Settembre 7th, 2022 Riccardo Fucile
CENTRODESTRA AL 43,7%, CENTROSINISTRA 28,7%, M5S 13,8%, AZIONE 7,2%… CSX+ M5S A UN PUNTO DAL CDX, CSX+ M5S+AZIONE SAREBBERO 6 PUNTI AVANTI AL CDX
FdI primo partito (22,7%), seguito dal Pd (21,7%). Il Movimento 5 Stelle in recupero (13,8%) sorpassa la Lega in flessione (10,9%).
Il centro destra avrebbe così la maggioranza assoluta delle due camere, ma non raggiungerebbe il 66% dei seggi». E’ quanto afferma l’Istituto Ixè nelle sue intenzioni di voto.
Forza Italia 7,9%, seguita da Azione-Italia viva al 7,2%. Alleanza Verdi sinistra è data al 3,5.
Tutti sotto il 3% gli altri partiti: +Europa 2,7, Italexit 2,5, Noi moderati 1,2, Impegno civico 0,8. 5,2% per gli altri.
Dati tratti dall’Osservatorio Politico Nazionale (29 agosto – 2 settembre 2022) realizzato dall’Istituto Ixè.
Centrodestra 43,7%, Centrosinistra 28,7%, M5S 13,8%, Azione-Italia Viva 7,2%.
Un alleanza tra Cxs + M5S sarebbe a un punto dal Centrodestra, se si fosse allargata ad Azione sarebbe avanti di 6 punti sul Cdx
(da agenzie)
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Settembre 7th, 2022 Riccardo Fucile
IL PARTITO DEL “TRUCE” CROLLA DAL 35,5% AL 14,4% DEI VOTI RISPETTO AL 2019 MENTRE FDI SCHIZZA DAL 6,8% AL 30,5% … LA REGIONE, PIENA DI PICCOLE E MEDIE IMPRESE, NON HA DIGERITO IL DRAGHICIDIO
Fratelli d’Italia al 30,5 per cento (+23,7 rispetto alle europee 2019) e la Lega al 14,4 (-35,5).
Stando all’Osservatorio sul Nordest, curato dall’istituto Demos e Pi e pubblicato oggi sul Gazzettino, sarebbe questo lo scenario politico in Veneto alle prossime elezioni.
In questo senso, è emblematico pensare che il presidente di Regione più apprezzato d’Italia sia da 12 anni (cioè da quando è stato eletto) proprio il governatore veneto Luca Zaia, che fa parte della Lega (anche se nel fronte responsabile e draghiano insieme a Giorgetti).
È forse proprio a causa della caduta del governo Draghi, della quale Salvini si è reso protagonista, che gli industriali settentrionali hanno definitivamente voltato le spalle al leader leghista.
Enrico Carraro, presidente di Confindustria Veneto, aveva definito “irresponsabile” il “comportamento” della Lega
Abbiamo raccontato di come ormai i militanti locali paragonino Salvini a un transistor (“Trasferisce energia, consenso, a FdI, e brucia le ‘resistenze’, la nostra identità”), di come la Liga veneta sia sempre più insofferente contro la Lega romana (“Ci impongono uomini dall’alto a spese nostre. E il territorio?”) e di come la Meloni abbia soffiato alla Lega anche la battaglia per l’autonomia (tra “statalismo e federalismo”).
Secondo il sondaggio del Gazzettino, con Forza Italia all’8,7 per cento che completa la coalizione di Giorgia Meloni (30,5) e Matteo Salvini (14,4), il centrodestra si attesterebbe al 53,6 per cento.
Il fronte guidato da Enrico Letta sarebbe al 25,3 per cento, quasi la metà dello schieramento rivale.
Il Terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi supererebbe il Movimento 5 stelle, ottenendo rispettivamente il 7 e il 6,2 per cento
(da il Foglio)
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Settembre 7th, 2022 Riccardo Fucile
LA SENATRICE DI FRATELLI D’ITALIA RINGRAZIA PER LA CANDIDATURA “NELLA SUA CUNEO”. PECCATO CHE SIA CANDIDATA A TORINO … DANIELONA NON FA UNA PIEGA: “A TORINO CI HO FATTO PURE L’UNIVERSITÀ”
Sarà l’entusiasmo per la campagna elettorale o la voglia di dimostrare che la sua è una candidatura autentica, non “calata” dall’alto.
Ma Daniela Santanchè finisce per dare l’impressione opposta, quella della “candidata per caso” che non ricorda nemmeno il collegio dove è schierata.
La senatrice di FdI arriva tra gli applausi alla sede piemontese del partito ed esordisce ringraziando per la candidatura «nella sua Cuneo» dove ha anche in programma un «grande evento elettorale».
Peccato che sia candidata a Torino e che i cuneesi non possano nemmeno votarla.
La senatrice non perde lo spirito e se la cava senza fare una piega: «A Torino ci ho fatto pure l’Università».
(da agenzie)
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Settembre 7th, 2022 Riccardo Fucile
I SOCIAL NON DIMENTICANO
Prima le dichiarazioni del passato, poi la memoria della rete (che all’epoca attinse da quelle parole) che da spazio a quella degli utenti sui social.
Nell’era in cui tutto ciò che viene detto viene ripreso dalle varie piattaforme, i politici dovrebbero essere più attenti a etichettare come «deliri» alcune prese di posizione.
Perché poi, andando a scavare, ecco che si palesano pessime figure. Come nel caso dell’ex Ministra all’Agricoltura Teresa Bellanova. Oggi esalta il gasdotto Tap a San Foca, a Marina di Melendugno (in Puglia), ma durante la campagna elettorale per le Politiche del 2013 sosteneva che questo progetto dovesse essere completato altrove per salvaguardare paesaggio ed ecosistema.
Oggi la stessa Teresa Bellanova ha effettuato un collegamento (riproposto anche sulla sua pagina Facebook) con TgNorba24 proprio dalla spiaggia di Marina di Melendugno.
Da lì ha esaltato il gasdotto Tap, anticipando il tutto con la condivisione – via Twitter – delle immagini dello specchio d’acqua intonso, nonostante la presenza della struttura che serve a portare il gas dall’Azerbaijan all’Italia.
«Nei deliri di chi lo contrastava, avrebbe dovuto deturpare il paesaggio. Vi sembra deturpato?». La risposta a questo interrogativo la lasciamo ai lettori che nel corso degli anni hanno avuto una propria idea sul gasdotto TAP a San Foca.
Noi, invece, ci limitiamo a ricordare cosa diceva la stessa Teresa Bellanova nel 2013. Proprio su quello che, all’epoca dei fatti, era ancora un progetto che aveva ricevuto forti critiche proprio per via dell’effetto sull’ecosistema che sarebbe stato violato a largo di San Foca.
Era il 19 febbraio, pochi giorni prima del voto per le Politiche per rinnovare il Parlamento e formare un nuovo governo. E la stessa allora deputata del Partito Democratico, come riportato all’epoca dei fatti da LeccePrima e da altri organi di informazione, parlava così: «Fatta salva, quindi, l’utilità dell’opera, ritengo che la scelta dell’approdo a San Foca sia assolutamente da rivedere. Già troppo spesso in passato è stato sottovalutato l’impatto della mano dell’uomo sui delicati equilibri che la natura ha impiegato milioni di anni per costruire. Di quelle sottovalutazioni sono già stati pagati cari prezzi e ancor di più rischiamo di doverne pagare, noi e soprattutto chi verrà dopo di noi».
Parole pronunciate e immortalate (e ora messe in evidenza dalla memoria dei social, del web e degli organi di informazione).
Evidentemente, con il passare del tempo, la senatrice di Italia Viva avrà cambiato idea. Legittimo, ma almeno sarebbe corretto non usare parole come «deliri» quando si parla di proteste del passato. Di quello stesso passato in cui, sempre in passato, ci si rispecchiava.
(da NextQuotidiano)
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Settembre 7th, 2022 Riccardo Fucile
NONOSTANTE LA CAMPAGNA DI DISINFORMAZIONE SULLE SANZIONI, SI COMINCIA A SCORGERE LA REALE SITUAZIONE DI MOSCA
Visto che l’ondata di fake news sull’inefficacia e/o fallimento delle sanzioni europee alla Russia (con Salvini in prima linea) non bastava, Mosca ha pensato bene negli ultimi giorni di entrare direttamente in campo, sparando la qualsiasi sull’Europa al collasso, Italia in primis: dal bolso Putin (“Impossibile isolarci, le sanzioni sono un pericolo per il mondo intero”) alla vispa Zakharova, portavoce di Lavrov, all’attacco del piano del ministro Cingolani (“Imposto da Bruxelles su ordine degli Usa. Soffriranno gli italiani”).
Le parole volano, le immagini restano? Ed ecco il filmato che mostra infatti l’Europa al gelo a causa del gas russo che non arriverà per riscaldare le case nel prossimo inverno. Il video è stato lanciato da Russia Today e da altri media russi vicini al regime e porta il marchio dell’azienda di Stato russa Gazprom, che pochi giorni fa ha annunciato lo stop delle forniture all’Europa tramite il gasdotto Nord Stream 1.
Una campagna di disinformazione che ha visto partecipi anche illustri esponenti politici che, a differenza di noi plebe ignorante, dovrebbero sapere benissimo che le sanzioni, vedi quelle che misero al tappeto l’Iran degli Ayatollah, hanno bisogno di tempo per fare danni. Secondo: se oggi si cede sulle sanzioni – o peggio: si rifiutano – l’Unione Europea è destinata a disintegrarsi.
E dopo aver scalato una montagna di cazzate, si comincia a scorgere la reale situazione della Russia sotto sanzioni.
Scrive oggi Fabrizio Dragosei sul sito del Corriere: “Proprio ieri è emerso un documento segreto del governo russo, reso noto da Bloomberg, secondo il quale la decrescita del prodotto lordo è assai più grave di quella indicata dai dati pubblici (molti indicatori sono stati secretati).
‘’La Russia potrebbe addirittura non ricominciare a veder crescere la sua economia prima del 2030. In alcune aree, come quella della produzione di automobili, ad esempio, il calo è catastrofico: -58%. E le sanzioni che bloccano l’import di numerosi componenti per l’industria, soprattutto quelli ad alta tecnologia, rendono le cose sempre più difficili’’.
La crisi economica dell’orso russo sta dunque galoppando verso il collasso, con la Cina che mantiene la sua parola di non dare armi a Putin, che è costretto a raccattarle dalla Corea del Nord di Ciccio Kim.
Ecco perché non si parla più di aprire un tavolo per il cessate il fuoco: gli Stati Uniti, che hanno il pallino in mano vista la debolezza dell’Unione Europea, non sono interessati a una trattativa di pace. L’amministrazione Biden vuole che Putin si indebolisca fino al punto che sarà costretto a richiedere, in ginocchio, l’apertura di negoziati di pace.
(da Dagoreport)
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Settembre 7th, 2022 Riccardo Fucile
IL SITO CONSERVATORE “DRUDGE”, CHE ORMAI HA MOLLATO L’EX PUZZONE DELLA CASA BIANCA AL SUO DESTINO, INSTILLA IL DUBBIO: “LI STAVA FORSE VENDENDO?”
Che ci faceva Donald Trump con un dossier sulle capacità nucleari di un paese straniero in casa?
Lo scoop del “Washington Post”, che ha rivelato che tra i documenti sequestrati dall’Fbi a Mar-a-Lago ce n’era anche uno sulle difese militari di un “governo straniero”, sta facendo nascere teorie e dubbi.
Il sito DrudgeReport, influentissimo tra i conservatori americani, che ormai ha abbandonato Trump e non perde occasione per spernacchiarlo, si chiede: “li stava vendendo?”.
Nell’esclusiva del quotidiano di proprietà di Jeff Bezos, si parla anche di altri documenti ritrovati nella villa in Florida, tra cui alcuni su operazioni “talmente top secret” da essere ignote anche a molti funzionari di alto livello: sarebbero dovuti essere custoditi sotto chiave, e invece erano sparsi nella casa del tycoon, 18 mesi dopo l’addio di Trump alla Casa Bianca.
“Dopo mesi di tentativi, secondo i documenti del tribunale, l’FBI ha recuperato quest’anno più di 300 documenti riservati da Mar-a-Lago: 184 in una serie di 15 scatole inviate alla National Archives and Records Administration a gennaio, altri 38 consegnati da un avvocato di Trump agli investigatori a giugno e più di 100 documenti aggiuntivi portati alla luce in una perquisizione approvata dal tribunale l’8 agosto.
È in quest’ultimo gruppo di segreti governativi, hanno detto le persone che hanno familiarità con la questione, che sono state trovate le informazioni sulla preparazione alla difesa nucleare di un governo straniero.
Queste persone non hanno identificato il governo straniero in questione, né hanno detto dove è stato trovato il documento a Mar-a-Lago, né hanno offerto ulteriori dettagli su una delle indagini più delicate del Dipartimento di Giustizia in materia di sicurezza nazionale”
(da agenzie)
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Settembre 7th, 2022 Riccardo Fucile
IL COORDINATORE DI ARTICOLO UNO HA PRESENTATO LA DENUNCIA
Il vergognoso video del leghista di Firenze contro la mendicante avrà un seguito giudiziario.
Il coordinatore di Articolo 1 Arturo Scotto ha denunciato il dirigente leghista.
“Stamattina – ha detto Scotto – ho presentato una denuncia formale all’autorità giudiziaria presso il commissariato di polizia, sezione San Giovanni, a Firenze. Dal video appare chiaro ed evidente che il consigliere della Lega Alessio Di Giulio sia inciampato in un reato gravissimo e ignobile, normato dall’articolo 604 bis del Codice Penale.
La norma punisce “chi propaganda idee fondate sulla superiorità e sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”. Quell’espressione nei confronti della donna della Comunità Rom “il 25 settembre vota Lega: non la rivedranno mai più” rappresenta uno dei punti più inquietanti di questa campagna elettorale.
Io penso che le parole siano importanti e vadano sempre pesate. E che queste frasi non siano ragazzate. Sono il segno di una degenerazione del dibattito pubblico pericolosissima: ci vuole poco perché si passi dalle parole ai fatti. Per queste motivazioni io credo occorra far funzionare la legge: perché l’Italia ha una giurisprudenza chiara che mette al bando qualsiasi forma di razzismo e lo punisce con determinazione ed efficacia. E la legge resta lo strumento fondamentale per difendere i più deboli e le minoranze. Rivolgendosi agli elettori affermando che votando il proprio partito “non la rivedranno più”, il Di Giulio non si riferisce alla donna nella sua dimensione soggettiva, ma esclusivamente in quanto appartenente alla comunità Rom. Il messaggio che il video vuole veicolare è che con la vittoria elettorale della Lega non si vedranno più in città tutti i rom, non solo la malcapitata signora.
In termini generali, la giurisprudenza di legittimità ha affermato che “Integra il reato di propaganda di idee discriminatrici, previsto dall’art. 3 comma primo lett. a) della l. n. 654 del 1975, l’intervento di un consigliere comunale contenente affermazioni fondate sull’odio e la discriminazione razziale ai danni delle Comunità Rom e Sinti nel corso di una seduta consiliare. (Annulla con rinvio, App. Trento, 11/05/2011)” Cass. pen., Sez. I, Sentenza, 22/11/2012, n. 47894 (rv. 254074).
Più recentemente, ancora la giurisprudenza di legittimità ha tratteggiato i confini della fattispecie incriminatoria: “Ai fini della configurabilità del reato previsto dall’art. 3, comma primo, lett. a), prima parte, legge 13 ottobre 1975, n. 654, e successive modifiche, la “propaganda di idee” consiste nella divulgazione di opinioni finalizzata ad influenzare il comportamento o la psicologia di un vasto pubblico e a raccogliere adesioni; l’”odio razziale o etnico” è integrato da un sentimento idoneo a determinare il concreto pericolo di comportamenti discriminatori, e non da qualsiasi sentimento di generica antipatia, insofferenza o rifiuto riconducibile a motivazioni attinenti alla razza, alla nazionalità o alla religione; la “discriminazione per motivi razziali” è quella fondata sulla qualità personale del soggetto, e non – invece – sui suoi comportamenti.
(da agenzie)
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Settembre 7th, 2022 Riccardo Fucile
IL SOVRANISTA RECUPERA 2 PUNTI, MA LULA RESTA AL 44%
Verso le prossime elezioni in Brasile: con il 34% delle intenzioni di voto, l’attuale capo dello Stato brasiliano, Jair Bolsonaro, candidato alla rielezioni alle presidenziali di ottobre, recupera poco terreno sul diretto rivale, l’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva, ancora in testa con il 44%: lo rivela un sondaggio pubblicato oggi dall’agenzia Quaest.
Lula, del Partito dei lavoratori (Pt, di sinistra), ha mantenuto lo stesso punteggio del sondaggio di agosto, mentre Bolsonaro, del Partito liberale (Pl, di destra) è salito di due punti.
Rispetto al rilevamento di luglio, invece, Lula ha perso un punto e Bolsonaro ne ha guadagnati tre.
Il sondaggio mostra inoltre che il candidato Ciro Gomes, del Partito democratico laburista (Pdt, di centrosinistra), occupa al momento il terzo posto, con il 7% delle preferenze, seguito da Simone Tebet, del Movimento democratico brasiliano (Mdb, conservatore), con il 4%.
(da agenzie)
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Settembre 7th, 2022 Riccardo Fucile
IL DOPPIO DI UN ANNO FA, DATI UFFICIALI DELL’ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA RUSSO
Sono circa 419.000 le persone che hanno lasciato la Russia nella prima metà dell’anno, più del doppio rispetto ai 202 mila dello stesso periodo del 2021. Lo riferisce Rosstat, l’istituto nazionale di statistica russo.
“Il numero di coloro che hanno lasciato la Federazione Russa è aumentato di 216.500 persone, ovvero di 2,1 volte”, ha affermato Rosstat. Quelli in partenza non sono solo cittadini russi, ma anche migranti per lavoro provenienti dai paesi vicini. Quasi 80mila persone hanno scelto come meta l’Ucraina, invasa da Mosca il 24 febbraio scorso. Le altre destinazioni principali sono gli ex stati sovietici del Tagikistan, Armenia, Kirghizistan, Kazakistan e Uzbekistan.
Mosca attrae tradizionalmente immigrati dalle ex repubbliche sovietiche, ma nell’anno in corso la tendenza sembra essersi invertita: 369.000 persone hanno lasciato la federazione russa per gli ex Stati sovietici a fronte di 295.000 soggetti in entrata.
Oppositori politici hanno scelto l’esilio e tanti giovani specializzati sono fuggiti dal Paese in cerca di opportunità migliori. Grandi comunità russe si sono formate in Armenia e Georgia.
La popolazione russa è diminuita di circa 480mila persone (-0,33%), rispetto alle 307mila dello stesso periodo del 2021.
(da agenzie)
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