Agosto 6th, 2024 Riccardo Fucile
UNA DECISIONE PARADOSSALE, ALLA LUCE DEI PROBLEMI DI SALUTE ACCUSATI DA DIVERSI ATLETI (VEDI LE INFEZIONI DA ESCHERICHIA COLI)… ANCHE STAMATTINA ERANO STATI ANNULLATI GLI ALLENAMENTI DEI NUOTATORI
Ci risiamo. Alle Olimpiadi di Parigi, purtroppo, il tema del giorno (e dell’intera edizione) continua a essere l’inquinamento e l’impraticabilità della Senna. A far riflettere, ora, è il paradosso che incombe sulla figuraccia più grande di questi Giochi: gli allenamenti in programma oggi – martedì 6 agosto – sono stati annullati (la quinta sessione sospesa, per l’esattezza) perché l’acqua è stata ritenuta “non adatta per nuotare“, ma le gare si faranno. Infatti, secondo le dichiarazioni del Comitato organizzatore, la Senna è tornata “balneabile” in pochissimo tempo.
Dopo il triathlon anche gli atleti in gara per il nuoto in acque libere sono in balia di alcune decisioni che hanno provocato, oltre alle polemiche, anche diversi problemi di salute tra gli atleti. Tra i partecipanti alle gare di nuoto, anche Gregorio Paltrinieri e Domenico Acerenza che non hanno fatto mancare il loro disappunto. Loro dovrebbero immergersi per 10 km nella Senna il prossimo 9 agosto. Il giorno prima toccherà alle donne, comprese le azzurre Giulia Gabrielleschi e Ginevra Taddeucci.
“La Senna è balneabile e le gare possono svolgersi“. Spiazzanti le parole di Anne Descamps – portavoce del Comitato organizzatore di Parigi – annunciate nella conferenza quotidiana al Media Center di Parigi. [
“Il 5 agosto le concentrazioni di escherichia coli erano molto basse nei tre punti dove sono stati prelevati i campioni. Le analisi sono state eseguite correttamente e c’è la balneabilità. Alle 6.30 di questa mattina sono stati prelevati dei campioni, i risultati delle analisi sono arrivati alle 10.30 e i valori per gli enterococchi sono fra 242 e 378, quindi all’interno dei margini stabiliti per la balneabilità”.
Una contraddizione rispetto alla scelta di cancellare gli allenamenti di Paltrinieri e colleghi, che viene spiegata così: “C’è un solo valore al di sopra della soglia ma relativo a un punto dove è stato prelevato un campione molto lontano dal sito delle gare. Ci siamo basati sui risultati sui test di laboratorio relativi ai campioni presi 24 ore prima della gara, sono decisioni che vengono prese con la dovuta prudenza e ci saranno prove per gli atleti per far loro conoscere le condizioni della Senna sempre che ci siano ottime condizioni meteo“.
(da Il Fatto Quotidiano)
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Agosto 6th, 2024 Riccardo Fucile
SA CONFEZIONARE FRASI AD EFFETTO CONTRO TRUMP E VANCE: VETERANO DELLA GUARDIA NAZIONALE, DOCENTE E ALLENATORE DI FOOTBALL
Tim Walz è stato scelto per essere il vice di Kamala Harris. Il 60enne governatore del Minnesota (stato cruciale del Midwest), il preferito dai progressisti, ex insegnante di Storia, veterano della Guardia Nazionale statunitense e allenatore di football, ha servito il Congresso per 12 anni prima di essere eletto alla guida del suo stato per due volte.
Walz, sposato con due figli, si è unito ai «White Dudes for Harris» (uomini bianchi per Harris, con l’attore Jeff Bridges) per raccogliere fondi e sa confezionare frasi efficaci contro Trump e Vance, come il «sono proprio strani», che Harris e la sua campagna elettorale hanno ripetuto fino a farla diventare un tormentone.
Harris aveva tenuto colloqui con tutti e tre i potenziali candidati al ruolo di vice, ruolo che oltre a Walz vedeva in lizza anche il governatore della Pennsylvania (il favorito) Josh Shapiro e Mark Kelly, governatore dell’Arizona.
Tutti e tre avrebbero rafforzato la posizione di Harris negli Stati chiave in vista delle elezioni di novembre. Ma la candidata presidente ha virato su Walz, complici anche le resistenze dell’ala progressista dei Dem alla scelta di Shapiro, soprannominato “Genocide Josh”, ebreo e duramente criticato per la gestione dell’antisemitismo nei campus.
(da agenzie)
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Agosto 6th, 2024 Riccardo Fucile
LA DECISIONE NEL TESTAMENTO: RICEVERE DEL BENE E DARE DEL BENE
Ricevere del bene e dare del bene. Deve aver pensato questo la 75enne che ha donato tutti i suoi beni a favore di una bambina in difficoltà a Padova.
Tre righe sottoscritte da lei che, abbandonata da piccola, è cresciuta tramite affiliazione, ovvero l’affidamento del minore anche se in istituto. L’anziana ha lasciato alla piccola un appartamento ad Arcella, dove la signora viveva, la giacenza sul conto corrente bancario e da alcuni titoli e gioielli custoditi dalla banca.
Non era sposata e i legami con la sua famiglia “adottiva” si erano allentati da tempo, spiega il Gazzettino che riporta la storia, anche perché col tempo molti famigliari sono morti.
Poche righe, per donare tutto a una bambina che fosse come lei
«Io sottoscritta, nel pieno possesso delle mie facoltà mentali e fisiche, con questo mio testamento olografo – scrive – dispongo quanto segue: tutto il mio patrimonio immobiliare, preziosi e liquidità monetaria e bancaria devono servire per una bambina orfana e sola a mantenere gli studi».
Poche righe che l’avvocato Beatrice Piovan, in qualità di curatore dell’eredità giacente, ha aperto dopo la morte della donna, avvenuta nel novembre del 2020. Il legale, dopo aver verificato che non ci fossero comunque eredi legittimi, ha quindi girato il lascito dell’anziana al Comune di Padova.
L’assessora al sociale Margherita Colonnello ha dichiarato al quotidiano: «Spesso il sociale è sinonimo di storie drammatiche che si interrompono o vengono colte nel loro momento acuto di difficoltà, senza poi che l’interesse pubblico si concentri sull’esito di una presa in carico. In questo caso siamo di fronte ad una storia conclusasi felicemente, partita sotto i peggiori degli auspici, la storia di una signora nata in una situazione di grande difficoltà e che ha trovato in una risposta di solidarietà del sociale e della comunità una opportunità per crescere e diventare quello che desiderava, una signora che avvicinandosi al termine della sua vita ha deciso di restituire quanto ha ricevuto nella forma più bella e generosa, pensando a chi avrebbe avuto le medesime difficoltà e a chi come lei ha il diritto di riscattarsi dalla sua situazione e avere nuove possibilità. È una storia che ci svela la parte meno raccontata del sociale, la parte delle storie che finiscono bene e che ci spronano ogni giorno a fare il lavoro che facciamo sperando che ci siano tante altre belle storie di solidarietà come questa».
(da agenzie)
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Agosto 6th, 2024 Riccardo Fucile
SI SCOPERCHIA LA FOGNA: I MESSAGGI DALL’IBA DEL PUTINIANO KREMLEV ALLA NOSTRA PUGILE
Si dice infastidito Giovanni Malagò per lo spazio che i media hanno dedicato al caso della pugile Imane Khelif contro Angela Carini.
Le polemiche sulla sessualità dell’atleta algerina sono esplose alle Olimpiadi di Parigi dopo l’abbandono dell’azzurra, che ha lasciato il ring dopo appena 46 secondi.
A quel gesto sono seguiti i commenti di politici italiani e stranieri, da quello di Ignazio La Russa all’ex presidente Usa Donald Trump, passando per Matteo Salvini, per buona parte alimentando anche la fake news sul fatto che Khelif fosse un uomo che combatteva contro una donna. Tutto quel clamore, spiega il presidente del Coni intervistato dalla Stampa, ha rischiato di mettere in ombra le medaglie azzurre, vinte da «atleti che si preparavano da anni».
Le pressioni dall’Iba su Angela Carini
Il problema per Malagò non è stato tanto aver parlato in abbondanza del caso Khelif-Carini, ma l’uso distorto che se n’è fatto: «Tutto viene strumentalizzato oggi dalla politica».
Malagò poi rivela del confronto avuto con Carini in occasione dell’incontro al centro delle polemiche. In quell’occasione la pugile azzurra avrebbe ricevuto messaggi dai vertici della federazione mondiale di boxe, presieduta dal russo Umar Kremlev: «Angela mi ha mostrato le pressioni cui è stata sottoposta nei giorni precedenti l’incontro dall’Iba. Io le ho detto di non farci caso e di pensar solo a combattere». Messaggi che Malagò ha anche mostrato a Paolo Brusorio che lo ha intervistato.
Le garanzie del Cio su Khelif
Sul caso della pugile algerina alla quale il Cio ha permesso di gareggiare, dopo lo stop dell’Iba ai Mondiali dell’anno precedente, Malagò taglia corto: «Non parlo di quello che non conosco. Ho ricevuto dalla massima autorità medica del Cio il documento sulla regolarità della partecipazione di Khelif al torneo. Il resto sono chiacchiere che hanno travolto Angela. Non lancio nessun j’accuse, ma non mi sorprendo affatto che la questione sia diventata politica».
(da agenzie)
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Agosto 6th, 2024 Riccardo Fucile
LA DEDICA ANCHE ALLA SORELLA GEMELLA, BLOCCATA DAGLI INFORTUNI
«Ho gareggiato anche per mia sorella gemella Asia, che si è rotta il crociato e non ha potuto essere qui. Ho gareggiato anche per nostro padre Massimo, che è morto e oggi sarebbe così orgoglioso di noi. Ho gareggiato per me stessa. E non mi pare ancora vero di aver vinto».
Alice D’Amato parla con una vocina flebile e timida. Dimostra molto meno dei suoi ventun anni compiuti il 7 febbraio. «Scusate, ma non mi sembra possibile di avere una medaglia d’oro olimpica al collo». La prima nella storia della ginnastica femminile italiana. L’unica conquistata da un’europea qui alle Olimpiadi di Parigi.
La scena in conferenza stampa è surreale. In mezzo al tavolo c’è Simone Biles: una delle più grandi atlete di tutti i tempi. Simone è una diva, e sa di esserlo. Sbatte le ciglia finte, sorride con i suoi denti bianchissimi, risponde alle domande sempre con le stesse parole: proud, happy, exciting; è orgogliosa, è felice, è esaltata dall’essere qui.
Però Simone è qui da sconfitta. Battuta dalle ragazzine italiane con cui ha un atteggiamento quasi da sorella maggiore: le applaude quando arrivano, aiuta Manila Esposito a sistemare la cuffia per la traduzione, dice di essere «onorata dall’aver gareggiato con queste giovani italiane». Ha gareggiato; e ha perso. Ha spinto in alto l’asticella di tutte, con i suoi coefficienti di difficoltà mostruosi, ha indotto le rivali a mettere sempre più alla prova il loro corpo e la loro anima; in quattro non hanno retto, e dalla trave sono cadute. La quarta era lei, Simone.
Manila Esposito è napoletana, esplosiva, allegra. È a Parigi con la mamma, la nonna e la zia, che le ha regalato una collana portafortuna con i cinque cerchi olimpici. Dice che Manila non è un nome di famiglia, l’ha scelto la mamma perché le piaceva il suono, e con un cognome così diffuso in Campania serviva un nome strano. Il suo è il primo bronzo della ginnastica italiana; molto prezioso per una ragazza che non è ancora maggiorenne, ed è la più giovane della spedizione italiana a Parigi. Però fino a ieri era proprio lei, Manila, l’atleta di punta.
Nella famiglia D’Amato, invece, la più forte era Asia. La sorella gemella di Alice. Si è rotta il crociato tre volte in meno di due anni, l’ultima agli Europei, dopo essere stata operata. Anche ad Alice è successo, anche lei sa cosa vuol dire: il legamento che si spezza, il corpo che cade in modo innaturale, l’urlo di dolore del purosangue ferito.
«Questa ragazza ha una forza morale incredibile», spiega il suo allenatore, Enrico Casella, grande vecchio della ginnastica italiana, già demiurgo di Vanessa Ferrari.
Il padre morto di cancro: «Oggi sarebbe molto felice»
Le chiamano le fate, e ad Alice non dà fastidio: «È un nome che ci è entrato nel cuore. Spero che la mia vittoria porti più attenzione sulla ginnastica, che in Italia è molto trascurata». C’è una foto bellissima che ritrae Alice e Asia bambina sulle spalle di papà. «Papà faceva il vigile del fuoco. È morto di cancro. Penso a lui perché oggi sarebbe molto felice. Mia mamma si chiama Elena e fa la parrucchiera. È rimasta a Genova, mentre noi da bambine ci siamo trasferite a Brescia per migliorare con il nostro maestro Enrico». A che età siete uscite di casa? «A dieci barra undici anni», Alice dice proprio così. «Non mi sono ancora resa conto di quello che è successo. Non pensavo che la Biles cadesse. Non pensavo che la brasiliana Andrade mi stesse dietro. Ho avuto anche un po’ di fortuna…».
Quale fortuna. Anni di sacrifici, di allenamenti, di recupero dagli infortuni. Come se l’assenza della gemella le avesse dato forza. «Anche questo è possibile. Ma in realtà non soltanto sulla trave ognuna è da sola; ogni volta si gareggia sempre contro se stesse».
Vale per la Biles, con quegli esercizi che soltanto lei riesce a fare; vale anche per Alice D’Amato. «Ho cercato di pensare soltanto a me. A fare un esercizio pulito. Sono io la mia vera avversaria». E Simone Biles? «Può intimidire averla seduta accanto, salire sulla stessa trave su cui lei è salita. Però alla fine può anche diventare uno stimolo. Non pensavo di riuscire a batterla». E non pensando di riuscirci, l’ha battuta.
(da Il Corriere della Sera)
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Agosto 6th, 2024 Riccardo Fucile
ORA NESSUNO L’HA SCRITTO: “COLPA DI UN FUNZIONARIO ZELANTE”
Pensavano fosse una fake. Invece è tutto vero. Nero su bianco. Un vademecum per gli agenti della polizia penitenziaria che dal 20 agosto prossimo dovranno vigilare nel settore detenuti dei due Centri di permanenza per il rimpatrio aperti dall’Italia in Albania, a Shengjin e a Gjader, secondo l’accordo dello scorso anno fra i due governi.
Un’operazione rinviata già un paio di volte – doveva essere avviata ad aprile – che adesso sembra in dirittura d’arrivo tanto che personale della polizia di Stato è già al lavoro nelle strutture da qualche settimana. Complessi simili a quelli italiani che dovranno gestire l’afflusso di migranti sbarcati in Italia e trasferiti in Albania per la pratiche di identificazione e verifica dei loro requisiti per rimanere nel nostro Paese. Solo che adesso le «regole» consigliate agli agenti hanno fatto scoppiare una bufera.
«Documento prodotto senza il vaglio del vertici del Dap»
«Credevamo fosse una fake, ma poi abbiamo appreso che in effetti quel
vademecum è stato realmente stilato e distribuito. Non crediamo si sia
volutamente essere sessisti, intolleranti o, diciamo, anti-etnici. Probabilmente si tratta dell’opera di un qualche funzionario troppo zelante, ma quel che sorprende è che tutto ciò possa essere gestito – come sembra evidente – in maniera estemporanea e senza il vaglio preventivo dei vertici del Dap, se non vi è stato».
A spiegarlo è il segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria Gennarino De Fazio. «Se accadono cose di tal genere prima che la missione abbia inizio, non osiamo immaginare ciò che, a queste condizioni, potrebbe succedere in almeno 5 anni di servizio operativo. Atteso che si disquisisce anche di religione, non rimane che appellarsi a una qualche divinità», aggiunge proprio il sindacalista parlando con l’agenzia LaPresse.
«Non corteggiate le donne di altri uomini»
Ma cosa c’è scritto nel documento? E perché ha fatto tanto scalpore? Possibile che sia stato prodotto con la collaborazione di qualche albanese o sulla base di missioni o rapporti del passato? Fra i primi punti ritenuti discutibili quello di «evitare di corteggiare le donne albanesi nei vari contesti e in maniera estemporanea. Si tratta di una società più conservatrice, specialmente al nord del Paese. L’uomo che sa o vede la propria donna corteggiata da un altro uomo può reagire in malo modo». Sono 14 i «consigli» dati agli agenti della Penitenziaria. Raccomandazioni per chi dovrà controllare in 45 al massimo 20 migranti che dovessero rendersi responsabili di reati durante la permanenza dei Cpr in trasferta. Saranno coordinati da un direttore italiano.
«Non girare nudi, gli albanesi si offendono»
A parte la disparità del rapporti fra agenti e detenuti rispetto a quanto accade in Italia – con una carenza di organico di almeno 7mila agenti e un sovraffollamento nelle carceri di 14mila detenuti, con strutture dove un poliziotto deve controllare anche cinque reclusi, mentre in Albania sarebbero più di due per ogni detenuto -, nel vademecum viene descritto un Paese quasi da terzo mondo invece di un partner europeo riconosciuto da anni. Gli albanesi – è scritto – sono «un popolo pudico, quindi nudità o vestiario poco sobrio in pubblico non sono graditi», «gli albanesi non amano essere sottovalutati nel senso mai presentarsi con un approccio di superiorità».
Al bar e al ristorante
«La consumazione del caffè non è al bancone, ma la solo seduti: questa è una tradizione assoluta a cui attenersi». «Nei ristoranti attenersi a quanto previsto dal menù: richieste di cambi nella formazione del menù non sono graditi e ingenerano errori e fraintendimenti». Attenzione poi alle «pietanze albanesi» che «sono molto speziate». Infine «portare prodotti repellenti» perché «la zona di Gjader è fortemente infestata da insetti e zanzare» e ancora «prestare attenzione a come si parla: l’italiano lo conoscono bene quasi tutti gli albanesi».
(da Il Corriere della Sera)
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Agosto 6th, 2024 Riccardo Fucile
UN OTTIMO SISTEMA PER DISINCENTIVARE IL TURISMO,,, IL NO DI FEDERALBEGHI
L’imposta di soggiorno rischia di costare molto di più. Sarà rimodulata e proporzionaleal costo della camera: si partirà da un importo fino a 5 euro nel caso di costo del pernottamento inferiore a 100 euro e si sale ad un massimo di 25 euro al giorno negli alberghi di extralusso (oltre 750 euro a notte).
Potrebbe inoltre essere estesa a tutti i comuni che vorranno applicarla (non solo ai capoluoghi o a quelli turistici o considerati città d’arte). Lo prevede una norma, in fase di bozza, che potrebbe essere inserita in un prossimo decreto, addirittura nell’ultimo Cdm pre-vacanze del 7 agosto. E’ stabilito anche che gli incassi vengano destinati non solo ad interventi nel settore del turismo ma anche a raccolta e smaltimento dei rifiuti.
La voce della possibile modifica normativa, che circola in ambienti governativi, ha già scatenato la forte opposizione delle associazioni di categoria, a cominciare da Federalberghi e da Confindustria Alberghi.
Come accennato, la nuova normativa autorizzerebbe ad applicare l’imposta di soggiorno in tutti i 7.904 comuni italiani (oggi lo possono fare solo i capoluoghi di provincia, le unioni di comuni e i comuni turistici) e ad aumentarne l’importo) e sarebbe in qualche misura proporzionale al prezzo del pernotto
L’ipotesi preoccupa non poco le associazioni di categoria. Federalberghi è netta: le imprese del turismo “non condividono la proposta di aumentare ulteriormente la tassa”. Anche perché “sono trascorsi solo pochi mesi da quando, in vista del Giubileo, il tetto massimo è stato elevato del 40%, passando da 5 a 7 euro per notte e per persona ed è stata introdotta la possibilità di utilizzarla per coprire i costi della raccolta rifiuti, snaturando le finalità dell’istituto”.
In pratica con la nuova modifica, spiegano gli albergatori, per una camera in un hotel a tre stelle dal prezzo di 100 euro, si pagheranno fino a dieci euro per notte, “come se da un giorno all’altro il peso dell’Iva, che è pari al 10%, venisse raddoppiato”. Federalberghi chiede al governo di “imporre una corretta disciplina di bilancio agli enti locali, anziché fornirgli gli strumenti per peggiorare la situazione.
Anche Confindustria Alberghi fa muro contro la norma allo studio, perché le strutture recettive non possono essere “un mero bancomat per i Comuni”. La presidente Maria Carmela Colaiacovo si dice “sorpresa” che “dopo mesi di dialogo proficuo e di confronto” si proceda “improvvisamente all’approvazione di un testo” che sembrerebbe far saltare “alcuni dei capisaldi su cui si innestava la riforma in discussione”. Vale soprattutto per il vincolo di destinazione del gettito, nato per il sostegno delle attività turistiche, e che “invece di rafforzarsi sembrerebbe venir meno” per coprire i costi del servizio rifiuti.
(da agenzie)
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Agosto 6th, 2024 Riccardo Fucile
I SERVIZI RESTANO IL MOTORE PRINCIPALE DELL’ECONOMIA NAZIONALE, MA I RECENTI INDICATORI SUGGERISCONO POTENZIALI DIFFICOLTÀ’
La ripresa del settore terziario italiano perde vigore. L’indice Hcob Pmi dei servizi in Italia a luglio è sceso a 51,7 da 53,7 di giugno.
Tra i timori di un “rallentamento della crescita, i servizi stanno portando avanti l’economia italiana, restando il motore principale dell’economia nazionale, anche se i recenti indicatori suggeriscono potenziali difficoltà”, spiega Tariq Kamal Chaudhry, economista presso Hamburg Commercial Bank.
“L’indice principale Hcob Pmi del Settore Terziario Italiano – aggiunge – si posiziona a luglio su 51.7, mostrando un netto regresso rispetto al mese precedente e segnando la crescita più debole da gennaio 2024. I prezzi restano alti e le aziende dei servizi continuano ad affrontare costi sempre più elevati, che superano gli aumenti riportati dei prezzi di vendita”.
“Stiamo accadendo una correzione dei mercati, che è un fenomeno che accade spesso. Mi aspetto che in questa prima fase, ci sarà una forte volatilità e quindi non mi sorprenderebbe anche un recupero rispetto alla flessione che stiamo vedendo oggi”. Così Andrea Monticini, docente di econometria finanziaria dell’Università Cattolica valutando la situazione dei mercati.
“Ma il sentiero – aggiunge – è tracciato su una correzione del mercato finanziario che porterà ad una robusta diminuzione. Ci sono diversi fattori che concorrono a questa situazione: ci sono timori sulla tenuta del ciclo economico, i tassi sono ancora molto alti e le banche centrali che inizino a tagliare i tassi d’interesse, a cominciare dalla Fed. E’ uno scenario che siamo abituati a vedere sempre. C’è una fase espansiva ed una di correzione”.
(da agenzie)
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Agosto 6th, 2024 Riccardo Fucile
A CAPRI LUIGI AI FARAGLIONI PAGA ALLO STATO SOLO 8.619 EURO L’ANNO… OGNI LIDO INCASSA CIRCA 150.000 EURO
Le concessioni balneari, come è ormai consuetudine nel pieno della stagione estiva, provocano forti polemiche nel governo e con l’Europa. In Campania ci sono circa 700 aziende balneari di cui 280 a Napoli e provincia, 275 nella provincia salernitana, 140 in quella casertana. Ma le concessioni sono molte di più: in base ai dati del sistema informativo del Demanio, sono 1.125 le concessioni per stabilimenti balneari e 166 quelle per campeggi, circoli sportivi e complessi turistici. Lo scandalo è che i canoni d’affitto sono irrisori ed estremamente diversificati tra loro, senza una, almeno apparente, ragione. A Napoli, ad esempio, il Bagno Elena a Posillipo paga 25mila euro di canone, Villa Beck molto meno. Perché?
A Napoli
Nella città partenopea si va da un minimo di 1.314 euro a un massimo di 50.476, per una concessione demaniale marittima ad uso turistico ricreativo. L’ammontare è fissato dall’Autorità di sistema portuale, in base ai parametri fissati dalla legge. La lista dei concessionari è pubblica, consultabile sul sito della Regione Campania. Ci troviamo lidi balneari, circoli nautici, attività di ristorazione. Denominazioni storiche, celebri e meno note. Si passa da appena 20 metri quadrati, la superficie più piccola in concessione, alla più grande, oltre 12.500 metri quadri, del circolo Posillipo. Una vera e propria giungla.
Le spiagge libere
Altra cosa assurda è che in Campania quasi il 70% delle spiagge sia occupato da stabilimenti balneari, un tetto decisamente più elevato rispetto alle altre regioni, dove ci sono molte più spiagge libere. Per di più, Legambiente ricorda che troppe spiagge libere sul litorale campano sono interdette, come quella di Licola nel Comune di Pozzuoli, inquinata da anni è ubicata vicino a un canale di scolo. O come quella di Torre del Greco, adiacente a un’area industriale.
L’erosione
Senza dimenticare che nella regione l’erosione costiera interessa oltre 46 chilometri. In settimana ci sarà il primo sciopero dei balneari, proclamato in tutt’Italia al quale aderiscono anche gli stabilimenti regionali.
Lo sciopero
La protesta ha un’origine lontana: nel 2006, 18 anni fa, l’Europa, in seguito alla direttiva Bolkestein, impose la messa a bando attraverso gare pubbliche, aperte a tutti gli operatori comunitari, anche delle concessioni balneari. L’Italia non ha mai accettato questa indicazione, andando avanti di proroga in proroga, l’ultima contenuta nel decreto Milleproroghe 2023 che scadrà il prossimo 31 dicembre. Il Consiglio di Stato, però, ad aprile ha emesso una sentenza dove è stata censurata la proroga delle concessioni demaniali scadute a fine 2023, ma il governo ancora non ha preso una decisione al riguardo.
Costi e ricavi
Eppure si tratta di un segmento della vita economica decisivo, in quanto uno stabilimento balneare in Italia riesce a guadagnare in media sui 150mila euro l’anno. Inoltre, quest’anno i prezzi di lettini e ombrelloni sono letteralmente esplosi. Senza arrivare al caso limite dello stabilimento vip della costiera sorrentina raccontato sul Corriere del Mezzogiorno, qualche giorno fa da Anna Paola Merone, in una località come Palinuro, frequentata dalla media borghesia, Altroconsumo stima un costo settimanale variabile tra i 146 e i 209 euro. Luigi ai Faraglioni, proprio sugli scogli di Capri, tra i più famosi stabilimenti della zona, paga una concessione pari a 8.819,23 euro. Il prezzo di un ingresso con lettino e credito da spendere al bar/ristorante durante la giornata al mare è di 115 euro a persona.
Il litorale domizio
Negli stabilimenti balneari casertani il prezzo medio giornaliero per ombrellone e due lettini si aggira tra i 30 e i 50 euro. I concessionari di quella provincia pagano una cifra variabile da meno di 2 euro a metro quadro fino a più di 3. È questa discrasia inaccettabile che spinge l’Europa, giustamente, a mettere subito a gara le concessioni a prezzi di mercato, perché non si può continuare ad andare avanti così. Il governo procede con i piedi di piombo, in quanto ai titolari degli stabilimenti che hanno fatto investimenti vuole riconoscere somme di denaro adeguate per ricompensarli dei costi subiti. E teme che con le gare finiscano per prevalere, almeno sulle spiagge più richieste dall’utenza, consorzi di operatori internazionali, mettendo fuori gioco le piccole società locali. Una soluzione che tuteli tutti, concessionari, utenti, Stato, Europa, e li metta finalmente d’accordo, appare ancora un miraggio.
(da agenzie)
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