Destra di Popolo.net

I CRIMINALI DELLA GUARDIA COSTIERA LIBICA MINACCIANO DI SPARARE MISSILI CONTRO UN AEREO DI RICOGNIZIONE PER IL SOCCORSO DI BARCONI IN DIFFICOLTA’

Ottobre 27th, 2022 Riccardo Fucile

“ANDATE VIA O VI SPARIAMO CON I MISSILI”… LA REPLICA: “QUESTE NON SONO ACQUE INTERNAZIONALI LIBICHE, E’ AREA DI RICERCA E SOCCORSO EUROPEA”

La cosiddetta Guardia costiera libica avrebbe minacciato di colpire con dei missili terra-aria l’aereo di ricognizione Seabird, legato alla Ong Sea Watch, che fornisce soccorso marittimo nel Mediterraneo. L’organizzazione lo denuncia con un video, pubblicato sui social, in cui si sente anche lo scambio tra l’aereo e la motovedetta libica, avvenuto via radio.
“Uscite dal territorio libico, altrimenti vi spareremo con missili terra-aria”, dice in inglese un uomo a bordo della nave.
La risposta del Seabird è: “Sappiate che vi trovate all’interno dell’area di ricerca e soccorso europea. Vi trovate all’interno dell’area di ricerca e soccorso europea. Queste non sono acque territoriali libiche, ripeto, queste non sono acque territoriali libiche. Passo”.
La risposta è nuovamente “andatevene, altrimenti vi spariamo”.
Nella versione integrale della conversazione via radio, durata poco più di 2 minuti, la nave della Libia ignora Seabird per circa 30 secondi prima di chiedergli di uscire dal “territorio libico”.
La minaccia di sparare, poi avviene tre volte, seguita dal silenzio radio. L’aereo ha poi continuato a circolare attorno alla nave, senza che gli venissero rivolti degli spari.
(da Fanpage)

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LA SENTENZA INGIUSTA

Ottobre 27th, 2022 Riccardo Fucile

LA VITA DI UNA OPERAIA VALE DUE ANNI DI CARCERE (CHE NESSUNO FARA’) E UNA MULTA DI 10.000 EURO

Un pubblico ministero accetta la proposta degli imputati e il giudice ratifica: la vita di Luana D’Orazio, l’operaia ventenne uccisa da una macchina in una fabbrica di Prato, vale due anni di carcere e 10 mila euro di multa.
Questo è il prezzo pagato dai titolari della fabbrica per non aver rispettato le norme antinfortunistiche creando le premesse perché un orditoio si mangiasse il sorriso di Luana.
Un paese civile non giudica le sentenze sulla base dell’indignazione che producono. La giustizia non è una pubblica ordalia. Lo abbiamo creduto per troppo tempo consegnando le chiavi del potere al partito delle manette, con i risultati che hanno visto tutti.
Dunque la sentenza di Prato non è ingiusta perché indigna. E’ ingiusta perché è ingiusta.
Un sistema giudiziario non può prevedere pene da reato bagatellare per chi causa la morte di un dipendente ignorando le norme di sicurezza. Perché la sicurezza costa, certo, ma la vita vale molto di più di quel prezzo.
Nella storia di Luana ci sono imprenditori senza scrupoli ma anche partiti e organizzazioni imprenditoriali che si sono opposte alla creazione di una procura nazionale sugli infortuni sul lavoro, come aveva invano proposto il pm Raffaele Guariniello.
Che hanno contrastato l’inasprimento delle pene per chi viola le norme sulla sicurezza. E ci sono magistrati che si sono sottratti alla loro responsabilità di cittadini accettando un patteggiamento che grida vendetta e che senza il loro assenso non sarebbe mai diventato sentenza. Con il risultato che da oggi tutti sanno quanto poco vale la vita di un’operaia morta sul lavoro. Quanto poco costa spegnere quel sorriso.
Se la pena deve essere un deterrente, la pena di Prato rischia di diventare, al contrario, un avallo.
(da Fanpage)

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PENA IRRISORIA (APPENA 2 ANNI) PER I TITOLARI DELL’AZIENDA TESSILE DI MONTEMURLO DOVE È MORTA LUANA D’ORAZIO, LA 22ENNE STRITOLATA DA UN ORDITOIO

Ottobre 27th, 2022 Riccardo Fucile

IL COMMENTO AMARO DELLA MADRE DI LUANA…LA PERIZIA STABILI’ CHE ERA STATA TOLTA DAI TITOLARI LA BARRIERA ANTINFORTUNI

La tragica fine di Luana D’Orazio, l’operaia 22enne stritolata dall’orditoio a cui lavorava all’interno di un’azienda tessile di Prato, potrebbe risolversi giudizialmente con un patteggiamento a due anni per i principali imputati della vicenda: i coniugi Luana Coppini e Daniele Faggi, rispettivamente titolari di diritto e di fatto dell’azienda in cui è avvenuto l’incidente mortale.
Questa mattina procura di Prato ha accolto infatti la richiesta avanzata dalle parti di accesso al procedimento penale speciale. Per cui ora si attende solo il «placet» del gup Francesca Scarlatti, che — salvo sorprese (ovvero, salva la possibilità di mandare le parti comunque a processo) — dovrebbe «ratificare» l’entità della pena accordata questo pomeriggio alle 15. Una decisione che non mancherà di sollevare polemiche. Laconico il primo commento della madre di Luana, Emma Marrazzo: «Il pm non ha figli».
Luana morì il 3 maggio 2021, impigliata nel macchinario che stava utilizzando, il quale — come sostiene la perizia del consulente della procura — in quel momento aveva le barriere antinfortunistica disattivate.
Una vicenda che sconvolse l’intero Paese, anche in ragione dell’età dell’operaia coinvolta nell’ennesimo incidente sul lavoro e del fatto che fosse madre di un bambino piccolo.
(da agenzie)

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MILENA GABANELLI AZZANNA SALVINI PER LA PROPOSTA DI INNALZARE A 10MILA EURO IL LIMITE PER L’UTILIZZO DEL CONTANTE

Ottobre 27th, 2022 Riccardo Fucile

“PER CHI È VANTAGGIOSO GIRARE CON 10MILA EURO IN TASCA? SICURAMENTE PER GLI SPACCIATORI, PER CHI PAGA TANGENTI, PER CHI LAVORA IN NERO”

Sono anni che cerco controindicazioni al limite ragionevole di utilizzo del contante, ma non ne ho mai trovata una. Il Ministro Salvini invece ne trova molte, visto che propone di alzare il tetto da 2.000 euro a 10.000, e allora gli chiedo: «Per chi è vantaggioso girare con 10.000 euro in tasca?». Sicuramente per gli spacciatori, per chi paga tangenti, per chi lavora in nero (che può anche accedere a tutti i benefici e aiuti previsti per gli indigenti, incluso il reddito di cittadinanza).
Dai dati dell’Ocse, Unione Europea, Tax Research emerge che siamo un Paese molto corrotto, e tutte le inchieste legate al mondo degli appalti dimostrano che le tangenti si pagano in contanti. Non solo: di cash vive lo spaccio di droga, il contrabbando di petrolio, di merce contraffatta. Scoraggiarne l’uso, a favore dei pagamenti tracciabili è un dovere perché si contrastano le attività illecite.
È un dovere perché contribuisce a ridurre l’illegalità nel mondo del lavoro. È un dovere perché rende più complicata la vita agli evasori.
Vale la pena rinfrescare le tabelle Istat pubblicate nel 2021 sull’economia sommersa: 183 miliardi. Un’economia composta da 3,5 milioni di lavoratori irregolari e «a nero», cioè lavoratori pagati in contanti.
Questo significa zero entrate fiscali e zero contributi versati. E coinvolge un’infinità di settori: dall’edilizia alla sanità, dal commercio all’ingrosso alla ristorazione, alla logistica. A questo si aggiungono centinaia di attività che vanno dall’avvocato al medico, dall’estetista al parrucchiere, dal libero professionista all’idraulico, che incassano le prestazioni in contanti e su cui non pagano tasse.
Dunque: alzare il tetto a 10.000 euro quali vantaggi porta e a chi? Tra l’altro è meno rischioso tenere in tasca un bancomat o una carta di credito rispetto al cash.
Il vicepremier intende allinearsi ad una «media europea». E cioè quale? In Francia e in Spagna il tetto è a 1.000 euro, in Grecia 500, in Belgio e Portogallo 3.000. In Germania, Austria, Lussemburgo, Irlanda per esempio non ci sono limiti, ma non c’è nemmeno l’evasione e il sommerso che abbiamo noi. Nemmeno negli Stati Uniti c’è un limite al contante, ma se vai a comprare qualcosa sopra i 100 dollari difficilmente accettano contanti, perché nessuno vuole trovarsi a gestire una cassa piena di cash.
Anche nei nostri supermarket la rendicontazione è più facile da quando i clienti pagano per lo più con carta.
Negli Usa quando beccano un evasore, l’evasore se lo ricorda per tutta la vita. In Italia siamo meno cattivi. Le ricordo ministro che chi evade ruba i servizi sanitari di cui usufruisce senza aver contribuito a pagarne il costo, come non ha contribuito a pagare la scuola dove manda i suoi figli, o la costruzione delle strade che percorre ogni giorno.
Tutto questo lo pagano i soliti, quelli che 10.000 euro tutti insieme fanno fatica a vederli. Loro non si sono mai lamentati del tetto al contante, anzi la vedono come una misura giusta di contrasto. La premier Meloni ha dichiarato che è una discussione ideologica, che non c’è correlazione fra economia sommersa e limite al contante. A dire il vero un recente studio di Bankitalia la correlazione l’ha dimostrata.
(da il Corriere deella Sera)

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INTERVISTA AL RESPONSABILE DI SEA WATCH: “A LAMPEDUSA ARRIVANO NEONATI MORTI E IL VIMINALE PARLA DEI MIGRANTI COME PERICOLO PER LA SICUREZZA”

Ottobre 27th, 2022 Riccardo Fucile

“COMUNICHIAMO SEMPRE CON LE AUTORITA’, MENTE CHI DICE IL CONTRARIO”

Della stagione dei porti chiusi e della guerra alle ong, Sea Watch è stata il simbolo. E adesso che la direttiva Piantedosi sembra paventare il blocco navale per Ocean Viking e Humanity, le navi della flotta civile attualmente in missione nel Mediterraneo, “non possiamo che essere preoccupati – dice Alberto Mallardo, responsabile di Sea Watch Italia – anche perché bisogna partire da un assunto che troppo spesso si dimentica: sono le persone che attraversano il mare a essere in pericolo, non sono certo loro un pericolo”.
Chi le considera tali?
“Nella direttiva viene identificato chi arriva dal mare come potenziale minaccia per la pace e la sicurezza dell’Italia. E questo avviene nello stesso giorno in cui a Lampedusa si accolgono i cadaveri di due neonati, a pochi giorni dalla morte di altri due bambini di neanche un anno, mentre si cerca il cadavere di una neonata. È assurdo”.
Che valutazione fate della direttiva Piantedosi?
“Siamo preoccupati perché non sappiamo come influirà sulle nostre operazioni, come su quelle delle altre ong. Ma i nostri principali timori hanno a che fare con l’incolumità di chi continuerà ad attraversare il mare. Pensare di bloccare i flussi migratori è folle, migliaia di persone continueranno a partire e a rischiare la vita”.
Con il rischio che non ci siano le ong a prestare soccorso?
“Servirebbe un dispositivo di salvataggio e ricerca europeo, ma allo stato di fatto non c’è. La Guardia costiera italiana interviene solo entro le venti miglia da Lampedusa. Per anni abbiamo invocato risposte dall’Europa, che sono sempre state insufficienti. Suppliamo a quello che si dovrebbe fare e non si fa”.
Nella direttiva le ong vengono accusate di non aver informato le autorità competenti sulle attività in corso.
“E questo mi stupisce. Le ong hanno un’interlocuzione continua con i centri di coordinamento e soccorso di La Valletta, Tripoli e Roma”.
Come funziona il sistema di comunicazione?
“Appena riceviamo una richiesta di soccorso da aerei civili o di Frontex, informiamo i centri di coordinamento via email, comunicando la rotta necessaria per raggiungere l’imbarcazione in difficoltà. Una seconda comunicazione parte appena viene avvistata, una ulteriore sulle condizioni di difficoltà”.
Su cosa si basa la valutazione?
“Non è certo affidata all’intuito personale, ci sono parametri precisi, previsti dalle norme: presenza di giubbotti di salvataggio, numero di persone a bordo, stato del natante, disponibilità di cibo e acqua a bordo, giusto per fare qualche esempio. Ecco, è assai raro che qualcuno a queste comunicazioni risponda. Ma se la condizione di difficoltà è confermata, si procede al soccorso”.
Anche questo viene comunicato?
“Certo. Una prima email viene inviata a intervento appena effettuato, quindi un report dettagliato con tanto di precisa timeline dell’intervento”.
Un’altra delle accuse contenute nella direttiva è di non aver atteso istruzioni.
“Affermazione, anche questa, assai sorprendente. A fronte di una mole di informazioni che arrivano dalle ong, le risposte sono poche e molto rare. Per altro, di fronte a una situazione di emergenza ed evidente difficoltà, non si può certo attendere all’infinito”.
Ci sono interlocuzioni anche con la Libia?
“Noi comunichiamo con tutti. Poi si dovrebbe chiarire cosa Tripoli faccia davvero. A inizio ottobre un nostro equipaggio ha incrociato una motovedetta, di quelle finanziate dall’Italia, con a bordo un gruppo di migranti e al traino un barchino in vetroresina. Lo stesso barchino che abbiamo intercettato nel Mediterraneo centrale qualche settimana dopo. Forse sarebbe anche ora di fare luce su connivenze tra una forza che l’Italia finanzia e i trafficanti”.
Le ong sono spesso accusate di essere un fattore di attrazione per le partenze dei migranti.
“Basta guardare i dati per smentire tale affermazioni. Solo il 14 per cento dei migranti arrivati quest’anno in Italia sono entrati a bordo di una nave delle ong”.
Le nuove direttive vi fermeranno o contate di tornare in missione?
“Continueremo a salvare vite come abbiamo sempre fatto. Torneremo in mare fra qualche mese con una nuova nave, migliore e più grande delle precedenti”.
Perché questo impegno nel Mediterraneo?
“Nella mia ultima missione è stato salvato un gruppo di siriani in fuga dalla guerra, tutti provenienti dallo stesso villaggio. Una comunità intera che avrebbe avuto diritto all’asilo. Sono passati sette anni dall’inizio della nostra missione e persone come queste sono ancora obbligate a rischiare la vita attraversando il mare. Siamo là anche per loro”.
(da agenzie)

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NONOSTANTE APPELLI E DENUNCE DI ONU E CORTE DELL’AJA, L’ITALIA SI APPRESTA A CONFERMARE GLI ACCORDI CON I CRIMINALI DI TRIPOLI

Ottobre 27th, 2022 Riccardo Fucile

COMANDANO I BOSS LIBICI, ULTIMATUM A COLPI DI BARCONI… E IL GOVERNO LIBICO DA’ PURE UNA MEDAGLIA AL CAPO DEI TRAFFICANTI

A meno di una settimana dal rinnovo del Memorandum d’intesa tra Italia e Libia, le cosche del Paese nordafricano, ampiamente rappresentate a ogni livello delle istituzioni, mandano un messaggio al nuovo governo italiano, e a colpi di barconi e vite perdute ribadiscono chi è che comanda nel Mediterraneo.
Centinaia di persone messe in mare con un record di partenze dalle parti di Tobruk, dove l’ex ministro dell’Interno di Tripoli, Fathi Bashaga, avendo fallito l’elezione a premier si è fatto un governo tutto suo venendo a patti con il generale Haftar, l’uomo forte della Cirenaica protetto da Vladimir Putin in persona.
In tempi di questue per ottenere gas e idrocarburi a buon prezzo, sono i capibanda a dare le carte, mentre gli ispettori delle Nazioni Unite e quelli della Corte penale internazionale reiterano le accuse per gli «orrori indicibili» proprio nei campi di prigionia controllati direttamente dalle autorità di uno Stato andato in pezzi.
Scontri e regolamenti di conti sono tornati all’ordine del giorno. Nonostante questo i governi italiani (da Gentiloni a Draghi passando per i due Conte) non hanno mai davvero rinegoziato il Memorandum, nonostante l’impegno a strappare da Tripoli il rispetto dei diritti umani fondamentali.
L’ultima beffa è di pochi giorni fa. Nelle stesse ore in cui da Roma assicuravano la controparte libica dell’imminente invio di altri 14 pattugliatori per una delle tante milizie del mare chiamate “guardia costiera”, a Tripoli riceveva un nuovo pubblico encomio il maggiore Abdurhaman al-Milad, quel Bija a cui le Nazioni Unite hanno riconfermato le sanzioni per traffico di esseri umani, crimini contro i diritti umani, contrabbando di petrolio e armi.
Se entro il 2 novembre la Farnesina non chiederà la revisione dell’intesa, che andrebbe poi rinegoziata entro l’inizio di febbraio previo consenso di Tripoli, il testo resterà quello di sempre. E con i segreti di sempre. Fino ad ora, infatti, non sono mai stati resi pubblici i protocolli attuativi degli 8 articoli del memorandum. Già tre anni fa le parti si impegnavano al «superamento» dei «centri di accoglienza», quei disumani luoghi di detenzione che Papa Francesco ha più volte definito «lager libici». Mai si parla di «tortura», «abusi», «stupri», «riduzione in schiavitù», «vendita di migranti». Lessico invece adoperato in oltre 20 dossier delle Nazioni Unite e dal segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, che più volte ha accusato le autorità libiche di essere direttamente coinvolte nei traffici più esecrabili.Fino ad ora dalla Libia si sono presi gioco dell’Italia, che in verità ha sempre lasciato fare. Nel Memorandum si chiedeva già anni fa «il pieno e incondizionato accesso agli operatori umanitari, che potranno rafforzare l’attività di assistenza umanitaria a favore dei migranti e delle comunità ospitanti». Mai questi permessi sono stati accordati e mai dall’Italia e da Bruxelles si è deciso di interrompere i finanziamenti alle autorità libiche, che hanno continuato a violare i patti. Unico passo avanti, grazie all’insistenza della Farnesina, una più rapida concessione dei visti agli operatori internazionali delle Nazioni Unite, a cui Tripoli concedeva l’ingresso del Paese con il contagocce. Tuttavia i sopralluoghi indipendenti ai campi di prigionia restano impossibili e le uniche visite autorizzate vanno programmate con largo anticipo e i movimenti degli operatori umanitari ammessi devono seguire esclusivamente le indicazioni delle autorità libiche.
(da Avvenire)

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MALETTI, ANZI MALISSIMO

Ottobre 27th, 2022 Riccardo Fucile

ALLA CAMERA LA MELONI AVEVA INDOSSATO LA MASCHERA “PERBENISTA”, IERI AL SENATO HA RASSICURATO EVASORI E SFRUTTATORI

Per la prima uscita da premier, alla Camera, aveva indossato la maschera migliore, ma ieri, dopo appena ventiquattrore, la Meloni in Senato è uscita al naturale, e finalmente ha rassicurato evasori e sfruttatori.
Via libera, dunque, al ritorno del contante in quantità, e stop al salario minimo per i lavoratori poveri.
Nel Paese dove sfuggono all’Erario più di cento miliardi l’anno (undici volte il Reddito di cittadinanza che si vuole cancellare) pensate quanta gente sta brindando.
Per non parlare delle imprese che non hanno mai digerito l’idea di pagare a quattro milioni di persone più di tre o quattro euro l’ora. Ricette paradossali, ma tutto sommato queste sono le brillanti idee delle destre, e dato che hanno vinto le elezioni ce le dovevamo aspettare.
Quello che invece è indecente, e segna già da adesso la fine di ogni possibile collaborazione con un’opposizione seria e con il senso dello Stato, è la fuga della Presidente del Consiglio di fronte all’ex magistrato Roberto Scarpinato, ora senatore dei 5 Stelle.
Alla precisa richiesta di condannare chi ancora adesso nel suo partito esalta personaggi condannati in via definitiva per aver inquinato le istituzioni, come l’ex generale Gianadelio Maletti, la Meloni ha detto una palese bugia al Parlamento e alla nazione, inventandosi che quello di Scarpinato è un teorema.
Nulla di più falso, ma con questa scusa non ha risposto, tra gli applausi dei camerieri di Berlusconi. La prova che i conti col passato non li hanno mai fatti. E non li vogliono fare.
(da La Notizia)

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MELONI AL SENATO HA MESSO IN DUBBIO L’EFFICACIA DEI VACCINI ANTI-COVID

Ottobre 27th, 2022 Riccardo Fucile

IL POPULISMO NO VAX SALE SULLO SCRANNO PIU’ ALTO DEL GOVERNO

Il populismo no vax pervade lo scranno più alto tra quelli destinati al governo a Palazzo Madama. A parlare è Giorgia Meloni: la nuova Presidente del Consiglio, durante le sue dichiarazioni programmatiche che anticipano le dichiarazioni di voto e la fiducia all’esecutivo al Senato, ha sostenuto che i governi precedenti hanno imposto obblighi vaccinali basandosi su prodotti immunizzanti di cui non vi erano certezze. E il riferimento è andato ai più giovani.
Nel corso del suo doppio intervento alla Camera dei deputati di ieri, Giorgia Meloni non aveva approfondito il tema del piano del suo governo per la gestione della pandemia.
Non ha fatto riferimento ai vaccini che hanno contribuito (ci sono studi ed evidenze scientifiche) alla riduzione delle ospedalizzazioni e del numero di decessi nel nostro Paese (e nel Mondo). Ma oggi al Senato se l’è presa con gli “obblighi” approvati dai precedenti governi. “Riconosciamo il valore della scienza, certo, per questo non la scambiamo con la religione. Quel che contestavamo delle scelte prese da precedenti governi è che non ci fossero evidenze scientifiche alla base di alcuni provvedimenti. Non c’erano certezze che i vaccini facessero bene ai ragazzi di 12 anni ma li abbiamo vaccinati, quando tutti erano d’accordo che a loro facesse bene lo sport ma gli abbiamo impedito di farlo. Abbiamo impedito una cosa sulla quale c’erano certezze e obbligato un’altra in cui non c’erano evidenze”.
La realtà è che sull’efficacia dei vaccini (anche per i più piccoli) ci sono studi mondiali che hanno confermato la bontà dei prodotti utilizzati a livello globale. Come indicato già dall’inizio, l’immunizzazione non è totale (ovvero non si esclude il contagio), ma gli effetti del Covid (devastanti, come purtroppo raccontano le memorie storiche dei primi 10 mesi di pandemia, quando i vaccini ancora non esistevano) sono stati resi molto più blandi.
Per questo, da qualche mese, siamo entrati nella fase di “convivenza” con il Covid. In quanto allo sport, molte occasioni sociali (tra cui le attività sportive di gruppo) hanno portato all’aumento dei contagi seguendo il principio di prossimità: un giovane (ma anche un adulto) che pratica, per esempio, calcetto, aveva alta probabilità di incappare in un contagio che poi avrebbe potuto “portare a casa”.
L’immunizzazione, oltre a ridurre (seppur in modo non totale) la possibilità di contagio, ha permesso di evitare di sviluppare i sintomi più gravi dell’infezione.
Lo dice la scienza, senza essere una religione. La politica, dovendosi necessariamente affidare alla scienza (perché una pandemia non è una banale infezione tra pochi) ha deciso di procedere con alcune “strette”. Come è stato normale in tutto il mondo. Non solo in Italia.
(da NextQuotidiano)

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LA RUSSA SPEGNE IL MICROFONO AL SENATORE SCARPINATO MENTRE ACCUSA FORZA ITALIA DI AVERE AVUTO RAPPORTI CON LA MAFIA (COME DA SENTENZE)

Ottobre 27th, 2022 Riccardo Fucile

AVEVA DIRITTO DI PARLARE ANCORA 45 SECONDI, MA LA RUSSA HA SUBITO DIMOSTRATO DI ESSERE “SUPER PARTES”

Una dichiarazione di voto molto accesa che serviva come premessa all’annuncio – ovvio – della mancata fiducia del MoVimento 5 Stelle al governo Meloni. Ma mentre si stava accingendo a pronunciare l’ultima frase del suo discorso, il senatore pentastellato Roberto Scarpinato ha visto il suo microfono spegnersi
Il tutto è accaduto mentre stava parlando di Forza Italia e accusava il partito di Silvio Berlusconi di esser stato co-fondato da un persona condannata per concorso esterno in associazione mafiosa.
Dopo aver contestato a più riprese Fratelli d’Italia, l’ex magistrato Roberto Scarpinato stava volgendo al termine del suo discorso concentrandosi su una delle forze che compongono la maggioranza di governo. E lo stava facendo citando un personaggio che ha ricevuto una condanna a 7 anni (poi trasformatasi in 4 anni in carcere e 1 ai domiciliari) e che risulta essere tra i padri fondatori del partito di Silvio Berlusconi: “Sulla sua volontà di tenere una linea di fermezza contro la mafia, mi faccia nutrire perplessità, tenuto conto che la vostra maggioranza si regge anche su una forza politica il cui leader ha mantenuto rapporti pluriennali coi mafiosi e che ha tra i suoi soci fondatori Marcello Dell’Ut…”.
Il riferimento era a Marcello Dell’Utri, condannato nel 2017 – dalla Corte di Cassazione – per concorso esterno in associazione mafiosa. Ma quel pensiero si è spento insieme al microfono.
Scarpinato, infatti, è stato bloccato dall’intervento di Ignazio La Russa, con il Presidente del Senato che ricorda al senatore pentastellato di aver sforato anche il tempo “bonus”. La sua dichiarazione di voto, infatti, doveva essere di 10 minuti (ma a molti sono stati concessi 2 minuti, in alcuni casi anche più, ulteriori).
Ma Scarpinato aveva realmente sforato anche quei due minuti bonus? Dal video integrale del suo intervento (pubblicato da Il Fatto Quotidiano), appare evidente che l’interruzione e lo spegnimento del microfono sia arrivato dopo 11 minuti e 15 secondi. Aveva sforato, dunque, i 10 minuti ma aveva facoltà di parlare per altri 45 secondi.
(da NextQuotidiano)

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