Giugno 12th, 2022 Riccardo Fucile
SE IL “CAPITONE” AVESSE PORTATO QUALCHE RISULTATO DALLA VISITA A MOSCA, DRAGHI SAREBBE STATO SPEDITO A CASA … L’AMBASCIATORE RAZOV DEVE AVER PROSPETTATO A SALVINI UN SUCCESSO PLANETARIO
Nel preciso momento in cui l’ambasciata russa ha emesso la sua nota ufficiale, e sostanzialmente ha messo il cappello sulla missione di Salvini, ecco, dentro la maggioranza è scattata un dubbio che è quasi una certezza: il viaggio del Matteo leghista era il tentativo di dare una spallata al governo Draghi, inteso come anello debole della compagine occidentale.
«Ora pensiamo – dice un membro del Copasir – a che cosa sarebbe accaduto se Salvini avesse incontrato Lavrov a Mosca, o perfino Putin. E che al termine, Lavrov gli avesse graziosamente concesso gli ostaggi inglesi o gli avesse fatto un qualche altro “regalo”. Chissà: qualche nave piena di grano. Salvini avrebbe potuto gridare al successo del “suo dialogo” al posto delle armi. Ai russi non sarebbe costato nulla. Da noi, invece, Draghi sarebbe stato clamorosamente sconfessato. Ne sarebbe disceso un maremoto emotivo. La maggioranza non avrebbe retto».
Dice un altro: «Il Pd con la sua posizione ferma a sostegno della resistenza ucraina sta già pagando un prezzo altissimo nei confronti dell’anima pacifista…».
Sottinteso: se il 29 maggio Salvini avesse avuto un pur minimo successo, ora il governo Draghi non ci sarebbe più. E aggiungono: se cade l’Italia, cade tutta la linea; guardate le ambiguità della Germania e pure quelle della Francia.
A giudizio delle teste più attente della maggioranza, insomma, era una operazione più che sapiente, quella che l’ambasciatore Razov stava portando a segno. Grazie allo sconosciuto Antonio Capuano, aveva stretto un rapporto pressoché segreto con Salvini all’insaputa del suo stesso partito.
Nelle cene gli aveva fatto balenare la possibilità di un successo planetario, che neanche Erdogan o Macron avevano ottenuto. E Salvini si era buttato, non dicendo nulla al premier, non calcolando che avrebbe travolto l’esecutivo o forse sì.
L’operazione stava per scattare. Il guaio di Salvini è che si è fidato di un intermediario che forse ha voluto strafare: Capuano infatti gli ha organizzato anche un incontro di altissimo livello in Vaticano, con il cardinale Parolin, il segretario di Stato. Per arrivarci, Capuano si era affidato a sua volta a una intermediaria non ortodossa, la famosa Cecilia Marogna, la dama dei fondi neri, sotto processo in Vaticano assieme a monsignor Becciu.
Marogna vanta contatti con il mondo dell’intelligence, non solo italiana, e non s’ è mai capito se siano millanterie o no. Fatto sta che è la nemica giurata di un’altra dama di quegli ambienti, Francesca Immacolata Chaouqui, protagonista dello scandalo Vatileaks 2. Quel che una fa, l’altra provvede a disfare. Tra loro è una guerra senza quartiere. Nulla di più facile che i segreti di Salvini e dell’ambasciatore Razov siano usciti da questa disfida.
Ora i nemici di Salvini approfitteranno della sua débâcle. «L’Ambasciata russa – scrive il parlamentare di Forza Italia Elio Vito, membro anche lui del Copasir – conferma di avere pagato i biglietti aerei per il viaggio di Salvini a Mosca. Si tratta di un fatto gravissimo. Salvini dovrebbe dimettersi, è sempre più fonte di imbarazzo e preoccupazione per il suo partito, per gli alleati, per il centrodestra, per l’Italia».
(da La Stampa)
argomento: Politica | Commenta »
Giugno 12th, 2022 Riccardo Fucile
IL FERETRO ERA UNO DI QUELLI IMPILATI SOTTO LA TENSOSTRUTTURA, MA QUANDO IL FRATELLO È ANDATO LÌ PER RECUPERALO E TUMULARLO, NON C’ERA PIÙ
AAA cercasi bara a Palermo. L’ennesimo scandalo del cimitero di Santa Maria dei Rotoli di Palermo, dove oltre mille salme accatastate tra la camera mortuaria, il deposito e due tensostrutture, attendono da circa tre anni la sepoltura, è di due giorni fa, quando il familiare di una donna deceduta a marzo scorso, ha presentato denuncia ai carabinieri per sottrazione di cadavere.
Francesco Morante, questo il nome dell’uomo, aveva appuntamento il 9 giugno con l’agenzia di pompe funebri per liberare il posto occupato dal feretro della zia e tumulare la sorella Serenella. Una operazione che si sarebbe dovuta svolgere mesi fa e che era stata rinviata «per problemi di aggiornamento della scheda cartacea del cimitero», scrive nell’esposto Morante. All’inizio di giugno l’agenzia di pompe funebri richiama l’uomo per dirgli che tutto è pronto e dargli appuntamento a giovedì scorso.
Ma «al momento di andare a prendere la bara di mia sorella, insieme al personale dell’agenzia funebre e del cimitero, sotto la tensostruttura di viale della Resurrezione, ove era stata adagiata — si legge nella denuncia — dopo svariate ore di ricerche, si constatava l’assenza della bara», della quale Morante dà anche la descrizione ai carabinieri. «Di classico color noce, con targhetta placcata in oro e con i dati di mia sorella e delle piccole rose color bronzo messe vicino alle viti di chiusura», spiega.
Ai carabinieri l’uomo consegna anche copia della mappa del cimitero dei Rotoli e della dichiarazione rilasciata dal direttore del camposanto che recita: «Con la presente si attesta che la salma della signora Serenella Morante, deceduta a Palermo il 17-3-2022,e pervenuta presso il cimitero di Santa Maria dei Rotoli il 18-3-2022, in data odierna non è stata trovata. Il personale riprenderà domani le ricerche della salma». Era il 9 giugno. Ad oggi la bara non è ancora comparsa.
Il camposanto di Palermo è nella bufera da anni. Nel tempo il problema dell’assenza di spazio per le nuove sepolture che ha scatenato forti polemiche, si è trasformato in emergenza sanitaria, con centinaia di bare accatastate ovunque che hanno reso necessaria la costruzione di due tensostrutture.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Giugno 12th, 2022 Riccardo Fucile
PER ASSISTERE ALLA PARTITA DI CALCIO DEL PALERMO DI QUESTA SERA… DAVANTI ALLA CERTEZZA DI NON POTER SEGUIRE IL MATCH PARE CHE QUALCUNO SE LA SIA DATA A GAMBE LEVATE
Palermo divisa tra politica e calcio (l’elezione del nuovo sindaco dopo il decennio di Leoluca Orlando sulla poltrona di Palazzo delle Aquile e la partita decisiva per la promozione in B dei rosanero stasera al “Barbera” contro il Padova) piomba nel caos per le votazioni amministrative.
A tarda mattinata erano diversi i seggi non ancora aperti per le defezioni di circa 150 presidenti che ieri sera hanno improvvisamente rinunciato all’incarico, gettando nel caos gli scrutinatori dei seggi stessi e i palermitani: i più fortunati hanno dovuto sobbarcarsi code di oltre un’ora per poter votare, se la sono vista brutta invece quelli che, presentatisi con la scheda elettorale in mano, fino alla tarda mattinata sono stati pregati dai vigili urbani di tornare a casa (“il presidente sostituto si sta appena insediando”) e di tornare alle urne (che si chiudono alle 22) solo dal primo pomeriggio
Una vergogna tra disorganizzazione, inefficienza dell’apparato amministrativo (fiaccato nei giorni scorsi anche da un attacco di hacker ai danni della rete telematica del Comune) e mancanza di senso civico (i presidenti che non si sono presentati all’ultimo momento sono già stati denunciati) per la quinta città d’Italia.
Ovvio che molti (soprattutto tra i candidati) hanno auspicato un annullamento della giornata elettorale e sono stati frenetici e nervosi i contatti per tutta la mattina tra Prefettura e ministero degli Interni. Ma il Viminale intorno alle 12,30 ha gettato acqua sul fuoco con la notizia che erano stati nominati e si stavano insediando gli ultimi presidenti di sezione mancati a causa delle rinunce incredibilmente numerose. Presto – ha assicurato il ministero – le operazioni di voto saranno regolari in tutte le 600 sezioni cittadine.
Per ovviare ai disagi (molti cittadini stamattina, rimandati a casa, hanno dichiarato che non sarebbero più tornati, alcuni per protesta, altri per impegni di lavoro o perché in partenza per motivi personali) sono state accorpate alcune sezioni ancora chiuse a quelle già operative
Alcune forze politiche hanno anche chiesto che venga proporagata la possibilità del voto a domani, dalle 7 alle 14, ipotesi che il Viminale comunque sembra non aver preso finora in considerazione. L’unica certezza è quella di poter far votare chi è ancora in coda questa sera oltre le 23 (nonostante una prevedibile situazione delicata dell’ordine pubblico nel post-partita allo stadio).
Ma anche se la caotica giornata elettorale dovesse concludersi con una parvenza di normalità, saranno decine, da domani, i ricorsi e le denunce già annunciati dai vari schiaramenti e dai candidati in campo.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Giugno 12th, 2022 Riccardo Fucile
LA RAGAZZINA ERA STATA RICOVERATA AL SAN RAFFAELE DI ROMA IN GRAVI CONDIZIONI
E’ tornata a camminare Sofia, la ragazza ucraina di 14 anni, sorella maggiore di Polina, uccisa con tutta la sua famiglia nel primo giorno di guerra a Kiev. Sofia, ricoverata in condizioni gravissime al San Raffaele di Roma, è stata l’unica sopravvissuta nella strage.
La famiglia delle bambine rimase coinvolta in uno scontro a fuoco a Kiev il 25 febbraio. Morirono tutti con Polina, 10 anni: suo padre, sua madre e il suo fratellino.
Unica superstite trovata all’interno delle lamiere fu la sorella Sofia, 14 anni il 19 luglio, che, dopo tre giorni di viaggio, giunse al San Raffaele di Roma in condizioni gravissime.
“Tetraparesi”, la diagnosi che lasciò senza speranze nonna Svitlana che l’accompagnava quel 4 marzo. Ma tre mesi dopo Sofia, che era arrivata paralizzata ai quattro arti per un colpo d’arma da fuoco, è tornata a camminare.
“Per pochi millimetri non ci ha rimesso la vita, – racconta a La Stampa Paolo Maria Rossini, direttore del Dipartimento Neuroscienze e neuroriabilitazione del San Raffaele di Roma, – ma il suo sistema nervoso è stato capace di riorganizzarsi, grazie al fatto che era rimasto intatto qualcosa del midollo e grazie alla giovane età”.
Il miglioramento è stato lento e progressivo in questi mesi: ora Sofia “è in grado di camminare benino ed è avviata a un recupero quasi completo”, conclude il medico, che prevede un periodo di riabilitazione ancora per tutto il 2022: “Sta cominciando a disegnare con la sinistra, non riesce ancora a usare il braccio destro”
Più lunghe da curare saranno le ferite dell’anima. A seguirla è una psicologa ucraina, Kateryns Chesnevska, che è anche insegnante di Taekwondo, sport che la piccola ha praticato per 4 anni.
Sofia vuole tornare in Ucraina. “Resteremo finché sarà necessario”, commenta la nonna che con la nipote cerca di elaborare il lutto. Di entrambe si è occupata dal primo momento l’associazione Amici per la pelle Onlus.
“Sono riuscite a condividere il dolore”, racconta a La Stampa la psicologa. “E’ così che ha smesso di aver paura di cadere e si è messa in piedi. Ha fatto i primi passi, si è esercitata da sola. Quando tornerà a casa sarà difficile, ha capito che i suoi cari non ci sono più, ma non ne parla molto. Ogni tanto racconta di sua madre o di sua sorella Polina, ha pianto tantissimo, ma ha avuto coraggio ed è una ragazzina molto forte. E’ molto matura, non sembra una 13enne”.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Giugno 12th, 2022 Riccardo Fucile
ASTENSIONE RECORD AL 52%
In Francia hanno chiuso i seggi per il primo turno delle elezioni legislative, che eleggono i 577 deputati dell’Assemblée Nationale.
La gauche unita Nupes, guidata dal leader radicale Jean-Luc Mélenchon, avrebbe ottenuto oggi il 26,20% dei voti contro il 25,80% della coalizione Ensemble! di Emmanuel Macron al primo turno delle legislative francesi.
Diventerebbe così più difficile per il presidente conquistare la maggioranza assoluta di 289 seggi all’Assemblée Nationale. Questi i risultati dei primi exit-poll diffusi dalle tv francesi. Mentre secondo le stime di Le Monde le due alleanze sono pari: entrambe al 25,2%.
Le prime proiezioni in seggi danno ancora alla maggioranza macronista la possibilità di mantenere la maggioranza assoluta, assegnando alla coalizione Ensemble! fra 270 e 310 seggi. Alla gauche di Nupes (Jean-Luc Mélenchon), andrebbero 170-220 seggi.
La maggioranza assoluta, fissata a 289 seggi, non è garantita per la coalizione macronista Ensemble!, che resta comunque saldamente avanti alla gauche di Nupes.
Tutto dipenderà dal numero di circoscrizioni in cui ci saranno duelli (Ensemble! contro Nupes) e in cui si prevedono invece delle “triangolari”, con la partecipazione probabile del Rassemblement National di Marine Le Pen (fra 15 e 30 seggi).
Nel primo mandato di Macron, il governo – compresi gli alleati centristi del MoDem – godeva di una maggioranza molto larga, 341 seggi.
Come previsto i candidati di Rassemblement National di Marie Le Pen viaggiano all’interno di una forchetta tra 18,5% e 19,8%. Per quanto rigurda invece Les Republicains sono tra l’11,6% e il 14%.
Si conferma un’astensione record. Secondo le prime proiezioni, si attesterebbe tra il 52,1% e il 52,8%. Partecipazione al voto storicamente bassa tra 47 et 47,5%.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Giugno 12th, 2022 Riccardo Fucile
IL MINISTRO DELLA DIFESA CINESE: “MAI FORNITO MATERIALE BELLICO A MOSCA”
Pechino gela Mosca o quantomeno riduce la portata del connubio. Il ministro della Difesa cinese, Wei Fenghe, ha escluso che il rapporto del gigante asiatico con la Russia sia una «alleanza», definendo invece Mosca «partner importante», e ha assicurato che Pechino ha «non ha mai fornito materiale» a Mosca da quando ha invaso l’Ucraina a febbraio.
«Il rapporto tra Cina e Russia si sta sviluppando lungo la strada giusta. È un partner importante, non un alleato, e il nostro rapporto, che continuerà a crescere, non è diretto contro terzi», ha detto Wei durante il suo intervento allo Shangri-La Dialogue, il più importante forum di difesa dell’Asia-Pacifico.
Seppur deciso nel rimarcare la sua amicizia con la Russia, con le sue dichiarazioni Wei ha in qualche modo ammorbidito i toni usati tra i due Paesi poco prima dell’invasione dell’Ucraina, quando all’inizio di febbraio il presidente russo, Vladimir Putin, e il cinese, Xi Jinping, avevano firmato a Pechino una dichiarazione per innalzare la relazione al livello più alto degli ultimi 70 anni, assicurando che era «senza limiti», qualunque fosse la situazione.
Il governo di Pechino è contrario alla fornitura di armi alla Russia contro l’Ucraina e la Cina non ha mai fornito alcun supporto materiale a Mosca durante l’attuale crisi: lo ha assicurato il ministro della Difesa Wei Fenghe al vertice sulla sicurezza Shangri-La Dialogue, a Singapore. Il ministro della Difesa cinese ha ricordato che la Cina ha sostenuto i colloqui di pace e si è opposta a «fornire armi, esercitando la massima pressione». «Qual è la causa principale di questa crisi? Chi è la mente dietro questo? Chi perde di più? E chi può guadagnare di più? Chi sta promuovendo la pace e chi sta aggiungendo benzina sul fuoco? Penso che tutti conosciamo le risposte a queste domande», ha aggiunto poi, senza dare risposta.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Giugno 12th, 2022 Riccardo Fucile
OBIETTIVO FINALE: INDEBOLIRE IL FRONTE EUROPEO
A Palazzo Chigi si fanno due domande: quanto è forte la pressione politica della Russia su Salvini? Riuscirà a spezzare il fronte europeo
Perché l’ambasciata della Russia ha rivelato di aver pagato (per poi ricevere un rimborso) il viaggio di Matteo Salvini a Mosca?
La nota delle feluche del Cremlino, arrivata dopo le indiscrezioni pubblicate dai giornali sulla Sos (segnalazione di operazione sospetta) di Bankitalia, potrebbe costituire un segnale vero e proprio. Al governo Draghi, che vede uno dei suoi azionisti mettere in dubbio la linea del premier. E allo stesso Salvini, che oggi più che mai appare l’oggetto delle pressioni di Mosca.
Mentre sull’altro fronte si registra la moral suasion nei confronti di Silvio Berlusconi dopo le sue uscite “putiniane“. E Giuseppe Conte sta lavorando per ottenere un incontro con l’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia. Anche per tranquillizzare Washington dopo la battaglia sull’invio delle armi all’Ucraina
A raccontare in un retroscena l’escalation del Cremlino è oggi Repubblica. Che parte dalle voci di un viaggio di Salvini a Mosca, che si sono rincorse per tutto il mese di maggio. Condite dalle critiche degli altri esponenti della Lega al Capitano.
§Il quale ha prima fatto sapere di voler rinunciare e poi ha rilanciato anche per ragioni di campagna elettorale. Dal momento dell’annullamento del primo viaggio, spiegano Giuliano Foschini e Tommaso Ciriaco, tutto è cambiato.
L’Italia ha cominciato a subire un’escalation di attacchi. Prima attraverso i media, con le accuse sulla “caratura morale” dei leader italiani e sulla missione “Dalla Russia con amore”. E ancora: gli attacchi a La Stampa per l’articolo di Quirico, con tanto di esposto alla procura successivamente archiviato. E le critiche sulla mancanza di libertà di stampa in Italia da parte dell’ambasciatore russo, rintuzzate da Draghi in persona.
In questo clima è sceso in campo Antonio Capuano. Su di lui il Copasir ha di recente aperto un’indagine. L’avvocato incaricato da Salvini ha spiegato in una serie di interviste che che l’interlocutore per il viaggio a Mosca era «l’ambasciatore. Il segretario ha spiegato il suo progetto in quattro punti. Dall’altra parte è arrivata un’apertura di credito».
Il quotidiano Domani ha raccontato nei giorni scorsi che a cinque giorni dall’inizio dell’invasione il leghista e il suo consulente hanno cenato con Sergey Razov all’ambasciata di Roma. Quando la pressione politica finisce per far cedere anche il Capitano, l’ambasciata russa pubblica la nota di conferma della preparazione del suo viaggio a Mosca.
Proprio per questo il governo è in allarme. E a Palazzo Chigi si fanno due domande: quanto è forte la pressione politica di Mosca su Salvini, per spingerlo con il viaggio — e con le successive prese di posizione — a modificare la linea fortemente atlantica di Draghi? E quanto forte è la richiesta di spezzare la compattezza del governo e indebolire il fronte europeo?
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Giugno 12th, 2022 Riccardo Fucile
SALVINI POTEVA PRENOTARE IL VOLO PER MOSCA VIA ISTANBUL DA SOLO E SENZA PAGARE IN RUBLI
L’allarme scatta poco dopo le 15, quando l’ambasciata invia la nota ufficiale alle agenzie di stampa. E arriva fino al cuore del governo, nella carne viva della maggioranza.
Tutto ruota attorno a una domanda: perché i russi si espongono fino al punto di comunicare pubblicamente di aver acquistato i biglietti (poi rimborsati dal leghista) per il viaggio di Matteo Salvini a Mosca? E soprattutto: perché lo fanno? Vogliono mettere in difficoltà il leader del Carroccio, oppure indebolire la compattezza dell’esecutivo?
È un gioco di specchi, oltreché di sospetti.
Da settimane numerosi segnali indicano un’evoluzione nel rapporto politico tra Salvini e la Russia. Tutto nasce dalla due missioni a Mosca programmate e poi congelate dal leader: quella degli inizi di maggio e quella della fine del mese. Se realizzate, avrebbero determinato un clamoroso spostamento del principale partito di centrodestra — architrave del governo Draghi — su posizioni assai meno atlantiste.
Un potenziale, clamoroso assist per la Russia nel braccio di ferro in corso con l’Europa. Che si è trasformato, però, in un clamoroso autogol.
Non è un caso, allora, che tutto cambi appena annullato il secondo viaggio. L’Italia subisce un’escalation di attacchi ufficiali dai russi: prima l’affondo contro la Rai e i media, poi il riferimento alla “caratura morale” dei leader, in riferimento all’operazione “Dalla Russia con amore”. Infine la vicenda Salvini. Per capire cosa è accaduto è utile provare a ricostruire questo passaggio, le pressioni che ne sono seguite, i segnali che hanno scosso il quadro politico.
Tutto ha origine da una notizia pubblicata da Repubblica lo scorso tre maggio. Si dà conto di un imminente viaggio di Salvini a Mosca. Ha fatto già richiesta per il visto. Seguono smentite sdegnate e qualche giorno di calma apparente. Tutto si ferma. Ma in realtà, si scopre ora, quel progetto era assolutamente in piedi.
Talmente in piedi che il 28 maggio ci riprovano. E questa volta il leghista si ritrova a un passo dalla scaletta del volo. Una nuova rivelazione di Repubblica blocca tutto. La bufera politica è immediata. Ed è a questo punto — dopo il secondo dietrofront a 24 ore dalla partenza — che qualcosa si inceppa nei rapporti tra Mosca e Salvini.
Nelle tre settimane successive, si moltiplicano le pressioni politiche sul segretario della Lega. E contemporaneamente si assiste a un’escalation contro l’Italia, culminata ieri in un nuovo affondo contro le democrazie liberali da parte della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova: prima attacca la Stampa, poi paragona gli standard della giustizia italiana a quelli del fascismo.
Ma andiamo con ordine. Il primo giugno il Domani pubblica la notizia che dopo l’inizio della guerra Salvini si sarebbe recato almeno una volta presso l’ambasciata russa a Roma, ricevuto dall’ambasciatore Razov. Di più: gli incontri sono quattro. E da chi arriva la conferma? Dalla portavoce dell’ambasciata, Valentina Sokolova
Per giorni, si moltiplicano le prese di posizione della galassia diplomatica e politica russa per una svolta di Salvini. Entra in scena l’avvocato Capuano. La pressione per realizzare la missione è forte, come fortissimo sarebbe l’impatto di un viaggio del genere, il primo di un leader politico occidentale senza incarichi di governo dopo la guerra e dopo Bucha. Una volta comprati i biglietti e organizzati gli incontri, gli interlocutori si aspettano che Salvini non ceda alle pressioni per cancellare la missione. Ma l’attesa non è ripagata, perché il leghista in Russia non va. Ed è a quel punto che trapela un’altra informazione potenzialmente clamorosa: il viaggio sarebbe stato pagato dall’ambasciata, il dossier gestito da un diplomatico russo, agente dell’intelligence e figlio del numero uno del Gru, il servizio militare russo, uno degli uomini più vicini a Vladimir Putin.
Ed è proprio questo passaggio, assieme alla circostanza della comunicazione ufficiale dei diplomatici, ad aver fatto scattare l’allarme nel governo.
A differenza degli ultimi mesi, non ci si interroga più tanto sul livello di intesa politica tra Mosca e il leader, ma sulle ragioni per cui è stata proprio l’ambasciata russa a esporsi. In altri termini: quanto è forte la pressione politica di Mosca su Salvini, per spingerlo con il viaggio — e con le successive prese di posizione — a modificare la linea fortemente atlantica di Draghi? E quanto forte è la richiesta di spezzare la compattezza del governo e indebolire il fronte europeo?
In fondo, quello di Salvini è solo il caso più clamoroso del gioco geopolitico che si combatte sulla pelle dell’esecutivo di unità nazionale. Fonti azzurre riferiscono di un pressing discreto ma costante di Gianni Letta, dopo contatti con la diplomazia americana a Roma, per chiedere a Silvio Berlusconi di esporsi a favore delle ragioni atlantiche, rettificando alcune sortite a favore di Putin.
Infine Giuseppe Conte. Il 5S si sta muovendo per tranquillizzare Washington, dopo la battaglia contro l’invio di armi all’Ucraina. E starebbe lavorando per ottenere udienza all’ambasciata Usa a Roma. Forse a ridosso delle celebrazioni del 4 luglio.
(da La Repubblica)
argomento: Politica | Commenta »
Giugno 12th, 2022 Riccardo Fucile
LE BUGIE DELL’AMBASCIATA RUSSA A ROMA PER COPRIRE IL VIAGGIO DI SALVINI
Salvini, e il suo seguito per andare alla sedicente missione di pace a Mosca, non è vero che potessero usare solo la compagnia aerea “Aeroflot” e che quindi c’è stato bisogno che direttamente l’ambasciata russa prestasse assistenza per l’acquisto del biglietto, che si può pagare solo in rubli.
Non è vero che ciò si potesse fare solo attraverso un’agenzia di viaggi russa.
Ha scritto la rappresentanza diplomatica di Mosca a Roma: “L’ambasciata russa in Italia rende noto di aver «assistito Matteo Salvini e le persone che lo accompagnavano nell’acquisto dei biglietti aerei» per il suo viaggio a Mosca previsto per il 29 maggio. Un’assistenza necessaria per «le sanzioni» che hanno sospeso i collegamenti Roma-Mosca e rendono difficile l’acquisto dei biglietti di Aeroflot dall’Europa”.
E ancora: «L’Ambasciata ha assistito Matteo Salvini e le persone che lo accompagnavano nell’acquisto dei biglietti aerei di cui avevano bisogno in rubli tramite un’agenzia di viaggi russa”. Da qui l’acquisto di biglietti del volo Aeroflot Istanbul-Mosca.
Nulla di più falso. Perché a Mosca ci si può arrivare non solo con l’Aeroflot, non solo con una agenzia di viaggio russa e non solo pagando in rubli.
Ad esempio: da Istanbul si può andare benissimo a Mosca prendendo un aereo della Turkish Airlines o della Pegasus Airlines con un costo variabile tra i 600 e i 900 dollari.
Non solo: facendo uno scalo da Istanbul si può andare a Mosca anche con la Pacific Airways, con Egyptair e con la compagnia di bandiera dell’Uzbekistan.
Ma c’è di più: con uno scalo a e una comoda notte a Dubai a Mosca si può andare direttamente da Milano con Emirates al prezzo di circa mille euro. Biglietti acquistabili tranquillamente online
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »