CENTRODESTRA A PEZZI NEI COMUNI: SONDAGGI RISERVATI DANNO NUMERI PESSIMI A MILANO E NESSUNO SI VUOLE PIU’ CANDIDARE
ANCHE A NAPOLI I NUMERI NON SONO MIGLIORI E LA MELONI PENSA DI ANDARE PER CONTO SUO
In autostrada nei giorni da bollino rosso c’è meno traffico rispetto al via vai dei sondaggi sulle prossime amministrative. Nel mazzo c’è anche roba di dubbia provenienza, a uso e consumo dei candidati che commissionano (e pagano) le indagini. D’altra parte, un po’ d’ottimismo fa sempre bene alla base elettorale, e far sapere che le cose vanno a gonfie vele aiuta a spronare gli indecisi o chi aspetta un segno per scegliere il carro vincente su cui saltare.
Se però il responso è da incubo, meglio tenere le rilevazioni riservate, e se possibile cambiare cavallo prima di andarsi a schiantare.
Così gira voce di numeri miserrimi per il Centrodestra a Milano, tant’è vero che la coalizione non riesce a trovare né un politico né un civico da presentare per Palazzo Marino.
Ma come: persino a casa di Salvini e Berlusconi, dopo anni di spudorata onnipresenza sulle reti del Biscione, non c’è nessuno da contrapporre all’uscente Sala, pure lui peraltro senza la faccia di correre con la bandiera del Pd?
E che dire a Napoli, dove le previsioni sono nere per il magistrato Maresca scelto da Lega, Fratelli d’Italia e FI, tanto che il diretto interessato non vuole simboli di partito? Qui, a quanto pare, la situazione è così imbarazzante da far frullare in testa alla Meloni di puntare su un proprio uomo, lasciando al suo destino il candidato in condominio con i promessi sposi nel partito unico di Silvio & Matteo.
Segni di disfacimento per un’area tenuta insieme dalla facile demagogia dell’opposizione, ma che si sta sciogliendo come neve al sole una volta saltata in parte nella maggioranza del governo Draghi e in parte rimasta fuori per macinare consensi promettendo l’impossibile.
Un antipasto indigesto – di cui la stampa sovranista non fa cenno – di quanto i partiti di destra si romperanno le corna lì dove invece riusciranno a vincere, immobilizzando in poco tempo le amministrazioni, e riproponendoci il film già visto delle infinite faide di potere tra simili alleati.
A sinistra – si dirà – non è che le cose siano migliori, ma qui non si arriva a vedere un leader che raccoglie le firme per i referendum sulla Giustizia (Salvini) e un altro che se ne lava le mani (Meloni). E se il buongiorno si vede dal mattino…
(da La Notizia)
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