Giugno 27th, 2022 Riccardo Fucile
E I TERRORISTI VANNO ELIMINATI SENZA PIETA’
“Gli occupanti hanno lanciato razzi contro un centro commerciale, dove c’erano più di mille civili. Il centro commerciale è in fiamme, i soccorritori stanno domando l’incendio, ma il numero delle vittime è impossibile da immaginare”: a fornire maggiori informazioni sull’attacco missilistico avvenuto questo pomeriggio a Kremenchuk, nella regione di Poltava, è il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, che su Telegram diffonde un video delle fiamme che divampano dal centro commerciale.
Un edificio che – sottolinea Zelensky – non costituiva “nessun pericolo per l’esercito russo. Nessun valore strategico”.
È “solo il tentativo delle persone di vivere una vita normale, che fa arrabbiare così tanto gli occupanti”, osserva Kyiv.
Su Twitter il consigliere del presidente, Mykhailo Podolyak, commenta: “La Russia ha colpito deliberatamente un centro commerciale, con più di mille civili all’interno. A metà giornata. Solo perché vuole uccidere. Per riempire tutto di sangue ucraino. La Russia è uno stato terrorista. La guerra più disgustosa”.
La superficie dell’incendio centro commerciale a Kremenchuck è di 10.300 metri quadri. Lo riporta il canale informativo Ukrinform. Sul luogo, ci sono attualmente 115 Vigili del Fuoco impegnati nello spegnimento delle fiamme, e 20 unità di mezzi impegnate nei soccorsi. Il governatore della regione di Poltava, Dmytro Lunin ha definito l’attacco un “crimine contro l’umanità”. .
Nelle immagini pubblicate da Anton Geraschenko, consigliere del ministero dell’Interno di Kiev, si vede un uomo che corre tra le macerie dell’edificio in fiamme per una quarantina di secondi, finché non riesce a uscirne.
(da agenzie)
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Giugno 27th, 2022 Riccardo Fucile
NATA A VERONA DA GENITORI ORIGINARI DEL TOGO, LAUREATA, E’ LA PIU’ VOTATA NELLA LISTA DEL SINDACO TOMMASI
Veronica Atitsogbe, 28enne nata a Verona da genitori originari del Togo, sarà la donna a presiedere la prima seduta del Consiglio comunale di Verona.
È lei la più votata nelle liste di Damiano Tommasi, neo eletto sindaco della città storicamente roccaforte della destra, “strappata” al primo cittadino uscente Federico Sboarina anche grazie al suicidio politico dell’alleanza (o presunta tale) tra Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Atitsogbe è la prima italiana di seconda generazione all’assemblea municipale di Verona.
“I miei genitori inizialmente non erano tanto propensi ad appoggiarmi in questo cammino politico – racconta – probabilmente più per protezione, perché esporsi non è mai tanto facile. Poi nel vedere quanto ci tenessi e quanto mi impegnassi sono stati travolti e sono stati i primi a volantinare, a portare tra la gente l’idea di Damiano Tommasi”.
Laureata in Studi internazionali nel 2016 all’Università di Trento e in Governance dell’emergenza nel 2020 all’Università di Verona, ha fondato l’Associazione Afroveronesi, punto di riferimento per 40 ragazzi di origine africane nati o cresciuti in Italia.
“Quello che vorrei portare ora in Comune – dice – è una maggiore partecipazione di persone come me che spesso sono state escluse dalla voce politica della città ma che vi sono presenti, vorrei che fossero coinvolte maggiormente nelle decisioni. Questo lo si può fare ascoltando le loro voci, le loro esigenze, andando presso queste persone”.
Sulla storica vittoria di ieri sera: “La piazza festante che c’era per Tommasi si vedeva che era piena di orgoglio perché eravamo superdirvesi, a livello generazionale e sociale”.
Al primo turno Veronica Atitsogbe ha raccolto 329 preferenze nella Lista “Damiano Tommasi Sindaco”, che è stata la più votata con il 15,94% delle preferenze. Per il neo eletto sindaco ha solo buone parole: “Ha saputo mostrarsi per quello che è, genuino ma soprattutto pronto all’ascolto delle persone, dei giovani in particolare. E questo ha fatto la differenza”.
(da agenzie)
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Giugno 27th, 2022 Riccardo Fucile
TRA GRILLO E CONTE SI DISCUTE DI UNA DEROGA DEL 10%. L’ELEVATO SPINGE PER SALVARNE 5 SU 50… SICURI CRIMI, TAVERNA, FICO. TUTTI GLI ALTRI NO…IL CASO SICILIA CON CANCELLERI CHE CHIEDE LA DEROGA
Nel M5s potrebbero salvarsi solo cinque parlamentari su cinquanta. Sono ore di panico fra i grillini. Giuseppe Conte è chiuso con Beppe Grillo all’Hotel Forum, quartier generale romano del Garante, poco interessato a visitare la sede del Movimento, a due passi dalla Camera.
Come raccontato da Ileana Sciarra per Adnkronos, si ragiona su un tetto del 10 per cento di salvati. Prima della scissione capitanata da Luigi Di Maio, i parlamentari M5s al secondo mandato erano sessantanove. Venti hanno però seguito il ministro degli Esteri nell’avventura “Insieme per il futuro”. Ne rimangono dunque 49.
Il tetto del 10 per cento imposto da Grillo a Conte permetterebbe la ricandidatura solo a 5 big. I sicuri sono Paola Taverna, Vito Crimi e Roberto Fico.
Ballano per due posti, stando a questi conti, una serie di big rimasti per ora con Conte: i ministri Federico D’Incà e Fabiana Dadone. Ma anche gli ex Fraccaro e Bonafede. Per non parlare dei sottosegretari, primo fra tutti Carlo Sibilia. Sono al secondo mandato, ma hanno già detto di non volersi ripresentare gli ex ministri del Conte I Danilo Toninelli e Giulia Grillo.
Tremano tanti volti storici del grillismo in queste ore. E tiene banco anche il caso Sicilia: Giancarlo Cancelleri, arrivato a due giri come consigliere regionale, spinge per avere la deroga per tentare di nuovo di diventare governatore.
(da agenzie)
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Giugno 27th, 2022 Riccardo Fucile
E’ MORTO NEL ROGO DELLA SUA BARACCA, VITTIMA DELLO SFRUTTAMENTO
Aveva 35 anni Yusupha Joof e veniva dal Gambia. In Italia lavorava come bracciante, ed è morto nell’incendio del suo alloggio, una baracca, che ha preso fuoco la passata notte, verso le tre. Per lui non c’è stato niente da fare.
Una baracca di legno e lamiera appena sufficiente a riparare alla bell’e meglio Yusupha e i braccianti che come lui vivono, dopo una giornata di sfiancante lavoro sotto il sole, nell’insediamenteo di Torretta Antonacci, nel foggiano.
I Vigili del fuoco hanno domato le fiamme evitando che il rogo potesse raggiungere alcune bombole di gas.
Ma la morte di Yusupha Joof poteva essere evitata?
Le miserrime condizioni in cui viveva quanto hanno contribuito al propagarsi delle fiamme che hanno coinvolto anche un’altra baracca? Aboubakar Soumahoro, sindacalista e da sempre voce dei braccianti sfruttati, è convinto che in molti si siano girati dall’altra parte:
“Stanotte Yusupha Joof, nato in Gambia, è morto tra le fiamme dell’incendio scoppiato nell’insediamento dei braccianti a Torretta Antonacci (Comune di San Severo) nelle campagne pugliesi del foggiano. La Lega Braccianti e tutta la comunità degli abitanti di Torretta Antonacci hanno domato le fiamme dopo aver chiamato da subito i vigili del fuoco e le forze dell’ordine, le cui cause sono da chiarire. Chiediamo a nome della famiglia e di tutta la comunità la verità sulle cause di questa tragedia. Chiedo a certi corpi dello STATO e della POLITICA, essendo stati INDIFFERENTI verso chi lotta a viso scoperto contro sfruttamento e assistenzialismo imprenditoriale sul corpo dei braccianti “NERI”, di risparmiarci lacrime di coccodrillo e dichiarazioni retoriche. Perché rappresentano l’altra faccia di questa tragedia. Chiediamo, a nome dei familiari in contatto con la Lega Braccianti, che siano accertate le cause di questa ennesima tragedia ai danni dei braccianti dimenticati della filiera agroalimentare. La comunità gambiana e gli abitanti dell’insediamento dei Torretta Antonacci insieme alla Lega Braccianti si faranno sentire.
Saranno ora le indagini a svelare le origini dell’incidente.
(da agenzie)
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Giugno 27th, 2022 Riccardo Fucile
IL PASSAGGIO E’ CONSENTITO DALLA LEGGE E NON PUO’ ESSERE RICHIESTO ALCUN PAGAMENTO
A Ostia (Roma) sei attivisti dell’associazione Mare Libero sono stati aggrediti da un bagnino dello stabilimento Marechiaro per aver cercato di accedere alla spiaggia libera attraverso un varco pubblico che dà sul tratto di litorale gestito dalla società Kelly’s Srl.
Appena messo piede sulla parte in gestione alla Marechiaro, ai sei è stato richiesto il pagamento di un “pedaggio” di 10 euro:
«Ci fermano e ci dicono che è una spiaggia privata, per entrare bisogna pagare» hanno raccontato gli attivisti a la Repubblica, chiedendo di rimanere anonimi.
«Abbiamo fatto presente che era un varco pubblico e che non potevano chiedere i soldi, loro hanno risposto che quando si entra in casa privata si saluta, dimenticando il fatto che le spiagge non sono proprietà private ma sono date in concessione e la legge prevede che non bisogna pagare per andare sulla battigia», hanno spiegato.
Secondo il racconto dei sei, in poco tempo, altri dipendenti dello stabilimento sono accorsi sulla scena, posizionando accanto all’ingresso un cartello che specifica come quel varco sia pubblico: «Lo hanno messo subito dopo che ci hanno visti e ci hanno detto che lo stavano spolverando. In pratica hanno privatizzato il varco pubblico e questo è reato. Infatti si sono innervositi, erano in otto, e hanno subito chiesto perché stavamo dando fastidio».
Nel frattempo, sul luogo è arrivata anche la polizia locale. Alla richiesta degli attivisti di spiegare perché il cartello non era presente prima, un assistente bagnanti si è innervosito: «Perde la pazienza, alza la voce, ci urla di andare e di dargli retta, poi da due ceffoni sul braccio a uno di noi pur essendo trattenuto dai vigili e afferra uno dei nostri e sotto gli occhi di un agente di polizia locale lo scaraventa sul marciapiede fuori dallo stabilimento provocandogli una ferita sanguinolenta al ginocchio», hanno raccontato i sei.
(da agenzie)
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Giugno 27th, 2022 Riccardo Fucile
A RISCHIO LE VACANZE DEGLI ITALIANI
Sarà l’estate dei rincari: dopo il caro energia e il caro carburanti, sulle vacanze di quest’anno cresce l’inflazione.
Un temporale estivo che si abbatterà dunque sul carrello della spesa: Assoutenti stima che il prezzo degli alimentari potrebbe crescere fino al +30%. L’associazione, avvalendosi dei dati Istat, ha individuato i prodotti più a rischio rincari: si tratta di mais, grano, girasole, cereali e quindi tutti i prodotti derivati (pasta, pane, dolciumi, pizza). Ma anche di frutta fresca come albicocche, ciliegie, pesche, susine, pere e mele, ma soprattutto cocomeri e meloni.
L’aumento dei prezzi non risparmierà nemmeno le verdure, come pomodori, insalate, melanzane e basilico, e i latticini.
Sommato al rincaro sul fronte energetico e del carburante, costringerà le famiglie a sostenere una spesa di almeno 2.300 euro in più all’anno, riportano le stime dei consumatori citate da La Stampa.
Il buio panorama economico che si prospetta è causato da una serie di fattori.
Anzitutto, il Covid-19, che ha generato una carenza di materie prime e di commodity. Poi è arrivato il caro energia, accompagnato da un’impennata nei costi dei trasporti.
La guerra tra Russia e Ucraina è intervenuta in questo scenario già drammatico, trascinando con sé le sanzioni a Mosca, le contro-sanzioni di Putin e la crisi del grano.
Da ultima, la siccità che ha colpito il nostro Paese.
E si aggrava ogni ora che passa: non a caso, la maggior parte dei prodotti a rischio rincaro necessita di molta acqua per crescere. Fattori che si accumulano e potrebbero costringere le famiglie a tagliare i consumi anche sui beni primari, come il cibo. Anche perché, ricorda il presidente di Assoutenti Furio Truzzi, «Già nell’ultimo mese i prezzi al dettaglio dei generi alimentari hanno comportato una maggior spesa per il cibo di circa 554 euro annui a famiglia».
Siamo reduci da mesi difficili, che avevano già iniziato a manifestarsi tra gli scaffali dei supermercati.
Rispetto all’anno scorso, i prezzi sono aumentati mediamente del 20%, stima Altroconsumo.
Tra i prodotti che sono diventati più cari spiccano olio di semi di girasole (+93% rispetto al 2021), lo zucchero, la farina, il caffè in polvere. Il mese scorso il record dei rincari l’ha vinto il prezzo dell’olio oliva: +70,2% rispetto a un anno fa. Al secondo posto il burro (+23,3%) ed al terzo le pere (+22,9%).
Seguono pomodori, pasta, farina, pollame, meloni e cocomeri e uova. «Un ulteriore incremento dei listini alimentari avrebbe effetti devastanti sulle tasche dei consumatori e sull’intera economia», commenta Truzzi.
In questo scenario, pensare a viaggi o a mangiate al ristorante si fa sempre più difficile. Il Codacons, dopo aver rielaborato i dati Istat, avverte dell’arrivo di una raffica di rincari in tutto il comparto del turismo e dei trasporti. Quest’anno spostarsi in auto costa fra il 25% e il 33% in più rispetto al 2021, mangiare al bar o al ristorante il 4,6% in più, +5% per una cena in pizzeria.
I voli europei diventano quasi inavvicinabili, con un balzo nei prezzi dei biglietti del +127%, mentre quelli nazionali si limitano al +21,4%. L’aumento medio nel costo delle camere d’albergo è del 14%.
(da Open)
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Giugno 27th, 2022 Riccardo Fucile
L’ALLARME DELLA PROTEZIONE CIVILE: “SIAMO AL 40-50% DI QUANTITA’ DI ACQUA PIOVUTA IN MENO RISPETTO ALLE MEDIE DEGLI ULTIMI ANNI”
Il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio ha annunciato che il governo è al lavoro per dichiarare lo stato d’emergenza a causa della siccità.
«I criteri li stiamo definendo con le regioni e soprattutto le misure. Penso nelle prossime giornate, al massimo prossime settimane avremo chiare le misure e potremo fare la dichiarazione», ha detto nel corso di un’intervista a SkyTg24. Mentre il governo va verso lo stato d’emergenza in sei regioni a causa della siccità, Curcio ha aggiunto che non è da escludersi «il razionamento diurno» dell’acqua.
«Siamo a 40-50% di quantità di acqua piovuta in meno rispetto alle medie degli ultimi anni e fino al 70 per cento di neve in meno», ha spiegato , mentre il Po avrebbe «sino all’80% in meno» della sua portata.
Alla crisi dell’oro blu, si aggiungono gli incendi: «Dal 15 di giugno a ieri ci sono state quasi 199 schede di intervento contro le 80 del 2021 e le 30 del 2020. Siamo molto preoccupati», ha dichiarato Curcio.
Il fenomeno sarebbe quindi raddoppiato rispetto all’anno scorso, e sestuplicato rispetto al 2020. Palazzo Chigi intanto prepara un Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dpcm), secondo indiscrezioni di stampa.
L’intervento si baserà su due binari paralleli: salvaguardia del comparto agricolo e approvvigionamento idrico. La Protezione Civile con lo stato d’emergenza potrà emettere ordinanze per attingere agli invasi: dal divieto dell’uso per fini non domestici alla chiusura dei rubinetti nelle ore notturne.
(da agenzie)
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Giugno 27th, 2022 Riccardo Fucile
POI, AL MOMENTO DEL VOTO, SI SONO RIMANGIATI TUTTO. E LA LORO CREDIBILITÀ DI FRONTE AI CITTADINI È CROLLATA: SOLO IL 25% DEGLI AMERICANI HA FIDUCIA NELLA CORTE
«Mi sono fidato del giudice Gorsuch e del giudice Kavanaugh quando hanno testimoniato sotto giuramento che credevano che Roe vs Wade fosse un precedente legale oramai stabilito».
Con queste parole il senatore democratico Joe Manchin ha di fatto accusato due giudici della Corte Suprema di aver mentito durante le udienze di conferma della loro nomina davanti al Senato.
Manchin ha unito la sua voce a quella della collega repubblicana del Maine, Susan Collins, la quale ha puntato i suoi strali accusatori soprattutto contro Kavanaugh, con il quale aveva avuto lunghi colloqui a quattr’occhi.
Le televisioni, dal canto loro, ripropongono anche la testimonianza della giudice Amy Coney Barrett, terzo giudice voluto da Donald Trump e approvato a ridosso delle elezioni del 2020. Anche lei aveva ribadito di considerare «un precedente radicato» la sentenza “Roe Vs Wade” del 1973, che stabiliva che l’aborto era un diritto costituzionale.
Ora però il Paese si interroga se ci sia qualche punizione per i giudici che abbiano mentito sotto giuramento quando i senatori li interrogavano per decidere se approvare la loro nomina. Certo è che nel Paese la Corte ha perso molto del lustro di cui ha goduto per decenni.
Secondo un sondaggio Gallup, solo il 25% degli americani continua ad avere «alta fiducia» nella Corte.
Se si pensa che nel 2020 si arrivava al 58%, si capisce quanto sia grave la caduta. Dall’inizio del Novecento i giudici supremi erano stati oggetto di stima e rispetto al pari delle forze armate. Sia gli uni che gli altri sono sempre stati visti come super partes e non piegati al volere dei politici.
Ma la situazione è cambiata proprio con Donald Trump, che sin dalla sua campagna elettorale aveva apertamente promesso di scegliere giudici che abolissero il diritto di aborto, e dopo averli scelti e averne ottenuto l’approvazione dal Senato si è vantato di aver fatto più di ogni altro presidente per la causa degli anti-abortisti.
La Corte di adesso, con una super maggioranza di sei conservatori a tre liberal è sbilanciata come non lo era da decenni. Tutti i presidenti hanno sempre cercato di mantenere un bilanciamento nella Corte, strategia abbandonata in pieno da Trump, che sta così ottenendo che le leggi del Paese si spostino più a destra di dove la maggioranza dell’opinione pubblica le vorrebbe.
E per bloccare l’attivismo con-servatore dei giudici non c’è nulla da fare: la Corte non risponde a nessuno, i giudici sono nominati a vita e possono essere sottoposti a impeachment solo per gravi reati criminali.
(da agenzie)
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Giugno 27th, 2022 Riccardo Fucile
BERLUSCONI AVEVA SCELTO LA CITTÀ BRIANZOLA PER IL SUO UNICO COMIZIO: “SE NON LO VOTIAMO SIAMO DEI COGLIONI. FORZA ITALIA TORNERÀ AL 20%”
A 122 anni dal regicidio di Umberto I Monza continua ad abbattere i suoi sovrani. A Dario Allevi, sindaco uscente di Forza Italia, non riesce la riconferma, stessa sorte toccata a tutti i suoi predecessori da quando vige la regola dell’elezione diretta dei primi cittadini.
La guida del municipio passa a Paolo Pilotto, Pd di estrazione cattolica, a cui riesce la missione impossibile di rimontare al ballottaggio i 7 punti di svantaggio accumulati due settimane fa. Finisce 51,2 a 48,8 per il candidato del centrosinistra (senza M5S) che ha la meglio su un centrodestra che a Monza si presentava nella sua formazione tipo (Forza Italia-FdI-Lega).
La «maledizione di re Umberto» colpisce di riflesso anche Silvio Berlusconi che aveva investito molto sulla riconferma del suo candidato. Non a caso il Cavaliere aveva scelto la città brianzola per la sua unica uscita tra primo e secondo turno (con Ronzulli e Fascina).
«Tra un anno Forza Italia tornerà sopra il 20%» si era sbilanciato l’ex premier parlando proprio a fianco di Allevi. Monza, del resto era l’unico capoluogo d’Italia in cui la lista berlusconiana aveva mantenuto la leadership della coalizione, con il 16% dei voti, sopravanzando tanto i meloniani quanto i salviniani.
Logico quindi che il Cavaliere vedesse in questo «fortino azzurro» il trampolino per una miracolosa risalita a livello nazionale. Così non è stato. Non ha funzionato stavolta nemmeno l’apparentamento tra politica e calcio che in passato tante fortune aveva fruttato al leader del centrodestra: il 29 maggio scorso il Monza (presidente Silvio Berlusconi, general manager Adriano Galliani) aveva conquistato la sua prima, storica promozione in serie A: nel centrodestra in molti scommettevano su un «effetto trascinamento» tra successi sportivi e fortune politiche. Niente da fare.
«Abbiamo vinto grazie al sorriso, grazie al dialogo, grazie al lavoro che è andato avanti anche quando tutti ci davano per sconfitti» è stato il primo commento del neo sindaco Paolo Pilotto.
E pensare che tutto sembrava congiurare contro questo insegnante di religione da anni politico per pura passione: i 3.000 voti di gap del primo turno, l’impatto mediatico di Berlusconi e della promozione in serie A, una lista civica che al secondo turno era andata in soccorso del favorito Allevi.
Persino l’affluenza al voto: per rimontare serviva una forte mobilitazione degli indecisi e invece anche a Monza il 63% dei cittadini ha girato al largo dei seggi. Evidentemente chi ha esercitato il suo diritto di voto ieri ha voluto fare lo sgambetto al sindaco uscente. E sotto sotto, anche a Silvio Berlusconi.
«Ci sono domande che ci arrivano anche da parte di chi non ci ha votato – ha aggiunto Pilotto – e di questo sarà necessario tenere conto». Il vincitore non ha mancato di sottolineare come Monza, a conti fatti, si inserisca in un’onda politica che ha investito altre città italiane dove il centrosinistra, pur partendo da posizioni di svantaggio, ha saputo guadagnarsi la fiducia degli elettori.
(da il Corriere della Sera)
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