 2021 Riccardo Fucile

“PURTROPPO IL RICORDO DELLA GUERRA CIVILE NON E’ PIU’ UN VACCINO”

“Francamente non sono troppo sorpreso da quel che sta accadendo negli Stati Uniti”. Parola di Sergio Romano, diplomatico e storico, a proposito dell’assalto al Congresso americano da parte di un gruppo di sostenitori del presidente uscente, Donald Trump.
Ambasciatore Romano, hanno assaltato il cuore della democrazia americana.
Quando Trump fu eletto quattro anni fa fui meravigliato da come una parte della società  americana lo trattava, anche solo per il suo linguaggio e le sue dichiarazioni. Conoscevo un paese che aveva sempre accettato il nuovo presidente con grande disciplina e grande correttezza. Mentre in quel momento mi pareva di leggere cose del tutto inimmaginabili in altre circostanze. Tanto che parlai di guerra civile. Ma poi un po’ me ne ero anche pentito “Gli Stati Uniti non faranno questi errori”, mi dicevo. Invece dopo quattro anni addirittura c’è stato un salto di qualità : l’assalto al Congresso non me l’aspettavo ma non mi sorprende.
Quindi possiamo parlare di guerra civile?
Io non volevo lasciarmi trascinare in quella direzione perchè questo paese una guerra civile l’ha fatta e sa quale prezzo è stato pagato in termine di odio, di vendette e di sangue. Insomma, questo ricordo avrebbe dovuto rappresentare una sorta di vaccino ma non è andata così. Ora tocca prendere la cosa seriamente. E una domanda mi preme più di altre.
Quale?
Mi domando cosa vogliono questi americani che sostengono Trump? Cosa desiderano? Hanno un programma? O sono soltanto manifestazioni momentanee? Certo è che l’assalto al Congresso è la fotografia dell’attuale momento storico. In tutto il mondo c’è un passo indietro rispetto alle democrazie liberali o socialdemocratiche attente ai diritti civili e ai diritti umani, che hanno caratterizzato almeno gli ultimi quaranta anni. I sovranismi in un certo senso hanno questa filosofia, ovvero una grande critica al vecchio sistema democratico. Dal Brasile agli Stati Uniti, ma anche in Europa, c’è una grande crisi delle democrazie parlamentari.
Quali sono le micce che hanno fatto esplodere in maniera così palese la rivolta negli Stati Uniti?
Dobbiamo ricordare che negli Stati Uniti c’è un fondamento di democrazia religiosa. Nel Paese c’è una forte presenza evangelica che ha posizioni conservatrici e retrive. Basti pensare all’opposizione al diritto degli omosessuali di sposarsi. Aggiungiamo anche il fatto che l’America non ha mai cessato di essere completamente razzista. Non c’è un anno dalla sua nascita in cui un certo razzismo appare alla superficie. Questo perchè una parte della società  americana non ha mai accettato che i neri fossero esseri umani con gli stessi diritti dei bianchi. Però un tempo queste frange rimanevano sulla scena solo nelle settimane della campagna elettorale per poi scomparire o comunque perdere molta della loro visibilità . Mentre ora assaltano il Congresso. Ma c’è un altro elemento che spiega questo fatto.
Ovvero?
Tutto questo sta accadendo in un momento di declino dello status dell’America nella società  internazionale. Se l’americano medio un po’ razzista ma non troppo, a cui non vanno giù i matrimoni tra omosessuali, constatasse che gli Stati Uniti sono pur sempre leader nel mondo, be’, credo ci penserebbe due volte prima di prendere la strada del Congresso. Mentre in questo caso il declino americano c’è.
Cosa può fare ora il presidente eletto Joe Biden?
Credo che Biden cercherà  anche di usare questa situazione, ovviamente in maniera intelligente. Non gli sarà  difficile dire: “Ecco cosa accade quando si sta alla Casa Bianca con quella visione politica”. Sarà  convincente? Certo, ma solo per quelli che vogliono essere convinti. E non per una buona fetta dei cittadini americani.

(da “Huffingtonpost”)

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SE CHI DOVEVA GARANTIRE LA SICUREZZA SI METTE IN POSA CON I TERRORISTI CHE HANNO DEVASTATO IL CAMPIDOGLIO

Gennaio 7th, 2021 Riccardo Fucile

IL SELFIE TRA UN POLIZIOTTO INFAME E UNO DEI ASSALITORI DIMOSTRA CHE TROPPI AGENTI NEGLI USA SONO COLLUSI CON IL CRIMINALE

Da Washington sono arrivate tantissime immagini diventate il simbolo di una giornata da dimenticare, con la democrazia gettata nel gabinetto per inseguire teorie del complotto già  smentite su tutti i livelli.
Dai video che mostrano gli agenti che spostano le transenne, fino a quello che mostra il selfie poliziotto-manifestante all’interno del Campidoglio.
Video e fotografie che segnalano come le ultime 24 ore negli Stati Uniti siano state contraddistinte da momenti di insana follia, con le persone che dovevano garantire la sicurezza del Parlamento americano che si sono rese protagoniste di eventi molto poco consoni al momento, poi rivelatosi tragico.
L’agente, in pettorina gialla della Polizia, si mette in posa per consentire uno scatto al manifestante di turno col cappellino rosso. In molti sottolineano come l’atteggiamento del poliziotto sia coerente con il momento: rifiutare una foto non avrebbe fatto altro che acuire le tensioni già  elevate. Ma quella immagine mostra come qualcosa non sia andata per il verso giusto in questo giorno di ordinaria follia.
Il cattivo gusto di quella immagine, sia da parte del manifestante che da parte del poliziotto che si è prestato. Perchè in quel momento non occorrevano transenne spostate e selfie con chi aveva appena deciso di attentare all’istituzione madre di tutti gli Stati Uniti.
E, invece, le immagini di quello scatto non fanno altro che aumentare il malcontento. Questa volta nei confronti di chi doveva mantenere la tenuta stagna della democrazia americana.

(da Giornalettismo)

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CHI E’ ASHLI BABBIT, LA TERRORISTA MORTA NEGLI SCONTRI A CAPITOL HILL

Gennaio 7th, 2021 Riccardo Fucile

VETERANA DELL’AERONAUTICA, NEUTRALIZZATA MENTRE TENTA DI SFONDARE UNA PORTA

È Ashli Babbit il nome della donna uccisa durante l’assalto al Congresso.
Veterana dell’aeronautica e titolare di un’attività  a San Diego, era sostenitrice di Trump ed era stata gravemente ferita in seguito ai colpi di pistola esplosi all’interno del Campidoglio di Washington durante gli scontri. “Non so perchè ha deciso di farlo”, ha riferito la suocera a Fox.
Sulla morte della donna è stata aperta un’inchiesta. Il marito di Babbitt, che non si trovava con lei a Washington, ha riferito a un’emittente locale che la moglie era una grande sostenitrice di Donald Trump: elemento che si evince dai profili social della donna, dove sono presenti tweet e post a sostegno del tycoon.
Sono stati i colpi di arma da fuoco sparati dalla polizia a uccidere Babbit durante le proteste a Capitol Hill: a dirlo è stato il capo della polizia di Washington, ribadendo che sui fatti è stata aperta un’inchiesta. La donna è stata colpita da un agente in uniforme della polizia del Campidoglio con la sua arma di servizio.
In un video si vede la donna tentare l’assalto di una sala attraverso lo sfondamento di una porta, oltre la quale degli agenti cercavano di difendere la loro incolumità .

(da agenzie)

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GEORGE W. BUSH: “SONO DISGUSTATO”

Gennaio 7th, 2021 Riccardo Fucile

L’EX PRESIDENTE REPUBBLICANO: “COMPORTAMENTO SCONSIDERATO DI TRUMP”

L’ex presidente Usa George W. Bush ha dichiarato che lui e sua moglie Laura, sono disgustati e affranti per il caos scoppiato a Washington e hanno assistito con “incredulità  e sgomento” allo svolgersi degli eventi.
L’ “assalto” al Campidoglio mercoledì e l’interruzione di un incontro stabilito dalla costituzione per affermare la vittoria del democratico Joe Biden è stato “intrapreso da persone le cui passioni sono state infiammate da falsità  e false speranze”, ha detto Bush.
Il repubblicano ha sottolineato di essere “sconvolto” da quello che ha descritto come un comportamento “sconsiderato” da parte di alcuni leader politici sin dalle elezioni e dalla mancanza di rispetto per le istituzioni, le tradizioni e le forze dell’ordine statunitensi.
Bush si poi è rivolto a coloro che sono delusi dal risultato elettorale, dicendo: “Il nostro paese è più importante della politica del momento”.

(da agenzie)

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