Gennaio 7th, 2021 Riccardo Fucile
SECONDO MELONI TRUMP HA CHIESTO CHE “LE VIOLENZE CESSINO SUBITO” (DOPO AVER ISTIGATO ALLA VIOLENZA)… NON CE LA FA PROPRIO A STARE CON LA LEGALITA’
Giorgia Meloni ha avuto il coraggio di pubblicare un post sui suoi social in cui commentava i disordini che hanno portato all’assalto del congresso e all’evacuazione dei senatori e alla morte di Ashli Babbit, una supporter di Trump colpita dalle forze dell’ordine. Secondo Meloni Trump ha chiesto che le “violenze cessino subito”:
“Seguo con grande attenzione e apprensione quanto sta accadendo negli Stati Uniti, mi auguro che le violenze cessino subito come chiesto dal Presidente Trump. In questi momenti serve grande prudenza e serietà . Mi auguro che la situazione negli USA possa tornare al più presto alla normalità
Peccato che sia stato proprio Trump a richiamare un’orda di matti, i suoi supporter, a Washington
Peccato che siano due mesi che Trump sostiene e diffonde fake news e teorie cospirazioniste sull’esito del voto più volte bloccate da Twitter. Non ci sono stati brogli, non ci sono state elezioni rubate. Eppure Trump ha sobillato dal giorno delle elezioni i suoi sostenitori.
Peccato che il messaggio che per Meloni incitava a tornare a casa diceva anche che l’assalto al Campidoglio è “il genere di cose che succedono quando una sacra vittoria elettorale a valanga viene strappata in modo così sgarbato e maligno da grandi patrioti che sono stati trattati male e ingiustamente per così tanto tempo”.
E per questo motivo è stato bannato da Twitter, Facebook e Instagram perchè le sue parole potevano innescare ulteriori violenze, altro che fermarle.
Peccato che siano proprio i Repubblicani che non ne possono più a pensare di rimuovere Trump tramite il 25esimo emendamento prima del 20 gennaio.
Peccato che perfino Pence al ritorno dei senatori in aula abbia chiamato i manifestanti “insurrezionisti” e non “patrioti”.
Insomma a difendere Trump è rimasta solo Giorgia Meloni.
Se ne sarà accorta?
(da NextQuotidiano)
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Gennaio 7th, 2021 Riccardo Fucile
32 ANNI, COMPLOTTISTA, NEGAZIONISTA, RAZZISTA CON LARGO SEGUITO SUI SOCIAL
Si fa chiamare lo “Sciamano di QAnon”. Jake Angeli, 32 anni, l’aspirante attore e performer dal cognome italiano, è uno dei volti dell’assalto di Washington.
Assieme all’uomo con i piedi sul tavolo della speaker Nancy Pelosi – quello che in una cartellina ha lasciato scritto “Noi non ci arrenderemo” – lo “sciamano” vestito da nativo americano con le corna da bisonte, lascerà sicuramente un’impronta nella giornata più nera della storia d’America degli ultimi decenni.
Angeli, che vive a Phoenix, è un personaggio molto noto negli ambienti dell’ultradestra complottista americana. In prima linea in Arizona nelle manifestazioni contro “l’elezione rubata”, è convinto che il mondo sia guidato da una rete di pedofili che odiano il suo idolo: il presidente Donald Trump.
E non manca mai di gridarlo o di scriverlo sui social dove pare abbia un enorme consenso. Qualche mese fa si era già reso protagonista di un’altra protesta durante la quale aveva parlato alla folla esponendo – come sempre – le numerose credenze della setta complottista QAnon
ake Angeli è stato il primo ieri a penetrare alla guida di un drappello di suoi “fedelissimi” all’interno dell’aula del Congresso prendendo il posto destinato al vice presidente americano Mike Pence.
E non è la prima volta che si presentava vestito in quel modo, meritandosi il soprannome di battaglia. Nel 2020, per esempio, si era reso protagonista di una protesta in Arizona dove ha esposto in maniera convinta le numerose credenze della setta complottista QAnon.
La sua storia recente, come ormai è tradizione, emerge anche dalle sue pagine social. A inizio novembre, per esempio, aveva partecipato alle manifestazioni di Maricopa insieme al noto complottista americano Alex Jones. Poi, il 30 novembre, aveva pubblicato le sue foto durante una “finta udienza” tenuta da Rudolph Giuliani: “Con onore sono tra tanti fantastici patrioti” aveva scritto “gratificato” da centinaia e centinaia di like.
Ma Angeli è solo uno dei tanti personaggi di questa rivolta. La donna morta in Campidoglio, probabilmente uccisa da un proiettile esploso dalla polizia, è la veterana dell’Aeronautica Ashli Babbitt: su Twitter si faceva chiamare CommoashSense e anche lei, secondo qualto ha riferito il marito, era una sostenitrice di QAnon.
Nelle strade di Washington sono stati fotografati i Proud Boys e i Boogaloo, altri gruppi dell’ultradestra ben noti negli Usa, ma anche esponenti dei vecchi Tea Party come Kylie Jane Kremer e leader di gruppi anti-mascherine e negazionisti del Covid. Un mix esplosivo che, davanti a Capitol Hill, è deflagrato nella drammatica protesta che ha incollato tutto il mondo davanti a siti e televisioni.
(da “La Repubblica”)
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Gennaio 7th, 2021 Riccardo Fucile
13 FERITI E 52 ARRESTI IL BILANCIO PROVVISORIO DELL’ASSALTO TERRORISTICO ALLA DEMOCRAZIA USA
Quattro morti, 13 feriti e 52 arresti: è il bilancio provvisorio degli scontri nella manifestazione di protesta dei fan di Donald Trump nella capitale, secondo la polizia.
Il capo della polizia metropolitana di Washington Dc, Robert J. Contee, ha precisato che gli arresti sono stati 52 e che hanno partecipato alle marcia di Washington “Save America” circa 45.000 persone.
Degli arresti, 47 sono stati effettuati per le violazioni del coprifuoco e ingresso illegale. Quattro per possesso di pistole senza licenza e un’altra persona è stata arrestata per possesso di armi proibite.
Le autorità hanno anche recuperato una bomba artigianale dal Comitato nazionale democratico e un’altra bomba dal Comitato nazionale repubblicano. Sul terreno del Campidoglio degli Stati Uniti sono stati recuperati anche un refrigeratore di un veicolo insieme a una lunga pistola che includeva anche molotov.
Le quattro vittime comprendono la donna raggiunta da un colpo di pistola a Capitol Hill. La polizia ha confermato che sono stati rinvenuti ordigni esplosivi davanti al quartier generale sia del Dnc (Democratic National Convention) e sia dell’Rnc (Republican National Convention). E’ stato inoltre individuato un veicolo vicino al Congresso con un fucile e molotov.
(da agenzie)
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Gennaio 7th, 2021 Riccardo Fucile
CHIESTA L’APPLICAZIONE DEL 25° EMENDAMENTO: “NON E’ MENTALMENTE SANO E NON E’ IN GRADO DI DIFENDERE LA NOSTRA DEMOCRAZIA”
La Commissione giudiziaria della Camera Usa ha chiesto al vicepresidente Mike Pence di invocare il 25/mo emendamento per rimuovere il presidente uscente degli Stati Uniti Donald Trump dalla Casa Bianca, dopo l’assalto al Capitol Hill e a due settimane dall’insediamento del presidente eletto Joe Biden.
E’ quanto fa sapere sul suo profilo Twitter il deputato democratico David Cicilline; la lettera è stata firmata anche da altri 18 parlamentari. Vi si legge che il presidente Trump “ha confermato di non essere mentalmente sano e ancora incapace di accettare i risultati delle elezioni del 2020”
“Per il bene della democrazia – hanno scritto i deputati a Pence – vi esortiamo con forza a invocare il 25/mo emendamento e iniziare il processo di rimozione del presidente Trump: ha dimostrato più volte di non essere adatto a proteggere la nostra democrazia e a svolgere i suoi compiti”.
(da agenzie)
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Gennaio 7th, 2021 Riccardo Fucile
PENCE: “LA VIOLENZA NON VINCE MAI”… MCCONNELL: “HANNO CERCATO DI DISTRUGGERE LA NOSTRA DEMOCRAZIA, MA HANNO FALLITO”… DA PIU’ PARTI SI CHIEDE LA RIMOZIONE IMMEDIATA DI TRUMP
Dopo l’assalto al Congresso da parte dei supporter di Donald Trump secondo cui le elezioni erano truccate, Camera e Senato Usa hanno bocciato tutti i ricorsi e hanno certificato l’elezione di Joe Bide alla Casa Bianca.
Mentre a Washington è stato dichiarato lo stato d’emergenza fino al 21 gennaio, alla Casa Bianca continua a circolare sempre più insistente la voce di un’ipotesi di rimozione immediata di Donald Trump.
Aprendo la seduta per certificare la vittoria di Joe Biden, Mike Pence ha condannato l’assalto dei sostenitori di Donald Trump. “Non avete vinto, la violenza non vince mai”, ha detto.
“Hanno cercato di distruggere la nostra democrazia, ma hanno fallito”. Lo afferma il leader dei repubblicani in Senato, Mitch McConnell, parlando di “falsa insurrezione”, di una “ribellione armata” che però non impedirà al Senato di fare il suo lavoro. “Gli Stati Uniti non saranno intimiditi”, ha continuato, assicurando che non si inchinerà all’illegalit�
L’ipotesi della rimozione di Trump
Il Washington Post chiede che la responsabilità di questo atto di insurrezione ricada sul “presidente, che ha mostrato di rappresentare un grave minaccia alla democrazia”: “Ha causato l’assalto al Congresso. Deve essere rimosso”. Trump “non è adatto a restare in carica per i prossimi 14 giorni. Ogni secondo che mantiene i vasti poteri della presidenza è una minaccia all’ordine pubblico e alla sicurezza nazionale”, aggiunge il board editoriale del Washington Post. “Trump è una minaccia e fino a quando resterà alla Casa Bianca il paese sarà in pericolo”, osserva il Washington Post.
L’ipotesi di invocare il 25/o emendamento per rimuovere Donald Trump si sta rafforzando nel gabinetto del presidente.
Lo riporta Cbs citando alcune fonti, secondo le quali l’idea è in discussione all’interno della Casa Bianca ma non è stata ventilata al vicepresidente Mike Pence. Il 25/o emendamento della Costituzione prevede che il vicepresidente prenda i poteri nel caso il presidente muoia, si dimetta o sia rimosso dal suo incarico. A differenza dell’impeachment, dunque, consente di rimuovere il presidente senza che sia necessario elevare accuse precise. Tanto che il consigliere alla sicurezza nazionale di Donald Trump, Robert O’Brien, e il suo vice Matt Pottinger, stanno valutando le dimissioni dopo le violenze in Congresso.
Anche il potente senatore repubblicano Lindsey Graham volta le spalle a Donald Trump, di cui è stato uno stretto alleato. “Io e Trump abbiamo avuto fatto un bel viaggio. Mi dispiace che finisca così ma oggi tutto ciò che posso dire è ‘non contare su di me’. Quando è troppo è troppo. Ho provato ad essere utile”, ha detto in Senato, affermando che Joe Biden e Kamala Harris “sono stati eletti legalmente e diventeranno presidente e vicepresidente”.
Il sindaco di Washington Muriel Bowser, dopo l’irruzione a Capitol Hill, con i manifestanti che hanno sfondato i cordoni di sicurezza e hanno fatto irruzione nel palazzo che ospita Camera e Senato Usa, estende l’emergenza pubblica nella capitale americana per 15 giorni, ovvero fino al 21 gennaio, il giorno successivo al giuramento di Joe Biden. Resta in vigore anche il coprifuoco.
È battaglia anche sul fronte dei social. Facebook blocca Donald Trump per 24 ore. Lo riportano i media americani. Il blocco del social di Mark Zuckerberg segue quello simile di 12 ore deciso da Twitter. Zuckerberg, secondo le ricostruzioni di Axios, avrebbe definito la situazione a Washington un'”emergenza” e, in una email ai dipendenti, ha assicurato che si stavano valutando altre misure per tenere la gente al sicuro.
(da agenzie)
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