Settembre 20th, 2022 Riccardo Fucile
“È STATO UNA VOCE POTENTE NELLA PROMOZIONE DELLA TOLLERANZA E DELLA GIUSTIZIA”… L’AFFONDO DI DRAGHI SULLA RUSSIA: “LA QUESTIONE DI COME TRATTIAMO CON LE AUTOCRAZIE DEFINIRA’ LA NOSTRA CAPACITA’ DI PLASMARE IL FUTURO COMUNE PER MOLTI ANNI A VENIRE”
Il premier Mario Draghi ha ricevuto al Pierre Hotel di Nyc il premio ‘World Statesman’ (statista dell’anno), in occasione della 57ma edizione dell’Annual Awards Dinner della ‘Appeal of Conscience Foundation’, per la sua “lunga leadership poliedrica nella finanza e nel pubblico servizio di cui hanno beneficiato l’Italia e l’Unione europea e che ha aiutato la cooperazione internazionale”, come ha spiegato il rabbino Arthur Schneier, presidente e fondatore della fondazione.
Insieme a lui sono stati premiati Robert Craft, fondatore presidente e ceo di Kraft Group, e Jean Paul Agon, presidente del gruppo L’Oreal, rispettivamente per il loro impegno nella giustizia sociale (in particolare nella lotta all’antisemitismo) e nella diversita’/inclusivita’.
Presente nel parterre anche il segretario di stato Vaticano Pietro Parolin. In occasione del riconoscimento il presidente Usa Joe Biden e il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres hanno inviato un messaggio di saluto.
“Mi congratulo con il mio amico, il premier Mario Draghi”. Lo dice il presidente degli Stati Uniti Joe Biden in un messaggio inviato alla Appeal of Conscience Foundation che ha premiato il premier italiano con lo World Statesman Award, sottolineando che ha ricevuto il premio “per il suo lavoro per fare avanzare i diritti umani nel mondo. Draghi è stato una voce potente nella promozione della tolleranza e della giustizia, lo ringrazio per la sua leadership”.
“Siamo tutti uniti nello stesso proposito: amarci l’un l’altro, prenderci cura l’uno dell’altro e non lasciare nessuno indietro”. E questo, ha detto ancora nel messaggio Biden, “anche nei momenti più difficili, quando il clamore di odio e divisioni è costante. A dispetto delle differenze – conclude il leader americano – siamo tutti fratelli e sorelle” e “ogni persona merita di essere trattata con dignità e rispetto”.
“L’invasione russa dell’Ucraina rischia di inaugurare una nuova era di polarizzazione, un’era che non abbiamo visto dalla fine della guerra fredda. La questione di come trattiamo con le autocrazie definira’ la nostra capacita’ di plasmare il futuro comune per molti anni a venire”: lo ha detto il premier Mario Draghi
“Quando tracciamo una linea rossa, dobbiamo farla rispettare. Quando prendiamo un impegno, dobbiamo onorarlo. Le autocrazie prosperano sfruttando la nostra esitazione. Dovremmo evitare l’ambiguità, per non pentircene in seguito. Infine, dobbiamo essere disposti a collaborare, purché ciò non significhi compromettere i nostri principi fondamentali”.
(da agenzie)
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Settembre 20th, 2022 Riccardo Fucile
QUANTO PIÙ SARÀ MAGRA LA PERCENTUALE DELLA LEGA (10%, SE NON MENO) PIÙ SALVINI AVRÀ SCARSI MARGINI PER DESTABILIZZARE
La visita veloce e imprevista di Enrico Letta al cancelliere tedesco Scholz contiene un messaggio trasparente. Dimostrare all’elettorato, quando mancano sei giorni al voto, che il segretario del Pd è l’uomo dai contatti giusti in Europa, in grado di trovare porte aperte a Berlino e a Parigi. Non come Giorgia Meloni, amica di Orbán e dei polacchi, leader del gruppo dei Conservatori, all’opposizione dell’Unione governata da democristiani e socialisti, nonché ben rappresentata dai “macroniani”: sotto molti aspetti i più dinamici, anche se Letta non ne apprezza l’eccessiva vicinanza con Renzi.
In poche parole, il segretario del Pd ha giocato la carta dell’autorevolezza sul palcoscenico europeo, dove in effetti si muove con disinvoltura. Tant’ è che in Germania ha agito un po’ da presidente del Consiglio in pectore , a suo agio nel discutere di prezzo del gas e di Ucraina. Come dire che ha scelto di ignorare sia i sondaggi sia le voci rassegnate, soprattutto quelle del suo partito, per tentare la via della rimonta finale.
Che essa sia verosimile o no, conta fino a un certo punto: vale di più l’intenzione di battersi fino all’ultimo in cerca della grande sorpresa (e non sarebbe la prima volta nella storia). Ora, è vero che l’Europa è il terreno su cui il Pd, muovendosi nel solco della tradizione, si sente forte. Al contrario, Giorgia Meloni e naturalmente Salvini seguono un’altra rotta, ostile alla cornice dell’europeismo ortodosso, quello per cui il diritto comunitario tende a prevalere sul diritto nazionale. Ed è proprio su questa base che è stato condannato Orbán con il voto contrario di FdI e Lega.
Si sono lette interessanti analisi sui motivi di tale scelta, non del tutto chiari quando si pensa che la leader di FdI avrebbe interesse a non entrare in urto con le capitali che contano e con la Commissione Von der Leyden. Si è scritto che Meloni ha mostrato la sua vera identità, in sintonia con un sistema di “autocrazia elettorale”, qual è l’Ungheria, anziché con i modelli della democrazia liberale. Tuttavia esistono anche delle spiegazioni prosaiche, connesse con la tipica “politica politicante” di chi comincia a guardare oltre il 25 settembre.
Qual è allora il principale problema della probabile vincitrice di domenica? Si chiama Matteo Salvini, poco propenso ad accettare la leadership meloniana e di cui si prevedono bizze a non finire. Tenere sotto controllo il capo della Lega, e sottrargli quanti più voti è possibile, è dunque l’imperativo della rivale, consapevole di una banale equazione: quanto più sarà magra la percentuale del Carroccio (intorno al 10, se non meno) tanto più Salvini avrà scarsi margini per destabilizzare.
Al di sotto di una certa soglia, persino i cauti marescialli leghisti potrebbero trovare il coraggio di fare i conti con il capo. E Giorgia Meloni sa, come tanti, che gli Stati Uniti non gradiscono affatto vedere l’amico di Putin al governo, magari in ruoli di primo piano. Questo spiega la volontà meloniana di sovrapporsi a Salvini sul terreno del “sovranismo” per tagliargli l’erba sotto i piedi, a costo di rischiare strappi con l’Unione.
Del resto, Orbán è inviso all’Europa ma molto meno a Washington. E la linea di Giorgia Meloni è poco europeista e molto atlantista, quindi filo-americana (sia pure “trumpiana” più che democratica). Salvini invece non ha alcuna sponda in America e si è reso conto d’esser stato spinto nell’angolo. Ieri ha ricevuto un messaggio – forse sollecitato – dalla sua amica Marine Le Pen: un tentativo di far sapere che non tutto il patrimonio della destra europea è andato a Giorgia Meloni. La quale, peraltro, continua a rifiutare una politica economica fatta di maggiori debiti, come invece vogliono all’unisono Salvini e Conte. Segno che su questo punto cruciale la leader di FdI è attenta a non entrare in collisione con l’Unione. Cioè con Draghi.
(da La Repubblica)
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Settembre 20th, 2022 Riccardo Fucile
“ABBIAMO TUTTI I VOSTRI DATI, OGNI ASSASSINO E STUPRATORE VERRA’ PUNITO”
«L’esercito informatico ucraino ha ottenuto tutti i dati personali dei mercenari del Gruppo Wagner hackerandone il sito web».
È quanto comunicato su Telegram il ministro della Trasformazione digitale di Kiev, Mikhail Fedorov.
Il ministro ucraino ha poi aggiunto: «Abbiamo tutti i dati personali dei mercenari! Ogni carnefice, assassino e stupratore dovrà affrontare una severa punizione. La vendetta è inevitabile!».
Sul sito del gruppo Wagner è infatti comparso un banner con un annuncio: «L’esercito informatico ucraino è qui. Ora siamo in possesso di tutti i dati presenti sul sito. Benvenuti in Ucraina. Vi aspettavamo».
Cos’è il Gruppo Wagner
Il gruppo Wagner è costituito da mercenari che stanno combattendo anche in Ucraina al fianco delle forze armate russe.
Il gruppo è formato soprattutto da ex militari, ex poliziotti ed ex agenti di sicurezza russi, mentre altre componenti sono costituite da mercenari stranieri provenienti da altri Paesi, in particolare dalla Serbia.
Si stima che il gruppo sia costituito da circa 10 mila uomini, che già nel 2014 affiancarono la Russia per la conquista della Crimea, per poi spostarsi nella regione del Donbass, dove si unirono alle forze filo-russe che dal 2014 si battono per annettere la regione dell’Ucraina orientale alla Russia. Il gruppo è guidato Dmitry Valeryevich Utkin, ex tenente colonnello del Gru, il servizio d’informazione delle forze armate russe, e grande ammiratore di Heinrich Himmler, il fondatore delle SS naziste.
Il gruppo infatti è espressione del neopaganesimo russo, ispirato al popolo Rus di era precristiana, e che comprendeva le popolazioni che attualmente sono situate nella penisola scandinava, in Bielorussia, in Russia e in Ucraina. Alla base del “culto” c’è la purezza del sangue e della razza, a cui si aggiunge l’antisemitismo e il ricorso continuo alla simbologia nazista.
Non esistono, al momento, prove esplicite di collegamento del gruppo Wagner e del suo comandante con il presidente russo Vladimir Putin, ma nel corso degli anni le offensive russe e le operazioni del Gruppo Wagner sono andate nella stessa direzione, come nel caso della guerra in Siria, in Libia, oltre a diverse operazioni in Paesi dell’Africa, tra cui Mozambico, Repubblica Centrafricana e Mali.
(da agenzie)
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Settembre 20th, 2022 Riccardo Fucile
DOPO LE PROTESTE PER LA PARTECIPAZIONE DELLA CONDANNATA PER DIFFAMAZIONE E SOSPESA DALL’ORDINE DEI MEDICI, LA REGIONE FA DIETROFRONT
Era in programma il 26 settembre alla Sala Trasparenza della Regione. Dopo le proteste è arrivata la rinuncia dell’Associazione Pro Vita. Con un retroscena politico
Un convegno sull’aborto dell’associazione Pro Vita & Famiglia che avrebbe dovuto vedere la partecipazione dell’assessore di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone in una sala della Regione Piemonte è stato cancellato dal governatore Alberto Cirio.
A causa della presenza della dottoressa Silvana De Mari. Condannata per diffamazione a causa di alcune frasi omofobe e sospesa dall’Ordine dei Medici per non aver voluto vaccinarsi. Il convegno avrebbe dovuto andare in scena il 26 settembre nella Sala Trasparenza della Regione. E per fermarlo si è spesa anche la Lega. L’assessore alle partecipate Fabrizio Ricca ha definito «inopportuna» la presenza della dottoressa.
Il no a Pro Vita
La vicenda è cominciata ieri. Quando Marco Grimaldi, capogruppo di Luv e Verdi a Palazzo Lascaris e candidato alle elezioni del 25 settembre è andato all’attacco. «Cirio non può permettere che gli spazi della Regione ospitino personaggi come De Mari. Siamo oltre i limiti dell’accettabile», ha fatto sapere Grimaldi. Chiedendo anche la revoca delle deleghe a Marrone: «Aspetta il giorno dopo il voto per portare il convegno fin dentro la Regione. Per spalancare le porte delle istituzioni ad antiabortisti e No vax. La scelta del giorno dopo è una buona tattica per scampare ai divieti elettorali. E fare ancora più propaganda prima. I danni e le violazioni di diritti fondamentali che può commettere sono enormi. Non sottovalutiamoli».
A stretto giro di posta arriva l’appoggio di Nicola Fratoianni. «La destra, al di là della maschera perbenista buona per i tg e i talk, è sempre la stessa: nemica delle donne e dei diritti», fa sapere il leader di Sinistra Italiana.
Alle proteste si accodano anche il Movimento 5 Stelle e +Europa. In tarda serata arriva la svolta: «La Regione comunica che l’associazione Pro Vita & Famiglia ha rinunciato all’uso della Sala Trasparenza come sede del proprio evento». Mentre La Stampa racconta che è stato Ricca ad agire con Cirio per fermare il convegno. Sia per la scelta della sala, sia per la partecipazione di una relatrice No vax e omofoba.
Chi è Silvana De Mari
Silvana De Mari, psicoterapeuta e scrittrice di libri fantasy, è stata condannata nel giugno scorso al pagamento di una multa di 1.500 euro per aver accusato il movimento Lgbtq+ di diffondere la pedofilia.
A marzo aveva ricevuto un’altra condanna per aver definito il circolo Mario Mieli «cantore di pedofilia, necrofagia e coprofagia».
Negli anni ha sostenuto posizioni al limite dell’assurdità sul Coronavirus e i vaccini. Sostenendo la necessità di un “Processo di Norimberga” per i medici «apprendisti stregoni» e rilanciando le bufale sui feti abortiti per i preparati. Negli ultimi tempi ha partecipato a una protesta della Variante Torinese contro il Green pass. Definendolo uno «stupro farmacologico». Ha sostenuto che il vaiolo delle scimmie fosse stato «previsto» da Bill Gates. E ha promosso una fantomatica “ricetta” per “disintossicarsi” dal vaccino.
(da NextQuotidiano)
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Settembre 20th, 2022 Riccardo Fucile
“COME VEDETE, SONO ANCORA IN GAMBA”
Gli era saltata la mosca in testa. Lo stava infastidendo mentre stava raccontando, per l’ennesima volta, tutte le più classiche e iconiche promesse elettorali che Forza Italia sta sciorinando da quasi due mesi (fin dai giorni successivi alla caduta del governo Draghi) al pubblico di SkyTg24.
E così, davanti alla telecamera piazzata nel suo studio, Silvio Berlusconi – con nonchalance e un colpo solo – ha ucciso quell’insetto. E poi, dopo il gesto “eroico”, ha mostrato a tutti il risultato della sua prontezza di riflessi.
“Sta mano po’ esse fero o po’ esse piuma. Oggi è stata fero”. Parafrasando una delle frasi più iconiche della commedia cinematografica italiana (pronunciata da Mario Brega in “Bianco, Rosso e Verdone), si può riassumere quanto accaduto in diretta a “Casa Italia”, il programma di approfondimento di SkyTg24.
In collegamento c’era proprio il leader di Forza Italia, ma durante la sua propaganda elettorale c’è stata l’interferenza di una mosca mentre stava “difendendo” Giorgia Meloni: “Guardi, ho colpito ancora un brutto insetto che mi girava in fronte. Benissimo. Come vede sono ancora in gamba. Certamente i miei collaboratori lo metteranno su TikTok, che però per me non è TikTok ma TikTokTak. E il tak sono io”.
E, ovviamente, il video è finito anche sul profilo TikTok di Silvio Berlusconi che sta proseguendo – sui social – questo tentativo di svecchiamento della campagna elettorale sua e di Fratelli d’Italia.
Perché, ovviamente, in quella che è stata definita come la peggior campagna elettorale dell’Italia repubblicana, anche questi siparietti servono a creare engagement sui social network dopo una vita trascorsa a fare lo stesso su altri network (quelli televisivi).
(da agenzie)
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Settembre 20th, 2022 Riccardo Fucile
IL COMPLOTTO DELL’ALLUVIONE CAUSATO DA UN AEREO NATO E’ L’ULTIMA USCITA DI “SUA BEATITUDINE”
“Sua Beatitudine”, questo è il trattamento onorifico che si è auto-affibbiato lo psichiatra e reggente unico di una religione ortodossa che ha lui stesso fondato (seppur non riconosciuta), non crede ai cambiamenti climatici.
Etichetta bufale tutte le questioni riguardanti il surriscaldamento globale e gli effetti della mano nefasta dell’uomo sul pianeta terra. Però non ha alcuna esitazione a condividere con il mondo la sua scarsa fede nella scienza (come tutte le teorie della cospirazione bufalesche sul COVID e sui vaccini) e altre teorie del complotto paradossali.
E così Alessandro Meluzzi colpisce ancora e riesce a farsi portavoce anche del complotto sull’alluvione che ha colpito e devastato diverse città delle Marche giovedì scorso.
L’arcivescovo presso sé stesso non è nuovo a prendere per buone teorie del complotto trovate su internet e spacciarle come pura verità sui suoi canali social. E poteva mancare nel suo portfolio quella di un aereo che ha attraversato il cielo delle Marche diffondendo onde elettromagnetiche che hanno dato il via all’alluvione? Ovviamente no.
“Scopriamo che poco prima dell’alluvione nelle Marche, un aereo segreto di quelli che emettono onde elettromagnetiche sorvola in maniera perfettamente concentrica le zone più colpite. È legittimo farsi domande?”.
Le domande sono ovviamente legittime, ma quando si vuole diffondere un pensiero – soprattutto per il ruolo che un soggetto ha ritagliato attorno alla sua figura – si devono necessariamente anche fornire delle risposte. E, invece, tutto resta appeso a una bufala accompagnata da un punto interrogativo. Ed ecco che tra un tweet contro i vaccini e uno contro l’aborto, Alessandro Meluzzi dà la sua cassa di risonanza a questo complotto con una serie di retweet.
Perché questa teoria della cospirazione è una fake news? Come spiega Bufale.net, un volo c’è veramente stato. Non il giorno dell’alluvione, ma due giorni prima. Si tratta sì di un volo “NATO”, ma con un aereo che svolge attività di controllo (come previsto dagli accordi).
In particolare: dall’esame di stazione di partenza e arrivo, e il tipo di aereo usato, possiamo chiaramente identificare un volo di circa sei ore per mezzo di un Boeing E-3A Sentry partito dalla stazione di Geileinkirchen verso la stazione di Konya. Un volo AWACS, descritto ad esempio in questo articolo di Gennaio 2022, relativo al sistema di sorveglianza e precauzione aerea del Patto Atlantico. Ovviamente basato sul sorvolo dei territori del Patto Atlantico con Boeing muniti di radar Doppler. Equipaggiamento del tutto inadatto alla bizzarra teoria delle scie chimiche, ma del tutto adatto a mantenere una attività di sorveglianza dello spazio aereo.
Ma questo Meluzzi non lo sa. Anzi, ha fatto una domanda senza trovare risposta. Ha preferito, ancora una volta, alimentare una teoria del complotto e darla in pasto ad altri. Come nella grande tradizione di “Sua Beatitudine”.
(da NextQuotidiano)
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Settembre 20th, 2022 Riccardo Fucile
OVVIAMENTE DOPO CHE LA NOTIZIA E’ DIVENTATA DI DOMINIO PUBBLICO
Prima celebrava i “camerati”. Poi definiva Hitler indicandolo come un “grande statista”. Infine, inneggiava a Vladimir Putin dicendo di stare dalla sua parte.
Insomma, nel corso degli anni ha colmato la misura e persino il suo partito – lo stesso che prima lo ha reso coordinatore provinciale ad Agrigento e poi lo ha candidato nel seggio uninominale della stessa città siciliana in vista del voto di domenica 25 settembre – ha deciso di dissociarsi (anni dopo) da quelle farneticazioni social. E così Calogero Pisano è stato sospeso “con effetto immediato” da Fratelli d’Italia.
Più volte, infatti, Calogero Pisano ha rivendicato la sua “nostalgia”. Innanzitutto era proprio lui, nel 2014, a celebrare la grandezza dialettica di Giorgia Meloni, trovando attinenze tra la statura politica della Presidente di FdI e quella di Adolf Hitler (correggendo un utente che pensava che il riferimento fosse a Benito Mussolini). Insomma, oltre il fascismo. Poi altre iniziative analoghe, sempre via social.
Calogero Pisano, dunque, si è speso – sui social – non tanto per difendere Giorgia Meloni dalle accuse di “fascismo”, ma per celebrare proprio quelle etichette che gli avversari politici davano alla leader del suo partito.
E ora è arrivata la sospensione, diversi anni dopo la pubblicazione di quei pensieri social, da parte di Fratelli d’Italia. E lo stesso quasi-ex coordinatore di FdI nella provincia di Agrigento ha deciso ora di chiedere scusa (chiedendosi come il quotidiano La Repubblica sia riuscita a rintracciare quei post, probabilmente non essendo conscio di come uno screenshot rappresenti una memoria social imperitura nel tempo):
“Anni fa ho scritto cose profondamente sbagliate. Avevo cancellato il mio profilo personale su Facebook perché mi vergognavo delle cose che erroneamente avevo pubblicato. Non so come Repubblica le abbia trovate oggi, ma sono il primo a condannare senza ambiguità quelle espressioni. Chiedo scusa a chiunque si sia sentito offeso da quei post che a distanza di anni giudico indegni”.
(da agenzie)
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Settembre 20th, 2022 Riccardo Fucile
“NON E’ STATA FATTA ALCUNA COMUNICAZIONE AI COMUNI”
La Regione Marche non ha attivato alcuna allerta nei confronti dei comuni prima dell’alluvione che ha provocato 11 vittime e 2 dispersi.
Lo ha detto la procuratrice capo di Ancona Monica Garulli parlando dell’inchiesta sul nubifragio che ha devastato il Senigalliese e la provincia di Pesaro e Urbino.
Ieri i carabinieri hanno acquisito documenti sulla mancata manutenzione dei fiumi che hanno straripato durante l’alluvione. E dopo il caso dell’assessore alla Protezione Civile Stefano Aguzzi a un dibattito prima del disastro, ora sulla graticola finisce anche il presidente della Regione Francesco Acquaroli (Fdi). Accusato di aver presenziato a una cena di partito con Guido Crosetto. Prima di presentarsi nella sala operativa della Protezione Civile di Ancona.
L’accusa della procuratrice
«Dal punto di vista della dinamica degli eventi quello che si riscontra in questo momento è che non c’è stata un’allerta da parte della Regione Marche nei confronti dei Comuni», ha detto ieri Garulli ai microfoni del Tgr Rai Marche. §
«Le indagini sono in una fase molto iniziale – ha sottolineato -. Tutte le ipotesi ricostruttive sono prese in considerazione. La principale preoccupazione della Procura è di assicurare fonti di prova che possano essere di ausilio nella ricostruzione dei fatti». Secondo la procuratrice «ci sono acquisizioni documentali, ci sono anche acquisizioni testimoniali, tutto quello che può concorrere a ricostruire esattamente l’evento del 15 settembre. Questa volta le vittime hanno interessato principalmente i Comuni a monte del fiume Misa, diversamente dal 2014, quando le vittime erano nel centro abitato di Senigallia».
Quanto ai tempi dell’inchiesta, saranno «compatibili con l’accertamento dei fatti e anche con un’esigenza di risposta. Cercheremo di fare il meglio in questo senso». A guidare le indagini sull’alluvione sono Valentina D’Agostino e Valeria Cigliola. Un’altra inchiesta era stata aperta a giugno sulle imprese che dovevano occuparsi della pulizia di alcuni tratti fluviali del Misa. Un funzionario regionale era stato arrestato e quattro dipendenti accusati di corruzione, truffa e rivelazione di segreto d’ufficio. Secondo l’indagine la ditta incaricata ha sfalciato più vegetazione del dovuto per poi rivenderla a una compagnia produttrice di biocarburante.
Acquaroli e Crosetto alla cena elettorale
La Repubblica invece racconta che mentre l’alluvione nelle Marche era appena cominciata, minacciando la provincia di Pesaro e Urbino, il governatore Acquaroli si trovava a una cena elettorale di Fratelli d’Italia con Guido Crosetto. L’appuntamento si è svolto a Potenza Picena, a circa 40 chilometri da Ancona. Tra i presenti anche l’assessore al Bilancio e candidato alle elezioni Guido Castelli e la coordinatrice regionale del partito e candidata Elena Leonardi. Lo staff del governatore ha smentito che Acquaroli sia rimasto alla cena. Ma una foto pubblicata su Facebook alle ore 21,32 ritrae proprio i due a San Severino Marche. Intanto Maurizio Mangialardi, capogruppo regionale del Pd, punta il dito sull’assessore Aguzzi. Mangialardi è arrivato nella Sala alle 3.20 della notte tra giovedì e venerdì. «Non c’era nessuno della giunta, solo i funzionari della Protezione civile. Ho parlato con uno di Trenitalia perché 500 persone dovevano dormire sui treni. Aguzzi non c’era, però sono stato in contatto più volte con lui al telefono».
(da agenzie)
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Settembre 20th, 2022 Riccardo Fucile
A CENA CON CROSETTO
Uno è il Presidente della Regione Marche. L’altro è uno dei principali promotori – visto anche il suo ruolo di co-fondatore di Fratelli d’Italia – della campagna elettorale del partito di Giorgia Meloni in vista delle elezioni politiche di domenica 25 settembre.
Questi due protagonisti della scena politica italiana si sono incontrati giovedì 15 settembre, proprio nelle ore in cui un violento nubifragio si è abbattuto su diversi comuni della zona est della Regione provocando morte e devastazione. La cena, proprio durante quei frangenti di emergenza, tra Francesco Acquaroli e Guido Crosetto non è passata – ovviamente – inosservata.
E non solamente per la cena elettorale in un momento così delicato, ma soprattutto per i “poteri” nelle mani di un Presidente delle Marche. Perché la legge regionale designa proprio il numero uno della Regione – in questo caso Francesco Acquaroli – come l’autorità della Protezione Civile locale.
E, invece, lui stava partecipando a un evento elettorale a Potenza Picena in compagnia proprio di Guido Crosetto e della coordinatrice regionale di FdI Elena Leonardi (come confermato da Il Resto del Carlino).
Ma oltre alla cena Acquaroli-Crosetto, c’è molto di più. Perché Stefano Aguzzi, assessore regionale alla Protezione Civile, era impegnato in un altro evento elettorale nel momento in cui prima diversi comuni prima in provincia Pesaro-Urbino e poi altri in provincia di Ancona (come Ostra) venivano colpiti dalle forti piogge, dal vento e dalla tragica esondazione del fiume Misa – tracimato con effetti devastanti in più zone provocando, per il momento, 11 vittime e 2 dispersi -, portando con sé morte e devastazione.
Ma i due che avevano poteri diretti sulla gestione della Protezione Civile locale non si sono recati immediatamente nella sala operativa di Ancona, perché inizialmente impegnati in altro. Nonostante i gravi problemi provocati dal nubifragio fossero iniziati oltre due ore prima dei rispettivi eventi elettorali.
(da NextQuotidiano)
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