Giugno 11th, 2022 Riccardo Fucile
L’INTERCETTAZIONE CHE INCASTRA IL CANDIDATO DELLA MELONI
“Voi”, “Voi altri”, “Me li raccogliete (i voti, ndr)”, “A me interessa la famiglia: voi siete una sassulata (tanti, ndr)”.
Quando Francesco Lombardo, candidato di Fratelli d’Italia al consiglio comunale di Palermo parla con il boss del mandamento di Ciaculli-Brancaccio, Vincenzo Vella, utilizza sempre il plurale, un particolare che non è sfuggito agli inquirenti. “Volendosi con ciò riferire proprio alla mobilitazione della famiglia mafiosa di Corso dei Mille”, scrive così il gip, Lirio Conti. Quel “voi altri” d’altronde è inserito in un contesto preciso: “E certo! Non mi sono messo sempre a disposizione con voi altri a prescindere della politica?”.
Cerca voti Lombardo per potere accedere al consiglio comunale di Palermo, lo fa rivolgendosi a “voi altri” verso i quali è stato sempre a disposizione. Mentre traccia la mappatura del consenso che sta ottenendo nel capoluogo siciliano: “Ovunque! Ovunque! Mi stanno aiutando in tutte le zone di Palermo, tu lo sai. Ovunque, allo Zen… ovunque!”.
Questo è lo spaccato che emerge dalla richiesta di arresto con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso piombata nell’ultimo giorno di una campagna elettorale pesantissima, in cui il convitato di pietra è stato proprio l’argomento mafia.
Poi però sono arrivati lo scorso mercoledì l’arresto con la stessa accusa di Pietro Polizzi, candidato di Forza Italia, e venerdì pomeriggio quello di Lombardo. La competizione elettorale è agguerritissima, con 9 liste solo a favore del candidato del centrodestra Roberto Lagalla, tra cui quella di Fratelli d’Italia, dove figura il nome di Lombardo.
Un candidato navigato nel mondo della politica locale, che già era stato consigliere nel vicino comune di Villabate. Spinto verso la politica da “sani principi morali”, spiegava ai suoi contatti social.
“Migliaia sono i motivi che mi spingono a fare questa scelta – scriveva in un post – tutti racchiusi in un solo vero motivo, l’amore per questa Città dove sono cresciuto tra la gente umile come me che mi ha visto crescere, studiare, lavorare, e formare una famiglia con sani principi morali”. Assieme a Lombardo è stato arrestato Vincenzo Vella, 57 anni, libero solo grazie a un cavillo giudiziario: il gip e il gup coincidevano nel suo procedimento. Così, grazie a questo vizio di forma, Vella era libero nonostante una condanna a vent’anni per mafia (la terza condanna emessa nei confronti da Vella).
La Dda di Palermo, guidata da Polo Guido, aveva chiesto e ottenuto di intercettare alcuni soggetti nell’ambito di un’investigazione più ampia sull’associazione mafiosa. Per questo il cellulare di Vella è sotto controllo da parte della squadra mobile di Palermo, quando il 28 maggio, alle 14.40, il candidato di Fdi va dove è solito stazionare Vella, ovvero nei pressi di una bancarella di frutta e verdura di Corso dei Mille. Lombardo indossa una maglietta bianca e dei pantaloni neri, scende dalla sua panda e si avvicina a Vella, che si allontana dal bancone della frutta e iniziano così a parlare in disparte. Gli uomini della Mobile fotografano tutti i movimenti dei due.
Attraverso il cellulare di Vella ascoltano la conversazione. “Quelli nostri… tutti li prendi”, così lo conforta Vella, dopo che Lombardo ha usato argomenti convincenti: “Se salgo io… io sono in commissione urbanistica. Sono all’edilizia privata, hai capito che appena qua c’è un problema io salto”.
“Sì, il suolo pubblico te lo puoi sbrigare?”, chiede allora il mafioso. “E certo! Non mi sono messo sempre a disposizione con voi altri a prescindere della politica?”.
Una conversazione che secondo gli inquirenti lascia poco spazio all’interpretazione e per questo il gip sottolinea: “A fronte della chiara domanda del mafioso di risolvere, ove letto, le pratiche amministrative che evidentemente riguardavano l’uso di un suolo pubblico, il Lombardo manifestava senza riserve la sua piena disponibilità, ricordandogli che egli in realtà a disposizione della consorteria lo era sempre stato”.
Mentre Vella è cristallino: “Io sono… per te sì, per loro no… non ne voglio sapere… non hanno niente da darmi, non ho niente da dargli”.
Un do ut des messo nero su bianco nella richiesta della cattura di Vella e Lombardo a due giorni dalle elezioni. “Io penso per me”, gli diceva il candidato, riferendosi alla sua elezione: “Io a te”, rassicurava il mafioso. Un siparietto che ha sigillato la chiusura della campagna elettorale in quella Palermo che lo scorso 23 maggio celebrava i trent’anni dalla strage di Capaci.
(da Il Fatto Quotidiano)
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Giugno 11th, 2022 Riccardo Fucile
CALENDA: “SOGGETTO PERICOLOSO PER LA SICUREZZA NAZIONALE”… QUARTAPELLE: “COSA ANDAVA A FARE A MOSCA A SPESE DEL CREMLINO?”
Se fosse partito, i soldi sarebbero arrivati dall’ambasciata russa in Italia. Dopo le indiscrezioni secondo cui il consulente di Matteo Salvini, Antonio Capuano, si sarebbe fatto dare dal figlio del capo del Gru (il servizio militare russo) i soldi per il viaggio a Mosca del leghista (poi annullato), l’ambasciata russa a Roma ha diffuso una nota in cui spiega: “Come sapete, il viaggio di Matteo Salvini era programmato per il 29 maggio scorso. A Mosca, come abbiamo comunicato in precedenza, erano pronti a incontrare il rappresentante italiano al livello appropriato”. Ma, prosegue il comunicato stampa, “poiché, a causa delle sanzioni dell’Ue, sono stati sospesi i voli diretti sulla rotta Roma-Mosca, si è reso necessario per la delegazione italiana l’acquisto di biglietti aerei per un volo Aeroflot da Istanbul a Mosca. A causa delle sanzioni in vigore nei confronti di questa compagnia aerea, è difficoltoso acquistare i biglietti per i suoi voli dal territorio dell’Unione Europea. L’ambasciata ha assistito Salvini e le persone che lo accompagnavano nell’acquisto dei biglietti aerei di cui avevano bisogno in rubli tramite un’agenzia di viaggi russa”. Dunque, l’ambasciata russa in Italia ha pagato il volo del leader leghista.
Immediata la reazione del Pd. “Cosa andava Salvini a fare a Mosca a spese della Russia? Non ci racconti la frottola che andava a fare la pace”, attacca Lia Quartapelle, responsabile Esteri dei dem.
La Lega in una nota annuncia querele contro “chi ha fatto o sta facendo insinuazioni e accuse a proposito del possibile viaggio a Mosca.
Dura la reazione, rispetto a quanto comunicato dall’ambasciata russa, del leader di Azione, Carlo Calenda: “Mi sembra chiaro che Salvini è legato alla Russia in modo indossolubile e poco trasparente. Gli alleati politii e i rappresentanti della Lega al governo dovrebbero acquisire la consapevolezza che è una persona pericolosa per la sicurezza nazionale. Una persona che – aggiunge – senza avvertire il governo che sostiene, si fa organizzare e finanziare un viaggio dall’ambasciata di un Paese sotto sanzioni, autore di una guerra di aggressione e che minaccia l’Occidente di distruzione, o è molto stupido o è in qualche modo legato ai russi”.
Matteo Renzi parlando alla presentazione del suo libro “Il Mostro” a Siena ha ironizzato: “Il problema vero è che il biglietto aereo per Salvini era andata e ritorno. Fosse stato di sola andata avremo risolto parecchi problemi…”.
E il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, aggiunge: “Se Salvini davvero fosse stato in grado di lavorare per la fine del conflitto o per soluzioni tali da mitigare il dramma bellico, sarebbe stato dovere del governo fornirgli un aereo di Stato. Ma il suo forsennato inutile protagonismo – conclude – lo ha portato alla mortificazione di chiedere l’elemosina all’ambasciatore russo, facendo una figuraccia lui e umiliando il nostro Paese. È mancato il senso dello Stato”.
Protesta anche Riccardo Magi, deputato e presidente di + Europa: “Ancora una volta, nel mezzo di una grave crisi internazionale, Salvini espone il nostro Paese a rischi continuando a tenere rapporti poco chiari con la Russia che ora gli si stanno ritorcendo contro”.
(da la Repubblica)
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Giugno 11th, 2022 Riccardo Fucile
IN UN ANNO EVASIONE FISCALE DI 230 MILIONI
Secondo le Fiamme Gialle, più della metà dei benzinai controllati hanno fatto scoprire prezzi diversi tra quelli dichiarati sui cartelli e quelli invece comunicati al ministero dello Sviluppo economico.
Dietro la speculazione dei distributori è emersa un’evasione di almeno 230 milioni di euro solo nel 2022
La Guardia di Finanza ha scoperto almeno un illecito ogni due controlli effettuati presso i benzinai solo nei primi cinque mesi di quest’anno. Dietro i prezzi in risalita di benzina e diesel in un momento già complicato dalla guerra in Ucraina, ci sarebbe anche il tentativo di speculare da parte dei distributori che dichiarano un prezzo più alto sui propri cartelli, rispetto a quello ufficiale.
Una pratica diffusa, infatti, sarebbe quella di non comunicare, così come d’obbligo, la cifra realmente mostrata sui pannelli alla pompa.
È uno dei trucchi usati dai distributori, come rilevato dal rapporto delle Fiamme gialle, secondo cui su 1.320 controlli, 690 hanno fatto emergere delle violazioni alla legge, cioè il 52,3%.
Violazioni che, riporta il Sole 24 ore, non riguardano solo la comunicazione obbligatoria al ministero della Sviluppo economico del costo alla pompa di benzina e all’obbligo dell’esposizione dei prezzi, ma anche frodi, manovre anticoncorrenziali, fino a pratiche commerciali scorrette.
Le indagini della Guardia di Finanza hanno rilevato il consuma di 177mila tonnellate di carburante coinvolto nelle frodi, mentre i distributori avrebbero evaso in tutto 230 milioni di imposte.
Uno dei casi più emblematici sarebbe stato scoperto nel corso dell’operazione «Oro nero», portata avanti dal nucleo di polizia economico-finanziaria di Pescara.
In quella circostanza è stato smascherato un sistema fraudolento, in cui i fornitori nazionali ed europei vendevano carburante a distributori indipendenti a un prezzo solo in apparenza in linea con i valori di mercato. Sui cartelli visibili agli automobilisti, invece, il prezzo era maggiore di almeno 20 centesimi al litro.
(da agenzie)
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Giugno 11th, 2022 Riccardo Fucile
DA DONBASS ITALIA A PANDORA E L’ANTIDIPLOMATICO, SCORRONO MOLTI NOMI NOTI
Accusano il Corriere della Sera di aver pubblicato una lista di proscrizione dei filorussi in Italia, ma cosa succede se a pubblicarla sono gli stessi sostenitori di Putin e dell’invasione in Ucraina?
Parliamo delle fonti aperte disponibili sul web.
Uno dei canali filo Putin che troviamo su Telegram è quello noto come Donbass Italia. Al suo interno vengono condivisi diversi contenuti da parte di altri canali, sia Telegram che esterni, che gli admin utilizzano come fonte per proseguire la loro campagna a favore dell’invasione russa in Ucraina.
Secondo questi, leggendo la biografia del canale, gli ucraini avrebbero previsto «per il giorno 8 marzo l’invasione del Donbass portando a termine il genocidio». Genocidio che, come abbiamo riportato in un precedente articolo di Open Fact-checking, non è mai iniziato o avvenuto come affermato da Vladimir Putin nel suo discorso di inizio invasione. Curioso il link del canale, il quale mostra come questo portasse un altro nome in passato: @sportstreamingVPN.
Il 5 giugno 2022, lo stesso giorno dell’articolo del Corriere, all’interno del canale viene pubblicata una lista di ringraziamenti dove vengono riportati i canali caldamente suggeriti come “fonte di informazione” per la propaganda a favore dell’invasione russa in Ucraina, a partire dai canali Russia Today e Russia24.
Nell’elenco troviamo diversi canali e siti (alcuni dei noti anche a Open Fact-checking): il canale di Giorgio Bianchi, Pandora TV, l’Antidiplomatico e persino i canali complottisti QAnon come Sò[QQ]uadro ‘NtoQulo Channel e Trump and the PATRIOTS ITALIA. A sostegno del collegamento con il mondo No Vax troviamo i link al canale Io non mi vaccino.
C’è da dire che queste realtà possono aver più volte condiviso contenuti pubblicati da personaggi utili alla propaganda filo Putin, come ad esempio quelli del senatore ex M5s Vito Petrocelli.
Vito Petrocelli, il senatore ora ex Movimento 5 Stelle, non risultava particolarmente citato da canali come quello de L’Antidiplomatico (altro nome riportato nell’articolo del Corriere) dal 2018.
È tornato a far parlare di se nel 2022 solo a seguito delle sue posizioni contrarie al Governo per l’invio di armi all’Ucraina, finendo in una lista pubblicata da canali come LombardiaRussia insieme a Elena Fattori, Laura Bianca Granato, Elio Lannutti e Pierluigi Paragone.
Il momento di maggior interesse nelle aree filorusse per il senatore ex M5s deriva dal suo intervento social, visto come un sostegno dell’invasione russa in Ucraina («Buona festa della LiberaZione»), che gli è costata l’espulsione dal partito e la perdita della presidenza della Commissione Esteri dopo le dimissioni di massa dei componenti. Ora fa parte del gruppo parlamentare dove si trova un altro senatore citato nella lista, l’ex M5s Elio Lannutti.
La notizia della sua espulsione venne condivisa anche dal canale Telegram filorusso NEWS: Ukraine, Russia, Donbass (nel logo compare la «Z» simbolo dell’invasione russa) in lingua inglese. Nello screenshot sopra riportato notiamo che anche altri due protagonisti citati nella lista del Corriere, Laura Ruggeri (Laura Ru) e Giorgio Bianchi, i quali esprimono la loro preoccupazione per il senatore filorusso.§
Testate, inviati e giornalisti pro Russia
Tra i protagonisti di entrambe le liste (quella del Corriere e dei filo Putin) c’è senz’altro Giorgio Bianchi, particolarmente noto durante l’invasione russa in Ucraina a seguito di un’intervista all’influencer Marianna, la giovane diventata protagonista del bombardamento russo dell’ospedale di Mariupol in quanto accusata dalle istituzioni di Mosca di essere un’attrice al soldo degli ucraini.
Nell’intervista di Bianchi, però, la ragazza tornata a vivere nel territorio filorusso del Donbass dichiara di non essere a conoscenza di chi l’abbia etichettata come attrice e di aver interpretato un’altra donna deceduta a seguito del bombardamento. Bianchi, durante l’intervista, evita di raccontare a Marianna questi particolari.
Nella lista del Corriere viene pubblicata anche la foto della freelance Laura Ruggeri, in quanto autrice presso la rivista online Strategic Culture Foundation ritenuta «al servizio di intelligence esterno russo Svr». c’è un problema: nella rivista vengono pubblicati solo due articoli a firma Laura Ruggeri, di cui solo uno riguarda l’invasione russa in Ucraina.
A farlo notare è la stessa Ruggeri in un tweet contro la pubblicazione del Corriere della Sera: «Ma vi rendete conto dell’assurdita’ delle vostre accuse? Ho scritto due articoli per una testata russa e molti di piu’ per testate di altri paesi. Siete inqualificabili», scrive la freelance.
Sebbene il canale sia stato creato appena il 14 aprile 2022, Laura Ruggeri risulta anche nella lista pubblicata dai filo Putin. Lei stessa non nega di essere una sostenitrice della Russia e dell’invasione in Ucraina, basta osservare ciò che pubblica nel suo canale Telegram: dalla maglietta con la Z all’immagine che raffigura un Adolf Hitler mentre allatta una bambina ucraina («dopo aver rifiutato la madre, viene allattata dal padre», scrive nel post). Contattata da Open, ha preferito non rilasciare dichiarazioni ai media.
L’articolo pubblicato a nome Laura Ruggeri su Strategic Culture Foundation è stato poi ripreso e tradotto da un sito presente in entrambe le liste, quella del Corriere e quella dei filo Putin.
Parliamo de L’Antidiplomatico, la stessa testata giornalistica che aveva condiviso attraverso i propri social la storica foto del ponte di Irpin sostenendo falsamente che le forse armate ucraine stessero bloccando la fuga dei civili dalla città.
L’Antidiplomatico era già stato definito in passato, come possiamo leggere in un articolo del 2016 de La Stampa, come il sito che divulgava la linea filo-russa del Movimento 5 Stelle. Il titolare, Alessandro Bianchi, era un collaboratore dell’allora M5s Alessandro Di Battista.
PandoraTV, il canale filo Putin dal 2014
Nel marzo 2020 avevamo parlato di un gruppo sovversivo chiamato Nuova Resistenza Italiana che, al fine di incitare la popolazione a violare le restrizioni messe in atto per frenare la diffusione del Sars-Cov-2, diffondeva i contenuti pubblicati da una serie di personaggi e siti utili allo scopo.
Tra queste “fonti di informazione” c’era anche Pandora TV fondato da Giulietto Chiesa, giornalista italiano ed ex corrispondente a Mosca noto per le sue posizioni pro Russia e cospirazioniste. Per comprendere meglio questa realtà bisogna partire dal 2014, anno in cui Giulietto Chiesa fonda Pandora TV.
Pandora TV era di fatto una succursale della propaganda russa fin dal 2014. Dalla pagina Chi siamo (attualmente cancellata ma recuperabile tramite Web Archive) leggiamo: PANDORA TV è una multipiattaforma di informazione indipendente. Monitora in tempo reale gli eventi salienti dell’attualità internazionale, con news giornaliere del network Rt / Russia Today, in esclusiva per PANDORA TV in italiano. Produce informazione libera, con una redazione multimediale, coordinata da un grande giornalista come Giulietto Chiesa.
Ricordiamo che il 2014 è l’anno della rivoluzione ucraina che ha portato alla fine del governo filorusso di Viktor Fedorovyč Janukovyč, così come l’anno in cui è partita la prima invasione russa in Ucraina nei territori del Donbass e della Crimea. L’arrivo di Pandora TV del suo fondatore filo Putin Giulietto Chiesa può essere visto come uno dei primi mattoni posti dalla propaganda russa in Italia.
Nella homepage del canale fondato da Giulietto Chiesa compare ancora l’articolo del 2019 con il quale si vorrebbe smentire l’inchiesta sull’abbattimento del volo MH17 della Malaysia Airlines. Non si tratta del lavoro del team di Pandora TV, ma di un progetto chiamato Bonanza Media che il team di Bellingcat ha collegato con l’intelligence militare russa. Durante la pandemia, il progetto aveva diffuso contenuti di disinformazione e teorie del complotto sulla Covid-19.
A seguito del decesso di Giulietto Chiesa, alcuni suoi collaboratori hanno proseguito l’operato sotto un altro nome: La Casa del Sole.
A sostenere mediaticamente la nascita del nuovo progetto è Luogocomune di Massimo Mazzucco, anche lui noto per le sue teorie del complotto.
La Casa del Sole è una testata registrata in Italia (Roma) che si presenta come «la nuova Web TV d’informazione e di approfondimento in cui appaiono i maggiori giornalisti d’inchiesta italiani» e che prosegue la linea filorussa e anti americana sulla scia di Giulietto Chiesa e delle sue note posizioni politiche che piacciono al Cremlino. Oggi, il sito ospita i contenuti pubblicati da Contro TV di Massimo Mazzucco, inclusi quelli sulla disinformazione sulla Covid-19 (ne parliamo qui).
Nel sito del nuovo canale Casa del Sole è possibile notare che nella sezione Geopolitica viene curata una rubrica dedicata solo alla Russia. All’interno troviamo articoli di geopolitica come quello intitolato «Coro dell’Armata Rossa suona per gli italiani» e «Il discorso di fine anno di Vladimir Putin: “Sogniamo pace e prosperità”».
Il canale, insieme a molti altri, fornisce contenuti che poi vengono ripresi dai canali della disinformazione come quelli della Covid-19 che si sono posizionati nell’area di sostegno dei filorussi.
Uno dei video virali diffusi da Casa del Sole è quello che riporta la propaganda russa del fantomatico laboratorio biologico segreto sotto Mariupol (ne parliamo qui). Narrazione, quella dei laboratori, che venne ripescata anche nel caso del vaiolo delle scimmie insieme a Massimo Mazzucco
(da Open)
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Giugno 11th, 2022 Riccardo Fucile
LA RADIO DI UN OLIGARCA RUSSO, KOMMERSANT FM, NEL MIRINO DI ANONYMOUS
La radio Kommersant FM, appartenente all’oligarca russo Alisher Usmanov, è stata hackerato con il preciso scopo di trasmettere l’inno nazionale ucraino.
Il notiziario dell’ora di pranzo della radio russa è stato interrotto in un atto di protesta contro l’invasione dell’Ucraina che – da febbraio – è stata messa in atto da Vladimir Putin.
La radio russa hackerata ha trasmesso, vendendo interrompere il bollettino quotidiano, non solo l’inno nazionale ucraino ma anche canzoni contro la guerra.
L’hackeraggio è stato confermato all’agenzia Tass direttamente da Alexey Vorobyov, caporedattore di Kommersant Fm, non mancando di sottolineare che i tecnici stanno lavorando per capire la provenienza dell’offensiva cyber. «La stazione radio è stata violata. Il flusso internet sarà presto ripristinato».
Kommersant FM è affiliata al giornale Kommersant – giornale a tiratura nazionale pubblicato in Russia con linea editoriale orientata alla politica e all’economia e che viene considerato il quotidiano più importante del paese in questo ambito
Alisher Usmanov è proprietario, oltre che della radio, anche del quotidiano affiliato e – negli ultimi mesi – ha subito tutta una serie di sanzioni da parte dell’Unione Europea e degli Stati Uniti per via del legame con Putin. Il magnate ha scelto di impugnare le sanzioni e la decisione in merito alla questione è attesa a breve. A segnalare quello che stava succedendo sono stati diversi giornalisti nel mondo e diversi video dell’intrusione – a parte quello pubblicato in questo articolo – sono rintracciabili in giro per la rete.
(da agenzie)
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Giugno 11th, 2022 Riccardo Fucile
MA CERTO, ANCHE SE STANNO RAPINANDO UNA BANCA O VIOLENTANDO UNA RAGAZZA PERCHE’ NON ASPETTARE UN PAIO DI GIORNI PRIMA DI INTERVENIRE?
Di fronte alle elezioni amministrative la giustizia può aspettare. Sembra incredibile, ma per Ignazio La Russa è proprio così.
Dopo l’arresto per voto di scambio politico-mafioso del candidato al Consiglio Comunale a Palermo, Francesco Lombardo, iscritto nelle liste elettorali di Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni ha subito preso le distanze.
A lasciare tutti a bocca aperta, è stato invece l’intervento di La Russa, fondatore del partito Fratelli d’Italia insieme a Giorgia Meloni e a Guido Crosetto, che riguardo all’arresto del candidato ha detto: “Se io fossi stato il magistrato, forse a due giorni dal voto, avrei aspettato. Ma non voglio fare polemica, che è vecchia. Può darsi che abbia avuto esigenze cautelari adesso”.
Il senatore ha poi aggiunto: “Noi siamo qui a sostenere la candidatura di Lagalla. Siamo agli antipodi rispetto a qualunque forma di criminalità c’è bisogno che io ve lo dica o lo sapete già? Spero comunque che si tratti di un’azione giudiziaria che finirà con un’assoluzione”.
Difficile dire se il senatore sia riuscito ad aggiustare il tiro. È invece più facile pensare che, anche di fronte alle elezioni, la giustizia debba fare il suo corso senza ostacoli né tempistiche politiche.
(da agenzie)
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Giugno 11th, 2022 Riccardo Fucile
SU ROSSIJA 1, IL CRIMINALE PSEUDO GIORNALISTA SOLOVYOV SI CHIEDE CHE SORTE DESTINARE AI DUE MILITARI CONDANNATI A MORTE
“Fucilare, impiccare o squartare i prigionieri britannici?”. La terribile domanda di un conduttore della tv russa.
“Cosa può rispondere l’impero britannico se due dei suoi sudditi fossero fucilati o impiccati? Basta asciugarsi la faccia? Cosa possono fare?”, si è chiesto il conduttore televisivo Vladimir Solovyov parlando con i suoi ospiti su Rossija 1. La tv russa si schiera, dunque, contro la Gran Bretagna con interventi da terroristi.
A rispondere alla domanda il politologo Vadim Gigin: “Possono minacciarci con la settima ondata di sanzioni, è un grosso problema per Boris Johnson”
E poi l’altro politologo presente in studio, Yaakov Kedmi, che aggiunge:
“I pirati non vengono mai giustiziati sparando, solo impiccandoli. Ma non abbiamo a che fare con i pirati e non siamo nel Medioevo”
Il caso è quello della condanna a morte di due cittadini britannici, Aiden Aslin e Shaun Pinner, catturati dalle milizie filo russe ad aprile mentre combattevano insieme ai soldati ucraini a Mariupol. La sentenza è arrivata dalla Corte suprema dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, che li ha riconosciuti colpevoli di ”terrorismo” per aver combattuto come ”mercenari”.
La pena capitale è stata stabilita anche per il detenuto marocchino Ibrahim Saadun, al termine di un processo a porte chiuse iniziato martedì. Aslin, 28 anni di Newark, e Pinner, 48 anni di Watford, si sono difesi affermando di essere soldati dell’esercito regolare ucraino e rivendicando quindi il diritto di venire trattati come prigionieri di guerra in base a quanto prevede la Convenzione di Ginevra.
Solovyov è poi intervenuto dicendo: “No, nell’Unione sovietica non sono stati fucilati solo i militari, in alcuni casi è stata emessa la condanna a morte ma sono stati giustiziati per impiccagione, dal 1943 questa è una procedura vietata”.
Con Kedmi che gli risponde: “Nel 1943 li hanno appesi nella piazza di Kiev!”. Quindi interviene ancora il conduttore: “Insomma discutiamo di come ammazzare i mercenari, se sparargli, impiccarli o squartarli? Questo è il nuovo mondo. Questo è il caos, discendiamo nel caos”.
“Sulla questione dei mercenari, se sparargli o ammazzarli in altri modi abbiamo tutto il tempo, ma perché non pensiamo invece di sfruttare questa occasione per offrirli al Regno Unito in cambio delle partecipazioni congelate della Russia? – interviene poi Malek Dudakov, altro politologo – Sappiamo che le loro élite probabilmente non lo faranno, hanno già mostrato riluttanza a scendere a compromessi ma questo provocherà una tempesta nella società britannica in particolare attraverso i genitori di questi mercenari”.
(da agenzie)
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Giugno 11th, 2022 Riccardo Fucile
L’ANTIRICICLAGGIO: BIGLIETTI PAGATI CON L’AIUTO DEL FIGLIO DEI SERVIZI SEGRETI MILITATI RUSSI… SOSPETTI SU UNA CASA ACQUISTATA A ROMA
L’antiriciclaggio di Bankitalia sospetta dei soldi ricevuti da Antonio Capuano, l’avvocato consulente di Matteo Salvini che lo avrebbe aiutato nell’organizzazione del viaggio in Russia.
Una Sos (segnalazione di operazione sospetta) di via Nazionale, di cui ha parlato ieri il quotidiano La Verità, mette sotto la lente una serie di bonifici su conti a lui intestati o collegati arrivati da Romania e Kuwait. Le transazioni coinvolgono anche Madelein Mbone, compagna di Capuano e modella originaria del Camerun.
E, scrive oggi Repubblica, anche altri personaggi collegati all’avvocato. Come una ex compagna, un ingegnere professore universitario, e un architetto, tutti di nazionalità kuwaitiana. Proprio con il Kuwait l’ex parlamentare campano aveva contatti diretti e frequenti, essendo stato anche consulente del fondo sovrano del paese arabo.
L’indagine di Bankitalia
Il quotidiano scrive nell’articolo a firma di Giuliano Foschini che tutto comincia dal viaggio che Capuano stava organizzando per Salvini. Calendarizzato all’inizio di maggio e poi spostato alla fine del mese. Secondo i piani la partenza avrebbe avuto luogo il 29 e il ritorno il 31 con scalo in Turchia. Dopo la pubblicazione della notizia Salvini aveva cambiato idea. Ma Capuano, secondo la ricostruzione dei quotidiani, aveva acquistato i biglietti. Con l’aiuto (a causa di un problema con la carta di credito) di Oleg Kostyukov, primo segretario dell’ambasciata russa. Il padre di Kostyukov è direttore del Gru, servizio militare russo, e vicinissimo a Vladimir Putin.
Il Fatto Quotidiano aggiunge oggi che tra le operazioni sospette di Capuano sotto la lente di Bankitalia ce ne è anche una da un milione di euro. Soldi arrivati dall’estero in Italia e utilizzati per comprare una casa a Roma.
Vincenzo Bisbiglia e Stefano Vergine raccontano che il primo giro di denaro riguarda la Romania. Da un conto corrente a Bucarest intestato proprio a Capuano sono arrivati un terzo dei soldi usati per l’acquisto della casa. Ovvero 454 mila euro. Anche se nel paese lui non svolge alcuna attività.
Poi c’è Anya Ibrahim Alghuseen, che ha messo sul piatto 700 mila euro. Si tratterebbe di un docente universitario della Kuwait University e dirigente della società di ingegneria Kharagi National.
Capuano e Salvini
«La compravendita immobiliare oggetto di analisi – concludono gli analisti della Uif – potrebbe apparentemente essere fittizia e finalizzata a giustificare il trasferimento di fondi (anche dall’estero) tra rapporti di conto corrente su cui è delegato ad operare lo stesso Capuano».
Su Capuano il Copasir ha di recente aperto un’indagine. Lui ha spiegato in una serie di interviste che l’interlocutore per il viaggio a Mosca era «l’ambasciatore. Il segretario ha spiegato il suo progetto in quattro punti. Dall’altra parte è arrivata un’apertura di credito».
Il quotidiano Domani ha raccontato nei giorni scorsi che a cinque giorni dall’inizio dell’invasione il leghista e il suo consulente hanno cenato con Sergey Razov all’ambasciata di Roma.
Capuano ha smentito, mentre l’ambasciata ha confermato: il rendez vous è avvenuto di sera, presso l’ambasciata a Ro
ma, dove Razov ha organizzato una cena per il capo della Lega. Capuano è stato deputato di Forza Italia (dal 2001 al 2006) e consigliere comunale di Frattaminore, in Campania, fino al 2021. Di professione è avvocato, e «assiste alcune ambasciate». Anche quella russa? «Non posso dirlo per riservatezza. Con Salvini ci siamo confrontati su alcuni dossier. Non ho un incarico formale».
(da agenzie)
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Giugno 11th, 2022 Riccardo Fucile
DUE ARRESTI A DISTANZA DI 48 ORE NELLA COALIZIONE CHE CANDIDA ROBERTO LAGALLA A SINDACO DI PALERMO: DOPO IL CASO DI PIETRO POLIZZI NELLE FILA DI FORZA ITALIA, A FINIRE IN CARCERE È UN ESPONENTE DI FRATELLI D’ITALIA, FRANCESCO LOMBARDO
Due arresti a distanza di 48 ore nella coalizione che candida l’ex rettore Roberto Lagalla a sindaco di Palermo: dopo il caso di Pietro Polizzi nelle fila di Forza Italia, a finire in carcere ieri è stato un esponente di Fratelli d’Italia, Francesco Lombardo, inserito nella lista che corre per il Consiglio comunale.
Anche lui è accusato di voto di scambio politico-mafioso, per avere chiesto preferenze a Vincenzo Vella, boss di corso dei Mille temporaneamente fuori dalle patrie galere. Sembra un arresto-fotocopia di quello di Pietro Polizzi, candidato nella lista di Forza Italia, fermato mercoledì con un altro capomafia, Agostino Sansone, tra l’altro fratello del padrone della lussuosa villa in cui abitava Totò Riina. Di nuovo si scatena il putiferio, quando ormai mancano poche ore all’apertura delle urne che, a Palermo, decideranno chi sarà il successore dell’eterno Leoluca Orlando.
Nel suk elettorale del capoluogo siciliano, in una campagna segnata da polemiche e veleni sul ruolo di Cosa nostra, a partire dal ruolo svolto da Marcello Dell’Utri e Totò Cuffaro, il centrodestra aveva avuto un attimo di respiro ieri mattina, dopo che su La Stampa era stata pubblicata la storia di Nicola Piranio. Lui, figlio di Biagio detto Gino, è candidato alla VI Circoscrizione con la lista Progetto Palermo, diretta emanazione del candidato sindaco di centrosinistra, Franco Miceli: il padre però è in carcere da maggio 2020, manco a dirlo, con l’accusa di mafia
Francesco Lombardo era vicepresidente del Consiglio comunale di Villabate, un paesone dell’hinterland, e per tentare la scalata a Sala delle Lapidi si era dimesso. Poi era andato da Vella: fuori per un cavillo nonostante una pesante condanna, il mafioso era ovviamente monitorato dalla Squadra mobile, così come Agostino Sansone nel caso di Polizzi. La notizia dei nuovi arresti è stata diffusa poco prima che Lagalla, nella multisala Politeama, facesse l’ultimo appello prima del silenzio pre-elettorale: imbarazzato, colpito, dice che si dimetterà «da sindaco se emergeranno nomi di impresentabili dall’indagine dell’Antimafia e i partiti non li faranno dimettere».
Quello che appare come un assist giudiziario al centrosinistra viene sfruttato al volo: «Lagalla si ritiri», dice il vicesegretario nazionale del Pd Giuseppe Provenzano. E Giuseppe Conte: «Noi incontriamo la gente che non arriva a fine mese, loro i mafiosi». Lagalla ovviamente resta in lizza, però il conto è pesante.
(da agenzie)
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