Gennaio 10th, 2022 Riccardo Fucile
“NON SA DI COSA PARLA, PRIMA SI INFORMI“
Toni accesi e voci che si sovrappongono in diretta ad Agorà su Rai 3 tra l’infettivologo Massimo Galli, già direttore di Malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano, e l’europarlamentare leghista Susanna Ceccardi.
Si parla della positività del professore e delle cure che gli hanno permesso di tornare a stare bene in breve periodo: l’esponente del Carroccio lo “accusa” di essersi sottoposto alle cure con i farmaci monoclonali, mentre le stesse non verrebbero utilizzate per chi si trova in gravi condizioni dopo la polmonite derivata dall’infezione.
“Temo che l’onorevole non sappia a chi devono essere somministrati determinati farmaci come i monoclonali. Solo chi ha alcuni fattori di rischio può avere beneficio da un trattamento, precoce e non risolutivo, come gli anticorpi monoclonali”, ha detto Galli.
La risposta di Ceccardi: “Lei perché se li è fatti? Dopo 5 giorni dalla febbre è qui in tv a parlare”. Galli ha puntualizzato: “Ho fatto 3 vaccinazioni, altrimenti sarei crepato, cara mia”.
La precisazione è arrivata anche alla luce delle parole dell’europarlamentare leghista che in trasmissione si era schierata contro la vaccinazione ai bambini.
Tornando sui monoclonali, Galli ha incalzato: “Per i malati gravi dopo la prima settimana d’infezione i monoclonali non servono. Sull’approvvigionamento nessuno sapeva che l’unico anticorpo utile per l’Omicron è il sotrovimab. Lei lo sa questo? Se non lo sa si informi”. Ceccardi ha insistito: “I monoclonali non ci sono per tutti, la verità è questa!”.
Secondo l’Aifa i monoclonali devono essere utilizzati negli adulti e adolescenti di età pari o superiore a 12 anni non ospedalizzati che non necessitano di ossigenoterapia supplementare e che sono ad alto rischio di progressione a COVID-19 severa “entro 7 giorni dalla data di esordio dei sintomi”, oppure per pazienti ambulatoriali o ospedalizzati non per COVID-19, oltre i 7 giorni dall’insorgenza dei sintomi, limitatamente ai soggetti immunodepressi ma con tampone persistentemente positivo e sierologia negativa per gli anticorpi IgG anti- Spike di SARSCoV-2, o ancora per pazienti ospedalizzati per COVID-19, anche in ossigenoterapia supplementare (con l’esclusione dell’ossigenoterapia ad alti flussi, o in ventilazione meccanica), con sierologia negativa per gli anticorpi IgG anti- Spike di SARSCoV-2.
(da agenzie)
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Gennaio 10th, 2022 Riccardo Fucile
LA DENUNCIA DEL CTS
Il tracciamento epidemiologico è sempre più difficile. Sia per il numero di contagi che è esponenzialmente cresciuto nel corso delle ultime settimane, sia per l’elevatissimo numero di tamponi effettuati. Perché se quest’ultimo dato ha restituito un quadro della situazione più concreto, ha creato anche molta destabilizzazione anche nella percezione.
Ma a creare ulteriori problemi ci sarebbero anche dei falsi tamponi positivi registrati da alcune farmacie attraverso farmacisti compiacenti che, d’accordo con un cittadino, agirebbero così per permettere di ottenere (nel giro di pochi giorni) il Super Green Pass. Quello da guarigione (e non quello da vaccino).
A riportare questa “accusa” è Fabio Ciciliano, uno dei componenti del Comitato Tecnico-Scientifico. Intervistato da Il Corriere della Sera, il medico della Protezione civile e della Polizia ha spiegato:
“La semplificazione dell’impianto normativo sulla diagnostica dei casi positivi, se da un lato facilita la gestione complessiva degli isolamenti (basta la positività al semplice tampone antigenico) dall’altro può aprire a potenziali criticità dovute al tentativo di corruzione di farmacisti compiacenti. Ci sono segnalazioni da varie città. Basta registrare in piattaforma tamponi surrettiziamente positivi al fine del rilascio del green pass successivo all’esecuzione di un secondo tampone negativo e si elude uno dei più importanti sistemi di vigilanza sull’epidemia. Comportamenti disonesti e sanzionabili penalmente con gravi ripercussioni sui farmacisti compiacenti e su chi li preme”.
Secondo l’esperto, dunque, il via libera al tampone antigenico per certificare l’avvenuto contagio e – di conseguenza – l’avvenuta guarigione avrebbe aperto le porte a una vera e propria frode fatta di farmacisti compiacenti con alcuni cittadini. Perché, secondo Ciciliano, i falsi tamponi positivi vengono registrati sulle piattaforme per certificare un contagio non reale e permettere, all’esito di un tampone negativo conseguente, di ottenere la certificazione verde rafforzata da guarigione.
(da agenzie)
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Gennaio 10th, 2022 Riccardo Fucile
“CHI HA AVUTO DELTA PUO’ REINFETTARSI CON OMICRON”
“Con questo ritmo di crescita la prossima settimana avremo 3 milioni di positivi”.
Lo ha detto Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe ai microfoni della trasmissione ‘L’Italia s’è destà su Radio Cusano Campus.
“In proiezione – ha spiegato – lunedì prossimo potremmo avere un’occupazione dei posti letto in area medica al 38% e in terapia intensiva al 20%, percentuali che iniziano ad essere preoccupanti”.
“La previsione dei 2 milioni di positivi purtroppo l’abbiamo azzeccata – ha affermato Cartabellotta – è evidente che questo sta iniziando a pesare sugli ospedali, con quasi 16mila pazienti in area medica a quasi 1600 in terapia intensiva. Abbiamo quasi l’1% di persone che vanno in area medica e l’1 per mille va in terapia intensiva”.
Per Cartabellotta “avere un 13% di tamponi rapidi positivi ci dà l’idea di quella che è la circolazione virale. Se arriveremo a 3 milioni di positivi, i numeri dei ricoverati desteranno qualche preoccupazione in più. Ad oggi, volendo fare un mimo di proiezione, lunedì prossimo potremmo avere circa 24mila pazienti ricoverati in area medica e circa 1.900 pazienti in terapia intensiva. Questo ovviamente porterebbe i tassi di occupazione al 38% e al 20%, questo significa che gli ospedali iniziano ad essere in sofferenza”.
I problemi di sovraccarico ha sottolineato “non riguardano solo i pazienti covid, ogni paziente covid che entra in ospedale fa sì che un paziente in meno di un’altra patologia venga assistito”.
“Non è vero che siamo di fronte a un virus che non crea problemi nella fascia d’età pediatrica”, continua Cartabellotta. “Io in questo momento avrei puntato su due settimane di Dad, per potenziare la vaccinazione dei ragazzi e dei bambini. Nella fascia 5-11 anni abbiamo ancora 3,1 milioni di bambini non vaccinati”.-
A proposito della possibilità di contagiarsi più volte, “fino a metà dicembre le reinfezioni erano circa l’1% del totale dei casi notificati. Nelle ultime due settimane, anche se il dato è in fase di consolidamento, aumenta la percentuale delle reinfezioni che è salita al 2.4% nella settimana precedente e al 3.1% nell’ultima settimana. Quindi è verosimile che chi si è infettato con la Delta oggi si sta reinfettando con la Omicron. Oggi è difficilissimo dire il contrario. Il dato sui grandi numeri dice che a fronte di un tasso di reinfezione che è stato da agosto fino a due settimane fa all’1%, adesso è al 3%”, spiega Cartabellotta.
(da agenzie)
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Gennaio 10th, 2022 Riccardo Fucile
ANCHE UN AVVOCATO E UN INFERMIERE
Arrivavano persone da varie regioni d’Italia (oltre alle Marche, Puglia, Emilia Romagna, Abruzzo, Lombardia e Veneto) ad Ancona per ottenere indebiti Green pass mediante false vaccinazioni: un infermiere professionale anconetano di 51 anni, secondo gli inquirenti, fingeva di somministrare il vaccino all’interno del box del punto vaccinale nell’impianto sportivo ‘Paolinelli’, gettava via il siero e applicava il cerotto, sviando così l’attenzione anche del medico responsabile.
Non sono emerse infatti responsabilità di medici, funzionari o altre persone del centro vaccinale in questione. I dettagli emergono dall’operazione eseguita dalla Squadra Mobile di Ancona nelle prime ore della mattinata e coordinata dalla Procura, nella quale sono state utilizzate anche immagini di videosorveglianza. Sono 24 le perquisizioni e circa 18mila euro sequestrati.
Coinvolte, per le notifiche dei provvedimenti, le Questure di Barletta Andrea Trani, Bologna, Fermo, Foggia, Macerata, Milano, Padova, Pescara e Taranto. In carcere è finito proprio l’infermiere mentre altre quattro persone, tra cui un 53enne avvocato con studio ad Ancona, sono state poste ai domiciliari per le accuse contestate di corruzione, falso ideologico e peculato, continuati e in concorso a vario titolo con altri 45 indagati.
A questi ultimi, i beneficiari degli indebiti Green pass, per la stragrande maggioranza ‘No vax’ come gli altri indagati, sono state applicate misure cautelari dell’obbligo di dimora e di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria.
Le indagini comunque sono ancora in fase preliminare. Le quattro persone finite ai domiciliari sono accusate di aver fatto da intermediari con i beneficiari nella ‘filiera’ dei Green pass illeciti, in quanto per il tipo di conoscenze e di attività svolta svolgevano opera di ‘collettori’ di richieste di Green pass indebiti.
Secondo le prime informazioni ognuno di loro, tramite i presunti intermediari, sarebbe stato in qualche modo veicolato per la ‘vaccinazione’ all’infermiere, e avrebbe pagato circa 400 euro per ottenere la certificazione dopo la finta somministrazione.polizia.
Pochi giorni fa un medico di Ascoli Piceno è stato arrestato con le stesse motivazioni: aveva rilasciato 150 attestazioni di avvenuta somministrazione di vaccino anti-Covid che non sarebbe mai avvenuta, ma che avrebbero consentito il rilascio di Green Pass, ritenuti falsi, per avvenuta vaccinazione a 73 soggetti.
(da agenzie)
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Gennaio 10th, 2022 Riccardo Fucile
POI IRONIZZA SCUSANDOSI CON I “DOWN VERI“, FACENDO UNA SECONDA FIGURA DI MERDA
Prima la pubblicazione di un post con lo stesso riferimento. Poi la ripresa da parte della pagina Facebook della sezione locale di Fratelli d’Italia.
Alla fine la dissociazione dalle parole del suo partito e da se stesso. Il circo social, anche questa volta, vede come protagonista il partito dei patrioti nostrani che ha definito “down” il sindaco di Sesto Fiorentino.
Un’uscita fuori luogo partita da un post del consigliere comunale (d’opposizione) di FdI e poi ricalcata dal suo partito, sempre via Facebook.
Tutto, dunque, è partito da un post pubblicato lo scorso 17 dicembre sulla pagina Facebook di Stefano Mengato che di professione fa il Consigliere Comunale a Sesto Fiorentino.
E lì, commentando l’estratto di un articolo in cui si sottolineava come il primo cittadino avesse rigettato la mozione dell’opposizione per la concessione della cittadinanza onoraria al Milite Ignoto. Un post ripreso dalla sezione locale di FDI che ha poi commentato: “Ovviamente ci scusiamo con i down, quelli veri e degni di considerazione”.
E da lì sono iniziate le inevitabili polemiche, con lo stesso sindaco di Sesto Fiorentino – Lorenzo Falchi – che ha chiesto le immediate scuse da parte del partito. E, per il momento, l’unica risposta arrivata è quella dello stesso consigliere Comunale che ha per primo pubblicato quel riferimento: “Mi dissocio dal commento pubblicato tramite l’account Facebook FDI Sesto. Quanto pubblicato non rispecchia la posizione del partito il quale sul territorio così come in Parlamento si spende quotidianamente per i più fragili e coloro che hanno bisogno di uno Stato attento alla loro realizzazione e socializzazione. Certe affermazioni sono semplicemente intollerabili e sarà nostro compito e dovere fare un’analisi interna al fine di prendere i provvedimenti opportuni”.
Secondo la sua versione dunque, il suo “down” era riferito al nome della rubrica (“up and down”) della testata che aveva riportato la notizia. Poi c’è stato quel post di Fratelli d’Italia che ha acuito quel riferimento.
(da NeXtQuotidiano)
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Gennaio 10th, 2022 Riccardo Fucile
SI SCATENA LA FECCIA SOVRANISTA… CHI NON LI CANCELLA E’ INDEGNO DI FARE IL MINISTRO
Vittima della gogna social, istigata stavolta non da un signor nessuno su Twitter o su Facebook, ma dal viceministro delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili Alessandro Morelli, della Lega.
La denuncia è di Silvia Roggiani, segretaria del Partito democratico di Milano, che su Facebook ha puntato il dito contro il leghista: “Ogni giorno succede a centinaia di donne – ha scritto – ieri è successo a me. Travolta da decine di insulti, minacce e inviti allo stupro. La “mia presunta colpa”? Aver espresso un’opinione. Aver condannato le terribili violenze della notte di Capodanno sostenendo che queste violenze sono spesso figlie di una società patriarcale e che, per questo, serve un intervento a partire dalla scuola”.
Il tutto è avvenuto perché Morelli “ha postato sui suoi canali social una mia foto, con una frase estrapolata dalle mie dichiarazioni. È quella che si chiama ‘gogna’. Evidentemente ha ben imparato dalla ‘Bestia’.
Sotto il suo post ho collezionato inviti allo stupro, minacce e insulti da parte dei suoi attivisti. Il Viceministro forse si è dimenticato che scegliere di non intervenire è sempre una scelta. Il silenzio è sempre complice. E i commenti sono stati lasciati lì in tutta la loro violenza”.
“Morelli sicuramente interessato a prendere like ha denunciato, giustamente, la violenza di capodanno – ha concluso Roggiani – ma poi cosa fa quando si inneggia allo stupro sui suoi profili? Silenzio”. Poi un appello: “Viceministro Morelli, lei rappresenta il governo di questo Paese. Non so se deciderà di vergognarsi per questa cosa. Ma si ricordi che in democrazia bisogna dire quello che si pensa ed essere liberi di poterlo fare. Lei da che parte sta?”.
Solidarietà le è stata espressa da Enrico Letta e da altri colleghi di partito, che invitano Morelli a prendere posizione contro quanto scritto sotto il suo post e a cancellare i commenti scabrosi.
(da NeXtQuotidiano)
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Gennaio 10th, 2022 Riccardo Fucile
IL GIORNO DOPO SENZA MASCHERINA HA PARTECIPATO A INCONTRI PUBBLICI CON TANTO DI FOTO RICORDO
Il certificato che viene fatto circolare dai fan di Djokovic (che pubblichiamo a lato) attesterebbe che in data 16 dicembre il tennista non vaccinato avrebbe contratto il covid per la seconda volta. Documento in serbo che il tennista non avrebbe comunque esibito al momento del fermo ma solo successivamente uscito tramite i legali.
L’attendibilità del certificato è tutta da verificare, nulla di più facile che la pezza di appoggio sia stata fornita dalle autorità della Serbia apertamente in campo per difendere il loro presunto campione.
Ma ammettiamo che sia vero.
Perchè Djokovic non l’ha mai detto?
Perchè non è stato messo in quarantena?
Perchè il 17 dicembre ha partecipato a manifestazioni pubbliche (pure senza mascherina) compiendo un reato?
Quante persone ha contagiato in quella occasione?
Perchè non è stato arrestato e denunciato come sarebbe accaduto nel resto del mondo civile?
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Gennaio 10th, 2022 Riccardo Fucile
LA MOTIVAZIONE DEL TRIBUNALE FA SCOMPISCIARE DALLE RISATE: “NON GLI E’ STATO DATO IL TEMPO PER PRODURRE PROVE”
Novak Djokovic sarebbe stato posto nuovamente in stato di fermo a Melbourne. I resoconti della stampa australiana affermano di un’importante presenza della polizia nell’ufficio dell’avvocato di Djokovic, dove il numero uno del tennis ha assistito all’udienza in tribunale che ha annullato la decisione di cancellare il suo visto.
La decisione del governo australiano di cancellare il visto di Novak Djokovic è stata clamorosamente ribaltata dal tribunale presieduto dal giudice Anthony Kelly.
Per la corte il tennista serbo può restare in Australia e giocare gli Open al via lunedì 17 gennaio a Melbourne. È stato riconosciuto il fatto che a Djokovic non è stato concesso abbastanza tempo per produrre prove sufficienti, dopo che il tennista è stato informato dell’intenzione del governo di annullare il suo visto.
Nonostante ciò, il ministro dell’immigrazione, Alex Hawke, può ora intervenire personalmente e decidere comunque – entro 4 ore dalla lettura della decisione del tribunale – di annullare il visto per altri motivi. Se ciò dovesse accadere, il caso potrebbe tornare di nuovo in tribunale perché Djokovic rischierebbe di essere bandito dall’Australia per tre anni se il ministro decidesse di annullare nuovamente il visto.
È durata più di sette ore, tra sospensioni e rinvii, l’udienza nella quale la corte federale di Melbourne doveva stabilire se il tennista No Vax poteva rimanere nel Paese o tornare in Europa. L’atleta, quindi, ha lasciato il tanto discusso Park hotel, il limbo in cui l’Australia confina i migranti.
L’udienza doveva cominciare alla mezzanotte ora italiana, ma c’è stato subito un rinvio per “motivi tecnici”. Il server della corte risultava inaccessibile al pubblico, con l’avviso “temporary disruption”, a causa probabilmente dell’altissimo numero di accessi che hanno mandato in tilt il sistema.
Quando l’udienza è finalmente partita, l’avvocato dell’atleta 34enne, Nick Wood, ha difeso il suo assistito, affermando che Djokovic ha rispettato tutti i requisiti previsti dalla legge sulla biosicurezza per l’ingresso in Australia: “Il signor Djokovic ha dichiarato di disporre di una esenzione medica”, ha detto l’avvocato, sostendo che “le linee guida australiane sull’immunizzazione prevedono la possibilità di rinviare la vaccinazione di sei mesi per le persone che abbiano ricevuto una diagnosi di positività al Sars-Cov-2”.
Alle autorità di frontiera all’ingresso in Australia, Djokovic ha dichiarato di non essere vaccinato e di avere avuto il covid due volte, nel giugno 2020 e lo scorso 16 dicembre, negativizzato poi il 22 dicembre. Lo riferisce il Guardian. “Ho avuto il covid due volte. Ho avuto il covid a giugno 2020 e ho avuto il covid di recente – sono risultato positivo al Pcr – il 16 dicembre 2021”, ha risposto Djokovic a domande specifiche, stando alla trascrizione dell’intervista con i responsabili australiani alla frontiera, pubblicata dal Guardian.
I legali che rappresentano il governo australiano hanno ribattuto che, in base alla versione aggiornata delle linee guida, l’infezione non costituisce una controindicazione all’assunzione del vaccino. Gia ieri gli stessi avvocati avevano depositato un documento in cui si affermava che, contrariamente a quanto sostenuto dai legali di Djokovic, non era mai stata data alcuna garanzia al tennista sull’accettazione dell’esenzione medica.
Il governo australiano, poi, contesta anche la validità dell’esenzione presentata dall’atleta, che si sarebbe limitato a dichiarare di essere risultato positivo a un test per il Covid, senza produrre alcuna prova.
I legali di Djokovic hanno contrattaccato insistendo sul trattamento cui il campione è stato sottoposto dalle autorità di frontiera al suo sbarco in aeroporto: non sarebbe stato messo in condizione di esporre le sue ragioni né di consultarsi con i propri avvocati. A far intendere l’orientamento del giudice era stata una frase in particolare: “Quel che mi lascia perplesso è che non comprendo cos’altro quest’uomo (Djokovic) avrebbe potuto fare”, per entrare in Australia.
Riposta: vaccinarsi, come tutte le persone civili.
(da agenzie)
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