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IL VANTAGGIO DI AVERE I CONTI IN ORDINE IL GOVERNO TEDESCO VARA UN PIANO DI SGRAVI FISCALI DA OLTRE 7 MILIARDI DI EURO PER LE IMPRESE

Agosto 30th, 2023 Riccardo Fucile

MENTRE IL GOVERNO ITALIANO TAGLIA CON LA SCURE IL REDDITO DI CITTADINANZA, A BERLINO LO AUMENTANO, E ALZANO ANCHE IL SALARIO MINIMO A 12 EURO… QUALCHE EFFETTO C’È GIÀ STATO: I SALARI, NEL SECONDO TRIMESTRE DEL 2023, SONO CRESCIUTI DEL 6,6%. IN ITALIA SONO FERMI DA ANNI

Berlino cerca la cura per riavviare il motore ingolfato della sua economia. La sua ricetta si fonda su due pilastri: sostenere la domanda attraverso un adeguamento sostanzioso dei salari colpiti dall’inflazione e alleggerire il peso fiscale per le imprese attraverso un piano in 10 punti, [che ieri al castello di Meseberg ha avuto luce verde, dopo la pace siglata tra verdi e liberali.
La legge presentata ieri “Sulle opportunità di crescita”, sponsorizzata dal titolare delle Finanze, Christian Lindner, prevede nel suo insieme uno sgravio di oltre 7 miliardi entro il 2028 per le imprese. E uno dei punti importanti del piano include un ampliamento delle deduzioni fiscali per le perdite dal 60 all’80% in quattro anni delle società.
È l’ultimo tassello di un disegno che include la sburocratizzazione e la velocizzazione delle procedure autorizzative, una legge per facilitare l’ingresso di forza lavoro qualificata dai paesi terzi e il sostegno alla domanda. Quest’ultima sta già dando risposte degne di nota, riportavano ieri i dati dell’ufficio federale di statistica. I salari nominali in Germania sono aumentati del 6,6% nel secondo trimestre del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si tratta del rialzo nominale più alto dal 2008.
Una crescita che confrontata con l’aumento dei prezzi al consumo, pari al 6,5%, mette in luce un rialzo dello 0,1% del valore reale dei salari. Un esito che nasce dalla somma di fattori diversi: è il risultato della contrattazione collettiva nel pubblico e nel privato della scorsa primavera e del rialzo del salario minimo per legge a 12 euro e della soglia minima dei mini-job da 450 euro al mese a 520 euro dall’ottobre 2022.
Da ultimo ieri è stato varato un aumento al reddito di cittadinanza, che prevede un rialzo di circa sessanta euro da gennaio per oltre 5 milioni di percettori. Dal 2024 i single prenderanno 563 euro invece dei 502 euro attuali.
L’aumento dei salari più alto degli ultimi trentanni quindi potrebbe essere un nuovo volano per l’economia tedesca. I dati macroeconomici confermano cautela: l’indice Ifo sulla fiducia delle imprese è sceso in agosto per la quarta volta consecutiva, passando da 87,4 a 85,7 punti in agosto, il più basso dall’anno della pandemia 2020. Il settore manifatturiero è diminuito del 3,1% rispetto al giugno 2022.
Gli ordinativi per l’industria aereo-spaziale crescono ma il «il trend degli ordini è ancora in calo» dice il capo-economista di Commerzbank Jörg Krämer. Infine l’export, perenne àncora di salvezza dell’economia tedesca, rischia di avere una flessione seria. A preoccupare non è solo la frenata dell’economia cinese ma l’inversione di tendenza per cui la Cina stia iniziando a sostituire i prodotti che prima importava dalla Germania con propri prodotti fatti in casa
(da La Stampa)

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GIORGIA MELONI CONTINUA A GIOCARE AL RIALZO SUL NEGOZIATO PER IL NUOVO PATTO DI STABILITÀ: NON HA CAPITO CHE RINVIARE L’INTESA SULLE REGOLE DI BILANCIO È UNA FREGATURA

Agosto 30th, 2023 Riccardo Fucile

IN MANCANZA DEL NUOVO PATTO, I CANONI DI RIFERIMENTO SAREBBERO QUELLI INSERITI NELLE RACCOMANDAZIONI SPECIFICHE ALL’ITALIA, CON TANTO DI PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DISAVANZO ECCESSIVO

I margini del dubbio e quelli della spesa. “Per quanto riguarda l’ammontare della manovra, dipenderà anche da fattori europei, visto che a metà mese discuteremo, forse trovando un accordo o forse no, sulle regole di bilancio europee”.
Questo, due giorni fa, ha dichiarato Giancarlo Giorgetti. Per il quale, peraltro, “l’ipotesi che non si arrivi a un accordo è la più probabile”. Ora, a prescindere dall’esito del negoziato […], c’è da chiedersi se davvero il mancato varo del nuovo Patto di stabilità […] possa modificare in maniera significativa il saldo di bilancio in vista della Finanziaria.
Se, insomma, per il governo italiano il rinvio dell’intesa possa consentire maggiore spazio di spesa. Una prima risposta sta proprio nelle linee guida pubblicate da Bruxelles in primavera […]. Ebbene, il vincolo del 3 per cento di deficit in rapporto al pil sarebbe quello da tenere comunque in riferimento per gli stati membri, che dovrebbero indicare anche “come intendono garantire una plausibile e costante riduzione del debito”.
L’Italia d’altronde non potrà sperare in una proroga della sospensione della clausola di salvaguardia generale . La clausola, ci dice un portavoce della Commissione, “sarà disattivata alla fine del 2023”. E questo a prescindere dal raggiungimento o meno di un accordo sul nuovo Patto di stabilità.
Un accordo che la Commissione “chiede al Parlamento e al Consiglio europeo di definire il più presto possibile”. E però, nell’ipotesi che l’intesa non venga raggiunta, quali sarebbero i parametri con cui la legge di Bilancio italiana verrebbe giudicata da Bruxelles?
Anche su questo, la risposta è chiara: in mancanza del nuovo Patto, i canoni di riferimento sarebbero anzitutto quelli inseriti nelle raccomandazioni specifiche fatte all’Italia, e inclusi poi in un documento ufficiale – il “ Pacchetto Primavera” del semestre europeo – pubblicato nel maggio scorso in cui le segnalazioni critiche sugli “squilibri macroeconomici eccessivi” e sulle “vulnerabilità connesse all’elevato debito pubblico e alla debole crescita della produttività”, in riferimento al nostro paese, abbondano.
Nell’analisi della “situazione del bilancio dell’Italia”, la relazione concludeva che “i criteri del disavanzo e del debito non sono soddisfatti” . E qui si arriva al passaggio più significativo […]. Quello in cui, proprio nella previsione di un’eventuale mancata intesa, si prefiguravano conseguenze non piacevoli.
“La Commissione ha dichiarato che proporrà al Consiglio di inizio, nella primavera del 2024, procedura per i disavanzi eccessivi basata sul deficit in base ai dati di consuntivo per il 2023. L’Italia dovrebbe tenerne conto nell’esecuzione del bilancio 2023 e nella preparazione del documento programmatico di bilancio 2024”. [Quel che appare evidente è che, nella stesura delle legge di Bilancio, l’Italia non avrà alcun vantaggio da un rinvio dell’intesa, anzi.
(da agenzie)

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PER I GENITORI DEI FIGHETTI DELLA FIUGGI BENE CHE HANNO UCCISO UNA CAPRETTA A CALCI E’ STATA SOLO UNA “BRAVATA DI FINE ESTATE”: QUESTA E’ LA FOGNA IN CUI VIVIAMO

Agosto 30th, 2023 Riccardo Fucile

MA IL CRITERIO DELLA “BRAVATA DI FINE ESTATE” VARRA’ ANCHE SE FOSSERO LORO E I LORO FIGLI LE VITTIME? BASTA SAPERLO… LA MAGISTRATURA APRE UN FASCICOLO, LE ASSOCIAZIONI: “VOGLIAMO IL MASSIMO DELLA PENA”

Prende la rincorsa e scaglia una serie di calci contro una capretta, colpendola alla testa così forte da sollevarla da terra. Dopodiché, in due, raccolgono quello che resta dell’animale, lo caricano su una carriola e lo gettano da un parapetto. Tutto mentre gli altri urlano divertiti, incitano a infierire sulla piccola capra bianca e marrone, a non fermarsi. Le immagini fanno impressione.
Appartengono a due video postati sui social e diventati subito virali, sui quali adesso stanno indagando i carabinieri.
Il fatto risale a domenica sera, quando nell’agriturismo Sant’Isidoro, alla periferia di Anagni, si festeggia il diciottesimo compleanno di una ragazza, figlia di un esponente delle forze dell’ordine locali.
Tra gli invitati c’è anche il figlio dell’assessora alle Politiche educative, servizi per l’infanzia, sport e giovani del Comune di Fiuggi, Laura Latini. La quale, contattata, precisa che il figlio «non era presente mentre i video venivano girati e non sarà denunciato».
Durante la festa ci si diverte, si ride e si scherza tra ragazzi e adulti, tutti di famiglie molto conosciute in paese, finché la situazione degenera.
I genitori di alcuni dei presenti danno la colpa all’alcol, per altri si tratta di una «bravata di fine estate» compiuta da ragazzi «su di giri». Qualcuno sostiene che la capra fosse già morta prima dei calci, cosa però smentita dagli investigatori.
I carabinieri procedono per il reato di maltrattamenti agli animali. L’informativa dei militari alla procura del tribunale dei minori di Roma ha consentito l’iscrizione nel registro degli indagati, per il reato di «uccisione di animali», del giovane che ha colpito la capra e dell’altro che ha diffuso il video. Gli altri, una ventina, rischiano di essere indagati per aver incitato i due a non fermarsi.
Il pm, dopo la visione dei filmati e l’ascolto degli audio, nei prossimi giorni inizierà ad ascoltare tutti i presenti alla festa.
Il reato di «uccisione di animali» è disciplinato dall’articolo 544 bis del codice penale e prevede una reclusione da quattro mesi a due anni per chi causa «per crudeltà e senza necessità» la morte di un animale.
Rabbia e indignazione fanno il giro del web, come i video. Sulla vicenda intervengono Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali) e Lav: chiedono la «massima pena» e si dicono pronte a dichiararsi parte civile nel processo.
Anche la presidente dell’Associazione italiana Difesa animali e ambiente, Michela Vittoria Brambilla, presenterà una denuncia contro i due giovani di Fiuggi: «Questa è un’azione criminale di una violenza inaudita che deve essere punita severamente e che non deve passare sotto silenzio — dice Brambilla —. Per questo abbiamo deciso di denunciare sia l’autore dell’uccisione della capretta sia il suo amico che ha ripreso tutto quanto. Devono pagare caro!» .
(da Il Corriere della Sera)

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UNA CITTÀ LONTANA DA CASA E UN LAVORO PER RIPARTIRE LA 19ENNE VITTIMA DELLO STUPRO DI PALERMO IN COMUNITÀ

Agosto 30th, 2023 Riccardo Fucile

GLI INVESTIGATORI NON L’HANNO MAI LASCIATA SOLA, SEGUITA DA UNA PSICOLOGA DELL’ARMA DEI CARABINIERI… IL TEATRO DELL’ASSURDO: LEI COSTRETTA A LASCIARE PALERMO PER LE MINACCE, I CARNEFICI CHE RECLAMANO DI POTER TORNARE IN LIBERTA’

Dalla notte della violenza gli investigatori non l’hanno mai lasciata sola.
Vincendo le sue paure, l’hanno convinta a fare i nomi dei sette che avevano abusato di lei. Una psicologa dell’Arma la segue da un mese. E ieri, i carabinieri, su disposizione della Procura di Palermo, l’hanno portata via.
Dopo giorni passati a cercare di persuaderla che una struttura protetta lontano dal quartiere in cui vive e in cui abitano le famiglie di tre dei ventenni che l’hanno violentata fosse la migliore chance per lasciarsi alle spalle tanto dolore, sono riusciti a convincerla. Così Francesca ha fatto i bagagli e ha lasciato la casa, nel quartiere popolare dell’Arenella, in cui, dopo la morte della madre, viveva con la zia.
I carabinieri, che la tutelavano dopo le minacce subite da parte dei familiari dei ragazzi che ha denunciato, l’hanno scortata in serata in una comunità protetta fuori dalla Sicilia dove potrà voltare pagina e lavorare.
(da agenzie)

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VIGILANTI PAGATI CON STIPENDI SOTTO LA SOGLIA DI POVERTA’: COMMISSARIATA SOCIETA’ DI POLIZIA PRIVATA

Agosto 30th, 2023 Riccardo Fucile

A MILANO E’ STATA COMMISSARIATA LA COSMOPOL PER SFRUTTAMENTO DEI LAVORATORI

A Milano è stata commissariata la società Cosmopol spa che opera nel settore dei servizi di vigilanza privata. Il decreto di controllo giudiziario è stato eseguito dal comando provinciale della Guardia di finanza di Milano. La misura è stata emessa con urgenza dalla Direzione distrettuale antimafia. L’accusa è di aver pagato i propri dipendenti con stipendi da fame.
La società avrebbe approfittato dello stato di bisogno dei dipendenti
Dalle indagini condotte dalla Guardia di finanza sono emersi “fenomeni di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro” che sarebbero stati realizzati attraverso un “assiduo sfruttamento dei dipendenti perpetrato approfittando del loro stato di bisogno”.
La società quindi avrebbe pagato uno stipendio al di sotto “della soglia di povertà” e che di conseguenza erano notevolmente inferiori alla quantità e alla qualità delle ore lavorative svolte.
È stato nominato un amministratore giudiziario
Per la Procura di Milano, quindi, sussiste una situazione di illegalità che è aggravata non solo dal numero di lavoratori coinvolti, ma anche dalla “concorrenza sleale posta in essere dalla società”. Per questo motivo è stata disposta la nomina di un amministratore giudiziario che avrà così il compito di ripristinare condizioni lavorative idonee e regolarizzare i lavoratori.
Nel frattempo le Fiamme Gialle stanno eseguendo varie perquisizioni sia nei confronti della società che di alcuni responsabili che, attualmente risultano indagati e che dovranno rispondere dell’accusa di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, “anche in tema di responsabilità amministrativa degli enti in relazione agli illeciti penali commessi dal management della società a vantaggio di quest’ultima”.
(da Fanpage)

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NELLE SEI SETTIMANE SUCCESSIVE ALL’ACCORDO FIRMATO DA MELONI CON LA TUNISIA SAPETE CHE E’ SUCCESSO? GLI SBARCHI SONO AUMENTATI DEL 69%

Agosto 30th, 2023 Riccardo Fucile

STRATEGIE FALLIMENTARI, GUERRA IDEOLOGICA ALLE ONG, SBARCHI AUMENTATI DEL 103% RISPETTO AL 2022, DOPO LA LIBIA SIAMO RIUSCITI A FARCI PRENDERE PER IL CULO ANCHE DALLA TUNISIA

In un’intervista a Piazza Pulita dello scorso gennaio, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, giustificandosi per la prassi ormai consolidata di assegnare porti lontani dai luoghi di salvataggio alle Ong, diceva: “Spero non ci sia piu l’esigenza di assegnare porti lontani ma vogliamo fare in modo che si decongestioni il più possibile l’approdo nei porti di Calabria e Sicilia”.
Ma l’obiettivo non è stato centrato, come ha messo in evidenza Openpolis: tra il primo gennaio e il 20 agosto di quest’anno infatti l’84,47% degli sbarchi è avvenuto proprio in Sicilia. Il dato più alto dal 2016.
Sul sito del Viminale, a differenza di quanto avveniva fino al 2018, nel cruscotto statistico giornaliero relativo ai dati dell’immigrazione, non vengono più resi noti i dati sui porti di sbarco dei migranti.
La percentuale dell’84,47% è stata dunque ricavata da Openpolis elaborando i dati Unhcr, che sul suo portale ha pubblicato alcune informazioni aggregate a livello regionale.
Assegnare alle navi porti lontani non è servito a nulla
Il governo all’inizio dell’anno – anche se proprio nei mesi invernali le partenze calano rispetto all’estate, per via del maltempo – ha cercato di rendere difficile il lavoro delle Ong, costrette a percorrere centinaia di miglia nautiche in più, allo scopo appunto di alleggerire i porti siciliani e calabresi: il risultato è stato che la maggior parte delle persone soccorse da navi umanitarie, per la precisione l’83,87%, nel gennaio 2023 sono state fatte sbarcare in porti del Centro o del Nord Italia.
Un dato che poi è sceso drasticamente nei mesi successivi, arrivando al 14,6% ad aprile e al 27,9% ad agosto.
Sembrerebbe insensato cercare di assegnare porti sbarco al Centro e a Nord nel periodo dell’anno in cui questi sono notoriamente di meno, cioè quando fa meno caldo.
I casi di assegnazione di porto lontani alle navi da soccorso sono sempre più diminuiti, anche se non si sono interrotti del tutto: se infatti a gennaio è stato chiesto alle imbarcazioni di soccorso di percorrere in media 592 miglia nautiche per raggiungere il porto di sbarco, questo dato è sceso ad agosto a 253.
Ma anche se il fenomeno si è ridotto, in alcuni casi anche nell’ultimo mese le ong hanno dovuto aggiungere ore di navigazione, con i naufraghi a bordo, per assecondare le indicazioni delle autorità: ad agosto alle imbarcazioni sono stati assegnati porti come Ancona (730 miglia nautiche da Lampedusa), Ortona (660) o La Spezia (540).
E un cambiamento di rotta sembra esserci stato anche nell’applicazione da parte del governo di un’altra norma, che fa parte del nuovo codice di condotta varato per ‘regolare’ il lavoro delle navi da soccorso: stiamo parlando del fatto, evidenzia ancora Openpolis, che nelle scorse settimane la Guardia costiera ha chiesto ad alcune navi Ong di effettuare salvataggi multipli, cosa che invece dovrebbe essere vietata proprio dal decreto legge 1/2023.
Ma come mai è accaduto? Il governo ha forse riconsiderato le sue stesse politiche sull’immigrazione, perché si è reso conto che non hanno avuto i risultati sperati?
Quante persone sono arrivate nel 2023 in Italia
I numeri non mentono, al punto che nella conferenza stampa organizzata al termine del primo Consiglio dei ministri del governo Meloni dopo la pausa estiva, sono state snocciolate le percentuali sugli sbarchi, che confermano un quadro ormai molto lontano dalle promesse e dalle aspettative della maggioranza: i dati sull’arrivo di migranti in Italia nei primi otto mesi di quest’anno (fino al 28 agosto) fotografano un aumento del 103% rispetto all’anno passato.
Gli ultimi dati del ministero parlano chiaro: nel 2021, dal 1 gennaio 2023 al 29 agosto 2023, erano arrivati in Italia 38.715 migranti; nello stesso periodo del 2022 ne erano arrivati 56.458; nel 2023 siamo già a 113.791 migranti.
Anche il dato sui minori non accompagnati giunti nelle nostre coste è abbastanza impressionante: in tutto il 2021 i minori stranieri non accompagnati sbarcati in Italia erano 10.053; l’anno dopo se ne sono registrati 14.044; quest’anno siamo a 10.727, e siamo ancora ad agosto.
Gli sbarchi sono da record: nella sola giornata del 26 agosto sono arrivati in tutto 3.042 migranti. Difficile ignorare cifre simili, e a nulla serve ricordare strabilianti accordi siglati con i Paesi africani per bloccare le partenze, come quello firmato con la Tunisia, perché il problema rimane.
L’accordo con la Tunisia in realtà non ha funzionato
Matteo Villa, ricercatore dell’Ispi, ha messo in luce il fallimento del memorandum, ricordando come nelle sei settimane precedenti la firma del nuovo patto tra Ue e Tunisia, gli sbarchi dal Paese Nord africano in Italia erano sttai 17.596.
Nelle sei settimane successive alla firma dell’accordo, gli sbarchi dalla Tunisia in Italia sono stati 29.676 (+69%).
(da Fanpage)

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BRUTTE NOTIZIE PER IL GOVERNO BALNEARE DI GIORGIA MELONI: IL CONSIGLIO DI STATO BOCCIA LA PROROGA DELLE CONCESSIONI DELLE SPIAGGE

Agosto 30th, 2023 Riccardo Fucile

I GIUDICI HANNO RIBADITO CHE SCADRANNO INDEROGABILMENTE IL 31 DICEMBRE DI QUEST’ANNO, E I RINNOVI DOVRANNO AVVENIRE TRAMITE GARA PUBBLICA

Nessuna deroga, nessuna proroga. Sulle concessioni balneari il Consiglio di Stato tiene il punto e con una pronuncia emessa lunedì dalla Sesta sezione, respingendo un ricorso contro una sentenza emessa dal Tar di Lecce torna a ribadire che le concessioni balneari scadono inderogabilmente il 31 dicembre di quest’anno.
E i rinnovi dovranno avvenire tramite gara pubblica come prevede la direttiva Bolkestein che vieta il rinnovo automatico delle concessioni. Secondo l’avvocato Roberto Biagini presidente del Coordinamento Nazionale Mare Libero il Consiglio di Stato «ribadisce il dovere da parte di tutti gli organi dello Stato (giudici e pubbliche amministrazioni), di disapplicare le proroghe previste per le scadenze delle concessioni demaniali marittime».
Tra i balneari la notizia ha creato non poca preoccupazione mentre la trattativa col governo è ancora aperta, Biagini ha colto l’occasione per mettere in guardia «i comuni costieri ad allungare il brodo oltre il 31 dicembre. Funzionari e amministratori locali non possono più trincerarsi dietro al fatto che ” lo prevede la legge”. La commedia è finita
(da agenzie)

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CON LA FINANZIARIA TUTTI I NODI DELLA MELONI SONO ARRIVATI AL PETTINE: DOPO AVER GUERREGGIATO, PER UN ANNO CON L’UNIONE EUROPEA, ORA SI RITROVA SU MES, PATTO DI STABILITÀ, PNRR, CON UNA MANO DAVANTI E UNA DIETRO

Agosto 30th, 2023 Riccardo Fucile

UNICA CERTEZZA: LE NORMALI CONFERENZE STAMPA POST-CDM SONO SOLO UN RICORDO DEL PASSATO: DAVANTI ALLE DOMANDE, LA MELONI SBROCCA

Sistemata la sorellina Arianna come Ducetta-bis, a che punto è la notte del governo Meloni? Giunto a quasi un anno di permanenza a Palazzo Chigi, la compagna di Giambruno ora si ritrova per la prima volta (lo scorso anno è stata una pacchia: ci aveva pensato Draghi) la grande rogna di risolvere la finanziaria, senza avere in cassa le risorse necessarie per attuare le sue promesse elettorali.
Il primo Cdm post-vacanze è stato surreale con Gggiorgia che non ha trovato di meglio che rifilare un pippone sul Superbonus sul groppone di Conte e Draghi e stanziare 2,2 miliardi sulla Rete Unica. Non ci sono soldi per le pensioni, che rimangono quelle della riforma Fornero, e il famoso taglio delle tasse non si vede nemmeno in fotografia, anzi verranno tolte varie agevolazioni fiscali.
Una cosa è però successa. La ‘’rimozione’’, forse perché ex gabinetto di Salvini, del ministro dell’Interno Piantedosi sulla questione migranti, proprio mentre i sindaci del nord, gran parte cari alla Lega, lanciano le loro grida di dolore sull’’’invasione’’: ora è tutto “permanentemente” in mano del solito Mantovano.
A cosa sono serviti gli strombazzanti viaggi della premier in Libia e Tunisia per fermare l’”invasione” non si è ben capito. Anzi, si è invece capito benissimo: a un bel niente (bei tempi quando la regina della Garbatella invocava sgolandosi, seduta sui banchi dell’opposizione, il “blocco navale” per respingere i migranti). Anche perché il Fondo Monetario Internazionale non ha mai sganciato alla Tunisia gli attesi 1,9 miliardi.
Alla fine è arrivata la conferma che le normali conferenze stampa post-Cdm sono solo un ricordo del passato: davanti alle domande dei giornalisti, la Meloni sbrocca e, pur possedendo la famosa verve di capopopolo che non ha paura di niente, al massimo concede il suo pensiero alle marchette di “Chi” e alle interviste pilotate e senza contraddittorio via Zoom, come è successo a tre giornaloni durante la vacanza alla Masseria Benificio.
Mentre Forza Italia sta diventando un partito con un piede nella maggioranza e l’altro fuori e nel suo partito i fratellini che non hanno ottenuto potere sono diventati fratellastri e fanno la fronda, tutti i nodi della Meloni sono arrivati al pettine: dopo aver guerreggiato, anziché discutere, per un anno con l’Unione Europea, ora la poverina si ritrova su Mes, Patto di Stabilità, Pnrr, con una mano davanti e una indietro.
(da Dagoreport)

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LA VENDITA DI TIM? CON IL GOVERNO SEDICENTE SOVRANISTA IL FONDO AMERICANO KKR DIVENTERÀ PROPRIETARIO AL 65% DI UN ASSET STRATEGICO DEL NOSTRO PAESE

Agosto 30th, 2023 Riccardo Fucile

ANTONIO MISIANI, RESPONSABILE ECONOMICO DEL PD, MENA DURO SUGLI “ERRORI” DEL GOVERNO MELONI, DAL CONTRASTO ALL’EVASIONE AL PNRR: “SONO IN DIFFICOLTÀ, CERCANO CAPRI ESPIATORI: IERI LA BCE, OGGI IL SUPERBONUS. PER FARE CASSA TAJANI VUOLE PRIVATIZZARE I PORTI. PER CARITÀ: NON LASCEREMO TRASFORMARE L’ITALIA NELLA GRECIA CHE HA VENDUTO IL PIREO AI CINESI”

Antonio Misiani, che tipo di manovra prepara il governo?
Una manovra rinunciataria e inadeguata, che arriva dopo mesi di sottovalutazione del rallentamento dell’economia e delle conseguenze dell’inflazione e dell’aumento dei tassi di interesse. Per troppo tempo ci hanno raccontato che le cose andavano bene, finché il ministro Giorgetti, tardi, ha dato la sveglia a tutti, riportando Meloni e i ministri di fronte alla realtà. Una serie di scelte andavano impostate prima, altre andavano evitate.
Quali?
Andava impostata con anticipo un’azione seria di contrasto all’evasione fiscale. Invece il governo è andato in direzione opposta, al punto che ha dovuto eliminare dal Pnrr l’obiettivo di riduzione del tax gap. E fa sorridere che lunedì Meloni, come una maestrina, abbia invitato i ministri a riorganizzare i capitoli di spesa: non è un lavoro che si fa a ridosso della legge di bilancio. Il risultato è che oggi vanno a caccia di coperture per due terzi della manovra che ipotizzano. Una situazione che può portare a scelte improvvisate e dannose. Sento aleggiare l’idea di deindicizzare le pensioni: indebolirne ulteriormente il potere d’acquisto, facendo cassa sui pensionati, sarebbe iniquo dal punto di vista sociale ma anche controproducente sotto il profilo economico, perché deprimerebbe ancor di più i consumi. La congiuntura difficile non è colpa della destra. Ma alcune scelte del governo hanno peggiorato le cose: i ritardi nell’attuazione del Pnrr, il mancato rilancio del programma Transizione 4.0 per le imprese, il taglio delle risorse per combattere la povertà. E il brusco stop alla cessione dei crediti fiscali legati agli ecobonus.
Per il governo il superbonus ha scassato i conti.
Sono in difficoltà, cercano capri espiatori: ieri la BCE, oggi il superbonus, domani sarà il destino cinico e baro.
Cosa non va nella vendita Tim?
L’operazione che il governo ha avallato è un unicum in Europa: separazione della rete dai servizi e privatizzazione. Meloni ha enfatizzato il ruolo dello Stato ma la realtà è che con il governo sedicente sovranista il fondo americano Kkr diventerà proprietario al 65 per cento di un asset strategico del nostro paese. È necessario capire quali garanzie siano realmente previste per le scelte strategiche, l’occupazione, gli investimenti, e la tutela dei dati. Per fare cassa il vicepremier Tajani vuole privatizzare i porti. Ma per carità: la gestione dei servizi portuali è già affidata ai privati. Un forte regolatore pubblico è indispensabile: non lasceremo trasformare l’Italia nella Grecia che ha venduto il Pireo ai cinesi.
(daDomani)

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