Settembre 20th, 2022 Riccardo Fucile
FLOP CALENDA-RENZI AL 6%, BERLUSCONI AL 5-6%, VERDI-SINISTRA 4%
Cancro, Toro, Gemelli… Saturno, Mercurio, Marte… Sono un milione e mezzo gli italiani che consultano regolarmente cartomanti. E gli altri sessanta, che fanno? Semplice: leggono l’oroscopo, convinti che si può predire i nostri futuri disastri attraverso gli astri. Aggiungere che il cittadino italico non è un animale razionale bensì dominato da una volatilità prettamente latina e quando si trova davanti a un’urna elettorale è capace di tutto, di più.
Anche Dagospia, legata da fili invisibile alle orbite di Saturno, convinta che è meglio cercare presagi tra le stelle che vivere alla cieca, prova a buttar giù l’oroscopone del 25 settembre. Che Italia uscirà dal un test elettorale che non ha precedenti nell’epoca moderna: viviamo in tempo di guerra, in un’epoca di alta insicurezza economica, che genera paura e nervosismo?
Allora vediamo, una volta contati i voti e decisi i seggi, cosa vede e prevede il pensiero astrale, in data 26 settembre.
Deflagrazione di Matteo Salvini
Dimenticate la Lega del Papeete che veleggiava al 34% e smaniava per avere i “pieni poteri”: il risultato potrebbe consegnarci un Carroccio che sprofonda al 10%, se non al 9. L’effetto dello spappolamento comporterebbe l’immediato foglio di via al Capitone e la presa di potere dei governatori del nord, con l’insediamento di un nuovo leader nella personcina di Massimiliano Fedriga. Un cambio che farà stappare campagne a Bruxelles e a Washington. Ma anche qualche bottiglia di nascosto spumeggerà in casa Meloni. Ma con l’egocrazia di Salvini nulla è dato per scontato.
Esplosione di Enrico Letta
Gli astri presagiscono un disastro per il Partito Democratico: intorno al 19% a causa dell’erosione di voti da parte dei 5Stelle di Conte, della sinistra ambientalista di Bonelli e Fratoianni, del terzo polo di Calenda-Renzi. A Letta non resterà che prendere atto del fallimento della sua campagna elettorale, portata avanti con una personalità e un carisma meno vivace di un cartonato, e tornarsene a Parigi. Nel Pd, intanto, cosa succederà tra l’ala sinistra degli Orlando-Provenzano, smaniosi di ricongiungersi a Conte, e l’ala destra di Guerini-Marcucci che detestano i pentastellati?
Conte vola e scarica Grillo.
L’esito dei 5Stelle sarà la sorpresona del 25 settembre. Gli astri lo prefigurano addirittura al 17%. Nessuno lo avrebbe immaginato fino a un mese fa. Anzi veniva dato in rapida decomposizione. E’ bastato che Conte tornasse ad ascoltare i consigli di Ta-Rocco Casalino e voilà, agitando la bandiera del Reddito di Cittadinanza, dovrebbe portarsi a casa gran parte dei voti del sud . E col 15%, il M5S è di Conte e Grillo finirà in una bolla di vetro con la neve finta, emblema del kitsch d’antan
Berlusconi chi?
Il nonno con i capelli trapiantati che oggi cazzeggia su Tik Tok e che per vent’anni, tra affari e politica, tra Bunga Bunga e Villa Certosa, ha trasformato l’Italia in un bordello in doppio petto, secondo Ragione e Plutone, dovrebbe decomporsi con una Forza Italia sfarinata tra il 5-6%. Quell’ultima mossa di scaricare prima Gianni Letta e poi Draghi, su input della sua rasputin salviniana Ronzulli, non viene premiata dalle stelle.
A questo punto, ergersi padre nobile dell’europeismo contro le uscite di testa Vox-orbaniane di Salvini e Meloni, fa solo tenerezza: daì, rimettiamolo a letto ché s’è fatto tardi. Come finale, come ultimo colpo di catetere, potrebbe sfilarsi dalla coalizione quando l’Europa e la Bce decidessero di chiudere i rubinetti del Pnrr e dei Btp. Ad Arcore, gli affari di Mediaset-Mondadori hanno sempre la precedenza.
Calenda-Renzi, 6 in condotta.
Il terzo polo gna’ fa’, direbbe Funari. Gli astri degli ultimi giorni sono una doccia fredda ai sogni di gloria dell’ex portaborse di Montezemolo di raggiungere il 10%; per Renzi, il politico più antipatico d’Italia isole comprese, il fatto di tornare a poggiare i glutei in Parlamento anziché giocare a flipper nel baretto del paesello di Rignano sull’Arno, è già un miracolo.
I nostri eroi si dovrebbero accontentare di poter partecipare ai giochi di Palazzo che saranno dominanti in caso di un governo di emergenza nazionale a tempo, guidato da Draghi per un anno, al fine di scavallare la guerra ucraina e la recessione economica.
Fratellastri d’Italia
Ah, se la Meloni avesse votato a favore dei provvedimenti contro l’anti-democratico Orban – come fecero i 15 europarlamentari grillini assicurando la presidenza della Commissione Europea alla merkeliana Ursula Von der Leyen – oggi la Reginetta della Garbatella avrebbe il bollino blu per entrare trionfante a Palazzo Chigi.
Il 26 settembre, con il suo bombastico 25-27%, potrà cantare vittoria ma si ricordi che il Capo dello Stato darà l’incarico al leader che riterrà nelle migliori condizioni di dar vita a un governo stabile. E sottolineo stabile.
Verdi-Sinistra
Le stelle sorridono a Fratoianni e Bonelli, premiando con un solido 4% Sinistra Italiana e Verdi. Il voto dello zoccolo duro degli irriducibili compagni sono la risposta più immediata al celomollismo di Enrico Letta, prontissimi ad abbracciare il neo bullismo populista, in salsa “Io vi salverò” dalla povertà, di Giuseppe Conte.
Se gli astri confermeranno le loro magiche previsioni il prossimo 26 settembre, per lo Stivale non resta che Nostradamus: il peggio deve ancora arrivare
(da Dagospia)
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Settembre 20th, 2022 Riccardo Fucile
I GENITORI: “UN EROE, SI SENTIVA NEL POSTO GIUSTO”
Benjamin Giorgio Galli, un patriota italo-olandese originario della provincia di Varese, è morto in Ucraina combattendo come volontario con la Legione Internazionale di difesa di Kiev contro l’esercito russo. Aveva 27 anni.
A confermare la notizia è stato il padre, Gabriel Galli, comunicandolo ad alcuni amici del ragazzo. Proprio il padre, lo scorso 13 settembre aveva scritto sul suo profilo Facebook: “Mio Figlio Benjamin G. Galli 27\01\95. Nominato eroe in azioni di guerra! Ci ha salutati! Dicendo fate i bravi. Quando ritorno mi faccio un anno di vacanza”.
Lo stesso Gabriel Galli, aveva postato su Facebook una lettera di “apprezzamento” per il figlio firmata dal maggiore Bogdan Molchanov, comandante della Prima legione internazionale dell’esercito di difesa dell’Ucraina. Nel testo si legge: “Benjamin Galli si è unito alla Legione il 3 marzo del 2022 e gli è stato dato il grado militare di ‘soldato’. Galli si è disimpegnato egregiamente sotto il fuoco nemico”.
Ecco il racconto della madre Mirjam Van der Plas: “Mio marito ed io ci troviamo a Kiev dove stiamo aspettando i documenti per poter rimpatriare la salma di nostro figlio in Olanda dove è residente”, ha detto la donna contattata telefonicamente dall’agenzia LaPresse.
Secondo le prime ricostruzioni Galli, membro della brigata internazionale che combatte al fianco delle forze di Kiev, sarebbe stato ucciso da una bomba a grappolo.
“Era soddisfatto della sua scelta. Sapeva di poter morire ma si sentiva al posto giusto. Da quanto sappiamo è successo lunedì scorso nella zona di Kharkiv. Ha deciso di partire perché voleva aiutare le persone che erano in difficoltà a causa di questa guerra che definiva una grande ingiustizia”. Il giovane è quindi entrato nella brigata internazionale che combatte al fianco delle forze di Kiev. “Lì ha trovato delle grandi persone, dei fratelli in armi – ha concluso la donna – ci hanno raccontato che teneva alto il morale di tutta la compagnia”.
Benjamin Giorgio Galli è morto nella notte tra il 18 e il 19 settembre in ospedale a Kiev: è quanto si apprende da fonti diplomatiche. Galli era rimasto ferito in battaglia a Kharkiv, poi, già in coma, è stato trasportato nella capitale, dove è rimasto ricoverato in terapia intensiva senza mai riprendere conoscenza.
Il ragazzo, che in famiglia chiamavano “Ben”, era cresciuto tra l’Italia, il Belgio e l’Olanda. Nel paese di Bedero Valcuvia (Varese), dove era cresciuto, tutti lo conoscevano come grande appassionato di soft air.
Si era trasferito da tempo in Olanda e aveva la cittadinanza olandese. Risiedeva a Winterswijk, città di 30mila abitanti al confine con la Germania. Da lì, aveva attraversato la Polonia per arruolarsi nella Legione Internazionale di difesa dell’Ucraina come olandese.
Aveva deciso poco dopo lo scoppio della guerra di andare a combattere, postando sul suo profilo alcune foto in divisa e con le armi in mano. “Ti voglio bene, sarai sempre nei miei pensieri, il tuo sorriso sarà nelle mie preghiere, fratello Ben, eroe dell’Ucraina”, ha scritto in inglese un suo commilitone.
(da agenzie)
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Settembre 20th, 2022 Riccardo Fucile
ORBAN HA RADUNATO SOTTO IL SUO CONTROLLO OLTRE 500 FRA EMITTENTI TV, GIORNALI E SITI, E COSÌ, SE QUALCUNO CONTESTA, NON C’È NESSUNO A RACCONTARLO
In Italia succedono delle cose terribili. Le più terribili degli ultimi giorni sono le contestazioni a Giorgia Meloni. Va così: lei indice un comizio in una piazza e arrivano quattro o cinque giovinastri a farle una pernacchia e a esporre due cartelli. Intollerabile! E infatti la nostra molto democratica e molto infastidita leader si è rivolta al ministero dell’Interno per sapere il perché e il percome e domandare se non sia il caso di prendere contromisure. Cioè impedire ai contestatori di contestare.
È tutto molto giusto e comprensibile, perlomeno nell’accezione di democrazia promossa da Viktor Orbán, la democrazia illiberale difesa da Meloni perché in fondo Orbán è stato eletto: che volete di più? Uno viene eletto e poi fa come diavolo gli pare.
Nel caso in questione, Orbán ha radunato in un’unica struttura e sotto il suo controllo oltre cinquecento fra emittenti tv, giornali e siti, e così, se qualcuno contesta, non c’è nessuno a raccontarlo: tutti già impegnati a raccontare quanto è ganza l’Ungheria.
Diciamo che chiedere al ministro dell’Interno di impedire contestazioni in piazza è oltre lo stravagante: la piazza è il luogo in cui nasce la democrazia, attraverso il dissenso pubblico, e senza dissenso non c’è democrazia. È imbarazzante dover scrivere certe cose, alla mia età pensavo si potesse passare ad argomenti appena più sofisticati, e temo sia anche abbastanza inutile.
Allora mettiamola così, oltre che stravagante è prematuro: Meloni, a differenza di Orbán, non è ancora stata eletta. Lo sarà presto, e allora non avrà nemmeno l’incomodo di dover sollecitare il ministero dell’Interno, perché sarà suo.
(da La Stampa)
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Settembre 20th, 2022 Riccardo Fucile
IL RISULTATO E’ FALSATO SE LE LISTE DEGLI AVENTI DIRITTO NON SONO AGGIORNATE DA BEN 15 ANNI
Il voto degli italiani all’Estero continua a essere un’enorme incognita. Nelle ultime settimane si sono moltiplicate le denunce di presunti brogli, con plichi di schede mai consegnate, altre consegnate in blocco a un solo elettore, altre stampate con errori.
E poi ancora candidati pubblicizzati su Internet con il partito sbagliato (per svantaggiarli) e, infine, un grande classico: il gran numero di elettori scomparsi da anni che ancora risultano negli elenchi del ministero.
A raccontare una miriade di casi relativi a quest’ultima fattispecie è Il Giornale. “Negli elenchi degli aventi diritto al voto – si legge – ci sono persone morte quindici anni fa, come Antonino Guzzo, che viveva a Westchester, in Illinois. Ma cos’ è? Uno scherzo? Mio marito Vito Rosario Buccheri è morto il 20 febbraio 2020, due anni fa. Verificate i vostri dati e non contattatemi più, si è sentito rispondere Andrea Di Giuseppe dalla vedova di un altro nostro connazionale che il capolista Fdi alla Camera per la circoscrizione Nord-Centro America aveva provato a contattare il suo elettore al 1403 Country Road di un paese della periferia di New York”.
Ma i casi sono tantissimi: “Pasquale Trapani che abitava a Manhattan, al 1567 di Park Avenue è morto 12 anni fa, dicono i parenti al comitato elettorale. Vittorio Pompeo Giovanni di East Haven in Connecticut, classe 1937, è morto nel 2009. Please, stop this, dicono i figli. Come se la telefonata fosse una macabra speculazione. Anche gli eredi di Giuseppe Ergastolo non la prendono bene, limitandosi a girare l’obituary pubblicato dal Chicago Tribune”.
Gli elenchi nelle mani del ministero, insomma, sarebbero datati. E l’aspetto più preoccupante è che il grosso delle denunce riguarda gli Stati Uniti, uno dei Paesi con i quali l’Italia ha maggiori relazioni e collegamenti. Cosa accade nel Sudamerica?
(da agenzie)
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Settembre 20th, 2022 Riccardo Fucile
“HO VISTO UN PUNTINO ROSSO CHE SI MUOVEVA OLTRE LA RINGHIERA DELLA TERRAZZA. HO MESSO MIA MOGLIE E I BAMBINI SUL PAVIMENTO. SONO STATI ESPLOSI DEI COLPI MA NON MI HANNO COLPITO”
Il dissidente russo e attivista per i diritti umani, Vladimir Osechkin, fondatore del progetto per i diritti umani Gulagu.net – autore di diversi scoop sul regime di Putin, per esempio la documentazione delle torture in carcere, ma anche molti leaks di informazioni sugli apparati russi – ha raccontato di aver subito un tentativo di omicidio a Biarritz, in Francia, dove è riparato da alcuni anni.
In Russia ovviamente è nella lista nera di Vladimir Putin, Osechkin stesso ha raccontato la storia nel programma di Yulia Latynina.
Dopo le rivelazioni di Gulagu.net, nell’ottobre del 2021, sulle torture nelle carceri russe, il direttore del Servizio penitenziario federale Alexander Kalashnikov è stato licenziato e la Duma è stata costretta ad approvare una legge che aumenta le pene per la tortura.
Il tentato omicidio di Osechkin è avvenuto con queste modalità. Alcuni uomini si sono appostati per colpirlo, Il racconto del dissidente è spaventoso: «Porto i piatti in sala per mettere i bambini a mangiare, e con la mia visione laterale, su una delle terrazze, vedo un puntino rosso che si muove oltre la ringhiera della terrazza e lungo il muro verso di me».
Come se fosse braccato e puntato da un mirino: «Abbiamo ricevuto un addestramento speciale, siamo stati addestrati per questo, siamo stati istruiti in modo che, in caso di necessità, non avremmo esitato e non avremmo aspettato che ci sparassero. Naturalmente, subito si sono spente anche le nostre luci, i bambini sul pavimento, con mia moglie hanno trascorso circa un’ora in una delle stanze più sicure».
Più tardi la polizia francese avrebbe accertato che sono stati sparati dei colpi. «Non sono stato colpito – ha spiegato Osechkin – i colpi sono stati sparati, il mirino puntava nella mia direzione. Sono stato aiutato a sopravvivere dagli errori dell’assassino e dalla velocità della luce – il punto rosso l’ho visto accidentalmente con l’occhio laterale».
Secondo Osechkin, la sua vita è stata salvata dal capo redattore investigativo di Bellingcat, Christo Grozev, che gli ha passato le informazioni sul tentato omicidio. Racconta Osechkin: «C’era un messaggio di Christo e della sua fonte che ha aiutato me e le persone coinvolte nella mia sicurezza a prevenire il mio omicidio. Un uomo con stretti legami con l’Fsb e la criminalità organizzata aveva lasciato la Russia in direzione di Biarritz.
Mi hanno convinto ad evacuare letteralmente per due giorni e ad andarmene, anche se non volevo, volevo prenderli qui. Ma siamo andati in montagna per il fine settimana, ho insistito per tornare dopo il fine settimana, una settimana fa. La sera la famiglia era a teatro e io lavoravo al buio, nessuno pensava che fossi a casa da sola. Stavo lavorando al buio con i miei documenti, un macbook con le luci soffuse, mi sento a mio agio a lavorare in questo modo. Quando sono arrivati i miei figli e mia moglie abbiamo preparato la cena e a quel punto ho visto di essere in quel mirino rosso oltre la ringhiera di una delle terrazze».
Osechkin non ha risposto alla domanda di Latynina se l’assassino fosse stato catturato dall’operazione della polizia francese che è subito scattata. Non ha detto di no, ha detto che non può dire molto a causa della segretezza dell’indagine.
Proprio a Biarritz un gruppo di attivisti fu autore, nei primi mesi della guerra di Putin in Ucraina, di un eclatante gesto di protesta: andarono a disegnare bandiere ucraine sul cancello, sui sanpietrini davanti al cancello, sui muri a destra e sinistra della grande villa situata al 9 di Avenue du General Mac-Croskey: una villa che era stata trasferita dall’oligarca amico di giovinezza di Putin, Gennady Timchenko, a Kirill Shamalov, allora marito (oggi ex) di Katerina Tikhonova, la seconda figlia di Putin.
Insomma, la villa di una delle due figlie di Putin. Biarritz in altre parole un luogo particolarmente sensibile nella geografia del putiunismo, anche perché lì si trova anche la casa dove passava lunghi mesi dell’anno Ljudmila Putina, la prima moglie di Putin.
Il tentato omicidio di Osechkin è, dopo l’avvelenamento di Sergey Skripal e sua figlia a Salisbury, nel Regno Unio, con il novichok, e dopo l’assassinio di un ribelle ceceno-georgiano nel Kleiner Tiergarten di Berlino, probabilmente il terzo più grave tentativo di assassinio che sarebbe stato tentato – se queste ricostruzioni fossero confermate – dai servizi russi in Europa.
Dopo la Gran Bretagna e la Germania, adesso la Francia. Nessun paese europeo può dirsi al sicuro da operazioni russe di livello militare, che avvengono ormai da anni nelle nostre stesse città.
(da La Stampa)
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Settembre 20th, 2022 Riccardo Fucile
L’ASIA, L’INDONESIA E LE FILIPPINE HANNO STRACCIATO I LORO CONTRATTI DI FORNITURA PER PAURA CHE LA RUSSIA NON POSSA ONORARLI A CAUSA DELLE SANZIONI E PRESTO POTREBBE UNIRSI ANCHE IL VIETNAM
Cattiva pubblicità che fa crollare le vendite, questo è la guerra in Ucraina per l’apparato industriale militare russo. A picco le vendite di caccia, carri armati e altro materiale nel mercato che per Mosca è fondamentale: l’Asia.
Parlano i numeri. Lo scorso mese le Filippine hanno confermato la disdetta di un contratto da 227 milioni di dollari per 16 elicotteri Mi-17 per paura che Mosca non possa onorarlo a causa delle sanzioni. Che riguardano i componenti ma anche le transazioni. Le Filippine stanno valutando di spostarsi sul mercato americano per l’acquisto di elicotteri Chinooks CH-47. Perché ovunque l’industria delle armi russa perda terreno, a trarne vantaggio sono i rivali, dagli Stati Uniti alla Cina, dalla Francia alla Gran Bretagna e altri Paesi europei.
Anche l’Indonesia ha annunciato lo scorso anno che avrebbe abbandonato l’acquisizione di 11 caccia Sukhoi Su-35 Flanker-E, in questo caso per le sanzioni imposte dal Congresso Usa già nel 2017. Altri ordini potrebbero esser cancellati dal Vietnam, che però ha il blocco di contratti decennali con la Russia per ricambi e munizioni.
In generale, l’export militare russo è andato giù del 26 per cento nel 2017-2021 rispetto al 2012-2016, specie per le forniture dimezzate da India (-47 per cento) e Vietnam (-71 per cento).
Le brutte prestazioni sul campo sono il colpo di grazia. Non giova che sia stata affondata la nave ammiraglia della flotta del Mar Nero, né il rincorrersi di notizie su caccia abbattuti e mancato controllo russo dello spazio aereo ucraino. È un tremendo spot negativo il video, virale tra gli esperti, di soldati di Kiev che ispezionano un carro T-80BVM e scoprono che i comparti di armatura reattivi per cui vanno famosi sono privi delle cariche esplosive per neutralizzare i razzi anti-carro Atgm, sostituite da sottili componenti-fai-da-te di gomma o cartoni delle uova
Restrizioni all’import dopo l’annessione della Crimea nel 2014 hanno comportato fra l’altro l’impossibilità di ottenere polvere da sparo e propellenti per i missili, oltre che sistemi elettronici americani e taiwanesi. Un esempio citato da Breaking News: più o meno il 70 per cento dei componenti del missile da crociera Kalibr proviene dall’estero. Impossibile riprenderne la produzione (e vendita).
(da agenzie)
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Settembre 20th, 2022 Riccardo Fucile
PER UBS LO SPREAD POTREBBE TORNARE SOPRA QUOTA 300, BARCLAYS STIMA CHE LE PROMESSE ELETTORALI DEL CENTRODESTRA COSTEREBBERO 30-70 MILIARDI DI NUOVO DEBITO E UN RINVIO DEL PNRR PORTEREBBE I CONTI FUORI CONTROLLO
Le banche d’affari stanno già facendo i conti con il nuovo governo che uscirà vincitore dalle elezioni di domenica prossima.
Partono da un assunto, la coalizione di destra viene vista come vincitrice, e dalla constatazione che la prospettiva di un cambio di maggioranza ha già prodotto un effetto negativo: ha fatto aumentare l’incertezza – aggravata dagli spettri di recessione – e di conseguenza fatto salire lo spread con i titoli tedeschi, rispetto ai 200 punti precedenti alle prime fibrillazioni del governo Draghi.
Ma nei report sull’Italia che in questi giorni distribuiscono ai clienti, i grandi nomi della finanza internazionale, che con le loro decisioni spostano migliaia di miliardi di dollari, delineano anche uno scenario peggiore: nel caso un governo Meloni dovesse allontanarsi in maniera decisa dall’agenda Draghi, lo spread potrebbe salire ben oltre i 300 punti base.
Per la svizzera Ubs l’aumento attuale dello spread, che da un mese ondeggia tra 225 e 240 punti base, è una reazione normale: potrebbe salire fino a quota 250-260 in attesa dell’insediamento del nuovo governo: «Solo se la recessione dovesse essere peggiore delle attese, o il debito dovesse aumentare per nuovi tagli alle tasse – scrive Matteo Ramenghi, capo degli investimenti – potrebbe allargarsi maggiormente».
Anche Goldman Sachs nella sua analisi scommette su una vittoria del centrodestra, ma avverte: bisognerà aspettare l’insediamento del governo per capire chi saranno i ministri chiave, e quali saranno le priorità dell’agenda economica e del budget per il 2023.
Barclays stima che se Fdl, la Lega e Forza Italia mantenessero le tante promesse fatte in campagna elettorale, potrebbe esserci bisogno di 30-70 miliardi di euro, che dovrebbero essere necessariamente finanziati a debito. «Stiamo parlando di un esborso pari all’1,5-3% del Pil – si legge – ci aspettiamo quindi un ulteriore deterioramento del rapporto deficit/pil dal 2023».
Le promesse di un taglio alle tasse in un contesto di inflazione-recessione preoccupano anche Société Générale, secondo cui l’incognita maggiore è capire se e come Giorgia Meloni proseguirà nel lavoro impostato dal governo Draghi. «Se il Pnrr fosse interamente implementato – scrive Yvan Mamalet, economista per l’Europa – potrebbe rilanciare la crescita del Pil dello 0,6% in dieci anni, ma anche ridurre il debito pubblico di 12 punti, una svolta che abbasserebbe la curva dello spread di 100 punti base».
SocGen calcola che i fondi del Next Generation Eu rappresentano l’1% del Pil entro il 2025, e Barclays teme che questo sarà il primo punto a essere disatteso dal futuro governo. Ogni rinvio del Pnrr e taglio delle tasse ridurrebbe la sostenibilità del debito tricolore. È lo scenario peggiore, che per le banche d’affari oltre a deprimere i corsi della Borsa di Milano potrebbe riportare lo spread oltre la soglia di 300 punti base. Valore toccato solo brevemente nel 2018, durante il governo gialloverde 5Stelle – Lega, e sfondato dieci anni fa, quando in piena crisi dell’eurozona il differenziale sfiorò i 600 punti base.
(da agenzie)
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Settembre 20th, 2022 Riccardo Fucile
IL PIZZINO A SALVINI E BERLUSCONI CHE PROMETTONO FLAT TAX, TAGLI DELLE TASSE E PENSIONI A MILLE EURO: “NON BISOGNA ABUSARE DEGLI SCOSTAMENTI DI BILANCIO”
«Servono cautela e prudenza sui conti pubblici». Il ministro dell’Economia Daniele Franco sale in cattedra e da Torino, in uno dei suoi ultimi impegni istituzionali, lancia un monito al prossimo governo. Dalle sale del Collegio Carlo Alberto (CCA) ha tenuto la Lectio magistralis Onorato Castellino 2022. «Il ricorso al debito», secondo Franco, deve essere proiettato al futuro, non al breve termine. Specie se bisogna affrontare emergenze crescenti e globali. «Il debito riduce l’autonomia dei Paesi», avvisa nella settimana elettorale. E ribadisce che il Pnrr non si deve toccare, se non per questioni mirate.
L’applauso finale, durato una decina di secondi, denota quanto sia stata gradita la lezione di Franco. Elsa Fornero, già ministro del Lavoro, lo introduce affermando che il titolare del Tesoro «è forse il maggior esperto di conti pubblici in Italia». E in una fase così complicata come quella odierna – tra Covid, inflazione, guerra in Ucraina – Franco ribadisce che bisogna tenere la barra dritta del deficit di bilancio.
«Reagire alle emergenze è uno dei compiti fondamentali dei governi», spiega citando Bettino Ricasoli e Giovanni Giolitti. Allo stesso tempo, non bisogna abusare degli scostamenti di bilancio. In particolare, guardando al futuro, ha rimarcato che «il debito può essere in parte lo strumento» per gli investimenti necessari ad affrontare le sfide climatiche, «ma forse non è l’unico».
La pianificazione di bilancio, così come la continuità nella scelta di politiche economiche, è necessaria. «Una risposta efficace alle emergenze richiede risorse pubbliche adeguate, che vuol dire margini di bilancio, livelli di deficit e di debito che consentano di agire. Se io ho un deficit e un debito elevati è ovvio che, quando ho la prossima emergenza, sono più vincolato».
Così come nella pandemia, anche per contrastare gli effetti economici della guerra in Ucraina, serve ragionevolezza, avverte. Ma non solo. La seconda condizione per una visione virtuosa della finanza pubblica, capace di mostrare resilienza nelle situazioni avverse, è che vi sia «un’azione di prevenzione». Questo, sottolinea Franco, «vale per tutto, per le catastrofi naturali, le pandemie e le recessioni. Occorre prepararsi al futuro, prepararsi e prevenire». E poi la stoccata verso i partiti: «Se come decisore politico sono concentrato solo sull’immediato è ovvio che tutto questo è più difficile farlo».
La ricetta di Franco per la stabilità è semplice. «I margini di manovra a cui ricorrere nelle fasi critiche si costruiscono nelle fasi normale e favorevoli», dice ricordando «l’anomalia» del periodo compreso fra il 1965 e il 1993, coincisa con un rapporto fra debito e Pil passato dal 30% al 120 per cento. In questo caso, la soluzione sono le regole di bilancio capaci di contrastare «miopia, cioè la tendenza a scontare molto il futuro; scelte condizionate dalle scadenze elettorali; l’illusione fiscale degli elettori; il problema della mancanza di visione d’assieme».
Senza di questi elementi, ha spiegato Franco, lo sforamento dei vincoli di bilancio è sicuro. E quindi, a repentaglio potrebbe essere il benessere dei cittadini. Per contrastare la prossima emergenza, secondo il ministro, servirà responsabilità. Specie perché occorre una risposta globale. «Per frenare i cambiamenti climatici – punto su cui ha premuto molto – lo sforzo in termini di risorse sarà ingente e prolungato», tale da includere una discussione che vada ben oltre le posizioni politiche.
Un messaggio accolto dalla platea con decisa approvazione. Non è mancato un momento di sorriso a margine delle domande che l’ex Dg della Banca d’Italia ha ricevuto dagli studenti. Fornero si è augurata che possa essere un bis di Franco, il quale non ha controbattuto e si è limitato a sorridere. Il compito, come ribadito anche da forum Ambrosetti di Cernobbio poche settimane fa, spetterà ad altri.
(da agenzie)
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Settembre 20th, 2022 Riccardo Fucile
CHIUSURA DELLE FRONTIERE, DEPORTAZIONE DEGLI IMMIGRATI, CONTRO I SECESSIONISTI CATALANI… INTEGRALISTI CATTOLICI, SONO PER TAGLIARE LA SPESA SOCIALE E PROVENGONO DA MOVIMENTI DI ESTREMA DESTRA
Giorgia Meloni, in un’intervista all’agenzia spagnola Efe, ha dichiarato di sperare che “la vittoria di Fratelli d’Italia alle elezioni apra la strada a quella di Vox in Spagna tra pochi mesi”. Meloni ha aggiunto di essere unita “dal rispetto reciproco, dall’amicizia e dalla lealtà” con Santiago Abascal, 46 anni, leader del partito spagnolo.
Vox è un partito politico che nasce nel 2013 dalla fuoriuscita di alcuni membri dal Partito Popolare (il partito conservatore spagnolo). I fondatori di Vox decisero di staccarsi dai popolari perché non concordavano con alcune posizioni prese dai loro leader.
Il partito cerca di riempire lo spazio ideologico di estrema destra. Il partito si definisce nazionalista e vuole proteggere la nazione spagnola sia dalle minacce interne (il secessionismo), che da quelle esterne (l’immigrazione).
I suoi esponenti chiedono la chiusura delle frontiere, la “deportazione degli immigrati clandestini nei loro Paesi di origine” e condannano le “mafie dell’immigrazione clandestina” (o chiunque collabori con loro “come le Ong”). Vox, inoltre, è stato uno dei maggiori oppositori del movimento secessionista catalano di Puigdemont.
Il partito adotta una retorica populista ed è integralista dal punto di vista religioso. Secondo Vox il paese è diviso in due.
Da un lato c’è la moralmente giusta e virtuosa España viva (Spagna viva) e, dall’altro lato, la moralmente corrotta Anti-España (Anti-Spagna), contro cui la Spagna virtuosa deve lottare.
I suoi elettori (principalmente maschi, con un elevato reddito e livello di istruzione, secondo un report di Lse) sono scontenti riguardo al funzionamento della democrazia.
Tra i punti principali del loro programma spicca, inoltre, l’opposizione al multiculturalismo e al politicamente corretto. Il partito si definisce “anti-femminista” e si schiera, per esempio, per l’abolizione dell’aborto e a difesa della famiglia tradizionale. Vox si batte per la “difesa della vita, dal concepimento alla morte naturale”.
È proprio su questi temi che si è concentrato il discorso di Giorgia Meloni, lo scorso 13 giugno, quando si è recata come ospite a un comizio del partito. Nel video del suo intervento, diventato virale sui social, la Meloni si schierava, urlando in perfetto spagnolo, contro la “lobby lgbt” e ripetendo il suo slogan “yo soy Giorgia, soy una mujer, soy una madre, soy cristiana”.
Economicamente, il partito adotta un’agenda conservatrice che promuove il liberismo economico, la riduzione dell’intervento statale e tagli allo stato sociale. Vox fa parte del partito dei conservatori e riformisti europei.
Il gruppo dal 2020 è presieduto da Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d’Italia si reca spesso in Spagna e ha rapporti con gli esponenti di Vox da molti anni. Anche i leader del partito spagnolo provengono dal mondo neo-fascista e con molti di loro la Meloni ha rapporti dai tempi della militanza giovanile in Alleanza Nazionale.
(da agenzie)
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