ALLUCINAZIONE COLLETTIVA: M5S VUOLE IL PONTE SULLO STRETTO CHE NON SI FARA’
SURREALE RIUNIONE NOTTURNA
Chissà se Beppe Grillo pensa che anche i suoi parlamentari, onorevoli deputati e onorevoli senatori del Movimento 5 Stelle, siano caduti in uno stato di allucinazione. Quella per il Ponte sullo Stretto.
La stessa allucinazione che nove anni fa l’Elevato additò al resto del mondo, quando dopo la traversata a nuoto tra la Calabria e la Sicilia disse che il progetto del Ponte era “un’allucinazione mentale”. Forse l’Elevato dovrebbe pensarci perché quell’allucinazione è arrivata dentro al Parlamento. E l’hanno portata proprio i suoi che, come lui, hanno sempre osteggiato il Ponte. Con il titolo della grande opera in odore di mafia.
Dovrebbe pensarci anche in fretta perché i suoi hanno un’altra fretta e cioè parlare del Ponte. Più dei vaccini, delle riaperture e dei ristori. E questa non è un’allucinazione, ma un dato di fatto, anzi una riunione fissata alle nove di sera, con alcuni parlamentari che non solo vogliono mettersi lì a chiacchierare. Vogliono trasformare l’allucinazione nel Ponte.
E forse Grillo potrebbe ricordare ai suoi parlamentari che l’allucinazione di cui parlava nel 2012 si riferiva al progetto del Ponte a una campata. Una delle due opzioni di cui parleranno stasera i suoi, collegati su Zoom.
E poi ancora l’Elevato e i suoi, questa volta tutti insieme, dovrebbero ricordarsi che meno di un anno fa c’era qualcuno di importante a sostenere che non c’erano le condizioni per il Ponte e che bisognava collegare le due sponde con un tunnel sottomarino.
Quel qualcuno si chiama Giuseppe Conte, leader in pectore dei 5 stelle. Per rendere la discussione ancora più avvincente a sua volta Conte dovrebbe leggere la relazione di 158 pagine scritta dalla commissione dei tecnici istituita al ministero dei Trasporti quando lui era a palazzo Chigi.
In questa relazione c’è scritto che il tunnel sott’acqua non si può fare. Insomma una riflessione andrebbe fatta, ma iniziando dall’ammettere che sul Ponte si è fatta una capriola. Qualcuno che i 5 stelle li conosce più che bene – l’Associazione Rousseau di Davide Casaleggio – ha ricordato agli ex amici di avventura cosa si sosteneva anche nel 2016, e cioè il no al Ponte. Anche dietro quel memo (sul Ponte “c’è un’amnesia politica selettiva”) c’è l’evidenza della retromarcia M5s.
Infine i 5 stelle dovrebbero prendere atto che Mario Draghi a tutto pensa tranne che a rilanciare il Ponte. Non è stato inserito nel Recovery.
Non c’è un euro pronto per finanziare l’opera. Siamo al grande débat public dove tutti possono dire sì, no o forse, proporre soluzioni e azzoppare quelle degli altri, fare e disfare. La commissione ministeriale ha detto che ci sono “profonde motivazioni” per fare il Ponte, ma a parte gli echi di Forza Italia, di berlusconiana memoria, una parte dei 5 stelle e qualche sparuto sì tra il Pd, nessuno al Governo pensa che questa volta sia quella buona.
Non valeva la pena restare lucidi?
(da Huffingtonpost)
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